Nuovi accordi con le tre maggiori catene distributive. Obiettivo export a 100.000 forme nei prossimi cinque anni. Dall'informazione alla formazione degli addetti alle vendite. -
Reggio Emilia, 6 luglio 2015 -
Raddoppiare le esportazioni sul Canada nei prossimi cinque anni, con il passaggio da 50.000 a 100.000 forme: è questo l'obiettivo del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che dal Fancy Food di New York (la più prestigiosa vetrina internazionale dell'agroalimentare) è rientrato con nuovi e rilevanti accordi con le tre principali catene distributive al dettaglio: Costco Canada, Loblaws e Sobey's.
"Il mercato canadese - spiega il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - rappresenta, per importanza, il secondo mercato extra UE dopo gli Stati Uniti, con 50.000 forme (circa 2.000 tonnellate) di export annuo, ed è qui che negli ultimi dieci anni si è fortemente diffusa la conoscenza del nostro prodotto, considerato il "re" dei formaggi per le sue caratteristiche del tutto naturali, la versatilità nell'utilizzo legata alle diverse stagionature e le tecniche di produzione artigianali, particolarmente apprezzate in Canada".
"L'export, pur essendo costantemente aumentato - spiega Deserti - ha però risentito, sino ad oggi, dei limiti imposti dal regime delle quote in vigore in Canada, che impone un tetto alle importazioni di formaggi dall'Unione Europea. Ora, però, si aprono prospettive del tutto nuove, legate da una parte all'accordo sul libero scambio Ceta (siglato tra Unione Europea e Canada nel 2014) che programma per i prossimi anni la concessione di nuove quote per le importazioni di formaggi europei (si dovrebbero aggiungere 18.000 nuove tonnellate per i formaggi europei) e, dall'altra, proprio grazie agli accordi siglati dal Consorzio a New York con le tre grandi catene canadesi".
"I contatti avuti con importatori e detentori di quote - aggiunge il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano - non solo confermano che il nostro è tra i formaggi più richiesti, ma che è possibile puntare proprio al raddoppio delle esportazioni, con 50.000 forme in più nell'arco di cinque anni".
"L'elemento che accomuna gli accordi con le catene distributive canadesi - prosegue Deserti - è il lavoro che verrà sviluppato sulla conoscenza del prodotto, sull'informazione sui fattori di distintività del Parmigiano Reggiano e - fatto particolarmente rilevante - sul supporto che verrà assicurato alle catene nella formazione del personale addetto alle vendite".
E mentre dal Canada giungono intanto notizie già di per sè positive, con un incremento del 10% delle esportazioni di Parmigiano Reggiano nei primi mesi del 2015, dal Consorzio giunge la conferma che "proprio il coinvolgimento diretto delle catene distributive - come spiega il presidente Giuseppe Alai - è l'elemento strategico sul quale sarà imperniato tutto il lavoro sulle esportazioni e che va ad affiancare i progetti costruiti con esportatori ed importatori". "Nelle aree del mondo con maggiore potenziale di sviluppo - conclude Alai richiamando Paesi extra UE come Usa, Canada, Sud America e Cina - si sta infatti rivelando fondamentale questo approccio che ci porta nei punti vendita a parlare direttamente con i consumatori e a creare nuove conoscenze e consapevolezze tra chi gestisce il vero e proprio atto di vendita".
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Tre giorni di grandi piatti con il ristorante temporaneo "Osteria Francescana" nella capitale di un Paese che vale 5.000 tonnellate di export
Reggio Emilia, luglio 2015 - Dopo le vetrine di Harrods, nelle quali è stato esposto nel marzo scorso, il Parmigiano Reggiano continua a parlare di sè a Londra, capitale di un Paese in cui è altissimo il posizionamento di quello che viene esplicitamente definito il "re dei formaggi" e che vale quasi 5.000 tonnellate in termini di esportazioni, collocandosi al quarto posto nella graduatoria mondiale dell'export di Parmigiano Reggiano.
Lo chef stellato Massimo Bottura, infatti, proprio a Londra ha aperto per tre giorni il ristorante temporaneo "Osteria Francescana" (omonimo di quello di Modena, recentemente classificato come il secondo miglior ristorante al mondo), portando nella più prestigiosa casa d'aste del mondo, Sotheby's, una degustazione di alcuni dei suoi piatti più famosi.
