Grande partecipazione ieri sera alla Passeggiata organizzata dal giornalista Luigi Alfieri del movimento "Parma non ha paura", svoltasi nel quartiere San Leonardo. In tantissimi si sono uniti per riappropriassi della città, contro la microcriminalità.
Oltre alla partecipazione spontanea dei cittadini, molte testate anche televisive presenti a registrare l'evento. Gli organizzatori hanno infatti informato che domani alle 11,00 se ne occuperà anche la rubrica L'Aria Che Tira condotta da Myrta Merlino su La 7.
Foto di Francesca Bocchia
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Omicidio nel reggiano, la vittima è un cittadino indiano di 42 anni è stato ucciso nella sua casa di Bibbiano, comune della Val d'Enza. Colpevole sarebbe il fratello dell'uomo ma ancora non si conosce il movente
Reggio Emilia, 27 Aprile 2016
Omicidio nel reggiano, la vittima è un cittadino indiano di 42 anni è stato ucciso nella sua casa di Bibbiano, comune della Val d'Enza.
Al loro arrivo, i militari hanno trovato ancora nell'abitazione il presunto autore del delitto, il fratello della vittima che aveva cercato di uccidersi ingerendo acido. L'uomo non si trova in pericolo di vita ma è in stato di ferma dai Carabinieri. A coordinare il sopralluogo il Pm Giulia Stignani, intervenuta sul posto.
La segnalazione dell'omicidio è arrivata al 112 poco dopo l'una e mezza e le Volanti della Stazione di Bibbiano, con i colleghi dell'Aliquota Operativa della Compagnia di Reggio Emilia, sono subito accorsi sul luogo del fatto, trovando il cadavere in una camera da letto riverso sul letto.
Secondo i primi accertamenti, la vittima sarebbe stata uccisa nel sonno, colpita alla testa con un corpo contundente. Ancora al vaglio il movente. Intervenuti anche i militari addetti ai rilievi scientifici.
Il mezzo è risultato essere privo dell'autorizzazione internazionale per il trasporto di merce, sia in arrivo, sia in partenza da Piacenza. Fermo per tre mesi l'autocarro Mercedes e multa 4.130 euro.
Piacenza, 26 aprile 2016
Nella mattinata di domenica 24 aprile, una pattuglia della Sezione Territoriale della Polizia Municipale ha effettuato un controllo su un autocarro Mercedes con targa ucraina, fermo nella zona di viale Sant'Ambrogio. Il mezzo è risultato essere privo dell'autorizzazione internazionale per il trasporto di merce, sia in arrivo, sia in partenza da Piacenza.
Il conducente, un uomo di 27 anni con documenti rilasciati dallo Stato della Romania, è stato fermato mentre si accingeva ad ultimare le operazioni di carico e scarico di vario materiale, destinato in Ucraina.
Da una verifica sommaria del vano di carico, la pattuglia ha accertato l'accatastamento di numerosi pacchi, numerati e recanti etichette o scritte identificative, spesso in carattere cirillico, che specificavano il destinatario. Era inoltre presente una bilancia per pesare i colli – si è infatti appurato, attraverso un registro con l'annotazione dei relativi costi, che per ogni bagaglio trasportato veniva preteso il pagamento di una somma proporzionata al peso – nonché la lista di carico della merce, con indicato il luogo di destinazione, il nominativo e la quota in euro versata.
Poichè il trasportatore risultava privo di qualsiasi autorizzazione internazionale (licenza C.E.M.T e/o accordo bilaterale), gli agenti hanno provveduto al fermo per tre mesi dell'autocarro Mercedes e il conducente ha pagato in forma immediata la somma di 4.130 euro, trattandosi di una violazione commessa con veicolo con targa straniera.
Grazie a un'operazione congiunta di Polizia di Stato e Polizia Municipale sono stati fermati due coinquilini 32 enni, entrambi non in regola con il permesso di soggiorno. Al dettaglio, la droga sequestrata, pari a 1300 gr, avrebbe fruttato più di 500 mila euro.
Di Manuela Fiorini
MODENA – A pochi giorni dall'arresto dello spacciatore marocchino, che dalla sua abitazione di via Rua Frati Minori riforniva la movida del centro storico, un altro duro colpo al mercato dello spaccio arriva da un'altra operazione congiunta di Polizia di Stato e Polizia Municipale che, questa volta, hanno assicurato alla giustizia due coinquilini nigeriani, entrambi 32 enni e non in regola con il permesso di soggiorno.
