Redazione

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Lunedì, 26 Novembre 2018 06:22

Parmafotografica compie 30 anni!

Parmafotografica compie 30 anni! Si è tenuta sabato sera 24 Novembre 2018,  alla Trattoria Rigoletto nel centro a Parma, la cena per festeggiare questo importante anniversario della associazione. Un ringraziamento da parte della presidente Giovanna Ziveri e dal consiglio direttivo  è stato indirizzato a tutti i soci (fondatori e non) che in questi anni si sono impegnati nel far si che l'associazione giungesse a questo traguardo!

Nell'occasione, sono stati premiati con una targa i due "Veterani" del  circolo Raffaele di Pasquale e Rodolfo Cervi che da oltre vent'anni si spendono attivamente e con continuità nell'allestimento e la cura delle varie mostre e manifestazioni fotografiche.

Parmafotografica avanti cosi!

Fotografie di Davide Fornari

 

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Gervinho e Bruno Alves regalano i tre punti al Tardini e proiettano la squadra nella zona Europa. Bella prestazione di carattere dei crociati contro un Sassuolo poco incisivo in zona goal.

di Luca Gabrielli Parma. 25 novembre 2018 - 

La sosta per le nazionali non imbriglia il buon momento del Parma che dopo l'ultima vittoria in trasferta contro il Torino trova un'altra vittoria fondamentale per l'obiettivo salvezza. Ma dando un'occhiata alla classifica i tifosi, ad oggi, incominciamo a pensare a qualcosa di più gratificante di una semplice salvezza, un vero e proprio sogno che vorrebbe dire Europa.

La classifica infatti alla 12a giornata vede i crociati in sesta posizione con ben venti punti portati in cascina e squadre del calibro di Roma e Fiorentina alle spalle. Si tratta di una "mission impossible" il raggiungimento del traguardo Europa League ma quest'anno il campionato vede molte squadre sullo stesso livello e nessuna capace di mostrarsi superiore alle altre, a parte una Juventus impressionante.

Il Parma si trova lì ad approfittare dei passi falsi di squadre ben più attrezzate ma che ancora non hanno trovato una quadra di gioco. Idea di gioco che invece ha il team allenato da D'Aversa che piaccia o non piaccia sta per il momento portando ottimi risultati.

La squadra ducale adotta il classico catenaccio intervallato da rapide ripartenze, pronta a colpire l'avversario di turno con le accelerazioni di un ritrovato Gervinho. Piano piano l'infermeria si sta svuotando con la possibilità per l'allenatore di far ruotare maggiormente i giocatori. Davanti poi c'è un Roberto Inglese sempre pronto a far sportellate con i difensori e meritevole probabilmente di una chiamata in Nazionale e un gigantesco Bruno Alves a guidare con grande esperienza la difesa.

Gervinho e Bruno Alves chiudono la gara nei primi 45'

Un primo tempo molto divertente con il Parma che passa in vantaggio già nei primi minuti con Gervinho che ribatte a rete una parata di Consigli su un suo tiro. Al 25' il raddoppio è servito con Bruno Alves che sugli sviluppi di un calcio d'angolo deposita in rete un pallone facile facile alle spalle dell'estremo difensore neroverde. Il Sassuolo è sotto shock e solo l'intervento della Var permette a Babacar di accorciare le distanze su calcio di rigore al 36'. La ripresa non regala le stesse emozioni del primo tempo e il Parma arretra il baricentro aspettando un Sassuolo privo di mordente. Solo Matri nelle ultime battute regala un brivido al Tardini ma Sepe si trova pronto nell'intervento.

I crociati sorpassano proprio il Sassuolo e si posizionano alle spalle di quel Milan che affronteranno nella prossima giornata di campionato a San Siro in un vero e proprio spareggio per l'Europa.

