L'Emilia Romagna tra le regioni che trainano la ripresa. A Bologna studiosi a confronto sulle ricerche condotte dall'Associazione RegiosS, dai ricercatori della Banca d'Italia e dall'Ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit. -
Bologna, 22 aprile 2015 -
La ripresa è timida, ma c'è. E l'Emilia Romagna si conferma tra le regioni più "virtuose" per quanto fatto e in termini prospettici. Proprio il ragionamento sui punti di forza capaci di stimolare lo sviluppo territoriale è uno dei temi affrontati nel corso della VII edizione del Workshop "Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali", quest'anno focalizzato sul tema "Le leve dello sviluppo territoriale in Italia: analisi e prospettive".
L'incontro - realizzato grazie alla sinergia tra l'Associazione RegiosS e UniCredit, in collaborazione con la Banca d'Italia - si svolge come di consueto nel Salone dei Carracci di Palazzo Magnani con l'obiettivo di stimolare la discussione sullo sviluppo delle regioni italiane, individuando i fattori chiave di crescita, gli elementi di criticità e gli ambiti di miglioramento delle economie territoriali, attraverso la presentazione delle analisi svolte dall'Associazione RegiosS (fondata da ricercatori e studiosi di economie regionali appartenenti a diversi Atenei e istituzioni di ricerca), dall'Ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit e dalla Banca d'Italia - sede di Bologna.
Patrocinato dal Dipartimento di Scienze Statistiche dell'Università degli Studi di Bologna, il workshop è aperto da Luca Lorenzi, Deputy Regional Manager Centro Nord UniCredit, e prosegue con la presentazione dei contributi di ricerca sulle economie territoriali da parte di Cristina Brasili, Presidente Associazione RegiosS e Docente dell'Università di Bologna, sul tema "La spesa in ricerca e sviluppo e l'economia sommersa nella stima del Pil (Sec 2010): un nuovo indicatore di attività economica". Riccardo Masoero, Responsabile Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit, interviene quindi sul tema della competitività delle regioni italiane in chiave prospettica, grazie anche ai dati messi a disposizione da un nuovo modello di analisi. Marcello Pagnini, economista della Banca d'Italia, sede di Bologna, infine, illustra i risultati della ricerca condotta su "Città e distretti di fronte alla crisi".
A seguire, Fabrizio Binacchi, Direttore regionale Rai Emilia Romagna, modera la tavola rotonda sul tema: "Le leve dello sviluppo territoriale in Italia: analisi e prospettive", cui partecipano Francesco Trimarchi - Direttore Banca d'Italia sede di Bologna; Stefano Giorgini, Regional Manager Centro Nord di UniCredit; Sonia Bonfiglioli - Presidente e C.E.O. Bonfiglioli Riduttori S.p.A.; Gianpiero Torrisi - Università di Portsmouth, Senior Lecturer in Economics; Sergio de Nardis - Capo Economista di Nomisma; Morena Diazzi - Direttore Generale Attività Produttive, Comm. e Turismo, Regione Emilia-Romagna.
Le ricerche in sintesi:
La ricerca dell'Ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit, prendendo le mosse dall'analisi presentata lo scorso anno che approfondiva le dinamiche della crisi economica in corso, proietta ora l'attenzione verso lo scenario di uscita dalla recessione da tutti auspicato. Un'elaborazione prospettica resa possibile anche grazie ai dati messi a disposizione da un nuovo modello di analisi messo a punto dall'Ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit. In particolare, partendo dalle previsioni per i microsettori individuati a livello regionale, lo studio esamina la dinamica attesa per le singole regioni fino al 2016. L'analisi individua alcuni indicatori economici chiave per identificare quali siano le aree più reattive ed i settori che dovrebbero condurre il Paese fuori dalla recessione. L'Emilia Romagna rientra nel gruppo delle regioni trainanti, per cui le previsioni sono più positive, con fatturati che crescono sopra la media nazionale già negli anni 2013-2015 (+1% in media in ciascun anno rispetto a un più modesto +0,4% per l'Italia) ed un'accelerazione stimata per il 2016 (+3%). Anche in termini di redditività la regione è in progressione, con un margine operativo che passa da un valore medio del 6,6% nel primo periodo ad un'attesa del 6,9% l'anno venturo. Le imprese della regione, inoltre, paiono avviate su un percorso di maggiore sostenibilità del debito, con un miglioramento nel 2016. Un balzo in avanti è previsto anche per gli investimenti, un fattore chiave per rafforzare la ripresa. In particolare, dal dato medio lievemente negativo del periodo 2013-2015 (-0,5%) si dovrebbe passare l'anno prossimo ad un +3,6% per gli investimenti fissi lordi, che sommano le risorse provenienti sia dal settore privato e che da quello pubblico. La crescita stimata della regione beneficerà dei risultati significativi di alcuni dei principali settori manifatturieri di specializzazione, tra i quali la meccanica, l'automotive, le piastrelle, l'industria alimentare, ma anche, più debolmente, i prodotti in plastica e l'abbigliamento.
Nel contributo di RegiosS "La spesa in ricerca e sviluppo e l'economia sommersa nella stima del Pil (Sec 2010): un nuovo indicatore di attività economica", vengono analizzate le principali novità introdotte dal nuovo Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (Sec 2010) che sostituisce il precedente Sec 95. Tra le novità più rilevanti introdotte dal Sec 2010 vi sono: la capitalizzazione delle spese in ricerca e sviluppo e la riclassificazione da consumi intermedi ad investimenti della spesa per armamenti sostenuta dalle Amministrazioni pubbliche. L'adozione del Sec 2010 non comporta solo modifiche metodologiche della revisione della contabilità ma, con l'introduzione della stima dell'economia illegale all'interno del Pil, sottintende una rivoluzione nel modo di intendere la ricchezza del Paese.
