Urbanistica. La Regione frena il consumo di suolo: taglio a nuove previsioni di espansione, saldo zero, rigenerazione urbana e adeguamento sismico con regole più semplici, legalità e trasparenza. Ecco la nuova legge di riforma.
Fissata una quota massima del 3% di espansione per ogni Comune: dagli attuali 250 chilometri quadrati (2 città di Bologna) previsti oggi nei piani comunali in Emilia-Romagna si scenderà a 70 chilometri quadrati. L'assessore Donini: "Svolta culturale sul modello di sviluppo, ora apriamo il cantiere di confronto territori, mondo produttivo, associazioni e professionisti"
Bologna – Stop all'espansione urbanistica in nome del consumo di suolo a saldo zero, della rigenerazione urbana e della riqualificazione degli edifici. Poi adeguamento sismico degli immobili, sostegno alle imprese e tutela del territorio agricolo. Sono gli obiettivi del progetto di nuova legge urbanistica presentato oggi in commissione Territorio e ambiente dall'assessore alla Programmazione territoriale, Raffaele Donini, alla vigilia di un mese di confronto sul testo con i territori, amministratori locali, associazioni di categoria e ambientaliste e professionisti.
La proposta di legge punta a ridurre fortemente le previsioni di nuove costruzioni al di fuori dei territori già urbanizzati, fissando al contempo nuove regole più semplici e veloci per la pianificazione dei Comuni e per favorire la qualità dei progetti, la legalità e la trasparenza.
Basti pensare che in base agli attuali piani comunali, in Emilia-Romagna sono previsti 250 chilometri quadrati di espansione urbanistica: l'equivalente di quasi due nuove città di Bologna. La nuova legge stima, fissando una quota massima del 3% di espansione per ogni Comune, di abbassare questa soglia a 70 chilometri quadrati.
In particolare, il consumo di suolo entro il 3% sarà consentito esclusivamente per nuovi insediamenti produttivi, per edilizia residenziale sociale e per nuove abitazioni, solo se collegate a progetti di rigenerazione urbana.
Il progetto di legge pone però anche un forte sostegno a chi fa impresa: gli insediamenti produttivi strategici, gli interventi di ampliamento produttivi e le opere pubbliche o di interesse pubblico, saranno escluse dalla quota massima del 3%.
L'obiettivo è di anticipare il consumo di suolo a saldo zero rispetto all'obbiettivo europeo del 2050 (7^ Programma di azione ambientale dell'Unione europea).
"Con questa proposta di legge- afferma l'assessore Raffele Donini- che la Giunta intende approvare entro fine anno per consegnarla poi alla discussione in Assemblea legislativa, si apre un cantiere di confronto e dialogo con i territori e con il mondo produttivo, associazioni e professionisti. Proponiamo una svolta culturale sul nostro modello di sviluppo, non più basato sull'espansione e sul consumo di suolo ma sulla rigenerazione delle nostra città e l'adeguamento sismico degli edifici. Pensiamo ad una pianificazione semplice, veloce e trasparente- chiude- che consenta al territorio uno sviluppo sostenibile sbarrando la strada alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose".
Rigenerazione urbana e adeguamento sismico
L'aspetto centrale del progetto di legge va ricercato anche nei forti incentivi alla rigenerazione urbana e interventi di adeguamento sismico ed efficientamento energetico.
Nel testo, infatti, sono previsti per progetti di rigenerazione urbana contributi regionali diretti - i primi saranno 30 milioni di euro inseriti nell'accordo in via di approvazione fra Regione e Governo per l'utilizzo dei fondi FSC -, l'esonero dal contributo straordinario, la riduzione di almeno il 20% del contributo di costruzione, incentivi volumetrici legati alla qualità del progetto, oltre a procedure più veloci e snelle.
In particolare per interventi di adeguamento sismico, tema oggi più che mai attuale, oltre agli incentivi per la rigenerazione urbana è prevista una norma specifica sull'interesse pubblico per avviare tali interventi, che comporterà la possibilità del 50% dei proprietari di un edificio di imporre la realizzazione sulla restante quota di proprietari, qualora essi si oppongano.
