Pronto l'accordo per lo smaltimento di tonnellate di rifiuti provenienti dalla Liguria. La Giunta di Pizzarotti si è opposta e la scelta è ricaduta su Piacenza, la città più vicina al confine ligure. -
Parma, 23 luglio 2015 -
La Regione confinante con l'Emilia smaltirà 200 tonnellate al giorno di rifiuti dell'area metropolitana di Genova, che ha subito un duro colpo dopo l'emergenza alluvione e la chiusura della discarica di Scarpino, nel termovalorizzatore di Piacenza per un periodo limitato dai 70 ai 90 giorni e a parità di costo dell'impianto piemontese in cui sono stati portati fino a pochi giorni fa con una spesa di circa 100-120 euro a tonnellata. In queste ore dovrebbe essere siglata l'intesa tra le due Regioni. Lo ha detto l'assessore regionale della Regione Liguria Giacomo Giampedrone che ha motivato questa scelta a margine dei lavori del consiglio regionale.
La situazione si è venuta a creare a seguito del blocco delle autorizzazioni nell'impianto di smaltimento in Piemonte che accoglieva i rifiuti genovesi fino a pochi giorni fa e che li riaccoglierà appena sciolto il nodo dell'autorizzazione ambientale.
"Ora l'Emilia, poi il ritorno in Piemonte, ma a lungo termine bisognerà trovare nuove soluzioni, - sottolinea - la Liguria non smaltisce quasi nulla in casa, non ha grandi discariche disponibili".
Una normativa europea imporrebbe la possibilità di costruire nuovi termo-valorizzatori solo quando tutti gli impianti esistenti in Italia sono a regime. Gli impianti oggi esistenti basterebbero per coprire tutti i rifiuti prodotti nel nostro Paese. Con la scelta di Piacenza i rifiuti genovesi nei prossimi due-tre mesi non passerebbero così dall'inceneritore di Parma, perché il sindaco Federico Pizzarotti e la sua Giunta si sono opposti all'arrivo del residuo da fuori provincia a Parma. La Regione Emilia Romagna indirizzerà le tonnellate di rifiuti verso l'altra città emiliana più vicina al territorio genovese.
L' assessore all'Ambiente dell'Emilia Romagna Paola Gazzolo, ha chiarito che l'intesa riguarderebbe lo smaltimento di 200 tonnellate al giorno di rifiuti per 90 giorni e che da parte dei territori è stato espresso un orientamento positivo per la dimensione limitata dei rifiuti da smaltire, la scadenza certa e la non reiterabilità della richiesta.
Nei giorni scorsi era stata effettivamente verificata anche la possibilità che i rifiuti fossero portati all'inceneritore di Parma dove la multiutility Iren ha richiesto l'autorizzazione per aumentare la capacità dell'impianto di Ugozzolo e di poter bruciare rifiuti da fuori.
Ma l'opposizione della Giunta è stata così tenace da far ripiegare su Piacenza.
Aldo Caffagnini porta d'esempio la vicenda dell'isola ecologica a Vittoria Apuana nel Comune di Forte dei Marmi. -
Parma, 21 luglio 2015 -
Forte dei Marmi, Versilia, ha da anni un efficace sistema di raccolta differenziata porta a porta.
Vengono recuperate a domicilio le frazioni di plastica, vetro, carta-cartone, tetrapack e indifferenziato.
A Vittoria Apuana insisteva però fino all'estate scorsa un'isola ecologica open air, che altro non era che una serie di cassonetti interrati con bocche esterne suddivise per tipologia di rifiuto.
I cosiddetti cassonetti intelligenti, quelli che a Parma l'opposizione indica come soluzione ottimale alla gestione dei rifiuti domestici.
Il top del top, secondo i fenomeni locali.
L'isola ecologica di Vittoria Apuana è stata immortalata innumerevoli volte letteralmente "sommersa" di rifiuti di ogni genere, che residenti e vacanzieri solerti collocavano alla rinfusa, in enormi cumuli maleodoranti.
I cassonetti intelligenti...
Talmente tali che quest'anno l'amministrazione ha preso una drastica decisione: chiudere l'isola.
Con tanto di avviso che indica nella maleducazione il casus belli che ha portato allo stop.
L'isola che non c'è più è ora transennata ma non mancano regali tardivi dei vacanzieri disattenti.
La soluzione dei rifiuti è nella nostra mani, nelle dieci dita che con poche e semplici manovre consentono di differenziare ciò di cui non abbiamo più bisogno avviandolo nella corretta corsia che porta al riciclo.
Ci sono ancora difetti, ma sono a monte.
Se si permette ancora di produrre materiali non riciclabili o di difficile gestione qualcosa rimarrà sempre.
Se non si ribalta il pensiero comprendendo che i rifiuti hanno ancora un valore economico non indifferente, li considereremo ancora ciò che non sono, scarti da gettar via.
O da bruciare.
Con conseguenze pesanti sul benessere nostro e dei nostri figli.
Aldo Caffagnini
L'assessore Folli chiarisce le modalità di raccolta dei pannolini nelle famiglie con bambini piccoli (sotto i 30 mesi) e di pannoloni e presidi sanitari per le famiglie con anziani o disabili. -
Parma, 14 luglio 2015 -
L'assessore Folli viste le numerose richieste di chiarimento pervenute sia all'Amministrazione sia al gestore del servizio (Iren), fa chiarezza sulla tariffa puntuale per le situazioni particolari, quali la raccolta dei pannolini nelle famiglie con bambini piccoli (sotto i 30 mesi) e di pannoloni e presidi sanitari per le famiglie con anziani o disabili, volendo confermare che il nuovo sistema introdotto a partire dal 1° luglio è migliorativo per le famiglie, non peggiorativo.
