Parma, 28 maggio 2014 -
Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Aldo Caffagnini -
Da dieci giorni, a partire dal 17 maggio, l'inceneritore di Parma lavora con una sola linea.
La linea dedicata agli speciali è infatti spenta e inattiva da metà del mese.
Possiamo comprenderne le ragioni.
La raccolta differenziata prosegue nel suo incremento progressivo e Parma ha traguardato la soglia del 65% prevista per legge e oggi vede il traguardo del 70% sempre più vicino.
I comuni del circondario proseguono nelle loro medie altissime che sfiorano e a volta superano l'80% di riciclo.
Il residuo è sempre di meno, l'indifferenziato secco da bruciare a Ugozzolo scarseggia.
Iren ha bruciato nelle scorse settimane rifiuti provenienti da fuori provincia, ma è stata diffidata dall'amministrazione provinciale dal proseguire in questa operazione non consentita dall'Autorizzazione Integrata Ambientale del 2008.
Ci metterà una pezza il piano regionale rifiuti, che darà il via libera alla circolazione dei rifiuti dentro la regione senza più limiti provinciali.
La messa a regime del nuovo piano sarà la conferma di quanto il Gcr ha sostenuto in questi anni, cioè che la promessa di bruciare rifiuti locali era solo uno specchietto per le allodole.
Altra promessa mancata il boschetto mangia polveri, dichiarato ufficialmente inattuabile, ma anche senza conseguenze per il gestore.
Altra promessa non mantenuta le tariffe calmierate, che invece rimangono a livelli altissimi, battendo praticamente tutti gli altri impianti italiani.
E pensare che una pagina intera di un quotidiano locale era stata comperata (con i soldi dei contribuenti) per scrivere nero su bianco la promessa di tariffe in linea con i cugini di Reggio Emilia e Piacenza (100 euro circa alla tonnellata), una volta acceso il meraviglioso impianto.
L'impianto è stato acceso, ma lo sconto ancora non si vede.
Fatica anche la trasparenza.
Non sappiamo il destino delle migliaia di tonnellate di ceneri già prodotte a Parma.
E' on line la tabella degli inquinanti emessi dal camino.
Nove inquinanti messi sotto osservazione.
Ma alcuni dati lasciare a desiderare.
Il dato delle polveri sottili è sempre fermo sullo zero.
Immaginando che a Ugozzolo non si produca solamente vapore acqueo, una modesta proposta sarebbe quella di adeguare l'unità di misura (e/o le apparecchiature) per fare in modo che questo dato esprima quanto effettivamente esce dall'impianto.
Oggi la misurazione è fatta in microgrammi per normal metro cubo.
Lasciando a zero questo numero l'opinione pubblica come minimo si chiede quale possa essere l'utilità di un indice sempre fisso sullo zero e alla lunga mettere in dubbio la volontà di mettere in chiaro l'anima del forno.
Stesso identico ragionamento sul carbonio organico totale (COT), praticamente sempre fermo sullo zero.
Tornando al principio l'inceneritore funziona a metà giri.
Indicando come data di avvio il 1° gennaio, l'impianto ha lavorato complessivamente al 63%.
La linea 2, quella degli speciali, è stata la più attiva con il 79% di attività, mentre la linea 1 dedicata agli urbani è rimasta accesa solo per un 46% della sua potenzialità.
L'inceneritore lavora quindi già a poco più della metà delle sue capacità.
Il grande spauracchio del rischio Napoli, più e più volte evocato dalla Provincia per incentivare l'accettazione della soluzione forno, è rumorosamente sconfessato.
Semmai stiamo vivendo una situazione opposta.
A caccia di rifiuti, che profumano di profitti.
Nei cinque mesi di attività l'inceneritore ha registrato uno sforamento dei limiti (il 19 febbraio) sulla linea 1 nel valore del monossido di carbonio (66 microgrammi contro i 50 consentiti), e un giorno (il 15 marzo) rimasto senza valori dichiarati e senza giustificazioni di sorta, buco che rimanda al ragionamento sulla trasparenza.
Non si conoscono infine i dati sul teleriscaldamento né sul mancato completamento del Paip, che ad oggi rimane solo sede del forno senza nessuno degli altri servizi previsti dal progetto.
Su quest'ultimo tema il ventesimo esposto in procura degli avvocati De Angelis e Allegri.
