Aperta oggi l'area di sgambamento cani del Parco Montecucco. - Tutti coloro che frequentano il Parco Montecucco e che sono proprietari di animali, da oggi possono finalmente utilizzare la nuova area di sgambamento per cani: "L'Amministrazione Comunale aveva promesso ai numerosi cittadini che ne chiedevano la realizzazione, che entro il mese di giugno la nuova area sarebbe stata fruibile e così è – spiegano gli assessori alla Tutela agli animali e alle Opere pubbliche Elena Baio e Paolo Garetti – abbiamo mantenuto la parola data, garantendo un servizio importante per la cittadinanza. Organizzeremo un'inaugurazione con le varie varie associazioni il 30 giugno alle 10".
L'area sgambamento è collocata nell'enorme polmone verde del quartiere Besurica al confine con via Malchioda. "E' stata dotata di un punto acqua – aggiungono gli assessori – di alcune panchine e un cestino per l'immondizia e le deiezioni. L'area ha una superficie di 3.800 metri quadrati ed è limitata da una recinzione metallica alta un metro e mezzo in parte già esistente, come cinta del parco". Si tratta di una realizzazione particolarmente voluta dagli abitanti della Besurica, che da tempo, anche attraverso una raccolta firme, chiedevano una zona per cani in quell'area molto frequentata in un quartiere di oltre seimila abitanti".
Tutto ciò migliorerà la situazione del parco, dove spesso gli animali venivano lasciati liberi e correvano sul prato, data la mancanza di un'area apposita, differentemente dalla Galleana. Nei mesi scorsi, la Polizia Municipale ha multato alcuni possessori di animali colti sul fatto: il regolamento di Polizia urbana, infatti, obbliga a utilizzare il guinzaglio "nei luoghi pubblici o liberamente accessibili, fatta eccezione per le aree di sgambamento adeguatamente individuate". In proposito i due assessori raccomandano ai frequentatori dell'areea, di raccogliere le deiezioni per evitare che si creino spicavoli inconvenienti e che questa possa essere deturpata dal mancato senso civico di alcuni cittadini.
Dalla vasca a idromassaggio ai luoghi di ristoro per quadrupedi. Le spiagge romagnole sono il top per i pelosi che viaggiano con le loro famiglie. Dove andare e cosa trovare nelle più attrezzate dell'Emilia-Romagna e giù di lì....
di Alexa Kuhne
Parma, 10 giugno 2017
Ravenna è la città più accogliente per i cani. Le sue spiagge sono sempre più attrezzate e in linea con le esigenze dei nostri compagni di vacanza.
Bisogna però prima informarsi, perché non sempre e non ovunque si trova lo stabilimento che fa al caso e spesso ci sono delle limitazioni.
L'Emilia Romagna gestisce questa possibilità secondo regole ben precise: ogni anno la Regione emette un'ordinanza balneare nella quale si regola l'attività nelle spiagge. Ci sono lidi dove proprio non si può portare il cane perché c'è un divieto specifico di «condurre o far permanere qualsiasi tipo di animale, anche se munito di museruola e guinzaglio, nel periodo della stagione balneare estiva». Questa è la regola di base, alla quale, però, in alcuni casi, si può derogare perché i concessionari hanno facoltà, nell'ambito del proprio impianto, di individuare aree debitamente attrezzate, delimitate e riservate, per l'accoglienza di animali domestici, salvaguardando comunque l'incolumità e la tranquillità dell'utenza balneare, mantenendo una distanza minima di 10 metri dalle concessioni confinanti quando presenti.
A Ravenna c'è una spiaggia libera, nelle due località balneari di Casal Borsetti e Lido di Classe, dove è possibile portare il cane che deve essere comunque legato a un guinzaglio di non oltre un metro e mezzo e con la museruola a portata di mano. A Casal Borsetti la spiaggia è 'dog-friendly' nel tratto libero della lunghezza di circa 70 metri a sud dello stabilimento balneare 'Overbeach', a Lido di Classe, nel tratto libero di circa 30 metri a nord della scogliera, trasversale alla foce del fiume Savio.
Ci sono, lungo lo stesso litorale, anche altri 15 stabilimenti che consentono l'accesso dei cani nei propri impianti e si trovano da Casal Borsetti a Marina Romea, Marina di Ravenna, Punta Marina e Lido Adriano, fino a Lido di Dante e Lido di Classe.
Tutto questo è possibile perché è entrata in vigore l'ordinanza comunale che intende «promuovere il benessere, la cura e la presenza degli animali, favorendo una corretta convivenza con l'uomo e tutelando salute pubblica e ambiente» e che consente appunto l'accesso, dall'alba al tramonto dal 13 maggio al 30 settembre, dei quattro zampe. Ma attenzione: possono stare in spiaggia, e fare il bagno, esclusivamente i cani regolarmente iscritti all'anagrafe canina, senza pulci e, per le femmine, non in calore.