"Le famiglie che si trovano in queste situazioni hanno diritto ad agevolazioni. Nello specifico: possono usufruire del più ampio servizio possibile pagando il minimo della tariffa. Ciò significa che queste categorie di cittadini, oggettivamente più bisognose, sono agevolate e non penalizzate dal nuovo sistema. Non esiste un problema economico di rincaro della bolletta anzi, rispetto a prima, pagano una tariffa inferiore e usufruiscono dello stesso servizio." - dichiara Folli.
Bambini fino a 30 mesi
Le famiglie con bambini fino a 30 mesi possono usufruire del numero massimo di svuotamenti pagando il minimo della tariffa. L'agevolazione è automatica (dati registro di stato civile del Comune) e, pertanto, non va presentata alcuna documentazione per attestare la situazione familiare.
Alcune precisazioni:
Doppio bidoncino
La situazione di cui sopra si riferisce alle famiglie che utilizzano un solo bidoncino per la raccolta del "residuo" (ovvero un solo bidoncino grigio). Pertanto, alle famiglie in possesso del secondo bidoncino grigio, richiesto in passato per la raccolta dei pannolini, si consiglia di non esporlo e di restituirlo entro il 31 luglio al punto ambiente Iren di Strada S. Margherita, onde evitare il pagamento di due quote, una per bidoncino.
Nel caso in cui l'esposizione di un solo contenitore non sia ritenuta sufficiente, le famiglie possono richiedere la doppia vuotatura settimanale (automatica in zona 0 e 1, a richiesta in zona 2) o un bidoncino più capiente (in zona 3). Il tutto senza costi aggiuntivi.
Doppia vuotatura
Per i residenti in Centro storico e Oltretorrente (ZONA 0 e 1): il servizio di doppia vuotatura settimanale del residuo è automatico, non va fatta nessuna richiesta, e coincide nei giorni di esposizione del residuo e dell'organico.
Per i residenti nell'area compresa tra i viali cittadini e la tangenziale (zona 2): il servizio di doppia vuotatura settimanale del residuo è a richiesta. E' necessario compilare l'apposito modulo (scaricabile dal sito servizi.irenambiente.it/index.php/tari o disponibile al punto ambiente Iren di strada S. Margherita). Nessun costo aggiuntivo.
per i residenti nelle frazioni (ZONA 3): è possibile chiedere un contenitore più capiente, da 120 litri anziché da 40, (non la doppia frequenza) compilando l'apposito modulo (scaricabile al sito servizi.irenambiente.it/index.php/tari o disponibile al punto ambiente Iren di strada S. Margherita). Nessun costo aggiuntivo.
Presidi sanitari
Dal 1 luglio 2015, a tutti coloro che avevano già presentato - a suo tempo, ad Iren - la domanda per servizi aggiuntivi legati all'uso di presidi sanitari viene inserita in modo automatico l'agevolazione che limita il pagamento della tariffa rifiuti alle sole vuotature minime. Pertanto, fino alla fine dell'anno in corso, queste famiglie beneficeranno automaticamente (senza presentare ulteriore documentazione) del massimo numero di vuotature al minimo della tariffa.
Si precisa che valgono le medesime condizioni "doppio bidoncino" e "doppia vuotatura" indicate nel caso dei neonati di cui sopra.
Per mantenere l'agevolazione anche per l'anno 2016 (e per tutte le nuove richieste), invece, è necessario che la condizione di bisogno della famiglia sia certificata dall'Asl e, pertanto, le utenze interessate - entro il 31.12.2015 - dovranno:
rivolgersi all'Asl per vedere riconosciuto il proprio stato attraverso apposita certificazione;
compilare e consegnare ad Iren il modulo di richiesta di agevolazione (scaricabile al sito servizi.irenambiente.it/index.php/tari/ o disponibile presso gli sportelli Iren di strada S. Margherita).
Tutte le informazioni sono comunque disponibili al seguente link: servizi.irenambiente.it/index.php/tari
(Fonte: ufficio stampa Comune di Parma)
Il Sindaco di Parma Pizzarotti ha illustrato la "Proposta di atto di indirizzo dell'Assemblea in merito alla richiesta di Iren di adeguare l'autorizzazione integrata del PAIP aumentando la capacità di incenerimento dell'inceneritore di Ugozzolo dalle attuali 130.000 tonnellate/anno a 195.000 e di utilizzare rifiuti solidi urbani provenienti anche da bacini di raccolta extra-provinciali ed extra-regionali". Dal Prefetto Forlani buone notizie sulla sicurezza: calano del 13% i delitti nel Parmense nei primi dei mesi dell'anno. -
Parma, 10 luglio 2015 -
Dodici mesi per 30 ore la settimana, con un piccolo compenso mensile, per ragazzi 18 – 29 anni: è il Servizio Civile volontario nazionale e regionale, per cui ci sono ora maggiori possibilità di attivare progetti e opportunità perché sono aumentate le risorse a disposizione. Lo ha spiegato il Coordinamento Provinciale Enti Servizio Civile di Parma e provincia all'Assemblea dei Sindaci della Provincia di Parma che si è riunita oggi a Palazzo Giordani. Il Coordinamento, che supporta gli enti nell'organizzazione e promuove l'iniziativa presso i ragazzi, ha chiesto la collaborazione dei Comuni per la promozione e l'aumento di posti disponibili sul territorio.