L'obiettivo di questo lavoro, nonostante la disponibilità limitata di dati, è quello di valutare le modifiche introdotte dal Sec 2010 che hanno avuto un maggiore impatto sul Pil, implicando una sua rivalutazione. I cambiamenti più rilevanti verranno analizzati sia a livello nazionale che regionale mediante un confronto tra le stime basate sul Sec 2010 e sul Sec 95 per rilevanti aggregati macroeconomici quali la spesa in R&S e il numero di lavoratori non regolari, che vanno a contribuire alla nuova stima del Pil. In base al nuovo sistema di contabilità il Prodotto interno lordo per l'Italia per il 2011, anno di benchmark, ammonta a 1.638,9 miliardi di euro (prezzi correnti), con una rivalutazione di 58,9 miliardi (+3,7%) rispetto alle stime del Sec 95. Per l'Emilia-Romagna, sempre nel 2011, la rivalutazione rispetto alle stime precedenti è stata di 2,68 miliardi di euro (+1,9%). L'incidenza della spesa totale in ricerca e sviluppo in Italia, pari a 19.738,3 milioni di euro, nel 2014 è stata del 1,22% del Pil. In Emilia-Romagna la spesa in ricerca e sviluppo nel 2012, ultimo dato disponibile, ammonta a 2.290,3 milioni di euro con un incidenza sul Pil del 1,6%.
Nel 2012 i lavoratori non regolari, in Italia, in base alle nuove stime del Sec 2010 ammontavano a 3.110,4 migliaia, è il settore dei servizi a comprendere la maggior parte del lavoro non regolare (76%), seguito dagli altri 3 settori che si dividono il restante 24% in modo più o meno equivalente. Per quanto riguarda l'Emilia-Romagna gli irregolari nel 2012 sono 184,5 migliaia, e la quota dei servizi risulta pari all' 80%.
Dall'analisi emerge la limitata incidenza degli investimenti in ricerca e sviluppo totali delle regioni italiane, a volte decrescenti negli anni della crisi. L'incremento del Pil, dovuto all'adozione del Sec 2010, è difficilmente attribuibile alle attività di R&S. Anche se la strada privilegiata per far crescere il Pil sarebbe proprio quella di investire in ricerca e sviluppo.
Nel documento, inoltre, viene stimato un indicatore di attività economica nazionale in base alle nuove serie storiche dei conti economici espresse in Sec 2010. Esso rappresenta un utile strumento per i policy-maker per conoscere ed individuare i potenziali effetti delle politiche di crescita e di sviluppo, approssima i tassi di variazione tendenziale del Pil a frequenza mensile tentando di colmare le carenze informative nei dati e il ritardo con cui vengono forniti. Inoltre è costruito in modo da garantire, non appena saranno disponibili i dati a livello territoriale, il confronto tra il ciclo nazionale e il ciclo delle diverse regioni italiane. Il nuovo indicatore nazionale, calcolato utilizzando il Pil espresso in base Sec 2010, segue il medesimo andamento di quello calcolato utilizzando i dati espressi in Sec 95 e gli scostamenti tra le due serie sono molto limitati. Le innovazioni introdotte dal nuovo Sec non producono variazioni importanti riguardo i tassi di crescita del Pil, a livello nazionale, cambia, invece sostanzialmente il livello del Pil. Ci aspettiamo, quindi, che i contributi delle regioni a queste variazioni siano molto differenziati e gli unici dati disponibili per il confronto lo confermano.
In alcuni lavori tra l'altro presentati nel corso delle precedenti edizioni di questo workshop – ha detto Marcello Pagnini economista della Banca d'Italia, sede di Bologna - si è mostrato come per un campione di circa 40.000 imprese manifatturiere italiane osservate nel periodo 1995-2012 la produttività totale dei fattori in Italia rispettasse una chiara gerarchia: le imprese localizzate nelle aree urbane presentavano un vantaggio di produttività totale dei fattori tra l'8 e il 10% rispetto a quelle di aree ove non vi è un'elevata concentrazione di attività economica. Anche le imprese nei distretti industriali mostravano vantaggi di produttività rispetto a queste ultime ma di un ordine di grandezza inferiore. In più, a fronte di una certa stabilità dei vantaggi di produttività nelle città, quelli delle aree distrettuali si sarebbero indeboliti. Un simile trend sarebbe proseguito negli anni della crisi. Nella ricerca presentata nel corso di questa VII edizione del Workshop RegiosS si torna ad analizzare questi dati dal punto di vista dei cosiddetti effetti di 'misallocation'. La produttività totale dei fattori a livello aggregato può infatti dipendere dagli sforzi individuali dell'impresa (investimenti in ricerca e sviluppo etc), dalle esternalità di rete (distrettuali o urbane) o dal fatto che esistono meccanismi che generano distorsioni che possono indurre le imprese più (meno) efficienti a produrre meno (di più) rispetto a quanto sarebbe ottimale. Dal lavoro emerge tuttavia che la presenza di effetti di misallocation nei distretti non sarebbe alla base della loro insufficiente performance in termini di produttività. Risulterebbe quindi confermata l'ipotesi avanzata dai lavori precedenti che la non soddisfacente performance dei distretti sia dovuta al fatto che le esternalità di rete generate al loro interno siano state meno efficaci nell'adattarsi alle dinamiche della globalizzazione e della recente crisi economico-finanziaria.
(Fonte: ufficio stampa Unicredit)
VII edizione del Workshop Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali. Le leve dello sviluppo territoriale in Italia: analisi e prospettive. -
Parma, 21 aprile 2015 -
22 aprile 2015, ore 15
Salone dei Carracci di Palazzo Magnani
UniCredit, Via Zamboni 20
BOLOGNA
A Bologna studiosi a confronto sulle ricerche condotte dall'Associazione RegiosS, dai ricercatori della Banca d'Italia e dall'Ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit.
Luca Lorenzi, Deputy Regional Manager Centro Nord di UniCredit, darà il via all'incontro che sarà aperto dagli interventi di Cristina Brasili, Presidente Associazione RegiosS e Docente dell'Università di Bologna, sul tema "La spesa in ricerca e sviluppo e l'economia sommersa nella stima del Pil (Sec 2010): un nuovo indicatore di attività economica". Riccardo Masoero, Responsabile Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit, interverrà sul tema della competitività delle regioni italiane in chiave prospettica, grazie anche ai dati messi a disposizione da un nuovo modello di analisi. Marcello Pagnini - Banca d'Italia, sede di Bologna - parlerà quindi dei risultati della ricerca condotta su "Città e distretti di fronte alla crisi".
