Il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli eletto vicepresidente di Arepo, la rete delle regioni e di associazioni di produttori che opera nel settore dei prodotti di origine.
Un nuovo importante incarico per il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, che nei giorni scorsi - a Bruxelles - è stato nominato vicepresidente di Arepo, la rete europea delle Regioni produttrici di Dop e Igp che riunisce oltre 32 Regioni di 8 Paesi europei.
AREPO ha l'obiettivo di promuovere gli interessi dei produttori e dei consumatori delle Regioni europee impegnate nella valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità.
L'attività riguarda tutti i temi legati alle produzioni di qualità, dalla promozione alla tutela, dalla ricerca all'adeguamento delle normative comunitarie, dalla cooperazione con le istituzioni europee alla collaborazione con le altre reti internazionali.
"Sono orgoglioso di sedere al tavolo di Arepo in qualità di vicepresidente. Il mio impegno sarà quello di promuovere gli interessi dei produttori e dei consumatori delle Regioni europee impegnate nella valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità. Ringrazio la Regione Emilia Romagna, in particolare l'Assessore all'Agricoltura Simona Caselli, che ha compreso le grandissime potenzialità di questo strumento e che mi ha coinvolto in questo network che avrà un peso determinante nelle definizione delle scelte che riguardano il mondo delle Indicazioni Geografiche" ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
"L'Emilia-Romagna è in prima fila per chiedere maggiore attenzione per le produzioni di qualità certificata, anche nell'ambito della definizione della nuova PAC. L'elezione di Nicola Bertinelli a questo importante ruolo nell'ambito di AREPO è un apporto fondamentale in termini di conoscenza del mercato e delle necessità e opportunità della tutela, soprattutto in un contesto in cui sono in fase di definizione sia la futura PAC, sia i trattati che disciplineranno il commercio internazionale" ha dichiarato l'assessore all'agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna Simona Caselli a conclusione dell'assemblea di AREPO.
(Parmigiano Reggiano 21 marzo 2018)
Il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli eletto vicepresidente di Arepo, la rete delle regioni e di associazioni di produttori che opera nel settore dei prodotti di origine.
Un nuovo importante incarico per il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, che ieri - a Bruxelles - è stato nominato vicepresidente di Arepo, la rete europea delle Regioni produttrici di Dop e Igp che riunisce oltre 32 Regioni di 8 Paesi europei.
AREPO ha l'obiettivo di promuovere gli interessi dei produttori e dei consumatori delle Regioni europee impegnate nella valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità.
L'attività riguarda tutti i temi legati alle produzioni di qualità, dalla promozione alla tutela, dalla ricerca all'adeguamento delle normative comunitarie, dalla cooperazione con le istituzioni europee alla collaborazione con le altre reti internazionali.
"Sono orgoglioso di sedere al tavolo di Arepo in qualità di vicepresidente. Il mio impegno sarà quello di promuovere gli interessi dei produttori e dei consumatori delle Regioni europee impegnate nella valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità. Ringrazio la Regione Emilia Romagna, in particolare l'Assessore all'Agricoltura Simona Caselli, che ha compreso le grandissime potenzialità di questo strumento e che mi ha coinvolto in questo network che avrà un peso determinante nelle definizione delle scelte che riguardano il mondo delle Indicazioni Geografiche" ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
"L'Emilia-Romagna è in prima fila per chiedere maggiore attenzione per le produzioni di qualità certificata, anche nell'ambito della definizione della nuova PAC. L'elezione di Nicola Bertinelli a questo importante ruolo nell'ambito di AREPO è un apporto fondamentale in termini di conoscenza del mercato e delle necessità e opportunità della tutela, soprattutto in un contesto in cui sono in fase di definizione sia la futura PAC, sia i trattati che disciplineranno il commercio internazionale" ha dichiarato l'assessore all'agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna Simona Caselli a conclusione dell'assemblea di AREPO.
(Parmigiano Reggiano 21 marzo 2018)
A FICO, Parmigiano Reggiano e Grana Padano si sono confrontati con Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità sul tema dei "formaggi naturali".
Bologna, 16 marzo 2018 - Non tutti i consumatori sanno quale sia la differenza tra formaggi a latte crudo e formaggi pastorizzati. Di questo si è discusso oggi a FICO in un incontro che ha coinvolto Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità e i presidenti dei Consorzio dei formaggi DOP più importanti d'Italia: Parmigiano Reggiano e Grana Padano.
Piero Sardo nel suo libro: "Formaggi naturali. Viaggio alla scoperta dei migliori d'Italia" ci racconta che, rincorrendo la massima igienicità richiesta dalle normative igienico-sanitarie, si è azzerata o quasi la flora batterica. La pastorizzazione elimina circa il 99% dei batteri del latte, senza distinzioni tra quelli dannosi per l'uomo e quelli che invece conferiscono un sapore unico a ciascun formaggio. Così il sapore si standardizza, diventa uniforme, identico in ogni stagione. Poche multinazionali producono fermenti per tutto il mondo. Ceppi di batteri estratti da latte munto chissà dove, selezionati e moltiplicati in laboratori specializzati, poi confezionati e rivenduti a centinaia di fornitori che provvedono alla distribuzione sul mercato sotto diversi marchi.
"Ora è giunto il tempo che il mondo del formaggio prenda coscienza sino in fondo di queste tematiche, avvii la sua rivoluzione e dia vita al movimento dei formaggi naturali: a latte crudo, ovviamente, e senza fermenti o con fermenti realizzati in casa": è questa la sintesi del pensiero Piero Sardo.
Su questo tema è intervenuto Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano che ha sottolineato la vicinanza al movimento dei formaggi naturali:
"Siamo perfettamente in sintonia con Slow Food: il silenzio attorno al tema fermenti nei formaggi non è più accettabile. Non essendo obbligatorio evidenziarne l'uso in etichetta, chi acquista un formaggio non può compiere una scelta consapevole. Si va inoltre incontro ad una standardizzazione che banalizza il lavoro dei casari perché la provenienza del latte non è più una variabile fondamentale. La soluzione è una sola: spiegare al consumatore che solo un formaggio a latte crudo con fermenti naturali, come il Parmigiano Reggiano, è in grado di esprimere tutti i sapori e gli aromi della sua terra d'origine. Il Parmigiano Reggiano è frutto del suo terroir e del saper fare delle sue genti, che si tramanda di generazione in generazione. Rispetto a nove secoli fa nulla è cambiato: stessi ingredienti - latte, sale, caglio -, stessa cura e passione, stessa zona d'origine".