Le funzioni sono svolte da oggi e verranno ratificate nel corso dell'Assemblea dei Soci nei primi mesi del 2015.
Milanofiori, 16 dicembre 2014 - Giunta e Consiglio Direttivo di Assica, del 15 dicembre, hanno designato Nicola Levoni, Presidente di Levoni Spa, nuovo Presidente dell'Associazione. Le funzioni sono svolte da oggi e verranno ratificate nel corso dell'Assemblea dei Soci nei primi mesi del 2015. Lisa Ferrarini ha infatti rassegnato le proprie dimissioni da Presidente Assica in ottemperanza alle regole di Confindustria sulle incompatibilità tra la Vicepresidenza nazionale e le cariche nel sistema confederale.
"Ringrazio Lisa Ferrarini per il lavoro svolto e per l'impegno profuso per il settore in questi quattro anni e i membri di Giunta e Consiglio per la mia designazione" ha dichiarato Nicola Levoni. "È un momento chiave per il nostro comparto. Nel 2015 ci aspettano sfide importanti come l'Expo e il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro. A questo si aggiunge tutto quello che dovremo fare insieme per crescere, creare reddito e occupazione: aprire i mercati internazionali ai salumi e alle carni fresche, sostenere i consumi in Italia, recuperare redditività e affrontare le sfide delle nuove legislazioni nazionali ed europee, a partire dalla grande rivoluzione dell'etichettatura. Sono grandi temi che Assica affronterà con le Istituzioni nazionali e comunitarie, dialogando con tutti gli anelli della filiera e i Consorzi di tutela: perché oggi il comparto cresce se lavora unito."
Nicola Levoni ha già una vasta esperienza nel mondo consortile e associativo maturata come Vicepresidente dell'Associazione (dal 2013), Presidente dell'Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (dal 2006 al 2012), Presidente di ISIT-Istituto Salumi Italiani Tutelati (dal 2012), Vicepresidente del Consorzio Salame Cacciatore e membro del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo del Consorzio del Prosciutto di San Daniele.
ASSICA - Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi
ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l'organizzazione nazionale di categoria che, nell'ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l'attività di ASSICA copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l'informazione e il servizio di assistenza ai 160 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASSICA si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.
(fonte ASSICA)
Mastri pasticceri e pittori impressionisti.
Verona, 18 dicembre 2014 - Il panettone fa parte della tradizione dolciaria natalizia italiana, ma è molto apprezzato anche all'estero tanto che le sue esportazioni sono in crescita da diversi anni, con un +14% solo nel 2013 e un volume di affari di 500 milioni di euro all'anno.
Una storia di artigianalità e inventiva, in cui la leggenda si mescola alla realtà. Un pane dolce, arricchito di lievito, miele, uva secca e zucca, sembra esistesse già dal 1200 a Milano. A molti piace però di più la storia romantica che risale al 1400, con protagonisti Ughetto, figlio del condottiero Giacometto degli Atellani, che si innamorò della bella Adalgisa. Per star vicino alla sua amata egli s'improvvisò pasticcere insieme con il padre di lei, tal Toni, creando un pane ricco con burro, uova, zucchero, cedro, aranci canditi e uva passa. Una storia d'amore coronata dal lieto fine e che lanciò il consumo del Pan de Toni, da cui panettone. E il panettone che conosciamo oggi? È stato Angelo Motta a dargli il nome e la forma caratteristica a cupolone, agli inizi del 1900.
Attualmente, però, sempre più giovani preferiscono il pandoro, altro tipico dolce natalizio con una lunga storia e che ha origine veneta. Secondo la leggenda il pan de oro nasce durante la Repubblica Veneziana, dove uno sconosciuto pasticcere offrì alla corte dei Dogi un dolce ricoperto con sottili foglie di oro zecchino. C'è però anche una data di nascita del pandoro, così come lo conosciamo oggi. È il 14 ottobre 1884, data di deposito del brevetto di Domenico Melegatti che sancì così la nascita del dolce dall'impasto morbido e dal caratteristico stampo di cottura con forma di stella troncoconica a otto punte, opera dell'artista Dall'Oca Bianca, pittore impressionista.