Seguirà una Tavola Rotonda sul tema: "Le leve dello sviluppo territoriale in Italia: analisi e prospettive", cui prenderanno parte Francesco Trimarchi - Direttore Banca d'Italia sede di Bologna; Stefano Giorgini - Regional Manager Centro Nord di UniCredit; Sonia Bonfiglioli - Presidente e C.E.O. Bonfiglioli Riduttori S.p.A.; Gianpiero Torrisi - Università di Portsmouth, Senior Lecturer in Economics; Sergio de Nardis - Capo Economista di Nomisma; Morena Diazzi - Direttore Generale Attività Produttive, Comm. e Turismo, Regione Emilia-Romagna.
(Fonte: ufficio stampa UniCredit)
VII edizione del Workshop. Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali. Le leve dello sviluppo territoriale in Italia: analisi e prospettive. -
Parma, 17 aprile 2015 -
22 aprile 2015, ore 15
Salone dei Carracci di Palazzo Magnani
UniCredit, Via Zamboni 20
BOLOGNA
A Bologna studiosi a confronto sulle ricerche condotte dall'Associazione RegiosS, dai ricercatori della Banca d'Italia e dall'Ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit.
Luca Lorenzi, Deputy Regional Manager Centro Nord di UniCredit, darà il via all'incontro che sarà aperto dagli interventi di Cristina Brasili, Presidente Associazione RegiosS e Docente dell'Università di Bologna, sul tema "La spesa in ricerca e sviluppo e l'economia sommersa nella stima del Pil (Sec 2010): un nuovo indicatore di attività economica". Riccardo Masoero, Responsabile Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit, interverrà sul tema della competitività delle regioni italiane in chiave prospettica, grazie anche ai dati messi a disposizione da un nuovo modello di analisi. Marcello Pagnini - Banca d'Italia, sede di Bologna - parlerà quindi dei risultati della ricerca condotta su "Città e distretti di fronte alla crisi".
Seguirà una Tavola Rotonda sul tema: "Le leve dello sviluppo territoriale in Italia: analisi e prospettive", cui prenderanno parte Francesco Trimarchi - Direttore Banca d'Italia sede di Bologna; Stefano Giorgini - Regional Manager Centro Nord di UniCredit; Sonia Bonfiglioli - Presidente e C.E.O. Bonfiglioli Riduttori S.p.A.; Gianpiero Torrisi - Università di Portsmouth, Senior Lecturer in Economics; Sergio de Nardis - Capo Economista di Nomisma; Morena Diazzi - Direttore Generale Attività Produttive, Comm. e Turismo, Regione Emilia-Romagna.
(Fonte: ufficio stampa UniCredit)
Nella Sala dei Teatini, Venerdì 24 aprile 2015 alle ore 17:00 un evento di altissimo livello aperto a tutta la cittadinanza per presentare il Sistema Piacenza e quella che sarà l'eredità della grande Esposizione Universale. -
Piacenza, 15 aprile 2015 -
Venerdì 24 aprile 2015, a pochi giorni dall'inaugurazione di Expo Milano 2015, nella splendida cornice della Sala dei Teatini di Piacenza, ATS Piacenza per Expo 2015 e UniCredit organizzano un evento di altissimo livello per presentare il Sistema Piacenza e quella che sarà l'eredità della grande Esposizione Universale.
Testimoni d'eccellenza come Maurizio Martina (Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con delega ad Expo 2015 Milano), Paola De Micheli (Sottosegreterio di Stato al Ministero dell'Economia e delle Finanze), Diana Bracco (Presidente di EXPO 2015 Spa), Federico Ghizzoni (Amministratore Delegato UniCredit), Cesare Ponti (Vice Presidente Federalimentare) discuteranno del grande evento internazionale di cui sarà protagonista il nostro Paese nei prossimi mesi. A presentare il Sistema Piacenza il Presidente di ATS Piacenza per Expo 2015 Silvio Ferrari. Interverranno il Sindaco Paolo Dosi, il Presidente della Provincia Francesco Rolleri, il Presidente della Camera di Commercio Giuseppe Parenti, il Presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Massimo Toscani. Modera il giornalista Massimo Giannini, giornalista, scrittore e conduttore televisivo. L'incontro sarà l'occasione per illustrare la partecipazione di Piacenza a EXPO Milano 2015 e al contempo per fare il punto sui progetti del territorio e delle imprese. Piacenza e la sua provincia costituiscono una Case History per i territori limitrofi: vincente la scelta di organizzarsi in modo coordinato e sinergico, con la regia di un'Associazione Temporanea di Scopo e di un Consiglio d'Indirizzo Istituzionale. Piacenza è stata uno dei pochi territori italiani a scegliere di coinvolgere privati e istituzioni in un percorso d'interesse generale che prevede di lavorare in modo sistematico, puntuale e coordinato.
La tavola rotonda sarà un evento prestigioso aperto a tutta la cittadinanza e focalizzato sugli esiti di un lavoro comune a beneficio dell'intera collettività e di tutti gli attori, economici e non, coinvolti nel percorso. Un importante momento di confronto alla presenza di testimoni privilegiati che valuteranno gli effetti di un evento di portata mondiale per il rilancio e lo sviluppo futuro dell'Italia e dei singoli territori che la compongono. L'evento si potrà organizzare grazie alla disponibilità manifestata da UniCredit.
Il 24 aprile sarà una giornata di mobilitazione di energie, competenze e passioni rivolte al grande evento di Expo ma soprattutto alle buone pratiche sviluppate a Piacenza grazie all'impegno congiunto del Sistema Piacenza.
(Fonte: ufficio stampa UniCredit)
Nei consumi di ortofrutta crescono i prodotti innovativi. Tra le ultime novità di Macfrut: i Frecciarossa fermano a Rimini Fiera. -
Bologna, 10 aprile 2015 -
Nell'ottica di caratterizzare e documentare le nuove tendenze di consumo di prodotti ortofrutticoli in Italia e all'estero, e in linea con la rinnovata proposta di Macfrut 3.2 (tre punto due), la Fiera Italiana dell'Ortofrutta che vedrà l'esordio a Rimini dal 23 al 25 settembre 2015, nasce il Macfrut Consumers' Trend, realizzato in collaborazione con il CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli).
Macfrut Consumer's Trend presenterà mensilmente informazioni e dati sui consumi di frutta e verdura con un'attenzione particolare alle tendenze innovative, che andranno così a documentare l'atteggiamento dei consumatori nei confronti di nuovi prodotti o segmenti di offerta verso le filiere ad alto contenuto di innovazione.
