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La denuncia di CNA -
Carpi, 17 Maggio 2014. -
La vicenda della sicurezza dei capannoni continua a creare diversi problemi alle aziende. In particolare, le imprese situate al di fuori dai confini delle cosiddette "mappe di scuotimento" disegnate dagli esperti, ma localizzate all'interno dei confini amministrativi dei comuni colpiti dagli eventi del maggio 2012 (quelli compresi nel DL.74/122/2012) risultano ingiustamente penalizzate dai vincoli imposti dalla normativa sulla sicurezza sismica degli edifici produttivi.
Infatti, paradossalmente i capannoni che NON hanno subito danni dopo le scosse del 20 e 29 maggio devono subire interventi spesso strutturali, complicati e costosissimi per adeguare la sicurezza sismica almeno al 60% dei parametri oggi esistenti per i nuovi edifici.
"Quest'obbligo – dichiara Claudio Saraceni, presidente di Cna - rappresenta una palese discriminazione rispetto a chi è nelle stesse identiche condizioni dentro alle mappe di scuotimento. E non si tratta di poche imprese: sono migliaia le aziende localizzate nella fascia di mezzo fra i due confini, un'area che incide in modo particolare sui comuni di Carpi, Soliera, Bomporto, San prospero, Ravarino".
Si tratta d'imprese che avevano realizzato gli immobili in modo corretto rispetto alle normative esistenti e che si trovano oggi nell'obbligo di adeguamento, malgrado gli immobili non abbiano subito alcun danno dal terremoto.
"Al danno di questa evidente e ingiusta penalizzazione, - continua il presidente - in questi giorni è arrivata la beffa legata al fatto che i contributi INAIL, erogati attraverso la Regione e pari al 70% dei costi sostenuti per l'adeguamento sismico, devono essere tassati come una qualunque fonte di reddito. Ancora una volta noi ci addossiamo oneri dei quali non abbiamo alcuna responsabilità".
Un'interpretazione ancora una volta assurdamente ingiustificata, alla luce del diverso trattamento di analoghe agevolazioni, come quella recentemente concesso in base alla normativa sul credito di imposta, che non è soggetta a imposizione fiscale
Di fatto, dunque, chi ha ottenuto contributi tramite il bando Inail sarà soggetto ad imposizione, mentre chi avrà scelto il credito di imposta potrà usufruire della agevolazione fiscale, con tanti saluti ai più elementari principi di equità.
CNA si è già attivata, almeno per sanare questa iniquità, con i parlamentari modenesi e chiedendo al Commissario Errani che si adoperi per equiparare i contributi previsti dal bando Inail alla normativa fiscale prevista per il credito di imposta. Peraltro, rimanendo ancora in attesa di una risposta rispetto al problema delle mappe di scuotimento, situazione che potrebbe essere sanata ad esempio trasformando l'obbligo della messa in sicurezza in facoltà agevolata, come richiesto da CNA.
Modena prima in regione nei progetti di alternanza ma in sofferenza per dispersione scolastica -
Modena, 16 Maggio 2014 -
Grande successo di partecipazione per il 2° MEETING Scuola- Lavoro organizzato da CNA Modena ieri, giovedì 15 maggio a cui hanno preso parte direttori scolastici, professori, imprenditori e operatori di CNA impegnati nel confronto che ha avuto per argomento tutti gli strumenti della cosiddetta alternanza scuola-lavoro, cioè stage, tirocini, apprendistato e formazione professionale.
Tra i numerosi relatori l'Assessore provinciale Cristina Ceretti è intervenuta sull'attuale tema della Garanzia Giovani: un progetto dell'UE che mette a disposizione risorse per collocare i neet (giovani fra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano) attraverso diverse forme di occupazione come tirocini, apprendistato, autoimpiego o formazione. Lo scenario del mercato del lavoro con le opportunità di collocamento è stato illustrato invece da Sara Reggiani (Responsabile CNA dei rapporti con la scuola) che ha presentato le azioni positive realizzate da CNA e dai propri imprenditori presenti nei CTS (comitati tecnico scientifici) delle scuole, trattando i temi dell'orientamento per gli studenti, della formazione fatta dagli imprenditori e delle testimonianze dei fabbisogni occupazionali. Azioni importanti, se si pensa che una recente indagine svolta dal Censis ha evidenziato come sei ragazzi su dieci che abbiano conseguito il diploma in un istituto tecnico, siano poi stati assunti nella stessa impresa dove hanno svolto lo stage.
