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Modena, 30 ottobre 2013
 
Al centro del documento di Rete Imprese Italia per la discussione dei bilanci 2014 con i sindaci, la ridefinizione delle partecipazioni pubbliche nelle multiutility, la lotta all'abusivismo e il categorico divieto di ricorrere nuovamente alla leva fiscale -
 
La pressione fiscale sulle aziende è arrivata a livelli insostenibili: l'incidenza delle imposte sul costo del lavoro impedisce la crescita dell'occupazione (il cuneo fiscale ha raggiunto quota 46,2%). Si continua a tagliare le risorse agli enti locali i quali, a loro volta, non individuano altra strada che scaricare sulla comunità questi tagli aumentando la pressione tributaria: Regione, Provincia di Modena e Comuni dal 2008 ad oggi hanno quasi triplicato il prelievo sui contribuenti. Nel frattempo, i tagli ai costi della politica sono insufficienti e sono ancora troppi gli sprechi di risorse pubbliche che mettono a rischio i conti dello Stato. E' un circuito perverso che va interrotto.
La situazione ci obbliga a profondere tutti gli sforzi possibili per la razionalizzazione e riduzione della spesa corrente. Nel caso delle pubbliche amministrazioni, l'obiettivo deve essere quello di evitare l'ulteriore ricorso alla leva fiscale. Rete Imprese Italia porta questo tema-chiave all'attenzione delle amministrazioni locali durante la fase di definizione dei bilanci preventivi 2014.
Tra i tanti punti che verranno esaminati in occasione del confronto con i sindaci per l'elaborazione di bilanci 2014, Rete Imprese punta innanzitutto sulla questione multiutility. Le Associazioni – Cna, Confcommercio, Confesercenti, Lapam - chiedono alle amministrazioni locali, in quanto azionisti di riferimento delle società "multiutility" cui è affidato il servizio, di esercitare con più determinazione il diritto-dovere di controllo sui costi di gestione e produzione e sulle scelte che impattano su cosi e qualità del servizio stesso, a tutela degli interessi generali delle comunità che esse rappresentano, prima che degli azionisti, tra i quali appunto gli stessi municipi. Risulta altrimenti difficile spiegare il senso delle partecipazioni dei Comuni nelle società: non può e non deve essere una mera questione di dividendi. Sulle partecipazioni azionarie dei Comuni nelle società multiservizi le Associazioni hanno sempre avanzato forti perplessità, perché vanno a innescare un conflitto d'interessi che oggi assume ancora più rilevanza. E' giunto il momento di superare i monopoli oggi esistenti e aprire realmente i servizi al mercato. Peraltro, questa scelta rientra nel più ampio piano di dismissioni di partecipazioni in società non inerenti l'interesse generale, che le Associazioni reclamano da tempo e a gran voce.
Preoccupa, poi, la ridefinizione dei tributi sui rifiuti e della cosiddetta IMU: ci aspettiamo dai Comuni scelte che non penalizzino ulteriormente le aziende, già allo stremo a causa della crisi. Inoltre l'applicazione della TRISE dovrà essere tra i primi argomenti di confronto con le amministrazioni comunali. Quanto alle addizionali IRPEF, molti Comuni hanno applicato l'aliquota massima prevista dalla normativa, lo 0,8% (Modena, Pavullo, Castelfranco ecc.). Non c'è più spazio per ulteriori aumenti.
Le Associazioni insistono sul tema delle Unioni dei Comuni, convinte che la strada della collaborazione su funzioni e servizi porti a risparmiare risorse decisive: è necessario che dal 1 Gennaio 2014, dopo tante parole spese, vengano messe finalmente in pratica le previsioni di legge sulla gestione associata delle funzioni amministrative, ove ancora non succede.
Un fronte sul quale è urgente operare è quello della semplificazione burocratica. I livelli di discrezionalità dei singoli comuni – in un settore su tutti, l'edilizia, ma anche negli altri – moltiplicano gli adempimenti anche ove si tenta di ridurli, spesso per via di localismi anacronistici. L'uniformità delle regole sul territorio è invece fondamentale per ridurre costi e tempi delle risposte. Nel Dicembre 2011 la Regione Emilia Romagna ha varato una legge sulla "semplificazione del sistema amministrativo locale": a distanza di quasi due anni si pone l'esigenza di verificare quali azioni siano state messe in campo e con quali risultati.
Va rivista la deregolamentazione delle aperture domenicali introdotte dal decreto Salva Italia: le aperture domenicali deregolamentate non costituiscono in alcun modo un presupposto serio per incrementare i consumi, visto il loro inarrestabile calo. Piuttosto, finiscono per mortificare la vocazione fortemente locale di molte imprese del territorio.
Tra i temi da sottolineare, centrale è quello della legalità: è il caso della microcriminalità in aumento, che spinge molti imprenditori a lamentare la totale assenza di presidio su alcune aree del territorio, ma anche dell'abusivismo dilagante nelle professioni. L'abusivismo colpisce tutti i settori e ha oggi assunto una dimensione tale da rappresentare sicuramente la prima forma di evasione fiscale, oltre che di competizione sleale nei confronti delle aziende che operano nella trasparenza.
Ma, di là dai tagli, le amministrazioni locali devono anche prendere in esame misure per rilanciare l'economia. Progetti da assumere come riferimento ce ne sono diversi per favorire il recupero e il riutilizzo del patrimonio immobiliare (mettendo così anche un freno al consumo di territorio ai fini edificatori). Si tratta, cioè, di rendere più conveniente la ristrutturazione degli immobili, salvandoli dal degrado per consentire successivamente l'apertura di nuove attività. La richiesta che le associazioni avanzano di nuovo ai Sindaci è dunque quella di stimolare e incentivare le iniziative di recupero/riuso/riqualificazione del patrimonio edilizio esistente (a partire dai centri storici), riducendo l'entità degli oneri dovuti per queste operazioni, cioè scontando in maniera significativa i relativi "contributi di costruzione". Questi interventi potrebbero anche fornire un supporto per le imprese edili.
 
