Sabato 25 e domenica 26 Giornata FAI di Primavera: tre tappe per celebrare la storia parmense. L'anteprima venerdì 24 con l'apertura dell'appartamento di Don Ferdinando di Borbone e dell'Osservatorio Astronomico nella Reggia di Colorno.
Parma, 22 marzo 2017
Venerdì 24, Sabato 25 e domenica 26 marzo 2017 si svolgerà la venticinquesima edizione delle Giornate FAI di Primavera, la più grande festa di piazza italiana dedicata alla cultura e all'ambiente. Le Giornate FAI di Primavera hanno ottenuto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana. Si svolgeranno anche con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
Nella nostra città le Giornate FAI hanno ottenuto il patrocinio del Comune di Parma ed avranno un programma particolarmente intenso. Venerdì 24 Marzo vi sarà l'anteprima con l'apertura dell'appartamento di Don Ferdinando di Borbone e dell'Osservatorio Astronomico nella Reggia di Colorno. Sabato 25 Marzo vi sarà l'apertura del maestoso Complesso dell'Ospedale Vecchio. La grande novità dell'edizione del 2017 è l'apertura, per Domenica 26 Marzo, del Palazzo Centrale dell'Università, che fu l'antico Convento dei Gesuiti.
"Aprire al pubblico le porte del complesso dell'Ospedale Vecchio, vuol dire aprire ai parmigiani e ai turisti le porte della storia e della cultura di Parma – ha commentato il sindaco, Federico Pizzarotti. È una iniziativa che appoggiamo e che sposiamo in pieno: come Comune, infatti, da tempo stiamo unendo gli sforzi e le energie per restituire alla città i suoi edifici storici, e la tre giorni del Fai coglie in pieno questa nostra filosofia: mi auguro quindi di vedere tanti curiosi e interessati ripercorre le tappe della storia di Parma e del parmense. Una città è viva se vitale continuano a esserne la curiosità dei suoi concittadini, la cultura e la storia".
Proprio nell'anno in cui si celebra i 2200 anni di fondazione della nostra città il FAI ha voluto aprire tre luoghi simbolo, punti nevralgici della millenaria storia parmense.
IL FAI riapre (e lo riapre con grande gioia) il complesso dell'Ospedale Vecchio, che è la testimonianza antica della realizzazione di un impegno caritativo: deve le sue lontane origini a quella "rivoluzione della carità" del Duecento. Per Giovanni Fracasso, responsabile della Delegazione FAI " L'Ospedale Vecchio è simbolo di assistenza, di accoglienza e di unione. Rappresenta l'anima dell'Oltretorrente: notevole nei secoli è stata la sua influenza sulla storia sociale, economica e religiosa dell'intera città. Perché dunque visitare il complesso dell'Ospedale Vecchio? Per la sua importanza storico-architettonica sicuramente, ma, anche, perché l'Ospedale Vecchio è la preziosa testimonianza di un antico percorso virtuoso: attraverso un fecondo processo di "osmosi" tra l'ente ospedaliero-assistenziale, la cittadinanza e l'economia urbana, si arrivò all'impiego fruttuoso della ricchezza, attraverso le donazioni, le offerte e i lasciti, per il bene comune".
Protagonisti dell'apertura dell'Ospedale Vecchio sono gli Apprendisti Ciceroni: studenti del Liceo Romagnosi, dell'Istituto Toschi, dell'Istituto Macedonio Melloni, del Giordani, del Marconi e della Scuola Parmigianino.
"Gli studenti sono i veri protagonisti di queste giornate – sottolinea Bianca Marchi delegato Scuola del FAI - Si stanno preparando da settimane per studiare ogni dettaglio del grande complesso dell'Ospedale Vecchio. Ringrazio i tanti docenti che li hanno preparati e che sono stati coinvolti in questo grande progetto di amore per l'arte e per la storia della propria città.
La delegata FAI Chiara Boschi sottolinea il grande entusiasmo tra i giovani del FAI, la macchina organizzativa è pronta per accogliere migliaia di persone nell'arco dei tre giorni: vi saranno molti visitatori dal Veneto, dalla Lombardia, dal Piemonte. Saranno tre giorni di festa all'insegna della cultura.
Fra le bellezze da scoprire nelle Giornate FAI di Primavera, non poteva mancare la nostra regione, con circa una cinquantina di luoghi in Emilia Romagna e oltre 1.000 aperture straordinarie e visite guidate con i volontari del FAI in tutta Italia.