Le indagini hanno preso il via da un pattugliamento della Volante, che due giorni fa aveva sorpreso uno dei due nigeriani confabulare con un giovane italiano nella zona dietro all'Hotel Real Fini, nei pressi del Policlinico. Lo spacciatore, vistosi scoperto, si era subito dato alla fuga. Al contrario, l'acquirente italiano, fermato dagli agenti, ha invece "cantato", rivelando particolari sul suo fornitore. Grazie alla collaborazione con la Polizia di Stato sono poi messi in atto gli appostamenti per coglierlo sul fatto.
Nel pomeriggio di ieri, la svolta. Gli agenti in borghese hanno atteso lo straniero sotto alla sua abitazione e poco dopo lo hanno notato salire in auto insieme a un connazionale, poi risultato suo coinquilino. E' iniziato così il pedinamento, che ha portato al fermo dei due al casello di Modena Nord, prima che potessero entrare in autostrada, dopo una breve fuga. Da una prima perquisizione dell'auto non è emerso nulla di strano. Tuttavia, gli agenti non si sono persi d'animo e hanno accompagnato i due nigeriani alla loro abitazione. Qui è stato rinvenuto il loro "tesoretto" che comprendeva 20 mila euro in contanti, mentre, nel garage, erano custoditi 109 ovuli tra cocaina ed eroina del tipo brown sugar. Secondo le stime delle Forze dell'Ordine, la "merce" al dettaglio avrebbe fruttato ai due una cifra superiore ai 500 mila euro. Per i due, coinquilini e spacciatori, sono così scattate le manette, mentre il denaro contante e la droga sono stati sequestrati. E' poi emerso che uno dei due nigeriani non era nuovo ai reati legati allo spaccio di droga: nel 2014 il soggetto era stato denunciato per ben due volte.
Nella nottata di ieri 21/4/2016 alle ore 1.45 circa una Volante dell'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico ha rinvenuto e sequestrato una bicicletta mountain bike probabile oggetto di furto commesso poco prima. La bicicletta veniva spinta a mano lungo Via XXII Luglio da un uomo, che si è dato alla fuga abbandonando in terra la bici in questione.
La Questura chiede la massima diffusione tra la cittadinanza al fine di risalire al legittimo proprietario, che potrà chiederne la restituzione presentandosi presso l'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico Tel. 0521/219546.
Parma, 22 aprile 2016
E' il primo caso in Emilia Romagna. Manghi, presidente di Provincia e Unione Bassa Reggiana: "Il primo scioglimento per mafia in regione deve spronarci a proseguire il cammino già intrapreso".
Reggio Emilia, 21 aprile 2016
Momento buio per il paesino nella memoria di tutti per il mito di Don Camillo e Peppone. Ieri, su proposta del Ministro dell'interno, Angelino Alfano, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Brescello (RE), a norma dell'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nel quale sono state accertate forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata.
Un segnale forte a favore della legalità. Brescello è il primo comune in Emilia Romagna sciolto per mafia, riprova del radicamento della 'ndrangheta a Reggio Emilia, come testimoniano il processo Aemilia e le recenti indagini che hanno coinvolto anche il Comune della Bassa Modenese di Finale Emilia.
Il presidente Manghi: 'Notizia dolorosa, ora raddoppiamo gli sforzi'
"Lo scioglimento per mafia del Comune di Brescello, primo in Emilia-Romagna, è una notizia dolorosa, dinnanzi alla quale non possiamo sottrarci a ulteriori riflessioni e a nuove responsabilità sul tema della legalità, ma nemmeno dimenticare il cammino che tutta la comunità ha da tempo intrapreso per contrastare ogni tentativo di infiltrazione.
In particolare, lo dico anche da pubblico amministratore della Bassa Reggiana della cui Unione Brescello fa parte, da oggi siamo chiamati ad innalzare ulteriormente il livello di guardia e a rafforzare il nostro impegno collettivo per aiutare la comunità brescellese ad affrontare e superare questa delicata fase. In questo senso credo che l'Unione stessa possa svolgere un ruolo fondamentale.