"Il Macfrut Consumers' Trend non è un semplice osservatorio di analisi e studio, bensì un più ampio progetto di rilancio della filiera ortofrutticola in Italia – spiega Renzo Piraccini, Presidente di Cesena Fiera – Il primo report evidenzia un dato fondamentale: non c'è crescita senza innovazione. Chi ha investito in innovazione e ha fatto sistema, dimostra di affrontare meglio le sfide che il mercato globale pone quotidianamente. Macfrut 2015 ha fatto della innovazione la chiave del proprio sviluppo".
"Innovazione, organizzazione e internazionalizzazione sono le chiavi del rilancio della ortofrutta dell'Emilia Romagna e nel Paese – afferma l'Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Simona Caselli - Per quanto riguarda l'innovazione, quella varietale in testa, una conferma arriva anche dai dati diffusi oggi, che dimostrano come siano gli stessi consumatori a chiedere prodotti con un alto contenuto di innovazione e qualità. La Regione ha espresso da subito il proprio apprezzamento e il proprio sostegno alla nuova edizione riminese di Macfrut, che, stando alle prime anticipazioni, si preannuncia di alto livello e con le carte in regola per offrire ai nostri produttori e operatori di tutta la filiera un'occasione di crescita sui mercati internazionali. Sono certa che sapranno cogliere numerosi questa opportunità".
Il primo report di Macfrut Consumers' trend
Macfrut Consumers' trend evidenzia una piccola ripresa dei consumi di ortofrutta, con un +1% rispetto all'anno precedente e 7,9 milioni di tonnellate acquistate. "Questa ripresa – dichiara Elisa Macchi, Direttore di CSO – è un segnale senz'altro positivo ma non è sufficiente per considerare in fase di risoluzione il problema dei consumi. Un elemento che emerge con chiarezza è che vanno bene i prodotti ad alto contenuto di innovazione, ed è su questo piano che si devono concentrare gli sforzi per il rilancio".
Tra i prodotti più performanti in termini di acquisti, emerge un'affermazione dei consumi di fragola. I consumi di fragola sono in crescita del 4% rispetto al 2013 nonostante un'annata disastrosa in termini commerciali, e analizzando i dati storici elaborati da CSO, si evidenzia dal 2005 ad oggi un incremento dei consumi pari al +27%.
Il successo e l'apprezzamento dei consumatori è legato sicuramente anche all'altissimo contenuto di innovazione della fragolicoltura italiana. Innovazione varietale, soprattutto, e innovazione agronomica, grazie alle tecniche messe a punto per ampliare il calendario commerciale garantendo, comunque, un prodotto a basso impatto ambientale ed alto valore qualitativo.
"In Italia si acquistano oggi 85.000 tonnellate di fragole (dato 2014) - spiega Elisa Macchi - e la fragola si sta sempre più destagionalizzando con picchi di consumo nei mesi da marzo a giugno, e un richiamo anche ad agosto".
Tra gli altri prodotti con i consumi in crescita ad alto contenuto di innovazione vengono citati i piccoli frutti (lamponi, mirtilli, more), che dal 2015 ad oggi sono quintuplicati in termini di quantità acquistate superando le 8.000 tonnellate annue.
In crescita anche gli acquisti di melone che recentemente superano le 200.000 tonnellate contro le 180.000 di qualche anno fa, e di mele che grazie alla diversificazione varietale e alla brandizzazione vanno a costituire una vera e propria "categoria" di prodotto nei reparti ortofrutta.
Tra gli ortaggi è da notare le crescita esponenziale dei consumi di radicchio negli ultimi anni legata ad un progetto di valorizzazione del legame prodotto/territorio inserito in un contesto di riqualificazione dei terreni dal punto di vista agroambientale. Il radicchio tardivo di Treviso IGP e il Variegato di Castelfranco IGP presentano un trend di acquisti in Italia con una crescita dell'8% medio annuo.
Sempre tra gli ortaggi merita uno sguardo particolare il comportamento d'acquisto degli italiani nei riguardi dei pomodori. Annualmente si acquistano in Italia 525.000 tonn. di pomodori con un –0,5% rispetto al 2013.
Per quanto riguarda i ciliegini invece gli acquisti segnano un +8% negli ultimi 5 anni grazie alle declinazioni offerte dalle importanti innovazioni varietali.
Osservando le tendenze 2014 sul fronte della distribuzione si nota una crescita significativa del canale discount con +2% a scapito soprattutto degli ambulanti e mercati rionali. Crescono in misura importante anche i dettaglianti e gli specializzati e questa tendenza rappresenta senz'altro una indicazione di attenzione verso la qualità dell'offerta. La Grande Distribuzione Organizzata mostra una crescita dei Supermercati e Superette, mentre gli Ipermercati mostrano una sostanziale stabilità nel lungo periodo.
L'edizione di Macfrut 3.2
La prossima edizione di Macfrut, organizzata da Cesena Fiera, sarà articolata su sei padiglioni, per un totale di 11 settori espositivi in rappresentanza dell'intera filiera: Sementi, Novità vegetali & Vivaismo, Tecnologie produttive, Produzione, Commercio & Distribuzione, Macchinari & Tecnologie, Materiali & Imballaggi, IV gamma, Frutta Secca, Logistica, Servizi.
Due i cardini dell'edizione 3.2: innovazione e internazionalizzazione.
Partiamo dall'innovazione. La kermesse si caratterizza per l'attenzione alle tecnologie, il confezionamento e il packaging, settori nei quali il nostro Paese è leader indiscusso. Non solo: un altro punto chiave è l'apertura al mondo della ricerca, ai breeder e ai vivaisti, dove ad oggi non esiste una fiera europea di riferimento.
L'internazionalizzazione è la seconda parola chiave di Macfrut. Ad oggi sono stati realizzati quattro Road Show nell'Est Europa (Bulgaria, Polonia, Romania, Ungheria) insieme a UniCredit, gruppo bancario leader indiscusso in Centro ed Est Europa. Nel mese di aprile sono in programma gli appuntamenti nella Repubblica Ceca e in Turchia.
UniCredit è partner strategico dell'iniziativa che sostiene attivamente
"L'internazionalizzazione – spiega Luca Lorenzi, Deputy Regional Manager Centro Nord UniCredit - è da sempre uno degli obiettivi strategici che UniCredit propone alle imprese come fattore primario per lo sviluppo della produttività e del business. Grazie alla partnership con UniCredit l'edizione 2015 di Macfrut si caratterizza per una spiccata apertura ai mercati esteri che si traduce in opportunità concreta di crescita per le aziende del nostro Paese".
