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Domenica, 23 Giugno 2019 15:37

Tempi di svolta

di Mario Vacca, Parma 23 giugno 2019 - Il Nuovo istituto delle procedure di allerta può costituire l'occasione per introdurre una vera cultura imprenditoriale volta a valorizzare il ruolo dell'imprenditore e dei suoi manager.

Il codice della crisi d'impresa oltre a disciplinare e migliorare istituti già esistenti tenta di prevenire le condizioni su cui si fonda la crisi e l'insolvenza individuando nelle procedure di allerta e nella composizione degli OCRI (Organismo di composizione della crisi d'impresa) la soluzione ideale, situazione che nella realtà modifica articoli del codice civile.

Il legislatore da individuato dei parametri per capire quando l'impresa è in crisi ed obbliga l'impresa ad assumere idonei modelli organizzativi con adeguati sistemi di controllo. Le procedure di allerta sono finalizzate all'emersione anticipata della crisi e salvaguardare la continuità aziendale. Si chiede all'imprenditore di non aspettare il momento nel quale ci sarà l'insolvenza nel tentativo di diminuire le simulazioni di una continuità che non esiste, chiarendo una volta per tutte che la crescita di fatturato non finanziato è l'anticamera dell'inferno.

Il legislatore ha demandato al consiglio nazionale dei dottori commercialisti l'individuazione degli indici generali che ogni impresa dovrà adottare ma ha previsto già delle valvole di sicurezza per evitare indicatori troppo rigidi, consentendo alle imprese di elaborare indici personalizzati attestati da un professionista, inserendo le giustificazioni in nota integrativa. Ha anche individuato alcune categorie di imprese che necessitano di indici particolari (startup innovative, società in liquidazione, società costituite da meno di due anni, Pmi innovative). Tutti individuati entro dicembre 2019 ed inseriti nella nota integrativa del bilancio al 31/12/2019.

In pratica i sistemi introducono aspetti organizzativi ed operativi. I primi risponderebbero alla domanda di cosa deve fare l'imprenditore per organizzare adeguatamente l'impresa e quindi tentare di fare un auto analisi per comprendere come organizzare al meglio attività di gestione, mentre l'aspetto di tipo operativo sarebbe dotarsi di un sistema di rilevazione del rischio crisi con l'utilizzo di indicatori che andranno ad analizzare squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario al fine di evidenziare la sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi e quindi delle prospettive di continuità aziendale. Gli indicatori dovranno sicuramente tener presente anche aspetti qualitativi come l'onorabilità dei vertici, il settore in cui opera l'azienda, presenza o meno di incentivi pubblici, etc ed andranno letti in senso negativo, ovvero evidenziando l'impossibilità di una continuità.

La norma detta le disposizioni di modalità organizzative e di composizione dell'organismo (OCRI) volto a gestire le procedure di allerta e le modalità di individuazione dei parametri tesi ad individuare l'insorgere della situazione di crisi. Ai sensi dell'Art. 19 del codice il debitore può formulare Istanza all'OCRI – segnalazione che può pervenire anche dagli organi di controllo societari (sindaci o revisori) o da creditori pubblici qualificati - affinché l'Organismo fissi un termine non superiore a tre mesi – prorogabile fino ad un massimo di ulteriori tre mesi solo in caso di positivi riscontri delle trattative – per la ricerca di una soluzione concordata della crisi d'impresa, incaricando il relatore di seguire le trattative. I creditori hanno il dovere di collaborare lealmente con il debitore e con i soggetti preposti alle procedure di allerta e composizione assistita della crisi e di rispettare gli obblighi di riservatezza sulla situazione del debitore e sulle iniziative assunte .

Il legislatore ha posto l'accento sulla riservatezza in quanto da più parti ci si è resi conto che una delle cause per cui l'emersione della crisi non è tempestiva e si evidenzia quando ormai è troppo tardi è la paura dell'imprenditore nel pubblicizzare la condizione dell'azienda a clienti e competitors con le conseguenza che tali esternazioni potrebbero comportare a livello di credibilità.

Gli strumenti di allerta e le procedure di composizione della crisi devono diventare l'occasione per lo sviluppo di una cultura volta ad una maggiore responsabilizzazione di tutti gli attori coinvolti nella vita aziendale, dall'imprenditore alle banche passando per i creditori onde valorizzare la natura negoziale di questi processi, introducendo efficienza e rapidità indotta da capacità decisionale fatta di competenza e professionalità.

A questo fine si ritiene che divenga centrale il ruolo di professionisti esperti nel controllo di gestione e nella risoluzione di crisi d'impresa che affianchino l'imprenditore nelle scelte strategiche e nella conduzione operativa dell'azienda.

