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Sabato, 21 Dicembre 2019 09:11

Ripreso l'evaso da Parma

La Polizia di Stato ha tratto in arresto e ha ricondotto presso il carcere di Parma il pericoloso latitante, condannato all'ergastolo presso il predetto carcere, Berni Enzo classe 72.
Il soggetto era evaso in data 17.12.19

Più tardi i dettagli dell'operazione.

Pubblicato in Cronaca Parma

Catturato a Milano dalla Polizia di Stato tunisino internato, sospettato di radicalizzazione islamica, allontanatosi dalla Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia

Nella tarda mattinata del 5 dicembre scorso, personale della locale DIGOS ha rintracciato, ponendo fine alla sua fuga, un cittadino tunisino di 33 anni, già internato presso la Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia. Il soggetto era sottoposto al monitoraggio dei detenuti a rischio radicalizzazione islamica.

Il 30 novembre scorso lo straniero è stato dimesso dalla Casa di Lavoro ed accompagnato da volontari per recarsi al mercato “BIO – Solidale” di Piazza Aldo Moro di Castelfranco Emilia, essendo stato ammesso al lavoro esterno tutti i sabati del mese.

Il soggetto, senza documenti al seguito, eludendo la vigilanza, si era allontanato, rendendosi irreperibile.

Attraverso il raccordo con il personale della Polizia Penitenziaria, è stata avviata un’immediata attività per il suo rintraccio. È emerso che il tunisino intratteneva rapporti affettivi con una cittadina ecuadoregna residente a Gubbio, pertanto è stato subito allertato personale della Digos di Perugia, che ha a sua volta attivato le ricerche nel territorio di competenza.

D’intesa con la locale Autorità Giudiziaria, è stato avviato il monitoraggio del telefono cellulare in uso al ricercato. Dai primi risultati, il telefono ha dato tracce di presenza in alcune zone del centro di Milano.

Sono state, pertanto, intensificate le ricerche del soggetto nei luoghi segnalati e, nella tarda mattinata di ieri, restringendo notevolmente l’area di ricerca, con non poca difficoltà il tunisino è stato individuato mentre a piedi stava percorrendo i viali del parco pubblico “Vittorio Formentano”.

Al termine delle formalità di rito espletate presso gli uffici della Digos di Milano, il tunisino è stato associato presso la Casa Circondariale di San Vittore, in attesa di trasferimento presso la Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia per proseguire la misura di sicurezza applicata.

Atteso il livello di radicalizzazione attribuito all’internato, sono in corso da parte di questa Digos attive indagini finalizzate a ricostruire il circuito relazionale costituitosi durante il periodo di fuga.

 

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Personale del Commissariato di P.S. di Carpi ha tratto in arresto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Corte d’Appello di Bologna il 30 settembre scorso, un giovane 20enne, di origini senegalesi.


L’arrestato è uno degli autori del furto dei mezzi di SETA, che erano stati poi utilizzati come ariete contro l’Istituto Meucci il 21 aprile 2017.


Il 20enne era stato sottoposto agli arresti domiciliari a seguito di un cumulo di pene per i fatti sopra descritti e per una serie di altri reati, da ultimo la violenta rapina ai danni di una tabaccheria di Cortile di Carpi, perpetrata il 13 ottobre 2018, per la quale era stato arrestato in flagranza.


Il giovane era evaso più volte dal regime di detenzione a cui era sottoposto; puntualmente segnalato per tale condotta dagli agenti del Commissariato di Carpi all’Autorità Giudiziaria, quest’ultima ha emesso l’ordinanza di ripristino della detenzione in carcere.


Rintracciato presso la propria abitazione, è stato associato alla locale Casa Circondariale

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Detenuto in permesso non fa rientro all'Istituto di pena: arrestato dalla Polizia di Stato in collaborazione con la Polizia Penitenziaria

Questa mattina, personale della Squadra Mobile, unitamente agli agenti della Polizia Penitenziaria, ha tratto in arresto un cittadino italiano, di 44 anni, che non aveva fatto rientro alla Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia e che era quindi ricercato per il reato di evasione.

All'uomo era stato concesso il permesso di uscire dall'Istituto di pena per svolgere un'attività lavorativa. La scorsa domenica però l'italiano non ha fatto rientro presso la Casa di reclusione e sono state quindi avviate le ricerche a suo carico.

A seguito di attività investigative, condotte mediante l'analisi dei tabulati e delle celle telefoniche, gli operatori della Squadra Mobile hanno potuto così rintracciare l'evaso a Bologna, precisamente all'interno di un bar dove stava consumando degli alcolici. Il detenuto è stato accompagnato presso la casa di reclusione di Castelfranco Emilia per la prosecuzione della pena detentiva in atto.

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Evasione, intorno alle 14,30 di ieri, dal carcere dei 'Cappuccini' della Repubblica di San Marino.