Il complesso dell'Ospedale Vecchio sarà visitale sabato 25 marzo dalle ore 9.30 alle ore 17.30, con ingresso da Strada Massimo D'Azeglio. Il Palazzo dell'Università sarà visitabile dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 (con partenza ultima visita ore 18.00). Ingresso da Strada dell'Università, n.12. Per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
(fonte: Comune di Parma)
"Les Choristes" di Pegognaga, diretti dal M° Matteo Cavicchini hanno reso un omaggio inusuale al grande Maestro presso la Casa del Giovane Verdi di Busseto.
Busseto, 22 marzo 2017
Busseto ha vissuto domenica un evento musicale davvero unico alla Casa del Giovane Verdi. Importanti brani tratti dalle opere di Verdi (Nabucco-Traviata e Forza del destino) sono stati eseguiti da un coro di voci bianche. E' la prima volta in assoluto che Verdi viene interpretato in questo modo così diverso e particolare, mai prima d'ora sperimentato. "Les Choristes" di Pegognaga, diretti dal M° Matteo Cavicchini hanno reso un omaggio inusuale al grande Giuseppe Verdi. Ed è anche la prima volta che nella casa in cui il Maestro visse da giovane ed ebbe a compiere i suoi primi studi musicali vengono interpretate le sue composizioni. Si è ritornati indietro nel tempo, come quando da quella casa si udivano i primi approcci con la musica di un Verdi giovanissimo che si esercitava giorno e notte con la spinetta, disturbando i gendarmi della casa di fronte.
Lo studioso di cose verdiane Corrado Mingardi ha accompagnato l'evento con notizie e aneddoti relativi alla vita e alle abitudini del Maestro. Era anche l'occasione dell'onomastico del Cigno di Busseto e della sua seconda moglie Giuseppina. L'evento, del tutto gratuito, che ha richiamato nella città di Busseto tantissime persone, compresi bimbi incuriositi dalla performance dei loro coetanei, è stato possibile grazie ad Anna Sichel, proprietaria della storica dimora verdiana che mette a disposizione il suo "tesoro" gratuitamente per finalità culturali. Orgogliosa per l'ottimo risultato, ha elogiato oltre al Maestro e ai giovanissimi coristi, anche le loro famiglie per i sacrifici grazie ai quali sono giunti ad un risultato davvero unico.
Il Maestro Cavicchini con quest'appuntamento ha confermato la sua fama internazionale di direttore di concerti in città italiane ed estere. I brani verdiani proposti per l'occasione al pubblico sono stati da lui trascritti.
L' introduzione è stata tenuta da Meri Rizzi, studiosa ed autrice di alcuni libri relativi a Verdi tra i quali "il Giovane Giuseppe Verdi". La ditta Gourme' Ibis spa di Busseto in collaborazione con la Casa del Giovane Verdi ha donato ai giovani ospiti prodotti tipici ed a loro dedicati.
Giornate FAI di Primavera: torna per il 25° anno il weekend dedicato alla bellezza del patrimonio d'arte e natura italiano. Oltre 1.000 aperture straordinarie e visite guidate in tutta Italia.
21 marzo 2017
Come ogni anni torna l'appuntamento con le Giornate FAI di Primavera. Questo fine settimana, sabato 25 e domenica 26 marzo, oltre 1.000 aperture straordinarie e visite guidate con i volontari del FAI alla scoperta di un'Italia mai vista e che non smette di stupire. Il FAI - Fondo ambiente italiano - è infatti, impegnato nella missione di tutela e valorizzazione di tanti luoghi speciali del nostro nel Paese, che per questi due giorni saranno facilmente accessibili. Fra le bellezze da scoprire non poteva mancare la nostra regione, con circa una cinquantina di luoghi in Emilia Romagna.
INFO UTILI
SI PAGA UN BIGLIETTO? NO: Per ogni bene aperto nelle Giornate FAI di Primavera i volontari richiederanno un CONTRIBUTO a sostegno della missione.
SI PUÒ PRENOTARE? NO, ad esclusione di alcune aperture che saranno indicate chiaramente sul sito per le quali è richiesta prenotazione. Per tutte le altre basta presentarsi negli orari indicati sul sito, diversi da luogo a luogo.
I VANTAGGI PER GLI ISCRITTI FAI? Corsie preferenziali in tutti i beni aperti e diversi ingressi esclusivi in aperture riservate.
Tutte le aperture e i dettagli per le visite sul sito www.giornatefai.it
Giornata Mondiale della Sindrome di Down. L'attrice sensibile Barbara Voghera incarna il più recente attraversamento dell'Hamlet shakespeariano compiuto dall'ensemble fondato da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto. Un'occasione da non perdere.
