La Cannabis sta vincendo i pregiudizi, mostrando importanti benefici contro le infiammazioni e il dolore
Imprenditoria in Rosa
Intervista a Daniela Monferdini
La cura del capello per il benessere della persona
Dopo 3 mesi di quarantena, a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, appare chiaro che non solo la salute fisica delle persone è oggi a rischio, ma anche quella psicologica.
Maestro Travel Experience e Monte delle Vigne presentano il progetto dell’estate “VIENI A TROVARTI”, una rassegna di appuntamenti che avranno luogo negli spazi all’aperto della splendida location della cantina di Ozzano Taro - PR.
Di fronte a situazioni di grande stress, come quella attuale, uno su tre (32%) guarda con interesse a pratiche come yoga e meditazione.
La pandemia di Coronavirus ha portato a un cambiamento radicale delle abitudini di vita e messo a dura prova anche la nostra tenuta psicologica: ci sentiamo stressati, preoccupati e anche se si iniziano a vedere miglioramenti, il carico di ansie, tensioni e incertezze è ancora presente.
Di fronte alle situazioni di stress, gli abitanti di Parma ritengono molto utili le pratiche e discipline che favoriscono il benessere mentale: più di uno su tre (32%), infatti, si dice interessato e propenso a provare attività come yoga, meditazione, tai chi e mindfulness, e il 30% già ha provato a praticarle.
È il quadro che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua sul welfare1.
Queste attività, anche molto diverse tra loro, hanno in comune la capacità di portare importanti benefici: migliorano l’umore (38%), favoriscono la concentrazione (34%), riducono lo stress (32%) e permettono di ottenere anche migliori performance lavorative (22%).
Se non si può andare in una palestra o in un centro specializzato, come in questo periodo, viene in aiuto la tecnologia: app (12%), lezioni da remoto e video tutorial (30%), dicono gli abitanti di Parma, sono ottimi strumenti con cui tenersi in forma. Lo conferma anche un’analisi delle ricerche online in Italia nei primi mesi del 2020, dove spopolano i workout casalinghi per restare in forma e scaricare le tensioni, e tra le parole più ricercate ci sono appunto “app yoga”, “yoga online” e “stretching”.
Ma se sono sempre di più i parmensi interessati a queste pratiche, sono anche molti quelli che le vorrebbero applicate anche nell’attività lavorativa, una volta tornati alla normalità. A beneficiarne dovrebbero essere soprattutto i lavoratori sottoposti a scadenze e ritmi frenetici (30%) e quelli che oltre agli impegni di lavoro devono far fronte a compiti di cura impegnativi, come nel caso di genitori con figli piccoli o dei caregiver (32%).
Insieme a queste pratiche, a favorire il benessere mentale durante l’attività lavorativa è la possibilità di una gestione personalizzata del proprio tempo, resa possibile da forme di welfare come la flessibilità oraria (70%) e lo smartworking (38%). Utile, infine, è anche la possibilità di disporre di un servizio di consulenza psicologica (12%) con cui confrontarsi.
“Ci sono due dati che emergono sopra tutti dalla ricerca del nostro Osservatorio: la crescente sensibilità degli italiani verso il benessere psicologico e la sua importanza tanto nella vita di tutti i giorni quanto per l’attività lavorativa” - commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo – “Per noi di Reale Group quelli del welfare, del wellness e della salute sono temi da sempre centrali e in questi mesi di emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 abbiamo messo in campo numerose azioni rivolte in tal senso sia ai dipendenti sia ai nostri clienti. Ad esempio, lo smartworking per il 98% dei dipendenti, garanzie e tutele specifiche per i clienti proprio a cominciare dalla sfera della salute, anche attraverso servizi di consulenza psicologica volti a dare supporto in un momento così difficile, fino all’utilizzo della tecnologia che ha permesso di mantenere il presidio territoriale con la nostra rete di agenti. Ci auguriamo che la situazione possa tornare presto alla normalità, il nostro obiettivo è di continuare a essere a fianco delle persone e delle imprese con soluzioni specifiche per il welfare e la protezione della salute e del benessere”.
1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica.
Diventare la miglior versione di se stesse: questo è forse il più bell’obiettivo che una donna vorrebbe raggiungere. Il come, soprattutto al giorno d’oggi, è davvero una sfida enorme. La frenesia del lavoro, gli equilibri e i doveri da gestire quotidianamente, le esigenze dei figli e della famiglia da anteporre a tutto non possono che assorbire la maggior parte del tempo, giorno dopo giorno. Insomma, una donna deve essere troppe cose per essere anche se stessa.