Oggi la storia del panettone e del pandoro continua, grazie all'inventiva di nuovi artigiani del gusto che contaminano questi dolci con sapori e gusti inconsueti. La novità dell'anno? Il panettone gastronomico con il gelato salato, condito con salumi e verdure.
Sol & Agrifood dal 22 al 25 marzo 2015 - Salone internazionale dell'agroalimentare di qualità.
(Sol & Agrifood Verona, 18/12/2014)
Un programma facilita l'identificazione degli allergeni contenuti nei piatti preparati prodotto da FIPE e posto a disposizione degli aderenti attraverso gli uffici territoriali.
di LGC Parma, 16 dicembre 2014 -
Le allergie alimentari, risposte immunitarie alle proteine presenti nei cibi e che il corpo ritiene erroneamente dannose, costituiscono un importante problema di salute di sempre maggiore rilevanza. I sintomi possono includere, per esempio, il rigonfiamento di labbra, lingua e palpebre, prurito, asma, stordimento, nausea, gastroenterite, orticaria e dermatite e, nel caso peggiore, si può arrivare a shock anafilattico e successiva morte.
Un problema in crescente aumento seppure la percezione sia notevolmente superiore alla realtà. Il 25% della popolazione ritiene di avere sensibilità a qualche prodotto alimentare mentre al contrario solo il 5-8% dei bambini e il 2-3% degli adulti soffre di questi disturbi alimentari.
Per difendere i consumatori è diventato obbligatorio, dallo scorso 13 dicembre, dichiarare in modo ben visibile gli elementi costituenti gli alimenti somministrati nei ristoranti, nei bar e nelle mense.
Al momento attuale, fa sapere la FIPE (Federazone Italiana Pubblici Esercizi), però, mancano ancora due provvedimenti di natura legislativa e una circolare interpretativa che possano fare chiarezza completa sull'argomento e precisare adempimenti e sanzioni.
Per venire incontro alle denunciate difficoltà dei ristoratori, Fipe-Confcommercio ha realizzato un software e lo ha messo a loro disposizione per il tramite delle associazioni territoriali.
Tale programma facilita l'identificazione degli allergeni contenuti nei piatti preparati. Poiché fra le indicazioni che il nostro Governo non ha ancora fornito rientra anche la modalità esatta di comunicazione al cliente sugli allergeni presenti, al momento è previsto che l'elenco degli allergeni debba essere realizzato comunque in forma scritta.
In base a un sondaggio realizzato dal centro studi Fipe, risulta che la modalità più adeguata per informare il cliente per il 36% dei ristoratori è la comunicazione a voce. Il 23,7% ritiene più opportuno inserire una nota all'interno del menu, mentre il 12% del campione preferirebbe che fosse il cliente a comunicare le allergie o le intolleranze alimentari; un altro 12% ritiene più opportuno predisporre un documento specifico, cioè una sorta di libro degli allergeni.
Sta di fatto che, a giudizio di Fipe, occorrerebbe lasciare all'esercente la scelta di come comunicare alla propria clientela gli allergeni presenti nel menu.
Assolatte: definite le procedure per le nuove imprese lattiero-casearie italiane che vogliono vendere in Cina.
Milano, 16 dicembre – Un risultato importante, raggiunto grazie alla collaborazione tra Assolatte, Ministero della Salute e autorità cinesi. Un segnale del dinamismo del settore lattiero-caseario italiano che reagisce all'embargo della Russia continuando a cercare nuovi mercati di sbocco.
Ci sono voluti quattro mesi di trattative e di confronti con le autorità sanitarie cinesi per raggiungere l'obiettivo: definire la procedura per inserire nuovi stabilimenti nella lista dei siti produttivi "autorizzati" a esportare i loro prodotti lattiero-caseari sul mercato cinese.
Infatti, dal maggio 2014 in Cina vengono ammessi solo i prodotti alimentari d'importazione provenienti dagli stabilimenti che hanno ottenuto la registrazione presso le autorità sanitarie locali, perché in possesso dei requisiti richiesti dall'Agenzia cinese per la Sicurezza Alimentare (Aqsiq).