I lidi 'dog friendly' sono diventati una sana e utile opportunità per famiglie e amici a 4 zampe e ormai sono sparsi lungo tutto il litorale emiliano-romagnolo (e l'elenco si aggiorna costantemente). Più a nord, nel Ferrarese, ci sono stabilimenti balneari con area riservata a clienti con cani o altri animali. Più a sud, in tutto il litorale riminese, sono diverse le stazioni che offrono la possibilità di ospitare «gli amici a quattro zampe sotto l'ombrellone». Ma vale sempre la stessa indicazione: portare il cane in spiaggia si può, ma solo in determinate strutture. È un'eccezione alla regola.
Occorre quindi documentarsi per evitare spiacevoli sorprese: nei giorni scorsi, proprio nel Riminese, sono arrivate le prime multe a padrone e bagnini che hanno ignorato il divieto laddove vigente. E le multe variano dai 200 euro (per i padroni) ai 3mila (per i bagnini). Infine, le Marche: anche in questo caso non mancano dog beach e stabilimenti balneari che accettano cani, gatti e altri animali domestici. E sono localizzati soprattutto tra Pesaro, Ancona e il litorale della provincia di Macerata.
Per individuare la spiaggia più adatta, basta cercare nei siti dei Comuni o nel sito www.vacanzeanimali.it
Al via la campagna informativa. Cosa fare in caso di ritrovamenti sospetti o di sospetto avvelenamento di un animale domestico.
Parma, 2 maggio 2017
Comune in prima linea a fronte del fenomeno bocconi avvelenati: è stata predisposta un'apposita campagna informativa. Si è svolto questa mattina l'incontro in municipio, coordinato dall'assessore all'ambiente, sul tema, a fronte dei nuovi casi di questi giorni. Il tavolo di lavoro operativo costituito ad hoc ha un ruolo fondamentale in quanto coinvolge Comune, GELA - Guardie Ecologiche Volontarie di Legambiente – , associazioni animaliste ed enti e soggetti sanitari del territorio per valutare le differenti situazioni ed i provvedimenti da adottare. L'Amministrazione ha deciso di promuovere una vera e propria campagna contro il fenomeno dei bocconi avvelenati e l'incontro di questa mattina è stato l'occasione per presentarla e per fare il punto della situazione. La campagna informativa si articolerà su più fronti: depliant informativi, pubblicità e attraverso i social media del Comune.
Il titolo del simpatico vademecum é: ""Attenti amici cani!". Bocconi avvelenati? No! Controlla dove mettono il naso".
A questo proposito è fondamentale segnalare alla Centrale Operativa della Polizia Municipale gli eventuali ritrovamenti sospetti al numero: 0521.218730. Non bisogna mai manipolare l'esca avvelenata a mani nude.
Le raccomandazioni, quindi, sono quelle di non prendere mai in mano un boccone avvelenato ma di chiamare le autorità preposte.
Durante le passeggiate si consiglia di portare una bottiglietta con una miscela di acqua ed acqua ossigenata, in caso di ingestione di veleno è necessario fare bere il liquido al cane in modo che vomiti e si possano guadagnare minuti preziosi.
Si consiglia di tenere il cane a vista, non lasciarlo vagare senza controllo fuori dall'abitazione ed è utile abituare il cane al guinzaglio durante le passeggiate. L'utilizzo della museruola può tutelare il cane in caso di bocconi avvelenati.
Nel caso di un sospetto avvelenamento di un animale domestico bisogna portare l'animale dal veterinario più vicino e non tentare rimedi fai da te ed è fondamentale agire fin dai primi sintomi.
Nel depliant vengono forniti utili suggerimenti per riconoscere le esche avvelenate.
I sintomi di avvelenamento sono diversi. In caso di ingerimento di antigelo, si presentano sotto forma di vomito e sete intensa, con movimenti scoordinati e tachicardia. Nel caso di ingerimento di antiparassitari si riscontrano sindromi eccitatorie e convulsive, iper secrezione salivare, vomito e diarrea. In caso di contatto con stricnina, si riscontrano accessi simil tetanici violenti, con rigidità estensorie. In caso di contatto con topicidi, si possono verificare sindromi emorragiche.
Vale la pena ricordare che chiunque, per crudeltà, cagioni la morte di un animale, compresi i responsabili dell'abbandono dei bocconi avvelenati, rischia la reclusione da da 4 mesi a 2 anni e multe da 5 mila fino a 30 mila euro.
(Fonte: Comune di Parma)
La cucciola è scomparsa da Nonantola (MO), il 5 marzo 2010, dove era arrivata dalla Sardegna dopo essere stata recuperate seviziata da una discarica. Una mail inviata all'Associazione Lida di Olbia dello scorso 10 marzo ha riacceso la speranza. Le volontarie della Lida desiderano solo sapere se sta bene e riabbracciarla.
