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Lunedì 15 settembre alla CNA di Modena una serata con Giovanni Moro, per parlare dell'eterogeneo mondo del terzo settore. Ingresso aperto al pubblico -
Modena, 12 settembre 2014 -
Che cosa hanno in comune un'università (non statale) e un doposcuola in un quartiere degradato? Oppure un centro fitness e una società sportiva per disabili? Ben poco, eppure, almeno in Italia, si tratta di realtà che rientrano in quell'insieme magmatico e indistinto definito come "terzo settore". Un paradosso, addirittura una "finzione che va smontata" secondo Giovanni Moro, autore del libro "Contro il no profit", titolo provocatorio.
Proprio Giovanni Moro sarà l'ospite d'onore all'incontro intitolato "Miserie e nobiltà del no profit", una serata organizzata da CNA per lunedì 15 settembre, alle 20.45, presso la Sala Arcelli della sede provinciale dell'Associazione, a Modena, in via Malavolti, 27.
Nel suo ultimo libro, Giovanni Moro - figlio dell'indimenticato Aldo, sociologo e docente universitario, tra i fondatori di Cittadinanzattiva e presidente di Fondaca, centro studi sui temi della cittadinanza – sostiene che non esiste un no profit omogeneo, ma, piuttosto, che esista dietro al no profit un business che inquina questo mondo. Proprio per questo, secondo il sociologo, occorre ridisegnare l'ordinamento giuridico basato sull'ormai obsoleta (è del 1997) legge Zamagni per costruire un sistema di qualificazione che conferisca vantaggi a questi enti sulla base delle attività svolte, della contiguità all'interesse generale e non in relazione alle forme societarie.
Un interesse non nuovo quello di CNA per questo settore, visto che l'associazione modenese da vent'anni è impegnata a fornire consulenza alle organizzazioni no profit "vere". Da qui la volontà di organizzare un momento di confronto al quale sono stati invitati tutti gli enti no profit, le organizzazioni e le istituzioni che operano in un settore la cui attività (pensiamo all'assistenza ai poveri, agli anziani, ai circoli sportivi che svolgono attività per le classi sociali più disagiate) è sempre più importante nella vita della nostra comunità.
L'ingresso è aperto al pubblico.
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)
Lunedì 15 settembre alla CNA di Modena una serata per parlare dell'eterogeneo mondo del terzo settore. Ingresso aperto al pubblico -
Modena, 4 settembre 2014 -
Che cosa hanno in comune un'università (non statale) e un doposcuola in un quartiere degradato? Oppure un centro fitness e una società sportiva per disabili? Ben poco, eppure, almeno in Italia, si tratta di realtà che rientrano in quell'insieme magmatico e indistinto definito come "terzo settore". Un paradosso, addirittura una "finzione che va smontata" secondo Giovanni Moro, autore del libro "Contro il no profit", titolo provocatorio.
Proprio Giovanni Moro sarà l'ospite d'onore all'incontro intitolato "Miserie e nobiltà del no profit", una serata organizzata da CNA per lunedì 15 settembre, alle 20.45, presso la Sala Arcelli della sede provinciale dell'Associazione, a Modena, in via Malavolti, 27.
Nel suo ultimo libro, Giovanni Moro - figlio dell'indimenticato Aldo, sociologo e docente universitario, tra i fondatori di Cittadinanzattiva e presidente di Fondaca, centro studi sui temi della cittadinanza – sostiene che non esiste un no profit omogeneo, ma, piuttosto, che esista dietro al no profit un business che inquina questo mondo. Proprio per questo, secondo il sociologo, occorre ridisegnare l'ordinamento giuridico basato sull'ormai obsoleta (è del 1997) legge Zamagni per costruire un sistema di qualificazione che conferisca vantaggi a questi enti sulla base delle attività svolte, della contiguità all'interesse generale e non in relazione alle forme societarie.
Un interesse non nuovo quello di CNA per questo settore, visto che l'associazione modenese da vent'anni è impegnata a fornire consulenza alle organizzazioni no profit "vere". Da qui la volontà di organizzare un momento di confronto al quale sono stati invitati tutti gli enti no profit, le organizzazioni e le istituzioni che operano in un settore la cui attività (pensiamo all'assistenza ai poveri, agli anziani, ai circoli sportivi che svolgono attività per le classi sociali più disagiate) è sempre più importante nella vita della nostra comunità.
L'ingresso è aperto al pubblico.
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)
CNA Plaude all'attività di controllo che ha portato all'emersione di due centri irregolari a Carpi -
Modena, 25 agosto 2014 -
L'individuazione di due centri massaggi irregolari a Carpi, scoperti dalla Polizia locale, che ringraziamo per questi controlli, dimostra quanto sia diffuso il fenomeno dei centri estetici che svolgono la propria attività senza le necessarie autorizzazioni esiste. Si tratta di un problema grave da un punto di vista economico e sanitario. Nel primo caso, infatti, si tratta della concorrenza sleale che subiscono i professionisti del settore - a Modena stiamo parlando di circa 1800 centri, tra estetica e acconciatura, attualmente attivi - imprenditori che hanno investito risorse personali e finanziarie per ottenere le necessarie qualifiche.
Ma sono almeno altrettanto importanti le implicazioni sanitarie del fenomeno, che si manifestano attraverso i rischi che subiscono coloro che si fanno mettere le mani addosso da gente impreparata, magari con l'utilizzazione di prodotti contraffatti o non testati.
Quello degli attestati di qualifica falsificati è, peraltro, un problema non nuovo: "nelle scorse settimane – rivela Luana Franzoni, presidente dell'Unione Benessere e Sanità della CNA di Modena - ne abbiamo già denunciati un paio, due certificati prodotti in Sicilia e a Milano di cui noi stessi abbiamo rilevato l'irregolarità, avvertendo poi i comuni dove avrebbero dovuto insediarsi queste due attività con prestanome italiani".
"A questo proposito – continua Franzoni - ribadiamo la nostra disponibilità a fornire la necessaria consulenza ai comuni per la verifica degli attestati richiesti dalla legge regionale.
Fortunatamente i comuni modenesi sono tra i pochi a non accontentarsi dell'autocertificazione, ma a richiedere materialmente copia dell'attestato di qualificazione, ovviando ad un paradosso della burocrazia che, per consentire l'apertura di centro estetico oggi richiede di tutto – finanche la certificazione del collaudo degli impianti di ricambio di aria, dove previsti, o la conformità delle vetrate antisfondamento – ma, appunto, non necessita della copia dell'attestato di qualificazione.
E' appena il caso di sottolineare come sia importante, soprattutto in questo settore, l'attività dei centri di formazione accreditati come Ecipar, l'ente di CNA, da anni abilitato all'organizzazione di corsi qualificanti in questo settore.
Sì ai controlli, dunque, è sì anche alla burocrazia, quella sana, quella che serve. E la burocrazia che serve è quella dei documenti che contano, non quella che rifiuta il riconoscimento di un documento perché riporta la dicitura "Pavullo n/F, provincia di Modena" anziché "Pavullo nel Frignano". Perché è capitato anche questo.
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Mo)