Dal 12 novembre è online sul sito del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Un valore in più per gli allevatori.
Reggio Emilia, 12 novembre 2014 - Giunge all'ultima tappa il cammino che ha portato alla definizione del nuovo Piano di regolazione dell'offerta per il Parmigiano Reggiano.
Dopo le possibilità concesse dall'Unione Europea con il "Pacchetto latte" (che nel rispetto della libera concorrenza consente di programmare e gestire i volumi produttivi dei prodotti caseari di qualità) e il cammino interno al comprensorio di produzione, che con l'assemblea consortile del settembre 2013 diede il via a larghissima maggioranza al nuovo Piano produttivo, dal 12 novembre sarà online il Registro delle quote latte per la produzione di Parmigiano Reggiano (consultabile sul sito: http://registro.parmigianoreggiano.it).
"Un passaggio – sottolinea il Consorzio – che rimarca un legame tra produttori di latte e caseifici che non ha uguali in Europa: il Parmigiano Reggiano, infatti, diviene così l'unico formaggio che assegna direttamente agli allevatori (e non ai caseifici), cioè ai titolari della materia prima a qualità distintiva, le quote latte da destinare alla trasformazione, creando anche nuovo valore per quasi 3.500 allevamenti".
"Si completa così – prosegue il Consorzio – un percorso che per la prima volta ha visto proprio i produttori agricoli (e non solo i caseifici) diretti protagonisti della scelta del governo della produzione; dopo l'esito assembleare pressoché unanime da parte dei caseifici per il via ai piani produttivi, infatti, i produttori hanno singolarmente validato con la propria firma un impegno che è divenuto collettivo e individuale al tempo stesso".
I produttori riceveranno nei prossimi giorni una comunicazione scritta della propria quota latte, e attraverso il registro online, che è pubblico, sarà possibile a chiunque la visura precisa dei produttori che operano all'interno del comprensorio e delle relative quantità.
"Uno degli aspetti più importanti – spiega il Consorzio – è che la quota è di esclusiva proprietà degli allevatori: questo significa che potranno scegliere se utilizzarla per mungere latte da destinare a Parmigiano Reggiano o, eventualmente, per trasferirla a terzi o usarla come elemento di garanzia per ottenere credito".
(Fonte Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano)
Possibili truffe. Il Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano allerta i Caseifici e le autorità giudiziarie.
Reggio Emilia, 25 ottobre 2014 - Il Consorzio del Parmigiano Reggiano alza la guardia e mette in allerta i caseifici, ma anche le autorità giudiziarie, rispetto a possibili truffe che potrebbero ricadere su produttori e commercianti nelle compravendite di prodotto.
In una lettera inviata a tutti i consorziati, infatti, l'Ente di tutela sottolinea d'aver ricevuto diverse segnalazioni, da parte di commercianti e operatori del settore, rispetto a soggetti che vanno proponendo ingenti quantità di formaggio a prezzi assolutamente anomali rispetto a quelli di mercato, "utilizzando ed evocando illegittimamente – si sottolinea nella comunicazione – il nome del Consorzio di tutela o vantando conoscenze e/accreditamenti all'interno dello stesso Consorzio che sono del tutto prive di fondamento".
L'Ente di tutela sottolinea, inoltre, la particolare insidiosità di quelle che possono configurarsi come autentiche e rilevanti truffe: per rendere credibili le loro proposte – spiega il Consorzio – tali soggetti risulta abbiano anche organizzato incontri presso i magazzini di caseifici consorziati, proponendosi agli stessi caseifici come potenziali acquirenti e, contemporaneamente, spacciandosi di fatto, nei confronti dei loro potenziali clienti, come i proprietari del formaggio visionato.
Questi fatti sono già stati segnalati dal Consorzio alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia e ad altre autorità competenti, primi fra tutti i componenti della Commissione provinciale antitruffa, che include, insieme al Questore, il Prefetto, il Comandante dei Carabinieri e il Comandante della Guardia di Finanza.
Allertate le autorità e i consorziati, il Consorzio, in considerazione della gravità dei casi segnalati (accresciuta dagli ingenti quantitativi di prodotto che vengono offerti ), invita i caseifici a prestare la massima attenzione ai contratti commerciali che venissero loro proposti e, in caso di situazioni anomale, a non esitare nell'informare immediatamente il Consorzio e, se del caso, le forze dell'ordine e le autorità giudiziarie.
(Ufficio Stampa Consorzio Tutela Parmigiano Reggiano)
Nuova denuncia del Consorzio, con immediato intervento delle autorità francesi.
Reggio Emilia - A poche ore di distanza dall'apertura del Salone Internazionale dell'Alimentazione a Parigi, il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha chiesto l'intervento delle autorità francesi ed ha ottenuto il sequestro di ben 7 prodotti riportanti o evocanti le denominazioni che appartengono in modo esclusivo alla Dop italiana.
Si è ripetuta così, a distanza esatta di un anno, una situazione già riscontrata all'Anuga di Colonia, altro "tempio" dell'agroalimentare internazionale.
Immediata e dura la reazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che già all'inizio di ottobre, aveva invitato alla vigilanza le autorità francesi.
"Paradossalmente – sottolinea il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – anche in queste grandi vetrine internazionali si registrano forme di contraffazione e usurpazione del nome del nostro prodotto, applicato nei modi più fantasiosi ad altri formaggi o a prodotti che possono contenere Parmigiano Reggiano, ma che in alcun modo possono fregiarsi del suo nome o di altre diciture evocative o, ancora, della denominazione "Parmesan", anch'essa in uso esclusivo al nostro prodotto".
Proprio la Corte di Giustizia delle Comunità Europee aveva a suo tempo sentenziato che il termine "Parmesan" non è affatto generico e costituisce una evocazione della denominazione "Parmigiano Reggiano"; conseguentemente, il suo uso per formaggi non conformi al disciplinare costituisce una violazione alla Dop italiana.
"Grazie all'immediato intervento dei nostri uffici legali in Italia e in Francia – spiega Alai – si è arrivati al ritiro del prodotto ingannevole presentato al Sial".
"La tempestività del lavoro delle autorità di vigilanza francesi – prosegue il presidente del Consorzio – dimostra che i sistemi di vigilanza del Consorzio e i meccanismi di tutela che abbiamo ottenuto in questi anni in ambito Unione Europea funzionano: ora resta l'auspicio che il ripetersi di queste dure azioni repressive ponga fine ad una pratica che vede in campo anche aziende importanti del settore, che certo non possono né ignorare né fingere di non conoscere le norme cui debbono attenersi in materia di tutela delle denominazioni, finalizzate anche alla tutela dei consumatori".
L'intervento del Consorzio del Parmigiano Reggiano è avvenuto sulla base di una legislazione dell'Unione Europea (maturata dopo anni di contenziosi) che prevede, tra l'altro, l'obbligo di tutela delle Dop "ex officio" in tutti gli Stati membri della UE, assegnando così ai Paesi membri l'ineludibile compito di un diretto intervento di vigilanza e l'adozione di adeguate misure.
(Ufficio Stampa CFPR 20 ottobre 2014)