I fuggitivi, dei quali la Gendarmeria sammarinese ha diffuso le foto segnaletiche, sono Achille Lia (1968), cittadino italiano di 50 anni e Albano Hametovic (1986) di 32 anni originario della Bosnia Erzegovina: erano in carcere per l'espiazione di pene definitive rispettivamente per 12 mesi (di cui sei mesi già espiati) e 18, entrambi per reati di furto.

Le modalità della fuga sono ancora in parte da ricostruire, ma sembra che abbiano aggredito un custode e l'ausiliaria ma ancora non si consce come abbiano fatto a aprire le porte per uscire.

Al momento non sembra che abbiano lasciato il territorio di San Marino poiché non sono stati denunciati furti di mezzi.

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Contrasto all'abusivismo commerciale: tra gli espositori di "Modena benessere 2017" scoperto un commerciante evasore totale dal 2000. 

Modena 28 novembre 2017 - Nella rete dei controlli eseguiti dai finanzieri di Modena è incappato un sessantenne trovato a vendere abusivamente capi di abbigliamento ed altri accessori presso la manifestazione fieristica "Modena Benessere" svoltasi nel comune geminiano lo scorso week end.

Già da tempo la Guardia di Finanza modenese, anche in risposta a segnalazioni pervenute da cittadini e/o associazioni di categoria in ordine a situazioni di irregolarità relative a fenomeni di commercio abusivo e di lavoro nero presenti nel tessuto economico locale, ha avviato specifiche e strutturate misure di contrasto volte a garantire una sempre maggiore tutela dell'economia legale, pianificando ed intensificando le attività di controllo economico del territorio. Attività che, per il forte richiamo di avventori ed il conseguente interesse a realizzare ingenti guadagni da parte di possibili venditori abusivi, sono estese anche ai grandi eventi fieristici che sono promossi nel capoluogo.

E in tale contesto, nel pomeriggio di sabato 25 novembre u.s., nel corso di una tipica attività d'Istituto a contrasto del sommerso da lavoro, i finanzieri del Gruppo di Modena hanno individuato presso i padiglioni del "Modena Benessere" un venditore di capi di abbigliamento privo del misuratore fiscale che, nella circostanza, si dichiarava titolare dell'omonima ditta individuale. Dai successivi approfondimenti esperiti in loco, le fiamme gialle modenesi scoprivano che la Partita Iva utilizzata dal "commerciante" era in realtà ricollegabile all'attività di agente in commercio di prodotti alimentari, bevande e tabacco, per la quale il soggetto in questione non aveva mai presentato alcuna dichiarazione fiscale dal 2000 ed era già stato sottoposto a procedura fallimentare nel 2003.

In ragione dell'accertata situazione di abusivismo commerciale, i militari hanno, da subito, proceduto ad interrompere la reiterazione della condotta illecita, ad inventariare tutti i beni nella disponibilità del medesimo, nonché ad indentificare una donna di nazionalità italiana, dichiaratasi sua collaboratrice, che assisteva i vari clienti, la cui posizione è in corso di approfondimento.

L'azione dei finanzieri di Modena testimonia concretamente come la Guardia di Finanza, attraverso l'esercizio delle tipiche funzioni di polizia economico-finanziaria, presidi sistematicamente il territorio al fine di garantire la tutela sia dei consumatori che degli stessi commercianti da tutte quelle condotte di illegalità e di abusivismo che danneggiano il tessuto economico locale e nazionale e che alterano le condizioni di libera concorrenza con gravi conseguenze per l'intera collettività.

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La Guardia di Finanza di Forlì ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo - finalizzato alla confisca per equivalente, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Forlì - dott.ssa Monica Galassi, su richiesta del Sost. Proc. dott.ssa Sara Posa della Procura della Repubblica di Forlì, che ha interessato un fabbricato industriale del valore di oltre 400 mila.

Il provvedimento magistratuale è stato disposto sulla base delle risultanze di un'attività di verifica fiscale condotta dal Gruppo di Cesena nei confronti di un'impresa di Longiano operante nel settore della raccolta e depurazione delle acque di scarico.

L'ispezione ha fatto emergere che la ditta, negli anni d'imposta dal 2011 al 2015, non ha mai presentato le dichiarazioni annuali ai fini delle II.DD. e dell'I.V.A. risultando così evasore totale.

Nello specifico è stato possibile appurare che la verificata non ha dichiarato complessivamente quasi € 1.4 milioni ai fini delle imposte dirette e quasi € 600 mila euro ai fini dell'Iva.

Pertanto il responsabile dell'impresa è stato deferito all'Autorità Giudiziaria per la violazione di reati di natura tributaria.
Inoltre, sempre nel corso della medesima attività, sono state riscontrate ulteriori condotte penalmente rilevanti perpetrate dal rappresentante legale della verificata che ha effettuato attività di gestione di rifiuti - non pericolosi - tramite l'utilizzo di autocarri privi delle prescritte autorizzazioni.

Anche per tali vicende si è instaurato procedimento penale a cognizione del Procuratore - Dott. Filippo Santangelo, nell'ambito del quale era già stato disposto ed eseguito dal Gruppo di Cesena un altro decreto di sequestro preventivo di n. 2 autocisterne utilizzate per la commissione degli illeciti contestati.