Il Prefetto di Parma Giuseppe Forlani, che già nei mesi scorsi ha incontrato i Sindaci del territorio sul tema della sicurezza, ha portato all'Assemblea i dati del 1° semestre 2015. C'è una riduzione del totale dei delitti denunciati del 13%, in particolare: diminuiscono del 7% i furti, del 19% i furti in abitazione, e calano anche rapine in banca e truffe. Aumentano invece i borseggi (934 nel 1° semestre rispetto al 733 dell'intero 2014). Numeri modesti (da 7 a 12) per le rapine in abitazione, e non si è mai registrato accanimento contro le vittime. Il furto di rame, in particolare delle linee elettriche, segnalato in questo primo semestre 2015, ha fatto segnalare un intervento particolarmente tempestivo delle Forze dell'ordine, e il fenomeno sembra essere scomparso.
Sono già state sperimentate positivamente forme di collaborazione per il controllo del territorio tra le varie forze dell'ordine, polizie municipali e carabinieri, polizia stradale, della Guardia di Finanza, con scambio di informazioni, anche di dati provenienti da videosorveglianza. Positivi i risultati del protocollo "Mille occhi sulla città", firmato a marzo da 26 Comuni, e anche delle segnalazioni da parte dei cittadini. Sono state 2163 le persone denunciate e 314 gli arrestati.
Buoni i risultati delle operazioni contro la contraffazione e l'abusivismo, nei mercati soprattutto. Infine, molto utili i 18 incontri con la cittadinanza, che continueranno. Per i controlli sulla criminalità organizzata, oltre all'operazione Aemilia, continua la collaborazione tra le forze dell'ordine sui contratti e le misure di prevenzione tra cui le indagini patrimoniali.
Positivi i commenti sul tema dei Sindaci di Berceto Lucchi, di Zibello Censi, di Fidenza Massari.
Il dirigente del Servizio Agricoltura della Provincia Antonello Barani ha poi spiegato le linee guida regionali sul contenimento delle nutrie. Non si può parlare più di eradicazione, ma ormai solo di contenimento di questo animale, che ha un unico nemico naturale - il freddo molto intenso- e si riproduce con ben 8 - 10 piccoli per volta. Dal 1999 la Provincia ha predisposto dei Piani di controllo in accordo con i Comuni e l'Ausl e dal '99 fino al 2013 sono state abbattute 50 mila nutrie; nel solo 2013 sono stati risarciti 10 mila euro di danni da nutrie nel Parmense. Ora però la nuova legge regionale le ha parificate ai ratti, quindi i danni non sono più risarcibili, e non sono più attuabili dalla Provincia i piani di controllo, che passano ora ai Comuni in collaborazione ai soggetti interessati, come Aipo e Consorzio di Bonifica.
Intervenuti sul tema: i sindaci Censi di Zibello e Azzali di Mezzani.
Il Sindaco di Parma Pizzarotti ha quindi illustrato la "Proposta di atto di indirizzo dell'Assemblea in merito alla richiesta di Iren di adeguare l'autorizzazione integrata del PAIP aumentando la capacità di incenerimento dell'inceneritore di Ugozzolo dalle attuali 130.000 tonnellate/anno a 195.000 e di utilizzare rifiuti solidi urbani provenienti anche da bacini di raccolta extra-provinciali ed extra-regionali".
"Ci sembra una beffa bruciare di più, dopo tutti gli sforzi fatti per incrementare la raccolta differenziata" ha affermato tra l'altro Pizzarotti, ricordando l'esempio dell'amianto per caldeggiare il principio di prudenza e l'importanza di salvaguardare innanzitutto la salute, ricordando che Iren è una società a maggioranza pubblica.
L'Assessore all'Ambiente del Comune di Parma Folli ha negato che la non saturazione dell'impianto debba tradursi necessariamente in un aumento delle tariffe.
Michela Canova sindaca di Colorno e Delegata provinciale all'Ambiente ha proposto alcuni emendamenti, sia di carattere tecnico sia di presa d'atto della nuova normativa. Ha richiesto, tra l'altro, di specificare che il nostro impianto non dovrebbe ricevere rifiuti speciali, in base a un atto dell'allora Giunta provinciale, e che Iren si impegni a rivedere profondamente le tariffe. Ha ricordato inoltre che tra gennaio e febbraio 1016 è attesa la Via (Valutazione di impatto ambientale), ma la competenza a quel punto potrebbe essere della Regione e non più della Provincia.
