Martedì 10 dicembre, alle ore 19, presso il Caffè Concerto di Piazza Grande, a Modena, l’Associazione di Scrittori “I Semi Neri” presenta in anteprima l’ultimo romanzo, edito da Damster -
Modena, 7 dicembre 2013 -
Un incidente, una lettera dal passato, una famiglia con tanti misteri e troppi segreti, la furia della natura e l’energia della stirpe danno vita a una trama ricca di colpi di scena. Un affresco di cinque secoli di storia modenese e non solo.
Giugno 2012, in un incidente stradale perde la vita Marco Antonio Tarvisi, giovane stilista di successo e secondogenito del Marchese Gherardo Tarvisi, patriarca di un’antica famiglia le cui origini risalgono al 1500. Imprenditori leader del settore della moda, i Tarvisi vivono nell’immaginaria località di Cà del Toro, nei pressi di Cavezzo, nella Bassa modenese, minata dal terremoto del maggio 2012. Alcuni particolari dell’incidente, tuttavia, non convincono l’ispettore Marcello Prandi che, con l’aiuto di Lucrezia Guicciardi, donna affascinante e misteriosa, parente della giovane vittima, indagherà sul passato della famiglia Tarvisi. Marcello e Lucrezia saranno così proiettati in un inquietante viaggio attraverso i secoli, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale al Rinascimento, quando un altro terremoto, quello del 1570, cambiò il destino dei Tarvisi di allora, mercanti di stoffe alla ricerca di un riscatto sociale.
E’ questa la trama de “L’Enigma del Toro”, edito da Damster (www.damster.it) , il nuovo romanzo dell’Associazione di Scrittori “I Semi Neri” che sarà presentato in anteprima, martedì 10 dicembre, presso il Caffè Concerto di Piazza Grande, alle ore 19, nell’ambito della rassegna ApLet. La conduzione è affidata a Gian Carlo Montanari.
Il romanzo, opera collettiva degli autori Marco Panini, Daniela Ori, Gabriele Sorrentino, Manuela Fiorini, Enrico Solmi, Francesca Poggioli e Adalgisa Pini, si propone come un’avvincente saga familiare, ricca di suspense e colpi di scena, che vuole essere anche un omaggio al territorio padano, a Modena, prima di tutto , ma anche a quella parte d’Italia che si estende a cavallo degli Appennini, tra Firenze, Bologna, Modena e Reggio Emilia.
In allegato la locandina
L’Enigma del Toro è disponibile in libreria e sul sito dell’editore www.damster.it anche in versione ebook.
I Semi Neri
L’Enigma del Toro
Damster Edizioni 2013
305 pag - € 15
Il fotografo Paolo Genovesi, il giornalista Marco Tarozzi, il Dott. Ettore Mazzucchelli e il Dr. Giuseppe Masini dell’omonima Farmacia di Piumazzo incontreranno il pubblico domani alle 15.30 presso il Centro Medico di Piumazzo in occasione della chiusura della mostra -
Modena, 6 dicembre 2013 -
Si chiude domani presso il Centro Medico Piumazzo in via dei Mille 26 a Piumazzo di Castelfranco Emilia la mostra fotografica“Hello Wamba”. Le bellissime immagini del fotografo ravennate Paolo Genovesi testimoniano la quotidianità del Catholic Hospital di Wamba, un ospedale con 200 posti letto situato in mezzo alla savana 600 km a Nord di Nairobi. Il Consorzio Infarmacia Farmanetwork ha finanziato il progetto che vede raccolte le fotografie nel libro omonimo di 152 pagine edito da Maglio Editore, con testi del giornalista bolognese Marco Tarozzi in collaborazione con il dr. Ettore Mazzucchelli di Busto Arsizio - che segue la farmacia di Wamba da ormai 20 anni - e con lo stesso Masini. I proventi della vendita del libro saranno destinati alla farmacia di questo ospedale. Sarà possibile avere il volume con una donazione minima di 15 euro all’Associazione “Insieme per Wamba” Onlus.
I quattro “protagonisti” del libro (Mazzucchelli, Masini, Genovesi e Tarozzi) si ritroveranno presso il Centro Medico Piumazzo domani pomeriggio sabato 7 dicembrealle ore 15.30 per un incontro col pubblico in occasione della chiusura della mostra, a cui seguirà un rinfresco.