Misura di Allerta – Un sistema dal quale non si scappa, che porta il debitore a scoprire le carte da subito.

Pubblicato in Economia Emilia

“Fatturazione elettronica: servizi per le piccole e medie imprese in ambito nazionale ed europeo”: è su questo tema che si incentreranno i lavori del convegno promosso dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia e in programma giovedì 20 giugno alle 9,30 nella sala convegni dell’Ente camerale.

Nel corso dei lavori si parlerà di fatturazione elettronica in ambito europeo e della situazione nazionale a pochi mesi dall’adozione obbligatoria della fatturazione elettronica, analizzando anche l’imminente, seppur parziale, entrata in vigore dei cosiddetti “corrispettivi elettronici”.

I relatori (Luca Fornaciari, dottore commercialista e docente dell’Università di Parma, Mario Altavilla di Unioncamere, Francesco Alessandro di Infocamere e Matteo Ruozzi della Camera di Commercio di Reggio Emilia) presenteranno anche gli aggiornamenti al software delle Camere di Commercio per la gestione della fatturazione elettronica.

Per tutta la mattinata sarà inoltre attivo un desk per il rilascio gratuito dello SPID– Sistema Pubblico di Identità Digitale – per accedere con una unica user id e password ai servizi on line di tutte le Pubbliche Amministrazioni italiane, tra cui il servizio di fatturazione elettronica della Camera di Commercio e il Cassetto Digitale dell’Imprenditore, che permette di consultare velocemente tutti i documenti d’impresa anche in mobilità, da smartphone e tablet.

L’ingresso è gratuito ed aperto fino ad esaurimento dei posti disponibili; l’iscrizione va effettuata online line sul sito www.re.camcom.gov.it 

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Modula investe negli USA e crea il secondo polo produttivo
Dopo lo stabilimento nel Maine, Modula sceglie l'Ohio per ampliarsi negli Stati Uniti con l'acquisto dell'edificio del Dayton Daily News, struttura iconica della cittadina di Franklin

Salvaterra, 12 giugno 2019. Modula SpA, l'azienda italiana con sede a Salvaterra (Reggio Emilia), specializzata nella progettazione e produzione di magazzini automatici verticali, fondata e diretta da Franco Stefani, annuncia l'acquisto dell'edificio Dayton Daily News, collocato nella città di Franklin nella contea di Warren in Ohio, raddoppiando la sua presenza in USA e portando così a 4 le sedi produttive mondiali (Salvaterra, Italia – Lewiston e Franklin, USA - Suzhou, Cina).

In America la notizia è stata ufficializzata ieri a Washington D.C. all'evento SelectUSA, il summit più importante negli Stati Uniti in tema di investimenti, a cui partecipano le più alte cariche governative.

Un'attenta ricerca sul territorio ha portato il management dell'azienda ad individuare nel 5000 Commerce Center Drive (meglio conosciuto come l'edificio del Dayton Daily News) la location ideale in termini di produzione e logistica, in cui verranno realizzati i magazzini Lift, e i caroselli orizzontali.
Lo stabile, oltre ad aver ospitato la sede della società Cox Media Group Ohio, proprietaria dell'immobile, era noto anche per essere stato il quartier generale del quotidiano locale Dayton Daily News. La struttura, divenuta un'icona per la cittadina americana ma da tempo caduta in disuso, potrà ora ritornare ad avere un ruolo di rilevanza strategica per tutta la comunità.

"L'investimento in Ohio conferma la nostra volontà di potenziare la capacità produttiva oltreoceano per servire in modo più rapido e capillare il mercato nord e sud americano.
La realizzazione di un secondo hub produttivo rappresenta un passo ulteriore per l'espansione americana di Modula. Grazie a questa operazione, non solo ridiamo vita ad un edificio iconico per la città, ma dimostriamo come la nostra manifattura italiana, sia in grado di conquistare posizioni da leader per la sua eccellenza anche all'estero. Modula rappresenta una realtà all'avanguardia, un modello di Industria 4.0, in cui la figura dell'uomo è centrale. Il nuovo polo manifatturiero sarà diretto da personale italiano altamente qualificato, il quale potrà avvalersi di risorse locali. In questo stabilimento faremo dei magazzini e dei dispenser automatici di componentistica ad alto contenuto tecnologico e completamente digitalizzati ideali per l'e-commerce, in grado di servire ogni applicazione in ambito commerciale e industriale, grazie alla loro capacità di interazione con il web", dichiara Franco Stefani, Presidente di Modula SpA.