Sostituirà quello di viale Olimpia, e grazie al Centro del Riuso incentiverà il riuso dei materiali invenduti non alimentari conferiti dalla GDO e gli oggetti che le persone buttano perché non usano più -
Reggio Emilia, 5 maggio 2014 di Ivan Rocchi -
Durante lo scorso anno i 6 centri di raccolta rifiuti presenti nel comune di Reggio Emilia hanno intercettato 30.850 tonnellate di materiale da avviare al recupero. Una parte di questo è costituita da prodotti invenduti non alimentari della Grande Distribuzione e beni riutilizzabili conferiti direttamente dai cittadini. Da oggi tutti quegli oggetti potrebbero essere riutilizzati, grazie al nuovo Centro del Riuso che dovrebbe aprire entro la fine del 2014 in via Mazzacurati.
Comune di Reggio e Iren Emilia hanno infatti aperto accanto ai magazzini comunali un nuovo grande centro di raccolta rifiuti, che sostituisce quello dismesso di viale Olimpia. La struttura è stata aperta ufficialmente questa mattina dall'assessore comunale all'Ambiente Mauro Del Bue e dai responsabili di Iren, tra i quali il direttore operativo di Iren Emilia, Eugenio Bertolini. Tra i partecipanti erano presenti anche gli alunni della scuola primaria Collodi, che hanno potuto accostarsi, attraverso animazioni e giochi tradizionali proposti dalle cooperative Maia e L'ovile - come il tiro al barattolo e il tiro a segno con i fucili ad elastico - al tema del riciclo.
L'area a disposizione è di circa 2.600 metri quadrati ed è stata progettata per agevolarne l'utilizzo da parte dei cittadini. Oltre ai contenitori e ai compattatori, i cittadini avranno a disposizione alcuni settori dedicati a specifiche tipologie di rifiuti (polistirolo, ferro, potature, legname, polipropilene, elettrodomestici non pericolosi), suddivisi da barriere di circa 2,6 metri. I cittadini avranno a disposizione anche un'area in cui ritirare gratuitamente il compost prodotto dagli sfalci e dalle potature raccolti con il servizio "Giro Verde".
Il centro offre inoltre una zona coperta per la raccolta dei rifiuti urbani pericolosi (pile, batterie, olii esausti etc) e dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (frigo, monitor, computer, neon, lampadine a risparmio energetico). I contenitori di questi rifiuti saranno posati su vasche a tenuta e piani di appoggio speciali. Tutto il centro di raccolta è dotato di una pavimentazione impermeabile e una rete di drenaggio delle acque.
Il nuovo impianto di via Mazzacurati rappresenta l'evoluzione del tradizionale Centro di raccolta, perché all'ampia area destinata alla sola raccolta abbinerà, a partire da fine anno, uno spazio di 500 metri quadrati, il Centro del Riuso, che raccoglierà i beni ancora in buono stato che possono essere riutilizzati e avere una "seconda vita".
La struttura costituisce la prima esperienza di questo tipo nel Comune di Reggio Emilia ed è frutto del progetto europeo LIFE "No Waste", per la riduzione dei rifiuti all'interno delle catene di grande distribuzione commerciale e la prevenzione di nuova produzione. Insieme al Comune di Reggio Emilia, che ha il ruolo di capofila, partecipano al progetto LIFE anche il Comune di Trento, Ambiente Italia, Reggio nel Mondo e Coop Consumatori Nordest con la collaborazione di Iren Emilia.
Per orari e informazioni anche sugli altri Centri presenti nel comune di Reggio:
Numero verde 800212607, www.irenemilia.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - App Ecoiren.
Il comunicato stampa di GCR sui rifiuti da fuori provincia, nonostante il divieto -
Parma, 2 maggio 2014 -
La Provincia di Parma, a seguito di segnalazione pervenuta da Arpa, ha diffidato Iren.
Nell'inceneritore di strada della Lupa rifiuti speciali da fuori provincia, nonostante l'autorizzazione integrata ambientale lo impedisca.
La prescrizione numero 7 dell'Aia recita: “Si ribadisce che al PAIP potranno essere conferiti rifiuti prodotti esclusivamente nel territorio provinciale di Parma, salvo espressa autorizzazione dell’Autorità Competente”.
http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/VIAPROVINCIA.pdf
L'Autorità Competente sarebbe la Provincia, autrice della diffida e quindi immaginiamo non sia arrivata espressa autorizzazione al gestore di portare rifiuti a Parma da fuori provincia.
Qualche settimana fa era stato segnalato un automezzo in coda al Paip con una targa lontana dai lidi emiliano romagnoli.
La mossa di Iren mette in evidenza un dato di fatto impossibile da smentire.
L'inceneritore di Parma è troppo grande, troppo capiente, troppo affamato di rifiuti per accontentarsi di quelli prodotti in loco.
