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La Regione è in ginocchio a causa di un’alluvione generata da un pericoloso mix di cicloni insolitamente intenso e dall’esasperazione delle piogge indotta dal cosiddetto “effetto stau”. E i disagi non sono finiti, visto che in Italia è prevista pioggia per tutto il weekend. Edoardo Ferrara, meteorologo di 3B Meteo, ha spiegato le eccezionali condizioni atmosferiche che hanno causato la grave situazione. In 36 ore è stata doppiata la quantità di pioggia che solitamente cade nell’intero mese di maggio

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Alluvioni e disastri in Emilia Romagna, una catastrofe immane. Morti annegati tantissimi animali rinchiusi negli allevamenti e nelle stalle. Gli animalisti lanciano l'allarme: l'emergenza climatica non si può più negare, bisogna correre ai ripari, non c'è più tempo da perdere.

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Moratoria sui mutui e finanziamenti a tasso agevolato per famiglie e imprese che hanno subìto danni in conseguenza delle forti piogge e dell’esondazione dei fiumi e dei corsi d’acqua dell’area

Maltempo. Rotta del Panaro, già partiti i lavori della commissione di esperti per analizzare le cause della rottura dell'argine che il 6 dicembre scorso provocò allagamenti nel modenese

Intanto la Giunta regionale stanzia subito 2 milioni di euro per i ristori economici a pubblici esercizi, bar e ristoranti, partendo da quelli penalizzati dalle misure anti-Covid: "Persone, famiglie e attività colpite sappiano che la Regione è al loro fianco, da subito"

Giovedì, 28 Febbraio 2019 11:21

Tra gestione delle acque e federalismo fluviale.

Quando ai tempi di Maria Luigia costruirono la Reggia sul torrente Parma, le acque che scorrevano avevano poca escursione di portata tra l'estate e l'inverno. Le piene di allora non arrivavano mai a sfiorare il cortile della Reggia ed anzi, attraverso opportune traverse a valle, anche nei periodi di magra riuscivano a mantenere un livello di acqua tale da consentire l'utilizzo di barche. Tant'è che Maria Luigia da lì, via acqua arrivava al Po e poi a Venezia.

Poi costruzioni selvagge nei secoli successivi restrinsero l'alveo di monte e le portate aumentarono a dismisura, così che sotto le arcate della Reggia si costruirono muri a difesa dalle piene. Un obbrobrio architettonico di quelli che non vorresti mai vedere su un manufatto storico di inestimabile bellezza, non a caso soprannominato "la piccola Versailles". Un modus operandi che ha deturpato uno dei più importanti monumenti d'Italia. Riportare lo stato della Reggia ai tempi che furono, è da considerare assoluta priorità. Per farlo occorre mettere in sicurezza Colorno dalle piene, realizzano esondazioni controllate a monte, nell'ottica di un Federalismo Fluviale che obblighi i territori a trattenere le proprie preziosissime acque piovane il più possibile, rilasciando a valle solo la portata minima vitale o la massima ammissibile nei periodi più piovosi. Il concetto del federalismo fluviale è strettamente propedeutico allo sviluppo di un serio progetto di scolmatura delle acque, in aree non o poco antropizzate, al fine di ridurre le portate di acqua, e di consentire anche a mezzo di laghetti la possibilità di fare scorta d'acqua per i periodi siccitosi e ad uso irriguo per i campi.

Occorre ricordare che le aree controllate esondabili, non saranno mai sminuite nel loro valore. Non si andranno mai a creare territori di serie "A" o serie "B", anzi i luoghi scelti, grazie alla copiosa fornitura idrica saranno sempre più appetibili per uso agricolo. Non è possibile cementificare dappertutto. Occorre un rispetto doveroso di normative vigenti che prevedono aree verdi e/o "selvagge" per ogni tot. di mq di cemento gettato. L'uomo si sta continuando ad impossessare di aree naturali, privando di habitat le varie specie animali, e continuando a edificare senza nessuno scrupolo.

In pratica grazie alle esondazioni controllate, si riporterà il torrente vicino al corso che natura gli diede. Oggi purtroppo sempre più ingegneri si disinteressano del mondo in cui viviamo e della vera sicurezza dei territori, impegnandosi solo a realizzare opere idrauliche insufficienti, a volte poco sicure, ma di sicuro e forte nocivo imbatto ambientale. In molti ad esempio, dopo aver incanalato l'alveo, credono di porvi rimedio con immense casse di espansione. Casse che furono inventate, giustamente, per impianti fognari con acque bianche. Il nome "cassa" deriva dalla forma a parallelepipedo delle vasche in cemento armato a supporto delle fogne.

Casse di espansione che fermano solo temporaneamente il picco di piena, facendolo poi disperdere in mare, senza alcuna possibilità di conservazione o di rimpinguamento concreto delle falde. L'acqua, bene prezioso e sempre più raro. Basti pensare che la carenza idrica colpisce più di 4 miliardi di persone in tutto il mondo. E' si giusto impegnarsi ad educare la collettività sul "risparmio idrico", in special modo nei luoghi dove il consumo di acqua è nettamente superiore al fabbisogno effettivamente richiesto, ma altresì non ci si può più permettere di sprecarla.

Occorre quindi l'impegno da parte di tutti gli enti che si occupano di idrogeologia, a trovare il giusto compromesso tra salvaguardia dei territori e conservazione delle acque. Il tutto è possibile, ma solamente iniziando a lavorare davvero sul concetto di esondazioni controllate e di federalismo fluviale. Se ogni territorio riuscisse a trattenere il proprio "oro trasparente", non si vivrebbe più di emergenza e di paura delle alluvioni e nemmeno di siccità.