Modula, nata inizialmente come unità operativa di System Logistics SpA (ora parte del Gruppo Krones), è divenuta una società per azioni nel 2016, mentre i primi magazzini verticali a cassetti sono stati creati alla fine degli anni 80, per merito di un'intuizione di Franco Stefani, dando così una svolta al settore dell'intra-logistica.

"I numeri di Modula sono significativi. L'azienda ha registrato una crescita di oltre il 28% (CAGR) dal 2014 con un'accelerazione particolare nel mercato nord americano dal 2017 ad oggi",
afferma Antonio Pagano, Amministratore Delegato di Modula Inc. "La scelta dell'Ohio nasce da un'analisi accurata che ci ha portato a scegliere Cincinnati grazie alla sua posizione eccellente, l'importante concentrazione industriale e non ultima, la partnership con JobsOhio e REDI Cincinnati, che ci ha accompagnato nel corso dell'intera operazione.
Siamo fiduciosi e certi che il brand e l'azienda Modula avranno un impatto più che positivo sulla comunità locale di Franklin, e siamo particolarmente entusiasti di questa nuova sfida, che conferma la vocazione dinamica della nostra azienda e del nostro Presidente."

"Siamo lieti di dare il benvenuto a Modula nella nostra città e contiamo su una partnership duratura perché crediamo che questa presenza industriale ci aiuterà a rendere Franklin un posto migliore in cui vivere, lavorare e divertirsi" dichiara Sonny Lewis, City Manager di Franklin.

Per quanto riguarda la scelta dello stabile, Modula ha ritenuto il 5000 Commerce Center Drive un edificio dalla posizione vantaggiosa, poiché non solo è vicino ai clienti che l'azienda serve già da anni tramite lo stabilimento nel Maine, ma anche ai servizi e alle infrastrutture a sostegno della logistica, dei trasporti e della consegna dei prodotti. Infine l'area circostante si presta ad eventuali espansioni future, grazie alla presenza di terreno edificabile.

L'intero investimento proiettato sui prossimi tre anni ammonta a circa 25 milioni di euro. L'azienda ha ricevuto un credito d'imposta pari all'1,52 % per 7 anni dallo stato dell'Ohio per la creazione di posti di lavoro, oltre al sostegno locale dalla città di Franklin e dalla contea di Warren. Entro il 2022 è prevista l'assunzione di 100 persone. Dal punto di vista della produzione, lo stabilimento punta ad una capacità di 2000 unità all'anno.

La realtà industriale di Modula oggi conta 600 dipendenti nel mondo, di cui il 50% sono impiegati nel quartier generale di Salvaterra (RE). Il fatturato ha registrato una crescita del 25% negli ultimi anni arrivando a 160 milioni di euro.

"Apprezziamo molto l'investimento fatto da Modula nella città di Franklin e nella contea di Warren", dice Matt Schnipke, direttore dello sviluppo economico della contea di Warren. "La decisione di stabilirsi qui rispetto ad altre città concorrenti, mostra una forte collaborazione tra le comunità statali, regionali e locali nel sud-ovest dell'Ohio. Questa posizione strategica sarà un punto di riferimento e un trampolino di lancio per la crescita futura dell'azienda che diventerà parte integrante della comunità imprenditoriale della contea di Warren ".

L'entusiasmo si può cogliere anche nelle parole di Kimm Lauterbach di REDI (Regional Economic Development Initiative) Cincinnati, il quale aggiunge: "L'investimento di Modula rappresenta una opportunità unica per Franklin. Questa operazione combina un investimento straniero diretto e un progetto industriale di cruciale importanza all'interno di un edificio simbolo per la città".

Il processo di internazionalizzazione di Modula, divenuta un player di primo piano nel settore dell'intra-logistica, mostra come l'attività di Franco Stefani sia in continua evoluzione, mostrando da un lato l'importanza della continuità d'impresa e dall'altro il ruolo da protagonista nell'espansione a livello mondiale del made-in-Italy d'eccellenza. Un modello manifatturiero che sta facendo scuola anche in uno dei paesi tecnologicamente più all'avanguardia, come gli Stati Uniti.

 

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Le esportazioni regionali (+5,0 per cento), continuano a procedere più rapide del commercio estero nazionale (+2,0 per cento). Per valore delle esportazioni, l'Emilia-Romagna si conferma subito dietro la Lombardia, che rallenta come il Piemonte, quarto, e cresce più del Veneto, terzo.

L'andamento è determinato dai risultati sui mercati europei, in particolare dell'Unione, e da un forte sviluppo nell'area asiatica, che compensa quello minimo su quelli americani. Riguardo ai settori, notevole la crescita dei mezzi di trasporto e macchinari. Il segno rosso caratterizza l'industria del legno; ferme ceramica e vetro, elettricità ed elettronica.