Una mostra fotografica e un libro per raccogliere fondi a favore della farmacia di un ospedale africano. Un’iniziativa che rientra tra i progetti che il Consorzio Infarmacia Farmanetwork ha attivato a favore del Catholic Hospital di Wamba in Kenya, e che vedono in prima fila farmacisti come il modenese Giuseppe Masini titolare dell’omonima farmacia di Piumazzo di Castelfranco Emilia e consigliere del direttivo di Federfarma Modena, nonché rappresentante del Consorzio InFarmacia Farmanetwork.
(fonte: Ufficio Stampa Nevent)
Presso lo Studio Bibliografico “La Darsena” di Modena, inaugurazione domani sabato 7 dicembre alle ore 17.00, 30 incisioni inedite dell’artista reggiano e un Cretto nero del pittore umbro -
Modena, 6 dicembre 2013 -
Un accostamento inedito tra il pittore e incisore reggiano Antonio Fontanesi, uno degli artisti di punta dell’Ottocento, e il grande pittore italiano Alberto Burri, uno dei Maestri dell’arte del Novecento.
E’ quello che propone lo Studio Bibliografico “La Darsena” di Modena da domani 7 Dicembre 2013 (inaugurazione ore 17.00 con aperitivo di benevenuto) al 26 Gennaio 2014 con la mostra dal titolo “Antonio Fontanesi - Prove di stampa”, che presenta una trentina di incisioni inedite di Antonio Fontanesi (Reggio Emilia 1818 – Torino 1882).
Il paesaggio, nelle incisioni come nella pittura e nel disegno, è l'oggetto dell'indagine creativa dell'artista reggiano. Nella ricerca artistica, così come nella vita, si intuisce l'emotivo - inappagato desiderio di infinito dell'autore. I paesaggi raffigurati sono reali, osservati dal vero, ma nelle carte come nelle tele si elevano a campagne ideali, in questo eterne, non finite e infinite.
La mostra è il frutto della ricerca appassionata di alcuni mercanti e collezionisti privati che, qui dopo anni, propongono al pubblico il frutto di piccole ma significative scoperte. Si presenta il lavoro inciso di Antonio Fontanesi, quello più raro e infrequente. Non i fogli più noti, spesso presenti sul mercato perché pubblicati nelle importanti riviste dell'epoca che hanno contribuito ad alimentare fino ad oggi l'interesse collezionistico, ma rare prove di stampa per lo più note in pochi esemplari.
In mostra, oltre a qualche esempio dei primi lavori in litografia che per gusto e soggetto risentono del clima e della cultura ginevrina, si trovano le acqueforti che rappresentano la produzione più impegnata e significativa di Fontanesi. In particolare si segnala uno stato inedito di Idillio, una bella prova di Il becchime e una prova avanti lettera del celebrato La pesca. Una vera curiosità è il foglio sul quale sono state stampate le quattro lastre di Autoritratto, Cortile ligure, Paese boschivo e Al pascolo.
Inedito è inoltre l'accostamento in mostra con un “Cretto nero” di Alberto Burri (Città di Castello 1915 – Nizza 1995).
I due artisti, in epoche e con linguaggi differenti, hanno condotto la medesima ricerca di valori luministici lavorando su un fondo nero; entrambi sono mossi dal pensiero di raffigurare l'infinito.
“Negli ultimi anni – sottolinea Siro Leonelli de “La Darsena” - l’opera di Fontanesi pare essersi ridotta ad un interesse locale, sia per quanto riguarda la pittura che l’incisione. Questo contrariamente alla dimensione nazionale ed internazionale del suo operato in vita, quando le Accademie d’Arte si contendevano una cattedra diretta dal maestro reggiano. Per quanto riguarda le acqueforti, bisogna dire che al di là della fama di alcuni fogli come La pesca, Ranocchi o Il lavoro, opere che ebbero larga diffusione perché inserite in Album al culmine della rinascita dell’arte incisoria in Italia, o le litografie di ambito vedutistico di Ginevra e Londra, il restante lavoro su lastra di Fontanesi è sempre circolato in maniera circoscritta. Si tratta sempre di opere che ebbero una tiratura limitata, non destinata al commercio ma più ad una ricerca personale sull’uso della luce che solo il bianco e nero di una buona morsura riusciva a soddisfare. E’ proprio questa ricerca chiaroscurale, tramite una lavorazione “materica” della lastra, che ci ha fatto accostare un Cretto nero di Alberto Burri , sicuramente uno degli artisti contemporanei più attenti allo studio della luce”.
