Consorzio Parmigiano Reggiano

Consorzio Parmigiano Reggiano


Reggio Emilia - Sono già oltre 70 i caseifici che affiancheranno il Consorzio da maggio ad ottobre durante tutto il periodo di Expo 2015. Il dato – ancora in crescita, è emerso dall'incontro avvenuto nella sede consortile con una grande partecipazione di esponenti delle strutture di trasformazione.

Fra le iniziative ritenute più qualificanti ed efficaci, da parte di Consorzio e caseifici, spiccano le azioni previste all'interno del "Supermercato del futuro", all'interno del quale il Consorzio avrà una costante e stabile presenza.

Infatti, il FFD (Future Food District) ha scelto il Parmigiano Reggiano come unico prodotto rappresentativo della filiera lattiero casearia. Nello spazio dedicato al prodotto verranno organizzate azioni didattiche e degustazioni con lo scopo di far conoscere le caratteristiche distintive del Parmigiano Reggiano. I visitatori potranno letteralmente andare "a scuola di Parmigiano Reggiano".

E i visitatori di Expo, italiani e stranieri, avranno anche la possibilità di acquistare un pezzo di Parmigiano Reggiano. Infatti, i potenziali acquirenti saranno all'interno di un vero e proprio supermercato, unico in tutto Expo, dove - lo spazio del Consorzio sarà anche vetrina per un'ampia gamma delle varie tipologie di Parmigiano Reggiano per stagionatura, origine e certificazione.

Inoltre il Consorzio parteciperà assieme ad Afidop al padiglione "Cibus è Italia", organizzato da Federalimentare e dalle Fiere di Parma; in collaborazione con Slow Food sarà presente nell'area delle biodiversità per offrire il Parmigiano Reggiano all'interno del tagliere dei formaggi di eccellenza, e non mancherà inoltre la presenza all'interno del momento espositivo della Regione Emilia Romagna che sarà vetrina di tutta la ricchezza dei prodotti del territorio regionale.

E proprio il tema del territorio, insieme a quello dell'artigianalità, sarà al centro dell'attività di accoglienza dei turisti e dei visitatori di Expo nei caseifici. Infatti, per un prodotto artigianale come il Parmigiano Reggiano la visita alla zona di origine e al momento produttivo rappresenta il naturale completamento dell'esperienza degli ospiti di Expo.

Diversi sono i caseifici già in grado di ospitare visitatori e appassionati del cibo; e il Consorzio svolgerà un'azione di coordinamento in rapporto con gli operatori che sviluppano attività turistica e supporterà i caseifici con azioni di comunicazione mirate per sostenere le visite.

(Consorzio Del Parmigiano Reggiano 14 febbraio 2015)


I flussi produttivi di gennaio (dopo il -1,1% di dicembre) scendono ancora, spinti dalle basse quotazioni. Alai: "a maggior ragione serve il razionale governo della produzione"

Reggio Emilia, 11 febbraio.2015 - In un anno segnato da forti insoddisfazioni per le quotazioni, sono cresciuti dell'1,7% i consumi di Parmigiano Reggiano. Dopo due anni di sostanziale stabilità, con una lieve tendenza alla flessione, nel 2014 il mercato interno ha dunque registrato una domanda in rialzo, con un picco particolarmente rilevante degli acquisti familiari nelle settimane a ridosso delle festività (+7%).
"Contrariamente a quanto da alcune parti è stato rilevato e in controtendenza rispetto ad altri formaggi duri, a partire dai similgrana che hanno registrato un calo delle importazioni del 2,7% nel 2013 e dello 0,8% nel 2014 – sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai – le rilevazioni sulle famiglie e i dati relativi a tutti i canali di vendita (incluso l'Horeca) indicano un buon andamento dei consumi interni per il Parmigiano Reggiano, che si associa ad una dinamica ancor più soddisfacente dell'export (+ 3,6%)".