Pianificazione semplificata: taglio agli strumenti urbanistici
Il progetto di legge compie poi un considerevole taglio agli strumenti urbanistici di Regione, Città Metropolitana, Aree vaste e Comuni.
Nello specifico, la Regione si doterà di un nuovo Piano territoriale regionale, che conterrà al suo interno anche gli attuali piani paesistici e la parte infrastrutturale del PRIT, la Città Metropolitana e le Aree vaste si doteranno di un Piano strategico Territoriale Metropolitano o d'Area Vasta, mentre i Comuni, che avranno tre anni di tempo dall'approvazione delle nuove norme per avviarne i procedimenti di approvazione, di un PUG-Piano Urbanistico Generale (un unico strumento che andrà a sostituire gli attuali PSC e RUE) per stabilire la programmazione e pianificazione di tutto il loro territorio.
I Pug saranno quindi attuati attraverso "Accordi operativi" (che sostituiranno POC e PUA) che definiranno gli interventi da realizzare.
Il progetto di legge prevede inoltre norme per promuovere e favorire la partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche dei Comuni attraverso concorsi di architettura e per aumentare la trasparenza dei progetti urbanistici, al fine di evitare infiltrazioni mafiose o corruttive.
In questo caso, in particolare, si prevede l'impegno a recepire le disposizioni dell'Autorità Nazionale Anti Corruzione e l'inserimento di informazioni antimafia per la validità degli accordi operativi, quale clausola di nullità del procedimento.
Per scaricare il progetto di legge e le slide di sintesi:
http://territorio.regione.emilia-romagna.it/in-evidenza/nuovalrurb
(Nelle foto l'assessore Raffaele Donini)
L'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), calcolato nel mese di agosto 2016 registra una variazione pari al -0,2% su base tendenziale e 0,3% su base congiunturale. Dati provvisori.
La dinamica congiunturale
I dati del mese con riferimento a ciascun capitolo e le variazioni più significative per divisioni di spesa:
1 - Prodotti alimentari e bevande analcoliche La divisione di spesa registra una variazione mensile pari a 0,6%.
Risultano in aumento:
Frutta +5,1% / Acque minerali, bevande analcoliche, succhi di frutta e verdura +0,6% / Zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi +0,5% / Vegetali +0,4% / Pesci e prodotti ittici +0,2% /
Latte, formaggi e uova +0,2% / Carni +0,2%
Risultano in diminuzione:
Oli e grassi -0,3% / Caffè, tè e cacao -0,3% / Pane e cereali -0,1%
2 – Bevande alcoliche e tabacchi La Divisione di spesa registra una variazione mensile pari a 0,0%
Risultano in aumento
Birre +0,4%
Risultano in diminuzione
Alcolici -0,3%
3 – Abbigliamento e calzature La Divisione di spesa registra una variazione mensile pari a -0,3%
Risultano in aumento
(nessuno)
Risultano in diminuzione
Scarpe ed altre calzature -1,4% / Indumenti -0,1%
4 – Abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili La Divisione di spesa registra una variazione mensile pari a 0,1%
Risultano in aumento
Raccolta acque di scarico +1,6% / Fornitura acqua +1,6% / Altri servizi per l'abitazione n.a.c. +0,2%
Risultano in diminuzione
Gasolio per riscaldamento -3,3%
5 – Mobili, articoli e servizi per la casa La Divisione di spesa registra una variazione mensile pari a -0,2%
Risultano in aumento
Piccoli elettrodomestici +0,2% / Piccoli utensili ed accessori vari +0,1% / Cristalleria, stoviglie e utensili
domestici +0,1% / Beni non durevoli per la casa +0,1%
Risultano in diminuzione
Grandi apparecchi domestici elettrici e non -2,3%
6 – Servizi sanitari e spese per la salute La Divisione di spesa registra una variazione mensile pari a 0,0%
Risultano in aumento
Attrezzature ed apparecchi terapeutici +0,1%
Risultano in diminuzione
Altri prodotti medicali -0,3% / Prodotti farmaceutici -0,1%
