Consorzio Parmigiano Reggiano

Consorzio Parmigiano Reggiano


A Londra un'esperienza foodie davvero speciale.

Un omaggio all'origine e alla maestria dei prodotti artigianali: è per questa ragione che Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano, nell'ambito dell'iniziativa Stealing Beauty (Furto di bellezza), sono i protagonisti della mostra allestita da Harrods, il tempio del lusso londinese, nelle vetrine che si affacciano sulla Hans Crescent.

Fino al 28 marzo 2015, cosce di Prosciutto di Parma e forme di Parmigiano Reggiano resteranno esposte nel cuore della capitale di un Paese di prima importanza nelle esportazioni dei due prodotti, per lanciare un particolare messaggio, sostenuto dal linguaggio artistico, che si riassume nel valore insostituibile dei territori, delle tradizioni locali e della maestria degli artigiani nella determinazione delle caratteristiche inimitabili di questi prodotti Dop.

Non a caso, dunque, le due eccellenze alimentari italiane vengono associate ad un'aquila – considerata la più bella creatura del mondo animale – intenta a rubare tale bellezza, esposta insieme ad alcuni vini spagnoli.
A completare l'esposizione, poi, una serie d'immagini relative al Parmigiano Reggiano e al Prosciutto di Parma che scorreranno sugli schermi posti al quinto piano della sede Londinese di Harrods, disposta su 7 piani e 93.000 metri quadrati di superficie.

La scelta dell'eccellenza rappresentata dai due prodotti, però, non si ferma ad aspetti culturali ed estetici: Harrods, infatti, ospiterà una giornata di degustazione all'interno della Food Hall. I clienti potranno così degustare Prosciutto di Parma appena affettato e Parmigiano Reggiano, oltre ad approfondire la conoscenza dei prodotti e delle loro qualità.

(Fonte Consorzio Parmigiano Reggiano e Consorzio Prosciutto di Parma)

 

La soddisfazione del Consorzio. Caso raro in Italia. Rafforzare l'azione politica europea contro le leggi che nel mondo ancora consentono quelle che per noi rappresentano frodi. -

Parma, 10 marzo 2015 -

"Siamo molto soddisfatti di questa sentenza di condanna: sebbene ci siamo trovati di fronte ad un caso davvero raro in Italia, riteniamo sia un buon esito rispetto non solo perché si è stroncato un fenomeno di contraffazione, ma perché costituirà un ulteriore deterrente rispetto ad altri eventuali fenomeni simili".
Così il Consorzio del Parmigiano Reggiano commenta la sentenza del Tribunale di Mantova, che ha condannato a 18 mesi di reclusione, ad una multa e al risarcimento dei danni (sia nei confronti del Consorzio del Parmigiano Reggiano che del Consorzio del Grana Padano, costituiti parte civile nel procedimento) il responsabile di un caseificio nel quale erano stati individuati fenomeni di contraffazione.
Il beneficio della sospensione condizionale della pena è stato subordinato al pagamento, entro 3 mesi dal passaggio in giudicato della sentenza, delle somme liquidate a titolo di risarcimento del danno.

I fatti risalgono al 2008, quando nello stabilimento in questione, situato al di fuori dell'area di produzione del Parmigiano Reggiano, fu individuata la presenza di circa 150 forme marchiate Parmigiano Reggiano ma non conformi al disciplinare e prodotte in violazione delle norme dell'Unione Europea a tutela del Parmigiano Reggiano e del noto marchio collettivo a "puntini".

"Un caso di contraffazione - spiega il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti – molto raro nel nostro Paese, ma anche nell'ambito dell'Unione Europea, dove semmai sussistono ancora casi – stroncati anche recentemente – di un uso improprio di denominazioni che, evocando quello del Parmigiano Reggiano o il nostro territorio, possono indurre in inganno il consumatore o comunque richiamare alla sua mente il nostro formaggio".

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                                        il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti

"Fenomeni – spiega Deserti – completamente diversi e da non confondere con quello dei formaggi a pasta dura d'importazione (peraltro in calo da due anni), che esercitano concorrenza sui prezzi ma non costituiscono affatto frodi o contraffazioni, come i consumatori potrebbero essere indotti a pensare". "In verità – prosegue Deserti - si tratta di prodotti che si collocano nella tipologia dei formaggi a pasta dura prodotti nella piena legalità e rispetto ai quali l'unica azione possibile è il rafforzamento dell'informazione nei punti vendita sulle caratteristiche distintive del Parmigiano Reggiano, che non a caso abbiamo moltiplicato in questi anni.
"Anche a fronte della sentenza del Tribunale di Mantova – conclude Deserti – ci auguriamo che prenda ulteriore vigore l'azione negoziale ed essenzialmente politica che deve impegnare l'Italia e l'Unione Europea a tutela delle nostre denominazioni, soprattutto laddove (come negli Usa, ad esempio) quelle che per noi rappresentano casi di inganno dei consumatori sono invece tollerate, andando a limitare il potenziale delle esportazioni delle nostre Dop nel mondo".

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Una conferma delle crescita dei consumi complessivi e dell'incidenza che l'obbligo di confezionamento in zona d'origine ha sullo sviluppo dell'economia del territorio

Reggio Emilia, 27 febbraio 2015 - Se i segnali provenienti dal mercato all'origine del Parmigiano Reggiano continuano a preoccupare allevatori e caseifici per le quotazioni troppo basse, altri dati appartenenti al bilancio della filiera del prodotto appaiono decisamente più positivi.
In base alle certificazioni 2014, i dati relativi alle lavorazioni di grattugiato e porzionato – fasi che avvengono esclusivamente nel comprensorio di produzione – parlano di un autentico "boom".

Per il grattugiato, infatti, si tratta di 13.713 tonnellate di Parmigiano Reggiano, con un incremento del 9,2% rispetto al 2013.
Il prodotto porzionato (e quindi ordinato in prevalenza dalla GDO e pronto per la vendita) ammonta a 57.750 tonnellate, con un incremento del 7,7%.
Nel complesso, dunque, si tratta di oltre 71.000 tonnellate di prodotto, con incremento dell'8% sul 2013.
Il quantitativo corrisponde a 1,8 milioni di forme lavorate in comprensorio, che rispetto al 2013 sono aumentate di 130.000 unità.

"Se si considera anche il quantitativo di forme lavorate direttamente negli spacci dei caseifici e il prodotto destinato alle industrie del comprensorio per l'uso come ingrediente – osserva il Consorzio di tutela - si valuta in oltre 2 milioni il numero delle forme lavorate nel comprensorio nel 2014.
"Questi dati – sottolinea il Consorzio – offrono due indicazioni estremamente importanti". " In primo luogo confermano il quadro dei dati provenienti dalle vendite, che per il 2014 hanno segnato, specie nel secondo semestre, segnali di forte ripresa dei consumi non solo all'estero, ma anche in Italia". "Contemporaneamente – prosegue l'Ente di tutela - a tre anni e mezzo dall'entrata in vigore del nuovo Disciplinare che ha introdotto l'obbligo di porzionatura in zona di origine, si può apprezzare come questo provvedimento, oltre ad elevare la capacità di contrasto alle frodi e contraffazioni, ha portato un nuovo e rilevante volume di attività nel comprensorio di origine, con i conseguenti effetti positivi in termini di Pil e occupazione".
"La filiera del Parmigiano Reggiano – conclude il Consorzio – si conferma così, a maggior ragione, un elemento decisivo per lo sviluppo economico del territorio".

(Consorzio del Parmigiano Reggiano)

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