"Il dato del tutto insoddisfacente – prosegue Alai – è invece quello riguardante le quotazioni all'origine, il cui calo è associato anche ad una flessione dei prezzi al consumo".
"Nel 2014 – spiega il presidente del Consorzio – i prezzi medi al consumo sono scesi di oltre il 4%, con punte assai più rilevanti in vaste aree del Paese, incluse le zone di produzione e quelle che presentano i consumi tradizionalmente più elevati". "Offerte e promozioni particolarmente intense nella seconda metà dell'anno – prosegue Alai – hanno dunque spinto gli acquisti, ma le quotazioni per i produttori – mediamente pari a 8,06 euro/kg nel 2014 rispetto agli 8,74 euro/kg del 2013 e ai 9,12 euro/kg del 2012 – sono risultate fortemente penalizzanti per i redditi".

"Questo andamento – sottolinea Alai – è strettamente legato ad un aumento di offerta che, in quattro anni, si è concretizzata in crescita produttiva superiore al 10%". "Ora – prosegue il presidente del Consorzio – la tendenza sembra essersi invertita, con un calo della produzione che a dicembre si è attestato all'1,1% ed divenuto ancora più marcato a gennaio 2015 con un -2,5% allo stesso mese del 2014, dato che evidenzia i primi effetti delle difficoltà del comparto ".

"Per superarle stabilmente – afferma Alai - è allora a maggior ragione urgente un cambio di passo per una ordinata logica di governo della produzione, nel solco tracciato dal piano di regolazione dell'offerta in vigore dal 1° gennaio 2014 con l'assegnazione ai produttori di quote latte per la trasformazione proprio in una logica di autoregolamentazione che assicura stabilità ai redditi e non espone il comparto a espansioni indiscriminate o a cali indotti da situazioni di crisi".

"A fronte della crisi in atto – conclude Alai - stiamo intanto intervenendo sul mercato interno con nuovi accordi con la GDO e stiamo rafforzando ulteriormente le azioni sull'export; in tal senso contiamo anche sull'impegno che abbiamo chiesto al Governo per abbattere le barriere che ostacolano la nostra penetrazione in diversi mercati e dipendono esclusivamente da legislazioni locali che consentono anche le imitazioni e possono essere modificate solo con accordi che chiamano in causa Governi nazionali e Unione Europea a sostegno delle nostre Dop".
(Ufficio Stampa CFPR 11 febbraio 2015)

Alai, presidente del Parmigiano Reggiano: le quote agli allevatori sono una risorsa economica reale. Attenzione della politica, compiti dei Consorzi, interprofessionalità, più tutele all'estero e nuove aggregazioni d'impresa. L'intervento del ministro Martina.

Soragna-PR, 31 gennaio 2015 -  "Se la regolazione dell'offerta consentita dal "Pacchetto latte" dell'Unione Europea e adottata dal Consorzio del Parmigiano Reggiano costituiva già una risposta strutturale all'esigenza di un nuovo equilibrio tra domanda e offerta capace di assicurare crescita e stabilità ai redditi dei produttori, questa stessa misura oggi appare ancora più rilevante nella sua portata". Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ha aperto così il convegno che oggi a Soragna (dove ottant'anni fa venne firmato l'atto costitutivo del Consorzio di tutela) ha visto la partecipazione di tutte le associazioni del mondo agricolo cooperativo, degli assessori regionali all'agricoltura Simona Caselli (Emilia Romagna), Giovanni Fava (Lombardia) e del ministro Maurizio Martina. "La imminente cessazione di quel regime comunitario delle quote, che per trent'anni ha vincolato la produzione di latte - ha sottolineato Alai - apre scenari fondati su un'espansione della produzione europea, una esasperazione della competizione e quotazioni in ribasso: è proprio in questo contesto che l'assegnazione delle quote latte da trasformare in Parmigiano Reggiano direttamente agli allevatori ha attribuito ai produttori non solo la responsabilità e la possibilità di regolare i flussi, ma soprattutto un nuovo valore economico reale".