L'episodio segnalato (quanti in precedenza?) porta con sé la conferma di quanto sostenuto da tanti, fra cui l'associazione Gcr, sul fatto che questo impianto sia grosso il doppio del necessario e che la decisa avanzata della raccolta differenziata nel capoluogo, che produce il 50% degli scarti provinciali, avrebbe segnato il de profundis per la bulimia del forno.
Giustamente il comune di Parma chiede ora di fare chiarezza e soprattutto di sanzionare i responsabili di quanto accaduto a Ugozzolo, per fare in modo che l'episodio non si ripeta.
La trasparenza del Paip, bandiera sventolata dai suoi sostenitori, appare decisamente ammainata ai nastri di partenza dell'impianto che, in esercizio definitivo da nemmeno un mese, inciampa subito in uno dei paletti totem dei sostenitori della soluzione forno: rifiuti solo made in Parma.
Rimane il problema di tenere acceso il braciere.
Se arrivano rifiuti da fuori significa che quelli da dentro scarseggiano, vuol dire che Iren non è in grado di recuperare scarti speciali (cioè provenienti dai comparti commerciali, industriali, artigianali) in misura sufficiente a riempire la bocca del forno.
Così se li è andati a cercare altrove.
Così il futuro è al bivio: o cambiare l'autorizzazione o spegnere una linea.
Non c'è una terza via che consenta di salvare capra e cavoli.
Siamo però molto curiosi, a questo punto, di osservare le mosse del gestore e soprattutto dell'autorità competente Provincia di Parma, sempre pronta a supportare le genesi del progetto fino al punto di presentarsi in tribunale a fianco di Iren.
Bernazzoli, e il suo assessore Castellani, se la sentiranno di mettere mano all'autorizzazione vista la forte presa di coscienza dell'opinione pubblica?
Intanto si segnala un forte rialzo della temperatura ad Ugozzolo, anche fuori dai forni...
(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)
Il "Decalogo per una raccolta differenziata di qualità" è già stato distribuito in 800 classi di 80 scuole, utile risorsa in più per differenziare meglio -
Parma, 16 aprile 2014 -
Il Decalogo è stato realizzato dall'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma, con il patrocinio degli assessorati all'ambiente e ai servizi educativi e verrà distribuito nelle scuole. Un facile strumento per avvicinare sempre di più i ragazzi alla corretta gestione dei rifiuti promuovendo la raccolta differenziata, che in questi giorni ha raggiunto quota 62%, a livello urbano. Un dato positivo che può essere migliorato anche grazie a questo vademecum che i ragazzi potranno agevolmente consultare.
Il manuale, stampato su carta riciclata è già stato distribuito in 800 classi di 80 scuole e fornisce indicazioni pratiche affinché sia possibile migliorare la qualità della raccolta oltre che la quantità, ed è finalizzato a portare anche nelle famiglie degli alunni le indicazioni utili al miglioramento della gestione dei rifiuti a livello cittadino. Semplice e facile da consultare, nei primi 5 punti si spiega come ottimizzare una raccolta differenziata di qualità e negli altri 5 si indica come raccogliere i materiali, con particolare riferimento ai rifiuti scolastici.
Una parte del decalogo è dedicata all'informazione su quei materiali che possono incrementare ulteriormente le raccolte, come ad esempio i tappi di plastica, di sughero, i cellulari, i carica batterie, gli ombrelli rotti.
Ridurre i rifiuti a smaltimento significa ridurre i costi per il Comune e quindi per i cittadini per cui è importante sapere come conferire, per esempio, le pile e le batterie esauste, i Raee (apparecchi elettrici ed elettronici), il toner, indumenti, calzature, borse e tessuti, mobili ed elettrodomestici.
Ecco le dieci regole d'oro: verificare sempre le indicazioni di conferimento sul singolo imballaggio; dividere gli imballaggi composti da più materiali; ridurre sempre il volume dell'imballaggio; controllare che il materiale in procinto di essere ritirato sia privo di elementi estranei; attivare un'attenta raccolta differenziata nella scuola; smaltire la carta nel bidone blu, mentre l'indifferenziato va sempre nel bidone nero. L'obiettivo finale (regola 10) resta sempre quello di ridurre al minimo il rifiuto indifferenziato.
(Fonte: Comune di Parma)
Modena, 20 agosto 2013 - -
Le migliori performances a Novi, S.Cesario, Campogalliano e Soliera, con oltre il 70%.
Secondo i dati dell'Osservatorio provinciale rifiuti, nel 2012 nei comuni del territorio modenese la raccolta differenziata è mediamente al 56,6%.