Un lavoro lungo e complicato, condotto da Assolatte insieme al Ministero della Salute, che, dopo visite ispettive, missioni ufficiali e incontri tecnici di approfondimento, ha infine sortito il risultato tanto atteso dalle aziende: fornire alle imprese lattiero-casearie italiane gli strumenti per accreditarsi come fornitori del promettente mercato cinese e allungare, così, l'elenco dei 120 impianti finora autorizzati a vendere in Cina.
(Fonte Agenparl 16 dic 2014)
Ricambio generazionale in agricoltura presentato dalla presidenza italiana e approvato in Consiglio UE. Martina: credito, terre e formazione per sostenere lavoro under 35.
Roma 15 dicembre 2014)
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che in sede di Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura e della Pesca dell'Ue, in corso a Bruxelles, è stato sostenuto dalla maggioranza degli Stati membri il documento a sostegno del ricambio generazionale in agricoltura che è stato presentato dalla Presidenza italiana. L'Italia, in tema agricoltura, ha caratterizzato il semestre Europeo innanzitutto per il lavoro sul dossier giovani. Il ricambio generazionale è fondamentale non solo per l'Italia ma per tutta l'Europa, dove i lavoratori under 35 del settore sono in media il 7,5%. Il testo, che ha ricevuto il via libera dal Consiglio, rappresenta una sintesi fondamentale del lavoro fatto su questo fronte.
Questi i tre punti cardine del documento:
1) Concessione di crediti dedicati da parte della BEI (Banca Europea degli Investimenti)
È previsto il coinvolgimento della Banca europea per gli investimenti (BEI) per fornire un sostegno economico ai giovani agricoltori che intendono accedere ai finanziamenti. La BEI può intervenire attraverso una Garanzia bancaria europea e con prestiti favorevoli agevolando i giovani agricoltori che intendano avviare un'attività nel settore agricolo. Il requisito richiesto ai giovani agricoltori è dimostrare di avere una qualifica o competenze di formazione professionale e presentare un "business plan" strutturato dell'investimento proposto. L'intervento della BEI potrà essere così complementare agli strumenti nazionali esistenti. Parallelamente bisogna facilitare l'attuazione delle misure per gli under 40 contenute nella PAC 2014-2020.
2) Misure per l'accesso alla terra
Il documento ritiene necessario prevedere strumenti che favoriscano l'acquisto di terreni agricoli da parte di giovani.
3) Istituzione di un'"erasmus" per i giovani agricoltori europei
Su proposta della Presidenza italiana si chiede l'istituzione di un "Erasmus" per i giovani agricoltori. L'obiettivo è quello di facilitare lo scambio di informazioni e di esperienze professionali tra le diverse realtà agricole europee. Il supporto sarebbe garantito dalle reti rurali nazionali e dalla rete rurale europea.
"Sono molto soddisfatto - ha commentato il Ministro Martina - che la nostra proposta abbia trovato il sostegno della maggioranza del Consiglio. Si tratta di misure fondamentali che puntano su tre assi: terra, credito e formazione. Vogliamo sostenere il lavoro dei giovani agricoltori e dare un futuro all'agricoltura europea. Nell'area dei 28 Paesi Ue, secondo i dati dello scorso Maggio, circa 5 milioni di giovani non hanno un lavoro. L'ultimo censimento europeo in agricoltura del 2010 ci segnala inoltre che la percentuale di agricoltori under 35 era del 7,5%, a fronte di un 30% di over 65. Bisogna invertire la rotta. A livello nazionale ci siamo già mossi e abbiamo messo in campo diverse misure contenute in un Piano giovani in 10 azioni, che vanno dalla concessione di mutui a tasso zero, alle detrazioni per l'affitto di terreni agricoli, agli sgravi fiscali di 1/3 della retribuzione lorda per la stabilizzazione di giovani under 35, alle deduzioni Irap al 50% per le assunzioni di giovani nelle regioni del Mezzogiorno, fino ai crediti di imposta per investire nell'innovazione, nelle reti di impresa e nell'e-commerce".
Ufficio Stampa Mipaaf
Crollo più che sensibile per il latte spot e i derivati del latte. Il Burro CEE, ad esempio, cede il -3,51%. Stabili il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano.
