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Circa 250 le imprese della provincia di Reggio Emilia che hanno rapporti commerciali con il territorio ellenico. -

Reggio Emilia, 30 giugno 2015 -

Fiato sospeso, anche nella nostra provincia, per le drammatiche vicende che stanno investendo la Grecia, che seppure non sia nei primissimi posti per le nostre esportazioni (si colloca infatti al 23° posto), pesa comunque per quasi 90 milioni sull'economia reggiana.
L'Ufficio Studi della Camera di Commercio, infatti, evidenzia che sono circa 250 le imprese della provincia di Reggio Emilia che hanno rapporti commerciali con il territorio ellenico, aziende che nel 2014 hanno esportato merci in Grecia per un valore pari a 87,4 milioni di euro con un aumento del 5,9% rispetto al 2013. Nello stesso periodo hanno acquistato prodotti per 21,9 milioni registrando, però, una flessione del 6,8% (le importazioni nel 2013 si erano attestate a 23,5 i milioni).
Nel primo trimestre del 2015, il valore dell'export reggiano ha già raggiunto i 23,8 milioni con una crescita, rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, del 5,1%; nel contempo anche l'import ha registrato una ripresa passando da 7,3 a 7,6 milioni di euro (+4,3%).

tab export reggio-grecia

L'interscambio delle imprese della provincia di Reggio Emilia con la Grecia riguarda, per la quasi totalità, i prodotti manifatturieri. Gli articoli di abbigliamento e il sistema moda nel complesso, con 8,6 milioni esportati nel periodo gennaio-marzo 2015, rappresentano la parte più consistente e registrano una crescita del 29,2% rispetto al primo trimestre 2014. Segue il metalmeccanico - in particolare pompe e compressori, organi di trasmissione, di sollevamento e movimentazione, con un valore dell'export che è passato da 5,9 a quasi 6,7 milioni (+11,3%).
In aumento del 21,9% ed un valore pari a 3,2 milioni, il settore ceramico, che occupa il terzo posto fra i principali prodotti "made in Reggio Emilia" venduti nella penisola ellenica.
In flessione, invece, i prodotti alimentari in complesso che scendendo da 2,7 a poco meno di 2,4 milioni registrano un calo del 12,8%, anche se la voce più consistente del settore alimentare, quella cioè relativa alla "carne lavorata e conservata" che comprende gli insaccati, mostra una crescita del 3,6%.
Tutto questo, ovviamente, fino al braccio di ferro del Governo greco con la Ue, che apre scenari punteggiati da incognite e inquietudini.

(Fonte:Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Lunedì, 22 Giugno 2015 10:27

Grecia, alla resa dei conti


Anticipato alle 12 l'incontro dei Capi di Governo per decidere sull'ultima proposta della Grecia. Scommettiamo che...

di LGC Parma 22 giugno 2015 - -
Vedendo come vanno le cose in Europa ci si può scommettere che la decisione che verrà presa questa mattina sarà all'insegna dell'attesa.

L'Europa dei numeri e non certamente della politica e delle strategie, men che meno della solidarietà, uscirà dall'incontro di stamane, con un trionfante comunicato nel quale si annuncerà che la Grecia "sta facendo bene i compiti". Per il momento verrà concesso a Tsipras un periodo di assestamento, presumibilmente sino a fine anno, e nel frattempo verranno anticipati i finanziamenti necessari a rimpinguare le casse del povero Stato ellenico.

Un po' per non tentare la Russia a ricambiare la cortesia dell'UE (vedi ex paesi del Patto di Varsavia entrati a far parte dell'UE e della Nato), un po' per scongiurare gli imprevedibili effetti di un default della Grecia, peraltro ben sottolineati da Mario Draghi, e un po' per "finta solidarietà" verso il popolo greco, i Capi di Stato decideranno di "Non decidere".