(Fonte:Ufficio Stampa CNA
 MO)


Cna e Lapam chiedono un chiarimento urgente

Modena, 26 ottobre 2013 - -

Un'interpretazione, che potrebbe essere giudicata pretestuosa, delle banche sulle procedure di compilazione delle domande di rifinanziamento delle imposte nei territori colpiti dal sisma sta mettendo a rischio la possibilità dei contribuenti di avere accesso a questa agevolazione.

Il problema è legato alle richieste già presentate a giugno per usufruire del finanziamento dei versamenti in scadenza sino a settembre. L'interpretazione data dall'Agenzia delle Entrate e dalla relativa procedura di compilazione delle domande, lascia intendere che una nuova domanda debba essere presentata solo qualora si intenda usufruire della possibilità di accedere al rifinanziamento delle imposte in scadenza dal 1 ottobre al 15 novembre, in caso contrario sarebbe sufficiente ripresentare in banca il modello già presentato a giugno, con la ricevuta dell'Agenzia delle Entrate.

Secondo diversi istituti di credito, invece, il modello dovrebbe essere assolutamente reinviato all'Agenzia evidenziando esclusivamente i mesi (da luglio in poi) oggetto del "nuovo" finanziamento. In caso contrario gli istituti dovrebbero (?) rifinanziare anche la parte già finanziata.

Un problema che Cna e Lapam avevano già sollevato con largo anticipo per evitare che sorgessero problemi, che si sono palesati all'ultimo momento.

Questo atteggiamento costringerebbe i contribuenti ad un'affannosa corsa alla compilazione delle domande, da presentare entro il 1 novembre, con la complicazione dello sciopero bancario previsto per il 31 ottobre.

Le Associazioni ritengono immotivato questo atteggiamento, derivante esclusivamente dalle disposizioni decise dall'Abi e Cassa Depositi e Prestiti, considerato che né le ordinanze, né l'Agenzia delle Entrate afferma nulla in merito.

Cna e Lapam, pertanto, chiedono fermamente un chiarimento urgente su questa vicenda, per arrivare ad un intervento semplificativo in questo senso, affinché a pagare sulla propria pelle questo ennesimo cavillo burocratico non siano i contribuenti.

