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Una serata all'insegna della dolcezza per celebrare il Panettone, uno dei prodotti tipici italiani per eccellenza, anche nella stagione estiva: La "Notte dei Maestri del Lievito Madre". Un totale di 26 maestri pasticceri si sono incontrati lunedì 25 Luglio, in Piazza Garibaldi a Parma, ed hanno messo a disposizione del pubblico una ricca degustazione di delizie.

Di Chiara Marando -

Parma, 27 Luglio 2016 - (Foto by Lorenzo Moreni)

Il Panettone anche d'Estate, questo è stato l'argomento principe da cui ha preso le mosse la seconda edizione de "La Notte dei Maestri del Lievito Madre", una serata all'insegna della dolcezza d'autore. A presentarla, il gastronauta Davide Paolini.

Un totale di 26 maestri pasticceri, provenienti da tutta Italia, si sono incontrati portando in Piazza Garibaldi a Parma le loro creazioni, golose varianti di questo dolce tipicamente italiano che, con il suo gusto intenso, riesce ad abbracciare e conquistare il palato. Personaggi del calibro di Achille Zoia, Gino Fabbri, Salvatore De Riso, Alfonso Pepe e Paolo Sacchetti, chiamati a raccolta dal Maestro Claudio Gatti della Pasticceria artigianale Tabiano, a Tabiano Terme di Salsomaggiore (Pr)

Lunedì 25 Luglio erano tutti in fila per poter assaporare le diverse specialità proposte, glorioso vanto dei Maestri che si sono intrattenuti con il pubblico speigando le caratteristiche che delineavano il carattere dei loro Panettoni artigianali. 

 

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Pubblicato in Dove andiamo? Parma
Martedì, 26 Luglio 2016 15:21

Tagliolini al cacao con ragu' di verdure

La ricetta proposta da ILARIA BERTINELLI vi permetterà di dare ampio spazio alla vostra manualità in cucina, mettere a frutto la fantasia in un mix di ingredienti e colori, ma soprattutto di stupire chi con voi avrà il piacere di gustare un piatto molto appetitoso, ma anche assai goloso! Un occhio speciale nella ricetta anche per chi dovrà fare attenzione al glutine.

Di Ilaria Bertinelli

Se volete stupire e coccolare occhi e pancia, basta davvero poco: aggiungere un cucchiaio di cacao a farina e uova in modo da ottenere la classica pasta all'uovo, ma di colore marrone. Al colore della terra e della natura per eccellenza, il marrone appunto, possiamo aggiungere i colori caldi e freddi delle verdure che ci regala l'estate e il quadro è davvero completo.
Oltre a venire incontro a tante esigenze alimentari visto che può essere fatta con e senza glutine, è priva di lattosio (ricordiamo che il parmigiano non contiene lattosio) e di frutta a guscio, grazie alla sua bellezza e alla sua bontà questa pasta riuscirà a convincere anche i bambini a consumare tante verdure diverse.
Una nota pratica: nel caso in cui prepariate i tagliolini usando farina senza glutine, a seconda del tipo di farina che userete, potrebbe essere necessario aggiungere un uovo in più!

tagliolini al cacao con ragu di verdure ricetta 1

INGREDIENTI:

PER LA SFOGLIA
300 gr farina per sfoglia senza glutine** oppure di grano tenero 00
3 uova intere
30 gr acqua
10 gr olio
1 cucchiaio raso di cacao amaro
q.b. sale

PER IL RIPIENO
200 gr zucchine piccole
120 gr carote
100 gr melanzana
50 gr peperone rosso
50 gr peperone giallo
50 gr porro
2 fiori di zucca
q.b. Parmigiano Reggiano grattugiato, olio extra vergine di oliva, sale e pepe