“Speriamo che la mostra, e la presenza di tanti fogli in tirature di prova – conclude Leonelli - possa dunque risvegliare l’interesse di studiosi e collezionisti su questo importante interprete dell’Arte dell’Ottocento italiano”.
Antonio Fontanesi
Più sensibile ai contrasti di luce-ombra che al vivace colorito, alle atmosfere notturne e nebulose tipiche di una certa tradizione lombarda, è un vero incisore che utilizza il mezzo per le sue effettive potenzialità e non come mero esercizio riproduttivo. Il risultato è un continuo modificarsi degli effetti luministici, è il consumare della materia. Le prove che Fontanesi ha tratto dai rami sono ognuna differente dall'altra e, nonostante il confronto con gli esemplari già presenti nelle collezioni di Reggio Emilia, Piacenza, Torino e Ginevra, è oggi difficile ricostruire con certezza il processo creativo. Certo è che, di norma, Fontanesi parte da una morsura leggera spesso coperta da una leggera velatura di acquatinta per poi rimordere o aggiungere interventi a puntasecca, acquaforte o brunitoio fino a cavare da fondi opachi risalti chiaroscurali. Il suo lavoro è coerente con la sensibilità romantica e naturalistica dell'epoca ma l'equilibrio delle composizioni, solenni e scenografiche, è sconvolto dal segno nervoso e continuamente ripensato. Riflette in questo la sua biografia inquieta: Fontanesi, dopo una prima formazione a Reggio Emilia dove si dedica alla scenografia e alla veduta, parte volontario con Garibaldi nel 1848, rifugiandosi poi a Ginevra dove esegue le prime litografie (1854) suggeritegli da importanti commissioni locali. Da Ginevra viaggia spesso: a Firenze nel 1861 e nel 1866 dove espone e frequenta i macchiaioli; a Parigi per esporre; a Londra nel 1865 dove esegue litografie ed eliografie. Nel 1868 è chiamato ad insegnare a Lucca e dal 1869 a Torino dove viene per lui istituita la cattedra di “paesaggio” presso l'Accademia Albertina. Nel 1875, causa l'atteggiamento ostile nei suoi confronti, accetta di trasferirsi a Tokyo dove insegna per tre anni. Al suo ritorno, ormai minato da una malattia contratta proprio in Giappone, riprende il suo impegno nell’insegnamento all’Accademia Albertina, si dedica alla sua pittura di paesaggio, tralasciando un po’ l’incisione. Morirà nel 1882.
Luogo e orari
Studio Bibliografico “La Darsena” - Via Saragozza, 85 - Modena
Tel. 059 219942 – Mobile 3382140738 Dal 7 dicembre 2013 al 26 gennaio 2014 - Dal Lunedì al Sabato ore 9.00 – 12.30 / 15.30 -19.30; Domenica su appuntamento E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
L’iniziativa è organizzata dalla Galleria Napoleone Cacciani e si svolgerà domenica 8 dicembre -
Boretto, 2 dicembre 2013 -
Un appuntamento per raccogliere fondi da destinare al restauro della Basilica San Marco di Boretto. A organizzarlo la Galleria Napoleone Cacciani, che per domenica 8 dicembre 2013, alle 16.30, ha mobilitato il mondo dell’arte raccogliendo un’importante selezione di dipinti, disegni, sculture e fotografie che verranno messi in vendita a sostegno della prosecuzione dei lavori.
Mentre la prima fase dei restauri della Basilica di San Marco di Boretto entra nella sua fase conclusiva, il Comitato che ha sostenuto, coordinato e documentato i lavori, pensa al futuro e alla prosecuzione dell’opera intrapresa. «Chi ha partecipato ai diversi momenti di apertura del cantiere al pubblico ha avuto modo di conoscere in modo diretto la serietà e l’entusiasmo con cui tutti i soggetti coinvolti stanno operando, e scoprire insieme ai tecnici gli spunti di grande interesse emersi da un restauro condotto secondo metodologie rigorose e aggiornate» spiega Ivan Cantoni, curatore della Galleria Napoleone Cacciani e membro del Comitato per i restauri. «È già il momento di pensare al futuro, di creare le condizioni perché i ponteggi non vengano smontati, ma semplicemente trasportati verso la navata e le cappelle. L’esperienza di questi mesi, le procedure messe in atto, i costi sostenuti ci dicono che si tratta di obiettivi del tutto affrontabili. L’importante è raccogliere le risorse per non interrompere il processo già avviato».
