Dopo la crisi nulla sarà più come prima. Le imprese per svilupparsi dovranno aumentare l’efficienza produttiva e accedere prevalentemente ai nuovi mercati finanziari. Le banche hanno già dato e non si potrà più contare su di loro in via privilegiata.
di LGC
Parma 27 Gennaio 2014 ----
“La crisi perfetta” come è stata etichettata da Andrea Zanlari - presidente di CCIAA di Parma - farà ancora nuova selezione e, dopo la tempesta, nulla sarà come prima. Questo in sintesi quanto emerso dal convegno di ieri "Nuove opportunità di finanziamento per le PMI" promosso da Fondazione Monte Parma in collaborazione con CCIAA di Parma, Borsa Italiana e Prometeia.
Meglio prendere coscienza della situazione e attrezzarsi per “progettare il futuro” come sottolineato da Roberto Delsignore - presidente della Fondazione Monte Parma. Nel ringraziare i relatori intervenuti ai quali passerà parola, Delsignore rimarca gli obiettivi della Fondazione e si auspica che “con la loro competenza ritengo sapranno fornire linee di indirizzo essenziali, sollecitare riflessioni e formulare proposte concrete per affrontare un periodo in cui è necessario invertire la tendenza negativa, iniziare un nuovo ciclo di crescita e ritrovare fiducia per progettare il futuro”.
Tendenza negativa che ha investito fortemente anche la città ducale come ben illustrato dal presidente camerale Andrea Zanlari. “E’ una situazione in cui Parma non è mai stata quella di avere un calo di produzione, un calo degli ordini e un calo di fatturato” in contemporanea. Una situazione complessa che vede coinvolgere nella crisi locale anche la GDO e l’alimentare che sono stati i capisaldi della nostra economia. “Cosa più preoccupante - conclude Zanlari - il calo del PIL procapite ” che da 28.900€ è crollato a 24,800 circa. Una sensibile minore disponibilità economica delle famiglie che si aggraverà ancor più nel prossimo futuro considerando i 12.000 cassintegrati provinciali che, peraltro, non sono conteggiati nel calcolo del tasso di disoccupazione provinciale arrivato al 7,8%.
Ma se Parma piange il resto d’Italia non ride. Dello scenario macro economico se ne è occupato Giuseppe Lusignani - vice presidente Prometeia - il quale ha posto una pietra miliare: non si tornerà più come prima e soprattutto gli strumenti finanziari non saranno più gli stessi.
“Il gap che abbiamo accumulato in questi sei anni (8 punti di PIL) di crisi non lo recuperiamo” e probabilmente solo per il 2020 si ritornerà ai livelli del 2007. Ma per il PIL procapite dovremo attendere ancora oltre, “Bisogna quindi pensare a tempi lunghi”.
Tra i grandi cambiamenti a cui le imprese dovranno adattarsi il principale sta nell’accesso al credito. L’ampia e documentata illustrazione del professor Lusignani, non lascia scampo a interpretazioni diverse: le Banche, non solo in Italia ma in tutta Europa, hanno esagerato nel concedere credito innescando quindi la crisi datata tra il 2007 e il 2008. Per questa ragione non ci si può attendere una riapertura di linee credito come le imprese erano abituate.
Stando ai dati illustrati, dei circa 60 miliardi necessari a sostenere lo sviluppo delle imprese, solo 25, massimo 30 potranno essere messi a disposizione dal sistema bancario. Il resto dovrà arrivare dal miglioramento dell’efficienza produttiva delle imprese e dai mercati finanziari, Borsa in primis.
In breve sintesi la ripresa di un ciclo economico virtuoso va innescata puntando sulle aziende ad alta efficienza. Dallo studio Promoteia in Emilia Romagna, le aziende che registrano indicatori d’eccellenza (ad esempio ebitda 7%) sarebbero 214 delle quali 26 collocate a Parma. E’ da queste che bisogna partire per la ripresa e considerando orizzonti temporali di lungo periodo. Dello stesso avviso è Alessandra Franzosi di Borsa Italiana la quale, dopo un’ampia illustrazione dei nuovi mercati non regolamentati destinati alle PMI messi a disposizione da Borsa Italiana, auspica la creazione di una “Comunità di investitori istituzionali di lungo termine, domestici e di capitali pazienti che sappiano e si irrobustiscano nell’investire nel sistema paese in modo diverso da quello che è stato fatto sinora attraverso la sottoscrizione del debito pubblico ma attraverso quelle che sono le necessità delle imprese.”
In conclusione la ripresa economica va costruita sia attraverso l’accesso ai nuovi mercati finanziari non regolamentati (ExtraMot), sia attraverso percorsi di formazione specifica a questi strumenti (progetto ELITE) ma anche seguendo un percorso endogeno di miglioramento dell’efficienza aziendale che consentirà alle imprese di troverà più facilmente partner “pazienti” in grado di accompagnarne la crescita e il valore.