Sono quattro i soggetti arrestati nel corso di uno specifico servizio antidroga effettuato congiuntamente da personale della Squadra Mobile e della Polizia Municipale nella giornata di ieri, a Modena.
Grazie anche alle segnalazioni dei cittadini relative a via vai sospetti all’interno di due abitazioni in via Rua Frati Minori e in via Battisti, gli agenti hanno effettuato nei giorni scorsi mirati servizi di appostamento, individuando un soggetto che entrava ed usciva dalle suddette abitazioni.
Gli agenti hanno, pertanto, deciso di procedere ad un controllo e, con l’ausilio della Squadra Volante, l’uomo è stato fermato in zona Policlinico a bordo dell’autovettura, dopo un breve inseguimento. Alla vista della Polizia lo stesso aveva cercato di scappare allontanandosi a forte velocità.
Il soggetto, un tunisino di 31 anni, è stato trovato in possesso di 5 grammi di cocaina e della somma in contanti di 3800 euro.
La perquisizione è stata estesa all’abitazione di via Battisti, dove al momento del controllo si trovava un italiano del ’67, ivi residente. All’interno dell’appartamento sono stati rivenuti un chilo di eroina, occultato in mezzo alle lenzuola del letto, 100 grammi di cocaina, nascosti dentro un calzino annodato dietro un vecchio stereo, oltre a materiale per il confezionamento. Infine, sotto lo scarico del rubinetto del bagno dentro un mobile, è stata recuperata una pistola scacciacani priva del tappo rosso.
Anche l’appartamento di via Rua Frati Minori è stato sottoposto a perquisizione. Anche qui gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato a carico di un 22enne di nazionalità libica e un 17enne tunisino ulteriore sostanza stupefacente: un etto di cocaina, 50 grammi circa di eroina e 10 grammi di marijuana ed hashish, oltre alla somma in contanti di circa 12.000 euro.
Al termine degli accertamenti di rito, su disposizione del Magistrato di turno, i tre malviventi, tutti con precedenti di polizia in materia di stupefacenti, sono stati associati alla locale Casa Circondariale.
Il 17enne tunisino, invece, è stata tradotto presso il carcere minorile di Bologna.
Quest’ultimo è risultato anche destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale per i Minorenni dell’Emilia Romagna su richiesta della Procura competente di Bologna a seguito di un’indagine, effettuata proprio dalla locale Squadra Mobile, relativa ad una rapina, avvenuta in zona Morane la notte tra il 2 e il 3 ottobre scorsi, nel corso della quale insieme ad alcuni complici, il giovane aveva rubato 800 euro ad un connazionale.
La premiazione a Budapest. I 44 disegni selezionati in mostra all’Ospedale dei bambini nella mostra curata dalla Scuola in Ospedale che aderisce alla rassegna.
Parma,
Lei si chiama Margherita ed è una giovane paziente dell’Ospedale Maggiore volata a Budapest per ricevere il premio del “Festival di pittura per pazienti pediatrici”, rassegna nata cinque anni fa per merito di un medico oncologo iraniano, Nima Rezaei, alla quale aderisce anche la Scuola in Ospedale di Parma, costola dell’istituto comprensivo Ferrari che garantisce la frequenza scolastica agli alunni ricoverati all’Ospedale dei bambini.
Quest'anno erano più di 30 i paesi coinvolti e, tra tutti i partecipanti, sono stati selezionati 44 finalisti suddivisi nelle diverse categorie in base all'età.
Margherita si è classificata terza con un disegno emblematico dal titolo ancora più emozionante: “Non lasciare che la malattia ostacoli i tuoi sogni” ad abbracciare due ballerine, protagoniste della sua opera, che danzano nonostante un’ingessatura vincoli i loro movimenti. Così come Margherita che vuole liberare la sua creatività attraverso i colori e per coltivare il suo sogno si è iscritta al primo anno del Liceo Artistico Toschi, rafforzata nella sua convinzione da questo premio.
Tornata da Budapest la mamma, che l’ha accompagnata, ha riferito di una bellissima esperienza, dove Margherita ha potuto creare legami di amicizia molto forti. E soprattutto, pur essendo un concorso dedicato ai pazienti pediatrici, nei giorni di permanenza a Budapest non si è mai parlato di malattia e lo stare insieme era legato solo dalla condivisione delle cose “normali” che accomunano tutti i bambini e i ragazzi di quell’età.
Le insegnanti della Scuola In Ospedale, per dare risalto al risultato della loro alunna hanno esposto i disegni dei 44 finalisti nell’atrio dell’Ospedale dei bambini dove rimarranno durante tutto il periodo delle festività natalizie.
