Visualizza articoli per tag: Sanità

Un nuovo acceleratore lineare per la Radioterapia di Parma. Pienamente operativa la strumentazione di ultima generazione. Trattamenti più accurati per 1300 pazienti. Attività clinica già avviata per il nuovo acceleratore lineare dell’Ospedale di Parma, la nuova fuori serie di ultima generazione installata nella struttura di Radioterapia, diretta dalla dottoressa Nunziata D’Abbiero.

Parma -

L’apparecchiatura consentirà trattamenti più precisi e mirati nella cura dei tumori con un miglioramento dei risultati attesi e una riduzione degli effetti collaterali delle terapie. Promosso a pieni voti dal principale ente europeo di certificazione, accreditato dalla Società europea dei radioterapisti e degli oncologi, il nuovo acceleratore ha già iniziato a lavorare a pieno ritmo a vantaggio dei circa 1300 pazienti che ogni anno ruotano attorno al reparto di Parma.

Abbiamo davvero un gioiello tecnologico –spiega D’Abbiero - che ci offre tra le altre cose la possibilità di sincronizzare l’irradiazione agli atti del respiro, particolarmente utile quando trattiamo il tumore al seno e un lettino robotizzato per correggere gli errori di posizionamento indipendenti dalla volontà del paziente. Investire in salute conviene e questo è largamente dimostrato in letteratura. Basti pensare – precisa il primario -  che circa il 70% delle neoplasie può essere curata utilizzando la Radioterapia da sola o in combinazione con altre tipologie di trattamento”.

La nuova apparecchiatura è dotata di una tomografia computerizzata a fascio conico, una sorta di TAC, che permette di vedere prima di ogni seduta com’è posizionata la massa tumorale a tutto vantaggio di una maggiore precisione.

Software e tecnologie fanno la differenza nella nostra area specialistica  – precisa Girolamo Crisi, direttore del dipartimento Diagnostico – in quanto diagnosi più raffinate ci permettono trattamenti più adeguati”.

Assieme al nuovo acceleratore – aggiunge Caterina Ghetti responsabile della Fisica Sanitaria - abbiamo aggiornato tutta la rete informatica e acquistato nuovi software per la pianificazione di trattamenti innovativi. Questi cambiamenti ci permettono ad esempio di trattare in maniera migliore tutto l’asse cranio-spinale, metodica che può avere particolare rilievo nei tumori pediatrici”.

Il nuovo acceleratore lineare installato a Parma, in sostituzione di una vecchia macchina, è stato finanziato dalla Regione Emilia Romagna con 2,5 milioni di euro, grazie ad un programma di investimenti, dedicato alla sostituzione di ben 8 acceleratori in tutta la regione attraverso la centrale unica di acquisto Intercenter. “Qui a Parma – conclude D’Abbiero - siamo stati i primi a essere operativi, impiegando poco più di 5 mesi tra dismissione del vecchio acceleratore, lavori di adeguamento, installazione e collaudo. È stato un grande lavoro di squadra che ha coinvolto il personale di Radioterapia, Fisica sanitaria, Ingegneria clinica, Attività tecniche ed Economato. Un lavoro impegnativo ed esaltante che ci ha permesso di mettere la tecnologia a disposizione dei pazienti oncologici di questo territorio in tempi da record”.

 

Che cos'è la radioterapia?

E un particolare tipo di terapia che utilizza le radiazioni, in genere i raggi X, nella cura dei tumori. Scoperti più di un secolo fa, in medicina i raggi X sono utilizzati sia a scopo diagnostico, come nel caso delle radiografie, sia a scopo terapeutico, nel caso appunto della radioterapia.

Nella radioterapia si utilizzano proprio per colpire e distruggere le cellule tumorali. Le radiazioni, prodotte da specifiche apparecchiature, gli acceleratori lineari, sono dirette contro la massa tumorale e danneggiano le cellule cancerose che in questo modo non riescono più a proliferare: il tumore così trattato non è più in grado di crescere e si riduce progressivamente.

Pubblicato in Cronaca Parma

Oggi essere mamma con la sclerosi multipla si può. La Neurologia dell'Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena diretta dal prof. Stefano Meletti è stato tra i 77 centri di tutta Italia segnalati nell'ambito dell'iniziativa "Una cicogna per la sclerosi multipla" voluta ONDA – Osservatorio per la salute delle donne, per i servizi offerti alle donne affette da sclerosi multipla (SM), in particolare durante la gravidanza.

Il Centro Malattie Demielinizzanti di Modenasi trova all'Ospedale Civile di Baggiovara, ha come referente la dr.ssa Patrizia Sola, e collaboratrici la dott.ssa Diana Ferraro e la dottoressa Francesca Vitetta. La premiazione si è svolta a Milano giovedì 28 marzo a Palazzo Pirelli, dove è stata conferita "Una cicogna" ai centri clinici multidisciplinari in possesso di requisiti specifici volti ad accompagnare la coppia fino al raggiungimento degli obiettivi desiderati. Nel sito www.ondaosservatorio.it  l'elenco delle strutture a cui è stata assegnata la "Cicogna".