Intervenuti: i sindaci di Berceto Lucchi (sull'elevata entità delle tariffe), di Fornovo Grenti (sul ritardo con cui i sindaci sono stati coinvolti sul tema inceneritore, sull'importanza di ridurre i costi medi tra rifiuti urbani e speciali, e di salvaguardare le cooperative sociali che si occupano di gestione dei rifiuti), di Zibello Censi (sulla necessità di una nuova politica di "area vasta" che vada oltre le Province, in via di superamento per le politiche ambientali). Il Sindaco di Fontanellato Altieri ha poi proposto un rinvio di dieci giorni per la decisione per arrivare a votare un documento condiviso, e ha invitato all'unità, soprattutto nei confronti della Regione, il primo cittadino di Varsi Aramini ha ricordato i sacrifici fatti dai piccoli comuni, le cui discariche hanno servito negli anni anche quelli grandi, e per i quali i cui costi rischiano di lievitare ora del 30 – 40% . Il Sindaco di Sorbolo Cesari, non contrario ad incenerire i rifiuti di fuori, soprattutto di Reggio e Piacenza, soluzione migliore della costruzione di un altro inceneritore a Brescello o Lentigione, ha caldeggiato il rinvio della votazione.
Bricoli di Langhirano ha chiesto di inserire nel documento che le tariffe non aumentino, si inceneriscano solo Rsu (rifiuti solidi urbani) e Iren si assuma le sue responsabilità rispetto alla capacità di incenerimento autorizzata inizialmente.
Pizzarotti propone di non cambiare "tonnellaggio" con "carico termico" circa la capacità di smaltimento, ma ribadisce che la tariffa non deve essere la questione dirimente, il fattore ambientale sì. D'accordo che se Iren ha sbagliato i conti, paghi l'errore. Ma ha chiesto chiarezza agli altri sindaci.
Fritelli ha affermato di restare nel solco tracciato dai pronunciamenti del Pd provinciale e del gruppo Pd in Comune di Parma.
Al termine della riunione è stata rinviata di una decina di giorni la decisione in merito al documento, ed è stato aggiornato alla stessa data anche l'altro punto all'ordine del giorno, lo studio di fattibilità sulla costituzione di una società pubblica per la gestione del Servizio Idrico Integrato per i Comuni della provincia di Parma.
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)
Sabato ci sarà la manifestazione promossa dal Comune di Parma per fermare l'applicazione dell'articolo 35 del decreto noto come "Sblocca Italia", che liberalizza il conferimento dei rifiuti anche al di fuori dei confini regionali, e soprattutto di stoppare la richiesta di Iren di incrementare la portata dell'inceneritore di Parma a 195.000 tonnellate l'anno. La nota stampa di Aldo Caffagnini: "Nessun Dorma, chissà che questo appello-invito non scuota anche le loro coscienze." -
Parma, 7 luglio 2015 -
Di fronte al rischio di trasformare Parma in una pattumiera dei più svariati rifiuti per qualità e provenienza, stupisce il silenzio di chi maggiormente dovrebbe essere sensibile e attento alla difesa del valore territoriale del nostro lembo d'Italia.
I consorzi di tutela, le piccole e grandi industrie dell'alimentare, fondano le loro fortune sul buono&sano, concetti che non stanno insieme con incenerisco&fumo.
Il silenzio di chi è colpevole.
Di aver lasciato crescere sulla propria terra un enorme, inutile, desueto, camino.
L'11 luglio ci si aspetterebbe anche da loro una presenza compatta e rumorosa, se non altro per difendere gli interessi minacciati da un business miope e lontano dal territorio.
Invece ad oggi dobbiamo registrare solo sospiri.
E mulini con le pale ferme, senza una parvenza di vento, nonostante il grande e possente motore nascosto sotto le pale.
Spiace dover constatare che i grandi temi e passioni green, su cui si investono molti quattrini, sono nella migliore delle ipotesi una buona intenzione, sbriciolatasi sul muro della concretezza.
Se mi presento al mondo come pasionario dei valori fondamentali come il diritto al cibo e l'attenzione per l'ambiente, non mi posso permettere l'assoluta indifferenza verso quello che sta succedendo sulla mia terra (addirittura a qualche centinaio di metri dalla mia fabbrica).
Il rischio di passare per ipocriti è molto alto.
Una candida bandierina sventolata in mezzo al nero pulviscolo smette presto il proprio lindore per uniformarsi al grigio circostante, diventando in breve tempo inconfondibile con il resto.
Il favore del pubblico non è un assioma definitivo ma un traguardo inseguito all'infinito con imponenti investimenti che cercano di mantenere costante l'immagine del prodotto e del produttore.
Chissà cosa succederà quando i consumatori metteranno sulla stessa prospettiva i due camini per capirne le differenze e la similitudini.
Nessun Dorma, chissà che questo appello-invito non scuota anche le loro coscienze.
Aldo Caffagnini
Sabato 11 luglio alle ore 18 in piazzale Santa Croce il Comune chiama a raccolta partiti, movimenti civici, cittadini e tutti coloro che condividono la richiesta di fermare l'applicazione dell'articolo 35 del decreto noto come "Sblocca Italia", che liberalizza il conferimento dei rifiuti anche al di fuori dei confini regionali, e soprattutto di stoppare la richiesta di Iren di incrementare la portata dell'inceneritore di Parma a 195.000 tonnellate l'anno. -
Parma, 6 luglio 2015 -
Il comunicato di adesione di Zero Waste Italy -
Zero Waste Italy aderisce convintamente e partecipa alla manifestazione dell'11 luglio "Nessun Dorma" promossa dal comune di Parma contro l'inceneritore ed in particolare contro il tentativo della multiutility IREN, proprietaria dell'impianto, di importare rifiuti da tutta Italia. Questo tentativo rappresenta una risposta disperata ed aggressiva alla mancanza di rifiuti da bruciare una volta che la raccolta differenziata porta a porta promossa dal comune ha raggiunto il 70%.