Parma, 21 marzo 2017
«Ci vuole tutta la sensibilità pragmatica di Lenz per prendere un classico inossidabile come l'Amleto e imprimergli una ulteriore spinta ermeneutica (cioè un'interpretazione inattesa) tanto spiazzante quanto immediata»: il critico teatrale romano Giulio Sonno introduce il proprio incontro con Hamlet Solo di Lenz Fondazione, spettacolo che sarà in scena oggi, martedì 21 marzo alle ore 21 a Lenz Teatro, a Parma, in occasione della Giornata Mondiale delle persone con la Sindrome di Down, ricorrenza ultradecennale tesa a promuovere l'inclusione sociale e l'autonomia delle persone affette da Trisomia 21. Repliche mercoledì 22 marzo alle ore 11.30 e giovedì 23 marzo alle ore 18.30.
Hamlet Solo, che si avvale delle musiche create ad hoc dal compositore elettronico Andrea Azzali, è interpretato dall'attrice sensibile con Sindrome di Down Barbara Voghera, storica interprete delle creazioni di Lenz Fondazione, come ricorda la regista Maria Federica Maestri: «Le nostre vite artistiche si sono incrociate alla fine degli anni novanta e da allora sono diventate inseparabili, stimolate da un processo creativo in continua evoluzione, arricchito dall'esplorazione 'furiosa' delle grandi drammaturgie: Shakespeare, Goethe, Calderón, Manzoni, Ariosto. In particolare Hamlet Solo è la summa di questa nostra lunga e profonda esperienza scenica: una creazione teatrale in cui la monumentalità del capolavoro classico si traspone in una nuova sintesi di potente densità emozionale. Barbara Voghera è protagonista di questo straordinario ritratto tragico sull'esistenza umana: non solo un'interprete, ma corpo di dolorosa poesia e di imperfetta bellezza, capace di incarnare le parole shakespeariane in un'oscillazione esponenziale tra perdita e ritrovamento del senso».
Francesco Pititto, che ha curato traduzione, drammaturgia e imagoturgia di Hamlet Solo suggerisce: «Il nostro linguaggio teatrale si fonda su un'estrema e radicale fedeltà alla parola del testo. Nella ricerca dello stato eroico dell'attore il teatro prende forma nell'oscillazione tra debolezza e forza, vulnerabilità e potenza del corpo parlante. Ponte polifonico tra antico e moderno, tra generale e particolare, tra lingua e dialetto, l'Hamlet di Shakespeare si fa eco potente dell'arte del teatro nella contemporaneità e nel rinnovamento del linguaggio. Nell'Hamlet Solo si esplicita un dispositivo drammatico che rivela la natura orfana di Amleto, la sua inevitabile e assoluta solitudine scenica ed esistenziale; in un attraversamento senza respiro del testo, l'attrice implode dentro gli altri personaggi, unico strumento 'vivo' di una partitura visiva di spettri. I dialoghi con Orazio, la Regina, il Fantasma del Padre, Guild and Rose, gli Attori, I Becchini, Re Claudio vengono inflessi nell'unico duello eroico possibile, quello dell'attore con se stesso».
Conclude il critico teatrale fiorentino Matteo Brighenti: «Barbara Voghera insieme a Lenz si è lasciata indietro l'impossibilità ed è andata incontro all'enigma del rappresentare, rappresentandosi in tutta la sua 'sensibilità'. Scelta e condizione che le hanno permesso di accedere, con una presenza di violenta intensità e grazia scomposta, a una realtà espansa, che si trova oltre ogni cosa da noi conosciuta. Esattamente come Amleto».
A testimonianza del riconoscimento internazionale della ricerca sull'attore sensibile di Lenz, si segnala che le stesure dell'Hamlet sono inserite nel sito del MIT Global Shakespeares: MIT - Massachusetts Institute of Technology.
Per informazioni: Lenz Teatro, Via Pasubio 3/e, Parma, tel. 0521 270141, 335 6096220 - www.lenzfondazione.it.
A Busseto importante omaggio a Giuseppe Verdi nel giorno dell'onomastico con il coro internazionale "Les Choristes". Domenica 19 marzo alle ore 11,00 casa di Via Piroli. Evento gratuito.
Busseto, 16 marzo 2017
Domenica 19 marzo alle ore 11,00 a Busseto si renderà un importante omaggio al grande Giuseppe Verdi, nel giorno del suo onomastico, con le voci di un gruppo di bimbi, il coro di voci bianche "Les Choristes" di Pegognaga, diretto dal M° Matteo Cavicchini. Un omaggio inusuale, sia per i piccoli cantori, che per la prima volta si cimenteranno in brani così importanti, sia per il pubblico, che conoscerà un Verdi diverso, interpretato in modo particolare e suggestivo. Ancora una volta la celebrazione verdiana si terrà nella casa di Via Piroli, nella quale il Cigno di Busseto ebbe a compiere i suoi primi studi musicali suonando la spinetta.