Il progetto, promosso da Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, con il patrocinio di Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) e Società Italiana di Neurologia (Sin) ha l'obiettivo di spiegare che la malattia non deve essere considerata un ostacolo alla maternità, indicando in quali centri si può trovare un supporto multidisciplinare in fase preconcezionale e per tutta la durata della gravidanza.

Presso il Centro Malattie Demielinizzanti di Modena, sono seguite circa 900 persone affette da Sclerosi Multipla, di queste 616 sono donne, 235 delle quali hanno meno di 45 anni. Il riconoscimento di ONDA certifica il percorso attivato dall'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena per accompagnare le donne con Sclerosi Multipla che desiderano diventare mamme, garantito da una rete multidisciplinare di professionisti, tra cui neurologi, infermiere, ginecologi, ostetriche, psicologi, professionisti del Centro Fertilità, sia ospedalieri, che dei consultori territoriali, adeguatamente formati sulla specifica patologia, che la possano sostenere per qualsiasi problematica inerente la gravidanza, il puerperio e allattamento.

"La sclerosi multipla – ha spiegato la dottoressa Patrizia Sola – è una malattia autoimmunitaria e degenerativa che del sistema nervoso centrale, colpisce principalmente i giovani adulti e, di questi, 2/3 sono donne nel pieno della loro attività lavorativa, sociale e di pianificazione familiare". Oltre 79.000 donne italiane soffrono di Sclerosi Multipla. "Se un tempo a queste donne era fortemente sconsigliato avere figli – continua la dottoressa Sola - oggi le evidenze scientifiche dimostrano che è possibile realizzare questo progetto di vita, senza modificare a lungo termine l'andamento della malattia e senza causare danni al nascituro. Ciò nonostante persistono ancora errate convinzioni che minano il desiderio di maternità in molte donne con Sclerosi Multipla, come dimostra un'indagine europea realizzata nel 2017 in cinque paesi, tra cui l'Italia, condotta su 1000 pazienti tra i 25 e i 35 anni: l'85% delle italiane con SM teme di non poter avere figli e il 49% dichiara di avere paura di trasmettere la malattia al proprio bambino".

Il Centro Malattia Demielinizzanti di Modena, ha promosso uno studio multicentrico sul tema della gravidanza, coordinato dalla dr.ssa Diana Ferraro, che ha visto il coinvolgimento di otto centri SM della Regione Emilia - Romagna e l'arruolamento di 302 pazienti fine dell'età fertile, raffrontate a un gruppo di controllo composto da donne over 45 non pazienti. Da questo studio è emerso che vi è una maggiore proporzione di donne senza figli tra le pazienti con Sclerosi Multipla (22%) rispetto al gruppo di controllo (13%). "I dati – commenta la dottoressa Ferraro – suggeriscono le pazienti con la Sclerosi Multipla hanno meno relazioni stabili rispetto, in parte in motivi connessi direttamente con la malattia, tra cui la disabilità o il timore di disabilità futura, la paura di trasmettere geneticamente la malattia ed il timore di sospendere trattamenti. Inoltre, una quota di pazienti era stata scoraggiata dal proprio medico ad intraprendere una gravidanza in relazione alla patologia di base." Lo studio è stato pubblicato sul numero del maggio 2017 di Neurological Sciences, una delle più prestigiose riviste del settore.

I primi sei mesi di OspedArte: 26 eventi al Polichirurgico realizzati insieme a 22 partner. Bilancio positivo per il progetto lanciato da AVO insieme alla Ausl e Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Piacenza -

La promessa è stata mantenuta. I primi sei mesi di OspedArte hanno lanciato un segnale ben visibile. A gennaio, subito dopo l’arrivo del pianoforte, acquistato grazie a una vivace campagna di crowdfunding, sono partiti gli eventi di questo nuovo progetto che vede in prima linea l’Azienda Usl di Piacenza, la Fondazione di Piacenza e Vigevano e AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), in collaborazione con Coop Alleanza 3.0 e Iren. Il bilancio di questi primi 180 giorni di iniziative è senz’altro positivo.

“La nostra ricchezza? Innanzitutto, i 15 volontari AVO – afferma il direttore generale Ausl Luca Baldino – che hanno accompagnato i pazienti per assistere a concerti e performance di vario genere. I 26 spettacoli “live”rivolti ai degenti, i 20 film proiettati, i 22 partner che hanno offerto gratuitamente la loro arte, il loro talento e la voglia di mettersi in gioco in un contesto non pensato, in origine, per questi eventi”.

Il progetto nasce dalla consapevolezza che il tempo trascorso di ricovero possa essere scandito, oltre che da visite mediche, esami e pasti, anche dalla lettura di un romanzo o di una poesia, dall’ascolto delle note di un pianoforte o dalla visione di un film. “Offrire ai pazienti una dimensione ospedaliera meno monotona – ricorda Baldino - diventa di per se un momento della cura”.