Ma non dobbiamo dimenticare che la stessa decisione assunta dal Consiglio dei ministri si basa sul serio lavoro coordinato dal prefetto Ruberto, anche attraverso la commissione d'indagine preposta, il cui lavoro è stato sottoposto al vaglio di un Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica al quale io e il sindaco Vecchi abbiamo partecipato. Questo – al pari della volontà di Provincia e di tanti Comuni reggiani, tra i quali lo stesso Brescello, di ribadire proprio in queste ore al processo Aemilia la costituzione a parte civile – dimostra come le istituzioni reggiane stiano collaborando in maniera alacre, costante e credibile per contrastare la mafia.
E al nostro fianco, come anche il recente Festival della legalità "Noicontrolemafie" ha ribadito, c'è una cittadinanza attiva – a partire dai nostri giovani – capace di metterci la faccia e l'anima in una nuova lotta di resistenza alle mafie e alla loro cultura di prevaricazione e illegalità.
Lo scioglimento del Comune di Brescello ci sprona a proseguire insieme su questa strada: sulla collaborazione istituzionale per garantire ordine e sicurezza; sull'impegno culturale e formativo nei confronti di noi stessi e dei cittadini, a partire dai giovani; sui protocolli per la legalità che aiuteranno le pubbliche amministrazione a prevenire, nel quotidiano agire, ogni tentativo di infiltrazione.
Come recita proprio lo slogan di "Noicontrolemafie", "Ci sono loro, ma ci siamo anche noi". Abbiamo capito che la mafia c'è, ma c'è anche la militanza di una intera comunità la cui reazione, insieme a quella delle istituzioni locali, è già cominciata: e questo ci rassicura sul fatto che Brescello, che l'intera provincia di Reggio Emilia ce la faranno, che il muro verrà eretto, che la mafia sarà fermata e sapremo costruire in modo sano il nostro futuro."
Giammaria Manghi
Presidente della Provincia di Reggio Emilia
e dell'Unione dei Comuni Bassa Reggiana
Arresto per furto aggravato nel Parco Ducale. Il borseggiatore si difende: il maltolto ad un 81enne era la ricompensa per una prestazione sessuale...
di Alexa Kuhne
Parma, 20 aprile 2016 -
"Non ho accettato di andare a casa sua per un rapporto ...". Sarebbe stata questa la versione fornita agli uomini della Volante, nel primo pomeriggio di ieri, da un ragazzo di colore di 29 anni. Fermato dalla polizia dopo la denuncia di un 81enne derubato del suo borsello, ha dato la sua versione dei fatti... L'ennesimo episodio di borseggio si è verificato nel Parco Ducale, nelle vicinanze del laghetto. Una Volante della Polizia di Stato è intervenuta per la chiamata di un anziano che ha raccontato che poco prima, mentre era seduto su una panchina, era stato avvicinato da un uomo di origini africane, alto e di circa 30 anni, il quale prima gli aveva chiesto di accendere una sigaretta, poi, con mossa fulminea, aveva afferrato la borsa che era sulla panchina e si era dato alla fuga verso l'uscita del parco verso Ponte Verdi. Fornite le descrizioni dell'autore del furto, pochi minuti dopo, un'altra volante ha individuato un giovane di colore perfettamente corrispondente alla descrizione nell'aspetto e nell'abbigliamento, seduto sotto la pensilina della fermata dell'autobus nei pressi dell'Istituto commerciale Bodoni in Viale Piacenza. Il ragazzo era intento a prendere oggetti dall'interno di una borsa identica a quella rubata, nascondendoli nella tasca dei suoi pantaloni.
Fermato e condotto in Questura, il giovane è stato identificato per C.F., cittadino del Gambia di 29 anni, regolarmente residente a Parma, ed è stato riconosciuto come l'autore del furto dalla vittima e da due testimoni che avevano assistito a quanto accaduto nel Parco Ducale.
Sottoposto a perquisizione, all'interno della tasca dei pantaloni gli sono stati trovati quasi 200 euro in contanti, un telefono cellulare, sigarette ed una medaglietta, tutti oggetti di proprietà della vittima.