Ma a Soragna, ottant'anni dopo la nascita del Consorzio, le riflessioni di Alai si sono presto allargate ben oltre il tema del governo della produzione. "I tempi che stiamo vivendo - ha detto il presidente del Consorzio - esigono una nuova e grande attenzione da parte della politica, una grande difesa sindacale che riguarda il mondo dell'associazionismo e una forte evoluzione dei sistemi di aggregazione che investono le imprese, con ruoli sicuramente inediti anche per i consorzi di tutela". "E' in questo contesto che ci si deve chiedere - ha detto Alai - se il nostro Consorzio debba associare solo i trasformatori o anche gli allevatori, in un'ampia riflessione sulle sue funzioni, sull'interprofessionalità, sul come rendere più forte la coesione del sistema e sul ruolo fondamentale di quanti, all'interno del mondo agricolo, svolgono funzioni associative e di coordinamento, perché senza questo lavoro ampio e comune qualsiasi obiettivo diviene difficilmente perseguibile". Molto forte, da parte del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, l'appello alla politica e all'amministrazione pubblica: "conosciamo - ha detto Alai - le difficoltà della finanza pubblica e non sono comunque queste le risorse oggi prioritarie, quanto invece i sostegni per portare a compimento l'evoluzione interprofessionale del sistema e il sostegno per abbattere le tante barriere che in molti mercati ancora ci impediscono di entrare e quelle che in un numero ancora più alto di Paesi (vedi gli Usa, ad esempio) ci impediscono di tutelare e difendere la nostra denominazione da imitazioni e usurpazioni". "Per far crescere redditi e investimenti - ha concluso il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ricordando come tappa fondamentale quella degli accordi con gli Stati Uniti-TTIP - la priorità è rafforzare le condizioni per la crescita della domanda estera, che entro il 2020 dovrà valere il 50% sul totale della nostra produzione".

IL MINISTRO MAURIZIO MARTINA: IMPEGNO CENTRALE SU INTERPROFESSIONE ED EXPORT

Precise le osservazioni del ministro Marizio Martina rispetto ai temi al centro del convegno, a partire da quello che ha definito "un gioco i squadra importante di tutte le forze in campo, perché le istituzioni, da sole, non possono risolvere problemi che coinvolgono direttamente altri soggetti ed altri attori importanti a tutela delle nostre eccellenze". Siano in ritardo, ha detto Martina, rispetto ad azioni sulle quali già da 2008 occorreva avviare n dibattito più concreto e produttivo, perchè è da allora che conosciamo i tempi della cessazione del regime delle quote latte UE: in ogni caso dobbiamo guardare avanti, puntando su due punti di forza: l'interprofessione nel sistema latte e formaggio, sulla quale il ministero farà la propria parte per essere elemento di stimolo e di coagulo riorganizzativo e, contemporaneamente, il rafforzamento dei consorzi di tutela in uno scenario che cambia e va riletto con una visione aperta. Per Martina, il problema è sì il mercato interno, ma soprattutto lo scenario internazionale: l'Italia - ha detto - è il Paese che meglio utilizza le possibilità di tutela offerte dalla Corte di Giustizia UE, ma fuori dall'Europa c'è il grande tema politico della protezione in grandi Paesi come gli Usa, molto attenti alla politica dei marchi, mentre noi siamo molto attenti alla tutela dele DOP. Il saldo - ha aggiunto Martina- è a nostro favore nelle trattative sull'agroalimentare, possiamo agire bene e con una buona tattica, e di fronte alle opportunità che abbiamo (e anche ai rischi comunque insiti nelle trattative) è fondamentale il tema organizzativo, il presentarsi uniti e capaci di migliorare le nostre piattaforme sulle nostre esortazioni.

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