Di Manuela Fiorini
È una storia senza lieto fine, almeno finora, quella di Esmeralda, una cagnolina dal pelo candido come la neve e appena tre zampette. Il 5 agosto del 2009, quando aveva pochi mesi, viene ritrovata in una discarica in Sardegna e affidata alle cure delle volontarie della LIDA – Sezione Olbia. La situazione si rivela subito gravissima: prima di essere buttata via come un rifiuto, la piccola è stata torturata e seviziata. La zampetta posteriore destra era stata completamente torta al punto che, successivamente, era stato necessario amputarla per l'irreversibilità delle lesioni. Esmeralda perde una zampa, ma non la voglia di vivere. Le volontarie della LIDA Olbia la mettono nelle mani di uno dei migliori neurologi d'Italia, per curarla vengono fatti arrivare i farmaci dagli Stati Uniti, dalla Svizzera e dalla Città del Vaticano. Esmeralda è una piccola leonessa, lotta, reagisce alle cure e cresce allegra. La sua storia si diffonde attraverso il web, molti seguono i suoi piccoli e grandi passi verso la guarigione e si innamorano di lei.
Come tutte le favole che meritano un lieto fine, al termine del suo percorso di cura, le volontarie della LIDA cercano una famiglia che la adotti e la ami per sempre. Tra le candidate viene scelta una famiglia di Nonantola, in provincia di Modena. Così, nell'ottobre del 2009, Esmeralda parte dalla Sardegna alla volta della città emiliana. La storia dovrebbe finire così, con Esmeralda felice nella sua nuova famiglia. Invece, il destino ha scritto per lei una sorte diversa e molto più triste. Il 5 marzo 2010, Esmeralda si allontana da casa e scompare del nulla. Le volontarie della LIDA Olbia le provano tutte, la cercano nella zona, lanciano appelli, vengono anche a sapere che non era la prima volta che la cagnolina usciva da sola. Da allora, di Esmeralda non si è saputo più nulla. Nonostante il tempo che passa, le volontarie che si sono prese cura di lei, e che attualmente ospitano nel Rifugio "Fratelli Minori" di Olbia quasi 700 cani e 200 gatti, non hanno mai smesso di cercarla, di ricordarla e lanciare appelli.
Il 10 marzo di quest'anno, la speranza si riaccende. Una ragazza di Modena, che si firma Betty, invia alla LIDA di Olbia una mail in cui racconta di come, nell'agosto del 2010, mentre era in vacanza al Lido di Dante, abbia conosciuto un ragazzo che le ha raccontato la storia della sua cagnolina, che in quel momento era a casa con la madre di lui. Secondo quanto riportato nella mail, il 10 marzo del 2010, quindi pochi giorni dopo la scomparsa da casa di Esmeralda, il ragazzo stava andando per lavoro da Rimini a Modena. A causa di un incidente trova più conveniente uscire dall'autostrada. All'altezza di San Giovanni in Persiceto, a un certo punto avvista un cagnolino bianco che giace a bordo strada. Il ragazzo scende dall'auto per spostarlo, pensando fosse stato investito. Invece, il piccolo reagisce. Il ragazzo si accorge che alla piccola manca una zampetta, la posteriore destra. Interpreta quell'incontro come un segno del destino, dal momento che anche a lui manca una porzione di piede. Decide allora di adottare la piccola. La porta dal veterinario per assicurarsi che stia bene. Il professionista accerta la mancanza del microchip, che Esmeralda invece aveva, anche se dalla LIDA Olbia fanno sapere che potrebbe essersi smagnetizzato in seguito alla risonanza magnetica a cui Esmeralda è stata sottoposta durante le cure.
La ragazza di Modena non risponde alle mail successive, ma nel frattempo la luce della speranza si è riaccesa.
"Noi ora cerchiamo questo ragazzo, presumibilmente residente a Rimini. Vogliamo solo sapere quale è stato il destino di Esmeralda e, se è lei la cagnolina descritta nella mail, vogliamo tranquillizzare tutti, mai porteremmo via la piccola alla famiglia che in questi sette anni si è presa cura di lei", fanno sapere dalla LIDA di Olbia.
"Noi desideriamo solo riabbracciarla ancora una volta e, finalmente, abbandonare tutti i brutti pensieri che da quel lontano 5 marzo 2010 non ci hanno più abbandonati. Noi non smetteremo mai di cercare Esmeralda, perché sentiamo che lei è viva. Chiediamo di aiutarci in queste ricerche, di divulgare il nostro appello. Grazie dal profondo del cuore a chi ci aiuterà".
Chiunque avesse notizie di Esmeralda può contattare il seguente recapito: 333 4312878, oppure inviare un'email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Si scarica gratuitamente dai principali store, funziona sia con il sistema iOS che con Android e consente sia di essere informati sulla presenza di bocconi avvelenati, ma anche di persone sospette, animali vaganti, risse, rifiuti abbandonati, sia di inviare la propria segnalazione anonima e allertare gli altri utenti.
Di Manuela Fiorini
"Carne trita con veleno rosso x topi + chiodi" è l'ultima segnalazione, di sabato 25 marzo, fatta da un utente di Parma che allerta su bocconi avvelenati trovati in piazzale Lubiana. Una delle tante, visibile sulla pagina Facebook della Comunità per Animali di Shally App.
Oltre 23.500 segnalazioni di cani avvelenati nel 2016, con un incremento di 5700 rispetto all'anno precedente. Randagi che "davano fastidio", ma anche cani di proprietà che durante una passeggiata hanno trovato un boccone avvelenato e ne sono rimasti vittime, con grande dolore di chi li considera veri e propri membri della famiglia. Di come intervenire e come denunciare ne abbiamo parlato in un recente articolo.