Il percorso di internazionalizzazione di Macfrut prosegue, congiuntamente, anche verso i Paesi del Maghreb (Marocco, Egitto, Tunisia) con i quali sono stati stretti importanti rapporti grazie alla collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, e con i Paesi del Sud America (Brasile e Repubblica Dominicana in primis).
L'operazione di rilancio di Macfrut sta producendo ottimi risultati: la vendita delle aree espositive procede a ritmo serrato, e risulta già prenotato oltre l'80% della superficie occupata lo scorso anno, a conferma del grande interesse che il progetto sta suscitando nella filiera ortofrutticola italiana ed internazionale.
Tra le novità degli ultimi giorni la comunicazione di Trenitalia che ha confermato la fermata dei Frecciarossa nella stazione interna alla fiera di Rimini e la riapertura dell'aeroporto di Rimini dopo alcuni mesi di stop.
Contestualmente a Macfrut, Rimini ospiterà Flora Trade la fiera internazionale del florovivaismo.
(Fonte: ufficio stampa Macfrut)
I nuovi incarichi manageriali della rete commerciale di UniCredit in Italia. -
Bologna, 8 aprile 2015 –
Alcuni nuovi incarichi manageriali hanno interessato la rete commerciale di UniCredit in Italia. Il nuovo Regional Manager Centro Nord di UniCredit è Stefano Giorgini, precedentemente Responsabile Toscana Est. Giorgini coordinerà le attività commerciali della Banca in Emilia Romagna, Marche, Umbria e Toscana, sotto la guida di Gabriele Piccini, Country Chairman Italy di UniCredit. Nel dettaglio, è sotto la responsabilità del Regional Manager Centro Nord una rete articolata in 14 aree commerciali, 776 punti vendita, di cui 26 centri corporate, articolati in 169 distretti, per un totale di circa 6 mila risorse.
A Giampiero Bergami, bolognese classe 1968, fino ad oggi Regional Manager Centro Nord di UniCredit, è stato affidato l'incarico di creare una nuova unità che avrà il compito di promuovere la distribuzione dei prodotti di Capital Markets e Investment Banking attraverso l'intera rete commerciale italiana di UniCredit, a diretto riporto di Gianni Franco Papa, Vicedirettore Generale del Gruppo e Responsabile CIB Division.
Francesco Iannella lascerà l'attuale incarico di Responsabile Special Network Nord Est, per assumere il ruolo di Responsabile Toscana Est della Banca (86 punti vendita, di cui 4 centri corporate, articolati in 21 distretti e oltre 500 persone) sotto la guida del Regional Manager Stefano Giorgini.
CURRICULA
Stefano Giorgini - Nato ad Arezzo nel 1965, Stefano Giorgini è nel gruppo UniCredit dal 1992. Laureato in Economia e Commercio all'Università di Perugia, ha iniziato il percorso professionale alla filiale di Arezzo del Credito Italiano. Nel 1999 diviene Direttore della Filiale capogruppo di Pisa e provincia, e poi Responsabile dell'Area territoriale Arezzo, Siena e Grosseto (2000) e Responsabile dell'Area territoriale Firenze (2001). Nel 2003, a seguito del progetto "S3", segue la fusione in Toscana delle 7 banche del Gruppo UniCredit diventando condirettore della Regione commerciale Toscana, Marche, Abruzzo. Dal 2005 è in Triveneto occidentale con il ruolo di condirettore regionale e, dal 2006 al 2008, condirettore del Triveneto orientale. A seguito poi della fusione con Capitalia assume la Direzione regionale di UniCredit Banca di Roma per la Toscana (2008) e quindi, a seguito del progetto "Banca Unica", la Direzione di UniCredit per Toscana, Umbria, Marche (2010). Nel 2013 assume la responsabilità dell'Area Toscana Est per il perimetro UniCredit. Dal 1° aprile 2015 ha l'incarico di Regional Manager per la Region Centro Nord, comprendente Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche.
Giampiero Bergami - Nato a Bologna nel 1968, Giampiero Bergami è nel gruppo UniCredit dal 2008. Laureato in Economia e Commercio all'Università di Bologna, ha iniziato il percorso professionale a Londra, lavorando per London Economics LTD, HSBC Capital Market e Lehman Brothers. Negli Stati Uniti ha conseguito un Master in Business Administration presso la Johnson Graduate School of Management della Cornell University (NY). In Italia dal 2002, ha lavorato a MPS Finance SpA e Monte dei Paschi. Per UniCredit è stato global account manager nell'area Large Corporate Centro Nord, direttore del Network Corporate del Centro Nord (dal 2009) e direttore del Network Family & SME dell'Emilia Romagna (2011), guidando una rete articolata in 14 aree commerciali e 500 filiali. Dal 2013 ad oggi ha svolto l'incarico di Regional Manager per il Centro Nord che comprende Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche.
Francesco Iannella - Nato a Monza nel 1967, Francesco Iannella è nel gruppo UniCredit dal 2002. Laureato in Economia e Commercio all'Università Cattolica Sacro Cuore di Milano, ha conseguito un Master in Corporate e Investment Banking all'Università SDA Bocconi di Milano (2005-2007). Ha iniziato il suo percorso professionale nel 1992 alla filiale di Milano della Banca Commerciale Italiana dove vi rimarrà sino al 1999 quando passerà alla Banca Popolare Commercio & Industria come Vicedirettore dell'agenzia di Milano. Nel 2002 entra quindi in Rolo Banca 1473 come Direttore dell'agenzia milanese e, sempre nello stesso anno, passa a UniCredit Corporate Banking dove rimarrà sino al 2012 dopo aver ricoperto importanti incarichi in Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia. Nel 2012 entra quindi in UniCredit SpA come Area Manager Milano Est per divenire poi Responsabile Direzione Special Network Nord Est. Oggi assume il ruolo di Responsabile Toscana Est di UniCredit.
