Di Raffaele Crispo e Elvis Ronzoni Parma 27 dicembre 2020 - Come per tutta Italia e anche per tutta Europa il 27 dicembre è stato il giorno delle prime inoculazioni del vaccino anti Covid preparato dalla casa farmaceutica Pfizer che è giunto a Parma scortato dai Carabinieri e che è stato iniettato in primis ad operatori sanitari.
Abbiamo intervistato le prime due persone che hanno ricevuto il vaccino e la Dottoressa Tiziana Meschi responsabile del Covid Hospital di Parma.
Alla Dottoressa Maria Chiara Parisini, pediatra che vive a Parma, che lavora in una struttura sanitaria di Langhirano e che è stata la prima a ricevere il prodigioso vaccino abbiamo chiesto subito dopo l'iniezione:
Come sta?
Benissimo, non sento nulla di strano anzi sono serena e contenta e continuo ad alimentare in me la speranza che possiamo farcela. D'ora in poi lavorerò in modo più tranquillo sia per la mia salute che per quella dei miei pazienti e mi auguro che venga data presto a tutti l'opportunità di usufruire del vaccino.
Le hanno già detto quando ci sarà la seconda inoculazione?
Tra circa tre settimane, dovrò fare il richiamo e mi inietteranno la seconda dose.
Vuole fare un appello affinché ci siano sempre più persone che accettano la vaccinazione?
Io credo e spero che quando le persone saranno chiamate a vaccinarsi, risponderanno tutte affermativamente perché dobbiamo avere fiducia nella scienza. In America tante persone sono state già vaccinate con effetti collaterali insignificanti rispetto ai rischi e ai danni provocati da una malattia generata dal Covid.
Dopo le parole della Dottoressa Parisini abbiamo ascoltato anche il Dott.Raffaele D'Ippolito, pneumologo presso l'Ospedale di Parma ed uno dei primi medici a ricevere l'iniezione del vaccino Pfizer.
Come sta Dott. D'Ippolito?
Bene, e continuerò a stare bene anche nelle prossime ore e nei prossimi giorni. L'iniezione è stata indolore, non ho sentito nulla e voglio utilizzare l'occasione di essere salito agli onori della cronaca per invitare tutti, caldamente, colleghi ed operatori sanitari a farsi vaccinare. Vaccinarsi è una cosa necessaria, di tutto questo dobbiamo convincerci perché il vaccino è al momento il modo più immediato e sicuro per uscire dal tunnel.
In qualità di pneumologo sa quanto può essere grave contrarre il coronavirus pertanto rivolga un appello anche a tutta la cittadinanza.
A tutti i cittadini dico di non opporre resistenza alla vaccinazione ma di sottoporsi ad essa con fiducia e tranquillità non appena saranno chiamati a farla. Non sappiamo il vaccino per quanto tempo ci proteggerà, l'unica cosa di cui siamo certi è la sua sicurezza e le garanzie che ci da la scienza.
In parole semplici, in che cosa consiste il vaccino?
In effetti, non viene inoculato il virus ma una piccola struttura di RNA che fa sviluppare nell'organismo umano degli anticorpi che impediranno al virus di potersi sviluppare e di generare una malattia;
Pertanto nonostante la vaccinazione, per un paio di mesi, si dovrà continuare a portare la mascherina e ad usare tutte le precauzioni perché comunque potremmo diventare positivi al Covid.
Abbiamo avuto il piacere di incontrare anche la Dottoressa Tiziana Meschi che nella sua qualità e nel suo ruolo tiene il polso della situazione dei reparti dove vengono assistiti i pazienti Covid. A lei abbiamo chiesto:
Come sta vivendo questo giorno?
È un giorno emozionante perché è l'inizio di un lungo percorso che ci auguriamo che sia fruttuoso e che ci porti alla fine di questo incubo permettendoci di vedere la luce della speranza. Oggi saranno vaccinate le prime 100 persone e nei prossimi giorni seguiranno circa 15.000 tra operatori sanitari dell'intera provincia e gli ospiti ed il personale delle RSA.
A chi è destinato il vaccino?
In primis a tutte le fasce deboli della popolazione, a quelle persone che sono particolarmente a rischio ed in special modo ai pazienti fragili.
Qual è il suo appello in questa circostanza?
Invito caldamente a fare il vaccino perché questo esprime il nostro senso comunitario e perché così usciremo insieme da questa odissea. Nel frattempo, però, dobbiamo continuare ad osservare tutte le regole che abbiamo dovuto rispettare in questi ultimi 10 mesi.
Sappiamo che ci sono ancora diverse sacche di resistenza tra i medici e i paramedici qual è la sua posizione in merito?
Il mio è un appello doveroso per far sì che tutti possiamo vincere questa battaglia; non ci deve essere alcuna resistenza, bisogna parlare, dialogare e confrontarsi perché vinceremo solo se si vaccina il maggior numero di persone.A mio avviso per gli operatori sanitari il vaccino deve essere un dovere civico e professionale.
Cosa cambierà da oggi?
Le cose non cambieranno immediatamente, dobbiamo continuare ad essere vigili e non abbassare la guardia. Al momento la situazione è stazionaria e riusciamo a seguire tutti i pazienti.
Cosa devono fare i cittadini che non rientrano nelle fasce più a rischio?
Devono attendere indicazioni che verranno certamente fornite, dai loro medici, dall' ASL e dal Servizio Sanitario Nazionale. Dovranno informarsi e fare tutte le domande che riterranno opportune continuando a mantenere le distanze di sicurezza, ad indossare la mascherina e a provvedere al lavaggio delle mani.
Noi e la redazione aggiungiamo che a nostro avviso il Vax Day è stato anche un momento di unità europea, perché nelle difficoltà tutti gli stati membri della Comunità hanno trovato coesione e comunione di intenti... una vera e propria forma di maturità e crescita.