Un ulteriore aiuto arriva dalla tecnologia. Disponibile sui principali store per iOS e Android c'è Shelly, un'APP che consente di segnalare e di ricevere la segnalazione di bocconi avvelenati e di segnalarne a propria volta, in maniera rigorosamente anonima, la presenza.
All'APP si accede registrandosi e creando un proprio profilo. Attraverso la geolocalizzazione, viene visualizzata la zona in cui ci si trova con le eventuali segnalazioni. Si può zoomnare e spostarsi a piacimento sulla mappa per monitorare le segnalazioni attive in zone diverse dalla propria.
Ogni utente può inserire, poi, una o più sentinelle, cioè dei punti di interesse monitorabili (casa, ufficio, scuola, parco ecc) semplicemente inserendo l'indirizzo. Il primo è gratuito, gli altri hanno un costo di € 0,99, ma il punto gratuito può essere modificato senza costi aggiuntivi.
Attraverso l'icona con il logo di Shelly, che si trova in basso a destra, si apre il menù delle segnalazioni, che sono rigorosamente anonime. Si possono scegliere 12 diverse tipologie, tutte facilmente identificabili attraverso le icone. Oltre alla presenza di bocconi avvelenati, infatti, si può anche segnalare un animale vagante, ma anche atti vandalici, truffe, incendi, scippi, furti e rapine, bullismo, mezzi e persone sospette, risse, persone moleste e rifiuti abbandonati.
Una volta confermata la segnalazione, l'APP invierà una notifica agli utenti registrati nell'area di 1,5 km e a coloro che hanno posizionato nella zona una Sentinella. Le segnalazioni rimangono visibili alla Community sulla mappa per un tempo limitato in base alla tipologia. L'APP include anche una piccola guida sull'utilizzo e una breve descrizione delle segnalazioni.
INFO
Shelly si può scaricare gratuitamente dai principali Store. Disponibile per iOS e Android
www.shellyapp.co/animals
www.facebook.com/bocconiavvelenati
La raccolta di firme per installare telecamere nei parchi e nelle aree cani di Parma, che ha raggiunto quota 500, è stata lanciata sulla popolare piattaforma Change.org alla luce delle recenti vittime tra i nostri amici a quattro zampe. Ecco come riconoscere i sintomi, come correre ai ripari e presentare denuncia.
Di Manuela Fiorini
Parma, 23 marzo 2017
"Considerando la gravissima situazione relativa alla diffusione estremamente allarmante di bocconi avvelenati nella gran parte delle aree verdi della città di Parma, molto spesso in prossimità di scuole e asili, chiediamo che vengano al più presto installate telecamere di sorveglianza nei parchi e nelle aree cani. Ricordiamo che gli animali che ingeriscono le esche avvelenate subiscono una morte atroce o, nel migliore dei casi, danni fisiologici permanenti. Ci sono già state numerose vittime, quindi la situazione è di estrema grave urgenza, capace di mettere a rischio anche l'incolumità dei bambini. Consideriamo quindi come unico deterrente l'installazione di telecamere a sorveglianza continua".
Ha raggiunto ormai oltre 1.000 firme la petizione lanciata sulla popolare piattaforma Change.org indirizzata al Sindaco di Parma per arginare il crudele fenomeno dei bocconi avvelenati, spesso lasciati nei parchi o, addirittura, nelle aree cani, quando poi non vengono gettati direttamente nei giardini dei privati con l'intento di nuocere non solo agli animali domestici, le principali vittime, ma anche alla fauna selvatica.
Cosa fare in caso di sospetto avvelenamento
Se si sospetta che il proprio cane o gatto abbia ingerito un boccone avvelenato, la prima cosa da fare è allertare il veterinario o la Guardia Veterinaria, se presente, in modo che si prepari al vostro arrivo. Si devo poi cercare di far vomitare l'animale per cercare di limitare i danni, somministrandogli con l'aiuto di una siringa priva di ago abbondante acqua ossigenata o salata per indurre il vomito. In nessun caso si deve somministrare il latte. I veleni utilizzati nei "bocconi" agiscono tra i 30 minuti e le 2 ore, anche se alcuni possono avere un effetto più lento, anche di un paio di giorni. Per questo è fondamentale riconoscere i sintomi che possono essere diversi a seconda della sostanza ingerita.
polpette con veleno per topi
I tipi di veleno e e i sintomi del cane
Uno dei veleni più utilizzati per confezionare le "polpette" è il topicida che si acquista facilmente in numerosi esercizi e si può trovare in granuli, in pasta, in cialde o liquido. Il suo effetto è molto subdolo, perché i sintomi possono manifestarsi anche non immediatamente, inducendo il proprietario a tergiversare o a ritardare l'intervento del veterinario. L'animale presenta una respirazione difficoltosa, ha le mucose pallide e versa in stato di grande prostrazione. Se non si interviene, muore a causa di emorragie interne.