Infatti, al momento, il funzionamento dell'impianto raggiunge circa il 45% delle sue potenzialità di combustione costringendo il gestore a "perorare" l'arrivo di altri rifiuti da fuori grazie all'attuazione dell'articolo 35 dello "Sblocca Italia" che consente di stracciare le pianificazioni regionali e provinciali e di importare rifiuti non provenienti da territori di propria pertinenza attuando una "deregulation" inaudita.
Tutto questo diviene tanto più drammatico poiché lo si vorrebbe realizzare in un territorio sede dell'Autorità Europea Alimentare e di straordinarie "eccellenze alimentari" per di più definito la Food Valley!
Con quale coerenza si potrebbe continuare a definire in questo modo un territorio invaso dalla "industria sporca" dell'incenerimento! E' stato un gravissimo errore costruire a tutti i costi questo impianto che in moltissimi, tra cui Zero Waste Italy, avevano definito oltre che dannoso per la salute e per l'ambiente non necessario se fossero state fatte partire le buone pratiche verso Rifiuti Zero come effettivamente si sta dimostrando.
Così già da un anno Zero Waste Italy ha denunciato il pericolo che proprio perché in carenza di rifiuti questo inceneritore avrebbe esposto Parma a divenire tristemente e pericolosamente sede di smaltimenti da tutta Italia. In particolare paventiamo che i rifiuti verrebbero fatti affluire dalla Liguria e dal Piemonte ma chissà potrebbero arrivare anche la famigerate "ecoballe" dalla Campania.
Per questi motivi la "battaglia di Parma" oltre a confermarsi una delle "tre Stalingrado" su cui si combatte il "fronte delle alternative all'incenerimento" (insieme in primis a Torino e a Firenze) diviene il banco di prova per fermare la scelleratezza dell'articolo 35 che se applicato porterebbe il nostro Paese non a percorrere il sentiero delle buone pratiche di riduzione-riuso-riciclo/compostaggio per estrarre materia, valori economici e occupazionali dai rifiuti come richiesto dall'Europa e dall'enfasi posta sulla "economia circolare "dalla culla alla culla" anche da moltissime imprese ma quello sporco ed inquinante dello smaltimento voluto da multiutilities sempre più distanti ed aggressive nei confronti dei beni comuni e delle comunità locali.
Zero Waste Italy chiede che le autorizzazioni a compiere questo scempio non vengano concesse, che l'inceneritore proprio perché non necessario venga dismesso e che al contrario si realizzino e si finanzino "distretti della riparazione e del riciclo", a partire da quello dei metalli preziosi contenuti nei RAEE - rifiuti elettrici ed elettronici.
Ormai come chiesto dallo stesso Pontefice occorre uscire dall'inganno insostenibile dell'usa e getta combattendo sprechi, malaffare e decisioni prese da "corpi separati" dai territori sempre più compromessi nella loro salute ambientale e compromettenti gli stessi livelli minimi di democrazia.
Zero Waste Italy
Si tratta di un sistema progressivo che premia coloro che espongono meno rifiuto residuo. Come funziona e come si calcola la Tari. -
Parma, 22 giugno 2015 -
Dal mese di luglio chi effettuerà la raccolta differenziata in modo corretto, verrà premiato con una riduzione sulla bolletta. Il sistema incentiva a esporre meno rifiuto residuo, calcolando il numero di volte annuale in cui viene esposto tramite gli appositi bidoncini o sacchi microchippati.
A esempio per una famiglia composta da 3 persone che vive in un appartamento di 100 metri quadrati ecco come si profila la situazione. A fronte di una tariffa attuale di 254 euro, c'è la possibilità di risparmiare 18 euro annui, fino a 24 vuotamenti annuali del bidone o del sacco per l'indifferenziato, con una bolletta, nel caso di un comportamento virtuoso, quindi, pari a 236 euro annui.
Nel caso in cui la stessa famiglia effettui 36 vuotamenti annui, la bolletta raggiunge i 254 euro, cioè lo stesso importo di quella attuale uguale per tutti. Nel caso in cui effettui il numero massimo di vuotamenti annui, pari a 52, allora la bolletta sale a 276 euro annui.
Quindi 236 euro per 24 vuotamenti, prevede il mantenimento ai livelli attuali della tariffa, cioè 254 euro per 36 vuotamenti annui, ed arriva fino a 276 euro per 52 vuotamenti annui.
Come funziona
Il contenitore per il rifiuto residuo può essere un bidoncino grigio o un sacco bianco. Esso è dotato di un microchip che l'operatore leggerà ad ogni vuotatura. Il microchip funziona come un contatore abbinato al proprio codice a barre identificativo della Tari e registra il numero di volte in cui il contenitore viene vuotato o il sacco raccolto. Per cui più si differenzia in modo corretto, minore sarà la quantità di rifiuto residuo.
Come si calcola la Tari per Famiglie
La prima rata Tari 2015 è stata ancora calcolata secondo il metodo in vigore fino ad oggi e comprende: la quota fissa semestrale basuata sulla superficie dell'immobile e la quota variabile basta sula numero dei componenti il nucleo familiare. Oltre a questo l'avviso di pagamento contiene l'addizionale provinciale. La seconda rata Tari 2015 verrà emessa in autunno e sarà calcolata con nuovo metodo. Si comporrà di 4 parti, le prime due uguali alla precedente, più altri due nuovi elementi: una riduzione percentuale sulla quota variabile prevista dall'introduzione del sistema di calcolo puntuale; una quota variabile basata sul numero di vuotature minime previste.