L'evento, del tutto gratuito, sarà possibile grazie ad Anna Sichel, proprietaria della storica dimora verdiana ed editrice di un testo sugli anni giovani di Verdi, trascorsi proprio in quel luogo che da alcuni anni viene messo a disposizione per attività culturali. Il Maestro Cavicchini, noto per concerti in città italiane ed estere, si è detto entusiasta di portare il suo magnifico coro in terre verdiane. Il programma da lui preparato per l'occasione prevede esclusivamente brani verdiani da lui trascritti e per la prima volta eseguiti da voci bianche, tratti dalle opere Nabucco, Traviata e Forza del Destino. Introdurrà Meri Rizzi studiosa ed autrice di alcuni libri relativi a Verdi tra i quali "il Giovane Giuseppe Verdi". Il professor Corrado Mingardi accompagnerà il concerto con notizie introduttive ai brani e con aneddoti relativi al grande compositore.
La suggestione della parola, della musica e del canto: primo appuntamento con la rassegna Auris che apre ufficialmente la più ampia rassegna "Il tempo delle donne". Sabato, 18 marzo, alle ore 21 presso la sede della Fraternità Francescana di Betania a Cella di Noceto.
Noceto, 16 marzo 2017
E' previsto per questo sabato, 18 marzo, alle ore 21 presso la sede della Fraternità Francescana di Betania a Cella di Noceto il primo dei tre appuntamenti all'interno della rassegna Auris, finalizzata a proporre tre momenti di spettacolo raccontati sulla suggestione della parola, della musica e del canto. L'iniziativa, che sorge sotto l'egida dell'Amministrazione Comunale - con riferimento al Vicesindaco Daisy Bizzi ed alla consigliera alle pari Opportunità Barbara Faroldi - apre ufficialmente l'edizione 2017 della più ampia rassegna "Il tempo delle donne", nata nel 2015 ed alla quale è stata data continuità anche lo scorso anno.
L'evento di sabato "La drammaturgia della parola - Liturgia per Hildegarda" nasce dalla collaborazione fra l'Associazione Ascolto ed eUropa Teatri e proporrà un monologo per attrice e musicista. Il progetto è di Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli, la voce ed azione scenica di Loredana Scianna, le musiche originali eseguite dal vivo della Mattioli, mentre la Gerbella è autrice dei testi e regista.
"Sarà l'affascinate figura di Hildegarda von Bingen, la religiosa benedettina vissuta nel 1100, scienziata , scrittrice, poetessa, musicista e filosofa, la protagonista dello spettacolo" spiegano Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli - "una figura veramente carismatica, precorritrice dei tempi, dalle intuizioni geniali e dall'indubbia modernità di azione e pensiero, elementi che la caratterizzano e la rendono di grande attualità".
"La collaborazione fra noi e l'Associazione Ascolto è iniziata lo scorso anno" commenta il Vicesindaco "sempre nell'ambito della rassegna "Il tempo delle donne", l'iniziativa a cui abbiamo dato avvio nel 2015 e finalizzata ad esplorare l'universo femminile da più prospettive e sfaccettature, a cui anche quest'anno abbiamo inteso dare continuità. Auris apre ufficialmente la serie degli eventi programmati per il 2017, che scorreranno non su unico filo tematico, come è avvenuto lo scorso anno quando è stato affrontato il drammatico tema della violenza sulle donne, ma su più argomenti di svariato interesse, di cui stiamo affinando la programmazione".
"Veramente affascinante e suggestiva la figura di Hildegarda" - si unisce alle parole del Vicesindaco la consigliera alle Pari Opportunità Barbara Faroldi "sia nella grandezza della dimensione religiosa che laica. Credo che AURIS concretizzi una proposta di qualità capace di attirare interesse e partecipazione di pubblico, confermando il positivo bilancio degli eventi organizzati lo scorso anno. Segnalo anche i prossimi due appuntamenti, quello dell' 8 aprile al Museo della Tipografia dove verrà proposto un concerto della cantante di fama internazionale Krisztina Nemeth e del 20 maggio, ospitato dal Castello della Musica, un concerto poetico con l'attrice Sandra Soncini e la cantante Alessia Galeotti, sul filo della poesia di Alda Merini che incontra Desdemona di Shakespeare".