(Cna Modena)
Roma, 25 ottobre 2013
 
La CNA-Fita pronta alla proclamazione del fermo nazionale dell'autotrasporto -
La CNA-Fita ha ricevuto la lettera che il sottosegretario Girlanda ha inviato ieri a tutte le associazioni di rappresentanza di categoria dell'autotrasporto, giudicandola insoddisfacente. Per questo il prossimo martedì è stata convocata la presidenza della CNA-Fita per considerare la proclamazione del fermo nazionale. Nella nota, accanto ad importanti questioni irrisolte e su cui il Ministero si impegna con precisi interventi risolutivi, si giustappone il semplice impegno a "promuovere" in sede parlamentare "la correzione" del provvedimento contenuto nel disegno di legge di Stabilità e con cui vengono tagliate del 25% le risorse economiche destinate al rimborso trimestrale delle accise. Impegno generico e da discutere in un tavolo di confronto appena convocato. La CNA-Fita prende atto di questa impostazione ritenendola però leggera ed insoddisfacente. La nostra associazione da oltre due anni porta avanti una battaglia sul caro gasolio ed in particolare sul tema della tassazione troppo onerosa e tra le più pesanti in Europa. Abbiamo ripetutamente ribadito ai vari Esecutivi che si sono succeduti la necessità d'intervenire su questo preciso tema e, quando ottenemmo la trimestralizzazione dei rimborsi delle accise, ne apprezzammo l'attuazione precisando che però bisognava procedere con più coraggio su quella strada riportando il prezzo del carburante italiano ai valori medi europei e garantendo all'autotrasporto l'unico strumento, seppur limitato, capace di calmierare un prezzo alla pompa fuori controllo e tra i più cari in Europa. Lo abbiamo fatto anche con precise proposte purtroppo inascoltate. Per queste ragioni riteniamo irresponsabile confondere il tema del caro gasolio e del caro accise con altre questioni, su cui sarà utile discutere in un secondo momento, e invitiamo il Ministro Lupi a dare precise rassicurazioni rispetto alla cancellazione dei tagli, mantenendo invariata l'entità dei fondi destinati al rimborso delle accise. "La girandola dei tavoli ministeriali è costata troppo cara alla categoria che ha garantito oltre sei anni di pace sociale, adesso - ha dichiarato Cinzia Franchini, presidente nazionale - su temi come il caro gasolio c'è bisogno di serietà".
 
(Fonte: CNA-Fita Trasporto merci e persone)
Mercoledì, 23 Ottobre 2013 16:51

Efficienza energetica: guadagnare...risparmiando!

Modena, 23 ottobre 2013
 
Da un lato il risparmio, che restituisce in pochi anni l'intero importo dell'investimento compiuto; e dall'altro il guadagno, attraverso i cosiddetti "certificati bianchi", vale a dire quella sorta di "diritti" maturati grazie agli interventi di efficientamento energetico e vendibili sul libero mercato. Un'opportunità da non perdere per chi, dal 2006 ad oggi, ha investito nell'efficienza energetica della propria attività produttiva.
I potenziali guadagni sono economicamente interessanti, almeno per quegli interventi realizzati sui processi produttivi. Proprio per questo CNA ha organizzato, in collaborazione con Azzero CO2, un seminario gratuito nel quale verranno illustrati dettagli ed esempi di questa grande opportunità imprenditoriale. "Efficientamento energetico dei processi produttivi – risparmi e guadagni" è il titolo del convegno che si terrà domani, giovedì 24 ottobre, a partire dalle 18.00, presso la sala "Arcelli" della sede provinciale CNA (via Malavolti 27, Modena).
Facciamo un esempio particolarmente redditizio di efficientamento energetico: il recupero termico dei fumi di combustione all'interno dei forni. La temperatura di uscita dei fumi è molto elevata: pertanto, applicando ai camini uno scambiatore di calore aria/fumi, l'abbassamento della temperatura di questi ultimi consente di recuperare quantità ingenti di energia termica. A fronte di 80mila euro di spesa per l'installazione, ne tornano ogni anno quasi 50mila in risparmi diretti e 30mila attraverso i "certificati bianchi": spalmato su un quinquennio, l'investimento arriva a fruttare 300mila euro (tendendo, oltretutto, una mano all'ambiente).
Dopo l'introduzione al tema a cura di Ivan Bignardi, amministratore delegato di ASQ. Matteo Nanni di AzzeroCO2 entrerà nel vivo della questione con esempi pratici. Al termine dell'incontro, che è gratuito, verrà lasciato ampio spazio alle domande dei partecipanti.
 
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)
Roma, 22 ottobre 2013
 
Nella legge di stabilità il Governo ha rivisto in base alle richieste effettive il tiraggio dei fondi destinati al rimborso delle accise. Un'operazione apparentemente innocua ma che potrebbe pregiudicare l'autotrasporto la dove i consumi dovessero riprendere -

Se poi malauguratamente si dovesse procedere con nuovi aumenti delle accise, l'attuale consistenza dei fondi in base alle nuove disposizioni contenute nella legge di stabilità sarebbe insufficiente e automaticamente si dovrebbe procedere con la ripartizione degli stessi.