Sembra incredibile, ma a smentire tutto questo e a dare una via di uscita è proprio un uomo. Il parmigiano Marco Caggiati, fitness coach e mental coach specializzato in PNL, ha trovato le leve e i mezzi giusti per aiutare migliaia di donne in Italia a sentirsi come desiderano.
Bella e in Forma in 30 minuti
Con un percorso di 30 minuti giornalieri, Marco abbraccia tutte le donne d’Italia che vogliono essere toniche senza andare in palestra, che vorrebbero dedicare tempo a se stesse senza sentirsi in colpa, che vogliono esserci sempre per i loro figli ma senza che sia avvertito come un dovere. Nasce così “Bella e in Forma in 30 minuti”, un allenamento fisico e mentale pensato esclusivamente per un pubblico femminile in cui ogni sessione ha una durata massima di 30 minuti. La proposta vincente nasce dal fatto che è proprio la donna a calibrare i tempi perché gli esercizi sono sempre a disposizione online in forma completamente gratuita sul sito web https://www.bellaeinformain30minuti.it/ o sul canale YouTube https://bit.ly/39Zw9zU. Inoltre, una community di oltre 115.000 donne su Facebook - https://bit.ly/2XqheMf, sono un bellissimo ambiente per confrontarsi e raccontarsi.
E, per un allenamento semi-personalizzato, esiste anche l’app “Bella e in forma per sempre” che consente di studiare un programma ad hoc con un abbonamento calibrato sulle esigenze della singola persona.
Insomma, Marco Caggiati ha creato tutti i presupposti per migliorare se stesse partendo dalla propria consapevolezza attraverso la guida della PNL fino a ottenere, con un pò di costanza, la forma fisica desiderata.
Facciamo muovere i nostri bambini
I bambini sono pieni di energia che va stimolata e incoraggiata; purtroppo la quarantena non permette ai nostri figli di esprimersi come vorrebbero. Caggiati ha quindi pensato a un supporto proprio per le giovani mamme, specialmente in questo periodo di reclusione forzata. Sono stati realizzati dei video appositamente per l’allenamento dei bimbi dai 3 ai 12 anni: esercizi utili e divertenti da fare in poco spazio, per mantenere attivi e soprattutto sorridenti i nostri bimbi. Sono già tantissimi i commenti sui social delle mamme italiane che hanno coinvolto i loro figli. Su Youtube, i video hanno già superato il milione di views.
Bello dunque vedere come la tecnologia, sapientemente usata da un professionista attento, sappia risolvere problemi molto pratici e rendere soddisfatte tante donne che, con la tenacia che le contraddistingue, possono davvero mirare ad essere la miglior versione di se stesse.
Il coronavirus è entrato di prepotenza e improvvisamente nella vita di ogni singolo abitante del pianeta. Un attimo e la globalizzazione è diventato un ricordo. Tutti reclusi nelle proprie abitazioni a contare i decessi e i nuovi contagi. Ma quali terribili pensieri corrono nella mente, insomma quali sono le principali paure che ci inseguono?
Il sondaggio scade il3 aprile 2020
Luca Russo da Stadiotardini.it – Un paese intero chiuso in casa per contrastarne la diffusione, strutture sanitarie messe a dura prova dalla sua avanzata e bollettini giornalieri dai contorni drammatici. Il Coronavirus sta assumendo sempre di più le sembianze dell’11 Settembre italiano. Un 11 Settembre, però diluito nel tempo, che ci sferra un destro da potenziale ko un giorno sì e l’altro pure.
I contagiati aumentano di ora in ora, in modo sì costante, ma per fortuna non esponenziale come si temeva, crescono il numero di decessi e quello dei pazienti per i quali è necessario il ricovero in terapia intensiva, ma inizia a irrobustirsi anche l’esercito dei guariti. L’Italia, insomma, tiene botta, per ora e in attesa del prevedibile picco che gli esperti ipotizzano per la fine di Marzo. Merito di un Sistema Sanitario Nazionale che, a differenza di quanto accade altrove, garantisce cure a tutti, inclusi coloro che vuoi per l’età, vuoi perché affetti da molteplici patologie hanno una speranza di vita limitata.