Per cui, in sintesi, all'utente verranno addebitate un numero minimo di vuotature. Se l'utente non lo supererà avrà ottenuto il massimo risparmio, in caso contrario le vuotature aggiunte verranno addebitate nella prima bolletta dell'anno successivo.
Numero di vuotature minime annue addebitate per famiglie e tipologia di contenitore
Con un solo componente del nucleo familiare per i contenitori da 40 litri il numero di vuotamenti è 12, per quello da 120 litri è di 4. Con due componenti, per contenitori da 40 litri il numero di vuotature è di 18, per contenitori da 120 litri è di 6. Per 3 componenti, per contenitori da 40 litri il numero è di 24, per contenitori da 120 litri è di 8. Per nuclei con 4 componenti, per contenitori da 40 litri il mumero minimo di vuotature è di 30 per contenitori da 120 litri scende a 10. Per nuclei con più di 5 componenti il mumero minimo è di 36 vuotature per contenitori da 40 litri, che scende a 12 per contenitori da 120 litri.
Il costo delle vuotature cadauna, oltre a quelle addebitate, è di 1,40 euro per contenitori da 40 litri e di 4,20 euro per contenitori da 120 litri.
Per i sacchi, nel centro storico, il sistema è analogo: per un componente il numero minimo di vuotature è di 24, per due componenti è di 36, per tre componenti è di 48, per quattro sale a 60, per più di 5 si va a 72. (Nella seconda rata della Tari 2015 sarà riportato il numero di sacchi raccolti semestrale, pari alla metà)
Il costo vuotature sacco cadauna, oltre a quelle addebitate, è di 0,70 euro per ogni sacco bianco da 50 litri.
Per pannoloni e pannolini
Le famiglie con bambini fino a 30 mesi e le persone che necessitano dell'uso di presidi sanitari hanno diritto ad agevolazioni. Per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; 800 608 090.
Come si calcola la Tari per Attività e Imprese
La prima rata Tari 2015 è stata ancora calcolata secondo il metodo precedente e comprende: la quota fissa semestrale basata sulla superficie dell'immobile; la quota variabile semestrale calcolata sulla superficie dell'immobile in funzione della categoria dell'attività svolta. L'avviso di pagamento contiene l'addizionale provinciale. La seconda rata Tari 2015, che sarà emessa in autunno, sarà calcolata con il nuovo metodo e comporrà di quattro parti, le prime due uguali alla precedente, più altri due nuovi elementi: una riduzione percentuale sulla quota variabile prevista dall'introduzione del sistema di calcolo puntuale; una quota variabile basata sul numero di vuotature minime previste.
In sintesi, verrà addebitato un numero minimo di vuotature. Superato questo numero, il risparmio permane, ma si assottiglierà gradualmente fino ad arrivare all'equivalenza rispetto al metodo tariffario precedente e trasformandosi, oltre un certo numero di vuotature, in un possibile maggior costo rispetto alla tariffa tradizionale. Ma attenzione, questo avverrà solo se gli utenti non saranno stati sufficientemente attenti a fare la raccolta differenziata.
Esempio: per un ufficio da 80 metri quadrati e una pattumiera da 40 litri, l'utente continuerà a risparmiare, rispetto al metodo tradizionale di tariffazione, fino a 46 svuotamenti all'anno.
Numero di vuotature minime annue addebitate per attività e imprese, per tutte le tipologie di contenitore sono 18. (Nella seconda rata della Tari 2015 sarà riportato il numero di vuotature semestrali pari alla metà. Le vuotature superiori alle 18 saranno addebitate nella bolletta dell'anno successivo).
Costo vuotature cadauna, oltre a quelle addebitate: per contenitore da 40 litri è di 1,40 euro; contenitore da 120 litri 4,20 euro; contenitore da 240 litri 6 euro; contenitore da 360 litri 9 euro; contenitore da 660 litri 16,50 euro; contenitore da 1.000 litri 24 euro; contenitore da 5.000 litri 120 euro.
Numero di sacchi raccolti minimi annui addebitati per attività e imprese nel centro storico.
Sacco da 50 o da 100 litri è di 36. (Nella seconda rata Tari 2015 sarà riportato il numero dei sacchi raccolti semetralmente pari alla metà)
Costo vuotature cadauna, oltre a quelle addebitate, nel centro storico: sacco bianco da 50 litri è di 0,70 euro; sacco bianco da 100 litri è di 2,10 euro.
Consigli utili
Il bidoncino del residuo va esposto solo quando è pieno, va personalizzato con un adesivo in modo da non scambiarlo con quello dei vicini, è importante tenerlo su suolo privato ed esporlo su suolo pubblico solo quando si vuole che venga svuotato, si consiglia di annotarsi sul calendario ogni esposizione per il controllo del numero di vuotature; scaricando la App gratuita Clickiren e al sito: clickiren.gruppoiren.it dal mese di luglio si potrà controllare se il numero del codice del contenitore in possesso dell'utente corrisponde a quello collegato al proprio contratto e il numero delle vuotature effettuate.