PREPARAZIONE

tagliolini al cacao con ragu di verdure ricetta cucina ingredienti food 2

  • Su un tagliere, creare una fontana con la farina e rompervi le uova nel centro, aggiungere acqua, cacao, olio e sale.
  • Sbattere le uova con una forchetta e ad incorporare la farina gradatamente in modo da evitare che i liquidi fuoriescano dalla fontana.
  • Continuare a mescolare con la forchetta fino a quando l'impasto risulterà troppo duro per essere girato con la forchetta.
  • Iniziare ad impastare con le mani e continuare a lavorare la sfoglia fino a quando risulterà liscia e compatta.
  • Coprire la sfoglia con un foglio di pellicola e lasciarla riposare mentre si prepara il condimento.
  • Tagliare a julienne le zucchine e le carote; tagliare il mezzo peperone rosso a dadini di circa 1 cm e tagliare la parte bianca del porro a fettine sottili.
  • Scaldare il wok, aggiungere un filo d'olio extra vergine di oliva, versarvi le verdure e aggiustare di sale e pepe. Mettere il coperchio per qualche minuto in modo che fuoriesca un poco di acqua dalle verdure che ne permetterà la cottura.
  • Cuocere fino a quando le verdure risulteranno leggermente morbide.
  • In una grossa padella antiaderente, fare saltare la melanzana tagliata a cubetti con un filo d'olio e un pizzico di sale fino a quando sarà cotta e mettere da parte.

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Iniziare a preparare i tagliolini: tagliare la sfoglia a fette, appiattirle con il matterello, poi tirare delle strisce di qualche millimetro di spessore con la sfogliatrice (io ho una macchina di marca Imperia e le ho tirate al quart'ultimo foro), lunghe circa 30 cm e larghe circa 10 cm con la sfogliatrice.

  • Lasciare asciugare le sfoglie per circa 5 minuti, poi passarle attraverso i rulli da tagliatelle sottili della sfogliatrice per ottenere i tagliolini.
  • Stenderli su un tagliere o dei vassoi per lasciarli asciugare leggermente oppure per farli surgelare.
  • Mettere a bollire una pentola di acqua e quando questa bollirà, salarla e buttare i tagliolini. Farli cuocere qualche minuto, assaggiarli e scolarli (conservando una parte dell'acqua) ancora al dente buttandoli nella padella con le melanzane.
  • Aggiungervi anche le altre verdure, un piccolo quantitativo di acqua di cottura e il parmigiano grattugiato.
  • Servire i tagliolini ben caldi.

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CREDITS: - cookaround.com – ilgermogliobio.it – leverduredelmioorto.it – blog.pianetadonna.it – macrolibrarsi.it – sweetsweethouse.worldpress.com – ricette.pourfemme.it

Pubblicato in Cultura Emilia

Il Refettorio Ambrosiano di Massimo Bottura sbarca a New York nel quartiere più difficile della città: il Bronx. Ad affiancarlo in questo progetto il due volte premio Oscar Robert De Niro. Un percorso che continua sotto il segno del motto “Cucinare è un appello per agire”.

Di Chiara Marando -

Sabato 23 Luglio 2016 -

Un luogo nel quale anche i meno fortunati possano trovare accoglienza ed un posto a tavola, un luogo speciale dove il momento del pranzo o della cena diventi anche un’occasione di integrazione, il tutto con la particolarità di piatti preparati con cibo di scarto lavorato da veri chef e trasformato in qualcosa di gustoso. Vi dice qualcosa?

Già, è l'idea alla base del Refettorio Ambrosiano portato all'Expo e del Refetto-Rio, la sua versione olimpica. A pensarlo e portarlo avanti è lui, Massimo Bottura, da poco salito sulla vetta come miglior ristorante al mondo con la sua “Osteria Francescana”.

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Oggi il suo progetto guarda lontano e vola oltreoceano, precisamente a New York, nel quartiere più difficile della città: il Bronx. Una prima anticipazione era arrivata direttamente dal profilo Instagram dello chef , che aveva postato una sua foto più che curiosa accompagnata da una frase tutt’altro che criptica: "Progettando il nuovo Refettorio nel Bronx. Con Bob nel 2017".

