Maestro Travel Experience e Monte delle Vigne presentano il progetto dell’estate “VIENI A TROVARTI”, una rassegna di appuntamenti che avranno luogo negli spazi all’aperto della splendida location della cantina di Ozzano Taro - PR.
Di fronte a situazioni di grande stress, come quella attuale, uno su tre (32%) guarda con interesse a pratiche come yoga e meditazione.
La pandemia di Coronavirus ha portato a un cambiamento radicale delle abitudini di vita e messo a dura prova anche la nostra tenuta psicologica: ci sentiamo stressati, preoccupati e anche se si iniziano a vedere miglioramenti, il carico di ansie, tensioni e incertezze è ancora presente.
Di fronte alle situazioni di stress, gli abitanti di Parma ritengono molto utili le pratiche e discipline che favoriscono il benessere mentale: più di uno su tre (32%), infatti, si dice interessato e propenso a provare attività come yoga, meditazione, tai chi e mindfulness, e il 30% già ha provato a praticarle.
È il quadro che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua sul welfare1.
Queste attività, anche molto diverse tra loro, hanno in comune la capacità di portare importanti benefici: migliorano l’umore (38%), favoriscono la concentrazione (34%), riducono lo stress (32%) e permettono di ottenere anche migliori performance lavorative (22%).
Se non si può andare in una palestra o in un centro specializzato, come in questo periodo, viene in aiuto la tecnologia: app (12%), lezioni da remoto e video tutorial (30%), dicono gli abitanti di Parma, sono ottimi strumenti con cui tenersi in forma. Lo conferma anche un’analisi delle ricerche online in Italia nei primi mesi del 2020, dove spopolano i workout casalinghi per restare in forma e scaricare le tensioni, e tra le parole più ricercate ci sono appunto “app yoga”, “yoga online” e “stretching”.
Ma se sono sempre di più i parmensi interessati a queste pratiche, sono anche molti quelli che le vorrebbero applicate anche nell’attività lavorativa, una volta tornati alla normalità. A beneficiarne dovrebbero essere soprattutto i lavoratori sottoposti a scadenze e ritmi frenetici (30%) e quelli che oltre agli impegni di lavoro devono far fronte a compiti di cura impegnativi, come nel caso di genitori con figli piccoli o dei caregiver (32%).
Insieme a queste pratiche, a favorire il benessere mentale durante l’attività lavorativa è la possibilità di una gestione personalizzata del proprio tempo, resa possibile da forme di welfare come la flessibilità oraria (70%) e lo smartworking (38%). Utile, infine, è anche la possibilità di disporre di un servizio di consulenza psicologica (12%) con cui confrontarsi.
“Ci sono due dati che emergono sopra tutti dalla ricerca del nostro Osservatorio: la crescente sensibilità degli italiani verso il benessere psicologico e la sua importanza tanto nella vita di tutti i giorni quanto per l’attività lavorativa” - commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo – “Per noi di Reale Group quelli del welfare, del wellness e della salute sono temi da sempre centrali e in questi mesi di emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 abbiamo messo in campo numerose azioni rivolte in tal senso sia ai dipendenti sia ai nostri clienti. Ad esempio, lo smartworking per il 98% dei dipendenti, garanzie e tutele specifiche per i clienti proprio a cominciare dalla sfera della salute, anche attraverso servizi di consulenza psicologica volti a dare supporto in un momento così difficile, fino all’utilizzo della tecnologia che ha permesso di mantenere il presidio territoriale con la nostra rete di agenti. Ci auguriamo che la situazione possa tornare presto alla normalità, il nostro obiettivo è di continuare a essere a fianco delle persone e delle imprese con soluzioni specifiche per il welfare e la protezione della salute e del benessere”.
1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica.
Diventare la miglior versione di se stesse: questo è forse il più bell’obiettivo che una donna vorrebbe raggiungere. Il come, soprattutto al giorno d’oggi, è davvero una sfida enorme. La frenesia del lavoro, gli equilibri e i doveri da gestire quotidianamente, le esigenze dei figli e della famiglia da anteporre a tutto non possono che assorbire la maggior parte del tempo, giorno dopo giorno. Insomma, una donna deve essere troppe cose per essere anche se stessa.