Di Virgilio, Parma 17 dicembre 2014
LATTE SPOT Sciolto come neve al sole. Il Latte Spot nazionale cede il 4% e l'8,33% quello di provenienza estera. Nello specifico i listini di Verona hanno registrato 36,60€/100 come valore minimo e un massimo di 37,63€/100 litri per il Latte crudo spot nazionale mentre è compresa tra 33,51 e 34,54€/100 litri di latte la forbice di prezzo per il latte intero pastorizzato di provenienza estera (Germania e Austria).
Un segnale ben poco incoraggiante per il settore lattiero caseario che ha vissuto un 2014 di sofferenze piuttosto che soddisfazioni.
BURRO E PANNA Come era prevedibile l'ondata ribassista del "Latte spot" ha investito anche i derivati facendo crollare il "Burro" di 10 centesimi per tutte le tipologie contrattate alla borsa milanese con percentuali di perdita che vanno dal 3,28% al 5,26%. Stessa sorte, ma con minore intensità, è toccata alle creme e panne a uso alimentare. Alla borsa milanese la perdita del 2,41% ha fatto tornare il prezzo della crema di latte a uso alimentare a 1,62€/kg annullando le due risalite registrate negli ultimi due mesi. Altrettanto dicasi per la panna di centrifuga a uso alimentare contrattata a Verona che con una perdita del 2,99% riconsegna il prezzo al valore del 27 ottobre scorso (1,60 - 1,65€/kg).
GRANA PADANO Nessuna variazione registrata per il Grana Padano quotato a Mantova. Confermati i listini precedenti sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. Altrettanto vale per la più importante borsa milanese la cui ultima variazione negativa fu registrata lo scorso 27 ottobre. Nello specifico i rilevamenti settimanali hanno registrato la forbice compresa tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,00 e 7,65€/kg. per quanto riguarda il prodotto di 15 mesi d'invecchiamento.
PARMIGIANO REGGIANO Quarta settimana di "tranquillità" per il Parmigiano Reggiano e nessuna variazione registrata alla Borsa di riferimento comprensoriale di Parma. 7,25 - 7,65€/kg. e 8,65 - 9,0€/kg i prezzi del 12 e del 24 mesi rispettivamente registrati a Parma. A Milano, nella settimana in corso, sono stati confermati i listini della precedente ottava sia per il 12 sia per il 24 mesi di stagionatura.
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 50 14 dicembre 14
1.1 editoriale Rating sotto le suole e svendite in corso
2.1 cibo e intolleranza Nuova norma per l'etichettatura nei ristoranti
4.1 Lattiero caseario Lattiero caseario. All'insegna della stabilità
5.1 consumi Natale, acquisti nei mercatini.
5.2 Eataly hamburgheria L'hamburgheria di eataly incontra la Granda a Parma
6.1 distribuzione moderna Nasce CODIM - Consorzio Distribuzione Moderna
6.2 export Vino, il carignano del Sulcis negli USA al fianco di AIE
7.1 olio di oliva Olio di Oliva, sempre più in alto.
7.2 sisma Sisma imprese agricole. Al 28 febbraio il termine per i contributi
7.3 latte e marketing Il latte, nuova frontiera per Coca-Cola
8.1 cereali Barilla compra italiano.
Dal 13 dicembre in vigore le nuove norme per i ristoratori.
di Virgilio Parma 11 dicembre 2014 -
Sono all'incirca 2,5 milioni gli italiani che soffrono, in modo più o meno grave, di intolleranza alimentare. Anche il nostro Paese si sta adeguando alle normative comunitarie che garantiscono i diritti di questa speciale categoria, in costante crescita, e per la quale alcuni ingredienti potrebbero rivelarsi "velenosi".
La nuova direttiva europea che obbliga i ristoratori a dichiarare gli ingredienti contenuti nei piatti, ha prodotto un ampio dibattito e qualche preoccupazione, a volte ingiustificata, tra gli addetti ai lavori.
Fatto sta che dal prossimo 13 dicembre entra in vigore il nuovo regolamento sull'etichettatura dei prodotti alimentari.
Sarà quindi operativo anche in Italia il Regolamento (UE) n 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori che si pone l'obiettivo di salvaguardare la salute ed il benessere dei consumatori tramite la esposizione obbligatoria delle informazioni sugli alimenti.
