AUSL Reggio Emilia

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Sito ufficiale: www.ausl.re.it

 

Tre carrozzine speciali, dotate di seduta e schienale per la prevenzione delle piaghe da decubito e accessoriate con tavolino, poggiatesta e asta porta flebo e un ecografo palmare sono stati donati al reparto di Medicina dell’Ospedale Franchini di Montecchio. Le carrozzine sono state donate dalle Associazioni AVIS e Giro della Castellana di Sant’Ilario d’Enza. L’ecografo palmare è stato donato da Eurotrading s.r.l. di Reggio Emilia.

Alla consegna, avvenuta sabato 6 ottobre nell’atrio dell’Ospedale di Montecchio, erano presenti il direttore del Presidio Ospedaliero provinciale, Giorgio Mazzi; il direttore facente funzioni della struttura di Medicina, Paolo Montanari; il responsabile di Direzione Medica dell’Ospedale di Montecchio, Patrizia Camerlengo; la coordinatrice infermieristica del reparto di Medicina, Silvia Ferrari Lucchini; il presidente Avis di Sant’Ilario Pietro Micucci; la presidente Avo di Montecchio Nilla Menozzi e i responsabili dell’Associazione Giro della Castellana: Samuele Bertani, Martina Ghinolfi e Gabriele Manotti.

Le tre carrozzine sono state acquistate grazie al “3° Giro della Castellana”, corsa non competitiva organizzata dalle due associazioni. L’iniziativa, che si è svolta il 3 giugno scorso nelle campagne del Comune di Sant’Ilario e ha visto la partecipazione di oltre 700 persone di tutte le età, è stata pensata per coinvolgere la cittadinanza focalizzando l’attenzione su promozione della salute, sani stili di vita e solidarietà.

L’ecografo palmare donato da Eurotrading s.r.l. è uno strumento innovativo per la pratica medica. Si tratta di un piccolo monitor poco più grande di uno smartphone collegato a una sonda ecografica. Per le sue piccole dimensioni può essere agevolmente trasportato e permette di eseguire ecografie al letto del paziente in modo semplice e rapido. Questo strumento permette di verificare con maggiore precisione vari riscontri, quali versamenti pleurici, pericardici e addominali; calcoli della colecisti; neoformazioni epatiche, renali e del collo e delle parti molli e tanto altro ancora. Vari riscontri ecografici permettono di evitare, oppure di eseguire immediatamente, manovre invasive, quali il cateterismo vescicale, attraverso la verifica dello stato di pienezza della vescica. O ancora, consentono di schivare esami radiologici con esposizione a radiazioni, come ad esempio nel controllo evolutivo di una polmonite. Si evince quindi l’importanza di un apparecchio del genere, in reparti come la Medicina e la Terapia subintensiva, per fornire al paziente le migliori prestazioni diagnostiche con la maggiore precisione possibile e al tempo stesso, la minore invasività.

 

Fonte: Ausl RE

Primo esperimento nel distretto di Montecchio per un baby corner, spazio itinerante all'aperto organizzato dal reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale Ercole Franchini volto ad accogliere le mamme che devono allattare il proprio bambino o cambiargli il pannolino quando sono fuori di casa.

Il debutto dell'iniziativa è stato sabato 7 luglio alla serata "Unplugged" di Montecchio Emilia e venerdì 13 luglio alla Manifestazione serale "Dall'Alabastro allo Zenzero" organizzata dal Comune di Montechiarugolo.

In tali occasioni le ostetriche sono state a disposizione per offrire informazioni relative al punto nascita dell'ospedale di Montecchio e per dialogare su tematiche legate a gravidanza, travaglio, parto, allattamento e genitorialità.

Il riscontro è stato positivo: sono numerose le mamme che si sono avvicinate al colorato banchetto usufruendone per cambiare o allattare il proprio bimbo e tante le persone che hanno ringraziato per l'opportunità offerta alla popolazione all'interno di manifestazioni pubbliche. Prossimo appuntamento sabato 20 luglio sempre a Montechiarugolo. In seguito, laddove sarà concesso in maniera gratuita lo spazio, l'iniziativa sarà riproposta in altri eventi estivi.