Sembra incredibile, ma a smentire tutto questo e a dare una via di uscita è proprio un uomo. Il parmigiano Marco Caggiati, fitness coach e mental coach specializzato in PNL, ha trovato le leve e i mezzi giusti per aiutare migliaia di donne in Italia a sentirsi come desiderano.
Bella e in Forma in 30 minuti
Con un percorso di 30 minuti giornalieri, Marco abbraccia tutte le donne d’Italia che vogliono essere toniche senza andare in palestra, che vorrebbero dedicare tempo a se stesse senza sentirsi in colpa, che vogliono esserci sempre per i loro figli ma senza che sia avvertito come un dovere. Nasce così “Bella e in Forma in 30 minuti”, un allenamento fisico e mentale pensato esclusivamente per un pubblico femminile in cui ogni sessione ha una durata massima di 30 minuti. La proposta vincente nasce dal fatto che è proprio la donna a calibrare i tempi perché gli esercizi sono sempre a disposizione online in forma completamente gratuita sul sito web https://www.bellaeinformain30minuti.it/ o sul canale YouTube https://bit.ly/39Zw9zU. Inoltre, una community di oltre 115.000 donne su Facebook - https://bit.ly/2XqheMf, sono un bellissimo ambiente per confrontarsi e raccontarsi.
E, per un allenamento semi-personalizzato, esiste anche l’app “Bella e in forma per sempre” che consente di studiare un programma ad hoc con un abbonamento calibrato sulle esigenze della singola persona.
Insomma, Marco Caggiati ha creato tutti i presupposti per migliorare se stesse partendo dalla propria consapevolezza attraverso la guida della PNL fino a ottenere, con un pò di costanza, la forma fisica desiderata.
Facciamo muovere i nostri bambini
I bambini sono pieni di energia che va stimolata e incoraggiata; purtroppo la quarantena non permette ai nostri figli di esprimersi come vorrebbero. Caggiati ha quindi pensato a un supporto proprio per le giovani mamme, specialmente in questo periodo di reclusione forzata. Sono stati realizzati dei video appositamente per l’allenamento dei bimbi dai 3 ai 12 anni: esercizi utili e divertenti da fare in poco spazio, per mantenere attivi e soprattutto sorridenti i nostri bimbi. Sono già tantissimi i commenti sui social delle mamme italiane che hanno coinvolto i loro figli. Su Youtube, i video hanno già superato il milione di views.
Bello dunque vedere come la tecnologia, sapientemente usata da un professionista attento, sappia risolvere problemi molto pratici e rendere soddisfatte tante donne che, con la tenacia che le contraddistingue, possono davvero mirare ad essere la miglior versione di se stesse.
Il coronavirus è entrato di prepotenza e improvvisamente nella vita di ogni singolo abitante del pianeta. Un attimo e la globalizzazione è diventato un ricordo. Tutti reclusi nelle proprie abitazioni a contare i decessi e i nuovi contagi. Ma quali terribili pensieri corrono nella mente, insomma quali sono le principali paure che ci inseguono?
Il sondaggio scade il3 aprile 2020
Luca Russo da Stadiotardini.it – Un paese intero chiuso in casa per contrastarne la diffusione, strutture sanitarie messe a dura prova dalla sua avanzata e bollettini giornalieri dai contorni drammatici. Il Coronavirus sta assumendo sempre di più le sembianze dell’11 Settembre italiano. Un 11 Settembre, però diluito nel tempo, che ci sferra un destro da potenziale ko un giorno sì e l’altro pure.
I contagiati aumentano di ora in ora, in modo sì costante, ma per fortuna non esponenziale come si temeva, crescono il numero di decessi e quello dei pazienti per i quali è necessario il ricovero in terapia intensiva, ma inizia a irrobustirsi anche l’esercito dei guariti. L’Italia, insomma, tiene botta, per ora e in attesa del prevedibile picco che gli esperti ipotizzano per la fine di Marzo. Merito di un Sistema Sanitario Nazionale che, a differenza di quanto accade altrove, garantisce cure a tutti, inclusi coloro che vuoi per l’età, vuoi perché affetti da molteplici patologie hanno una speranza di vita limitata.