Il risultato; un'ulteriore inasprimento della pressione fiscale con ulteriore abbattimento del potenziale di crescita mentre, al contrario, verrà annunciato che, attraverso questo passaggio, Atene potrà presto riprendere la strada della crescita economica, quindi dell'occupazione.

Attendiamo per credere le ore 12,00.

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Prima, durante e dopo. Le dichiarazioni anti-euro non fanno bene alla borsa di Atene il cui indice è crollato prima e dopo il voto che ha confermato le previsioni dell'ascesa di Tsipras al governo ellenico.

di Lamberto Colla - Parma, 1 febbraio 2015 -
Sono bastate le proiezioni di una vittoria della sinistra antieuro di Tsipras per scatenare le ire della finanza internazionale sulla già martoriata Grecia, messa in ginocchio prima dai suoi governi rei di essersi intossicati dai prodotti finanziari di Goldman Sachs e poi dal colpo di grazia dalla Troika, a suon di ribassi in Borsa. - 11% prima e -10% post voto il crollo dell'indice borsistico di Atene accompagnato dai consueti commenti della "portinaia del condominio Europa" sempre pronta a dire la sua su tutto e tutti ma senza mai pagare dazio.

"Il salvataggio della Grecia è costato molto di più all'Italia che non alla Germania e alla Francia." A sostenerlo è il numero uno di UNICREDIT Giuseppe Vita presente alla trasmissione "Fischia il Vento(*)" di Gad Lerner del 21 gennaio scorso. "I soldi, prosegue il presidente del CDA di Unicredit spa, della Germania dati alla Grecia sono tornati nelle banche tedesche, i soldi della Francia sono tornati, in parte, a pagare i debiti delle banche francesi e i soldi dell'Italia sono rimasti lì, in aiuto alla Grecia".

Fatto sta che il popolo greco ha tutti i diritti di rialzarsi anche e soprattutto a fronte delle dichiarazioni dello stesso FMI (Fondo Monetario Internazionale) e componente della Troika che in più occasioni ha riconosciuto la gravità degli errori commessi in Grecia.

Tra il 2008 e il 2013 la Repubblica Ellenica ha lasciato per strada il 24% del proprio Pil, di gran lunga la contrazione più grave rispetto a quella accumulata in qualsiasi altro Paese di Eurolandia. Negli stessi anni i consumi sono sprofondati del 26% e gli investimenti si sono ridotti di quasi due terzi. Non solo: secondo un rapporto dei ricercatori delle Università di Cambridge, Oxford e Londra pubblicato a inizio anno dalla rivista medica britannica The Lancet, in Grecia la mortalità infantile nei primi mesi di vita dei bambini è aumentata del 43% a seguito dei tagli alla spesa pubblica e al dimezzamento del bilancio della Sanità imposti dall'Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale.

Val la pena perciò di gioire dello 0,7% di incremento del PIL greco frutto della "cura" imposta dall'UE?

Meno male che il "B" all'epoca, quand'era ancora presidente del consiglio italiano, avesse con tutte le sue forze contrastato e rifiutato gli "aiutini" del FMI ben conscio di quello che sarebbe accaduto: l'abbraccio mortale della troika!

Ed oggi il premier greco tenta il tutto per tutto alleandosi con l'estrema destra con buona pace dei nostri irriducibili e romantici comunisti i quali, ben attrezzati da sessantottini, cantavano "Bella Ciao" sotto il palco di Tsipras la scorsa domenica. Un esempio e un modello per tutta europa commentavano; poi il silenzio dopo la feroce notizia raccolta già durante il viaggio di ritorno. Altro che "Patto del Nazareno".
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(*)Fischia il vento è un programma di Gad Lerner nato dalla collaborazione tra Repubblica e laeffe Tv e prodotto da Pulsemedia. In onda il mercoledì alle 21 in contemporanea su Repubblica.it e laeffe (canale 50 del digitale terrestre e 139 di Sky)

Pubblicato in Politica Emilia
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