Fonte: Ausl RE

Tumore al seno: uno studio realizzato a Reggio Emilia mostra l'efficace combinazione tra mammografia digitale e tridimensionale nella diagnosi precoce
I risultati testimoniano una capacità diagnostica superiore del 90% rispetto alle metodiche tradizionali; l'indagine è pubblicata sulla rivista Radiology della Radiological Society of North America.

Uno studio clinico condotto interamente a Reggio Emilia ha dimostrato che nelle procedure di screening per la diagnosi precoce la combinazione di esami mammografici bi e tridimensionali offre un'efficacia superiore del 90% nell'individuazione dei tumori al seno.
L'indagine è stata svolta a partire dal 2014 dal Dipartimento di Diagnostica per immagini dell'Ausl IRCCS di Reggio Emilia interessando tre dei sei centri mammografici provinciali e un campione di 20mila donne, di età compresa tra 45 e 70 anni, divise in due gruppi statisticamente equivalenti. Il primo è stato sottoposto a screening con mammografia 2D (digitale) e trattato di conseguenza, il secondo è stato sottoposto a entrambe le scansioni combinate, 2D e 3D, quest'ultima con la tecnologia denominata tomosintesi.

L'aggiunta della mammografia 3D ha mostrato di fornire tassi di rilevamento simili in tutte le classi di densità del seno, con un aumento di circa il 70% nelle donne con seno denso. Ha mostrato, inoltre, un aumento del 94% nel rilevamento di tumori invasivi di piccole dimensioni, di solito più curabili, e un aumento del 122% nella diagnosi di carcinomi invasivi di media taglia. Altro vantaggio della combinazione è la percentuale di risultati falsi positivi, scesa del 25%. Questo ha evitato di richiamare le donne per nuove indagini, risparmiando loro momenti di ansia e timori ingiustificati.
La tomosintesi mammaria digitale è una tecnologia avanzata che utilizza più immagini radiografiche per ottenere un risultato tridimensionale del seno e aiuta i radiologi a valutare le regioni di interesse libere da altri tessuti sovrapposti.

"Negli Stati Uniti la combinazione tra i due tipi di mammografia è già utilizzata nello screening mentre in Europa ci si avvale solo di quella bidimensionale" spiega Pierpaolo Pattacini, direttore del dipartimento. "I dati confermano non soltanto gli eccellenti risultati della mammografia 3D, già posti in evidenza da altri studi europei su larga scala ma compiono un passo avanti" conclude Pattacini "Solo studi randomizzati, infatti, possono essere il riferimento per integrare i programmi di screening. Questo spiega perché i trial in corso in Europa e negli USA hanno struttura simile".

Tumore al seno, screening e diagnosi precoce

In Italia il tumore della mammella rappresenta la neoplasia più frequente per incidenza nella popolazione femminile, con il 28% dei casi di tumore: complessivamente una donna su otto si ammala della patologia nel corso della sua vita. Il tasso di mortalità continua a calare in maniera significativa (-2,2% nel 2017), con la sopravvivenza media a 5 anni dalla diagnosi che si attesta all'87%[1]: ciò è possibile anche grazie alla più ampia diffusione della diagnosi precoce ai primi stadi di sviluppo della malattia, quando il trattamento ha maggiori probabilità di essere efficace e meno invasivo.
Nella lotta contro il cancro al seno, lo screening mammografico è considerato la prima forma di difesa. Le linee guida del Ministero della salute suggeriscono di eseguire una mammografia ogni 2 anni, dai 50 ai 69 anni di età, ma la cadenza può variare a seconda delle considerazioni del medico sulla storia personale di ogni donna.
Il trial italiano è stato il primo studio clinico europeo sulla mammografia 2D e 3D condotto come trial prospettico randomizzato basato sulla popolazione, il metodo ritenuto il migliore (gold standard) nella medicina basata sull'evidenza.

 

Fonte: Ausl Reggio Emilia

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