HABITAT E FAUNA ITTICA DEL PO DECISAMENTE MIGLIORI GRAZIE ALLE AZIONI DEL PROGETTO LIFE CONFLUPO. L'apertura del corridoio fluviale di Isola Serafini e l'attivazione della scala di risalita dei pesci hanno contribuito in modo decisivo a centrare l'obiettivo del LIFE europeo. I dati sono ottimi e da oggi nuove strategie e azioni in campo per rendere ancora più virtuosa l'area fluviale e non solo. Al via CONFLUPOst
Piacenza, 27 Giugno 2018 – Una serie di risultati tangibili conferiscono al progetto europeo Life CONFLUPO - indicato dalla Commissione Europea tra le "best practices" nei progetti Life Natura - una solida concretezza che oggi, in tempo di bilanci, attesta la validità e l'utilità di quanto fatto a partire dal 2012 e soprattutto consegna al territorio e alle comunità che vi sono insediate diverse opportunità di ulteriore sviluppo per migliorare ulteriormente il generale contesto fluviale e non solo delle aree considerate.
Il Life si proponeva di realizzare un innovativo piano di gestione tecnico-amministrativa del corridoio fluviale del Po apportando, in corso d'opera, molteplici azioni di miglioramento volte a conservare la biodiversità, l'ittiofauna, l'habitat e le strette relazioni tra la qualità dell'acqua e la conservazione del patrimonio ittico, attraverso l'attuazione della Direttiva Quadro sulle Acque e la redazione dei Piani di gestione delle acque e degli strumenti di pianificazione e programmazione regionale in materia di acqua e di pesca.
Ed è stata proprio la complessità del progetto che ha spinto i soggetti promotori ad estendere le finalità del documento iniziale coinvolgendo, nelle diverse fasi di lavoro, un maggior numero di istituzioni, enti e stakeholder per contribuire ad un coordinamento diversificato e dunque decisamente più ricco di valori. Oggi infatti si può tranquillamente parlare di CONFLUPOst – ovvero un nuovo strategico traguardo di ulteriori pratiche virtuose nate e sviluppate dall'attuazione delle azioni che hanno caratterizzato il LIFE in questi anni.
Qualche dato statistico del Grande Fiume:
Bacino idrografico: 74.000 Kmq quasi ¼ dell'intera a superficie italiana
Lunghezza dell'asta principale 652 Km
Portata media alla foce 1600 mc/secondo
60% delle acque dell'intero arco alpino italiano
Km di corsi d'acqua complessivi raccordati: 4500
Regioni interessate: Valle d'Aosta, Piemonte,
Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e
Provincia Autonoma di Trento
43 affluenti principali (22 in sinistra e 21 in destra)
24 province interessate
3200 comuni interessati
Il fiume Po e i suoi affluenti assicurano la connessione degli habitat e gli spostamenti della fauna ittica migratoria nell'intero bacino idrografico che è composta dai principali laghi e fiumi italiani.
Il fiume Po è indicatore di quel che succede nell'immediato, ma anche memoria storica dello sviluppo. Tra queste vi è la costruzione della diga di Isola Serafini negli anni '50, entrata in esercizio con l'annesso centrale idroelettrica nel 1960.
Quest'opera, posta a metà del corso del Po, ha tagliato in modo irreversibile in due parti il fiume impedendo per molte specie ittiche la risalita e limitando la smonta agli eventi di massima piena in cui le paratoie venivano alzate.
Per queste specie, la traversa di Isola Serafini ha determinato l'impossibilità di chiudere il loro ciclo biologico e quindi di riprodursi.
Per tutte le altre, una limitazione agli habitat colonizzabili.
A monte della traversa, il rallentamento della corrente determina un riscaldamento delle acque e quindi una modificazione della crescita specifica e delle relazioni interspecifiche tra i diversi stock.
Si registra comunque un ottimo potenziale biotico.
Riconnettere il fiume Po, i suoi affluenti ed i grandi laghi costituiva dunque la base di partenza ai fini della conservazione di tutte le specie native, non solo del Po, ma anche insediate nella fitta rete idrografica collegata al fiume stesso.
Questa era la principale minaccia che il progetto Life CONFLUPO ha risolto.
Ripristinare la continuità longitudinale del Fiume Po, il corso d'acqua più lungo d'Italia, con il maggior numero di affluenti naturali (almeno 140, tra cui fiumi di grande rilevanza come Ticino, Adda, Oglio, Mincio), con un valore di biodiversità ittica naturale tra le più elevate registrabili nei corsi d'acqua non solo italiani, ma anche europei (almeno 48 specie ittiche native e presenza di 33 SIC e ZPS direttamente collegati all'ecosistema fluviale).