Un altro veleno molto utilizzato è la stricnina, che si trova sotto forma di polvere bianca e viene in genere utilizzata contro i topi. Agisce sul sistema nervoso centrale e provoca la morte in pochi minuti. I sintomi da avvelenamento sono: convulsioni, irrigidimento degli arti, pupille dilatate, guaiti esagitati che compaiono circa 10 minuti dopo l'ingestione. Fondamentale è cercare di far vomitare l'animale e precipitarsi dal veterinario.
Sintomi assai simili, ma possono anche comparire diarrea, tremori e soffocamento, sono dati dalla metaldeide un fitofarmaco lumachicida che ha l'aspetto di granuli colorati. I sintomi si manifestano un paio d'ore dopo l'ingestione ed è l'unico veleno per cui ancora non esiste un antidoto specifico. Il veterinario può intervenire con un cocktail di farmaci per ogni sintomo. Infine, nei bocconi si può trovare anche dell'antigelo, nome con cui si identifica il glicole etilenico. Si trova in forma liquida e incolore e provoca nausea e vomito dopo circa 30 minuti dall'ingestione. L'animale tende a bere e urinare di più. Dopo 12 ore possono insorgere difficoltà di respirazione, tachicardia, complicazioni renali che portano alla morte. È necessario intervenire nel giro di poche ore affinché l'antidoto possa fare effetto.
L'importanza di denunciare l'episodio
È poi importante denunciare la presenza di bocconi avvelenati rivolgendosi alla Polizia Municipale, ai Carabinieri, alla Polizia di Stato, alla Polizia Provinciale, al Corpo Forestale dello Stato o alla Guardia di Finanza, indipendentemente dall'avvenuto avvelenamento. Si devono allegare alla denuncia delle prove, per esempio la fotografia del boccone, oppure il boccone stesso, dopo averlo prelevato con le dovute cautele (guanti monouso, sacchetto). La denuncia in forma scritta può essere fatta anche contro ignoti e consentirà alle Forze dell'Ordine di bonificare la zona. Se il proprio animale è invece stato avvelenato, sarà utile allegare il referto del veterinario che include l'identificazione della sostanza. Si può denunciare, infine, anche la minaccia di avvelenamento.
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Nel suo ultimo lavoro, l'etologo, zooantropologo e filosofo racconta attraverso otto cani che hanno condiviso con lui un tratto di strada della vita che cosa ognuno di loro gli ha lasciato e insegnato. Ma ogni storia è anche uno spunto per parlare più in generale del cane e del meraviglioso rapporto con l'uomo.
Di Manuela Fiorini
Bologna, 21 gennaio 2017
C'è Maya, rottweiler esuberante e in cerca di una guida, il piccolo e buffo Toby, dal caratteraccio impossibile, la labrador Pimpa e le sue passeggiate multisensoriali, la nevrile Isotta, che del tirare al guinzaglio ha fatto una sfida. E poi l' "inadottabile" Spino dal carattere ostico quanto il suo nome, l'amicizia tra la rottweiler Bianca e la gatta Mimmi, la giocosa Belle e Filippo, dall'animo randagio. Sono gli otto cani protagonisti di altrettanti capitoli che compongono l'ultimo libro di Roberto Marchesini, "Il cane secondo me", edito da Sonda.
Bolognese, Marchesini è etologo, zooantropologo, filosofo, Direttore del Centro Studi Filosofia Postumanista e di Siua, Istituto di Formazione Zooantropologica e nella sua vita ha avuto a che fare con centinaia di cani. Gli otto amici di cui parla nel libro sono quelli che hanno percorso con lui un tratto di strada della vita. Tuttavia, parlando di loro, l'autore coglie anche l'occasione per riflettere e fare riflettere sulla sostanza del rapporto uomo-cane e prende spunto dalla sua esperienza per suggerire gli atteggiamenti giusti da tenere per costruire un rapporto equilibrato, di fiducia reciproca, di vera amicizia.
Abbiamo scambiato due chiacchiere con lui.
Come nasce il libro Il cane secondo me?
"Nasce con l'intento di mettere in discussione quello lo stereotipo secondo il quale cani e gatti sono "animali d'affezione", "animali da compagnia", come se realmente il loro "compito" fosse solo quello di dare affetto. In realtà, il cane, o il gatto, dovrebbe essere visto come un partner, un amico, un collega di lavoro. Gli animali sono "erogatori" di qualcosa, ma compagni di vita. Non sono "da affezione", ma affettivi, non sono "da compagnia", ma compagni. Questo significa che la loro presenza è globale. Ci danno tanto. Per esempio, ci trasmettono la capacità di farci vivere la natura in un modo completamente diverso, perché ci portano nel loro mondo, ci danno tanti stimoli, arricchiscono il nostro immaginario. Nel libro, ho voluto sottolineare soprattutto il fatto che i cani sono delle entità biografiche. Noi siamo il frutto delle relazioni: siamo quello che ci hanno insegnato i nostri genitori e gli amici, siamo i libri che abbiamo letto, le relazioni amorose che abbiamo avuto. Allo stesso modo, anche gli animali contribuiscono a fare di noi ciò che siamo. In questo saggio ho voluto descrivere come ognuno di questi cani abbia contribuito a mettere la sua piccola parte nella mia identità. Le relazioni non finiscono, rimangono proiettate dentro di noi, entrano nella nostra vita. E anche quando una relazione finisce, anche quando un cane ci lascia perché muore, vive ancora dentro di noi".