OspedArte tornerà, con una nuova stagione di appuntamenti, a settembre di quest’anno.

 

Pubblicato in Cronaca Piacenza
Mercoledì, 12 Giugno 2019 18:52

Sanità. Stop alle zanzare

Sanità. Stop alle zanzare, al via la campagna informativa della Regione "Zanzara e altri insetti: impara a difenderti". L'assessore Venturi: "Istituzioni in campo per le attività di prevenzione, monitoraggio e disinfestazione delle aree pubbliche, ma è fondamentale l'impegno dei cittadini".

Un video, locandine e opuscoli con tutti i consigli utili per proteggersi dalle punture e contrastare la diffusione di questi insetti, che possono trasmettere malattie virali pericolose. Dalla Regione 1 milione 200mila euro per il Piano di contrasto ai virus, che quest'anno è partito in maggio, con un mese d'anticipo
Bologna - Arriva l'estate, e puntualmente si presentano ospiti indesiderati e molesti, che possono trasmettere malattie virali anche pericolose: le zanzare. Importante sapere come prevenire e contrastarne la diffusione, in che modo proteggersi e cosa fare prima di mettersi in viaggio, soprattutto se in Paesi "a rischio".

Accortezze e consigli pratici su cui punta la campagna di comunicazione della Regione Emilia-Romagna, pronta a partire. "Zanzara e altri insetti, impara a difenderti": questo il messaggio scelto per il 2019, a cui si affianca l'invito "Conosci, previeni, proteggi". Non solo la famigerata zanzara tigre, infatti, rappresenta un rischio in quanto in grado di trasmettere virus quali Chiukungunya, Dengue o Zika, ma anche quella comune - del genere Culex - può diffondere malattie come West Nile, mentre i pappataci sono vettori del parassita della Leishmaniosi.
A disposizione dei cittadini il materiale cartaceo e multimediale messo a punto dal Servizio sanitario regionale: tre pieghevoli ("Proteggi", "Previeni", "Consigli per chi viaggia"), una locandina, un opuscolo multilingue - tradotto in inglese, francese, spagnolo, portoghese, arabo e cinese - e un video informativo . Il tutto, scaricabile dal sito http://www.zanzaratigreonline.it/ . Inoltre, è disponibile il numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale: 800 033 033.

Una specifica campagna viaggerà anche sulla pagina Facebook della Regione@RegioneEmiliaRomagna e proseguirà fino a settembre; lo scorso anno la campagna sul social media ha raggiunto in Emilia-Romagna quasi 689mila persone, con oltre 252mila visualizzazioni del video.

"La prevenzione è fondamentale e l'attenzione e l'impegno dei singoli cittadini possono fare la differenza - sottolinea l'assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. In Emilia-Romagna Regione, Comuni e Aziende sanitarie sono da mesi al lavoro e quest'anno abbiamo deciso di far partire con un mese d'anticipo il Piano contro le arbovirosi, che abbiamo anche rafforzato e finanziato attraverso risorse regionali aggiuntive; ma è fondamentale la collaborazione di tutti. Gli interventi di disinfestazione condotti dai Comuni, infatti, anche se molto accurati riguardano solo le aree pubbliche, quindi è importante adottare in casa propria comportamenti corretti, sia per evitare il diffondersi degli insetti sia per proteggersi. È un tema di salute pubblica- aggiunge l'assessore- per cui è necessario il contributo dell'intera comunità, anche del mondo dell'informazione".

Evitare i ristagni d'acqua 
Alle zanzare basta pochissima acqua stagnante per depositare le uova e riprodursi. Per questo è importante eliminare i sottovasi e, dove non è possibile, evitare il ristagno d'acqua al loro interno. Occorre pulire adeguatamente i tombini dei giardini condominiali e coprirli con una rete zanzariera, evitando che si intasi dopo le piogge. Rimuovere sempre gli sfalci d'erba e tenere il giardino pulito. Non lasciare gli annaffiatoi e i secchi con l'apertura rivolta verso l'alto. Tenere pulite fontane e vasche ornamentali, ed eventualmente introdurvi pesci rossi che sono predatori delle larve di zanzara tigre.

Proteggersi dalle punture
 - La protezione individuale dalle punture è importante per sé stessi e per contrastare l'eventuale diffusione dei virus: all'aperto, in zone ricche di vegetazione, è buona abitudine vestirsi sempre con abiti di colore chiaro, indossare capi di abbigliamento a maniche lunghe e non utilizzare profumi. Per proteggersi dalle punture è consigliabile usare repellenti sulla pelle e sugli abiti (con cautela nei bambini e nelle donne incinte). Per ridurre la presenza delle zanzare all'interno delle abitazioni si consiglia di utilizzare zanzariere, condizionatori e apparecchi elettroemanatori di insetticidi liquidi o a piastrine, in quest'ultimo caso sempre con le finestre aperte.