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E Bob è proprio quel Robert De Niro, due volte premio Oscar e con una carriera da ristoratore alle spalle. E' lui il partner ideale per questo nuovo obiettivo che riprende il fil rouge iniziato l'anno scorso, ovvero meno sprechi alimentari ed un migliore utilizzo del cibo per aiutare i bisognosi, cucinato da un gruppo di cuochi messi a disposizione dallo stesso Massimo.

I numeri registrati durante Expo gli hanno dato ragione insieme alla spinta per continuare su questa strada e pensare ancora più in grande, pensare internazionale: più di 15 tonnellate di cibo che hanno sfamato una novantina di homeless nell'ex teatro della parrocchia San Martino di Greco a Milano.

Ora è la volta delle Olimpiadi di Rio, dove chef del calibro di Alain Ducasse e Joan Roca si cimenteranno nella cucina degli avanzi per circa 19.000 pasti, il tutto secondo il motto “Food for Soul”, il nostro “Cucinare è un appello per agire”.

Pubblicato in Cultura Emilia

Un magico luogo che si trova nella Lunigiana, incastonata nell'Appennino tra Emilia-Liguria e Toscana, dove è ancora possibile trovare chi, con inestimabile passione per le tradizioni, cucina con antichi strumenti di cottura. CECILIA NOVEMBRI ci introduce le caratteristiche del "testo" con cui si preparano i gustosissimi "testaroli"...da non perdere!

Di Cecilia Novembri

L'utilizzo dei testi per la cottura è alla base della cucina lunigianese: sono formelle tonde in metallo o in terracotta che vengono appoggiate direttamente sulla brace dopo essere state scaldate a fiamma viva.
Il piccolo vaso di terracotta che, grazie alla sua conformazione interna, una volta scaldato ad alte temperature, consente ai cibi di cuocere molto lentamente anche lontano da fonti di calore dirette. Per la cottura nei testi è fondamentale stabilire la giusta temperatura, devono essere caldissimi! Usati per cuocere praticamente tutto, dalla carne al pane e ai famosi testaroli che proprio a questo strumento devono il nome.

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Come viene creato questo antico e tradizionale strumento tipico della Lunigiana?
Una volta i testi venivano fatti a mano lavorando l'argilla mescolata al quarzo e ogni famiglia aveva la sua "fascina" dove avveniva la cottura nei testi. Più tardi la terracotta e l'argilla sono state sostituite dal testo di ghisa che ha soppiantato la lavorazione tradizionale.

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Nel Pontremolese e in tutta l'alta Lunigiana è ancora utilizzato il testo composto da due parti, un disco e un coperchio di forma leggermente conica. L'uso del testo è legato ad una storia che gelosamente viene custodita e il rispetto delle tradizioni culinarie della lunigiana è la parola d'ordine del SAUDON, a Pozzo di Mulazzo in provincia di Massa Carrara, uno dei paesi più belli della Lunigiana e luogo dove tutto sembra magico, dalla semplicità con la quale vengono preparati i piatti, al vino, dalla bellezza della natura circostante all'accoglienza di Jean Claude e Gigliola.

Le delizie tradizionali proposte sono preparate, sotto un portico circondato dalle vigne, nel tipico testo: Testaroli al pesto, pollo e verdure tutto rigorosamente cotto nei testi.
La cottura nei testi ha visto di recente un risveglio e un nuovo interesse, provato il cibo con questo tipo di cottura si capisce che è decisamente qualcosa che viene da un tempo lontano, una cosa d'altri tempi che come tale va tutelata!

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Per chi volesse approfittare di restare in tutta tranquillità a gustare la bellezza del posto vi è la possibilità di pernottare in questo delizioso agriturismo: Durella, Maron, Sciavon, Rossella, sono alcuni dei nomi delle caratteristiche camere di cui l'agriturismo dispone per i suoi ospiti.
E il relax è assicurato!

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CREDITS: agriturismosaudon.it – pixabay.it – pestogenoveseblog.altervista.org

Pubblicato in Cultura Emilia

Arriva a Parma la seconda edizione de la “Notte dei Maestri del Lievito Madre”: 26 tra i migliori professionisti di lievitazione e pasticceria si ritroveranno in Piazza Garibaldi il 25 Luglio a partire dalle 20,30.