Maggiori info sull'evento alla pagina Facebook
(Fonte: Comune di Noceto)
Si tratta della cantante Sabrina Gasparini, Presidente del Salotto Aggazzotti, e Gentjan Llukaci, di origine albanese, ma modenese di adozione, violinista di fama internazionale. Voleranno in Kazakistan dal 22 al 26 marzo per "giudicare" gli artisti e per promuovere il Concorso Internazionale di Fisarmonica "Bruno Serri" che si terrà a luglio a Serramazzoni
Di Manuela Fiorini
Modena, 18 marzo 2017
Sono in partenza per il Kazakistan Sabrina Gasparini, nota cantante e interprete modenese, Presidente del Salotto Aggazzotti, e Gentjan Llukaci, violinista di fama internazionale, nato a Tirana, ma modenese di adozione, e Direttore Musicale del Salotto Aggazzotti. Sono infatti stati scelti come membri della giuria, rispettivamente per la sezione "canto" e "musicisti", nell'ambito del prestigioso Festival Concorso Tanysu di Almaty, che si terrà nella città kazaka dal 22 al 26 marzo prossimi. Ad affiancarli, anche il Maestro Stefano Maccaferri per la sezione musicisti, il tenore Gian Luca Pasolini per la sezione canto, il regista Alfonso De Filippis e i ballerini dell'Arena di Verona Luca Condello ed Elisa Cipriani per la sezione danza e arti teatrali.
La manifestazione, giunta quest'anno alla sua IV edizione, si propone con un format non competitivo, durante il quale artisti di qualsiasi genere, formazione ed età hanno la possibilità di esibirsi in audizioni presiedute da una commissione di giurati di livello internazionale e si conclude con un grande spettacolo finale, durante il quale maestri e allievi hanno l'occasione di esibirsi insieme sui palcoscenici dei teatri più prestigiosi del paese.
Il Consolato del Kazakistan ha affidato la direzione artistica del Festival Tanysu all'associazione culturale Festiva&Contest, che promuove progetti per favorire la conoscenza reciproca delle culture italiana, europea e mediterranea e di quella russa, kazaka e asiatica post sovietica. Il festival gode dei prestigiosi patrocini dei rispettivi Ministeri della Cultura, dell'Ambasciata del Kazakhstan per l'Italia, San Marino e Malta, della Segreteria del Turismo della Repubblica di San Marino e si svolge in piena reciprocità tra San Marino, il 16 dicembre di ogni anno con la Festa Nazionale del Kazakhstan, e Almaty, in occasione del Nauryz, importante festa della cultura Kazakha.
Sabrina Gasparini nota cantante e interprete modenese, Presidente del Salotto Aggazzotti
Sabrina Gasparini e Gentjan Llukaci avranno anche il compito, durante la loro partecipazione al festival, di promuovere due importanti festival internazionali: il Concorso Lirico "Spiros Argiris", di cui la 18° edizione si terrà a Sarzana (SP) dal 27 al 30 giugno, e il Concorso Internazionale di Fisarmonica "Bruno Serri", la cui 2° edizione si terrà a Serramazzoni (MO), dal 13 al 16 luglio.
"Quest'anno il festival vanta la prestigiosa collaborazione con i premi "Bruno Serri" e "Spiros Argiris" e selezionerà in Kazakhstan, proprio durante la manifestazione, talenti nell'ambito musicale onde poi invitarli a Sarzana a giugno di quest'anno e a Serramazzoni in luglio. È un onore collaborare con realtà così importanti", ha affermato con soddisfazione la regista Zhanna Baybakova, Direttrice Artistica del Festival Tanysu.
L'esperienza in Kazakistan non è la prima per Gasparini e Llukaci, che a dicembre dello scorso anno, hanno fatto parte della commissione di giudici che durante il Festival di Tula (Russia) ha valutato 720 giovani talenti, tra musicisti, cantanti e ballerini.
Il nuovo romanzo della scrittrice modenese, nella collana Comma 21 di Damster Edizioni, è un noir che mette a nudo le relazioni tra uomini e donne, genitori e figli, adolescenti e amanti. E, a fare da cornice, il circo mediatico che si scatena attorno all'assassinio di una bambina di otto anni.
Di Manuela Fiorini
Modena, 18 marzo 2017
Un ritratto nudo e crudo della società moderna, un romanzo "corale" dove i personaggi, più di una ventina le voci narranti, si rivelano essere uno specchio della contemporaneità, tra tradimenti, pregiudizi, apparenze da salvare, malesseri taciuti a lungo che poi "deflagrano" con devastanti effetti collaterali. E, a fare da cornice, anch'essa impietosa, il circo mediatico che si scatena attorno al feroce assassinio di una bambina di otto anni, il cui corpo viene ritrovato da un altro bambino in un fosso. A vegliarla solo un'inquietante bambola appesa ad un ramo, pezzo della collezione di una contadina eccentrica e forse pazza, in realtà ritiratasi da una società falsa, ipocrita e senza speranza di uscire dal loop emotivo e tossico con cui si pasce ogni giorno. Difficile non riconoscerci e non riconoscere situazioni vissute nel "Il Colore della nebbia", l'ultimo romanzo di Eliselle uscito nella collana Comma 21 per Damster Edizioni. Un noir che colpisce come un pugno nello stomaco, grazie allo stile asciutto e scorrevole, e a un'autrice che non giudica, ma lascia al lettore il giudizio sui personaggi e sulle situazioni, un giudizio che, però, stenta ad arrivare e viene lasciato volutamente in sospeso, poiché "Il colore della nebbia", dopotutto, è quello che "avvolge" e coinvolge tutti noi.