Nelle attuali condizioni economiche e con il gasolio più caro d'Europa l'autotrasporto non tollererebbe una simile decurtazione, rispetto ad un rimborso che non riesce neppure a calmierare un prezzo alla pompa fuori mercato e con la tassazione tra le più alte nell'Unione europea. Anche per questo CNA-Fita richiede al Governo Letta e al Ministro Lupi rassicurazioni che il rimborso delle accise non venga diminuito e richiede un impegno affinché in tempi certi e brevi si possa ristabilire l'accisa mobile, garantendo sul mercato che l'aumento indiscriminato della tassazione dei carburanti non ecceda le reali necessità di bilancio dello Stato. La CNA-Fita sul caro carburante non tollererà passi falsi.

«Il Governo deve capire che sul gasolio - ha dichiarato Cinzia Franchini presidente nazionale - la categoria non può concedere alcunché e che se non si daranno rassicurazioni valide il fermo diventerà la naturale conclusione. Non si potrà dire che non l'avevamo detto e per questo - ha proseguito la Franchini - lo ribadiamo con forza: sul gasolio e sul rimborso accise tolleranza zero. Su tutto il resto siamo disponibili al dialogo, fermo restando che anche sui fondi destinati alla categoria vi sono dei punti fermi come i rimborsi forfettari, quelli Inail e quelli del Sistema sanitario nazionale. Tutti fondi - ha concluso il presidente della CNA-Fita - che arrivano alle imprese direttamente, senza filtri, e senza dover attendere anni».

(Fonte: ufficio stampa CNA-Fita)
Martedì, 22 Ottobre 2013 12:34

Il risparmio energetico nei processi produttivi

Maranello, 22 ottobre 2013
 
Quanto vale, concretamente, il risparmio energetico nei processi produttivi: CNA ne parla domani, Mercoledì 23 ottobre (h 18) presso lo Hotel Maranello Village -

Oltre a garantire nel giro di pochi anni il rientro dagli investimenti effettuati, gli interventi di efficientamento energetico offrono anche un guadagno netto attraverso i cosiddetti "certificati bianchi", che consentono la vendita delle quote di risparmio energetico. Si tratta di un'opportunità importante, soprattutto per le attività produttive che hanno realizzato questi interventi dal 2006 ad oggi.

Non si tratta di percentuali marginali ma di ricavi potenzialmente rilevanti, soprattutto nei processi produttivi: per questo motivo CNA ha deciso di organizzare, in collaborazione con Azzero CO2, un seminario gratuito nel quale verranno illustrati dettagli ed esempi di questa grande opportunità imprenditoriale. "Efficientamento energetico dei processi produttivi – risparmi e guadagni" è il titolo del convegno che si terrà mercoledì 23 ottobre, a partire dalle 18.00, presso lo Hotel Maranello Village (via Terra delle Rosse 12, Maranello): nel corso dell'incontro verranno forniti dettagli sul funzionamento dei "certificati bianchi" in rapporto alle diverse operazioni di efficientamento.

Ad esempio, tra i più efficaci interventi di efficientamento ci sono quelli attuabili nei forni mediante il recupero termico dei fumi di combustione: in virtù dell'elevata temperatura di uscita al camino, è possibile installare uno scambiatore di calore aria/fumi che, abbassando la temperatura di questi ultimi, permetta di recuperare energia termica. Tanto per capirci, si parla di un investimento stimato in 80mila euro complessivi che fa risparmiare ogni anno 48mila euro in forniture di gas, e ne ricava 30mila attraverso i soli certificati bianchi: praticamente si ripaga in un anno, e per i successivi quattro frutta più che bene, tendendo una mano all'ambiente nel frattempo.

L'introduzione sarà affidata a Ivan Bignardi, amministratore delegato di ASQ. Matteo Nanni di AzzeroCO2 entrerà nel vivo della questione con esempi pratici. Al termine dell'incontro, che è totalmente gratuito, verrà lasciato ampio spazio alle domande dei partecipanti.

(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)
Bologna, 21 ottobre 2013
 
L'Osservatorio TrendER sulla congiuntura evidenzia un quadro fortemente negativo -