Di Chiara Marando -

Parma, 16 Luglio 2016 -

Il panettone anche a Ferragosto?

No, non è una stranezza ma un mondo nuovo di concepire un prodotto della tradizione italiana, destagionalizzarlo per renderlo appetibile anche nei mesi più caldi. Perché, in fondo questa bontà può essere una colazione ideale, accompagnare il gelato, ma anche incontrare la frutta estiva in varianti interessanti e ricche di gusto.

Questo è il fil rouge dell'impegno portato avanti dal gastronauta Davide Paolini che, dopo anni di dure battaglie su Sole24Ore, radio, nonché sul sito ww.gastronauta.it, è riuscito a fare in modo che su tutto il territorio nazionale venissero organizzazione manifestazioni volte a celebrare il panettone d'estate.

Manifestazioni come la “Notte dei Maestri del Lievito Madre”, giunta alla sua seconda edizione, che quest'anno ha scelto Parma, eletta City of Gastronomy UNESCO, come location ideale. Il 25 Luglio, dalle ore 20,30, Piazza Garibaldi sarà invasa dal profumo invitante delle delizie preparate da veri e propri Maestri di lievitazione e pasticceria provenienti da tutta Italia, 26 per l'esattezza.

Personaggi del calibro di Achille Zoia, Gino Fabbri, Salvatore De Riso, Alfonso Pepe e Paolo Sacchetti, chiamati a raccolta dal Maestro Claudio Gatti della Pasticceria artigianale Tabiano, a Tabiano Terme di Salsomaggiore (Pr). A presentare l'evento, ovviamente Davide Paolini.

Locandina def NotteMaestriLievitoMadre 6luglio

Una serata aperta a tutti, durante la quale sarà possibile ascoltare gli spunti di professionisti, osservarne la maestria ed assaporarne le specialità, in un percorso degustativo che vede protagonista l'utilizzo e la lavorazione del lievito madre.

Ma chi saranno questi 26 protagonisti riuniti per una lunga notte dedicata alla lievitazione?

Marco Avidano- Pasticceria Avidano a Chieri (TO)

Mario Bacilieri- Pasticceria Bacilieri a Marchirolo (VA)

Maurizio Bonanomi- Pasticceria Merlo a Pioltello (MI)

Renato Bosco- Saporè di San Martino Buon Albergo (VR)

Roberto Cantolacqua Ripani- Pasticceria Mimosa di Tolentino (MC)

Emanuele e Giancarlo Comi- Pasticceria Comi a Missaglia (LC)

Diego Crosara- specialista nell'arte del gelato

Salvatore De Riso- Sal De Riso a Tramonti (SA)

Denis Dianin- D&G Patisserie di Selvazzano Dentro (PD)

Gino Fabbri- Gino Fabbri Pasticcere a Bologna

Francesco Favorito- specialista del Gluten free

Salvatore Gabbiano- Pasticceria Gabbiano di Pompei (NA)

Claudio Gatti- Pasticceria Tabiano a Tabiano Terme (PR)

Stefano Gatti- Il Fornaio a Viareggio (LU)

Emanuele Lenti- Premiata Forneria Lenti a Grottaglie (TA)

Grazia Mazzali- Pasticceria Mazzali a Governolo (MN)

Mauro Morandin- Pasticceria Mauro Morandin a Saint-Vincent (AO)

Alfonso Pepe- Pasticceria Pepe a Sant'Egidio del Monte Albino (SA)

Carlo Pozza- Da Venicio di Arzignano (VI)

Paolo Sacchetti- Il Nuovo Mondo a Prato

Attilio Servi- Pasticceria Attilio a Pomezia (RM)

Anna Sartori- Pasticceria Sartori a Erba (CO)

Valter Tagliazucchi- Il Giamberlano a Pavullo Nel Frignano (MO)

Vincenzo Tiri- Tiri 1957 di Acerenza (PZ)

Carmen Vecchione- DolciArte di Avellino

Achille Zoia- La boutique del Dolce a Cologno Monzese (MI)

Pubblicato in Dove andiamo? Parma
Giovedì, 07 Luglio 2016 13:49

Stuzzicagente: premiati, con gusto!