Se si viaggia all'estero: partire informati
Se si viaggia in Paesi dove sono diffuse malattie trasmesse da zanzare, è bene documentarsi prima della partenza negli ambulatori di medicina dei viaggiatori delle Aziende Usl. E al rientro, in caso di febbre o disturbi, rivolgersi tempestivamente al proprio medico o a una struttura ospedaliera.
Il Piano regionale arbovirosi 2019 
In Emilia-Romagna il sistema previsto dal "Piano regionale di sorveglianza e controllo delle arbovirosi" coinvolge Regione, Aziende sanitarie, Istituto Zooprofilattico e Comuni: una rete consolidata, fin dall'esperienza acquisita con l'epidemia di Chikungunya, avvenuta in Romagna nel 2007. Un Piano che nel 2019 si presenta con significative novità: è stata anticipata a maggio, invece che a giugno, la sorveglianza sulle zanzare (tigre e comune) e su Chikungunya, Dengue, Zika, West Nile. Leovitrappole monitorate per la zanzara tigre sono 755, distribuite sul territorio delle 10 città capoluogo della regione, mentre le trappole per la zanzara comune sono 95, collocate in modo regolare su tutto il territorio di pianura e pedecollinare.

Ampliato, inoltre, il periodo di monitoraggio dei casi sospetti, cioè dellepersone che potrebbero essere state vittime della trasmissione dei virus: prima era dal 1° giugno al 31 ottobre, quest'anno è già partito lo scorso 1° maggio e sarà operativo fino al 30 novembre. 
Rafforzato anche il controllo da parte dei Comuni, sia per la prevenzione che in caso di epidemia. Ancora, è previsto un campionamento straordinario di altre specie di uccelli, come stormi e piccioni- oltre a gazze, corvi e ghiandaie già monitorate - per verificare se abbiano o meno un ruolo nella circolazione virale; inoltre vengono date indicazioni precise per la gestione delle aree che vengono periodicamente allagate - ad esempio alcuni tipi di coltivazioni agricole - in modo da ridurre la proliferazione delle zanzare. Infine, sono stati predisposti veri e propri manuali - 'Linee guida per operatori' e 'Linee guida per il corretto utilizzo dei trattamenti adulticidi contro le zanzare' - per dare supporto ai Comuni nell'attività di disinfestazione.
Per rendere possibile tutto questo, la Regione ha aumentato di 200mila euro le risorse che ogni anno assegna ai Comuni per le attività di disinfestazione: un sostegno finanziario che, per il 2019, sale complessivamente a 1,2 milioni.

Il Piano è frutto di un lungo lavoro preparatorio basato sull'esperienza degli anni passati, realizzato da un tavolo costituito da Regione, Enti locali e Aziende sanitarie, che hanno promosso anche corsi di formazione ad hoc per il personale. E già ad aprile il documento è stato illustrato e condiviso con tutti i sindacidell'Emilia-Romagna.

Dati sulla circolazione dei virus, anno 2018
Nel 2018 in Emilia-Romagna i casi confermati di Dengue, tutti importati, sono stati 13, quelli di infezione da West Nile virus, tutti autoctoni,198 (101 forme neuroinvasive, 70 febbri e 27 infezioni asintomatiche), di cui 21 mortali. Non è stato segnalato alcun caso confermato di Chikungunya e Zika virus. /EC
In allegato, locandina della campagna

 

Locandina_campagna_comunicazione_zanzara.jpg

 

 

Per prepararsi con strumenti opportuni a questi cambiamenti, nasce “Open G”, progetto di ascolto e consultazione psicologica voluto dalla Regione Emilia-Romagna. L'adolescenza e la prima fase dell'età adulta costituiscono, oggi più che mai, un passaggio delicato nella formazione personale. Sorgono problemi e dubbi legati al mutato rapporto con il proprio corpo, gli amici, la famiglia, la scuola. Il progetto personale di formazione va delineandosi e attraversa momenti critici che, se non adeguatamente affrontati e supportati, possono arrivare a incidere sulla personalità dei futuri adulti. 

L'apertura del punto d'ascolto fa parte della progettualità inserita nel Piano di Zona per la Salute e il Benessere Sociale 2018-2020.

Obiettivo è l’incontro con ragazzi e ragazze, ed eventualmente con i loro genitori, che, nella fascia di età 14-28 anni  affrontano un momento di difficoltà.

Open G è un progetto dell'AUSL dedicato ai giovani e agli adolescenti, attivo in tutti i distretti.

L'Open G prevede un'accoglienza riservata e facilitata per tutti quei giovani che manifestino situazioni di disagio, di blocco psicologico e di malessere nella sfera emotiva allo scopo di accompagnarli nelle fasi di maturazione psicofisica e di transizione alla personalità adulta.