(Fonte: ufficio stampa UniCredit)
Una giornata dedicata alle opportunità per le giovani imprese. Dal biotech alle rinnovabili, passando per il digital design e la robotica. E' rivolto alle nuove imprese ad alto potenziale l'incontro organizzato da UniCredit e Democenter. In primo piano le opportunità offerte da UniCredit Start Lab, la piattaforma di servizi di accelerazione, coaching, training manageriale e risorse finanziarie di UniCredit; e il Focus sulle modalità per l'accesso al credito delle startup utilizzando il Fondo Centrale di Garanzia. -
Modena, 1 aprile 2015 –
Start up in primo piano oggi al Polo Tecnologico di Modena, presso la Facoltà di Ingegneria. Qui infatti UniCredit e Democenter hanno realizzato una giornata dedicata alle nuove idee imprenditoriali e, soprattutto, al sostegno che specifiche iniziative possono garantire per lo sviluppo delle nuove realtà imprenditoriali ad alto potenziale.
Nel corso dell'incontro cui hanno preso parte Enzo Madrigali, Direttore Democenter; Giuseppe Zanardi, Direttore Area Commerciale Modena UniCredit; e Giusy Stanziola, Territorial & Sectorial Development Plans UniCredit, sono stati illustrati ad una platea composta da una decina giovani imprenditori dell'area modenese i dettagli di una specifica piattaforma ideata per accompagnare lo sviluppo delle start up locali. L'iniziativa ha preso il via con la presentazione del Progetto UniCredit - Democenter in tema di supporto alla nuova imprenditoria e alle start up. Da più di 5 anni è stretta la collaborazione tecnica tra UniCredit e Democenter per affiancare ed aiutare le nuove imprese nella valutazione e nell'allestimento dei business plan; contando anche su numerosi momenti di networking e di condivisione di iniziative sul territorio a supporto delle nuove imprese. Su circa 55 neo imprese (rilevazione CCIAA 2014 sull'area modenese) 11 sono state seguite da UniCredit e Democenter, soprattutto per quel che concerne la partecipazione a specifici bandi.
"Passare da un'idea ad una startup e poi da questa ad un progetto imprenditoriale completo, in grado di competere sul mercato, portando servizi e prodotti nuovi. In questi anni - rileva il Presidente della Fondazione Democenter-Sipe, Erio Luigi Munari - abbiamo operato insieme per selezionare idee e progetti di qualità, ma soprattutto già pronti a recepire a pieno la spinta derivante dall'accesso a finanziamenti adeguati. La collaborazione tra UniCredit e Democenter ha creato un modello di lavoro di grande interesse e, ne sono certo, destinato a svilupparsi ulteriormente a tutto vantaggio del territorio e delle imprese".
L'incontro è quindi proseguito con un approfondimento sull'edizione 2015 di UniCredit Start Lab, piattaforma di servizi di accelerazione, coaching, training manageriale e risorse finanziarie di UniCredit.
"Il progetto - ha spiegato Giusy Stanziola, Territorial & Sectorial Development Plans UniCredit - si rivolge alle startup innovative di tutti i settori con un programma di accelerazione che si articola in numerose azioni per dare forza alle idee imprenditoriali. Ad esempio l'assegnazione di premi in denaro, attività di mentoring, di sviluppo del network, formazione mirata e servizi bancari ad hoc". "Spesso si parla di innovazione e startup, senza l'indicazione di un percorso preciso per un giovane che vuole diventare imprenditore - ha sottolineato Giuseppe Zanardi, Direttore Area Commerciale Modena UniCredit – con questa iniziativa e con specifici progetti come UniCredit Start Lab, il nostro Gruppo mette in atto un'azione sinergica con università, incubatori, acceleratori d'impresa e investitori per supportare dalla fase di lancio a quella di espansione le idee più innovative e contribuire così al rilancio del nostro Paese. L'innovazione è la base per competere e crescere la richiede il mercato e ancor più i clienti. Oggi noi investiamo risorse nello sviluppo di soluzioni all'avanguardia che consentano di ideare nuovi prodotti e servizi. Vogliamo continuare a puntare sul futuro del nostro Paese, caratterizzato da giovani brillanti che hanno bisogno di un partner esperto e specializzato affinché si crei un nuovo concetto di economia e nuova occupazione, vera linfa vitale per l'Italia".
Della propria esperienza, supportata nel tempo anche da UniCredit Start Lab, hanno parlato Enrico Giuliani e Mary Franzese, cofondatori e – rispettivamente - Amministratore Delegato e Cmo (Chief Marketing Officer) di Neuron Guard, una startup innovativa che sviluppa un sistema integrato di protezione cerebrale per pazienti con ictus, trauma cranico grave e arresto cardiaco.
L'iniziativa è stata quindi conclusa con un Focus sulle modalità per l'accesso al credito delle startup utilizzando il Fondo Centrale di Garanzia.
(Fonte: ufficio stampa UniCredit)
Ai Road Show di Budapest e Bucarest un'ottantina di operatori. Piraccini: "E' la conferma della valenza internazionale di Macfrut" -
Parma, 30 marzo 2015 –
L'internazionalizzazione di Macfrut nell'Est Europa è sempre più una realtà. Ottimi risultati sono arrivati anche dai recenti road show di Budapest e Bucarest, che fanno seguito a quelli di Sofia e Varsavia. Entrambi gli incontri si sono svolti nei Business Center di UniCredit, partner strategico dell'iniziativa, e hanno visto la partecipazione di una cinquantina di operatori nella capitale ungherese e di una trentina in quella rumena.
Decisamente soddisfatto del percorso il presidente di Cesena Fiera Renzo Piraccini: "L'interesse è stato massiccio a riprova della valenza internazionale di Macfrut e dell'indiscussa leadership in Centro ed Est Europa di UniCredit. I road show hanno consentito alle aziende italiane di incontrare importanti operatori del settore selezionati dalla banca tra la propria clientela. In questi meeting, i partecipanti hanno avuto l'opportunità di conoscersi e presentare i propri prodotti o i propri progetti, dandosi poi appuntamento in fiera a Rimini".
"UniCredit ha voluto dare un supporto concreto ai road show di Macfrut nell'Europa orientale, svolgendo un ruolo non di semplice sponsor, ma di partner strategico capace di contribuire all'internazionalizzazione delle imprese italiane, attraverso una serie di prodotti e servizi bancari dedicati - ha dichiarato Carlo Marini, Responsabile Internazionalizzazione per il Gruppo UniCredit - Anche per il settore agroalimentare la valorizzazione all'estero del Made in Italy costituisce un elemento fondamentale di sviluppo. UniCredit - che è il primo Gruppo bancario italiano per rilevanza della propria rete internazionale e opera in circa 50 mercati tramite 8.600 sportelli e oltre 145.000 dipendenti - pone la crescita anche internazionale della clientela tra le priorità della propria missione. In tale contesto l'iniziativa di UniCredit e Macfrut, ha tutte le caratteristiche per offrire alla clientela di Cesena Fiera un percorso concreto di sviluppo ed espansione anche all'estero."
