La merce, per un valore di più di 62 mila euro, era all’interno di due container ed è risultata prima della prescritta marcatura CE, di idonea etichettatura e di libretti di istruzioni in italiano. È stata sottoposta a sequestro amministrativo
Sono 10 mila le mascherine donate al Comune di Parma da parte dell'Associazione Cinese delle piccole e medie imprese in Italia. Al momento della donazione ha partecipato il vicesindaco, Marco Bosi.
Si tratta di una donazione importante che si affianca a quelle già ricevute dal Comune per far fronte all'emergenza coronavirus. Un gesto di solidarietà che la città di Parma non dimenticherà come ha rilevato il vicesindaco Bosi, che ha ringraziato di cuore l'Associazione per l'importante donazione.
Durante alcuni controlli in laboratori tessili gestiti da cinesi, i funzionari della Direzione provinciale del Lavoro hanno trovato due persone assunte in nero, benché in regola con i permessi di soggiorno. Il titolare ha subito regolarizzato i due lavoratori e pagato la sanzione, per poi riaprire i battenti.
Reggio Emilia, 1 ottobre 2014 – di Ivan Rocchi
Continuano i controlli della Polizia di Stato nella nostra città. Tra i fenomeni finiti sotto la lente d'ingrandimento degli ispettori di Reggio ci sono i laboratori tessili cinesi, che spesso assumono personale in nero o non in regola con il permesso di soggiorno. Lunedì scorso, durante un'operazione svolta da Polizia, Direzione provinciale del Lavoro, Vigili del Fuoco e servizio ispettivo dell'Asl, sono state riscontrate irregolarità in un laboratorio, subito fatto chiudere, mentre su un altro la pratica rimane aperta.
Nel primo opificio, in zona stazione centrale, vi erano 11 cittadini cinesi, tutti in regola con le norme sul soggiorno. Solo 8 erano intenti al lavoro, ma due di questi risultavano assunti in nero. I funzionari della Direzione provinciale del Lavoro hanno così decretato la sospensione immediata dell'attività di produzione. Che però è durata meno di un giorno. Infatti, ieri il titolare della ditta ha regolarizzato la posizione dei suoi dipendenti e ha pagato la multa, potendo così tornare in attività.
Nel secondo caso è stato invece ispezionato un opificio in zona Pieve, dove si trovavano quattro cittadini cinesi, regolari sul territorio, le cui posizioni lavorative hanno destato qualche dubbio nei funzionari, che vogliono proseguire l'indagine prima di chiudere gli atti.
Ma non sono solo i contratti di lavoro a essere sospetti. Anche alcune ditte lo sono. Infatti, dalla fine dell'anno scorso sono stati scoperti 31 laboratori tessili falsi, ovvero completamente inesistenti od ormai di fatto inattivi. Al loro posto c'erano invece dei capannoni abbandonati o ditte intestate ad altre persone. In via Zatti 15, per esempio, era stata dichiarata l'esistenza di una ditta cinese, ma una volta giunti sul posto gli ispettori hanno trovato al suo posto una ditta di italiani, completamente all'oscuro della truffa. In via Giordano Bruno 71, invece, un laboratorio tessile che risultava aver assunto 23 dipendenti, era in realtà un basso scantinato di un condominio, dove a malapena c'era spazio per cinque persone.