Il progetto dedica un punto unico di accesso così articolato: uno spazio giovani consultorio psicologico, rivolto a ragazzi e familiari 14-19 anni e un centro adolescenza giovane età adulta (14-28 anni),  per consultazioni individuali e servizi di psicoterapia breve. 

L'accesso avviene tramite telefonata alla segreteria telefonica attiva 24 ore su 24 ai numeri:

Reggio Emilia 0522335637

Guastalla 0522837522

Montecchio 0522860110

Scandiano 0522850380

Castelnuovo Monti 0522617395

Correggio 0522630300

Al massimo entro tre giorni lo psicologo richiamerà per fissare l'appuntamento.

Il servizio è gratuito.

L’Open G è in stretto collegamento con lo Spazio Giovani consultorio ostetrico ginecologico aperto in ogni distretto per tutti gli adolescenti dai 14 ai 19 anni, ad accesso libero, dove oltre alla consulenza ostetrico-ginecologica si può avere la contraccezione gratuitamente.

Per informazioni www.ausl.re.it

 

Importante riconoscimento nel campo della terapia della Broncopneumopatia cronica ostruttiva. Il dottor Roberto Tonelli, medico in formazione al quinto anno in Malattie dell'Apparato Respiratorio, è stato selezionato dall'European Respiratory Society (ERS) e verrà premiato a Madrid, per il proprio progetto di ricerca, come migliore nell'ambito specifico. A Modena circa il 5-10% della popolazione è affetto da Broncopneumopatia cronica ostruttiva.

Modena 

La Struttura Complessa di Malattie dell'Apparato Respiratorio dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal prof. Enrico Clini, ha ricevuto un importante riconoscimento nel campo della terapia della Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Il dottor Roberto Tonelli, medico in formazione al quinto anno in Malattie dell'Apparato Respiratorio, è stato selezionato dall'European Respiratory Society (ERS) e verrà premiato per il proprio progetto di ricerca, come migliore nell'ambito specifico, al Congresso annuale che si terrà il prossimo settembre a Madrid.

Lo studio si intitola "Ruolo dell'elastanza polmonare nella disfunzione diaframmatica dei pazienti con broncopneumopatia cronica riacutizzata che falliscono la ventilazione meccanica non invasiva" e ha coinvolto una limitata coorte di pazienti seguiti nella struttura Semintensiva Respiratoria (UTIR) per grave insufficienza respiratoria acuta che ha poi richiesto intubazione delle vie aeree.

"Gli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca – ha spiegato il prof. Clini - hanno dimostrato che durante le riacutizzazioni della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la funzionalità del diaframma (il "pistone" che regola la espansione del polmone) viene meno con aumento del rischio di fallire la cura che di solito viene adottata in queste situazioni (ventilazione meccanica non invasiva o NIV) e quindi di esito mortale".

La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una malattia cronica e progressiva polmonare caratterizzata da limitazione del flusso aereo (ostruzione delle vie aeree) solo parzialmente o per nulla reversibile. È considerata la quarta causa di morte in Europa e negli Stati Uniti d'America (almeno 65.000 morti all'anno). I sintomi principali sono dispnea, tosse e produzione di espettorato. Al Policlinico, sono seguiti assiduamente circa 800-1000 pazienti affetti da questa malattia.

"In questo studio – ha aggiunto il dottor Tonelli - indaghiamo il ruolo delle caratteristiche meccaniche del polmone durante la grave riacutizzazione di malattia di questi pazienti e identifichiamo l'aumento anomalo e improvviso di volume dell'aria contenuta nel polmone quale causa principale della perdita di funzione del diaframma".

I dati raccolti in questo studio aprono pertanto la prospettiva per una migliore gestione strategica della ventilazione meccanica in questi pazienti che si presentano con insufficienza respiratoria acuta. Questo studio fa parte di un filone di ricerca in cui la struttura clinica MAR è impegnata da diversi anni.

Nato a Modena nel 1988, il dottor Roberto Tonelli si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Ateneo di Modena (votazione 110/110 e lode) e medico in formazione specialistica al V anno presso la Scuola di Malattie dell'Apparato Respiratorio diretta dal Professor Enrico Clini. Ha svolto periodi di formazione all'estero presso il Royal Brompton Hospital di Londra e la University of California San Francisco di San Francisco. Nel corso della formazione ha approfondito in particolare lo studio delle patologie rare del polmone (specie la fibrosi polmonare idiomatica e della insufficienza respiratoria acuta. Tali studi hanno condotto a 21 pubblicazioni su riviste internazionali.

Dipartimento geriatrico riabilitativo, promosso dai pazienti. Coinvolti 257 pazienti ricoverati nei reparti di Medicina Riabilitativa, Medicina interna e lungodegenza critica, Geriatria e Clinica geriatrica del padiglione Barbieri.