Ne abbiamo parlato con Eliselle.
Partiamo dal titolo: qual è (e che cos'è) il "Colore della Nebbia"?
"Il colore della nebbia è quello denso e lattiginoso che siamo abituati a vedere noi che viviamo in Emilia. Ma nel caso del mio romanzo è anche il colore che confonde e impedisce ai protagonisti di distinguere il bene dal male, la vita reale da quella recitata, la scelta giusta da quella sbagliata, trascinandoli nel vortice dell'ipocrisia che tutti, ma proprio tutti, sono costretti a guardare in faccia".
Tra le pagine del romanzo di alternano le voci di più di una ventina di personaggi. Nessuno di loro, tuttavia, ha il suo "happy ending", una scelta controcorrente?
"Credo che sia una scelta obbligata, nel senso che la storia e i suoi protagonisti mi hanno portato proprio lì e non ho potuto fare altro che seguirli nelle loro evoluzioni lasciandoli andare dove volevano e dove il loro vissuto li portava. C'è un filo di speranza per alcuni, ma non a caso sono coloro che hanno avuto la forza di affrontare i propri demoni. E in qualche modo, hanno cercato di superare le proprie paure".
Quanto c'è dell'autrice nei personaggi de "Il colore della nebbia"?
"L'autrice scompare, è obbligata a farlo, nel momento stesso in cui sospende il giudizio raccontando la storia. Ovvio che rimane col suo carico emotivo che trasmette al vissuto dei personaggi, con le esperienze di vita, con le letture che ha fatto, con il confronto con gli altri. Per i personaggi più "sgradevoli" e lontani non c'è altro modo se non staccarsi completamente da sé e lasciarsi trascinare dalla loro personalità, anche se totalmente differente. In alcuni invece ci sono fragilità in cui anche l'autrice si rispecchia e si riconosce, ma è il suo modo per lasciarle andare".
Il libro è anche un feroce ritratto del "circo mediatico" che nasce attorno a un episodio delittuoso, in questo caso l'assassinio di una bambina di otto anni, dove tutti vogliono dire la loro, tutti aspirano al proprio "momento di gloria" e la vittima stessa rischia di passare in secondo piano rispetto a chi sgomita per andare in TV o sui giornali. Quale messaggio hai voluto lanciare al lettore?
"È stato naturale raccontare di questa situazione perché ce la troviamo ogni giorno davanti e la viviamo spesso da vittime inconsapevoli. Ho cercato di indagare quale potesse essere la differenza tra il compartecipare a un dolore e il servirsene per trarne un guadagno, sociale o economico, tra l'empatia reale e la speculazione morbosa che vediamo spesso utilizzata dai media per cavalcare una notizia drammatica e trasformarla in spettacolo. Il messaggio è una sorta di invito al risveglio, per fare in modo che questa morbosità passi di moda e venga archiviata una volta per tutte".
Due personaggi agli antipodi: Valentina, la preadolescente fredda e calcolatrice, un "mostro" per la sua età. E Giulia, che si limita a "fare da spettatrice", incapace però di agire, dice sempre di sì, come se tutto quello che accade intorno a lei non la riguardi o quasi. Chi sono oggi le "Valentine" e le "Giulie"?
"Per rispondere prendo a prestito le parole di Vittorino Andreoli, che a mio avviso insieme a Umberto Galimberti ha tracciato diverse vie per spiegare quello che siamo diventati oggi: "Noi italiani siamo masochisti contenti, animati da una pulsione distruttiva per cui proviamo gratificazione solo nella catastrofe. Siamo individualisti spietati, rifiutiamo l'Altro e l'importanza dell'insieme, trascurando che la vera realizzazione si ha nella gioia della condivisione e del noi. Siamo attori, amiamo recitare, siamo abili a raccontare ciò che non siamo e ci rifugiamo nel racconto distorto di noi. Abbiamo una fede incredibile che ci impedisce di cercare soluzioni e organizzare azioni efficaci, ma ci fa sperare continuamente in un intervento salvifico nel domani." E ancora, in un'altra intervista: "Morire non ha poi tanto senso, uccidere è banale, si invita la morte a ballare. [...] C'è l'individualismo spietato: c'è l'io in famiglia, c'è l'io dappertutto. Siamo dei narcisi spaventosi, tutto io, faccio io. Se il narcisismo è maschile, la seduzione è femminile. E tutte si mostrano, mostrano tutto. Pur di essere "io" faccio qualsiasi cosa, è un narcisismo fondato sull'io e sul mio. Quello che è del "noi" non importa, lo roviniamo." Le Valentine e le Giulie credo che incarnino queste tendenze tutte contemporanee della società, e sono tendenze sempre più diffuse, a macchia d'olio, in qualunque strato, in qualunque ambiente, e sotto qualunque forma".