Per informazioni relative all'avviso di pagamento, per l'attivazione di nuove utenze o cessazioni o subentri è possibile contattare il numero verde 800 608 090 da lunedì a venerdì dalle 8 alle 18, sabato dalle 8 alle 13. Oppure lo sportello Iren di strada Santa Margherita, 6, Parma, da lunedì a venerdì dalle 8 alle 14. Oppure: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Per informazioni, richieste, segnalazioni relative a servizi di raccolta differenziata e igiene urbana: numero verde 800 212 607 da lunedì a venerdì dalle 8 alle 17, sabato dalle 8 alle 13. Oppure: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Oppure il sito: servizi.irenambiente.it con possibilità di scaricare la app gratuita EcoIren.
La nota stampa di Aldo Caffagnini sullo striscione di protesta apparso in piazzale santa Croce. Un no alla richiesta di Iren di portare la capacità di incenerimento del camino di Ugozzolo da 130 mila tonnellate a 195 mila e soprattutto alla richiesta della stessa di ampliare il bacino d'utenza a tutta Italia. -
Parma, 8 giugno 2015 -
In piazzale Santa Croce è apparso domenica mattina un enorme striscione con un breve quanto eloquente slogan a caratteri cubitali: "No rifiuti da fuori".
E' il no alla richiesta di Iren di portare la capacità di incenerimento del camino di Ugozzolo da 130 mila tonnellate a 195 mila e soprattutto è il no alla richiesta della stessa di ampliare il bacino d'utenza a tutta Italia.
E' la prima risposta di una città che ha raggiunto importantissimi traguardi nelle raccolta differenziata (70% in pochi mesi) e non vuole gettare alle ortiche lo sforzo di tutti coloro che si impegnano a gestire correttamente i propri scarti, ogni giorno.
"No rifiuti da fuori" deve diventare la risposta corale alla richiesta di Iren di trasformare l'inceneritore di Ugozzolo in una ingorda bocca ingoiatutto, facendo diventare Parma una pattumiera dell'Italia intera.
"No rifiuti da fuori" era scritto nei patti, è stato ribadito in molteplici e ufficiali incontri e convegni dalla Provincia di Parma, presidente Bernazzoli, assessore Castellani, e dalla stessa multiutility, per bocca del suo presidente, che aveva tranquillizzato i parmigiani sulle intenzioni del gestore e sulla vigilanza che l'ente non avrebbe mai mancato di mantenere.
L'inceneritore è stato tarato, secondo le rassicurazioni degli addetti ai lavori, per le esigenze del territorio e non si comprende quindi questo improvviso cambio delle carte in tavola.
Nessuno ha costretto Iren a costruire il camino che svetta a pochi chilometri dal centro città.
Nessuno le aveva imposto di costruire un forno di due linee invece che una sola.
Il problema rifiuti ci era stato presentato come una emergenza assoluta e immediata.
Ora l'emergenza consiste nella scarsità degli stessi.
Delle due l'una: o ci avevano preso in giro prima, o chi ha progettato questo percorso era un incapace che non sapeva (o non voleva) vedere aldilà del proprio naso.
E' bastato applicare al capoluogo di provincia il sistema porta a porta per mandare in crisi il sistema di smaltimento con l'inceneritore.
Sono bastati pochi mesi per far emergere l'errore progettuale che mina ora il futuro del forno.
A Ugozzolo da più di un mese l'impianto funziona sotto il 50% per mancanza di materia prima.
Il sistema porta a porta intercetta gli stessi materiali appetiti dalla fornace: carta, plastica, legno.
Ovvio che i due sistemi siano apertamente in concorrenza e la vittoria dell'uno comporti la sconfitta certa dell'altro.
Aldo Caffagnini
La nota stampa di Aldo Caffagnini sulla richiesta di Iren di incrementare la capacità di trattamento dell'inceneritore di Ugozzolo. "Gli accordi sottoscritti? Carta straccia da bruciare nel forno." -
Parma, 25 maggio 2015 -
"Il dado è tratto e porta la data del 20 maggio 2015.
Giorno in cui Iren ha depositato istanza presso la Provincia di Parma per incrementare la capacità di trattamento dell'inceneritore di Ugozzolo da 130 a 195 mila tonnellate annue, approfittando dell'aiutino del decreto del governo.
Ciò significa che nelle intenzioni del gestore i rifiuti potranno giungere in città da ben oltre i confini provinciali, praticamente da tutta Italia.
La domanda presentata di fatto straccia tutti gli accordi che hanno accompagnato la complessa gestazione del camino della discordia.
Iren fece domanda nel 2006 per un impianto con taglia doppia rispetto alle necessità del territorio (50 mila tonnellate di residuo da raccolta dei rifiuti urbani), progettandone uno da 130 mila tonnellate, a 4 km da piazza Duomo.
La politica sosteneva questa scelta e l'ondivago ruolo pubblico/privato di Amps/Enia fece il resto: in una certa misura il gestore seguì le indicazioni del territorio, che magnificava l'inceneritore come ottava meraviglia del mondo.
A 10 anni dal piano provinciale rifiuti ci troviamo con un impianto costato ben oltre 200 milioni di euro, che probabilmente lavora in perdita fin dal suo avvio.
Ci troviamo con un territorio che, applicando la raccolta differenziata, non ha nemmeno più bisogno di un impianto di trattamento a caldo perché i rifiuti conferiti sono drasticamente diminuiti a favore dell'enorme incremento dei materiali riciclati e di un calo importante della produzione.