7 – Trasporti La Divisione di spesa registra una variazione mensile pari a 1,0%
Risultano in aumento
Trasporto aereo passeggeri +19,7% / Trasporto marittimo e per vie d'acqua interne +16,0% / Trasporto
passeggeri su rotaia +1,0%
Risultano in diminuzione
Carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati -1,7% / Biciclette -1,2% / Automobili -0,1%
8 – Comunicazioni La Divisione di spesa ha registrato una variazione mensili pari a -0,1%
Risultano in aumento
(Nessuno)
Risultano in diminuzione
Apparecchi telefonici e telefax -0,1%
9 – Ricreazione, Spettacolo, Cultura La Divisione di spesa ha registrato una variazione mensile pari a 1,1%
Risultano in aumento
Pacchetti vacanza +10,3% / Servizi ricreativi e sportivi +0,9% / Animali domestici e relativi prodotti
+0,5% / Libri +0,2%
Risultano in diminuzione
Supporti di registrazione -9,9% / Giochi, giocattoli e hobby -2,8% / Articoli sportivi, per campeggio e
attività ricreative all'aperto -0,6% / Apparecchi di ricezione, registrazione e riproduzione di suoni e
immagini -0,3% / Apparecchi fotografici e cinematografici e strumenti ottici -0,2% / Apparecchi per il trattamento dell'informazione -0,1%
10 – Istruzione La Divisione di spesa ha registrato una variazione mensile pari a 0,0%
11 – Servizi ricettivi e di ristorazione La Divisione di spesa ha registrato una variazione mensile pari a 0,1%
Risultano in aumento
Servizi di alloggio +0,9%
Risultano in diminuzione
Ristoranti, bar e simili -0,1%
12 – Altri beni e servizi La Divisione di spesa ha registrato un variazione mensile pari a -0,1%
Risultano in aumento
Apparecchi elettrici per la cura della persona +0,2% / Altri servizi finanziari n.a.c. +0,1%
Risultano in diminuzione
Altri apparecchi non elettrici, articoli e prodotti per la cura della persona -0,8%
I dati e i comunicati relativi ai mesi precedenti sono consultabili sul sito: http://web2.comune.piacenza.it/commercio-artigianato/osservatorio-prezzi/
In allegato il documento completo della CCIAA di Piacenza
Consuntivo 2015 a 9,95 miliardi, +5,6%. Confermate le previsioni 2016 di 10,25 miliardi. Per l'anno in corso investimenti per 152 milioni
Trezzano s/N, Milano, 4 luglio 2016 – Selex cresce ancora e consolida la sua presenza sul territorio. Nel 2015 il fatturato complessivo è arrivato a 9,95 miliardi di euro, con un incremento del 5,6% rispetto al 2014. Positivo anche l'andamento dei primi quattro mesi del 2016. Da gennaio a fine aprile il Gruppo ha infatti registrato un aumento del + 4,9% se si considerano tutti i canali e le aperture di nuovi punti di vendita. I risultati sono stati presentati nel corso dell'Assemblea annuale Selex, tenutasi il 1 luglio a Siviglia (Spagna), con approvazione del bilancio 2015.
Il dato sulla crescita Selex a rete costante sempre nei primi quattro mesi dell'anno è + 0,7%, in controtendenza rispetto al settore della grande distribuzione italiana, che ha invece registrato un trend negativo, pari a - 1,3% ( iper + super, dati Nielsen).
Selex rafforza la sua posizione al terzo posto tra i retailer, con una quota di mercato dell'11,6% (dati IRI, gennaio 2016) e conferma una stima di chiusura anno a 10,25 miliardi di fatturato.
Il Gruppo commerciale Selex associa 15 imprese e 2.515 punti di vendita dislocati su tutto il territorio nazionale, con insegne nazionali quali Famila, A&O e C+C, e diversi altri brand assai radicati a livello regionale (vedi allegato). Nel corso dell'Assemblea annuale, è stato presentato oltre al consuntivo 2015 anche il programma di sviluppo per il 2016. Per le nuove aperture (69 le unità previste entro la fine dell'anno) e la modernizzazione di punti di vendita esistenti, che porteranno all'assunzione di centinaia di nuovi collaboratori, sono stati stanziati 152 milioni di euro.