Dalla sua esperienza, quale consiglio si sente di dare a chi si appresta ad accogliere un cane per la prima volta?
"Il mio consiglio è sempre quello di avere consapevolezza che si sta per iniziare una relazione. Il cane non è un oggetto. Non è come portare a casa un televisore. Se si adotta un cane, casa tua diventa anche casa sua. Si deve avere ben chiaro che essere in una relazione significa prima di tutto condivisione, cioè accettare che l'altro partecipi alla nostra vita e che noi partecipiamo alla sua. Purtroppo, viviamo in una società che ha una visione individualista e consumista e questo non aiuta nelle relazioni, di amicizia, di amore e anche in quelle con i cani. Le persone tendono a considerare gli altri come entità consumabili. Le relazioni invece sono diverse dalle fruizioni. Nelle relazioni bisogna mettersi in gioco, accettare la sfida sotto il profilo partecipativo, emotivo, competitivo, della responsabilità. Secondo consiglio: cercare di saperne un po' di più sui cani. Viviamo in una società in cui non si cresce più, come un tempo, a contatto con la natura o con gli animali. I bambini di oggi hanno l'idea che gli animali siano quelli dei cartoni animati, ma Peppa Pig non è un maiale, è un essere umano disegnato come un maiale, così come Bugs Bunny, Pongo e molti altri. C'è la tendenza ad antropomorfizzare e a umanizzare. Ed è una tendenza sbagliata. Se si antropomorfizza un animale, significa che non si accetta la specificità dell'altro. Invece quell'amore unico tra uomo e animale può nascere sono se non c'è possesso, ma incontro"
Quali sono gli errori più ricorrenti degli umani nei confronti dei propri cani?
Primo: non rendersi conto che un cane percepisce il "qui e ora" in modo differente da noi. Spesso infatti la mente di un essere umano è proiettato nei ricordi, nei pensieri, nei progetti, nel "domani faccio questo". Abbiamo sempre la mente da qualche altra parte, persa nel passato, nel futuro o nel possibile, quella del cane invece è focalizzata sul qui e ora. Secondo: la comunicazione. Le persone non si rendono conto che ogni specie ha il suo linguaggio. Un abbraccio per me vuol dire "ti voglio bene", ma per il cane è un atteggiamento sbagliato, è una forzatura, come se gli dicessi "io sono più forte di te". Il nostro cane magari lo accetta e lo tollera, ma se lo stringiamo troppo forte, tenterà di scappare o ci leccherà il viso, facendoci capire che non gli piace. Se poi abbracciamo un cane che non conosciamo potremo addirittura rimediare un morso. È importante allora imparare qualcosa sui cani e sul loro linguaggio per relazionarci al meglio".
Lei ha teorizzato il "Parco Canile". Che cos'è e come mai, a suo avviso, una soluzione che avrebbe risvolti positivi sui cani incentivandone le adozioni non è ancora stato realizzato?
"Il Parco Canile parte dell'idea della valorizzazione del cane per favorirne l'adozione. L'idea è quella di un luogo che faciliti il miglioramento dell'animale dal punto di vista comportamentale, che ne consenta la socializzazione, per esempio attraverso la presenza di campetti cinofili, in cui cani e volontari possano fare insieme attività di apprendimento e di gioco. L'idea è quella che il cane passi solo qualche mese all'interno del parco canile. Durante il periodo di permanenza viene formato ed educato in vista dell'adozione. Il parco canile è poi un luogo molto naturale, lontano dall'idea del cane cresciuto in un box, dove fa tutto lì, non ha avuto relazioni corrette con gli altri cani, perché li ha sempre visti al di là di una grata, gli ha sempre abbaiato contro. L'idea è invece quella di un luogo di riabilitazione per i cani con figure professionali dedicate e strutture concepite per fare attività e migliorare le proprie competenze. Sono strutture che favoriscono le visite da parte delle persone e aumentano così le possibilità di adozioni. In Emilia Romagna e Lombardia sono stati fatti molti passi avanti verso questa idea di parco-canile. Poi bisognerebbe vincere l'interesse che molte strutture hanno nel mantenere i cani al loro interno. Nei capitolati delle gare, per esempio, dovrebbe essere inserito non il costo a cane, ma il pagamento dei servizi effettivamente offerti".
Quando si leggono fatti di cronaca di persone aggredite da cani si sentono spesso commenti del tipo "non è colpa del cane, è colpa nel padrone". È davvero così?