Stamattina, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo.
Agli indagati coinvolti nell’indagine viene ascritta la detenzione illecita e la vendita di sostanze stupefacenti, per taluni in concorso e con la continuazione; ad alcuni, in ragione dei precedenti penali, viene contestata anche la recidiva specifica e/o infra-quinquennale.
L’esecuzione del provvedimento, oltre che Parma, ha riguardato anche Roma, Sondrio ed altre località.
Le zone dello spaccio
L’indagine, iniziata nel 2018, ha cristallizzato la filiera dello spaccio in alcune aree del centro città: in particolare il focus investigativo ha riguardato il quartiere Oltretorrente, ad opera prevalentemente di un reticolo di spacciatori di origine nigeriana.
Da Roma a Parma
Sviluppando i dati informativi acquisiti nell’attività di controllo del territorio, supportati dall’attività tecnica, le indagini hanno infatti consentito di identificare non solo i venditori sul territorio di Parma, ma anche i fornitori di marijuana.
Sono stati individuati anche i canali di approvvigionamento di secondo livello, ovvero quello dei fornitori all’ingrosso: una coppia di nigeriani residenti a Tor Bella Monaca, frazione di Roma, coniugi “imprenditori” del settore (il marito già sottoposto agli arresti domiciliari per reati concernenti gli stupefacenti) che, ricevuto il pagamento mediante accrediti degli importi su carte prepagate, provvedevano alla consegna a domicilio della partita di droga.
Le spedizioni della droga
Le spedizioni (ciascuna di solito di 5/7 kg di marijuana celata all’interno di trolley) avvenivano mediante corrieri, in genere giovanissime donne anch’esse nigeriane, che viaggiavano da Roma verso Bologna e Parma, solo in autobus o in treno, ritenuti evidentemente mezzi di trasporto più sicuri per eludere i controlli delle Forze di polizia.
I venditori operativi in città sono risultati dieci, tutti con alle “dipendenze” diversi “cavallini” (pusher in bicicletta, nel linguaggio gergale) preposti alla vendita al dettaglio e riforniti, normalmente, presso il domicilio del grossista.
Come avveniva lo spaccio
I Carabinieri hanno inoltre documentato un ulteriore ingegnoso sistema di distribuzione finalizzato anche al cosiddetto controllo del territorio di spaccio: all’interno del Parco Ducale, un incaricato, alle prime luci dell’alba, prima dell’apertura del sito, vi si introduceva nascondendo in più punti, nei cespugli, le dosi per gli spacciatori di riferimento.
Dalle indagini è emerso che le persone sottoposte al provvedimento cautelare adoperavano nella comunicazioni un “codice cifrato” che -grazie all’esperienza ed alla operatività sul campo- è stato decriptato dagli investigatori, il che ha consentito di dare significato a dialoghi apparentemente privi di senso logico o nel corso dei quali gli indagati si limitavano a fissare un semplice incontro.
A titolo esemplificativo:
e così via.
L’arrivo dei corrieri a Parma con mezzi di trasporto pubblico era solitamente preceduto da una staffetta incaricata di verificare l’eventuale presenza delle Forze dell’ordine ai terminal della stazione ferroviaria e dei bus. Solo all’esito della ricognizione, il corriere riceveva il segnale di via libera per la consegna a domicilio.
Le indagini
L’attività è stata sviluppata mediante intercettazioni di conversazioni riscontrate da pedinamenti, riscontri sul terreno, identificazione ed acquisizione di contributi dichiarativi resi da persone informate sui fatti.
Fondamentale anche il contributo del R.I.S. di Parma che ha consentito, mediante l’esaltazione delle impronte papillari rilevate sugli involucri di plastica che avvolgevano lo stupefacente, di identificare con certezza cinque degli odierni indagati, le cui impronte sono rimaste, per l’appunto, impresse nella parte interna degli involucri, a dimostrazione che gli interessati erano entrati direttamente a contatto con la sostanza stupefacente.
La droga sequestrata
Complessivamente, nel corso dell’attività sono stati sequestrati circa 36 kg di marijuana ed arrestate nella flagranza del reato di detenzione di stupefacenti 12 persone.
Verosimilmente, però, nel periodo oggetto di monitoraggio (circa 5 mesi), il traffico ha avuto ad oggetto quantitativi ben più consistenti per un volume di affari complessivo di svariate centinaia di migliaia di euro.