Nel primo trimestre 2019 rallenta la crescita delle vendite all'estero dell'Emilia-Romagna (+5,0 per cento), risultate pari a 16.027 milioni di euro. Secondo i dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane, analizzati da Unioncamere Emilia-Romagna, l'export nazionale ha mostrato una tendenza positiva, ma molto meno dinamica (+2,0 per cento).
L'Emilia-Romagna si conferma come la seconda regione per quota dell'export nazionale (14,0 per cento), preceduta dalla Lombardia (26,9 per cento) e seguita dal Veneto (13,7 per cento) e dal Piemonte (10,0 per cento). Considerando queste regioni, nel primo trimestre dell'anno solo le esportazioni del Veneto sono aumentate (+1,4 per cento), mentre segnano un arretramento quelle della Lombardia (-1,6 per cento) e del Piemonte (-3,6 per cento).

I settori. Il risultato regionale è da attribuire principalmente all'importante industria dei macchinari e delle apparecchiature, che ha realizzato il 27,6 per cento delle esportazioni regionali, anche se con un aumento delle vendite contenuto al 4,1 per cento. Gli altri contributi più rilevanti sono stati quelli forniti dall'industria dei mezzi di trasporto (+8,4 per cento) e dall'altra manifattura (+28,9 per cento), da attribuire a un export decuplicato di prodotti del tabacco. Seguono gli apporti della metallurgia e dei prodotti in metallo e della chimica, farmaceutica, gomma e materie plastiche (+7,5 per cento per entrambe le industrie). Fermo l'export per le industrie della ceramica e vetro e dell'elettricità e elettronica. Segno rosso per l'industria del legno.

Le destinazioni. Nel primo trimestre l'andamento positivo si è fondato nuovamente sulla capacità di cogliere risultati positivi sui mercati europei (+4,2 per cento) e in particolare dell'Unione (+5,3 per cento), e di sfruttare una buona ripresa su quelli asiatici (+12,8 per cento) a fronte di una crescita minima su quelli americani (+1,5 per cento). Sui singoli Paesi si segnalano la forte crescita sul mercato del Regno Unito (+19,6 per cento), che ha assorbito il 7,5 per cento dell'export regionale, in anticipazione della Brexit, e l'ampia accelerazione delle vendite in Cina (+22,5 per cento). Al contrario continuano a crollare quelle verso la Turchia (-34,2 per cento).

14 nuove società entrano in ELITE grazie alla partnership con Intesa Sanpaolo attraverso Mediocredito Italiano. Tra queste new entri entry anche due aziende emiliano romagnole, la MAE di Piacenza e la MT di Rimini.

- ELITE raggiunge quota 1.177 società, di cui 734 italiane
- Fatturato aggregato delle 14 nuove aziende pari a 640 milioni di euro per un totale di risorse impiegate pari a 1.800 persone
- Terza classe della Lounge ELITE Mediocredito Italiano - Gruppo Intesa Sanpaolo - che ad oggi conta un totale di 65 società
- ELITE è la piattaforma internazionale del London Stock Exchange Group dedicata alle aziende ad alto potenziale di crescita

Oggi ELITE dà il benvenuto a 14 nuove aziende italiane grazie alla partnership strategica con Intesa Sanpaolo, attraverso Mediocredito Italiano - struttura del Gruppo dedicata alle PMI - nel quadro della pluriennale collaborazione con Confindustria, che dal 2009 a oggi opera con numerose iniziative e strumenti innovativi a supporto dell'economia del Paese.
ELITE è il programma internazionale del London Stock Exchange Group nato in Borsa Italiana nel 2012 con la collaborazione di Confindustria e dedicato ad aziende ambiziose con un business solido e una chiara strategia di crescita.

Il modello innovativo dell'ELITE Lounge, che fa leva sulla collaborazione tra ELITE e il mondo bancario, corporate e dei servizi, rappresenta un nuovo modo di supportare il cliente con la finalità di accelerarne la crescita internazionale e manageriale. L'obiettivo è quello di creare un ambiente dedicato che metta il cliente della banca al centro di un network di opportunità, competenze e valore.

Le nuove società che entrano oggi a far parte del network ELITE appartengono a diversi settori di eccellenza dell'economia italiana, dall'alimentare all'automotive, dall'industria al design. Le 14 aziende provengono da 7 diverse regioni, con un fatturato aggregato pari a 640 milioni di euro e un totale di 1.800 dipendenti.