"In seguito all'introduzione della normativa tutti i produttori alimentari - informa Ristoranet - (quindi chi possiede un bar, un ristorante, una pasticceria un servizio di catering..) dovranno rivedere e ristampare tutte le informazioni sui prodotti alimentari entro la fine del 2014 includendone altre finora non obbligatorie. Le informazioni inoltre dovranno essere ben leggibili e quindi inserite in posti in cui attirano l'attenzione ed essere scritte con caratteri tipografici non inferiori a 1,2 mm.
Le novità non riguardano solo le etichette dei prodotti da supermercato, ma anche gli stessi prodotti presenti nei menù. Ciascun piatto dovrà quindi essere correlato di una meticolosa descrizione degli ingredienti e della presenza di nutrienti fonte di allergie come latte, glutine, uova, arachidi, semi di sesamo, soia, frutta a guscio, sedano, senape, anidride solforosa, lupini, molluschi, pesce e crostacei che rappresentano le allergie più diffuse."
Elenco delle indicazioni obbligatorie
1. Conformemente agli articoli da 10 a 35 e fatte salve le eccezioni previste nel presente capo, sono obbligatorie le seguenti indicazioni:
a) la denominazione dell'alimento;
b) l'elenco degli ingredienti;
c) qualsiasi ingrediente o coadiuvante tecnologico elencato nell'allegato II o derivato da una sostanza o un prodotto elencato in detto allegato che provochi allergie o intolleranze usato nella fabbricazione o nella preparazione di un alimento e ancora presente nel prodotto finito, anche se in forma alterata;
d) la quantità di taluni ingredienti o categorie di ingredienti;
e) la quantità netta dell'alimento;
f) il termine minimo di conservazione o la data di scadenza;
g) le condizioni particolari di conservazione e/o le condizioni d'impiego;
h) il nome o la ragione sociale e l'indirizzo dell'operatore del settore alimentare di cui all'articolo 8, paragrafo 1;
i) il paese d'origine o il luogo di provenienza ove previsto all'articolo 26;
j) le istruzioni per l'uso, per i casi in cui la loro omissione renderebbe difficile un uso adeguato dell'alimento;
k) per le bevande che contengono più di 1,2 % di alcol in volume, il titolo alcolometrico volumico effettivo;
l) una dichiarazione nutrizionale.
2. Le indicazioni di cui al paragrafo 1 sono espresse mediante parole e numeri. Fatto salvo l'articolo 35, esse possono in aggiunta essere espresse attraverso pittogrammi o simboli.
3. Se la Commissione adotta atti delegati e di esecuzione di cui al presente articolo, segnatamente quelli di cui al paragrafo 1, esse possono essere in alternativa espresse attraverso pittogrammi o simboli invece che parole e numeri.
Al fine di assicurare che il consumatore benefici di mezzi di presentazione delle informazioni obbligatorie sui prodotti alimentari diversi da parole e numeri, e purché sia assicurato lo stesso livello di informazione garantito da parole e numeri, tenendo conto della prova di una comprensione uniforme da parte dei consumatori, la Commissione può stabilire, mediante atti delegati a norma dell'articolo 51, i criteri cui è subordinata l'espressione di uno o più determinati dati specifici attraverso pittogrammi o simboli invece che parole o numeri.
4. Per assicurare l'attuazione uniforme del paragrafo 3 del presente articolo, la Commissione può adottare atti di esecuzione sulle modalità di applicazione dei criteri definiti a norma del paragrafo 3 per esprimere uno o più determinati dati specifici attraverso pittogrammi e simboli invece che parole o numeri. Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 48, paragrafo 2.
(In allegato la normativa completa)
Coldiretti, quasi dodici milioni di italiani acquisteranno regali di Natale per se stessi e per gli altri nei tradizionali mercatini.
Roma - E' quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che la mancanza di neve in montagna ha cambiato le destinazioni a favore anche di brevi momenti di svago nei mercatini, dalla fiera degli Oh bej oh bej a Milano al Trentino fino a quelli degli agricoltori di Campagna Amica. Una opportunità che - sottolinea la Coldiretti - unisce il relax con la possibilità di fare acquisti con curiosità e novità ad originalità garantita per sfuggire alle solite offerte standardizzate, senza spendere eccessivamente.