Dall’attività è emerso come i ripetuti sequestri ed arresti in flagranza operati dagli inquirenti abbiano determinato significative difficoltà nell’approvvigionamento, essendo divenuta Parma una realtà a rischio forze di Polizia, con conseguenti maggiori oneri per la remunerazione dei corrieri ed aumento di prezzo delle dosi destinate allo spaccio.
Si stima infatti, che i prezzi all’ingrosso della marijuana siano cresciuti di quasi il 10% nelle piazze cittadine (passando da 900 a quasi 1000 euro al kg).
In occasione di #legalitacipiace, la giornata di mobilitazione nazionale per la legalità organizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia, Confcommercio Reggio Emilia è molto orgogliosa di presentare l'assegnataria del Premio di laurea a sostegno della legalità istituito con l’Università di Modena e Reggio Emilia su argomenti che tendono a valorizzare temi ed esperienze della legalità nei suoi diversi profili e implicazioni per la tutela della concorrenza e dei mercati e per lo sviluppo socio-economico dei territori, allo scopo di promuovere l’economia civile e l’armonia nelle comunità e nei territori, anche attraverso il contributo delle imprese del terziario di mercato.
L’assegnataria del Premio è Lavinia Degrande che si è laureata con 109 punti su 110 con una tesi dal titolo “La criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale dell’Emilia Romagna”.
La tesi presentata dalla Dottoressa Degrande pone l’attenzione sul problema della contaminazione dell’economia legale e sulle misure adottate per reprimere questo fenomeno con riferimento alla realtà dell’Emilia Romagna. Si approfondisce lo strumento della confisca dei beni delle organizzazioni criminali e, in questo ambito, la mission dell’impresa sociale: la restituzione delle imprese alla collettività. Altro tema affrontato è la creazione di una collaborazione e di un coinvolgimento attivo tra i diversi attori sociali pubblici e privati contro le mafie.
«L'appuntamento con “Legalità, ci piace!” – sottolinea il Presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Reggio Emilia, Davide Massarini - è stata l'occasione per trattare questo tema, fondamentale perché un mercato inquinato dell'illegalità e dell'abusivismo non è realmente libero, meritocratico e democratico. Reggio Emilia è una città sempre più universitaria e, con orgoglio, Confcommercio vuole essere vicina a questa realtà, vicina al futuro in un sodalizio che mi auguro di poter ulteriormente rafforzare nel corso del mio mandato».
Gli educatori dei Giochi Tradizionali Uisp ogni settimana fino ad Aprile nelle scuole secondarie di primo grado per insegnare ai ragazzi a giocare “come una volta”. Il progetto gratuito coinvolge quasi 30 scuole e migliaia di alunni delle classi prime in tutta la provincia.
Reggio Emilia -
Chi da bambino non si è divertito giocando a ruba bandiera o palla prigioniera?
I giochi di una volta sono stati mandati prematuramente in pensione dalle generazioni attuali a vantaggio di tv, playstation e videogame, ma UISP lavora ostinatamente per riportarli nella vita dei ragazzi con un progetto gratuito attivo nelle scuole secondarie di primo grado da ormai dieci anni, che anche quest’anno coinvolgerà migliaia di ragazzi e ragazze a Reggio Emilia e provincia.
Da Novembre fino ad Aprile, gli educatori dei Giochi Tradizionali Uisp occuperanno alcune delle ore di educazione fisica degli alunni di prima media per far conoscere i giochi di una volta, fatti di ingegno e materiali poveri e artigianali.
Ogni classe delle circa 30 scuole coinvolte dispone di cinque lezioni da due ore ciascuna in cui gli educatori Uisp insegnano dieci diversi giochi: lancio del ferro di cavallo, barattoli, ruba bandiera, corsa nei sacchi, tiro alla fune, palla prigioniera oggi meglio conosciuta come dodgeball, palla rilanciata, carrom (il biliardo indiano), tamburello e giochi di abilità (damigiana, tubo con le noci, gioco dei chiodi).
“I giochi di una volta sono uno strumento potentissimo che intreccia ingegno, abilità motorie ed educazione alla vita sociale – racconta Erasmo Lesignoli, il fautore del movimento dei Giochi Tradizionali Uisp e coordinatore del progetto -. I nostri ragazzi sono abituati a giocare spesso da soli, servendosi della tecnologia senza occasioni per misurarsi con il proprio corpo e con i coetanei. Questo – continua Lesignoli - è anche la causa di resistenze e diffidenze iniziali da parte dei ragazzi, che si trasformano un attimo dopo in un entusiasmo contagioso che tocchiamo con mano ogni anno in occasione delle finali dei Giochi a Salvaterra ma anche nelle piazze e nelle feste di paese”.