Parma - 

Dall’accoglienza ricevuta in reparto alla disponibilità dei medici e del personale sanitario; dalla qualità degli ambienti a quella del servizio di ristorazione, passando per l’utilità del materiale informativo. Diciotto le domande sottoposte ai pazienti del dipartimento Geriatrico-Riabilitativo durante il loro ricovero. E a conclusione del questionario una domanda riassuntiva per conoscere come il paziente valutava complessivamente il livello della qualità delle cure ricevute. In collaborazione con Federconsumatori, oltre al questionario è stata proposta anche una cartolina con la possibilità di esprimere un giudizio da 1 a 3 accompagnata dalle classiche 3 faccine colorate.

Positivi e in alcuni casi molto lusinghieri i giudizi espressi dai 257 pazienti del dipartimento, di cui il 54% donne e il 46% uomini, con un’età media di quasi 79 anni. L’85% degli intervistati ha valutato in maniera adeguata la qualità delle cure nel periodo di ricovero (48% molto adeguata; 37% adeguata) il 3% ha espresso un giudizio negativo (inadeguato 2% e molto inadeguato1%), mentre il restante 12 % non ha risposto.

Siamo partiti – precisa Giovanna Campaniello responsabile Governo clinico e Qualità dell’Ospedale Maggiore - dalla percezione di chi ha appena vissuto l’esperienza del ricovero e ci ha potuto dunque restituire un’idea personale. Questo ci ha permesso di scattare una fotografia della realtà che ci aiuta a migliorare l’accoglienza e la qualità dei nostri servizi. Ora il prossimo obiettivo è di proseguire con il questionario in tutto il dipartimento chirurgico”.

Risultati simili anche per la cartolina proposta da Federconusmatori a 244 pazienti con un giudizio che andava da uno a 3.  Il 77% (199) ha espresso il voto massimo, il 16% il voto intermedio e solo 3 pazienti l’1% hanno dato il voto più basso. Il restante 6% pazienti non ha invece espresso alcun giudizio. "Quando  abbiamo progettato  l'indagine - spiega Fabrizio Ghidini, Presidente di Federconsumatori Parma - volevamo uno strumento semplice ed efficace per i  pazienti e utile per intraprendere azioni di  miglioramento sui punti maggiormente critici attraverso  interventi  di  carattere organizzativo. Sono soddisfatto  dei  risultati e va dato  atto  all'Azienda Ospedaliero-Universitaria di  avere accettato  questo  tipo  di  analisi non autoreferenziale ma che si  confronta con altri  soggetti."

L'analisi delle risposte ha evidenziato come punti di forza la gentilezza, disponibilità, informazioni e il tempo dedicato da parte del personale medico ed infermieristico. Significativa a questo proposito è la soddisfazione riguardo all’accoglienza, dove viene ritenuta da adeguata a molto adeguata da 245 pazienti (95% dei casi). Molto buono il giudizio sul personale con giudizi positivi per circa il 95% dei pazienti. Positivi anche se non con percentuali così alte anche il giudizio su servizi alberghieri con il 62% dei voti favorevoli.  

Le nostre - spiega Tiziana Meschi, direttore del dipartimento - sono strutture caratterizzate da tempi di ricovero lunghi con pazienti anziani, oltre gli 80 anni di età e  pluripatologici. I risultati ci fanno molto piacere e sono frutto dell’impegno del lavoro quotidiano di tutto il personale del nostro dipartimento che voglio ringraziare. Ovviamente ci spingono ad andare avanti. Con la direzione e i vari servizi aziendali stiamo infatti procedendo per introdurre alcuni generi alimentari, diciamo fuori menu, dal miele alla marmellata, fino al gelato per andare incontro ancora di più alle necessità dei nostri pazienti”.

Il questionario ha già dato i primi frutti concreti. “Abbiamo stilato – aggiunge Campaniello - un progetto, preparato dalla dottoressa Maria Puddu del settore Qualità, e avviato un tavolo di lavoro. L’introduzione di alcuni generi extra è solo la  prima di una serie di azioni che stiamo mettendo in campo.

Abbiamo intrapreso questa iniziativa – ha concluso Massimo Fabi, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma – mettendoci in gioco con la volontà di aumentare il livello di partecipazione dei cittadini. Il giudizio conclusivo che riassume l’opinione generale dei nostri pazienti è sicuramente lusinghiero ma l’aspetto più importante per noi è proporre azioni di miglioramento. Anche in quei servizi che vanno già bene. Siamo partiti con l’obiettivo di farci fare le pulci e direi che abbiamo raggiunto lo scopo”.

L’indagine ha coinvolto i reparti di Medicina interna e Lungodegenza critica, Clinica Geriatrica, Geriatria e Medicina riabilitativa ed è stata svolta dalla struttura Governo Clinico, Gestione del Rischio, Qualità e Accreditamento e Ufficio Relazioni con il Pubblico, in collaborazione con l’Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale della Regione Emilia-Romagna, Comitato Consultivo Misto aziendale e Federconsumatori Parma.