Hanno messo a disposizione le loro opere, oltre ai soci della Galleria, Azeglio Bertoni, Davide Benati, Alfonso Borghi, Marino Iotti, Rossano Cortellazzi, Gianna Zanafredi, Renzo Dall’Asta e molti altri. Anche gallerie e imprese, come Saletta Galaverni di Reggio Emilia e Coopsette hanno donato pezzi dalle proprie collezioni. Le immagini di ciascuna opera verranno proiettate e illustrate da Ivan Cantoni. Sarà immediatamente possibile, per chi lo desideri, prenotare l’opera che intende acquistare. L’intero ricavato andrà a finanziare la partenza del secondo stralcio del cantiere. Nel corso dell'iniziativa sarà inoltre possibile acquistare libri e cataloghi d’arte per regali di Natale di buon gusto e molto economici.
L’appuntamento è presso i locali della Basilica San Marco, domenica 8 dicembre, a partire dalle ore 16.30.
Le opere in vendita saranno esposte alla Galleria Napoleone Cacciani sabato 7 e domenica 8 dicembre (apertura 10-12.00 e 16.00-19.00).
Domenica 8 dicembre, infine, i ragazzi del laboratorio Bibliocampus Natale, organizzato dalla Galleria Napoleone Cacciani e dalla Biblioteca Comunale, saranno presenti in galleria per vendere i loro lavori. Anche il ricavato di questa attività sarà devoluto a favore del cantiere di restauro.
Elenco dei donatori in ordine alfabetico:
Corrado Askerz,Monica Benassi, Davide Benati,Azeglio Bertoni,Alfonso Borghi, Alessandro Bosoni, Marco Cagnolati, Ivan Cantoni, Massimo Canuti, Coopsette, Rossano Cortellazzi, Renzo Dall’Asta, Saletta Galaverni, Sara Giuberti, Henri Guatteri, Marino Iotti, Hicari Miyata, Maria Luisa Montanari, Marco Pinna, Michele Sassi, Ida Tentolini, Elena Viappiani, Gianfranco Zanafredi, Gianna Zanafredi.
in allegato la locandina
(fonte: ufficio stampa Kaiti)
L’incontro con uno scrittore “in carne ed ossa” è sempre qualcosa di estremamente emozionante e stimolante per chi ama la lettura, come ci hanno dimostrato le esperienze degli scorsi anni.
Parma, 2 dicembre 2013 -
Per questo l’Assessorato alla Cultura del Comune di Montechiarugolo e la Biblioteca Comunale hanno ideato una rassegna di tre appuntamenti con autori molto amati dai lettori. Dopo aver incontrato nelle scorse settimane Marcello Fois e Sara Rattaro la minirassegna "Incontri con l'Autore" si conclude con Cristiano Cavina. Giovedì 5 dicembre alle ore 21 presso l'Hotel delle Rose di Monticelli Terme il pubblico avrà la possibilità di incontrare Cristiano Cavina, scrittore faentino che ha già pubblicato diversi romanzi, con successo crescente: Alla grande, Nel paese di Tolintesàc, Un'ultima stagione da esordienti, I frutti dimenticati e Scavare una buca. Cavina ha vinto importanti premi letterari (come il Premio Tondelli, Castiglioncello, Vigevano, Francesco Serantini, Selezione Premio Strega 2009. I lettori amano la sua natura sincera e vulcanica e la critica più severa lo considera uno dei migliori scrittori italiani della nuova generazione. Nel 2012 è uscito Romagna mia!, una serie di brevi saggi ironici in cui Cavina racconta la sua terra e i personaggi che l'hanno popolata, mentre nel corso di quest'anno ha pubblicato il romanzo Inutile tentare imprigionare sogni.
L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Terme di Monticelli e Circolo Arci Verdi. Dialogherà con l'Autore la giornalista della Gazzetta di Parma Laura Ugolotti.
(Fonte: Ufficio Stampa Comune di Montechiarugolo (PR))
Un’immagine del giovane povigliese scelta tra le oltre 8 mila fotografie pubblicate -
Poviglio, 2 dicembre 2013 -
Wiki loves monuments: c'è anche un povigliese, il fotografo e architetto Matteo Colla, tra i primi dieci fotografi italiani autori delle migliori immagini partecipanti alla seconda edizione del concorso fotografico, che valorizza il patrimonio culturale del Belpaese su Wikipedia.