L’entusiasmo non travolge solo i ragazzi ma anche gli insegnanti, che da interlocutori per la realizzazione del progetto sono diventati, in alcuni casi, animatori volontari nello staff Uisp. È il caso del prof. Donato Nenna oggi in cattedra alla scuola Balletti di Quattro Castellache da sette anni è testimone del progetto dei Giochi Tradizionali e da maggio di quest’anno è subentrato allo staff degli animatori Uisp con un battesimo dei giochi che è avvenuto in occasione dell’inaugurazione del centro sociale di Roncocesi.
“Una bellissima esperienza che coinvolge davvero tutti, me compreso – ha raccontato il prof. Nenna - anche i ragazzi meno dotati fisicamente, che in questi giochi possono competere e divertirsi alla pari dei propri compagni valorizzando le proprie abilità. Dopo molti anni passati ad osservare gli educatori in palestra sono stato felice di entrare nel team. In fondo la loro mission è molto simile alla mia: insegnare qualcosa che non può essere dimenticato”.
In perfetto spirito Uisp, la conclusione del progetto sarà una festa sportiva che si terrà sabato 16 Maggio al Parco del Liofante di Salvaterra in occasione del Trofeo dei Giochi Tradizionali.
Questa mattina è partita la staffetta solidale alla sede della Protezione Civile di Parma, di via del taglio. Sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre, grazie a Parma Facciamo Squadra, nelle piazze Garibaldi di Parma e Fidenza e nella piazza principale di Noceto si potranno acquistare gli anolini solidali. Gli anolini saranno venduti in borse termiche, in confezione da un chilo.
Fatti da più di 1600 volontari permetteranno di sostenere il Nuovo Centro Oncologico di Parma e l’Oncologia di Vaio.
Foto a cura di Francesca Bocchia per Gazzetta dell'Emilia
Nel giorno dell’anniversario della scomparso del suo primo presidente l’associazione Portos dona nuovi arredi e due strumenti alla struttura diretta da Edoardo Caleffi.
Parma -
Ad un anno dalla morte di Andrea Corò, socio fondatore e primo presidente dell’associazione culturale e di promozione sociale Portos, amici e volontari lo ricordano con un importante donazione al reparto di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Nell’occasione è stata scoperta anche una targa in ricordo di Andrea.
Foto a cura di Francesca Bocchia per Gazzetta dell'Emilia
Senegalese, poco più che ventenne e residente a Colorno, non ha esitato un attimo nel portare ai Carabinieri il prezioso orologio Rolex ritrovato. Il legittimo proprietario ne aveva denunciato lo smarrimento presso la stazione dei carabinieri di Maemjrolo in provincia di Mantova ad inizio mese.
Il fatto è avvenuto mentre il proprietario si trovava Parma per motivi di lavoro. Il proprietario per ringraziarle il giovane, purtroppo disoccupato, lo ha ricompensato per il gesto e assunto nella propria azienda. Una bella storia a lieto fine che dimostra quanto fare delle buone azioni ripaghi sempre.
Nuova operazione della Polizia di Stato, con l’impiego di una volante, di 3 pattuglie del Reparto prevenzione Crimine di Reggio Emilia e una pattuglia della Polizia Municipale.
In considerazione anche della presenza del mercato rionale e dell’attenta analisi svolta dalla Questura sulla giornata, è stato approntato un servizio antiborseggio lungo le vie del centro cittadino e nelle vie segnalate dal sistema X-LAW. Grazie alle sempre più precise segnalazioni del sistema, le pattuglie impiegate sul territorio, passano al setaccio i luoghi indicati, dove in una fascia orario piuttosto precisa sarà compiuto un furto in abitazione, un borseggio, o una rapina.
In uno dei luoghi segnalati per la possibile commissione di reati predatori, in zona San Pancrazio, è stata fermata un’autovettura di grossa cilindrata con targa straniera, i cui passeggeri erano stati notati avvicinarsi alle abitazioni con fare sospetto. Il conducente ed il passeggero, due cittadini romeni, entrambi pluripregiudicati per reati contro il patrimonio, sono stati sottoposti ad un controllo di Polizia. Uno di questi, già gravato da foglio di via con divieto di ritorno nel comune di Parma è stato denunciato per la sua inottemperanza, la donna, invece, è stata sottoposta al foglio di via con divieto di ritorno.
Durante il servizio sono state identificate oltre 50 persone, controllati 18 veicoli e sanzionato un conducente per guida senza patente.