Merito di medici, infermieri e operatori sociosanitari che stanno sottoponendosi a turni di lavoro massacranti, affrontando in prima linea a mani nude e a volto scoperto quel pericolo che noi comuni mortali stiamo combattendo restando a casa e in tenuta da astronauta. Loro, il nostro esercito a nostra difesa nella guerra al Coronavirus. Costretti ad operare in condizioni perlomeno critiche, perché i tagli alla Sanità degli ultimi anni hanno imposto una progressiva riduzione delle risorse e delle strutture ospedaliere i cui effetti, già visibili in tempi di pace, appaiono plasticamente evidenti e drammaticamente decisivi nella partita contro questo nemico invisibile. Una sfida che avremmo potuto vincere non dico a mani basse, ma quasi, se ormai molto tempo fa non fosse stato sdoganato il concetto di azienda sanitaria, ovvero la salute pubblica gestita da manager orientati innanzitutto agli equilibri di bilancio… e poi al resto.
Capisco, condivido e sottoscrivo la necessità di ridurre o addirittura azzerare completamente gli sprechi e l’esigenza di allocare meglio i soldi, ma come si può immaginare di offrire un servizio pubblico restando in pari? Tutt’al più si dovrebbe legittimamente tendere al “contenimento dei piazza danni”. La razionalizzazione voluta da qualcuno ci ha invece portati a sforbiciate irrazionali. Nel 2015 il regolamento per gli standard ospedalieri ha sancito che un utilizzo medio dell’80/90% dei posti letto durante l’anno va considerato efficiente. In soldoni, dei 5.000 posti di terapia intensiva disponibili sul territorio nazionale, quelli liberi per l’emergenza COVID-19 concretamente sono meno di un migliaio.
Quindi, è sufficiente che i pazienti con Coronavirus occupino il 20% dei posti per saturare i reparti. Cifre che dovrebbero farci intuire come le difficoltà attualmente patite dai nostri ospedali siano figlie non solo dell’elevata aggressività del virus, ma anche della dannosa spending review di cui sopra. Nel resto d’Europa solo la Germania è messa realmente bene in materia con 30 posti letto di terapia intensiva ogni 100 mila abitanti. La Francia, come noi, non va oltre i 12 e in Spagna si scende addirittura al di sotto delle 10 unità. Preoccupante il dato della Gran Bretagna: 7 posti letto di terapia intensiva ogni 100 mila abitanti. Una cifra che diventa raccapricciante se si pensa che il Regno Unito intende contrastare l’avanzata del virus puntando praticamente tutto sull'immunità di gregge, ovvero sul meccanismo di protezione per cui quando una parte significativa della popolazione risulta vaccinata contro una minaccia esterna finisce col tutelare indirettamente pure quei soggetti che non hanno sviluppato direttamente l’immunità. Una forma di protezione che si “attiva” in presenza di un vaccino, naturalmente.
Ma in sua assenza, come nel caso del Coronavirus, l’unico modo per venire all'immunità di gregge brutalmente è far sì che le persone siano contagiate così che possano sviluppare validi anticorpi. Immaginate il virus che nelle battute iniziali del suo dilagare saltando da un individuo all'altro trova soltanto semafori verdi, mentre quando l’immunità di gregge prende consistenza inizia ad imbattersi in qualche semaforo rosso. Questa è la strategia cui parrebbero voler tendere i governanti d’oltremanica: permettere al virus di camminare tra la gente e in questo modo avvicinarsi gradualmente all'obiettivo dell’immunità di gregge.
Dal mio punto di vista, un’idea malsana, rischiosa e disumana, perché al momento non si ha ancora la certezza che il COVID-19 sia una malattia immunizzante, ovvero in grado di garantire l’immunità a chi ne viene colpito, cioè non sappiamo se una persona contagiata possa essere infettata di nuovo; e perché costerà tante, tantissime, troppe vite umane, vista la letalità del COVID-19 e considerato che non tutti saranno abbastanza preparati e forti da sconfiggerlo in autonomia. E allora mi ritengo fortunato ad essere nato in Italia, in un Paese che opera pure i 90enni se esiste una sola piccolissima e impercettibile possibilità di salvargli la vita. Un’Italia che ora vedo inginocchiata, accartocciata su sé stessa, stremata dall'emergenza che l’ha travolta. Piegata, ma non spezzata. Alle corde, ma non sconfitta. In lacrime, ma non rassegnata. Un’Italia non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai (cit. Frida Kahlo).