 

 

 

Domenica, 25 Novembre 2018 19:00

F1, l'ultima notte di Abu Dhabi

Hamilton chiude in bellezza. Vettel, secondo, va sul podio nella sfortunata gara di addio alla Rossa di Raikkonen. Alonso lascia la F1. Negli Emirati Arabi si chiude un'epoca.

di Matteo Landi

Terminata la gara Hamilton, Vettel ed Alonso intrattengono il pubblico di Abu Dhabi con burnout e "donuts". Il fumo sprigionato dai loro pneumatici ed il rombo delle power unit chiudono questa stagione. Oggi Alonso non ha colto neanche un punto, ma gli sfidanti 2018 decidono di omaggiarlo facendolo partecipare alla festa. L'ultima gara del campionato ha segnato lo spartiacque fra la Formula 1 moderna e quella contemporanea. Il non ritorno di quella F1 che tutti ricordano come ruggente. Il pilota spagnolo, due volte campione nel mondo (2005 e 2006 con Renault) lascia la categoria, deluso da una McLaren che, da quando nel 2015 lo ha nuovamente accolto nelle sue fila, non ha saputo graffiare. "Domineremo" disse Ron Dennis, allora team principal della squadra inglese che nella stagione del ritorno di Alonso iniziò una collaborazione, ai posteri infruttifera, con Honda. Invece, per la squadra di Woking, arrivarono solo delusioni. Nonostante queste, nonostante le sconfitte, il Circus della F1 saluta un Alonso mai domo, sempre combattivo, in pista e nelle dichiarazioni. A dimostrazione che il sacro fuoco delle corse arde ancora in lui, pronto a sprigionarlo altrove, alla ricerca della vittoria nella 500 miglia di Indianapolis che metterebbe la ciliegina sulla torta di una carriera, per tanti suoi colleghi, invidiabile. Il non ritorno di una F1 ruggente, dicevamo, non solo per l'addio (o sarà solo un arrivederci? Schumacher insegna...) di Alonso ma anche per il saluto di Kimi Raikkonen alla Ferrari. Il finlandese non lascerà la F1, ma dalla prossima stagione sarà la chioccia di Giovinazzi in Alfa Romeo-Sauber. Gli svizzeri, ampiamente finanziati dal marchio fondato a Milano, sono stati la squadra che ha mostrato maggiori progressi rispetto al 2017, tanto da classificarsi ottava fra i costruttori, davanti a Toro Rosso-Honda e Williams-Mercedes. Riesce comunque difficile pensare che Raikkonen possa ancora affacciarsi nei piani nobili della classifica. Eppure, come da lui dichiarato, il finlandese si troverà in una situazione assolutamente confortevole: continuerà a correre nella massima formula, con meno attenzione mediatica, meno pressioni e meno...conferenze stampa. Comunque andrà Kimi sarà per sempre ricordato dai fans della Rossa per il titolo da lui vinto nel 2007, ad oggi l'ultimo conquistato da un pilota Ferrari, per il suo "attaccamento alla maglia", come dimostrato più volte – a parte le varie occasioni in cui ha sacrificato gli interessi personali a quelli della squadra basta affacciarsi sulla sua pagina Instagram per capirlo – per il suo essere unico, pur cercando di non esserlo.

Baci e abbracci per Alonso, Vandoorne, Ericsson e Sirotkin.

Sì, Abu Dhabi 2018 rappresenta un momento di passaggio per tanti: saluti anche per Ericsson, cercherà fortuna in Indycar, e per Vandoorne, talento privato della possibilità di esprimersi al meglio a causa di una McLaren che riesce nell'impresa di far disinnamorare della F1 sia il grande Alonso che il giovane belga, prossimo Formula E driver. La massima Formula si priverà solo momentaneamente di Ocon, rimasto senza sedile, ma visto che il cartellino è in mano a Toto Wolff c'è da credere che lo ritroveremo presto a competere con Hamilton e compagni. In quanto a Sirotkin, il russo rischia di rimanere negli annali della F1 con le misere statistiche di questo campionato – un solo punto conquistato – in quanto il suo sedile sarà occupato da qualcuno che ha già scritto la storia.

Kubica: il ritorno che scalda i cuori

Al posto di nomi che non vedremo più, il prossimo campionato ne ritroveremo infatti uno grosso, uno che conta davvero: quello di Robert Kubica. Correrà con la Williams e calcherà di nuovo i circuiti di quel grande Circus che abbandonò dopo il terribile incidente di cui si rese protagonista durante il Rally di Andora nel febbraio del 2011 e che rischiò di compromettere definitivamente la sua carriera. Quella del polacco è una storia che scalda i cuori e poco importa se guiderà una, si presume, modesta Williams: è un incitamento a non mollare mai, un esempio. E attenzione, Kubica non ha intenzione di tornare per fare la comparsa ma per continuare una carriera che si prevedeva sfolgorante. E sa essere ancora veloce, rinforzato nella tempra da difficilissimi anni di riabilitazione.