La raccolta differenziata nel modenese nel 2012 ha raggiunto la quota di 56,6 per cento: su un totale di 441 mila tonnellate di rifiuti complessivamente prodotte, quasi 250 mila sono state raccolte in modo differenziato. Nel 2011 il dato complessivo aveva raggiunto il 54,6 per cento; 52,1 nel 2010, mentre nel 2009 era a 50,9 per cento. I dati scaturiscono dalle elaborazioni dell'Osservatorio provinciale rifiuti in base alle informazioni dei Comuni e dei gestori del servizio Aimag, Geovest ed Hera.
"La crescita della raccolta differenziata è ormai costante nel tempo - sottolinea Emilio Sabattini, presidente della Provincia di Modena - sempre più vicino all'obiettivo strategico del 65 per cento previsto dalle norme nazionali. Questi risultati sono la conseguenza degli sforzi compiuti dalle aziende di servizio, sulla base delle indicazioni fissate dalla programmazione provinciale, ma soprattutto - aggiunge Sabattini - della collaborazione dei cittadini che hanno compreso l'importanza per l'ambiente di una gestione corretta ed equilibrata dei rifiuti urbani. Con questi livelli di differenziata, che intendiamo aumentare, e grazie agli impianti presenti sul nostro territorio, il sistema modenese è equilibrato e autosufficiente".
Tra i Comuni più "ricicloni" del 2012 al primo posto Novi con il 74,3 per cento, al secondo S.Cesario sul Panaro con il 71,9 per cento, al terzo Campogalliano con il 70,7; seguono Soliera al 70,2 per cento, poi diversi Comuni oltre il 60 per cento come Bastiglia (66,1), Bomporto (68,8), Fiorano (64), Formigine (61), Maranello (63,6), Nonantola (63,1), Carpi (61,8) e Castelvetro (65,8). Modena raggiunge quota 54,7 per cento, Sassuolo il 59,7. In crescita la montagna dove in media la raccolta differenziata supera il 40 per cento; tra i Comuni montani con le migliori performances oltre il 40 per cento vi sono Pavullo, Pievepelago, Prignano, Riolunato, Serramazzoni e Zocca.
Continua a diminuire la produzione di rifiuti solidi urbani. Complessivamente i modenesi nel 2012 hanno prodotto 441.838 tonnellate di rifiuti contro le 454.078 tonnellate del 2011; in pratica ogni modenese produce ogni anno 625 chili di spazzatura. In diminuzione anche i rifiuti indifferenziati raccolti (meno 6,8 per cento) con una raccolta differenziata che sfiora quota 250 mila tonnellate: in pratica ogni modenese ricicla ogni anno 354 chili di rifiuti.
Come vengono gestiti i rifiuti nel modenese? Delle oltre 191 mila tonnellate raccolte in modo indifferenziato, circa 127 mila tonnellate (pari al 28,8 per cento del totale dei rifiuti urbani prodotti) sono finite nel termovalorizzatore di Modena, circa sei mila tonnellate (pari all' 1,4 per cento del totale) all'impianto di selezione e biostabilizzazione di Carpi e il resto, circa 58 mila tonnellate (pari al 13,2 per cento del totale) è finito nelle sei discariche attive nel modenese.
Della raccolta differenziata solo lo 0,3 per cento (1.208 tonnellate) viene avviato a impianti di smaltimento poiché non riciclabile, il resto (oltre 248 mila tonnellate) è avviato al recupero.
Per quanto riguarda la composizione della differenziata il 22,4 per cento è costituita da carta e cartone, il 17,5 da sfalci e potature, il 16,9 per cento dalla frazione organica, oltre il 10 per cento da vetro e lattine, oltre il 9 per cento da legno, il 7,6 da plastica, il 6,5 per cento da inerti, poi ingombranti, pneumatici, metalli, abiti e prodotti tessili e rifiuti elettronici ed elettrici (Raee).
Per quanto riguarda gli effetti del sisma, non sembrano si siano verificate ripercussioni negative sulla raccolta differenziata; tuttavia tra le conseguenze più evidenti sulla raccolta dei rifiuti degli eventi sismici spiccano le macerie degli edifici crollati o demoliti: nel 2012 oltre 200 mila tonnellate sono state portate nelle apposite aree di stoccaggio provvisorio, per la selezione e la cernita in vista di un definitivo smaltimento.
Tutti i dati elaborati dall'Osservatorio sono disponibili sul sito web della Provincia di Modena, alla sezione Ambiente, pianificazione e gestione rifiuti. Entro settembre saranno disponibili i dati relativi al primo semestre 2013.
- In allegato la tabella 2012 per comune -
(Fonte Provincia di Modena)