Hanno approfittato della psicosi dei clown picchiatori per giustificare un ritardo a scuola: adolescenti nei guai. I carabinieri proseguono le indagini su procurato allarme. I militari temono numerose emulazioni con l'approssimarsi di Halloween. Per questo hanno avviato attività di dialogo nelle scuole con gli adolescenti, dove la psicosi del fenomeno è maggiormente avvertita.
Reggio Emilia, 20 ottobre 2014 – di Ivan Rocchi
Non erano stati aggrediti da una banda di clown mentre stavano andando a scuola. Alla fine i giovani studenti hanno confessato di aver usato questa scusa per giustificare il ritardo. I Carabinieri hanno così concluso l'indagine sull'unica aggressione da parte di pagliacci picchiatori che sia stata denunciata nel nostro territorio.
Ma, bisogna dirlo, a Reggio e provincia ormai è clown-mania. Dall'inizio di ottobre, in tutta Emilia, i Carabinieri sono subissati di telefonate di adolescenti e genitori, che raccontano che un loro conoscente avrebbe visto o avrebbe avuto a che fare con persone mascherate da pagliaccio che aggredivano i passanti.
Secondo i Carabinieri si tratterebbe di uno scherzo, che si è diffuso attraverso la Rete, social network e whatsApp. Ma anche attraverso il territorio, precisamente da Modena. Nei video prodotti dai ragazzi, delle specie di candid camera, le vittime si ritrovano davanti dei clown, che utilizzando dei manichini simulano efferati delitti, per poi inseguire i testimoni.
Ora c'è il rischio concreto che il fenomeno si propaghi ancora di più. Halloween è ormai alle porte e i Carabinieri temono che dei ragazzini possano travestirsi e fingere aggressioni, rischiando di essere aggrediti. Infatti, segnalano i militari, alcuni cittadini starebbero proponendo su internet delle ronde anti-clown.
Visto l'approssimarsi di Halloween, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia hanno deciso di recarsi nelle scuole per aprire un dialogo con i più giovani, tra i quali il fenomeno ha preso maggiormente piede.
"Ho visto una banda di pagliacci assassini vicino casa". Nella zona del comprensorio delle ceramiche i Carabinieri hanno ricevuto diverse segnalazioni simili da parte di residenti terrorizzati, che però non hanno prodotto alcun riscontro investigativo. Si guarda invece a internet, da dove il tamtam potrebbe essere partito qualche mese fa.
Reggio Emilia, 11 ottobre 2014 – di Ivan Rocchi
Per chi studia le leggende metropolitane e il loro modo di diffondersi nella popolazione, questo può essere considerato di sicuro un caso esemplare. Negli ultimi tempi i Carabinieri del comprensorio ceramico tra Rubiera e Scandiano hanno avuto parecchio da fare. Infatti sono state davvero numerose le segnalazioni giunte ai militari riguardo a una fantomatica banda di clown killer, che si aggirerebbe in quelle zone.
Gli accertamenti investigativi degli uomini dell'Arma non hanno però portato a nessun riscontro sulla reale esistenza di questi assassini a sangue freddo e naso rosso, che però hanno creato uno stato di vera e propria paranoia tra i cittadini. I Carabinieri reggiani sottolineano l'importanza delle segnalazioni giunte, ma sono convinti che si tratti dello scherzo di qualche buontempone, diffuso attraverso internet.
Ed è proprio la Rete, con i suoi vari social network come Facebook o Twitter, a essere finita sotto la lente degli investigatori, per scoprire la fonte di quanto accaduto in questi giorni con l'ipotesi di reato di procurato allarme. A sostenere tale ipotesi investigativa ci sono l'assoluta assenza di denunce e di riscontri clinici circa possibili ferite subite nelle aggressioni segnalate. Inoltre, digitando 'clown assassini' su Google, nei primi risultati di ricerca saltano fuori diversi riferimenti a uno scherzo simile, un video girato da due ragazzi italiani diventato virale e poi rifatto e girato da tanti altri loro coetanei in tutta Italia.
Niente di strano dunque. D'altronde, di clown killer ce ne sono diversi esempi, sia reali che di finzione. Come John Wayne Gacy, un serial killer statunitense che vestiva i panni del clown e intratteneva i bambini alle feste. Oppure come Pennywise, il pagliaccio assassino del libro 'It', di Stephen King. Tutta immaginazione, allora. Ma come accade con le altre leggende metropolitane, chissà, anche qui potrebbe esserci un fondo di verità.