Noceto, 24 novembre 2024 - Il Teatro Cinema San Martino di Noceto è stato il palcoscenico di una serata intensa e coinvolgente, interamente dedicata al tema dell’immigrazione e dell’integrazione.
A Las Vegas Verstappen arriva quinto ed artiglia il quarto titolo mondiale consecutivo. Doppietta Mercedes, seguita dal duo ferrarista con Sainz davanti a Leclerc
di Matteo Landi
"Ho ancora fame". Non sembrerebbero le parole di uno che ha vinto, in ogni modo possibile, titoli a catena. Lo ha fatto lottando, e fra le polemiche, nel 2021. Dominando, come nel 2022 e nel 2023. Ed alla guida di una vettura inferiore alla concorrenza per lunga parte del campionato in corso. Quattro titoli mondiali consecutivi, come solo è riuscito a Fangio, Vettel ed Hamilton, appena peggio dei cinque di fila artigliati da Michael Schumacher. Verstappen esce da Las Vegas con l'ennesimo titolo ma la sua voglia di vincere è intatta. Una voglia, ben coadiuvata da velocità e maturità agonistica, che gli ha permesso di passare sopra ai tanti fattori negativi che quest'anno hanno provato a mettergli i bastoni fra le ruote. Dai dissidi interni alla sua squadra, ben esacerbati dalle vicende personali del capo Horner accusato di molestie nei confronti di una dipendente Red Bull, agli scontri verbali fra lo stesso team principal ed il padre Jos Verstappen. Fino all'addio del geniale progettista Newey, una delle menti più proficue della storia delle corse, che ha gettato il team anglo-austriaco in una confusione tecnica talmente grande da far passare la vettura più forte delle prime gare, dominate da Verstappen, alla terza/quarta forza di adesso. Come evidenzia fra l'altro la classifica costruttori, che vede il team fondato dal compianto Mateschitz "sprofondato" dietro a McLaren e Ferrari, e davanti a Mercedes. L'ancor giovanissimo olandese volante non si è lasciato distrarre da tutto questo ed anzi ha colto al balzo, nella bagnata Interlagos, l'unica occasione che aveva per tornare al successo ed avvicinarsi al titolo. Nella fredda e asciutta Las Vegas ha invece badato al sodo. Si è ritrovato anche in zona podio, ma nel finale, quando la sua vettura è tornata a fare le bizze ed a soffrire l'usura delle gomme, non ha lottato troppo con le Ferrari accontentandosi del quinto posto davanti al rivale Norris. Quanto bastava per laurearsi ancora campione. Il Verstappen di oggi è questo, un campione velocissimo e aggressivo ma all'occorrenza capace di tenere a bada il suo istinto prevaricatore.
Una Mercedes in palla toglie punti preziosi alla Ferrari
Davanti al nuovo quattro volte iridato hanno tagliato il traguardo le due Mercedes e le due Ferrari. Poco prima dell'inizio delle prove libere la Federazione aveva spiazzato tutti (tranne Red Bull, che ha dato "l'imbeccata") introducendo una nuova direttiva tecnica volta a vietare le protezioni che limitano il consumo del pattino delle vetture. Dovendo quindi evitare un consumo eccessivo del fondo, pena squalifica, si credeva che alcune squadre avrebbero dovuto alzare le vetture andando a perdere prestazioni. Voci di paddock ritenevano che i team maggiormente colpiti dovessero essere proprio quello anglo-tedesca e quello italiano. Non sappiamo se le conseguenza negative di questa direttiva si vedranno su piste meno lisce, fatto sta che a soffrire nel Nevada sono stati altri: una McLaren impalpabile (forse il bando dell'alettone iperflessibile ha fatto la sua parte) ed una Red Bull forte solo per alcuni giri (ovviamente tenendo in considerazione solamente le performance di Verstappen, parlare di Perez è tempo perso). La Ferrari avrebbe potuto fare ancora meglio del terzo e quarto posto finale ma il freddo di Las Vegas ha fatto la sua parte. Stranamente la Rossa non ha patito con le gomme dure ma con quelle di mescola media, e quanto perso ad inizio gara si è rivelato assai limitante nella rimonta finale di Sainz e Leclerc. La squadra condotta da Vasseur avrebbe voluto conquistare molti più punti, fondamentali nella battaglia per l'iride costruttori, ed invece la capacità di Mercedes di gestire gli pneumatici su asfalto molto freddo ha tarpato le ali al duo ferrarista. Russell ha corso da campione per tutto il weekend, e dopo la pole position ha dominato la gara. Hamilton, dopo una pessima qualifica che lo ha relegato in decima posizione sulla griglia di partenza, è riuscito a risalire furiosamente fino alla seconda posizione. Quest'ultima è davvero una buona notizia per il box Rosso: se Lewis pare aver perso, con l'età, il tocco magico in qualfica, restano invece intatte la sua capacità di gestire le gomme e la sua cattiveria agonistica in gara. Peccato quindi per la Rossa, ma se ne va da Las Vegas con qualche punto guadagnato sulla McLaren, adesso distante 24 lunghezze. Tante? Poche? Con due gare ed una sprint ancora da disputarsi tutto più succedere. L'unica vera preoccupazione deriva dalla natura dei tracciati che ospiteranno gli ultimi eventi, teoricamente favorevoli alle caratteristiche delle vetture papaya. Questo campionato però insegna che i pronostici possono anche rivelarsi errati.
Gioiscono Haas e Racing Bulls. Che disfatta per Alpine!
Aveva stupito tutti con la grande qualifica di Gasly, terzo, poi la Alpine in gara è tornata sui suoi passi. Il francese ha perso subito terreno dopo la partenza ed è poi stato costretto al ritiro quando dal posteriore della sua vettura si è palesata una fumata bianca. Con lo zero di Ocon la trasferta statunitense rappresenta una terribile battuta a vuoto per il team anglo-francese: aveva festeggiato la sesta posizione in classifica costruttori ma la graduatoria è cambiata di nuovo. Merito di un solido Hulkenberg, grande ottavo, che permette alla Haas di scavalcare Alpine. Bene anche Tsunoda, con il suo nono posto mantiene in corsa per la sesta posizione anche la faentina Racing Bulls. A chiudere la zona punti troviamo l'altra Red Bull ma, come detto, esprimere ulteriori giudizi su Perez sarebbe tempo sprecato.