UN’ITALIA CHE CE LA FARÀ SE E SOLO SE NOI TUTTI RESTIAMO RESPONSABILMENTE A CASA.
Da StadioTardini.it
http://www.stadiotardini.it/2020/03/columnist-luca-russo-coronavirus-la-suicida-spending-review-sulla-sanita-continuiamo-restare-responsabilmente-casa.html
di Francesca Caggiati – Siamo in emergenza sanitaria ormai mondiale. Smettiamo di raccontarcela e di voler tenere gli esercizi commerciali e i mercati aperti, smettiamo di dire che è una banale influenza, smettiamo di invocare una fantomatica privacy per nascondere chi è stato colpito dal virus e potenzialmente ha già anche contagiato le persone con cui è entrato in contatto nelle ultime settimane. Smettiamola di farci dei selfie con degli slogan del tipo #parmanonsiferma, perché si sta parlando della vita delle persone.
Il diritto alla salute e alla vita deve essere messo al primo posto, al di sopra di ogni altro interesse o diritto privato. Non esiste il benessere del singolo, se non c’è al primo posto il benessere collettivo.
Finora solo la comunità cinese – che già da lunedì 2 marzo – ha deciso in modo autonomo, responsabile e consapevole di chiudere tutte le sue attività commerciali, ha dimostrato di avere a cuore il bene della collettività.
Come ha dichiarato il prof. Massimo Galli – Primario Struttura Complessa Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano – alle telecamere di La7 nel servizio andato in onda il 5 marzo scorso: “Nelle epidemie storiche hai una prima fase in cui ci si dà di gomito dicendo “Ce l’ha il nostro vicino il problema, ah che paura, però insomma ce l’ha lui”. Poi c’è la fase in cui ti rendi conto che ti è arrivata in casa e in cui rifiuti l’idea "Ma nooo! Non è possibile, non è possibile che sia qua da noi!". Poi c’è la fase in cui si deve prendere atto e vengono assunte delle misure. Poi c’è la fase in cui c’è qualcuno che dice: “Ma queste misure ci rovinano!” e allora vengono ridotte. E poi c’è la fase della rovina totale in cui la malattia dilaga”.
Semplici, ma precise parole che rendono perfettamente l’idea di quello che è successo con il primo decreto e l’attuazione dello stesso che fa quasi retromarcia poco dopo. Come dice il professor Galli: “Una assoluta sciocchezza!”
Eppure abbiamo visto leader politici nazionali e locali dire di continuare a venire in Italia e a Parma, dire di continuare a vivere come se nulla fosse, postare selfie per far vedere al mondo intero che qui è tutto a posto e non c’è nulla o quasi di cui preoccuparsi. E questo è a dir poco sconcertante.
Perché sono già due settimane che l’Italia è in allerta e perché significa non essere consapevoli e non aver compreso la gravità della situazione, oppure significa fregarsene per dare un contentino agli esercenti delle attività commerciali che si lamentano, tenendo solo in considerazione l’aspetto economico a breve termine, senza avere chiaro che una pandemia come ormai è stato appurato essere il coronavirus, porterà ad un collasso del sistema sanitario ed economico inevitabile e di quelli forse mai visti prima.
Qui ci si limita a pubblicare dati statistici quasi timidamente, ricordando di attenersi alle distanze di sicurezza, che oggi non si sa neppure quali siano esattamente. Si parla di 1 mt o 1,82 mt o… ?!
Quindi cosa fare?!
Moriremo tutti? No per fortuna. Ma questo non significa che non ci dobbiamo preoccupare, perché il problema non è l’estinzione della specie.