"Ritengo che la "contaminazione" scuola-impresa – ha affermato il Dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale Silvia Menabue - sia una possibile risposta alla crisi occupazionale. Dai dati illustrati, le performance modenesi spiccano in quanto ad efficacia dei meccanismi di alternanza, visto che la nostra provincia è al primo posto in regione, sia per progetti approvati, sia per numero di scuole e studenti coinvolti. Le dolenti note emergono, però, sul piano della dispersione scolastica: secondo il dossier di "TUTTOSCUOLA", a fronte di una media di dispersione nazionale del 27,6%, la provincia Modena raggiunge il 30,6% (3 punti peggio della media nazionale). Questo evidenzia come, da un lato, il sistema scolastico soffra ancora di una certa autoreferenzialità e dall'altro come il sistema datoriale fatichi ad interagire con la scuola". La Responsabile delle Politiche del Lavoro di CNA Modena Claudia Zagni, ha lamentato la mancata entrata in vigore del decreto interministeriale sull'apprendistato a scuola per i ragazzi delle quarte e quinti classi degli istituti superiori, provvedimento che rappresenterebbe un'ottima opportunità per reintrodurre l'apprendistato per i minorenni (diminuiti del 41% fra il 2011 e il 2012) e integrare concretamente la qualifica di alunno con quella di apprendista durante il percorso scolastico. Tutti d'accordo, infine, sulla necessità di condividere un modello di alternanza che aiuti scuola e imprese a superare la burocrazia e che definisca per tempo le azioni di alternanza necessarie preparando alla formazione sulla sicurezza e alla distinzione tra adempimenti a carico della scuola e quelli a carico dell'impresa, come ha sottolineato Ivan Bignardi di ASQ, auspicando la costituzione di un gruppo di lavoro fra ASL, DTL, scuole e associazioni datoriali per individuare soluzioni in grado di andare in questa direzione.
Il confronto comunque non si fermerà qui, ma proseguirà nei comitati tecnico scientifici dei diversi istituti della nostra provincia.
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)
CNA ha messo a punto una sorta di decalogo europeo per le Pmi, che l'Associazione proporrà ai diversi candidati.
Modena, 16 Maggio 2014 -
Il 25 maggio non saranno di scena "soltanto" le elezioni amministrative, ma anche quelle per il rinnovo del Parlamento europeo, l'unica istituzione comunitaria eletta direttamente dai cittadini, peraltro solo la prima di una serie di importanti scadenze sulla strada dell'Unione: la presidenza italiana del semestre luglio/dicembre, la nomina della nuova Commissione a novembre, la scelta del prossimo Comitato economico e sociale nel primo semestre dell'anno prossimo.
Dunque, un appuntamento elettorale magari meno sentito delle elezioni comunali, ma altrettanto importante, se si considera il peso delle politiche comunitarie. Per questo CNA ha messo a punto una sorta di decalogo europeo per le Pmi, che l'Associazione proporrà ai diversi candidati. Il "pacchetto", in undici punti, sollecita misure efficaci per rafforzare la presenza delle Pmi in Europa, una spinta che – sottolinea la CNA - dovrebbe partire proprio dall'Italia, la cui ossatura economica è costituita nella stragrande maggioranza da Pmi. "Abbiamo bisogno di una politica economica europea orientata alla crescita – auspica la CNA – indispensabile per garantire la sostenibilità dei sistemi di welfare nazionali e per ridurre i divari esistenti tra i Paesi dell'Unione, contrastando l'acuirsi di pericolosi sentimenti nazionalistici".
Ecco le proposte di CNA: avviare un piano straordinario europeo per gli investimenti, attraverso l'istituzione di un fondo dedicato al completamento della rete di infrastrutture di comune interesse (gas, banda larga, logistica e porti);
porre in essere politiche di accompagnamento all'economia reale per favorire la competitività delle imprese europee e la ripresa dell'occupazione;
escludere gli investimenti pubblici e il cofinanziamento dei fondi strutturali dal deficit di bilancio ai fini del patto di stabilità;
aggiornare lo Small Business Act e renderlo vincolante per gli Stati membri, mettere le piccole imprese al centro dell'azione di politica economica e adottare misure correttive per raggiungere gli obiettivi ivi definiti;
assicurare un più facile accesso per le Pmi ai finanziamenti bancari, attraverso l'adozione di meccanismi di vigilanza sul sistema bancario che favoriscano gli impieghi a favore delle piccole e medie imprese;
rafforzare le politiche per il settore energetico delle infrastrutture e per l'efficienza energetica delle Pmi, integrandole in un piano europeo per lo sviluppo sostenibile che promuova la "green economy";
garantire il miglior accesso al mercato interno per le Pmi e i lavoratori autonomi, prevenire e contrastare forme di posizione dominante e di oligopolio pubblico e privato;
assicurare una migliore qualità della regolamentazione e la semplificazione burocratica, introducendo nuovi e più incisivi meccanismi di valutazione di impatto della nuova legislazione e di verifica degli effetti della legislazione vigente;
potenziare il ruolo dell'intergruppo Pmi presso il Parlamento Europeo, che assicuri una consultazione permanente con i rappresentanti delle organizzazioni rappresentative delle Pmi;
rafforzare la partecipazione delle Pmi ai processi di normazione e al sistema di standardizzazione di prodotti e servizi;
confermare il sostegno alla nuova regolamentazione in materia di marchio di origine ("Made in").
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)