Ad oggi sono 65 le società della Lounge ELITE Mediocredito Italiano - Gruppo Intesa Sanpaolo - la cui prima classe è partita a maggio 2018.
Luca Peyrano, CEO ELITE, ha dichiarato: "Siamo lieti di dare il benvenuto in ELITE a un nuovo gruppo di 14 aziende che rappresentano tanti settori di eccellenza del tessuto imprenditoriale italiano. Grazie alla collaborazione con Mediocredito Italiano, sono entrate in ELITE oltre 60 società di eccellenza che, nella nostra piattaforma, hanno la possibilità di accedere a ulteriori competenze e a nuovi capitali per finanziare la crescita a livello nazionale e internazionale. ELITE si conferma un programma di sostegno alla crescita, punto di riferimento per PMI innovative, ambiziose e in forte espansione".

Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, ha commentato: "In meno di un anno abbiamo già individuato oltre 60 PMI in tutta Italia per accompagnarle, insieme con ELITE, verso la crescita. Ci auguriamo di innescare in questo modo un meccanismo di sviluppo del potenziale e di crescita delle nostre imprese attraverso investimenti necessari in formazione, internazionalizzazione, accesso al mercato dei capitali e anche attraverso l'identificazione di strumenti finanziari innovativi che un Gruppo come Intesa Sanpaolo può offrire grazie a strutture dedicate alla valorizzazione dei progetti delle PMI italiane".

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ELITE è la piattaforma che si propone di accelerare la crescita delle società attraverso un innovativo percorso di sviluppo organizzativo e manageriale volto a rendere imprese già meritevoli ancora più competitive, più visibili e più attraenti nei confronti degli investitori. ELITE offre alle aziende selezionate un set di strumenti e servizi pensati per prepararsi al reperimento dei capitali e cogliere nuove opportunità di visibilità e networking facilitando così la crescita e l'avvicinamento culturale delle imprese alle forme di funding disponibili, compresi i mercati dei capitali, pubblici e privati. Per ulteriori informazioni sul programma visitare il sito: www.elite-network.com

Pubblicato in Economia Emilia
Martedì, 14 Maggio 2019 11:11

Roberto Re a Parma con un seminario sui risultati

Giovedì 16 maggio Roberto Re fa tappa all'Hotel Parma & Congressi con un one night seminar di cinque ore dalle 19.00 alle 24.00 dal titolo "Tempo di risultati", in cui insegnerà il suo metodo per sviluppare una mentalità rivolta al raggiungimento degli obiettivi in meno tempo e con minore stress.

Per ulteriori informazioni 0521 18 55 155 o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

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Pubblicato in Comunicati Lavoro Parma

Di Mario Vacca Parma 5 maggio 2019 - La riforma della crisi d'impresa tra le altre cose prevede nuove responsabilità in capo agli amministratori ed ai membri dei CdA prevedendo l'obbligo della creazione di un corretto assetto organizzativo, amministrativo e contabile, oltre al costante monitoraggio dei flussi di cassa, cioè la capacità di far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate.

È un bell'aggravio di responsabilità ed aumento del lavoro di controllo.
L'evoluzione del compito degli amministratori è partita dall'attribuzione dei doveri nel controllo dell'andamento generale della società, passando per l'obbligo di attivarsi per impedire eventi pregiudizievoli dei quali gli amministratori hanno avuto conoscenza o avrebbero dovuto avere conoscenza; infine ciò non basta più, oggi il componente del Cda (e non solo l'amministratore delegato) è tenuto a monitorare costantemente anche i flussi di cassa generati dalla società, verificando che siano sufficienti a garantire la sostenibilità dei debiti per almeno sei mesi successivi e a garantire la continuità aziendale per l'esercizio in corso . In tutto ciò assume un ruolo fondamentale il monitoraggio dei flussi finanziari perché è la mancanza di liquidità la causa di gran lunga prevalente delle crisi d'impresa.

L'ampliamento delle responsabilità dei componenti del consiglio di amministrazione risponde all'esigenza di evitare che la crisi di una singola impresa danneggi un intero settore, arrecando problemi non solo a creditori, dipendenti, fisco, pubblica amministrazione, ma anche alla collettività nel suo complesso.

In quest'ottica sempre maggiori responsabilità sono addossate a chi detiene le leve del potere aziendale o è in posizione tale da poter effettuare un controllo efficace, quindi l'incompetenza ed un atteggiamento passivo – come viene definito in gergo l'attività di un amministratore poco presente – possono costare cari poiché in caso di default aziendale i creditori potranno chiedere al giudice l'espropriazione del patrimonio personale degli amministratori.

In questa fattispecie si apre ancora di più la forbice tra grandi imprese e PMI.