Sono Omer Caiumi della Trattoria Omer, Francesco Figliomeni di Sano Italano e Gianluca Laritoda dell' Hosteria D'A...mare i più votati dal pubblico che lo scorso 29 maggio ha partecipato numeroso alla Maratona del Gusto nel centro storico di Modena.

Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi

Modena, 7 luglio 2016

Il primo ha conquistato le migliaia di partecipanti con le sue costine in umido al pomodoro, il secondo ha stregato i palati con lo sfizioso calzone tricolore ai cereali, il terzo ha convinto gli esigenti palati modenesi a votare il suo polpo con crema di patate, terra di taggiasche e datterini grigliati.

Sono, Omer Caiumi, titolare della Trattoria Omer, Francesco Figliomeni, titolare di Sano Italiano e Gianluca Laritonda, titolare di Hosteria D'A...Mare gli esercenti modenesi più votati lo scorso 29 maggio, nell'ambito dell'edizione primaverile di Stuzzicagente, la Maratona del Gusto che si conferma la più amata dai modenesi, a giudicare dalla corsa al biglietto scatenatasi nei giorni precedenti la manifestazione.

Organizzata da Modenamoremio, società di promozione del Centro Storico di Modena, insieme a bar, gastronomie, ristoranti e forni nelle vie del quartiere Pomposa, Taglio, Battisti e Borgo Sant'Eufemia e Novi Sad, Stuzzicagente ha visto in campo una ventina di esercenti, che hanno proposto le loro sfiziose specialità in tre differenti percorsi a tappe con soste gustose. Ai partecipanti era stato chiesto di "votare" quale piatto era stato di loro maggiore gradimento.

vincitori stuzzicagente 2016 modena

Ieri i titolari degli esercizi che avevano proposto le tre pietanze più votate sono stati premiati dal sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e dall'Assessore del Centro Storico Andrea Bosi nella Sala di Rappresentanza del Municipio. A ciascuno di loro è andata una cesta di prodotti della tradizione modenese offerti da Casa Modena, Consorzio del Parmigiano Reggiano e Consorzio di Tutela dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.

Ma Stuzzicagente ha voluto anche premiare i votanti. Grazie al concorso "Vota il piatto più goloso" sono stati estratti Cinzia Mazzaretto, Elena Santi e Maurizio Malavolta, a ciascuno dei quali vanno due biglietti a testa per partecipare all'edizione autunnale di Stuzzicagente, in programma il prossimo 2 ottobre.

Pubblicato in Cronaca Modena

Un locale dove è lo chef stesso a scegliere di piatti da servire agli ospiti, a raccontare loro come gustarli parlando delle materie prime, della preparazione ed arricchendo il tutto da esperienze personali: il Ristorante Puzzle a Milano dello chef Misha Sukyas.

Di Chiara Marando -

Sabato 09 Luglio 2016 - 

Quello che succede quando decidiamo di andare a mangiare al ristorante si sa, è un piccolo rito che amiamo concederci, un modo per viziarci e gustare sapori i conosciuti che ricerchiamo, ma anche gusti particolari e mai provati. Ci si siede al tavolo e si sceglie tra i piatti del menù che poi vengono serviti dai camerieri preoccupati di controllare che tutto sia piacevole e gradito.

Troppo spesso, però, capita che non si riesca ad apprezzare veramente il carattere di una portata, che non sia possibile assorbirne il processo di creazione e le peculiarità degli ingredienti con cui è stata preparata.

Spesso, ma non sempre…

Ad offrire unviaggio tra sapori, profumi e conoscenza è lo chef Misha Sukyas nel suo nuovo locale appena inaugurato: il Puzzle, all’interno del TownHouse 31, una delle numerose strutture alberghiere dell’Alessandro Rosso Group a Milano. Ma quello di Misha non è il ristorante dell’albergo, lui è solo un ospite che utilizza uno degli eleganti spazi presenti nell’edificio. E lo utilizza in un modo molto particolare: un solo tavolo, 16 commensali ed un menù a sorpresa portato in tavola direttamente dallo chef.