«Nonostante il 2016 non abbia ancora visto l'affermarsi di una ripresa robusta dell'economia – ha detto Dario Brendolan, Presidente del Gruppo Selex – il nostro Gruppo ha scelto di proseguire con decisione sulla strada dello sviluppo, studiando moderni formati di punti vendita radicati nel territorio e sempre attenti alle nuove tendenze di consumo e alle tradizioni delle comunità in cui operano».
I risultati positivi conseguiti nei primi quattro mesi dell'anno premiano l'impegno di Selex sul fronte del miglioramento continuo dell'offerta, in particolare nei reparti più strategici come i freschissimi e l'area salute e benessere.
«Abbiamo lavorato in questi mesi per rinnovare la rete, migliorare la specializzazione dei reparti emergenti e rafforzare il posizionamento distintivo delle nostre insegne - ha sottolineato Maniele Tasca, Direttore Generale del Gruppo Selex - Parallelamente abbiamo presidiato attentamente l'area convenienza. Lo scorso anno, grazie alle promozioni, i consumatori che hanno fatto la spesa nei nostri punti di vendita hanno risparmiato 450 milioni di euro».
Al buon andamento del Gruppo Selex hanno contribuito anche le performance dei prodotti a marca del distributore. In particolare le linee specialistiche premium e quelle salutistiche hanno registrato nei primi quattro mesi dell'anno un incremento delle vendite del 15% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Un risultato ottenuto grazie anche alla campagna di comunicazione che ha visto la realizzazione del nuovo sito www.prodottiselex.it e importanti investimenti pubblicitari sulle principali emittenti nazionali.
Dopo due anni di contrazione della spesa delle famiglie italiane destinata all'alimentazione, il 2015 si chiuderà finalmente col segno più.
Roma, febbraio 2016 - Le rilevazioni Ismea Nielsen fino a novembre attestano, infatti, una mini ripresa dei consumi alimentari domestici dello 0,4% sul 2014, che potrebbe a consuntivo d'anno attestarsi lievemente più in alto, grazie allo sprint delle vendite del periodo natalizio che, nel 2015, parrebbero essere state più vivaci dell'anno precedente.
L'analisi per comparto evidenzia tendenze diverse e contrapposte tra i prodotti confezionati a peso fisso (provvisti di codice EAN) e quelli a peso variabile. Per i primi, la dinamica è risultata in netta crescita sul 2014 (+2,2%), grazie soprattutto al contribuito di bevande e olii (acqua: +9%; birra: + 6%; oli di oliva: +19%), mentre la spesa complessiva dei prodotti a peso variabile, essenzialmente freschi, ha accusato una flessione del 2,8%, maturata soprattutto nei reparti carne (-5,8%) e lattiero caseari (-3,4%), a fronte di aumenti anche sostenuti per prodotti ittici (4,8%), ortaggi e frutta freschi (2,5% e 4,7%).
Tra i driver che guidano i comportamenti d'acquisto delle famiglie, sottolinea l'Ismea, ha assunto un ruolo chiave la consapevolezza dello stretto rapporto tra alimentazione e benessere che, amplificato dai recenti messaggi dei media, si è riflesso nell'aumento degli acquisti di frutta, verdura e pesce e una contestuale riduzione della spesa di carni fresche (specie suine) e salumi.
Entrando più nel dettaglio del reparto delle carni, mentre si affievolisce la contrazione delle avicole e bovine, si aggrava il bilancio delle suine (-9% la flessione della spesa), che scontano oltre all'impatto mediatico dell'allarme OMS, anche una situazione di eccesso produttivo a livello comunitario che ha portato a una limatura generalizzata dei prezzi. Tra i salumi, tengono solo i prosciutti (sia crudi che cotti), a fronte di cedimenti importanti degli insaccati (in primis salami -4,5% e wurstel -7,3%) che portano in rosso il bilancio complessivo del segmento (-0,6%).