Il problema è che il Covid-19 è una malattia che richiede un’assistenza al malato particolare, con una percentuale di malati che ha bisogno di ricevere respirazione assistita e quindi di essere ricoverata nei reparti di rianimazione. Se il numero di contagiati aumenta drasticamente, aumenta anche il numero di pazienti da ricoverare in rianimazione e chissà per quanti giorni.
Non essendoci una terapia specifica e ammalandosi gravemente fino alla morte anche persone giovani - tra i primi il medico ofmatologo Li Wenliang, 34 anni, di Wuhan, seguito da altri giovani medici cinesi - e persone apparentemente sane, bisogna evitare che il numero dei contagiati esca fuori controllo.
I posti in rianimazione sono limitati e, in più in generale, tutti i posti ospedalieri sono limitati rispetto alla popolazione, quindi il rischio concreto è quello di non poter accedere neppure alle cure che comunque – meglio ripeterlo – non sono specifiche per il coronavirus.
Il personale sanitario è limitato, si sta ammalando e alcuni medici anche in Italia sono già morti. Il rischio del collasso del sistema sanitario è reale. Non una remota ipotesi.
In aggiunta come già pubblicato da Il Fatto Quotidiano di oggi “La Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva ha diffuso un documento tecnico per "fornire un supporto agli anestesisti-rianimatori attualmente impegnati a gestire in prima linea" la maxi-emergenza in cui scrive: "Può rendersi necessario porre un limite di età all'ingresso in terapia intensiva. Non si tratta di compiere scelte meramente di valore, ma di riservare risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza e secondariamente a chi può avere più anni di vita salvata."
E il vaccino? Come prima cosa non è ancora stato trovato, quando e se verrà trovato, ci vorranno comunque mesi affinché sia disponibile, quindi non facciamoci troppo affidamento.
Prendiamo esempio dai cinesi. Fermiamoci. Ma fermiamoci seriamente. Tutti in casa per almeno due o tre settimane e comunque fin tanto che la curva dei contagi non arresti la sua crescita. Tutto chiuso, a parte gli ospedali. Medicinali e spesa consegnata a domicilio con personale munito di mascherina e pos per i pagamenti.
Se proprio non possiamo fare a meno di uscire, mettiamoci la mascherina anche se pensiamo di essere sani come i pesci, in modo da scongiurare il contagio.
Se non troviamo mascherine possiamo sempre metterci una sciarpa sul naso e la bocca in modo tale da sopperire.
Ma se non è strettamente necessario… stiamo in casa!!
E lanciamo un nuovo slogan più saggio di questi tempi: #iomifermo
Io mi fermo significa che ho a cuore la mia salute, quella dei miei cari e di tutta la collettività. Io mi fermo significa che finalmente avrò il tempo per stare con i miei figli, i miei genitori, i miei fratelli o sorelle. Avrò il tempo per leggere quel libro che ho sul comodino da mesi, vedere o rivedere un bel film, cucinare in tranquillità utilizzando anche gli avanzi del giorno prima senza buttarli come facevo prima, ripensare alla mia vita e al mio lavoro.
Posso lavorare da casa?
Sì… possiamo anche lavorare da casa, in molti modi: mandare mail, ricevere e fare telefonate (ormai il telefono si usa per tutto tranne che per far sentire la nostra voce!), possiamo partecipare ad una riunione di lavoro in videoconferenza con colleghi e capo, clienti o fornitori, possiamo frequentare corsi e lezioni on line o in streaming e fare tante altre cose, da casa.
Ripensiamo tutti ad un modo di lavorare dislocato, geo localizzato, smart, da remoto… o chiamatelo come volete. Ma pensiamoci.
Tra qualche mese l’emergenza finirà. E quando l’emergenza sarà finita riprenderemo a frequentarci di persona, a ritrovarci per aperitivi ed eventi, ad abbracciarci e a baciarci ringraziando di essere ancora vivi!
Bisogna assolutamente evitare che il numero di persone contagiate aumenti.
E il modo più efficace è stare in casa.
Questo è l’unico vero messaggio che dovrebbe arrivare dalle Istituzioni a tutti gli Italiani. Senza tentennamenti e senza deroghe!
di Marco Becchi - In questi giorni caotici i problemi stanno vincendo sulle soluzioni.