"Io penso sempre che bisogna togliere la parola "colpa", perché ha degli aspetti moralistici. Dovremo invece guardare al comportamento come una conseguenza di altri problemi. Per fare prevenzione, bisogna spiegare alle persone quali sono i fattori di rischio, spiegare che un cane ha bisogno di essere bene integrato all'interno del nucleo familiare e non essere tenuto in una situazione di solitudine, perché la solitudine abbassa la socialità dei cani. Tenere costantemente un cane in un box, alla catena, da solo in giardino, sono elementi che vanno a inficiare la socializzazione del cane. È molto importante poi che la persona sia una guida per il proprio cane. Occorre lavorare sull'affiatamento, perché se uno è una buona guida il cane lo segue. Bisogna poi spiegare che tutti i cani sono diversi. Non si può prendere un cane di una certa razza senza saperne niente. Per esempio, il Border Collie è un cane molto nevrile, con una gran voglia di fare, non si può dare in mano a una persona anziana o a chi desidera il classico cane da salotto. Se uno invece vuole un cane pulito non può prendersi un labrador, che si diverte a girarsi ovunque e a gettarsi in acqua. Avere queste consapevolezze aiuta a instaurare le relazioni e prevenire spiacevoli incidenti".
La scomparsa di un animale amato è causa di grande dolore. Si sente di dare qualche consiglio alle persone che hanno perso un amico a quattro zampe per aiutare a elaborare questo lutto?
"Le amicizie sono qualcosa di importante. Molto spesso sento dire: "Era solo un cane", il punto fondamentale è che quando si costruisce un legame è normale provare delle emozioni. Non importa se si tratta di un cane o di un gatto, l'importante è l'empatia che viene generata da quel legame. A chi ha perso un amico a quattro zampe mi sento di dire che deve essere consapevole che la relazione non finisce. Quando qualcuno è stato in relazione con noi non è morto, non può morire. Tutte le persone, tutte le relazioni, amicizie, amori che ci portiamo dentro continuano a vivere dentro di noi. Questa, a mio avviso, è la migliore elaborazione del lutto. Magari si può dedicare tempo al congedo: che può essere la sepoltura o un rituale particolare, ognuno deve darsi i suoi tempi. Il punto centrale è capire che quello che resta la relazione e ciascuno vive dentro l'altro. È poi necessario trovare il modo di trasformare il vuoto in ricordo".
Roberto Marchesini
Il cane secondo me
Edizioni Sonda
Pag 184 - € 14
1390 cani appartenenti a più di 200 differenti razze. Sul gradino più alto del podio un boxer tigrato di 26 mesi, al secondo posto la Yorkshire Terrier Qoccle's Welcome Emira. Terza posizione per il levriero Whippet Siprex Noah.
Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi
MODENA - Sono andata alla XXV edizione dell'Esposizione Internazionale Canina perché mi piacciono i cani. Li amo, li trovo irresistibili. Anche se ho sempre preferito avere accanto dei meticci adottati da canili e associazioni di volontariato, è innegabile che ci siano esemplari di razza che spiccano per bellezza e perfezione genetica, destinati a fare incetta di premi e generare figli dal pedigree blasonato. Andare a un'esposizione canina è un po' come recarsi alla Settimana della Moda, tra toelettatori impegnati a spazzolare, lucidare ed acconciare pelosi più o meno refrattari o rassegnati e proprietari orgogliosi dei loro pelosi. Ben 1390 gli esemplari presenti, appartenenti a 200 razze diverse, dai minuscoli pinscher ai giganteschi alani. Fornita la rappresentanza dei cani nordici, dai Siberian Husky dagli occhi di ghiaccio agli Alaskan Malamute, dai tranquilli Akita Inu alle loro versioni in miniatura, gli Shiba Inu. Tra le razze meno note, l'Irish Wolfhound, un levriero che, con i suoi 80 centimetri al garrese è la razza più grande in circolazione. Poco diffuso in Italia anche il Chesapeake Bay Retrivier, un Golden Retrivier americano dal pelo riccio. Una rarità che ha fatto registrare appena dieci nascite nel 2015.
Tanti i curiosi e gli appassionati che hanno visitato i padiglioni di Modena Fiere nel giorno dell'Epifania per ammirare gli esemplati in gara. E i cani? Quello che mi ha colpito di più, oltre a constatare l'affetto dei loro proprietari nei confronti di questi pelosi, è stato vedere quanto alcuni di loro fossero orgogliosi di fregiarsi della loro bellezza o prestanza, esattamente come le modelle inarrivabili che si invidiano sulle riviste patinate o gli sportivi che si vantano del loro fisico. Se per il mio meticcio essere spazzolato, giusto per togliere i nodi, è una vera e propria tortura, ho visto maltesi, yorkshire terrier, shitzu e barboncini rimanere immobili e alteri mentre i toelettatori li trasformavano in superstar. Qualcuno si addormentava sfinito nei comodissimi box, oppure puntava il panino o il borlengo dell'incauto visitatore, che credendo di fare un gesto carino, provava ad allungarne un pezzetto al peloso dallo sguardo supplicante, salvo attirarsene uno fulminante dal proprietario. "Il lardo al mio cane? Orrore! Lui mangia solo crocchette galattiche formulate per garantirgli le migliori performance...".
Alla fine, a spuntarla su tutti gli altri concorrenti è stato Cosmo, uno splendido esemplare di Boxer Tigrato di 26 mesi dell'allevamento Casa Bartolini di Pontedera (PI). A lui è andato il titolo di Best in Show della XXV edizione dell'Esposizione Internazionale Canina, organizzata dal Gruppo Cinofilo Modenese ENCI. Secondo posto per Qoccle's Welcome Emira una piccola Yorkshire Terrier. Sul terzo gradino del podio è salito invece il levriero Whipper Siprex Noah.