Il ripristino della continuità è stato attuato tramite la progettazione, la realizzazione e l'attivazione della scala di risalita dei pesci adiacente alla Centrale idroelettrica di Isola Serafini, nel Comune di Monticelli d'Ongina (Pc), la più importante mai costruita nel nostro Paese, preso la più grande centrale idroelettrica fluente. Da febbraio 2017, le rotte migratorie della fauna ittica sono state ripristinate dal mare Adriatico fino al Lago di Lugano, anche in sinergia con opere di analogo funzionamento attuate in questi ultimi anni in Regione Lombardia sui fiumi Ticino e Tresa.
Oggi tutti coloro che hanno sostenuto il progetto possono esprimere all'unisono la loro soddisfazione: Regione Lombardia come capofila, Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, Regione Emilia-Romagna, l'Agenzia Interregionale per il fiume PO, il Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino, le Province di Piacenza e Rovigo, la Società Graia e Enel Green Power S.p.A., concessionario e gestore della diga di Isola Serafini.
Il budget complessivo del progetto era pari a € 7.088.476, di cui € 3.496.809 a carico del cofinanziamento comunitario, € 3.091.667 di cofinanziamento tra i partner, € 500.000 di cofinanziamento da parte di Enel Green Power.
L'apertura del corridoio ecologico sta avendo già evidenti effetti positivi in particolare per alcune specie migratrici a rischio di estinzione e protette dall'UE quali storione cobice, anguilla, cheppia, cefalo, che necessitano di completare il loro ciclo vitale passando dalle acque dolci a quelle salate e viceversa.
A supporto della fauna ittica locale di storione cobice del bacino del Fiume Po concorreranno anche le azioni dirette sulla specie che ne favoriranno l'incremento demografico e la conservazione nel lungo periodo.
Inoltre sono in corso interventi per il controllo delle specie invasive.
L'efficacia del progetto sarà monitorata su tutta l'area d'interesse in modo capillare, utilizzando diverse e avanzate tecniche.
E' stata infine realizzata una rete di informazione e sensibilizzazione del pubblico, anche attraverso infrastrutture dedicate alla didattica e divulgazione ambientale soprattutto in corrispondenza del passaggio per pesci previsto a Isola Serafini.
Per approfondimenti: http://www.adbpo.gov.it/it/life-conflupo
Agricoltura. Rimborsi fino al 100 per cento per i danni alle attività agricole causati dalla fauna selvatica. L'assessore Caselli: "Saremo i primi in Italia nell'allargare gli interventi a favore delle imprese agricole" Le specie protette e quelle che vivono in aree tutelate escono dal regime 'de minimis' degli aiuti di Stato. A disposizione fondi anche per i sistemi di prevenzione e protezione delle specie animali e delle coltivazioni.
Bologna 6 marzo 2018 - Cambieranno le regole per gli aiuti di Stato per i danni causati dalla fauna selvatica.
L'Emilia-Romagna è la prima Regione in Italia, grazie anche ad un buon coordinamento con la Commissione europea, che potrà riconoscere agli agricoltori, in base alla normativa degli aiuti di Stato (senza i limiti previsti dai cosiddetti 'de minimis'), i contributi relativi ai danni provocati non solo dalle specie selvatiche protette, ma anche da quelle non tutelate che vivono in "zone protette", come Parchi e Riserve naturali, Oasi di protezione della fauna e zone di ripopolamento e cattura presenti nel territorio regionale.
È la novità prevista in una proposta di delibera di Giunta presentata oggi dall'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli, nella II commissione dell'Assemblea legislativa.
"Si tratta di un notevole risultato- ha affermato Caselli -. Grazie a un lavoro d'intesa con la Commissione europea, si apre una strada che ci vede primi in Italia, nell'ampliare le garanzie per le aree coltivate.
Oggi solo per le specie protette e per quelle che vivono nelle aree tutelate si esce dal regime 'de minimis' (che prevede massimo 15mila euro nell'arco di tre anni, elevabili a 30mila euro nel caso di danni provocati da uccelli ittiofagi), e i contributi potranno essere erogati fino al 100% dei danni subiti.
Previsti anche finanziamenti per misure di prevenzione e protezione delle specie animali e delle coltivazioni".
Oltre che per i danni provocati dalla fauna selvatica, la proposta di delibera dell'assessorato regionale all'Agricoltura concede anche finanziamenti per interventi di prevenzione delle produzioni zootecniche come recinzioni metalliche fisse, miste, elettrificate semipermanenti e mobili; dissuasori faunistici che si attivano automaticamente emettendo suoni o luci e acquisto di cani da guardia a protezione delle greggi.
Sono compresi anche il rimborso dei capi uccisi e le cure veterinarie per quelli feriti.
Le spese per la protezione delle produzioni vegetali interessano le recinzioni perimetrali, sia contro i selvatici sia anti-uccelli, quelle elettriche e i dissuasori faunistici, come i cannoncini acustici o i palloni, per la difesa da storni, gazze e cornacchie. /OC