Le prime avranno sicuramente possibilità di adottare consigli di amministrazione con persone di comprovata esperienza mentre le imprese più piccole, spesso a conduzione familiare e che costituiscono la spina dorsale del nostro paese avranno più difficoltà tanto per la ricerca di comprovate figure quando per la concessione delle deleghe, che come sappiamo sono molto spesso la genesi dei problemi aziendali ove regna l'autorità del fondatore.

Il monitoraggio dei flussi finanziari dell'azienda, con un idoneo sistema, può essere inserito nel più ampio sistema del controllo di gestione introducendo nuove routine organizzative e gestionali che andranno implementate e successivamente lette da collaboratori o professionisti competenti e di comprovata esperienza.

Per saperne di più scrivi pure un commento all'articolo.....

Pubblicato in Economia Emilia
Domenica, 28 Aprile 2019 06:27

Il finanziamento delle imprese in crisi

Particolare rilevanza nella ristrutturazione di un'azienda in crisi è quella legata alla capacità di finanziamento per le imprese in stato di crisi, sia durante la fase di esecuzione del piano, sia durante fase intercorrente tra la redazione del piano e la sua effettiva esecuzione.

di Mario Vacca Parma 27 aprile 2019 - Ancorché la ristrutturazione di un'impresa in crisi sia talvolta possibile anche senza il ricorso a nuovi finanziamenti a titolo di debito, le opzioni disponibili sono più numerose se la ristrutturazione è accompagnata da nuova finanza. La nuova finanza, infatti, consente di disporre di maggiori risorse sia per la gestione della fase di emergenza, sia per la successiva impostazione del processo di ritorno al valore.

A riguardo la disciplina è dettata negli artt. 182-quater e 182-quinquies, L.F. ed è valida per i finanziamenti ottenuti sia nell'ambito degli accordi di ristrutturazione dei debiti (ex art. 182-bis L.F.), sia in quello del concordato preventivo (ex artt. 160 ss. L.F.).

Finanziamenti erogati prima della presentazione della domanda
I crediti derivanti da finanziamenti erogati prima ed funzione della presentazione della domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo o della domanda di omologazione dell'accordo di ristrutturazione dei debiti sono prededucibili solo se siano previsti dal piano di cui all'art. 160 L.F. o dall'accordo di ristrutturazione e purché successivamente la prededuzione sia espressamente disposta nel provvedimento con cui il tribunale accoglie la domanda di ammissione al concordato preventivo ovvero l'accordo sia omologato.

Finanziamenti erogati in fase di esecuzione delle procedure
I crediti derivanti da finanziamenti effettuati in esecuzione di un concordato preventivo ovvero di un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato sono prededucibili.

Finanziamenti soci
La prededucibilità si applica anche ai finanziamenti effettuati dai soci fino alla concorrenza dell'80 per cento del loro ammontare in deroga agli artt. 2467 e 2497-quinquies c.c. Non vi è limitazione nel caso in cui il finanziatore ha acquisito la qualità di socio in esecuzione dell'accordo di ristrutturazione dei debiti o del concordato preventivo.

Finanziamenti espressamente autorizzati dal Tribunale
Nel novero di una domanda di concordato o di omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti il tribunale - verificato il complessivo fabbisogno finanziario dell'impresa sino all'omologazione - può autorizzare a contrarre finanziamenti prededucibili a condizione che un professionista designato dal debitore ed in possesso dei requisiti di cui all'art. 67, comma 3 , lett. d), L.F., attesti che tali finanziamenti siano funzionali alla migliore soddisfazione dei creditori.

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Pubblicato in Economia Emilia

di Mario Vacca Parma 20 aprile 2019 - Il presupposto soggettivo delle procedure richiamate nei precedenti articoli prevede che possano accedervi le imprese (siano imprenditori individuali o società commerciali) ritenute fallibili. Rimarrebbero esclusi le società o gli imprenditori che non rappresentino i requisiti minimi e che, quindi, rimarrebbero in un limbo in quanto non fallibili ma senza una procedura atta a tutelare un accordo con i creditori.

La disciplina del sovraindebitamento, prevista dalla legge 27.01.2012, n. 3, rappresenta una novità assoluta per l'ordinamento italiano in quanto introduce la possibilità dell'esdebitazione. La proposta di accordo di ristrutturazione dei debiti, che il debitore può presentare ai Creditori, presuppone, a pena d'inammissibilità, la non assoggettabilità a procedure concorsuali diverse da quelle regolate dalla legge fallimentare. Prevedendo nel proprio ordinamento una procedura dedicata all'insolvente civile persona fisica, l'Italia si è allineata agli altri Paesi occidentali, come raccomandato dalla Banca Mondiale, ed ha completato le fattispecie astratte delle procedure concorsuali.

