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Alberto Papotti, segretario modenese dell’Associazione: “evitare le interpretazioni territoriali e dare precisi orientamenti alle imprese, come non è stato fatto, ad esempio, per gli screening sierologici: il protocollo di sicurezza c’è già, quello del 14 marzo. Apire subito meccanica, moda, edilizia, attività individuali e pensare alle norme per i servizi alla persona”
“Il tempo delle mezze misure è finito: se il 4 maggio, possibilmente prima, le imprese non riapriranno per il nostro Paese sarà il tracollo. Oggi In gioco non c'è solo il presente, ma il futuro dei nostri figli. E non è catastrofismo o cinismo, ma solo realismo”. È perentorio il parere di Alberto Papotti, segretario provinciale di CNA, in merito alla cosiddetta fase 2 dell’emergenza.
“La riapertura può essere, anzi deve esse progressiva, per tenere conto della salute pubblica che era e rimane una priorità. Una priorità che è però compatibile con una ripresa delle attività economiche, che sia basata su tempi certi e regole altrettanto definite”.
Di sicuro, secondo CNA, non devono essere fatte differenze tra grandi e piccoli, tra filiere e filiere. “Abbiamo sentito parlare della riapertura del l'edilizia pubblica: che differenza c'è tra questa e i cantieri privati? Le commesse sono più contagiose degli appalti? Perché una restauratrice di quadri che lavora da sola non può andare nel proprio nel suo laboratorio? La stessa considerazione può essere fatta per un imbianchino?”, si chiede Papotti.
A proposito di protocolli, è impensabile ed irricevibile l'idea di protocolli differenziati per territorio. Già oggi le interpretazioni differiscono da regione a regione, i moduli cambiano da prefettura a prefettura, da comune a comune, alimentando incertezza e burocrazia, l'ultima cosa di cui si senta il bisogno. Esiste già un protocollo, quello del 14 marzo, immediatamente applicabile senza ulteriori specifiche territoriali o settoriali, salvo quelli stipulati per trasporto e edilizia. Va da sé che occorrerà tenere conto di eventuali implementazioni decise a livello nazionale.
Bene le regole, quindi, ma devono essere comuni e note in fretta. É il lavoro in quanto tale che deve essere tutelato, quello vede imprenditori e dipendenti operare negli stessi spazi, oggi con un unico obiettivo: la difesa della salute e la dignità data dal reddito.
“Ecco perché – continua il segretario della CNA modenese - chiediamo la riapertura, ecco perché chiediamo subito protocolli di sicurezza chiari, come invece non è la recente delibera regionale sullo screening sierologico.
Ecco perché chiediamo sostegni che siano a fondo perduto per quelle imprese che sono chiuse dall’11 marzo e che chissà fino a quando continueranno ad esserlo, come quello del turismo, del commercio e dei servizi alla persona.
Ecco perché chiediamo tanti piccoli interventi pubblici, piuttosto che mega strutture: quante scuole ed altri edifici potremmo mettere in sicurezza, anche sanitaria, oggi?
Quante strade potremmo riasfaltare, quanti piccoli interventi urbanistici potrebbero essere realizzate, ricorrendo alle piccole imprese locali, la cui motivazione sarebbe ancora più forte, lavorando nella e per la propria comunità? La nostra richiesta di sospendere per due anni il codice degli appalti va proprio in questa direzione.
In definitiva, secondo CNA, ci sono diverse filiere che potrebbero essere aperte, anche prima del 4 maggio. Quella della meccanica, della moda, l’edilizia, i lavori individuali e persino certe attività che coinvolgono il pubblico: l’acconciatura ed estetica, con l’accesso per appuntamento nei locali, la tenuta di registri per monitorare l’accesso dei clienti, test sierologici per gli addetti, la pulizia dopo ogni appuntamento, l’uso della mascherina e, quando possibile, dei guanti (e, comunque, la continua pulizia delle mani). Perché la loro chiusura sta alimentando l’abusivismo, con rischi sanitari ancora maggiori.
“In questa vicenda ci sono due tipi di responsabilità – chiosa Papotti - quella della classe politica dirigente, che ha il compito di pensare anche al domani, non solo all'oggi, e quella degli imprenditori e della comunità, che deve rispettare le regole. Ma il rispetto delle regole, però, esige condivisione di queste ultime. Una condivisione che sta venendo meno, rendendo la situazione sempre meno controllabile.
Liquidità e ripresa dei lavori le chiavi per la tenuta di un settore importante anche per la “ricostruzione” post emergenza. Le peculiarità dell’Area Nord.
Modena, 11aprile 2020. L’edilizia non vive difficoltà inferiori a quelle di altre categorie. “I prossimi trenta giorni – sottolinea Paolo Vincenzi, responsabile di CNA Costruzioni di Modena – rappresentano il termine insuperabile entro il quale assumere provvedimenti fondamentali per assicurare l’operatività del nostro comparto. A cominciare dalla richiesta di liquidità, necessaria perché gran parte dei cantieri sono fermi, e quella di una ripartenza legata, ovviamente, a criteri di sicurezza non solo a tutela dei dipendenti, ma anche degli imprenditori, che con i primi condividono il lavoro quotidiano. E da questo punto di vista mi permetto di osservare che, per il fatto di lavorare spesso all’aperto, i cantieri edili hanno una possibilità di distanziamento in più”.