Già, perché Misha sovverte la “routine” del ristorante e la interpreta a modo suo, uscendo in sala, condividendo, spiegando i propri piatti con gli ospiti e facendo vivere loro un’esperienza sensoriale completamente nuova. Non più solo chef’s table, piuttosto un mix tra racconti di vita personali, ricette estrose, materie prime anche inconsuete ,come la carne di zebra, e vini ricercati, in un gioco di sapori, aromi, consistenze, cotture diverse e ingredienti provenienti dai Pesi più disparati.

carne di zebra

Perchè Misha Sukyas è proprio questo, un alchimista della cucina, che costruisce i piatti infondendovi tutta la creatività e l’esperienza proveniente dai tanti viaggi e cambiamenti che ha affrontato.

Milanese di origini armene, inizia nel ristorante di famiglia a Cabo San Lucas, per poi passare ad un periodo londinese con Antonello Tagliabue, lo chef di Bice, Valentino Bosch e Michelle Roux, e volare successivamente in Autralia per lavorare con lo chef stellato Peter Gilmore, e in Olanda con Moshik Roth, chef israeliano portavoce della cucina tecno-emozionale. Ed ancora, India, Thailandia, Estremo Oriente, SudAmerica, tappe che gli hanno permesso di innamorarsi degli ingredienti, dei colori e delle commistioni di una cucina che si avvicina a quella fusion.

ostriche

Il Puzzle è la sua ultima creatura. Aperto solo la sera ed esclusivamente su prenotazione. I costi: 75 euro per il menù degustazione completo di vini al calice in abbinamento, che diventano 60 per chi non desidera i vini. Si può scegliere di fermarsi solo per l’aperitivo, anch’esso solo su prenotazione, a base di bollicine, vini fermi al calice, crudi di pesce, fritti di mare e ostriche da gustare nel piccolo cortile che può ospitare al massimo quindici persone.


Ristorante Puzzle

via Goldoni, 31 - Milano

Tel 3883681303

Cena ore 20.30

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

- Chiuso la domenica

 

(Foto tratte da Instagram)

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia

Un piatto ed un abbinamento vino adatti alla calda stagione estiva. Può essere un antipasto, ma anche un valido piatto unico considerate le proprietà nutrizionali della "Quinoa". Un valido aiuto per un piatto fresco, leggero e senza glutine!

Di Ilaria Bertinelli e di Cecilia Novembri

La Ricetta

Una splendida alternativa al buonissimo cous cous (che però contiene glutine ed è quindi bandito a casa nostra) è la quinoa.
Pseudocereale originario della regione andina in Sud America, la quinoa presenta proprietà nutrizionali straordinarie in quanto contiene tutti gli aminoacidi essenziali, fatto davvero raro tra i vegetali.
Pensate un po' che grazie all'alto contenuto di proteine, nella civiltà Incas questo seme era riservato solo ai re in quanto dava vigore e forza fisica, privilegio che questi non erano disposti a condividere con i loro sudditi.

La quinoa è di recente scoperta nel nostro paese, ma si è presto conquistata palati e attenzione. L'insalata che vi propongo è ideale per
tutta la famiglia, ma anche per gli ospiti, come fresca e sana apertura del pasto visto che stimolerà il nostro appetito con un apporto di
nutrienti di tutto rispetto, ma senza appesantirci. Se poi ve ne dovesse avanzare un po', non dimenticate di portarla in ufficio per il pranzo
del giorno dopo!

insalata di quinoa ricetta estiva vino 1

Ingredienti 300 g pomodorini
200 g quinoa
2 zucchine
2 carote
½ porro
- 2 fiori di zucca
- q.b. olio extra vergine di oliva, basilico, menta e sale