Non poteva mancare la solidarietà. La "Mostra Speciale" che prevedeva particolari riconoscimenti per categorie specifiche, ha assegnato premi alimentari, offerti da Mediolanum Banca sede di Modena, Monteré e Salumificio Ferrari Erio, provenienti dalle zone dell'Italia centrale colpite dal sisma, come le lenticchie e i prosciutti di Norcia.
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A Modena il giorno dell'Epifania si tiene la 25^ edizione esposizione internazionale canina. Tra i cani presenti in fiera l'Irish Wolfhound, il più grande cane esistente, e il Rhodesian Ridgeback, utilizzato nella caccia al leone. Tra le novità esibizioni di Obedience, lancio del frisbee e dog dance.
Modena, 31 dicembre 2016
Quasi 1400 cani iscritti per oltre 180 razze rappresentate, una vera e propria parata di star a quattro zampe che consentiranno ai visitatori di apprezzare le caratteristiche estetiche e comportamentali della maggior parte delle razze canine censite dalla Federazione Internazionale Cinofila. Da quella più grande a quella più piccola, dagli esemplari da caccia agli eroi da soccorso indispensabili nelle operazioni di ricerca, come nel caso del terremoto. E poi, per rendere ancora più succosa, divertente e interattiva l'esposizione, anche due ore di esibizione con la disc dog (lancio del frisbee), la dog dance, la mobility e la human agility (con grande coinvolgimento soprattutto dei bambini), ma soprattutto con gli atleti che hanno fatto parte della squadra nazionale di Obedience che metteranno in mostra la capacità dei cani di eseguire con grande precisone comandi anche a distanza grazie ad un'intesa perfetta tra uomo e cane.
Venerdì 6 gennaio Modena si trasformerà quindi in capitale dell'affascinante mondo cinofilo con la 25esima edizione dell'Esposizione Internazionale Canina organizzata dal Gruppo Cinofilo Modenese, affiliato all'Ente Nazionale Cinofilia italiana (ENCI), in collaborazione con Monge e ModenaFiere presso il quartiere fieristico di viale Virgilio. Un appuntamento ormai fisso quello del giorno dell'Epifania che torna dopo il successo della scorsa edizione: quest'anno i primi numeri riguardanti le adesioni tra l'altro registrano un aumento sia tra i partecipanti - con 1390 iscritti - sia delle razze rappresentate.
Non mancheranno le rarità da ammirare con la partecipazione di quasi 1400 cani consentirà di incontrare l'Irish Wolfhound, il levriero che con i suoi 80 centimetri al garrese è la razza più grande in circolazione, oppure il Chihuahua, che invece rappresenta quella più piccola e tra le più diffuse (5938 nascite); tra le new entry ci sarà il Chesapeake Bay Retriever, un Golden Retriever "americano" poco diffuso in Italia - appena 10 nascite nel 2015 - caratterizzato dal pelo riccio.
Premi speciali provenienti dalle zone terremotate. La 25esima edizione sarà anche all'insegna della solidarietà per la "Mostra speciale" che prevede particolari riconoscimenti per specifiche categorie, i premi provengono dalle zone dell'Italia centrale colpite dal sisma e riguarderanno prodotti alimentari del luogo, come ad esempio le lenticchie o i prosciutti di Norcia.
Prezzi ed orario al pubblico
Venerdì 6 gennaio l'ingresso al pubblico dal tradizionale accesso di ModenaFiere sarà consentito dalle ore 10 alle ore 18. Le casse chiuderanno alle ore 17. Non è consentito l'accesso ai cani non in concorso. Costo dei biglietti: intero 8 euro, ridotto 6 euro. Ingresso gratuito per bambini fino a 6 anni. Autobus: linea numero 9. - Info su www.gcinofilomodenese.it
E' online la pagina Facebook del Canile e Gattile Comunale di Parma. Si tratta di un utile strumento, attraverso cui è possibile vedere le foto dei cani ospiti della struttura e in cerca di adozione, ma anche avere informazioni sugli orari di apertura, le attività e le iniziative del canile.
La nuova pagina Facebook è stata concepita e strutturata in modo da mettere a disposizione del cittadino, o di chiunque voglia adottare un cane, uno strumento efficace per visionare i cani presenti nella struttura. Viene aggiornata in tempo reale in base alle nuove entrate in canile e alle uscite per adozioni.
Negli album contenuti nella pagina sarà possibile vedere i cani in cerca di adozione, ognuno con la sua foto e con le informazioni relative alla taglia, al carattere, all'età. Quando un cane viene adottato viene pubblicata un'altra foto col nuovo padrone nell'album "Buona vita a..." negli affidi".
Oltre alla finalità pratica, la pagina, sfruttando la forza mediatica della rete e dei social network, si propone di dare una maggiore visibilità ai cani ospiti della struttura, auspicando un incremento delle adozioni e delle visite in canile.
(Fonte: ufficio stampa Comune di Parma)