L'autore del furto, però, a sua parziale discolpa ha riferito una versione leggermente differente. Trovandosi effettivamente nel parco, si sarebbe avvicinato alla panchina dove era seduto l'anziano, il quale lo avrebbe invitato nella sua abitazione per consumare un rapporto sessuale al prezzo di 75 euro; rifiutata la proposta, avrebbe da parte sua offerto di farsi palpeggiare nelle parti intime chiedendo in cambio 50 euro. Accettata la proposta, l'anziano lo avrebbe effettivamente palpeggiato ma poi non avrebbe rispettato l'accordo. A quel punto egli avrebbe afferrato la borsa e si sarebbe dato alla fuga.
Ad ogni modo, stante l'evidente responsabilità, il ventinovenne è stato tratto in arresto per il reato di furto aggravato e trattenuto in Questura per la convalida dell'arresto avvenuta stamane.
Da tempo alcuni residenti del Centro Storico avevano denunciato un insolito via vai in un appartamento di via Rua Frati Minori. Un'operazione congiunta di Polizia di Stato e Polizia Municipale ha consentito di assicurare alla giustizia un marocchino di 28 anni. In casa aveva più di un chilo di droga.
Di Manuela Fiorini
Modena, 19 aprile 2016
A incastrarlo è stato il "fiuto" dei cittadini, unito a quello di Axel, il cane antidroga di stanza a Sassuolo che nel suo campo è una piccola celebrità. F.C., 28 anni, marocchino, regolare sul territorio e residente in via Rua Frati Minori, nel centro storico, ha visto così andare in fumo la sua proficua attività di spaccio. Secondo le ricostruzioni, infatti, si tratterebbe di uno dei pusher che riforniva regolarmente i giovani delle zone della "movida" modenese.
Le manette per F.C. sono scattate grazie a un operazione congiunta di Polizia di Stato e Polizia Municipale di Modena, grazie alle segnalazioni di un gruppo di residenti del centro storico, che avevano notato un insolito via vai di giovani, soprattutto nelle ore serali e notturne, in un appartamento di via Rua Frati Minori.
Dopo aver messo in atto diversi appostamenti, verificando quanto sostenuto dai cittadini, la Squadra Mobile ha identificato il pusher e lo ha bloccato durante un appuntamento di routine per rinnovare il permesso ZTL. Lo hanno poi accompagnato nella sua abitazione, dove a dare man forte alle Forze dell'Ordine è arrivato anche Axel, il cane antidroga della Polizia Municipale. Proprio il suo fiuto infallibile ha consentito di rinvenire 1,6 chilogrammi di panetti di hashish e una busta con 45 grammi di marijuana, che il pusher nascondeva in parte in un contenitore in sala da pranzo e in parte in cantina. Gli agenti hanno anche sequestrato gli "attrezzi del mestiere", tra cui bilancini di precisione, alcuni cellulari e denaro contante.
La Regione Emilia Romagna ha stanziato più di 94 milioni di euro per sostituire da qui al 2020 i mezzi più vecchi e inquinanti. Nelle province in cui il servizio è gestito da SETA i nuovi veicoli saranno 34. Intanto, però, ieri a Modena, a un bus è esplosa una gomma e un altro è andato letteralmente in fumo.
Di Manuela Fiorini
Modena, 19 aprile 2016
I mezzi pubblici dell'Emilia Romagna, autobus e filobus che ogni giorno trasportano migliaia di persone, tra cui molti studenti e pendolari, sono vecchi, usurati e inquinanti. Per questo la Regione ha deciso di stanziare un totale di più di 94 milioni di euro per sostituire, entro il 2020, i veicoli più obsoleti. In particolare, nelle zone servite da Seta, cioè le province di Piacenza, Modena e Reggio sono in arrivo 34 nuovi mezzi, per un totale di 8 milioni di investimento.
Intanto, però, quelli vecchi sono sempre meno sicuri. Nella giornata di ieri, a Modena, sono stati ben due gli autobus coinvolti in "incidenti" singolari dovuti all'usura o alla scarsa manutenzione.
Il primo caso si è verificato ieri mattina nella zona dell'Ipermercato Conad La Rotonda, quando, attorno alle 9, si è sentito un enorme boato, simile a un'esplosione. Non si trattava di una bomba, per fortuna, ma "solo" di un pneumatico di un bus di linea di Seta, letteralmente esploso a causa di un surriscaldamento. L'onda d'urto ha mandato in pezzi anche il lunotto posteriore. Nessun ferito tra i passeggeri, ma solo tanta paura nel vedere esplodere prima la gomma, poi il vetro, il tutto mentre l'autobus era regolarmente in servizio. Il mezzo non era nemmeno dei più vecchi in circolazione, ma gli accertamenti successivi hanno appurato che durante la marcia del veicolo era stata lasciata attiva la pinza del freno posteriore. Proprio questa avrebbe provocato il surriscaldamento che ha fatto scoppiare lo pneumatico a otto atmosfere.