I personaggi maschili non fanno una gran bella figura. Sono traditori, narcisisti, cinici, tengono comodamente il piede in due scarpe. Nessun riscatto per loro. Non ci sono più "principi azzurri"?
"Non ci sono mai stati, le donne si sono illuse che esistessero perpetuando una visione completamente sballata della realtà e tenendo se stesse ingabbiate in ruoli e in situazioni dolorose. Le favole sono altra cosa, la mia è una fiaba nera, nerissima, che cerca di togliere il velo sulle doppie vite non solo degli uomini, ma in generale nelle relazioni. Laddove c'è onestà e consapevolezza non c'è errore: il problema e la chiave stanno proprio lì, per essere onesti con se stessi serve coraggio, per essere consapevoli bisogna sconfiggere schemi e paure, ma la pigrizia e il desiderio di lasciare "le cose come stanno" molto spesso è più forte di ogni desiderio di miglioramento".
Anche la voce dei bambini, spesso, è disincantata, realista, priva di ogni innocenza. Sono capricciosi, tiranni, spietati osservatori e giudici degli adulti. Sono davvero così i bambini di oggi?
"I bambini di oggi sono senza filtri, svegli, attenti e giudicanti. Davanti a loro hanno spesso esempi deboli, e sono spugne, quindi imparano ciò che vedono. Io dico sempre che servirebbe una patente per diventare genitori, perché richiede competenze che molto spesso non c'entrano col desiderio di amare e crescere una nuova creatura, e sono competenze che richiedono una lucidità e una consapevolezza immense: i figli non sono capricci o giocattoli, né strumenti di affermazione personale e sociale, sono persone che devono essere cresciute con indicazioni, educazione e serenità".
Una curiosità: per descrivere i personaggi del tuo romanzo ti sei ispirata a situazioni e persone reali?
"C'è sempre un po' di realtà in quello che scrivo. In questo caso ce n'è parecchia, perché per forza di cose ho fatto ricerca, ho spulciato fatti di cronaca, ho osservato e studiato fenomeni come bullismo, narcisismo, comportamenti adolescenziali, razzismo, e ho raccontato il tutto ambientandolo in una città di provincia, Modena, creando riferimenti a luoghi che a un occhio attento non possono sfuggire. Per i personaggi, sono stata aiutata da alcune esperienze negative vissute in prima persona e da altre raccontate da persone vicine, le ho elaborate, frullate e rese su carta: dopotutto, si dice che ogni riferimento a fatti e persone sia puramente casuale, no?".
Eliselle
Il colore della nebbia
Collana Comma 21 – Damster Edizioni
410 pagine – 15 euro
www.damster.it
www.eliselle.com
Conclusi i tre giorni milanesi del suggestivo spettacolo Shen Yun, unica tappa della tournée mondiale. La compagnia fondata da un gruppo di talentuosi artisti di origine cinese fa rivivere l'autentica cultura tradizionale della loro terra.
Di Pietro Razzini
14 marzo 2017
Un lungo racconto di storie vissute in 5000 anni di civiltà cinese. Questo e molto di più è Shen Yun, spettacolo multicolore che è stato protagonista al Teatro Arcimboldi di Milano fino a lunedì 13 marzo. Storie raccontate attraverso la danza in maniera chiara, toccante e, spesso, divertente. Lo sfarzo dei movimenti armonici e della musica sono lo specchio stupefacente della civiltà cinese, con i ballerini che ruotano e saltano in aria indossando brillanti costumi fatti a mano.
LA STORIA - Shen Yun è stata fondata da un gruppo di talentuosi artisti di origine cinese con uno scopo: far rivivere al mondo intero l'autentica cultura tradizionale della loro terra. Un tour iniziato nel 2006 sui palchi di più di 100 città, esibendosi davanti a milioni di persone tra Nord e Sud America, Europa, Asia e Australia. Guardare Shen Yun dà la sensazione di essere partecipi della rinascita di una realtà perduta. È la rinascita dell'antica Cina, in cui gli esseri divini e gli esseri umani interagiscono, un magico sogno di miti e leggende.