Giù fatturato e investimenti. Solo l'export segna una decisa ripresa ma insufficiente a compensare la caduta della domanda interna. Male tutti i settori. Anche l'aumento della tassazione generata dalle manovre di risanamento ha prodotto effetti depressivi sul sistema economico. Improntate al pessimismo le aspettative degli imprenditori anche se dopo il voto di fiducia al Governo puntano sulla stabilità come chiave di volta.
La ripresa non è un motore. Per farla ripartire non basta girare la chiave. Ed infatti l'economia regionale non riparte. La conferma viene dall'ultima rilevazione di TrendER, l'Osservatorio di CNA e BCC che in collaborazione con Istat ha indagato 5.040 micro e piccole imprese con meno di 20 addetti, sulla congiuntura dell'Emilia Romagna nel primo semestre 2013. Prosegue il quadro negativo, con dati preoccupanti che presentano un ulteriore indebolimento rispetto al 2012. Il Fatturato totale tocca il livello più basso dal 2008, registrando un -6,7% rispetto allo stesso semestre del 2012. L'incertezza per le prospettive, le difficoltà finanziarie e la perdita dei margini di redditività contribuiscono a far si che nei primi sei mesi dell'anno, si registri un crollo dell'ammontare delle risorse destinate agli Investimenti col -35,5%, il valore più basso sinora registrato da TrendER e mostra come gli investimenti siano ridotti a meno di un terzo dell'ammontare registrato nel 2008. Unico dato positivo si segnala per il Fatturato estero con il +58,9%, la cui incidenza sul totale rimane, tuttavia, ancora troppo bassa per compensare la diminuzione del Fatturato interno (-7,6%) e del Fatturato conto terzi (-7,5%). La rilevazione di TrendER registra una crescita delle spese per retribuzioni (+3,4%) ed un deciso calo delle spese per consumi (-12%). "Mentre la dinamica delle spese da retribuzioni sembra indicare una pausa del processo di sistematico ridimensionamento di tale voce – commenta l'economista Ilario Favaretto - la decisa caduta dei consumi indica che il nuovo ridimensionamento del fatturato coincide con una ancora più decisa diminuzione dei livelli di attività produttiva e di erogazione dei servizi. Le prossime rilevazioni ci diranno se tale ridimensionamento è transitorio, oppure, come c'è da temere, sia fattore legato a scelte di riduzione strutturale della capacità produttiva. Il che vorrebbe dire: non tornare più ai livelli precedenti la crisi."
Di certo assistiamo ad una nuova accelerazione della crisi anziché ad una sua regressione. Accelerazione che non è dovuta solo al crollo del fatturato nelle costruzioni (-10,6%) ma anche al decisivo ridimensionamento del giro d'affari nel manifatturiero e nei servizi (rispettivamente -4,7% e -5,2%). Nel manifatturiero, l'unico settore che sembra riuscito a limitare i danni è la meccanica dove il fatturato si riduce rispetto allo stesso semestre del 2012, "solo" dell'1,8%. L'alimentare, che per due anni è sembrato costituire l'unica eccezione positiva alla condizione generalizzata di crisi del comparto, registra invece nel primo semestre 2013 un forte calo del fatturato (-14,9%), preceduto, per intensità, da quello del legno-mobile (-18%) i cui livelli di fatturato sono il segnale probabile di una decisa riduzione della capacità produttiva. Analoghe valutazioni per il sistema moda (-7,9%) i cui livelli di attività sono, ormai da troppo tempo, inferiori a quelli ante crisi.
Nei servizi si registra la decisa accelerazione negativa di quelli a persone e famiglie il cui fatturato perde l'11%. Le autoriparazioni registrano il più basso livello di fatturato (77,2), con i trasporti che presentano l'evoluzione meno negativa (calo del 3,2).
Sul piano territoriale, TrendER registra dinamiche del fatturato positive solo per due aree provinciali: Modena (+4,9%) e Ravenna (+0,8%). Dinamica negativa dunque per sette province e per due di esse in modo particolare: Ferrara, dove la caduta del fatturato è del 19,2% e, soprattutto Rimini, dove si registra un -27,9%. Le province di Bologna e Forlì-Cesena, registrano una diminuzione compresa tra il 3 e il 4%; Reggio Emilia segue con un calo piuttosto deciso (-10,4%) ma leggermente inferiore a quello complessivo della regione che è del -10,6%. Piacenza e Parma (rispettivamente -5,3% e -7,3%) segnano una decisa inversione di tendenza del semestre precedente.
 