Bottura (che all'indomani terremoto che nel maggio 2012 devastò l'Emilia e il mantovano, aree di produzione del Parmigiano Reggiano, creò il risotto "cacio e pepe", replicato in decine di migliaia di famiglie come simbolo di solidarietà) rappresenta un vero e proprio ambasciatore del Parmigiano Reggiano nel mondo, simbolo di quella collaborazione che in modo sempre più stretto lega la Dop all'alta cucina, con il moltiplicarsi di richieste di collaborazione al Consorzio da parte dei grandi chef di tutto il mondo sia nella loro quotidiana attività che, a maggior ragione, in occasione di grandi eventi come quello londinese.
(fonte CFPR Reggio Emilia 1 luglio 2015)
Dati Istat senza precedenti nei primi tre mesi. Alai: "Ragioni contingenti, occorre lavorare su altri elementi di stabilità". -
Reggio Emilia, 27 giugno 2015 -
"Questi risultati sono frutto di un lavoro intenso sviluppato in quello che, per il Parmigiano Reggiano, rappresenta il primo mercato extra UE e il terzo mercato estero in assoluto, ma su di essi ha sicuramente inciso il rallentamento registrato negli ultimi mesi del 2014 per le attese degli operatori commerciali sui mercati valutari (tanto che l'anno si è chiuso con un - 8%) ed un rapporto euro-dollaro che si è consolidato come più decisamente favorevole alla divisa americana". E' molto soddisfatto, ma prudente, il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, a fronte degli ultimi dati dell'Istat sull'export di formaggi grana negli Stati Uniti, che parlano di un incremento del 74% nel primo trimestre 2015.
"Un risultato straordinario - sottolinea Alai - su un mercato che nel 2014 ha assorbito quasi 6.600 tonnellate di Parmigiano Reggiano e che, da solo, detiene una quota del 17,6% del totale delle nostre esportazioni, preceduto solo da Germania (20,8% dell'export di Parmigiano Reggiano) e Francia (20%) e che vede proprio il Parmigiano Reggiano ai vertici delle esportazioni di formaggi duri italiani negli Usa, con quasi due terzi del totale".
"Gli elementi contingenti che hanno determinato questa crescita negli Usa - spiega però Alai - influiranno ancora sui dati del mese di aprile, ma il loro effetto si attenuerà nei mesi successivi, ed è per questo che stiamo lavorando su elementi più certi e prevedibilmente più duraturi, a partire da quella ripresa economica statunitense che favorisce un rilancio dei consumi e, in quest'ambito, il consolidamento di un'attenzione alle Dop italiane e ai prodotti completamente naturali, come il nostro, che stanno occupando uno spazio sempre più rilevante nelle abitudini alimentari degli americani".
"Già a partire da domenica - spiega il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - saremo al Summer Fancy Food di New York (la vetrina mondiale per eccellenza dell'agroalimentare, con oltre 2.000 espositori), dove avremo nuovamente modo di incontrare le più importanti catene distributive statunitensi per rafforzare tutte le azioni che stiamo conducendo all'interno dei punti vendita per promuovere la conoscenza e il consumo del Parmigiano Reggiano".
"Soprattutto quest'anno - prosegue Deserti - il grande evento newyorkese non sarà, però, solo una grande vetrina commerciale, avendo sullo sfondo le trattative per gli accordi TTIP tra UE e Stati Uniti".
"Il nostro obiettivo - spiegano Alai e Deserti - è quello di far sì che vengano elevate le protezioni del marchio Parmigiano Reggiano, anche nelle sue traduzioni. Contestualmente è necessario "fare pulizia" attorno agli usi impropri e ingannevoli per i consumatori statunitensi, soprattutto in materia di uso del tricolore e di richiami geografici che lasciano pensare che i prodotti che nascono in Usa o Sud America abbiano un'origine italiana".
"A questo - osservano il presidente e il direttore del Consorzio di Tutela - si lega anche il tema delle quote import, perchè la loro eliminazione su questo mercato, senza una contemporanea forte tutela della denominazione "Parmesan", che in Europa è già tutelata e riconosciuta come esclusivamente legata al Parmigiano Reggiano, paradossalmente rischierebbe di dar vita ad un mercato parallelo, con formaggi duri prodotti magari in altri Paesi europei che, una volta giunti negli Usa, potrebbero essere etichettati come "Parmesan", magari con l'aggiunta di tricolore e italian sounding".
(fonte: Consorzio del Parmigiano Reggiano)