Di fronte a questi numeri il gestore ha semplicemente usato la calcolatrice, sfruttando lo Sblocca Italia come grimaldello.
Lo Stronca Italia è una specie di buco nero che accoglie pratiche altrimenti irricevibili.
Tra le sue pieghe la norma che consente di "ottimizzare" tutti gli impianti di incenerimento già esistenti e attivi, in modo da saturarli e renderli economicamente vantaggiosi per chi li gestisce.
Con tanti saluti per i territori virtuosi che si stanno impegnando, con ottimi risultati, per una gestione dei proprio rifiuti attenta e rispettosa della salute dei cittadini e dell'ambiente in cui vivono.
Ma a Parma i patti sono/erano estremamente chiari.
Sbandierati da tutti i responsabili istituzionali e aziendali.
Ricordiamo l'allora presidente della provincia Bernazzoli, l'assessore all'ambiente Castellani, il presidente di Amps Allodi, i sindaci di Parma Ubaldi e Vignali.
Lunghe file di parole per tranquillizzare i cittadini sulla bontà delle intenzioni del presente e del futuro, in modo da far digerire l'amaro boccone di un nuovo forno dopo l'esperienza estremamente negativia dell'impianto del Cornocchio.
Mai rifiuti da fuori provincia. Mai!
Oggi scopriamo che a Ugozzolo si intende bruciare perfino i pneumatici esausti, e cdr, combustibile da rifiuti, sostanze chimiche, rifiuti infetti, fanghi di ogni tipo e provenienza, addirittura scorie e polveri di altri inceneritori.
Pura e lucida follia.
Davanti a questa trappola coscientemente allestita occorre mobilitarsi.
Non stiamo parlando di camino sì, camino no, di confronto di filosofie.
Stiamo per affrontare una rivoluzione.
Parma candidata a diventare pattumiera d'Italia.
Si era avvertito ripetutamente di questo rischio, Gcr in testa.
Cassandre inascoltate.
Oggi non ci sono recinti ideologici.
Si tratta di scegliere da che parte stare.
E lo devono fare tutti: a cominciare dai cittadini e dalle associazioni, per passare ai partiti, ai sindacati di categoria, ai consorzi di prodotto, a tutte le forze economiche di Parma.
Questa volta scendere in piazza significa esprimere il futuro che vogliamo.
Schiavi di un camino o padroni del proprio destino?
E' un referendum, su di noi."
(fonte: Aldo Caffagnini)
La nota stampa di Aldo Caffagnini: "Il camino a singhiozzo continua nel suo incerto procedere, con pause di riflessione sempre più intense e prolungate." -
Parma, 22 maggio 2015 -
"La linea 2 era già stata spenta il 4 maggio, 18 giorni fa, ma il 18 maggio anche la linea 1 è stata messa in fermata e la situazione dura ormai da 4 giorni.
E' il languore di rifiuti che sta diventando vera e propria fame?
Il camino a singhiozzo, forse un unicum nel panorama italiano degli inceneritori, continua nel suo incerto procedere, con pause di riflessione sempre più intense e prolungate.
La vorace fornace, affetta da famelica necessità di rifiuti da bruciare, non trova sfogo nel sistema di raccolta impostato a Parma dal Movimento 5 Stelle e dall'assessore all'ambiente Folli, irrisoluti portatori sani del porta a porta, che a regime riduce drasticamente la necessità di queste macchine infernali che sparano in aria centinaia di migliaia di metri cubi di aria sporca ogni ora.
Così a Ugozzolo la fossa del residuo è sempre più vuota e visto l'avanzare della differenziata porta a porta in tutto il territorio di Parma e Provincia, non si profilano radiosi futuri ricchi di sacchi neri da attizzare.
L'inceneritore di Parma è grande almeno il doppio delle previsioni elaborate nel 2005, ma oggi risulta oltremodo ipertrofico rispetto ai piccoli numeri che rimangono dopo il tornado porta a porta.
Il gestore risponderà a questo nuovo stop con le questioni tecniche, la manutenzione, il controllo.
Ma il problema rimane l'organizzazione della raccolta degli scarti, che con il sistema domiciliare va contro come concezione stessa ad ogni tipo di smaltimento, discarica o inceneritore che sia.
E non potrà che peggiorare, per il forno.
Il sistema porta a porta ha altre frecce al suo arco.
L'obiettivo ora va oltre i numeri ormai alla portata (80%) e sposta la sua attenzione sul rifiuto residuo, che rappresenta ancora un terreno fertile di caccia per il sistema.
Si tratta di ampliare i materiali oggetto di riciclo e di ridurre gli stessi nell'ormai limitato recinto dell'indifferenziato.
Ad esempio si può lavorare sui pannolini, che ancora rappresentano un problema di non facile gestione, ma che oggi con l'avanzare della tecnologia trovano varchi virtuosi di risoluzione.
L'adozione di pannolini lavabili nei nidi darebbe una scossa ai numeri, sia quelli della montagna di usa e getta che sparirebbe, sia per l'impatto ambientale drasticamente ridotto, sia per il risparmio economico per le casse comunali.
Questo è solo un esempio delle ulteriori mosse che il sistema porta a porta può implementare.
Il Pap è un raffinato cecchino che non sbaglia un colpo, e in questo caso nel mirino cadrebbero vittima l'inquinamento e lo spreco, a favore di salute, risparmio e consapevolezza."
(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti)