Le foibe sono inghiottitoi naturali situati nelle aree carsiche, noti per essere diventati il "luogo di sepoltura" di tantissimi italiani. Il 10 febbraio di ogni anno, in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli istriani, si celebra il "Giorno del ricordo", dedicato alle persone che hanno perso la vita o i propri cari in quel massacro.
Di Nicola Comparato 31 gennaio 2020 - Durante la seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, nel territorio della Venezia Giulia, le foibe divennero crudeli protagoniste dell'eccidio italiano da parte del Movimento di Liberazione Jugoslavo con a capo il Maresciallo Josip Broz Tito, deciso a cancellare ogni traccia degli italiani presenti in quella che poi divenne la Jugoslavia. A settembre del 1943 cominciarono le prime uccisioni in seguito alla caduta del governo fascista. Successivamente alla fine della guerra, nel 1945, il Movimento di Liberazione Jugoslavo salì al potere e da qui cominciò la sua crudele opera, arrestando migliaia di persone, fucilando i civili, deportando tantissimi prigionieri nei campi di concentramento sloveni, come ad esempio il campo di Borovnica.
Le vittime di quei giorni terribili, sono note storicamente come vittime delle foibe, eterno simbolo di quel massacro, dove le persone venivano gettate in queste cavità abbandonate alla loro triste sorte. I prigionieri venivano legati con un fil di ferro e allineati dinanzi al dirupo, chi veniva colpito dal proiettile trascinava con se anche gli altri. Tra i vari pozzi, miniere di bauxite e foibe in cui vennero gettati i corpi, spesso di persone ancora vive, è celebre quella di Basovizza in provincia di Trieste, nata originariamente come pozzo minerario, divenuta monumento nazionale nel 1992. Gli uomini di Tito non uccisero solo gli italiani in quanto tali, ma anche i collaboratori fascisti, gli antifascisti, gli sloveni anticomunisti, i croati, e tutti quelli che venivano considerati un ostacolo per la realizzazione di uno stato comunista. Per sfuggire alla persecuzione molti si dettero alla fuga, e questo avvenimento è conosciuto come Esodo Giuliano/Dalmata, o semplicemente Esodo Istriano.
Ad oggi, il ricordo delle vittime delle foibe divide ancora il pensiero degli italiani, molti dei quali, per un puro motivo di colore politico, considera queste persone dei morti di serie B, perché troppo legate al periodo fascista.
Il massacro delle Foibe è raccontato nel film "Rosso Istria" del regista Maximiliano Hernando Bruno. La pellicola si concentra su Norma Cossetto, studentessa istriana, arrestata e uccisa perché figlia di un dirigente fascista locale.
(Fonte foto Rai News)