(grafico in Galleria immagini)
(Ismea 2 febbraio 2016)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 17 26 aprile 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 17 26 aprile 2015
(In allegato la news letter in formato pdf scaricabile)
SOMMARIO
1.1 editoriale La Festa della Liberazione 70 anni dopo. Meglio non dimenticare.
2.1 cereali Mercati, tutto pare normale ma, tra alti e bassi le previsioni sono incerte.
3.1 Lattiero caseario Deboli segnali di ripresa per il Grana Padano di 15 mesi.
4.1 vino Gutturnio: la vittoria della semplicità
4.2 Expo2015 Ospitalità espositiva per le piccole imprese agroalimentari.
4.3 consumi Crescono i consumi alimentari e crescono i discount ( +3,6%)
5.1 expo2015 Prenotabile il 60% degli alberghi. Partenza a rilento per expo2015
5.2 cooperazione alimentare I negozi cooperativi "Qui da Noi" fanno rete.
6.1 terremoto Via Libera alla proroga per le imprese agricole e agroindustriali.
7.1 mais e soia Dati previsionali aprile 2015
8.1 concorso enologico Terre della Baronia vince il "Gran Vinitaly 2015"
10.1 greenpeace Greenpeace cerca fondi sola da privati.
10.2 promozioni "vino" e partners
In aumento a Febbraio anche il fatturato dell'industria alimentare (+1,9%).
Roma. - L'alimentare traina la ripresa con un aumento dello 0,5 per cento delle vendite al dettaglio e dell'1,9 per cento del fatturato dell'industria alimentare rispetto allo scorso anno.
E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio al dettaglio e sul fatturato e gli ordinativi industriali a febbraio 2015. Dopo l'incremento registrato a gennaio su base annuale del 2,9 per cento, il commercio al dettaglio alimentare - sottolinea la Coldiretti - continua a registrare una positiva inversione di tendenza con risultati particolarmente positivi a febbraio per effetto soprattutto dei discount alimentari che aumentano addirittura del 3,6 per cento e si classificano come la forma distributiva (alimentare e non) con il maggior incremento nel mese considerato.
L'aumento di spesa alimentare è il segno piu' tangibile della ripresa poiché è - precisa la Coldiretti - la seconda voce del budget familiare dopo l'abitazione ed è destinata ad avere un effetto traino sull'intera economia. I consumi alimentari - riferisce la Coldiretti - hanno toccato il fondo nel 2014 e sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981, sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell'Istat. I risultati del mese di gennaio fanno sperare per una definitiva inversione di tendenza nel 2015 che – conclude la Coldiretti - dovrebbe finalmente chiudersi con un risultato positivo sul mercato interno.
(Fonte Coldiretti 22 aprile 2015)
IRI per TUTTOFOOD: l'alimentare confezionato torna a crescere dopo anni di calma piatta. +2,4% la crescita dell'intero settore
Agli italiani sta tornando l'appetito. Sembrano confermarlo i dati delle vendite di alimentari e bevande che IRI Infoscan, analista di settore tra i leader nel largo consumo, ha elaborato a febbraio 2015 per TUTTOFOOD: con un valore di oltre 6,6 miliardi di euro sull'anno progressivo, l'insieme del settore Alimentare Confezionato è cresciuto del 2,4%, dopo anni di "calma piatta".
"Il quadro economico inizia a presentare segnali di miglioramento - spiega Daniele Gilli, Direttore Commerciale di IRI - e l'andamento piatto dei prezzi favorisce la spesa. Il picco di positività è dato dall'Ortofrutta a peso imposto, buon andamento per la Drogheria e ritorno a performance positive anche per Fresco e Freddo e per le Bevande".
Cos'altro scopriamo sbirciando nel carrello della spesa dei nostri connazionali?
Il ritorno in grande stile di un alimento pregiato come la carne - +19,4% per un valore di 85 milioni - conferma il feeling positivo tra i consumatori.