La PNL (Programmazione Neuro Linguistica) ci svela un segreto su come affrontare al meglio ciò che succede.
Il Coronavirus, conosciuto anche come COVID19, è ormai risaputo che ha portato alla chiusura di scuole, attività, palestre e a tante altre limitazioni della nostra libertà.
Non ci è permesso muoverci liberamente e, più in generale, la quotidianità si è ritrovata in un improvviso meccanismo di restrizione e paura.
Ci sono 3 domande molto utili in situazioni come queste e che ci possono aiutare a guardare le cose in modo più consapevole e responsabile.
"Quanto dipende da me, da zero a dieci?"
Chiederci quanto una cosa è sotto il nostro controllo ci permette di prenderci o toglierci la responsabilità di poterla cambiare. Quanto potere abbiamo noi cittadini sul Coronavirus e quanto potere abbiamo sulle decisioni che le autorità stanno prendendo?
Se la risposta è un numero basso o bassissimo allora possiamo metterci il cuore in pace ed iniziare un processo di accettazione.
"Su cosa hai potere in questa situazione?"
Porti questa domanda ti farà focalizzare su ciò che puoi modificare. Il focus deve essere assolutamente verso quelle azioni che possiamo fare e in questo modo diventeremo responsabili per i risultati che possiamo produrre.
"In che modo questa situazione può essere utile?"
Porsi questa domanda non significa sottovalutare il problema ma andare alla ricerca di qualcosa di positivo che possiamo fare o apprendere da tutto questo. L'impossibilità di riunirsi, ad esempio, in meeting aziendali o riunioni, ha fatto imparare a molte persone che esistono i webinar (riunioni online). L'impossibilità di vivere "normalmente" e le scuole chiuse, ci permettono di passare più tempo con i nostri figli che sono a casa.
Virginia Satir, psicologa: "La vita non è quella che dovrebbe essere. La vita è quella che è. E' come la affronti che fa la differenza". Dipende da noi!
Scopri l'immenso potere delle PNL, iscriviti al prossimo PNL ONE DAY (workshop gratuito) a Guastalla il 4 aprile 2020 dalle 10.00 alle 12.30 presso Hotel Old River. Riserva il tuo posto scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.marcobecchi.it
Una villa tra le colline, uno chalet in montagna, un super attico in città o magari una villetta di prestigio al mare. Cosa potrebbe accomunare queste residenze di lusso? Prova a pensarci… Ti aiutiamo noi? Una piccola spa direttamente a casa.
Stai già fantasticando? Benissimo. Se ti fidi di noi, ci piacerebbe darti qualche consiglio su come creare la tua piccola spa tra le mura di casa tua con minipiscine beauty luxury, diffusori d’essenze, candele, materiali rilassanti e piante che favoriscono il benessere.
Avere una spa a casa: sogni e magie che si realizzano
Partiamo dal presupposto che non potrai far tutto da solo. Ospitare nella propria personalissima spa di casa una minipiscina luxury necessita di installatori esperti, ma nessuno ti vieta di buttar giù idee e progetti per collaborare con gli arredatori e gli interior designer che sceglierai in maniera più proattiva.
Lo spazio di una spa in casa è importante, soprattutto in quei posti in cui si può godere di tepore e sole per molti mesi all’anno. Una spa in casa è un angolo di quiete, pace e relax da godere con i cari e con gli amici, ma anche in totale solitudine leggendo un libro o sonnecchiando pigramente.
Il primo passo per arredare una piccola home spa è considerare lo stile della casa. Si tratta di qualcosa di rustico? Di romantico? Ci troviamo in un contesto shabby chic o iper moderno? Rispetta il contesto e, semmai, aggiungerai in seguito qualche tocco particolare.
Condividere un ampio spazio e bellissimo, ma è bello anche il piacere di avere delle micro aree in cui coccolarsi.
Se l’area che vuoi adibire a home spa è così ampia da permetterti delle piccole divisioni naturali, potresti pensare di creare delle stanze a cielo aperte con arredi diversi ma in linea continua e chiamarle in modi diversi a seconda delle ispirazioni dei colori e dei particolari. Linee tracciate da siepi e piante che apparentemente dividono ma uniscono un concept in cui la protagonista è la natura che ti circonda.