PREPARAZIONE

insalata di quinoa ricetta estiva vino 2

Sciacquare bene la quinoa e metterla a cuocere in un pentolino con acqua e un pizzico di sale.
Lasciala cuocere per circa 15 minuti, fino a quando i chicchi si saranno aperti.
Scolare la quinoa e lasciarla raffreddare, quindi metterla in una terrina.
Nel frattempo, tagliare a julienne le zucchine e le carote, affettare sottilmente il porro e a pezzi i fiori di zucca.
Mettere un filo d'olio nel wok e farvi saltare le verdure aggiustando di sale. Quando le verdure saranno morbide, lasciarle intiepidire, poi aggiungerle alla quinoa.
Tagliare i pomodorini a metà, mescolarli alla quinoa, aggiungere basilico e menta tritati, aggiustare di sale e girare il tutto in modo che gli ingredienti si amalgamino.

L'Abbinamento Vino

L'insalata di quinoa con le verdure è una ricetta semplice e estremamente versatile, richiede quindi un vino che abbia caratteristiche simili: versatilità e semplicità allo stesso tempo!

Nella cultura popolare la parola arneis identifica una persona estroversa, ribelle, originale e sicuramente simpatica, anche queste sono tutte caratteristiche che si ritrovano sia nel piatto che nel vino ROERO ARNEIS.

Un vero gioiellino dell'enologia piemontese, inteso e ricco di aromi, dal colore brillante, solare, luminoso con tonalità giallo paglierino scarico e riflessi verdolini, il profumo è pieno ed intenso, composito e delicato, si avvertono sentori floreali e fruttati al tempo stesso che ricordano ginestra, camomilla, pesca ed albicocca, al gusto è secco, fresco e armonico, persistente con splendido retrogusto leggermente ammandorlato.

Eccellente come aperitivo, si accompagna perfettamente ad antipasti e primi piatti leggeri a base di verdura, ottimo anche con piatti a base di pesce o carni bianche, tutti preparati che fanno pensare a felici cene estive!

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CREDITS: -vivailvino.it – healthpositiveinfo.com – greenme.it – gustissimo.it – sostenitori.info – inran.it – tantasalute.it – agrodolce.it – marcarini.it

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Inaugurato il ristorante gourmet più alto d'Italia: Piano35, locale raffinato ed essenziale situato al 35esimo piano del Grattacielo di San Paolo Intesa di Torino. Menù a cura dello chef Ivan Milani.

Di Chiara Marando -

Sabato 02 Luglio 2016 -

La location è tutt'altro che comune, il menù promette sinfonie di sapore che intrecciano la tradizione con sentori asiatici, ed il panorama non lascia certo indifferenti: si parla di Piano35, il nuovo ristorante gourmet “più alto d'Italia” che ha inaugurato lo scorso 28 giugno.

Un locale raffinato ed essenziale situato, appunto, al 35esimo piano del Grattacielo di San Paolo Intesa di Torino, la torre di Cristallo disegnata dall'architetto Renzo Piano, a ben 166 metri di altezza. A curare e studiare ogni aspetto culinario è lo chef Ivan Milani, affiancato dal maître Adalberto Robbio, che si occuperà di elaborare tre proposte di menù d'eccellenza realizzati con prodotti tipici del territorio esaltati da tocchi di stile e culture gastronomiche diverse.

Ivan Milani

Questo significa che si potrà trovare il piccione al pescato, le capesante e lo sgombro arricchiti con erbe spontanee, radici, molluschi e, addirittura, licheni rari e insoliti. Non a caso, il consulente per lo studio di sapori nuovi e provenienti da ecosistemi controllati è Wood*ing – wild food lab, un laboratorio di ricerca su raccolta, conservazione e utilizzo del cibo selvatico per l’alimentazione umana. La selezione ha toccato 9mila prodotti delle Alpi e della Sardegna, regione da cui provengono le alghe e gli alimenti di mare.

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L'eccellenza in cucina viene completata da una cantina composta da circa 300 etichette tra le migliori italiane e non solo.

