Giovedì, 18 Gennaio 2024 06:23

Nei vaccini anti “morbillo, parotite, rosolia” c’è DNA di feti abortiti: le possibili reazioni autoimmuni e l’enorme problema di salute pubblica In evidenza

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di Gloria Callarelli Fahrenheit2022.it, 17 gennaio 2024 - Non solo un problema etico, che deve scuotere profondamente le nostre coscienze, ma anche un problema sanitario.

E’ la presenza di linee cellulari di feti abortiti non solo nei vaccini Covid, come si scoprì quasi subito, ma anche nei vaccini Priorix Tetra per Morbillo-Parotite-Rosolia-Varicella. La capacità di queste linee cellulari di generare patologie autoimmuni, anche in presenza di piccolissime quantità di DNA fetale, deve far riflettere. Sono questi frammenti a innescare reazioni quali il travaglio nelle madri. Spiega dunque Corvelva, l’associazione per la libertà sulle vaccinazioni che si batte per la verità sul tema: “Se il DNA fetale può scatenare il travaglio (una reazione autoimmune naturalmente desiderata), allora quegli stessi livelli nei vaccini possono scatenare l’autoimmunità in un bambino“.

Il prof Bellavite commenta sui  canali social: “Ricordo che MPRV è inoculato due volte nei nostri bambini, pena l’esclusione dalla scuola materna o ammenda per l’infame legge Lorenzin firmata da Mattarella. Aveva firmato che l’obbligo sarebbe stato rivisto dopo tre anni (cioè nel 2020) ma nulla è stato fatto. Una legge concepita in USA che ha massacrato i bambini e le famiglie italiane per arricchire big pharma. Mattarella pur di difendere tale legge arrivò a influenzare pesantemente la Corte Costituzionale di cui era relatrice la pupilla sua e di Napolitano, Marta Cartabia. Ricordo anche che MPRV causa migliaia di reazioni avverse gravi ogni anno nei bambini italiani, che regolarmente non vengono segnalate”.

La denuncia parte da Corvelva. In un comunicato l’associazione conferma: “Nel 2018 abbiamo attivato un enorme progetto denominato “Vaccinegate”. L’intero progetto riguardava l’analisi di molti vaccini commercializzati in Italia e abbiamo commissionato queste analisi a diversi laboratori indipendenti al fine di avere analisi complete e verificate. Non vi vogliamo tediare con tutte le risultanze riscontrate, ma l’aspetto delle linee cellulari ha avuto un impatto notevole poiché rispecchiavano e confermavano le precedenti risultanze della Dr.ssa Deisher, fondatrice e scienziata capo del Sound Choice Pharmaceutical e la cui missione è quella di educare il pubblico sulla sicurezza dei vaccini. In alcuni lotti di vaccino Priorix Tetra (Morbillo-Parotite-Rosolia-Varicella) abbiamo riscontrato un’enorme quantità di DNA fetale, così abnorme da definirlo un vaccino al DNA, essendo il primo componente come quantità riscontrabile, e questo è preoccupante poiché denota una non purificazione del prodotto vaccinale. Più allarmante ancora è l’aspetto delle contaminazioni: abbiamo riscontrato la presenza di virus avventizi tra cui l’Human endogenous retrovirus K (HERVK), proprio quello denunciato dalla Deisher nelle sue analisi Oltre all’eventuale problema etico e morale, esiste anche un problema di salute pubblica di enormi proporzioni”.

Malori, patologie nei bambini e negli adulti di domani, morti sospette. Mentre big pharma, i governi e il mainstream continuano a pubblicizzare e parlare di vaccinazioni come acqua fresca, il mondo è riportato brutalmente alla realtà da quelli che sono i fatti. E’ necessario risvegliarsi e non credere più alla brutte favole che ci raccontano per continuare a tenerci addormentati.

A titolo informativo, infine, riportiamo anche due delle principali linee cellulari di feto abortito utilizzate per i vaccini e descritte nel sito di Corvelva:

MRC-5(14) (Medical Research Council, linea cellulare n. 5) è una linea composta da cellule polmonari prelevate da un feto maschio abortito a 14 settimane, preparata e sviluppata da J. Jacobs nel 1966 partendo dalle cellule espiantate di feto di una donna di 27 anni inglese ricoverata in manicomio.
Dopo i problemi legali tra il Dr. Hayflick e il Governo americano sulla linea cellulare WI-38, alcuni produttori di vaccini, temendo che non ci fossero abbastanza scorte di WI-38 per soddisfare le esigenze future, passarono gran parte del loro lavoro al ceppo alternativo, proprio l’MRC-5. 

PER.C6(19) è una linea cellulare fetale derivata dal tessuto retinico prelevato da un feto di 18 settimane che è stato abortito nei Paesi Bassi nel 1985. Il dottor Alex van der Eb, che ha sviluppato la linea cellulare, ha dichiarato durante un’audizione presso la Food and Drug Administration americana nel 2001 quanto segue: «ho isolato la retina da un feto, da un feto sano per quanto si poteva vedere, di 18 settimane. Non c’era niente di speciale con una storia familiare o la gravidanza era del tutto normale fino alle 18 settimane, e si è rivelato essere un aborto socialmente indicato, ed era semplicemente perché la donna voleva sbarazzarsi del feto… Quello che era scritto era che il padre era sconosciuto, e questo era, infatti, il motivo per cui è stato richiesto l’aborto».

 

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