Ma l'Italia ha pure tanta voglia di naturalità: aumenti a due cifre anche per il Biologico, +17,7%, che tocca i 148 milioni in valore. Il comparto dei Surgelati cresce in linea con il mercato (+2,1%) e fa registrare un valore di 360 milioni.
Quanto al Fuori Casa, nonostante i difficili anni attraversati, secondo dati de Il Sole 24 Ore il nostro Paese si conferma terzo mercato d'Europa in valore dopo Gran Bretagna e Spagna, con un giro d'affari di 72 miliardi di euro, il 14% dell'intera UE.
Da record il numero di punti di consumo nel Bel Paese: sono ben 300 mila distribuiti sul territorio nazionale.
Segnali positivi che avranno a maggio un banco di prova d'eccezione in TUTTOFOOD, riferimento a cui guarda tutto l'agroalimentare soprattutto per la sua proiezione internazionale unica nel settore in Italia.
(TuttoFood 8 aprile 2015)
L'ultimo scorcio del 2014, complice il calo del prezzo del petrolio e un tasso di inflazione ai minimi storici, regala un mini rimbalzo dei consumi alimentari delle famiglie italiane.
Roma - È quanto emerge dai dati del Panel famiglie Ismea Gfk/Eurisko relativi ai primi 11 mesi dell'anno, da cui si evince un recupero della spesa per alimenti e bevande di circa mezzo punto percentuale su base annua.
Un primo timido segnale di inversione di tendenza, dopo il dato particolarmente allarmante del 2013 ( -3,1% la contrazione della spesa alimentare) che prelude, se non a un rilancio dei consumi, quanto meno ad uno stop del trend flessivo che ha caratterizzato il periodo recente.
Il potere d'acquisto delle famiglie (in crescita dell'1,9% nel terzo trimestre dell'anno) ha trovato giovamento dall'inflazione vicina allo zero, dal calo del prezzo della benzina e da una politica di bilancio pubblico, dopo anni di austerity, un po' meno restrittiva, ma l'elevata disoccupazione e la frenata degli investimenti lasciano ancora dubbi su un auspicabile consolidamento del trend.
Tra le varie categorie di prodotto, aumenta in particolare la spesa dei derivati dei cereali (+5,6%), trainati prevalentemente dalla biscotteria (+6%). Si conferma la buona performance del complesso dei dolciumi (+4% in valore), e degli oli e grassi vegetali (+6,1%), con gli oli di oliva extravergine che spuntano un +3,3%.
Positivo anche il dato dei prodotti ittici, che stanno lentamente risalendo la china (+1,8%) dopo la caduta a doppia cifra del 2013. Tra le carni fresche, che avanzano nel complesso dello 0,7% (sempre in valore) si rilevano dinamiche divergenti, con i tagli bovini e avicoli in aumento rispettivamente dell'1,5% e del 4,7% a fronte del meno 6% della carne suina. In flessione anche la spesa delle famiglie in salumi (-0,8%), nonostante un aumento dei volumi acquistati.
Riguardo poi all'ortofrutta, secondo il panel famiglie Ismea- GFK/Eurisko - che monitora gli acquisti non solo presso gli scaffali della Gdo ma anche nel dettaglio tradizionale, mercati rionali, ambulanti e porta a porta - gli italiani hanno risparmiato, negli acquisti di frutta e verdura fresche, il 2,4% sul 2013, aumentando invece del 3,6% il budget destinato alla frutta trasformata. Un segmento in ridimensionamento nel carrello degli italiani è poi quello del latte e derivati (-1,1% in valore), che sconta sia la disaffezione nei confronti del latte fresco da parte di alcune fasce di consumatori (-5% la spesa, in presenza di un calo ancora maggiore dei volumi), sia la flessione degli acquisti di formaggi (-0,9%) dovuto in particolare ai freschi (-5,1%). Il comparto del beverage (+3,3%), al contrario, pare abbia trovato, dopo il tonfo del 2013, un nuovo slancio grazie soprattutto alle acque minerali. Per i vini il dato resta invece leggermente negativo, con un meno 0,2% sul 2013.