Colla, classificatosi settimo con una fotografia della volta della navata principale del Cimitero monumentale di Poviglio, è infatti uno dei dieci vincitori premiati lo scorso sabato 23 novembre presso la libreria Hoepli di Milano. Quest'anno sono stati ben 537 i fotografi partecipanti, per un totale di 8082 foto raffiguranti monumenti, edifici, dettagli artistici del patrimonio culturale nazionale, dall'architettura al paesaggio, all'archeologia industriale e non solo, caricate su WikiCommons e disponibili in formato CC-BY-SA. A scegliere i vincitori una giuria di professionisti presieduta da George Tatge, ex dirigente tecnico-fotografico dello storico Museo Fratelli Alinari di Firenze, e gli esperti wikipediani Niccolò Caranti e Giovanni Dall'Orto.
L'immagine premiata rientra nel progetto sviluppato da Matteo Colla insieme a Adriano Artoni “Passato Prossimo: architetture e paesaggi nel territorio Povigliese”, uno sguardo a 360 gradi sulle emergenze artistiche e architettoniche povigliesi. Il lavoro, presentato in occasione della Fiera d'autunno 2011, si articola in una ricca collezioni di immagini, ben 150, raffiguranti i luoghi di culto, i casini e le corti rurali, i villini Urbani, i giardini e i luoghi atti alla trasformazione e conservazione dei prodotti dell'economia locale.
«Sono molto contento che la giuria abbia selezionato una mia fotografia e ancora di più che sia stata quella della volta della chiesa monumentale del cimitero di Poviglio» spiega Colla «perché è molto simbolica e rappresentativa di tutta la ricerca sul nostro patrimonio architettonico e culturale. Attraverso queste immagini vorremmo suggerire una visione che va al di là dell’aspetto descrittivo del soggetto e stimolare la curiosità, la fantasia e la voglia di riscoprire queste nostre bellezze locali».
«Siamo molto orgogliosi del risultato raggiunto dal nostro concittadino Matteo Colla» è il commento del sindaco Giammaria Manghi e dell’assessore alla Cultura Filippo Ferrari, «che ringraziamo ancora una volta per l’ottimo lavoro realizzato sul patrimonio culturale povigliese e l’opportunità di far conoscere, anche al di fuori della nostra provincia, la ricchezza del nostro territorio».
Tutte le immagini partecipanti al concorso sono disponibili in rete con licenza di Creative Commons: le dieci foto vincitrici, compresa quella di Matteo Colla, prenderanno parte, insieme a quelle delle altre cinquanta nazioni partecipanti, alla fase finale del concorso in ambito internazionale.
(Fonte: ufficio stampa Kaiti)
Sarà inaugurata giovedì 5 dicembre alle 18, nella sede del Museo Civico di Storia Naturale in via Scalabrini 107, la mostra “La garzaia racconta, vita e tradizioni del Po a Piacenza”, promossa dal Consorzio di Bonifica cittadino e curata dal critico e storico dell’arte Marco Senaldi con il coordinatore scientifico del Museo, Carlo Francou.
Piacenza, 2 dicembre 2013 -
Tra le immagini d’epoca dell’Archivio Croce – con fotografie di Gianni Croce, dei Fratelli Manzotti e di Giulio Milani – spiccherà la grande installazione lignea di Romano Bertuzzi, che ha intitolato questa sua scultura “La garzaia”: alta oltre sei metri, la struttura lignea trae ispirazione dagli alberi in cui si annidano, lungo le rive del Po, diverse specie di uccelli, la cui “coabitazione” viene tradotta dall’autore nel linguaggio dell’arte contemporanea.
La mostra, il cui allestimento è stato curato dallo Studio&Tre, resterà allestita sino all’8 febbraio prossimo e sarà visitabile negli orari di apertura del Museo: martedì, mercoledì e venerdì dalle 9.30 alle 12.30; giovedì, sabato e domenica, oltre al mattino, anche dalle 15 alle 18.
Per ulteriori informazioni, si può contattare il numero 0523.334980 nonché, per esigenze didattiche, lo 0523-337745: la mostra ha infatti un valore formativo di testimonianza del passato, incentrandosi sul rapporto tra acqua, uomo e natura che è al centro dell’attività del Consorzio di Bonifica di Piacenza.
Il servizio fotografico dell’inaugurazione sarà a cura di Carlo Pagani.
(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)