Tale procedura si sostanzia nel diritto alla cancellazione di tutti i debiti non soddisfatti dalla liquidazione dell'attivo della procedura concorsuale dopo la conclusione di quella aperta con la sentenza dichiarativa di fallimento. Alla persona fisica, (consumatore/privato cittadino ma anche all'imprenditore agricolo) in sostanza, è stata riconosciuta la possibilità concreta di ripartire con una nuova attività commerciale.

La legge consente di accedere alla procedura di risanamento del debiti e rivolgersi all'organismo di composizione della crisi o ad un professionista abilitato e presentare al giudice un piano di rientro del debito. L'accordo approvato dal giudice genera la cd. esdebitazione quindi la riduzione del debito a quanto effettivamente il debitore è in grado di pagare mentre la parte residuale viene cancellata. Nell'eventualità che il piano non venisse approvato è prevista comunque la possibilità di accedere alla procedura di liquidazione del patrimonio.

La disciplina prevede tre procedure:
I soggetti diversi dal consumatore (imprenditori sotto-soglia, liberi professionisti, enti non commerciali) che hanno contratto debiti durante l'esercizio di impresa possono accedere alternativamente a 2 tipi di procedure: Accordo da sovraindebitamento e Liquidazione dei beni con possibile esdebitazione.

Il consumatore invece può accedere a 3 procedure diverse che sono:
1) Accordo con i creditori: è previsto dall'articolo 7 della legge sul sovraidebitamento delle famiglie e prevede che il debitore possa proporre al creditore o ai creditori un accordo di una ristrutturazione del debito in base ad un piano; procedura meno favorevole rispetto al piano, dal momento che potrà essere approvata con il raggiungimento della maggioranza del 60% dei creditori.
2) Piano del consumatore: Tale procedura, non ha bisogno dell'accordo tra i creditori, perché è il Giudice a decidere anche se la proposta deve essere comunque superiore rispetto a quanto i creditori potrebbero ottenere attraverso la liquidazione del patrimonio; trattasi quindi della procedura più vantaggiosa per le persone fisiche che hanno contratto dei debiti al di fuori della attività imprenditoriale o professionale. Per accedere al piano consumatore occorre che vi siano le seguenti condizioni:
 Sovraindebitamento;
 Il debitore deve essere un soggetto escluso dalle procedure concorsuali previste nella legge fallimentare, per cui è applicabile solo ai consumatori, imprenditori agricoli, start up innovativa ecc.
 Il debitore non deve aver fatto ricorso al piano del consumatore nei 5 anni precedenti e non deve aver subito la risoluzione, cessazione o revoca degli effetti del piano.
 Il debitore deve fornire tutta la documentazione per ricostruire la sua situazione economica e patrimoniale.
3) Liquidazione del patrimonio di tutti i beni: "Procedura Salvagente" a cui il cittadino può accedere non avendo i requisiti per poter scegliere quali dei suoi beni cedere. Fatta eccezione dei beni impignorabili verrano liquidati tutti i beni necessari per pagare i debiti ed ottenere l'esdebitazione
Le prime due procedure sono affini al concordato, mentre la terza è più vicina alla procedura fallimentare
Chi usufruisce della Legge 3/2012, può ottenere che i creditori siano soddisfatti da quanto può realmente pagare e che l'ammontare del debito al di sopra delle sue disponibilità venga esdebitato, quindi cancellato con piena riabilitazione.
In tali procedure, e in particolar modo con la Liquidazione del Patrimonio, rientra lo stralcio del debito con il fisco. In alcuni casi il debito con l'Erario è stato stralciato al 10%,  ottenendo risorse liquide a favore di altri creditori.

Con la legge del sovraindebitamento a decidere è quindi il giudice, dopo un'attenta analisi dei redditi e valutando anche il merito creditizio. Semplificando, il sovraindebitamento permette quindi alla persona fallita di risanare con modalità sostenibili la propria posizione debitoria, sgravarsi del peso dei debiti e reinserirsi nella società.

Per quest'ultimo articolo della serie dedicata agli strumenti per la risoluzione della crisi mi sono ispirato alla procedura presentata dalla collega Virginia De Rose agli organi competenti e da quest'ultimi accettati a favore del consumatore.