Hamilton chiude in bellezza. Vettel è secondo davanti a Verstappen

Abu Dhabi 2018, ultimo giorno di scuola per tutti, anche per il fresco campione del mondo Lewis Hamilton, che chiude da primo della classe. Per l'ultima di campionato, a titoli già assegnati, Mercedes decide di tornare a dotare le sue frecce d'argento dei famigerati cerchi forati dopo averne fatto a meno nelle ultime gare. Ed Hamilton vince dominando. Merito suo, impeccabile per tutta la stagione, ma merito anche della tanto discussa soluzione Mercedes? I fatti dicono che senza di essa i piloti della squadra anglo-teutonica hanno sempre faticato. Anche oggi, se Bottas non avesse accusato problemi ai freni, avrebbero potuto portare a casa una sonante doppietta. Invece sul podio sono finiti Vettel e Verstappen. Per il tedesco è un altro importante step, necessario per mettersi alle spalle una seconda parte di stagione difficile, per l'olandese si tratta di un'altra conferma. Nel 2019, se Honda compierà ulteriori progressi, c'è da scommettere che a lottare per il titolo ci sarà anche il, fino ad ora, compagno di Ricciardo. Quest'ultimo ha lasciato la casa austriaca con un buon quarto posto: adesso potrà dimenticarsi gli screzi con Marko e soci per dedicarsi alla nuova avventura targata Renault.

Raikkonen: addio alla Rossa con un ritiro ma terzo nel mondiale!

Avrebbe meritato ben altra conclusione il campionato di Raikkonen: la sua gara è durata solamente sei giri, poi noie elettriche lo hanno costretto a lasciare, per sempre, il sedile della Rossa. Nonostante tutto Kimi potrà ricevere il premio che spetta al terzo classificato nel campionato piloti, a dimostrazione di quanto soddisfacente sia stata la sua stagione: 12 podii, come Vettel, ed il ritorno alla vittoria con la Rossa. Adesso spetterà al giovane Leclerc, oggi ottimo settimo al traguardo, non far rimpiangere ai fans della Rossa il glorioso finlandese.

Il campionato 2018 va in archivio, fra gioie, dolori, polemiche, addii e speranze

Con la gara disputata negli Emirati Arabi si chiude un campionato combattuto ed avvincente, che ha visto la Ferrari passare dal ruolo di prima attrice a quello di inseguitrice. Con un Hamilton mai così forte: veloce ed affidabile. Non si può dire la stessa cosa di Vettel, protagonista di grandi cavalcate – vengono in mente, su tutte, le belle vittorie conquistate in Bahrain e Belgio, in momenti importanti della stagione – e brutti errori, vedi i vari testacoda compiuti da Monza in avanti e soprattutto la vittoria gettata al vento in Germania. Per sempre rimarranno dubbi sulla totale legalità delle monoposto Mercedes, senza dimenticare l'aiutino Pirelli delle gomme con battistrada ridotto, arrivato durante la fase calda della stagione per risolvere problemi riscontrati da Hamilton e Bottas. Non ci dimenticheremo delle penalità inflitte, giustamente, al pilota di punta Vettel, da commissari talvolta troppo docili con i piloti Mercedes. Tuttavia chiudere con le polemiche non sarebbe giusto nell'anno in cui si è celebrato il quinto titolo conquistato da un Hamilton, al pari di Fangio, dietro al solo Schumacher fermo a sette. Chissà che in un prossimo futuro non vedremo a bordo di una F1 il figlio di Michael, Mick Schumacher, fresco campione europeo di F3. Nell'attesa di scoprire nuovi talenti, chissà che Giovinazzi non ci faccia tornare a gioire di nuovo per un pilota italiano in un campionato 2019 che si preannuncia interessante, con Ferrari che vorrà sfidare ancora Mercedes e Red Bull pronta ad entrare in gioco se Honda non tradirà la loro aspettative. Buonanotte al Mondiale 2018 e buon riposo ai 20 piloti che hanno animato il campionato appena concluso. Marzo 2019 arriverà presto.

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