(Fonte: Ufficio Stampa UniCredit)
Per UniCredit le nuove tipologie contrattuali di lavoro sono al pari del tempo indeterminato: i nuovi assunti, superato il periodo di prova, potranno accedere a mutui e prestiti secondo i criteri normalmente in uso -
Parma, 27 marzo 215 -
UniCredit ha deciso di applicare, per la concessione di prestiti e mutui a clienti privati, gli stessi criteri di valutazione finora adottati per i lavoratori con contratto a tempo indeterminato anche ai lavoratori che godranno del nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, recentemente introdotto dalla riforma del lavoro.
Per la banca, infatti, la nuova forma contrattuale prevista dal decreto legislativo 4 marzo 2013 n°23 (meglio conosciuto come "JOBS Act") è del tutto equiparata a quella fin qui prevalente, sia dal punto di vista della valutazione creditizia che dell'offerta commerciale.
"Ciò significa – ha sottolineato Gabriele Piccini Country Chairman Italy - che i nuovi assunti, superato il periodo di prova, potranno accedere a mutui e prestiti secondo i criteri normalmente in uso, che in linea con le evoluzioni del mondo del lavoro valorizzano la continuità lavorativa indipendentemente dalla tipologia di contratto e dalla dimensione aziendale. La decisione conferma l'impegno di UniCredit a supporto delle necessità finanziarie dei privati e delle famiglie, testimoniato anche dalla crescita (+111%) dell'erogazione di mutui residenziali nel corso del 2014".
(Fonte: ufficio stampa UniCredit)
Presentati presso la sede centrale di Barilla a Parma i risultati della sesta rilevazione annuale dell'Osservatorio AUB (Aidaf, UniCredit, e Bocconi) -
Parma, 26 marzo 2015 -
•Con un fatturato di 133 miliardi di euro e 1,3 milioni di occupati, il comparto alimentare consolida il suo ruolo di seconda industria manifatturiera in Italia dopo quella metalmeccanica
•Il 67,7% delle aziende agro-alimentari (270) di medie e grandi dimensioni è caratterizzato da una proprietà a controllo familiare, un'incidenza superiore a quella del complesso di imprese familiari rilevato (58%)
•Emilia Romagna leader: 42 dei 234 gruppi di aziende familiari alimentari di medie e grandi dimensioni (pari al 17,9%) analizzati dall'Osservatorio AUB risiedono nella regione e realizzano oltre 10,4 miliardi di fatturato.
La tradizione è il piatto forte. L'innovazione, l'internazionalizzazione e l'evoluzione verso modelli di leadership più strutturati sono gli ingredienti fondamentali per una ricetta di successo. E il business di qualità è servito grazie alle aziende familiari del comparto alimentare, sulle quali si è concentrato l'Osservatorio AUB promosso da AIdAF (Associazione Italiana Aziende Familiari), dal gruppo UniCredit, dalla Cattedra AIdAF - EY di Strategia delle aziende familiari dell'Università Bocconi e dalla Camera di Commercio di Milano, giunto alla sesta rilevazione annuale. Prosegue così il monitoraggio delle strutture, delle dinamiche e delle performance di tutte le aziende familiari italiane con ricavi superiori a 50 milioni di euro.
Con un fatturato di 133 miliardi di euro e 1,3 milioni di occupati, il comparto alimentare consolida il suo ruolo di seconda industria manifatturiera in Italia dopo quella metalmeccanica. Il 67,7% delle aziende agro-alimentari di medie e grandi dimensioni (270) è caratterizzato da una proprietà a controllo familiare, un'incidenza superiore a quella del complesso di imprese familiari rilevato dall'Osservatorio AUB (58%).
Nel corso dell'incontro, organizzato presso la sede della Barilla a Parma, il professor Guido Corbetta, cattedra AIdAF-EY-Università Bocconi, ha illustrato i risultati della ricerca. Subito dopo Paolo Morosetti (SDA Bocconi) ha moderato la tavola rotonda, cui hanno preso parte: Paolo Barilla, Vice Presidente Barilla e Barilla Center for Food and Nutrition Foundation; Marco Lavazza, Vice Presidente Lavazza; Giuseppina Sassi, Export Manager Sassi; Paolo Coppini, Export Manager Americo Coppini; Gabriele Piccini, Country Chairman Italy UniCredit; Elena Zambon, Presidente AIdAF; Marco Grazioli, Presidente The European House Ambrosetti e Dario Prunotto – Responsabile Private Banking Italy Network UniCredit.
L'identikit delle imprese familiari dell'agroalimentare tracciato dall'Osservatorio AUB è quello di aziende longeve, il cui controllo è tenuto ben saldo dai membri della famiglia, che sono soliti "tramandare la ricetta" di padre in figlio e che presidiano i ruoli di vertice in azienda. Dall'analisi emergono anche alcune possibili indicazioni per proseguire sulla strada del successo: evoluzione della leadership, innovazione ed export in primo piano.
Il Comparto alimentare – uno sguardo di insieme
In termini di valore aggiunto, il peso del comparto agro-alimentare è pari al 4% del Pil (2,1% dell'agricoltura e 1,9% dell'industria alimentare). Concentrando l'attenzione sulle aziende di medie e grandi dimensioni, sono state identificate 399 aziende alimentari con un fatturato superiore a 50 milioni di euro nel 2012, che costituiscono un campione abbastanza rappresentativo del comparto alimentare (generano circa il 60% del fatturato dell'intero comparto).
L'Emilia Romagna si conferma una regione in cui il comparto alimentare è molto importante: 42 dei 234 gruppi di aziende familiari alimentari di medie e grandi dimensioni analizzate dall'Osservatorio (il 17,9%) risiedono sul territorio e realizzano oltre 10,4 miliardi di fatturato. Il fatturato medio di tali aziende è di 248 milioni di euro ed è superiore alla media nazionale delle altre aziende familiari attive nell'alimentare (205 milioni).