Merito di medici, infermieri e operatori sociosanitari che stanno sottoponendosi a turni di lavoro massacranti, affrontando in prima linea a mani nude e a volto scoperto quel pericolo che noi comuni mortali stiamo combattendo restando a casa e in tenuta da astronauta. Loro, il nostro esercito a nostra difesa nella guerra al Coronavirus. Costretti ad operare in condizioni perlomeno critiche, perché i tagli alla Sanità degli ultimi anni hanno imposto una progressiva riduzione delle risorse e delle strutture ospedaliere i cui effetti, già visibili in tempi di pace, appaiono plasticamente evidenti e drammaticamente decisivi nella partita contro questo nemico invisibile. Una sfida che avremmo potuto vincere non dico a mani basse, ma quasi, se ormai molto tempo fa non fosse stato sdoganato il concetto di azienda sanitaria, ovvero la salute pubblica gestita da manager orientati innanzitutto agli equilibri di bilancio… e poi al resto.
Capisco, condivido e sottoscrivo la necessità di ridurre o addirittura azzerare completamente gli sprechi e l’esigenza di allocare meglio i soldi, ma come si può immaginare di offrire un servizio pubblico restando in pari? Tutt’al più si dovrebbe legittimamente tendere al “contenimento dei piazza danni”. La razionalizzazione voluta da qualcuno ci ha invece portati a sforbiciate irrazionali. Nel 2015 il regolamento per gli standard ospedalieri ha sancito che un utilizzo medio dell’80/90% dei posti letto durante l’anno va considerato efficiente. In soldoni, dei 5.000 posti di terapia intensiva disponibili sul territorio nazionale, quelli liberi per l’emergenza COVID-19 concretamente sono meno di un migliaio.
Quindi, è sufficiente che i pazienti con Coronavirus occupino il 20% dei posti per saturare i reparti. Cifre che dovrebbero farci intuire come le difficoltà attualmente patite dai nostri ospedali siano figlie non solo dell’elevata aggressività del virus, ma anche della dannosa spending review di cui sopra. Nel resto d’Europa solo la Germania è messa realmente bene in materia con 30 posti letto di terapia intensiva ogni 100 mila abitanti. La Francia, come noi, non va oltre i 12 e in Spagna si scende addirittura al di sotto delle 10 unità. Preoccupante il dato della Gran Bretagna: 7 posti letto di terapia intensiva ogni 100 mila abitanti. Una cifra che diventa raccapricciante se si pensa che il Regno Unito intende contrastare l’avanzata del virus puntando praticamente tutto sull'immunità di gregge, ovvero sul meccanismo di protezione per cui quando una parte significativa della popolazione risulta vaccinata contro una minaccia esterna finisce col tutelare indirettamente pure quei soggetti che non hanno sviluppato direttamente l’immunità. Una forma di protezione che si “attiva” in presenza di un vaccino, naturalmente.
Ma in sua assenza, come nel caso del Coronavirus, l’unico modo per venire all'immunità di gregge brutalmente è far sì che le persone siano contagiate così che possano sviluppare validi anticorpi. Immaginate il virus che nelle battute iniziali del suo dilagare saltando da un individuo all'altro trova soltanto semafori verdi, mentre quando l’immunità di gregge prende consistenza inizia ad imbattersi in qualche semaforo rosso. Questa è la strategia cui parrebbero voler tendere i governanti d’oltremanica: permettere al virus di camminare tra la gente e in questo modo avvicinarsi gradualmente all'obiettivo dell’immunità di gregge.
Dal mio punto di vista, un’idea malsana, rischiosa e disumana, perché al momento non si ha ancora la certezza che il COVID-19 sia una malattia immunizzante, ovvero in grado di garantire l’immunità a chi ne viene colpito, cioè non sappiamo se una persona contagiata possa essere infettata di nuovo; e perché costerà tante, tantissime, troppe vite umane, vista la letalità del COVID-19 e considerato che non tutti saranno abbastanza preparati e forti da sconfiggerlo in autonomia. E allora mi ritengo fortunato ad essere nato in Italia, in un Paese che opera pure i 90enni se esiste una sola piccolissima e impercettibile possibilità di salvargli la vita. Un’Italia che ora vedo inginocchiata, accartocciata su sé stessa, stremata dall'emergenza che l’ha travolta. Piegata, ma non spezzata. Alle corde, ma non sconfitta. In lacrime, ma non rassegnata. Un’Italia non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai (cit. Frida Kahlo).
UN’ITALIA CHE CE LA FARÀ SE E SOLO SE NOI TUTTI RESTIAMO RESPONSABILMENTE A CASA.
Da StadioTardini.it
http://www.stadiotardini.it/2020/03/columnist-luca-russo-coronavirus-la-suicida-spending-review-sulla-sanita-continuiamo-restare-responsabilmente-casa.html