«Il nostro desiderio - spiega lo chef Milani - è quello di far vivere al pubblico un’esperienza unica, così che si possa ricordare non solo quello che ha provato, ma anche come è stato accolto e come si è sentito. Dopo diversi anni lontano da Torino, la mia città, volevo tornare a vivere e lavorare qui e mi sono innamorato di questa location».

Emozioni sensoriali quindi, gustative ma anche visive, perché Piano35 propone solo sessanta coperti, tavoli tondi e quadrati color avorio, avvolti dalla trasparenza delle vetrate del grattacielo che offrono una vista veramente unica sulla città di Torino, le sue colline, i meravigliosi monumenti e la lingua d'acqua del fiume Po che attraversa il tessuto cittadino, il tutto ulteriormente esaltato con le luci della sera. Insomma, uno spettacolo che conquista, tanto che lo chef ha già annunciato il lancio di nuovi piatti ispirati al grattacielo.

Ristorante Pianon 35

Oltre al ristorante gourmet Piano35, il «sistema gastronomico» del grattacielo prevede un raffinato lounge bar al 37° piano, vero e proprio regno del bartender Mirko Turconi e la caffetteria snack Chiccotosto a piano terra, a sud della torre.

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E' stata presentata la nuova sede milanese de La Scuola della Cucina Italiana, un tempio dove cimentarsi con ricette gourmet guidati da docenti di primo piano che accompagneranno in un percorso affascinante fatto di gusto, tecnica, profumi, design ed emozioni sensoriali

Di Chiara Marando -

Sabato 25 Giugno 2016 -

Amanti della buona tavola, ma anche delle sperimentazioni ai fornelli, è appena stato presentato uno spazio nuovo e all'avanguardia che ospita una realtà storica del territorio nazionale: la Scuola de La Cucina Italiana si è trasferita nella nuova sede milanese di Piazza Cadorna.

Un ampio salone dotato di bancone bar attrezzato per eventi e degustazioni, ma anche una cucina centrale munita con ogni tipologia di strumentazione professionale, insieme ad una seconda cucina dedicata ai corsi base e pronta ad accogliere fino a 25 persone per volta. Ovviamente, non poteva mancare l'area interamente dedicata alla pasticceria dove dare corpo a golose delizie realizzate con i preziosi segreti dei maestri pasticceri.

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Insomma, un vero e proprio tempio della cucina dove chiunque potrà cimentarsi con ricette gourmet guidato da docenti di primo piano ed esperti del mondo food, che accompagneranno in un percorso affascinante fatto di gusto, tecnica, profumi, design ed emozioni sensoriali.

“La cucina è senza alcun dubbio uno dei temi più caldi degli ultimi anni, e in molti pensano che sia dovuto solo ed esclusivamente alla mediaticità, al parlarne continuo della televisione e della stampa, ma non è così -spiega Emanuele Gnemmi, direttore della Scuola e direttore del corso in Manager della ristorazione della scuola internazionale di cucina italiana Alma. – In realtà alla base di questa stagione di grande popolarità del cibo c’è tantissima ricerca, con un alto valore scientifico, che va a influenzare tanto la creazione dei piatti quanto la ricerca dei giusti ingredienti.

E poi ci sono i nuovi influssi del design, di cui l’Italia è sicuramente uno tra gli esponenti più importanti a livello internazionale. La cucina italiana è cultura, e noi siamo felici di trasmetterla anche agli amatori grazie ai nostri corsi”.

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Quindi un'attenzione particolare nei confronti della “cultura gastronomica” colta in senso più ampio ed in continua evoluzione. Non più solo i tradizionali corsi dove imparare i rudimenti per preparare la pasta fatta in casa, i risotti, i dolci oppure le tecniche migliori per trattare la carne o il pesce, ma anche lezioni dedicate al food design, alla cucina salutare, al finger food vegetariano ed alla food fotography.

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L'obiettivo è quello di diventare un punto di riferimento nazionale nella formazione culinaria in campo amatoriale.

Per info su corsi, orari e costi: scuola.lacucinaitaliana.it/

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