Una richiesta, quella di prepararsi alla ripartenza, che parte anche da un’altra considerazione: il grande ruolo economico che ha l’edilizia. “Nelle situazioni di crisi i lavori pubblici rappresentano, oggi come in passato, un volano determinante per la ripresa. Ecco perché riteniamo vitale una massiccia campagna di investimenti, anche di piccolo importo, alle quali fare fronte con imprese locali. Il superamento temporaneo del codice degli appalti sarebbe un utilissimo strumento in questo senso. “Occorre sburocratizzare, perché il fattore tempo nell’attuale contesto diventa decisivo! E cominciare subito a realizzare piccoli lotti. Pensiamo – continua Vincenzi – alle manutenzioni delle strade: oggi, con la riduzione del traffico determinata dai divieti alle circolazioni, sarebbero molto più semplici da realizzare”.
Ma la situazione dell’edilizia risente di criticità legate al nostro territorio. “Criticità che sono legate alla ricostruzione post terremoto – osserva ancora Vincenzi – Proprio per una questione legata all’esigenza di liquidità le aziende ancora impegnate nell’area sisma devono potere essere pagate subito per il lavoro svolto, fino al 90% come è stato previsto da un’ordinanza regionale che riguarda la procedura cosiddetta Sfinge. Questa possibilità, peraltro deve potere essere allargata anche ai cantieri interessati dalla procedura Mude, prevedendo l’introduzione di stati di avanzamento lavori aggiuntivi con una semplice dichiarazione di consistenza asseverata dal professionista incaricato, permettendo, in questo modo, l’incasso in tempi brevi da parte delle imprese di quanto effettivamente lavorato. E un ruolo lo dovranno esercitare anche le banche, erogando immediatamente i pagamenti di cui dispongono”.
Secondo CNA è importante anche potenziare l’ecobonus alzando al 100% la detrazione per i lavori di efficientamento energetico, una delle misure più efficaci per imprimere una scossa al sistema economico. “Il rafforzamento dell’ecobonus impone – chiosa Vincenzi - di porre particolare attenzione alla salvaguardia delle micro e piccole imprese che non possono sostenere il gravoso onere di anticipare benefici fiscali per conto dell’amministrazione dello Stato. Tanto più in un momento di crisi acuta che sta già deteriorando i livelli di liquidità delle imprese”.
Il portale www.impreseperte.it a disposizione gratuitamente di tutte le imprese che vogliono far conoscere ai cittadini la propria attività. E per le imprese della produzione CNA è a disposizione per cercare di risolvere eventuali problemi di approvvigionamento.
Oggi può non essere facile trovare un’autofficina aperta o un idraulico che possa effettuare una riparazione d’urgenza. Per qualcuno può essere addirittura complicato fare la spesa.
CNA cerca di offrire a tutti una soluzione a questi problemi mettendo a disposizione il portale www.impreseperte.it per raccogliere informazioni sulle attività economiche aperte o comunque operative e offrirle alla consultazione della comunità. Per aiutare a lavorare chi ancora può farlo e per aiutare a soddisfare le esigenze di tutti, imprese e cittadini.
Sono oltre 200 le imprese che sono già iscritte che risultano consultando la sezione “emergenza coronavirus” e, tra queste, una novantina quelle che si sono evidenziate alla voce “consegne a domicilio”.
Le imprese possono facilmente iscriversi al portale: basta scrivere all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per formalizzare l’adesione.
Adesione che, peraltro, è sempre gratuita per tutte le imprese associate a Cna, ma, in considerazione dell’emergenza che stiamo attraversando, per tre mesi tutte le aziende, indipendentemente dal fatto che sia associate o no, potranno iscriversi senza sottoscrivere alcun tipo di contratto. In altre parole, dopo i 90 giorno le inserzioni cesseranno senza necessità di alcuna comunicazione o disdetta. La consultazione dei cittadini, invece, sarà sempre libera in qualsiasi momento.
Per informazioni ed eventuali supporti per l’iscrizione è possibile contattare Chiara Buttarini (tel. 059 418541 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
Ma la risposta di CNA si estende anche al cosiddetto B2B, cioè alle imprese manifatturiere. Le imprese meccaniche, quelle che ancora possono lavorare, iniziano ad avere problemi nell'individuare alcune forniture di prodotti e servizi, così come aziende di trasformazione di prodotti agroalimentari possono essere in difficoltà a trovare parti di ricambio.
Queste imprese possono rivolgersi direttamente al responsabile Luca Bellei (email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., cell. 349 4111051) per tutte queste problematiche, che necessitano di un maggior livello di dettaglio e di una notevole personalizzazione e, quindi, si risposte individuali e spesso riservate.