La tabella è consultabile su Ismea servizi a questo link http://www.ismeaservizi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5166
(Fonte Ismea 23 gennaio 2015)
Codacons. In sette anni gli italiani hanno tagliato le spese di Natale per 8,2 miliardi di euro. Si salvano solo alimentari, giocattoli e hi-tech.
Roma, 26 dicembre 2014 - Il Natale 2014 si chiude con una riduzione generalizzata dei consumi del -5% rispetto allo scorso anno.
Il dato arriva dal Codacons, che come ogni anno all'indomani delle feste natalizie fornisce i dati ufficiali sulle spese delle famiglie. I consumi legati al Natale (addobbi, regali, alimentari, viaggi, ristorazione, ecc.) si sono fermati quest'anno a quota 9,8 miliardi di euro, con una contrazione del -5% sul 2013 - spiega l'associazione - Le famiglie hanno reagito alla crisi ancora in atto nel nostro paese limitando le spese tipiche della festività, complice anche un dicembre caratterizzato da una concentrazione di scadenze fiscali (Tasi, Imu, Tari, ecc.). Non tutti i settori hanno però risentito del clima di austerity: se le vendite sono andate particolarmente male per abbigliamento, calzature, arredamento, addobbi e viaggi - comparti dove il calo degli acquisti ha raggiunto il -10% - i settori alimentari, giocattoli e hi-tech hanno tenuto il passo rispetto ai consumi degli anni passati. "Negli ultimi anni si è assistito ad un crollo vertiginoso dei consumi natalizi in Italia, calati dal periodo pre-crisi ad oggi addirittura del 45,5% - lancia l'allarme il Presidente Codacons, Carlo Rienzi - In base ai dati ufficiali, infatti, nel 2007 "l'effetto Natale", ossia i maggiori consumi per spese natalizie effettuate nel mese di dicembre presso negozi, grande distribuzione e centri commerciali, è stato pari a 18 miliardi di euro. Nel 2014 invece la spesa degli italiani nell'intero periodo natalizio si è fermata a 9,8 miliardi di euro. Ciò significa che in 7 anni le famiglie del nostro paese hanno tagliato le spese natalizie per la maxi cifra di 8,2 miliardi di euro".
(Fonte Codacons)
L'Università di Bologna dimostra come il "cibo spazzatura" (junk food) costi di più della dieta mediterranea.
Verona 26 novembre 2014 - Al giorno d'oggi seguire in maniera rigorosa i dettami della Dieta Mediterranea costa 50 euro a persona a settimana, contro i 48 euro che gli italiani spendono mediamente. Quindi con soli 2 euro in più a persona a settimana, 32 euro al mese per una famiglia di quattro persone, si può beneficiare appieno di tutti i pregi salutistici della Dieta Mediterranea.
Lo dice uno studio dell'Università di Bologna, che a sorpresa indica come più costosa proprio la dieta a base di cibo spazzatura, il cosiddetto junk food, con ben 130 euro a settimana a persona. Questo perché la Dieta Mediterranea mette al bando merendine e molti dei piatti pronti che, per comodità e stile di vita, consumiamo quotidianamente.
Ma sebbene consigliabile, non è strettamente necessario seguire i dettami della Dieta Mediterranea giorno per giorno, 365 giorni l'anno. Secondo una ricerca delle Università inglesi di Sheffield Hallam e Lincoln si possono avere benefici a lungo termine anche solo con otto settimane di Dieta Mediterranea consecutive, unite a un po' di attività fisica. I ricercatori, che hanno valutato pazienti cinquantenni, hanno infatti verificato che, 12 mesi dopo la fine del regime dietetico, per il gruppo che aveva seguito la Dieta Mediterranea aveva un migliore flusso sanguigno rispetto al gruppo che si era nutrito con una dieta nordica, ricca di grassi saturi. Tutto sarebbe dovuto a cambiamenti molecolari, che hanno un'influenza sulle cellule endoteliali che rivestono i nostri vasi sanguigni, provocati dal pur breve periodo di Dieta Mediterranea.
(Verona, 26/11/2014 - SOL&AGRIFOOD VERONA 22-25 MARZO 2015)