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Giovedì, 12 Ottobre 2017 10:56

Evadono durante il pranzo con il Papa

Due italiani detenuti nella casa di reclusione di Castelfranco Emilia hanno fatto perdere le loro tracce poco dopo l'Angelus di Bergoglio. Non era la prima volta che i due tentavano di fuggire.

CASTELFRANCO EMILIA (MO) – Facevano parte della delegazione di venti detenuti della casa di detenzione di Castelfranco Emilia che lo scorso 1° ottobre si è recata a Bologna per assistere alla visita di Papa Bergoglio e pranzare con lui. Ma i due napoletani hanno pensato bene di sfruttare quell'occasione per far perdere le loro tracce.

Secondo quanto trapelato, una volta tornati alla casa di detenzione, i volontari si sono resi conto della mancanza dei due, già recidivi per un precedente tentativo di fuga e per questo destinatari di una misura di sicurezza detentiva, poiché ritenuti socialmente pericolosi.

Il progetto di fuga pare avere preso corpo dopo l'Angelus del pontefice e poco prima del pranzo. Sono state informate le Forze dell'Ordine che hanno preliminarmente raccolto informazioni sull'organizzazione del pranzo con Papa Bergoglio per capire la dinamica.

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Il professionista non presentava la dichiarazione dei redditi dal 2011 e, di conseguenza, non ha mai versato alcuna imposta all'Erario. A suo carico anche denunce per truffa sporte da alcuni clienti.

Parma, 22 febbraio 2017

Dal 2011 non presentava la dichiarazione dei redditi: questo quanto scoperto dalla Guardia di Finanza di Parma durante l'attività di contrasto all'evasione e alle frodi fiscali.

Nei giorni scorsi l'attenzione dei militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Fidenza si è concentrata nei confronti di un "esperto del settore", un commercialista con studio in un comune della provincia di Parma. A seguito dell'analisi della posizione è emerso che dal 2011 il professionista non ha mai provveduto a presentare le dichiarazioni dei redditi e, di conseguenza, non ha mai versato alcuna imposta all'Erario. L'uomo non era nuovo a perpetrare illeciti tanto che a suo carico risultano denunce per truffa sporte da alcuni clienti.

In ragione degli elevati profili di rischio emersi, è stato monitorato a lungo dai Finanzieri, fino all'avvio del controllo fiscale nei suoi confronti. Sulla base anche degli elementi raccolti sull'agiato tenore di vita sono stati riscontrati redditi per oltre 60 mila euro e IVA non dichiarata di circa 10 mila euro all'anno.

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La Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha sequestrato l'intero patrimonio ad un imprenditore reggiano che non solo deteneva abusivamente armi da fuoco, ma che ha evaso il fisco per 5 milioni di euro.

di Alexa Kuhne

Reggio Emilia, 4 luglio 2016 –

Deteneva abusivamente un arsenale di armi. E non solo. Perché, il noto imprenditore operante nel settore della meccanica, ha evaso il fisco per 5 milioni di euro.
Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro di beni, emesso dal Tribunale di Reggio Emilia nei confronti di B.C., imprenditore reggiano operante nel settore della meccanica.
Sono stati, nel 2014, gli uomini della Polizia di Stato, nel corso di un controllo amministrativo sul conto del noto industriale reggiano, a constatare che lo stesso aveva nella propria disponibilità 2.400 fucili e pistole e denaro contante per circa 1.000.000 (tra euro e dollari americani). In quella circostanza, l'imprenditore, ritenuto responsabile del reato di detenzione abusiva di munizionamento per armi da guerra, era stato arrestato.
Dal momento del fermo la Guardia di Finanza ha avviato un'attività di verifica fiscale nei confronti della ditta individuale riconducibile al soggetto, riscontrando la sottrazione di denaro imponibile a tassazione per circa 5 milioni di euro e ha così denunciato l'imprenditore per i dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e per occultamento o distruzione di documenti contabili.

A garanzia del debito tributario è stata avanzata la richiesta di sequestro per equivalente per oltre 3 milioni di euro.
Stante la pericolosità economico - fiscale emersa all'esito della verifica, i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Reggio Emilia hanno avviavato accertamenti nei confronti dell'imprenditore e dei componenti del nucleo familiare, nei cui patrimoni è stata effettivamente evidenziata l'esistenza di una netta sproporzione fra i redditi dichiarati e le patrimonialità accumulate.

Il Tribunale di Reggio Emilia, verificata l'esiguità dei redditi leciti dichiarati (non sufficienti neppure a coprire il costo della vita determinato dall'Istat), ha fatto sequestrare tre abitazioni per un valore di circa 500.000 euro, un complesso aziendale composto da tre capannoni industriali con relativi impianti, macchinari e prodotti, nove veicoli, 2.400 armi da fuoco per un valore di circa un milione e mezzo di euro, 169 tra orologi di pregio, anelli, collane e bracciali d'oro, il saldo attivo presente nei vari conti correnti e depositi per € 1.425.142 e 3.100 dollari americani.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
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