Se invece la spa sarà totalmente in un ambiente chiuso, sfrutta tutti i magici poteri del light design e realizza il tuo piccolo mondo in cui le luci ti accompagnano verso il relax.
Diffusori d’essenze e profumi: l’importanza dell’aromaterapia
Ormai sappiamo benissimo che l’aromaterapia svolge un’importantissima funzione per quando riguarda il relax.
Nella tua home spa non potranno quindi mancare diffusori d’essenze che potranno essere elettrici ma anche da utilizzare con una piccola tea light. In commercio troverai diversi brand che realizzano cialdine da sciogliere che sprigionano per ore tutta la potenza di aromi naturali che evocano atmosfere eteree e scenari in cui la pace dei sensi sarà quasi tangibile.
Stai continuando a immaginarti in una minipiscina beauty luxury tra le bollicine dell’idromassaggio, un’area verde che custodisce il silenzio, il tramonto ad avvolgerti e magari l’aroma dei limoni di Amalfi a coccolare tutta la tua voglia di relax? Non dimenticare un prosecco ben ghiacciato, mi raccomando.
Domenica 23 febbraio 2020, al ristorante Sapori Del Mondo, una serata di introduzione teorico-pratica alla medicina olistica indiana
Parma, 18 -02-2020 - Prevenzione e cura, trattamenti e rituali, profumi e prodotti naturali. La "scienza della durata della vita" sarà la protagonista della “Serata Ayurveda”, in programma domenica 23 febbraio 2020 alle ore 19.00 negli spazi del ristorante Sapori del Mondo di via Emilia Ovest 17/A a Parma.
Un appuntamento inserito nel calendario della rassegna "Salute & Benessere 2020", curata dalla giornalista Francesca Caggiati con la collaborazione di Esplora Aps e il patrocinio dalla Provincia di Parma, che farà da introduzione teorico-pratica alla medicina olistica tradizionale utilizzata in India fin dall'antichità e diffusa oggi nel sub-continente più della medicina occidentale. L'Ayurveda è infatti dal 2015 ben integrata nel sistema sanitario nazionale indiano con diversi ospedali ayurvedici presenti in tutto il paese.
A condurre l’incontro, conviviale ed esperienziale, saranno Daniela Monferdini e Morgan Visioli di Personalità Hair Style che faranno scoprire come questa affascinante scienza possa essere utile nella vita di tutti i giorni attraverso l’utilizzo di spezie, oli essenziali ed altri prodotti che mantengono sani il corpo e la mente. L’evento si concluderà con una cena tipica indiana, con un gustoso menù dai colori e sapori orientali, arricchita da pietanze cotte nel tradizionale forno in terracotta tandoori.
LA RASSEGNA
Ideata nel 2016 da Francesca Caggiati, la rassegna “Salute & Benessere” è stata concepita come attività di edutainment - cioè volta ad informare attraverso esperienze piacevoli e coinvolgenti - e si è sviluppata nel corso degli anni ottenendo la collaborazione in ambito medico sanitario dell'Ospedale Maggiore di Parma edi patrocini di Provincia di Parma, Confagricoltura Parma, Arga Emilia Romagna e di Associazioni radicate e attive sul territorio parmense o nazionale come Snupi, AIC (Associazione Italiana Celiachia), Sulle ALI delle Menti, Lidap, Overeaters Anonymous, Amici Obesi, Aidap e altre ancora, spaziando da tematiche prettamente mediche in cui vengono intervistati specialisti nelle diverse branchie della medicina tradizionale, passando da tematiche più olistiche, naturali e orientali, fino ad arrivare a vere e proprie esperienze multisensoriali per il ben-essere di corpo e mente.
In occasione di Parma Capitale della Cultura 2020, la kermesse includerà una serie di iniziative a Parma e provincia, al Centro culturale La Caplèra di Medesano.
Per ulteriori informazioni e per partecipare - fino ad esaurimento posti – telefonare al 3385219408 oppure scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..