Pubblicato in Cronaca Parma

Sanità. Il presidente Bonaccini: "Salvini male informato. In Emilia-Romagna gli ospedali li costruiamo nuovi o ampliamo quelli esistenti. Qui sanità al vertice in Italia". Il presidente della Regione Emilia-Romagna risponde al ministro Salvini, che ha accusato le amministrazioni centrosinistra di aver chiuso ospedali in regione.

Bologna 

“Caro Salvini, il governo di cui fai parte ha di nuovo indicato l’Emilia-Romagna tra le prime tre Regioni benchmark, cioè quelle che hanno la migliore sanità pubblica del Paese. E, proprio stamattina, l'Indice di Performance Sanitaria realizzato dall'Istituto Demoskopika ci colloca ancora una volta sul podio. Per quanto riguarda gli ospedali, bisogna sapere di cosa si parla. Noi non solo non li chiudiamo, ma ne costruiamo di nuovi: a Cesena, dove andrai oggi, e poi a Carpi e a Piacenza”.

E’ il commento di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, alle dichiarazioni del ministro degli Interni Matteo Salvini, oggi in tour elettorale in diverse località della regione. Salvini, in uno dei suoi interventi, ha accusato le amministrazioni di centrosinistra di aver chiuso ospedali.

"Dal 1 gennaio - continua Bonaccini - in questa Regione non si paga più il superticket, misura che voi avevate annunciato a parole ma che solo noi abbiamo realizzato nei fatti. Abbiamo potuto abolirlo grazie all'efficienza di un sistema di acquisti che ha pochi paragoni in giro per l'Italia e l'Europa, a dimostrazione che qui in Emilia-Romagna sappiamo far funzionare le cose abbastanza bene, se è vero che proprio il Governo di cui fa parte Salvini ci ha indicato anche in questo caso come esempio virtuoso per il resto del Paese". 

Conclude Bonaccini, rivolgendosi direttamente a Salvini: "Sarebbe utile avere meno polemica e qualche risposta in più: ad esempio, come Regione abbiamo avanzato proposte serie e responsabili in tema di autonomia, che non solo non dividono l'Italia, ma non chiedono neppure un euro in più allo Stato; purtroppo da un anno te ne sento parlare, ma non arriva nessuna risposta concreta. Un Paese si governa compiendo atti, non con i comizi".

Fonte: Regione ER

 

Anche quest’anno l’Azienda Usl Irccs, il Comune di Reggio Emilia, ASP Reggio Emilia - Città delle persone in collaborazione con altri enti e associazioni (Auser, Emmaus, Croce Verde, Croce Rossa, Infermiere Volontarie CRI,  Coordinamento provinciale dei Centri Sociali, Azienda FCR di Reggio Emilia e i Comuni del Distretto di Reggio) hanno definito il piano di intervento per promuovere azioni volte ad alleviare, nel periodo estivo, la solitudine delle persone anziane e a soccorrerle in caso di bisogno.

Questo periodo dell’anno rappresenta un momento critico, perché i consueti riferimenti familiari e sociali si indeboliscono o vengono meno, mentre aumenta la sensazione di isolamento e il senso di insicurezza a fronte dei piccoli e grandi problemi che si possono presentare nella vita di tutti i giorni. Tale situazione può anche comportare conseguenze gravi, nel momento in cui l’anziano, in difficoltà, non sia in grado di attivarsiautonomamente per chiedere aiuto ai servizi specifici a sua disposizione. Il piano emergenza caldo è pensato per questo e consente di attivare tempestivamente i Servizi sanitari e/o i Servizi Sociali.

Per i cittadini del Distretto di Reggio Emilia, il piano prevede l’attivazione del centro di ascolto telefonico tel: 0522 320666, per aiutare le persone che rimangono in città nei giorni più caldi e che possono avere bisogno d’assistenza o anche solo di scambiare due parole al telefono. Il numero è attivo dal 3 giugno al 13 settembre 2019 dalle ore 9 alle ore 12 dalle ore 15 alle ore 18 da lunedì a venerdì; dalle ore 9 alle ore 18 il sabato e la domenica.

Le elevate temperature richiedono che le persone anziane adottino alcuni comportamenti utili a fronteggiare il caldo.

I medici ribadiscono:

  •          l’invito a bere molto e spesso, acqua e the, succhi di frutta, anche in assenza di stimolo alla sete, evitando superalcolici, caffè e in generale le bevande ghiacciate; 
  •          consumare molta frutta e verdura, anche sotto forma di frullati e centrifugati. Frutta e verdura contengono una grande percentuale di acqua e sono fonte naturale di vitamine e sali minerali; evitare inoltre bevande e cibi troppo caldi o troppo freddi;
  •          fare pasti leggeri e frequenti;
  •          uscire di casa nelle ore di meno calde, nelle prime ore del mattine e dopo le 19;
  •          quando si esce è consigliabile coprirsi il capo e proteggere gli occhi con occhiali da sole; indossare abiti comodi e leggeri, chiari, non aderenti e di fibre naturali (cotone e lino), perché il materiale sintetico scalda e impedisce al corpo di disperdere il calore;
  •          fare bagni o docce con acqua tiepida per abbassare la temperatura corporea;
  •          se si usano ventilatori per far circolare l’aria, non rivolgerli direttamente sul corpo;
  •          arieggiare la casa, in particolare durante le ore più fresche;
  •          se si utilizzano climatizzatori, regolare la temperatura dell’ambiente con una differenza di non più di 6/7 gradi rispetto alla temperatura esterna.