Gli italiani infatti destineranno un budget complessivo per regali di circa duecento euro a famiglia, il 20 per cento in meno della media europea che è pari a 252 euro secondo elaborazioni Coldiretti su dati Deloitte. Con le difficoltà economiche - continua la Coldiretti - si preferisce però tagliare sul costo del singolo regalo piuttosto che ridurre il numero dei beneficiari e cosi si riduce la spesa media per ogni dono. Ma la crisi . precisa la Coldiretti - spinge anche verso regali utili e all'interno della famiglia, tra i parenti e gli amici si preferisce scegliere oggetti o servizi a cui non è stato possibile accedere durante l'anno. Il 92% degli italiani ridurrà comunque gli acquisti per la decorazione, il 91% le spese per i prodotti di abbigliamento e l'88% per le attività di divertimento ma resistono invece - continua la Coldiretti - le spese nel settore alimentare per i tradizionali pranzi e cene natalizi. La maggioranza degli italiani - precisa la Coldiretti - spenderà il proprio budget di Natale preferendo acquistare prodotti Made in Italy anche per aiutare l'economia nazionale o garantire maggiori opportunità di lavoro in una difficile momento di difficoltà che sta portando alla chiusura di molte imprese e alla perdita di occupazione. Questa tendenza - conclude la Coldiretti - si riscontra anche nella scelta delle destinazioni turistiche per il ponte dell'Immacolata durante il quale saranno almeno 120mila gli italiani che sceglieranno l'agriturismo.
Fonte Coldiretti 11 dicembre 2014
Ballotta (Business Strategies): "States mercato importante e con ampi margini di crescita, ma da affrontare con azioni mirate"
Cagliari, 5 dicembre 2014. Destinazione big spender USA per il Carignano del Sulcis che l'8 e il 10 dicembre vola a Boston e Chicago per una nuova tappa del progetto di promozione 'Carignano in the World' al fianco di AIE (Associazione Italiana Export). Due gli appuntamenti riservati a giornalisti, blogger, distributori e opinion leader americani del settore per scoprire, attraverso un percorso guidato di abbinamenti cibo-vino, i 5 prodotti di punta del Consorzio. Si parte lunedì 8 dicembre dalla Boston Symphony Hall con gli abbinamenti presentati dall'editor di The Tasting Panel Magazine e SOMMjournal, David Ransom, per proseguire mercoledì 10 dicembre all'Eataly's Baffo Restaurant con il lunch guidato dal wine writer Tom Hyland. Tra gli invitati anche le giornaliste Mary Ross (Chicago Herald e Wine Columnist) e Becky-Sue Epstein (Intermezzo Magazine e Palate Press). Obiettivo dell'iniziativa – che si inserisce nel progetto di promozione triennale del Consorzio formato dalle cantine Mesa, Calasetta, Santadi, Agripunica e Sardus Pater – è rafforzare la presenza sul mercato statunitense di un prodotto di nicchia (1,6 mln di bottiglie prodotte, pari allo 0,02% della produzione italiana) ma anche di forte identità territoriale e in grande ascesa in termini di riconoscimenti negli ultimi anni.
Per Silvana Ballotta, Ceo di Business Strategies, azienda leader che cura l'internazionalizzazione di oltre 400 imprese del made in Italy del vino e sostiene i partner di AIE: "Gli Usa sono il primo mercato di riferimento per il nostro Paese, che detiene la leadership con un export da 1 miliardo di euro per circa 3 milioni di ettolitri. Una piazza importante che offre ancora ampi margini di crescita se affrontata con azioni efficaci come degustazioni guidate, incontri con operatori e opinion leader, manifestazioni dedicate al consumatore finale".
Ad oggi il Consorzio Carignano del Sulcis – attraverso il piano triennale da 2 mln di euro 'Carignano in the World' - ha realizzato più di 20 eventi rivolti ai mercati di Cina, Stati Uniti, Giappone e Russia, con un investimento di oltre 1 milione di euro nei primi due anni di promozione. Il vino tipico della zona sud-occidentale della Sardegna, prodotto da antiche vigne che raggiungono anche 150 anni di età, fattura attualmente 9 milioni di euro di cui il 30% all'estero.