LA CRISI HA "BRUCIATO" IN EMILIA ROMAGNA 13,5 PUNTI DI PIL E 18 ANNI DI CRESCITA ECONOMICA
Il sistema emiliano romagnolo dunque perde competitività. Ad attestarlo non c'è solo la congiuntura negativa. Dall'inizio della crisi (autunno 2008) ad oggi l'Emilia Romagna ha perso 13,5 punti di Pil. Infatti le previsioni stilate prima dello scoppio della crisi delineavano una crescita del 6,1% tra 2008 e 2013, mentre i dati quantificano al contrario una caduta del Pil regionale del 7,4% rispetto al 2008.
Un'altra interessante chiave di lettura fornita dall'analisi effettuata dal Centro Studi Sintesi per CNA, è quella relativa al Pil reale pro capite che, nel 2013, è pari a 27.795 euro. Occorre tuttavia risalire al 1995 per riscontrare un valore del Pil pro capite reale (28.143 euro) analogo a quello del 2013 e al 1994 per trovare un valore inferiore (26.995 euro). In altre parole, la crisi ha bruciato 18 anni di crescita economica. Il settore che più ha sofferto è l'edilizia: nel periodo 2008-2013, il valore aggiunto delle costruzioni in Emilia Romagna si è ridotto di quasi un terzo (-31,3%). Netto calo (-12%) anche per l'industria, mentre il settore dei servizi ha fatto registrare una perdita più limitata (-2,9%). Il prezzo pagato alla recessione è il progressivo deterioramento del livello di competitività del sistema regionale. L'Emilia Romagna, come attestato dalla Commissione Europea, tra il 2010 e il 2013, ha perso ben 28 posizioni nella classifica di competitività delle regioni europee, scivolando dalla 124esima posizione nel 2010, alla 152esima del 2013.
La perdita di competitività del sistema economico regionale è stata causata anche dal rilevante sforzo imposto al nostro territorio dalle manovre finanziarie varate tra l'estate 2010 e la fine dello scorso anno. Nel 2012 il complesso delle manovre finanziarie gravanti sulle Amministrazioni locali della regione era pari allo 0,85 del Pil. Tale incidenza è destinata a salire all'1,1% del Pil nel 2013 e a confermarsi nel 2014, al netto dei contenuti della Legge di Stabilità.
Nel complesso lo sforzo finanziario per l'Emilia Romagna nel 2013 è pari a 1,5 miliardi, ben 438 milioni in più rispetto a quanto richiesto l'anno precedente. Per il 2014, il quadro dovrebbe stabilizzarsi, anche se permangono ancora molte criticità su punti importanti come la distribuzione definitiva del Fondo di solidarietà comunale e la questione dell'assetto finale dell'IMU. In termini pro capite, le manovre degli ultimi anni valgono per quanto concerne le Amministrazioni locali dell'Emilia Romagna, 240 euro nel 2012, 339 euro nel 2013 e 343 euro nel 2014.
I provvedimenti del Governo per risanare i conti pubblici hanno comportato l'aumento della tassazione che a sua volta ha generato effetti depressivi sull'economia. "Sulla base di un apposito modello econometrico – spiega Alberto Cestari di Centro Studi Sintesi – si è stimato che le manovre di austerità, attuate dall'estate 2011 ad oggi, abbiano comportato una perdita di Pil per l'Emilia Romagna pari a 3.552 milioni nel 2013 (-2,6% rispetto allo scenario antecedente la crisi dello spread) e a 4.186 milioni nel 2014 (-2,9%). Le manovre hanno avuto impatti negativi anche sui consumi regionali (-1,6% nel 2013 e – 1,9% nel 2014) specialmente sul sistema casa (-445 milioni nel 2013) che da solo assorbirà il 34% dei minori consumi. Anche i redditi delle famiglie hanno subito una pesante penalizzazione: il costo annuo per le famiglie emiliano romagnole di tutte le manovre approvate è valutabile in 380 euro, manovre che hanno eroso soprattutto il reddito disponibile dei nuclei familiari meno abbienti."
Riformare la spesa pubblica per rilanciare lo sviluppo. E' questa la richiesta di CNA a fronte di dati e cifre. "Nell'attuale scenario di recessione economica – sottolinea il Segretario regionale Gabriele Morelli - il debito pubblico continua a crescere: quest'anno il rapporto debito/Pil sfiorerà il 133%. Appare evidente che la riduzione del debito pubblico prevista dal Fiscal compact non potrà avvenire unicamente mediante la creazione di avanzi di bilancio (più tasse e tagli di spesa), giacchè gli effetti su famiglie e imprese sarebbero pesantissimi. Servono interventi straordinari sul versante delle dismissioni; occorre razionalizzare il sistema istituzionale centrale e locale, nonché promuovere una maggiore efficienza della Pubblica Amministrazione."
 