Il coordinamento del gruppo
AMO - COLORNO

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Piena del Po, la Bonifica Parmense regola il flusso delle acque. L'attivazione degli impianti di sollevamento e le manovre dei tecnici sulle chiaviche hanno regolato gli abbondanti flussi nel corso della piena transitata nel Parmense

Parma, 9 Novembre 2018 – Quaranta, tra tecnici e operai, del Consorzio della Bonifica Parmense sono attivi full-time da due giorni per effettuare le operazioni di difesa idraulica del territorio attraverso l'azionamento di sessanta chiaviche che consentono la regolazione del flussi delle acque che hanno caratterizzato la portata di piena del Po transitata dalla nostra provincia.

Fondamentali per il sollevamento dell'abbondante quantità d'acqua (530.000 metri cubi) si sono confermati gli impianti idrovori governati dal Consorzio. Nel dettaglio, rilevante, è stato il contributo nello smaltimento della piena dell'impianto Travacone di Colorno che ha pompato acqua nel Canale Naviglio, di quello di Mezzani che ha pompato nel torrente Enza, l'impianto di Coltaro che ha riversato acqua del Canale Fossetta dell'Abate, l'impianto Foce Naviglio e Chiavica Rossa nel torrente Parma e infine l'impianto Rigosa Bassa nel Taro.

Altra operazione idraulica risultata essenziale per quell'area è stata l'attivazione, a Mezzani, dei 3 sifoni Bigone che per caduta portano acqua nel Parma Morta e poi nell'Enza.

 

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Chiavica a Sanguigna (Colorno)

 

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Maltempo nel reggiano, parmense e modenese. Da oggi via alle lettere di rimborso: oltre 300mila euro per i negozi, ristoranti e piccoli artigiani danneggiati nel dicembre scorso dagli allagamenti a Lentigione (Re), Colorno (Pr) e Campogalliano (Mo)

Sono 22 le imprese aiutate con contributi fino al 100% dei danni subiti con una procedura mai adottata prima: lo stanziamento di fondi regionali per anticipare quelli statali. Entro l'estate al via i primi interventi di manutenzione all'alveo del fiume Enza per 200mila euro

Bologna – Sono in partenza da oggi le lettere di rimborso per i commercianti (negozi, ristoranti, piccoli artigiani) danneggiati, l'11 e 12 dicembre scorsi, dagli eventi alluvionali che hanno investito la frazione di Lentigione, nel comune di Brescello (Re), Colorno (Pr) e Campogalliano (Mo), con l'esondazione dei fiumi Enza, nella Bassa reggiana, e Parma, e gli allagamenti per la piena del Secchia, nel modenese.

Concluse le istruttorie per il riconoscimento dell'ammissibilità dei danni, affidate ai Comuni dove hanno sede i negozi, le botteghe e le aziende colpite, sono dunque in arrivo gli oltre 300mila euro stanziati con fondi propri della Regione per l'indennizzo degli operatori danneggiati per il ripristino di immobili danneggiati, la riparazione e il riacquisto di beni mobili strumentali, compresi impianti e macchinari, la sanificazione dei locali adibiti alle attività, il rifacimento e la messa a norma degli impianti e la ricostituzione delle scorte aziendali. Tra le spese rimborsabili sono state inserite anche i costi per le perizie asseverate, presentate assieme alla domanda. I lavori di ripristino e le spese per far ripartire le attività dovranno essere effettuati entro il 31 dicembre 2018.

In totale sono 22 quelle che riceveranno indennizzi per 300.062 euro: a Campogalliano (Mo) 4 attività economiche per 111.038 euro; a Colorno (Pr) 10 attività per 83.190 euro e a Brescello (Re) 8 per 105.833 euro.

Entro l'estate, infine, sarà dato il via al primo stralcio di circa 200 mila euro per gli interventi di manutenzione all'alveo del fiume Enza.

 

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Reggio Emilia (21 Febbraio 2018) - I filmati della recente alluvione di dicembre nell'area di Lentigione, l'opera mirata dei singoli interventi idraulici realizzati in emergenza durante la notte dallo staff tecnico del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale e un momento di riflessione collettiva su quanto fatto dalle singole squadre impegnate sul territorio: sono state queste le motivazioni che hanno spinto la governance dell'ente a dedicare parte di una mattinata all'approfondimento di quanto fatto in quelle drammatiche ore.

Un riconoscimento professionale per tutti coloro, tecnici e operai, che nei giorni più duri hanno operato a fianco della Protezione Civile, delle diverse istituzioni coinvolte, di tutti i cittadini e i volontari che si sono prodigati per porre adeguato rimedio a quanto accaduto dopo l'esondazione dell'Enza.

Il Consorzio, come noto, è intervenuto in seconda battuta, ovvero nella fase di risoluzione delle criticità, individuando, coordinati sul campo dall'ingegner Paola Zanetti, le soluzioni d'ingegneria idraulica più idonee per portare via l'acqua dalle zone alluvionate: tra quest'ultime, per esempio, la rottura e il successivo ripristino del Canalazzo.

Al ringraziamento per l'impegno profuso arrivato alle maestranze dal Commissario del Consorzio Franco Zambelli, dal direttore generale Domenico Turazza, i 68 colleghi che hanno preso parte alle attività hanno risposto con lo studio di quanto fatto nel corso degli interventi, testimoniando vicinanza alle popolazioni colpite con cui hanno saldamente collaborato durante tutto il periodo di lavoro.

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