Il secondo episodio, anche questo per fortuna senza feriti, si è verificato ieri pomeriggio attorno alle 16 in via Newton, dove un altro mezzo piuttosto datato è stato avvolto dal fumo. I due passeggeri presenti a bordo sono stati fatti scendere e l'autista ha chiamato i Vigili del Fuoco, dal momento che non riusciva a spegnere il motore. Dopo aver "domato" il principio di incendio, il mezzo è stato portato in officina.
La Guardia di Finanza ha arrestato una coppia che cambiava moneta contraffatta acquistando merce in centro. Il fenomeno riguarda soprattutto banconote da 20 e 50 euro. I consigli su come riconoscere i soldi imitati…
Parma, 19 aprile 2016
Sono stati bloccati giusto in tempo, poco prima di darsi alla fuga dopo aver cambiato cartamoneta falsa in un negozio di alimentari nei pressi di via Farini.
La Guardia di Finanza di Parma ha tratto in arresto due persone, con l’accusa di spendita di banconote false.
L’intervento è scaturito dalla segnalazione, al 117,da parte del titolare di un esercizio commerciale cittadino, il quale riferiva di avere appena ricevuto da un uomo e una donna una banconota da cento euro sospetta, data per pagare generi alimentari per un importo di 25 euro.
La pattuglia della Compagnia Guardia di Finanza di Parma, è intervenuta subito nei pressi di via Farini, dopo aver riscontrato l’effettiva contraffazione della banconota, è riuscita immediatamente ad individuare e a bloccare i due responsabili, peraltro sorpresi ancora in possesso del “resto” di 75 euro, ricevuto a fronte del pagamento.
I finanzieri di via Torelli hanno arrestato i due complici, entrambi italiani, M.A. di 32 anni e E.A, di 34 anni, entrambi residenti in città e gravati da numerosi specifici precedenti di polizia. I due sono stati messi agli arresti domiciliari, a disposizione della Procura della Repubblica di Parma.
Il fenomeno illecito in argomento ha assunto proporzioni sempre maggiori, tanto che per i cittadini il rischio di entrare in possesso di valuta falsa è tutt’altro che trascurabile.
La banconota da 20 euro risulta attualmente la più contraffatta, seguita da quella da 50 Euro: i falsi di questi due tagli costituiscono complessivamente il 78 per cento del totale.
Per riconoscere immediatamente la genuinità delle banconote euro, la Guardia di Finanza consiglia, in primo luogo, di verificare i molteplici elementi di sicurezza di cui le stesse sono dotate, confrontandole con altre di pari valore e sicuramente autentiche.
La stampa calcografica (particolare tipo di stampa a rilievo) è presente in diverse aree delle banconote genuine ed è facilmente percepibile al tatto grazie al suo caratteristico effetto di rilievo.
Tenendo la banconota controluce è possibile vedere il registro recto-verso, la filigrana ed il filo di sicurezza microscritto.
Sul fronte (recto) della banconota di piccolo taglio è presente una striscia olografica. Muovendo la banconota è possibile osservare alternativamente il simbolo dell'euro (€) in colori brillanti o il valore nominale (5, 10, 20). Sul retro (verso) della banconota è presente una striscia iridescente. Muovendo il biglietto, la striscia brilla per effetto della luce.
Sul fronte (recto) della banconota di taglio da 50 e 100 Euro è presente una placchetta olografica. Muovendo la banconota è possibile osservare alternativamente le cifre indicanti il valore nominale (50 o 100), il motivo architettonico riprodotto sul biglietto o il simbolo dell'euro (€). Sul retro (verso) della banconota è stato utilizzato un inchiostro otticamente variabile per le cifre indicanti il valore nominale.
In caso di dubbi sulla legittimità di una banconota di cui si è venuti in possesso, è comunque opportuno - per evitare di incorrere in responsabilità anche di natura penale - sottoporla all’esame degli addetti agli sportelli delle banche, degli uffici postali o delle filiali della Banca d’Italia. AK