IMPRENDITORI ANCORA PESSIMISTI SULLA CRISI. MA DOPO IL VOTO DI FIDUCIA AL GOVERNO IN NOME DELLA STABILITA' DANNO CREDITO A LETTA
In 15 giorni lo stato d'animo degli imprenditori rispetto alle prospettive dei prossimi mesi è cambiato. Se a metà settembre mostravano grande scetticismo sulla durata del Governo, dopo la fiducia ampia data dal Parlamento, la stabilità appare possibile. Ed è proprio la stabilità, la chiave di volta. Un Governo che può "durare" dicono gli imprenditori può "fare".
E' quanto emerge dal sondaggio condotto dall'Istituto Freni su di un panel di piccoli e medi imprenditori associati a CNA.
Le indicazioni degli intervistati, interpellati prima e dopo il voto di fiducia, sono chiare.
Prima del voto, le attese di vita da parte degli imprenditori per il Governo ("come valuta la probabile durata del Governo Letta?") erano ridotte al minimo: per il 26% degli interpellati: poche settimane o qualche mese ancora; per il 43% meno di un anno; meno di due anni per il 29%; buona parte della legislatura per il 3%; tutta la legislatura, solo il 2%.
Dopo il voto di fiducia, le aspettative si sono completamente modificate. Nessuno ha risposto: poche settimane o qualche mese; il 21% ha indicato: meno di un anno; il 50% più di un anno/almeno 2 anni; il 22% buona parte della legislatura (3-4 anni) ed il 7% l'intera legislatura. E' stata la prospettiva di un Governo più forte, quindi stabile, a modificare le aspettative di durata dell'Esecutivo. Sul piano territoriale, le prospettive di durata del Governo sono dai 3 ai 4 anni per il 50% degli imprenditori modenesi, per il 43% di quelli bolognesi, per il 25% dei ferraresi e per il 27% dei forlivesi; almeno 2 anni per il 45% degli imprenditori reggiani; il 30% per quelli modenesi ed il 21% per quelli bolognesi.
La nota più rilevante riguarda la percentuale di coloro che ritengono che il Governo possa durare per l'intera legislatura: mentre prima del voto di fiducia solo il 2% si era espresso in questo senso, dopo il voto la percentuale regionale passa al 7% con delle punte del 13% a Ravenna, del 10% a Reggio Emilia e Parma e dell'8% a Ferrara.
Questa prospettiva non modifica il giudizio sui risultati sinora conseguiti dal Governo delle larghe intese, che nella percezione degli imprenditori appaiono deboli. Ma la soddisfazione da parte di quasi 2 imprenditori su 3 per l'esito del voto di fiducia rispetto allo spettro di nuove elezioni, traduce il sentiment che si sia arrivati ad un punto di svolta nell'azione di Governo. Il punto chiave è la stabilità politica che dà credibilità al sistema Italia e consente al Governo di non avere sulla testa la spada di Damocle dell'emergenza continua. Altrettanto decisamente gli imprenditori dicono: "Ora il Governo non ha più alibi".
 
(Fonte: ufficio stampa CNA Regionale)
Modena, 18 ottobre 2013
 
Il comunicato di R.E.T.E Imprese Italia sulla pedonalizzazione di Piazza Roma a Modena  -
 
Rileviamo con soddisfazione che potenziali candidati alla carica di Sindaco della nostra città, rispondendo a domande di alcuni organi di stampa sul futuro di Piazza Roma, abbiano accolto molte delle osservazioni e delle critiche che le associazioni di categoria hanno già avuto modo di esporre sia in sede di confronto con l'amministrazione comunale, sia al tavolo di confronto costituito per trovare una soluzione concertata e condivisa sul tema della pedonalizzazione di Piazza Roma.
La decisione di tener conto delle istanze rappresentate dai corpi intermedi della società è un passo avanti rispetto all'atteggiamento dirigistico palesato in questi mesi dall'Amministrazione rispetto all'affare pedonalizzazione.
Dobbiamo però constatare che se queste obiezioni fossero state sollevate a tempo debito, forse si sarebbe potuto evitare l'impasse in cui è precipitata la vicenda di Piazza Roma.
Nel merito delle proposte, il percorso prospettato da Stefano Bonaccini e Francesca Maletti si muove nella stessa direzione di alcune delle nostre richieste. Innanzitutto per ciò che riguarda la gradualità dell'intervento.
Solo una pedonalizzazione ragionata, fatta passo dopo passo in modo da permettere di valutarne progressivamente l'impatto, può consentire di recuperare le proposte di tutte le parti in causa, Associazioni, commercianti auto organizzati. A cominciare dalla disponibilità di parcheggi alternativi a quelli soppressi in Piazza Roma, per arrivare a un potenziamento dei servizi del Novi Park, che devono andare bel al di là del servizio navetta. Poi c'è il tema di una più ampia apertura del Palazzo Ducale alla città e ai suoi ospiti, tema che rientra nell'ambito di una valorizzazione complessiva della Piazza, di cui la pedonalizzazione è un aspetto - ma non il solo - come parte integrante di un progetto di valorizzazione turistica della città.
Progetto che deve contemplare la realizzazione del museo dedicato a Pavarotti e il futuro polo culturale S. Agostino, strutture che, unitamente al museo Casa natale Enzo Ferrari, possono rappresentare una rete di eccellenze in grado di legare il presente ed il futuro di Modena alle sue ricchezze storiche, comprese quelle monumentali.
Queste considerazioni implicano anche un ragionamento sulla "governance" della promozione in termini di marketing territoriale, da un punto di vista turistico, ma anche per ciò che riguarda la capacità di attirare capitali, facendo perno sulle nostre vocazioni artistiche, storiche, economiche.
Su questi temi avremo cura di confrontarci con i candidati sindaci di tutti gli schieramenti politici, facendo estrema attenzione che alle parole, dopo le elezioni di maggio 2014, facciano seguito i fatti.
 