Per ogni eventuale approfondimento:
https://www.gruppor1.eu/public/userfiles/files/R1_Temporary%20Management.pdf 

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Cibus Connect è stata l'occasione per incontrare il Presidente Giovanni Zaccanti e l'Amministratore Delegato Andrea Schivazappa di uno dei più affascinanti marchi locali, autori del processo di stabilizzazione prima e di espansione poi di "Parmacotto".

di Lamberto Colla Parma, 20 aprile 2019 -

Una ferita presto rimarginata, quella di Parmacotto, a conferma di una continuità garantita, in primis dalle "persone" ma non da ultimo dagli standard qualitativi espressi dai "prodotti" della gamma "Parmacotto".

E i numeri confermano questa chiara propensione alla crescita che dai 58 milioni di fatturato del 2017, si è passati a 72 milioni del 2018 con una previsione, assolutamente attendibile, di + 20 milioni di "nuovo fatturato" proveniente da oltre oceano attraverso la recente acquisizione di Cibo Italia, azienda che commercializza salumi italiani nel mercato statunitense sia tramite la Grande distribuzione, sia tramite il dettaglio.
Parmacotto LLC è quindi il nuovo player americano (controllato al 70% dalla azienda italia e per il 30% dagli originari fondatori di Cibo Italia, Larry Sala e Alessandro Sità), che con depositi dalla Est Coast alla West Coast svilupperà le linee strategiche che dovranno portare a una crescita del 25% annuo del fatturato USA.

"Quando abbiamo deciso di acquistare Parmacotto, in testa avevamo un progetto. Quello che abbiamo discusso con Schivazappa è stato di consolidare il marchio Parmacotto in tutta la sua presenza in Italia e come secondo punto era di progettare l'estero." Così inizia a raccontare la sua avventura parmense il Presidente Giovanni Zaccanti, già co-fondatore di SAECO e Caffitaly, che prosegue illustrando i fattori di forza che aveva rilevato in Parmacotto, dall'entusiasmo e competenza del personale alla solida validità del Marchio in Italia e all'estero.
"Chiaramente dopo un anno abbiamo cominciato a affrontare il problema con delle basi molto solide e soprattutto in modo organico e programmato per far sì che i progetti futuri esteri possano avere successo e non creino invece difficoltà."

L'obiettivo della nuova proprietà è pertanto di progredire sul mercato statunitense con una lenta ma costante progressione, ponendo attenzione alle note difficoltà del mercato d'oltre oceano ma che al contrario offre delle grandissime potenzialità.

Parmacotto_Federica-Brignone-Pres-ADIMG_4734.jpg"Tornerei sull'argomento iniziale di Parmacotto come azienda di Parma e del territorio. Noi, insieme ai ragazzi del team, - prende la parola l'amministratore delegato Andrea Schivazappa, ci siamo impegnati, facendo uno sforzo enorme, per lasciare l'autonomia a Parmacotto scongiurando la possibilità di venire aggregata a altre aziende del settore e di mantenere l'azienda sul territorio d'origine. Crediamo che una marca di tale appeal debba procedere in modo autonomo.
Con questa operazione non solo affermiamo che Parmacotto non doveva essere aggregata a altri ma deve diventare un polo aggregante per tutti quegli operatori che credono nei medesimi valori: di marca, di qualità e di affidabilità. Circa il mercato americano lo abbiamo studiato approfonditamente. Siamo andati là, abbiamo fatto le fiere, abbiamo parlato con gli operatori, abbiamo fatto store check, analisi con Nielsen, e la cosa importante che abbiamo capito è che la nostra marca e i nostri prodotti potevano avere uno spazio e uno sviluppo sul mercato americano. Dopo di ché ci siamo posti il problema di come entrare nel mercato statunitense. Abbiamo incontrato gli attuali partner e prima di tutto con loro abbiamo cercato di capire se avessero potuto condividere i nostri stessi valori. Come noi questi ragazzi, abbiamo appurato, condividono i medesimi valori compreso la qualità di servizio verso i consumatori. Da dieci anni sono sul mercato sia della GD che del dettaglio e sono riconosciuti come grandi professionisti. Con questa operazione quindi sfruttiamo le sinergie che troviamo nella società americana (ora Parmacotto LLC) andando a innestare quella che è la marca Parmacotto e i prodotti Parmacotto. Abbiamo già fatto operazioni di referenziamento presso i clienti e i primi feed back sono molto positivi, una positività che deriva da un consumatore che sta rapidamente cambiando i propri gusti."

Un aspetto non indifferente anche perché consentirà all'azienda italiana di ridurre al minimo l'ingredientistica nella costante ricerca della clean label.

I vertici di Parmacotto confermano l'obiettivo recentemente dichiarato di 20 milioni di euro da realizzare entro il 2020 nel mercato USA.

 

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Pubblicato in Economia Parma
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