Sul sito internet dell’Azienda USL www.ausl.re.it e Comune www.comune.re.it è possibile consultare e scaricare opuscoli con informazioni utili per fronteggiare le ondate di calore.

 

La Chirurgia dei Trapianti di Fegato protagonista al Congresso Mondiale della Società Internazionale di Chirurgia Laparoscopica del Fegato.

Dieci trapianti di fegato nel mese di maggio, di cui cinque nell'ultima settimana. Sono 24 i trapianti effettuati dall'inizio dell'anno, il 17% in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Questo il notevole risultato conseguito dall'equipe di Chirurgia Oncologica Epatobiliopancreatica e Trapianti di Fegato dell'AOU di Modena, diretta dal prof Fabrizio Di Benedetto.

"Questo risultato è il frutto del lavoro di squadra con epatologi, radiologi ed anestesisti, e dell'impegno di tutte le figure professionali, infermieri e coordinatori, coinvolte nel processo di donazione e trapianto all'interno dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria, Policlinico e Baggiovara- ha commentato il prof. Di Benedetto- I cittadini modenesi possono contare su una rete trapiantologica che cura tutti gli aspetti della persona, dai percorsi pre-trapianto all'assistenza dopo la dimissione. Un risultato che si ottiene, bisogna ricordarlo, grazie alla generosità dei donatori e dei loro familiari".

L'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è in grado di unire il percorso di donazione e prelievo con quello di trapianto, sia di fegato, sia di rene. L'Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale Civile di Baggiovara, diretta dalla dottoressa Elisabetta Bertellini si colloca ai primi posti, in Regione per le donazioni, ed in particolare per il programma di donazione a cuore non battente. Parallelamente, al Policlinico di Modena si svolge l'attività di trapianto sia di fegato – che vede in prima linea l'equipe del prof. Di Benedetto - sia di rene – svolta dall'Urologia, diretta dal prof. Bernardo Rocco e della Nefrologia e Dialisi, diretta dal prof. Gianni Cappelli – col supporto dell'Anestesia e Rianimazione 1, diretta dal prof. Massimo Girardis e della Chirurgia vascolare diretta dal dott. Roberto Silingardi. Un percorso, completo, insomma, che lavora per il beneficio della collettività, in un contesto dotato di una importante dotazione tecnologica, tra cui spicca quella per la chirurgia robotica.

All'interno dell'Azienda è attivo un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale(PDTA) per l'ottimizzazione dei processi di cura e l'implementazione della presa in carico dei pazienti affetti da patologie suscettibili di trapianto di fegato.

Uno degli obiettivi del Centro è la promozione delle nuove tecnologie, e dopo le positive esperienze negli Stati Uniti l'esperienza robotica della Chirurgia Oncologica Epatobiliopancreatica e dei Trapianti di Fegato è sbarcata in Oriente. I risultati del centro diretto dal prof Fabrizio Di Benedetto nelle resezioni epatiche maggiori con approccio robotico hanno infatti avuto spazio all'interno del Congresso Mondiale della Società Internazionale di Chirurgia Laparoscopica del Fegato(ILLS – International Laparoscopic Liver Society), che si è svolto a Tokyo dal 9 all'11 Maggio. Il dott. Paolo Magistri, membro dello staff, ed il dott. Cristiano Guidetti, Medico in formazione in Chirurgia Generale dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, hanno curato la presentazione congressuale. L'evento è stato inoltre l'occasione per consolidare le collaborazioni scientifiche con Centri internazionali quali la Weill-Cornell University di New York, e creare nuovi gruppi di ricerca con centri Koreani, Cinesi e Giapponesi.

"Sono molto soddisfatto per la crescita del gruppo che punta sulla formazione e la valorizzazione dei giovani chirurghi attraverso la promozione della tecnologia– le parole del prof. Di Benedetto– negli ultimi 4 anni la chirurgia mini-invasiva del fegato è progressivamente cresciuta andando a costituire oggi il 60% del volume totale degli interventi di chirurgia epatica che vengono svolti dal nostro gruppo. È molto importante sviluppare all'interno dell'Università le tecniche più innovative per permette ai giovani di apprendere i cardini della professione chirurgica in una prospettiva moderna".

Pubblicato in Cronaca Modena
È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"