(Fonte: ufficio stampa CNA MO)
Modena, 17 ottobre 2013
 
Domani, Venerdì 18 ottobre (ore 17.00) presso la sede provinciale CNA un incontro sulle politiche di supporto allo sviluppo -
La frontiera del futuro, per il nostro territorio, è quella della cosiddetta "Specializzazione Intelligente": lo ha deciso la Regione Emilia-Romagna, che ha recentemente varato le linee generali delle proprie politiche di investimento su ricerca e sviluppo.
"Specializzazione Intelligente" significa individuare specifiche aree d'interesse utili non solo alla crescita economica del territorio, ma anche alla sua crescita sociale: un obiettivo che dovrà spingere le imprese a ragionare sulla base di comparti trasversali, rinnovando le proprie priorità e il concetto stesso di "competitività sul mercato".
Per i prossimi sette anni, la Regione erogherà i propri finanziamenti in base a queste logiche.
CNA ha inviato Paolo Bonaretti, direttore generale di Aster, che ha contribuito all'individuazione di queste linee di indirizzo, per illustrare i contenuti di questo programma: l'incontro, a partecipazione totalmente gratuita, si terrà domani venerdì 18 ottobre (ore 17.00) presso la sede provinciale CNA (via Malavolti 27, Modena). L'intervento di Bonaretti verrà preceduto dall'introduzione di Roberto Zani, presidente di CNA Produzione, e dal punto di vista di CNA sulla scelta dell'Amministrazione regionale, a cura della responsabile delle politiche settoriali Claudia Zagni.
Per informazioni contattate CNA Modena al numero 059 418579.
 
(Fonte: Ufficio Stampa CNA Mo)
Mercoledì, 16 Ottobre 2013 13:15

Con l' economia verde la comunità ci guadagna

Spilamberto, 16 ottobre 2013
 
Cna e Comune di Spilamberto insieme per incentivare gli interventi civili ed industriali di risparmio energetico -
Con l'economia verde la comunità ci guadagna, quella attuale e quella del futuro. Si sviluppa attorno a questa consapevolezza l'iniziativa che ha visto impegnati la CNA di Spilamberto ed il Comune di Spilamberto, che hanno prodotto un opuscolo a "costo zero" (grazie all'adesione di diversi sponsor), che sarà distribuito a tutta la cittadinanza. Sedici pagine che raccontano, con dovizia di particolari, il funzionamento degli incentivi legati a tutti gli interventi di efficientamento energetico civili e industriali attualmente previsti dalla normativa "Lo scopo – racconta Loris Ballotta, presidente della CNA di Spilamberto - è quello di fornire ai cittadini informazioni concrete, così da incrementare le buone pratiche di risparmio energetico e l'introduzione di energie rinnovabili nelle case nonché incentivare la riqualificazione degli edifici attraverso opere di ristrutturazione".

"Del resto – aggiunge il sindaco Francesco Lamandini - conoscere queste opportunità diventa quanto mai importante in un territorio come il nostro, in cui la maggior parte delle abitazioni risale al periodo tra gli anni '60 e '70".

Gli argomenti dell'opuscolo saranno affrontati nella serata di presentazione dell'iniziativa, programmata per venerdì 18 ottobre alle 20.30, presso lo Spazio "Famigli, in viale Rimembranze 19, a Spilamberto.

Interverranno il sindaco, Francesco Lamandini, che porterà il suo saluto, mentre il presidente della CNA locale, Loris Ballotta, la direttrice Nedda Roversi ed il Responsabile dell'Unione Installazione Impianti Giorgio Falanelli affronteranno il tema degli incentivi. A concludere la serata sarà invece il senatore Stefano Vaccari, che il tema lo conosce bene, in quanto Segretario della Commissione Ambiente del Senato.

L'iniziativa è aperta al pubblico.

(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA
 MO)
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