Spinazzi (Consorzio Bonifica Parmense): “Parma pesa per 120 milioni. peggioramento del valore complessivo del 10% in un solo anno.”
Pesa la situazione sull’Appennino, ma anche la Bassa è a rischio esondazione.
Roma, Febbraio 2014 – La preoccupazione per le condizioni di sicurezza della nostra provincia nel contesto italiano resta assai alta e la presentazione nei giorni scorsi a Roma del Piano Nazionale per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, all’incontro voluto dall’Anbi (Associazione Nazionale delle Bonifiche) a Montecitorio, ne è stata la controprova.
All’interno di uno scenario nazionale in continua mutazione, che giorno dopo giorno incrementa notevolmente i livelli di fragilità peggiorando le condizioni sociali e i riflessi economici del territorio, l’Emilia Romagna non fa eccezione anzi, alla luce dell’ultimo monitoraggio, rappresenta una vera e propria polveriera di zone nevralgiche.
All’interno poi dei confini regionali la provincia di Parma ha registrato un grave ed ulteriore incremento della sua debolezza geomorfologica negli ultimi dodici mesi. Vanendo ai numeri: il Piano dell’Anbi, condiviso nella capitale dal presidente Massimo Gargano coi presidenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato e coi vertici delle bonifiche, l’Ordine nazionali dei Geologi e con Legambiente vede una cifra complessiva di interventi da fare per mettere in sicurezza il paese pari 3383 lavori immediati per un valore complessivo di 7.795 milioni di euro con un peggioramento rispetto allo scorso anno (7.409 ml) dovuto alla somma delle negatività dell’ultimo periodo, frane e alluvioni.
In Emilia Romagna la prevenzione del dissesto costerebbe, da sola, 1 miliardo e quindi il peso sul generale equilibrio è da considerarsi veramente incidente. Parma, monitorata per tutto il 2013 dai tecnici del locale Consorzio di bonifica Parmense ha presentato a Roma dei dati negativi che destano preoccupazione.
Nel 2012 gli interventi utili alla sicurezza del territorio dei luoghi maggiormente a rischio erano 104 e oggi sono saliti a 106 per un valore che passa da 109 milioni di euro a 120 in pochi mesi. Un 10% circa che in un anno è sintomo reale di condizioni da arginare con velocità per evitare drammi sociali ed economici come a Mirandola o a Tizzano o come in Liguria, Sardegna e Toscana.
“Il dissesto pesa enormemente sulle nostre teste e sulla nostra economia, soprattutto agricola – sottolinea Luigi Spinazzi, presidente della Bonifica Parmense –. L’ Appennino e la Bassa chiedono una sicurezza dovuta da parte delle istituzioni. Da parte loro serve maggior attenzione e investimenti che non definire solo finanziamenti. Prevenire significa investire sul futuro di un territorio a vocazione produttiva come il nostro. Invece urbanizzazione caotica in pianura e spopolamento fanno ancora da padrone, in più oggi si aggiunge l’incuria come aggravante. A Parma i problemi più evidenti sono ben visibili dall’Appennino fino alla Bassa passando per la città. Per fare un solo esempio, a contribuire all’aumento del 10% del costo della prevenzione, c’è l’incidenza di una zona ad alto rischio allagamento in località Enzano dove la priorità è stata già condivisa con l’AIPO, la Comunità Bassa Est e il Comune di Sorbolo. Occorre un impianto tecnologicamente avanzato che possa equilibrare e governare i livelli dei canali Terrieri, Fumolenta e Naviglia per evitare esondazioni pericolose con esiti gravi”.
UFFICIO STAMPA
CONSORZIO DI BONIFICA PARMENSE (20 febbraio 2014)
Dissesto idrogeologico e piano irriguo nazionale le principali problematiche affrontate. Focus sul tema della prevenzione alla presenza del Pres. ANBI Massimo Gargano.
Bologna – 13 Gennaio 2014 – Giovedì 16 Gennaio dalle 11 alle 13 nella sede di via Ernesto Masi 8 a Bologna si terrà la Conferenza Organizzativa Regionale delle Bonifiche alla presenza del Presidente ANBI Massimo Gargano.
All'ordine del giorno due temi fondamentali per agricoltura e territorio: la lotta al dissesto idrogeologico in montagna; e l’irrigazione e il governo dei flussi delle acque a sostegno del “made in Italy”.
Durante la conferenza verranno inoltre diffusi ai giornalisti importanti dati numerici relativi nella fattispecie a:
L’entità in milioni di euro dell’emergenza dissesto idrogeologico alla luce degli ultimi mutamenti climatici radicali di cui il nostro paese è oggetto;
La quantità e il valore dell’acqua erogata dai consorzi a sostegno dell’agricoltura nell’anno 2013 e le prospettive del settore verso la Pac.
In relazione ai gravi episodi di dissesto verificatisi nell'ultimo periodo, in modo particolare nelle zone montane, quest’anno L’URBER invita la stampa a presenziare in maniera forte per porre al centro del dibattito il tema della prevenzione e dare un segnale deciso alle popolazioni colpite duramente nella loro vita quotidiana.
Nell'ambito dell'incontro i giornalisti potranno intervistare il Presidente nazionale Massimo Gargano e il Presidente di URBER e di CER e Vicepresidente nazionale Massimiliano Pederzoli.