Le aziende familiari del settore alimentare
Tornando allo scenario nazionale, le aziende alimentari sono state suddivise in cinque settori: bevande, caseario, dolciario, conserviero, alimentari diverse (es. lavorazione e conservazione di carni). Dall'indagine si registra una presenza dominante (68,8%) di aziende familiari con oltre 25 anni di età. Il capitale di tre aziende su quattro (78,9%) è ancora nelle mani della famiglia proprietaria. Nell'industria alimentare si riscontra la tendenza a tramandare la "ricetta" di padre in figlio: circa il 30% delle aziende è di prima generazione e il 6,8% ha superato la terza generazione. Il 76,8% delle aziende ha un leader familiare al comando.
La tendenza a salvaguardare il rispetto dei valori legati alla storia e alla tradizione si riflette anche nella composizione del Consiglio di Amministrazione, in larga misura presidiato da membri appartenenti alla famiglia. Ulteriori analisi mostrano, però, come siano proprio le aziende caratterizzate da una maggiore apertura verso l'esterno ad avere performance superiori. La stretta relazione tra famiglia e impresa non ha impedito un'evoluzione della governance, tanto che le aziende dell'alimentare si sono orientate negli ultimi anni verso modelli di vertice più complessi: il 46,9% delle aziende risulta guidato nell'ultimo anno da un team di Amministratori Delegati (vs. il 33,7% di 10 anni prima) e l'11,4% da un Amministratore Unico (vs. il 20,4% di 10 anni prima).
Performance economico-finanziarie sostenute dall'export
La crisi economica sta ponendo a dura prova l'intero sistema manifatturiero nazionale. In questo scenario, l'industria alimentare ha mostrato dinamiche premianti rispetto all'economia del Paese. Ciò nonostante a partire dal 2010 i consumi alimentari hanno cominciato a mostrare una notevole elasticità al reddito dei consumatori e si è assistito a un cambiamento più profondo degli stili di consumo, sempre più orientati verso una spesa low cost. In questo contesto, un importante effetto di traino lo ha avuto l'export (+4,7% nel 2013), che è riuscito a bilanciare il calo dei consumi nazionali.
I dati dell'Osservatorio AUB sulle aziende familiari italiane e su quelle del comparto alimentare attive in Italia e Emilia Romagna
QUOTES
PAOLO BARILLA, Vice Presidente Barilla e Barilla Center for Food and Nutrition Foundation
"Le aziende di famiglia consentono di ragionare su orizzonti di lungo periodo, senza doversi preoccupare sempre e soltanto di realizzare un profitto nel breve termine. Guardando al lungo termine, anche nei momenti di difficoltà della congiuntura, consentono di non dover compromettere mai sugli elementi di successo di un'impresa: la qualità dei prodotti, l'etica e la condivisione con la comunità".
GUIDO CORBETTA, Cattedra AldAF-EY, Università Bocconi
"Dai risultati del focus dell'Osservatorio AUB – ha commentato Guido Corbetta, titolare della cattedra AIdAF-EY di Strategia delle Aziende Familiari dell'università Bocconi - emerge come la crisi della domanda interna imponga un cambiamento delle scelte strategiche anche nell'industria alimentare. Diventerà sempre più vitale per le aziende familiari dotarsi delle competenze manageriali e delle risorse finanziarie di lungo termine per accelerare i processi di acquisizione e di internazionalizzazione. La capacità di cogliere con tempestività le opportunità di crescita di un mercato sempre più globale e di realizzare progetti strategici di sviluppo all'estero rappresentano sempre più un vantaggio competitivo, in particolare per le aziende di questo comparto".
MARCO LAVAZZA, Vice Presidente Lavazza
"La ricetta vincente da tramandare da una generazione all'altra, in un'azienda familiare, è quella di diventare i massimi conoscitori di una materia e continuare sempre a studiarla, secondo un buon mix di tradizione e innovazione. Alla difesa del patrimonio, dei valori familiari e dell'equilibrio economico della propria impresa si aggiunge però il dovere di guardare avanti, di scommettere sul futuro aprendosi agli stimoli esterni provenienti dal mercato, dai consumatori e dal contesto economico globale"
GABRIELE PICCINI, Country Chairman Italy UniCredit
"Il settore alimentare– ha sottolineato Gabriele Piccini, Country Chairman Italy di UniCredit –rappresenta sicuramente uno dei fiori all'occhiello del nostro Made in Italy. Un settore che pesa, per valore aggiunto, il 4% del PIL. Come emerso dal focus AUB, il 69% delle aziende del settore è caratterizzato da una proprietà familiare ed emerge il forte rapporto tra la famiglia stessa, la propria azienda ed il territorio di riferimento. Ora è importante che le aziende di questo comparto sappiano cogliere le sfide che le attendono.
Internazionalizzazione e crescita per linee esterne sono due strategie chiave per il loro sviluppo. Due momenti di svolta e importanti nella vita d'impresa nei quali UniCredit vuole esserci come partner competente e di fiducia.
Siamo vicini alle nostre imprese, non solo attraverso la concessione del credito, ma anche con servizi a valore aggiunto di advisory per operazioni di M&A, di supporto nell'identificazione dei paesi nei quali esportare e nella ricerca di controparti con cui realizzare nuovi affari. Ci siamo anche nel momento di discontinuità più importante, il passaggio generazionale, con un supporto professionale di prim'ordine".
ELENA ZAMBON, Presidente AIdAF
"Nell'anno dell'Expo dedicato all'alimentazione – ha commentato Elena Zambon, Presidente AIdAF - un'analisi delle aziende familiari italiane che operano nel comparto alimentare è decisamente una base forte su cui costruire riflessioni per il futuro del nostro Paese. Se da un lato questo settore si conferma al secondo posto in Italia per fatturato e con una presenza molto rilevante in Emilia Romagna, dall'altro necessita di una forte accelerazione verso i mercati internazionali, per affermare una qualità italiana che si caratterizza soprattutto nell'alimentazione sana. Solo così è possibile favorire la crescita dimensionale delle nostre aziende che, grazie a manager validi, professionalmente molto preparati e dotati di visione internazionale, valorizzino il modello e lo stile delle imprese familiari italiane anche fuori dai nostri confini".
(Fonte: ufficio stampa UniCredit)