L'EVENTO - Lo spettacolo include due presentatori bilingue che forniscono delle brevi introduzioni a ogni storia: la danza classica cinese e la musica parlano direttamente al cuore. Grazia e atletismo, assoli di cantanti e musicisti, storie coinvolgenti e innovazioni tecnologiche dominano il palco per due ore. Ogni numero di danza ha il proprio tema, la propria storia, il proprio sfondo etnico, regionale o dinastico. La danza è il cuore di ogni esibizione: con gli splendidi costumi, le proiezioni mozzafiato e un'orchestra ricca di strumenti orientali e occidentali, Shen Yun (letteralmente "La bellezza della danza degli esseri divini") offre agli spettatori uno show che regala emozioni agli occhi e felicità al cuore.
LA CURIOSITA' - Shen Yun è del tutto indipendente dal Partito Comunista Cinese di Pechino. Infatti, anche se la compagnia si esibisce in teatri completamente pieni a New York e in giro per il mondo, al momento non gli è permesso esibirsi in Cina. La testimonianza di Yungchia Chen, primo ballerino e coreografo, è emblematica: "Oggi in Cina non è più possibile vedere spettacoli di cultura tradizionale cinese. I coreografi non hanno il permesso di lavorare su questi temi. Shen Yun sta facendo molti sforzi per far rivivere la parte più autentica e più bella della cultura cinese attraverso la danza".
Mostre "Patti Smith – Higher Learning" e "The NY Scene": da oggi i biglietti on line. Al via le vendite sul web per le due mostre di Parma, presso il Palazzo del Governatore, aperte dall'8 aprile al 16 luglio.
Parma, 14 marzo 2017
Prendono il via oggi, martedì 14 marzo, le vendite on line dei biglietti per le mostre di opere fotografiche "Patti Smith – Higher Learning e The NY Scene", aperte a Parma, al Palazzo del Governatore, dall'8 aprile al 16 luglio 2017.
"Higher Learning" propone circa 120 opere scattate in bianco e nero durante i viaggi di Patti Smith per il mondo. Il titolo è lo stesso di una canzone presente nell'album "Land", uscito nel 2002. La mostra, organizzata da Università di Parma e Comune di Parma e prodotta da International Music And Arts, è stata pensata appositamente in occasione del conferimento della laurea ad honorem che l'Ateneo assegnerà a Patti Smith. "Higher Learning" è un'evoluzione di "Eighteen Stations", presentata a New York ed esposta recentemente a Stoccolma. Il progetto originale è stato realizzato in collaborazione con la Robert Miller Gallery di New York e il Kulturhuset Stadsteatern di Stoccolma. La mostra "Higher Learning" è resa possibile grazie al supporto di BDC, Bertinelli Cibus&Fun, Conad Centro Nord, Fondazione Cariparma, Fondazione Monte Parma, Banca Mediolanum. L'iniziativa si inserisce infatti all'interno del grande tributo che l'Università di Parma e la città dedicheranno, la prossima primavera, all'artista americana.
"The NY Scene – arte, cultura e nuove avanguardie anni '70-'80", prodotta da Photology in collaborazione con il Comune di Parma, propone immagini legate al clima intellettuale che la stessa Patti Smith ha vissuto nella New York degli anni Settanta e Ottanta. Durante tutti gli anni Settanta New York diventa la capitale mondiale dell'arte contemporanea e la grande affermazione commerciale della Pop Art fa sì che la cultura delle avanguardie cresca nei salotti borghesi della città. La mostra vuole ricordare quei momenti che New York ha vissuto tra sesso, arte, droga, cultura pop e avanguardie letterarie, con immagini di artisti come Galella, Ginsberg, Goldin, Gorgoni, Makos, Mapplethorpe e Warhol.
A partire dall'8 aprile alla vendita on line dei biglietti si affiancherà poi anche quella diretta, alla biglietteria del Palazzo del Governatore, nei giorni e negli orari di apertura delle mostre.
A Maggio si prospetta dunque una "tre giorni" dedicata alla poetessa del rock densa di avvenimenti coordinata da Università e Comune di Parma con la collaborazione del Teatro Regio.
Palazzo del Governatore
Parma, Piazza Giuseppe Garibaldi 19
Orari 10 – 18 martedì, mercoledì, giovedì e domenica
10 – 21 venerdì, sabato e festività
tel + 39 0521 218929
Biglietti
Biglietto unico per le due mostre
Biglietti interi 8€, ridotti 6€, gruppi 4€
Booking www.midaticket.it - www.unipr.it/pattismith