Intervista al presidente del Consorzio domenica sul Trattato commerciale TTIP tra Usa e Ue in cui è a rischio il riconoscimento delle indicazioni geografiche. Giuseppe Alai riporterà gli esiti di una recente ricerca promossa dal Consorzio di tutela secondo la quale per il 66% dei consumatori statunitensi il termine "parmesan" non è affatto generico - come sostengono, invece, le industrie casearie americane - ma identifica un formaggio duro con una precisa provenienza geografica, che il 90% degli intervistati indica senza alcun dubbio nell'Italia.
Reggio Emilia, 5 febbraio 2016
"La condizione indispensabile per giungere ad un accordo nel trattato commerciale TTIP con gli Stati Uniti è che tale intesa sgombri il campo da ogni confusione che oggi investe i consumatori americani sul riconoscimento del Parmigiano Reggiano e dei prodotti DOP europei". Così sosterrà Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, nell'ambito della trasmissione Linea Verde, che andrà in onda domenica 7 febbraio alle 12.20 su Rai Uno, in cui sarà intervistato da Patrizio Roversi, conduttore della trasmissione.
Il tema della puntata sarà appunto il TTIP, il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti, intavolato per giungere a un accordo bilaterale tra Usa e Unione Europea per stabilire regole comuni di libero scambio. Un tema particolarmente caldo e di grande attualità, sul quale si stanno confrontando le delegazioni americana ed europea, soprattutto in merito alle regole produttive dei prodotti agroalimentari e al riconoscimento delle denominazioni di origine europee e italiane che hanno un preciso richiamo al territorio di origine. Nomi che spesso vengono contraffatti sul mercato americano con denominazioni simili se non del tutto uguali a quelle originali, portando così a generare confusione presso gli acquirenti e i consumatori d'oltreoceano.
Al proposito il presidente Giuseppe Alai riporterà gli esiti di una recente ricerca promossa dal Consorzio di tutela secondo la quale per il 66% dei consumatori statunitensi il termine "parmesan" non è affatto generico - come sostengono, invece, le industrie casearie americane - ma identifica un formaggio duro con una precisa provenienza geografica, che il 90% degli intervistati indica senza alcun dubbio nell'Italia.
Non solo. "La ricerca - conclude Alai - dimostra che la situazione è apparsa ancora più grave di fronte alla confezione caratterizzata da elementi di "italian sounding", ad esempio la bandiera tricolore o monumenti e opere d'arte italiane. In tal caso, infatti, gli acquirenti americani sono convinti di trovarsi di fronte ad autentico prodotto italiano".
La prossima puntata di Linea Verde vedrà dunque come protagonisti allevatori di bovini e casari, fino ad coinvolgere il presidente della Commissione Sviluppo Rurale del Parlamento Ue, Paolo De Castro, per capire meglio il futuro alimentare del vecchio continente. E proprio le riprese che riguardano le produzioni lattiero casearie coinvolgeranno il caseificio Sant'Angelo della famiglia Caretti, in San Giovanni in Persiceto, vicino a Bologna.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Partnership strategica sul primo mercato per export (quasi 8.000 tonnellate) con l'Associazione "Jeunes Restaurenteurs", punto di riferimento per i consumatori tedeschi. L'Ente di tutela ha siglato in questi giorni una vera e propria "alleanza". -
Reggio Emilia, 26 gennaio 2016 -
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano rafforza decisamente le proprie azioni sulla ristorazione di qualità tedesca.
Dopo alcuni anni di proficua collaborazione, infatti, l'Ente di tutela ha siglato in questi giorni una vera e propria "alleanza" con la sezione dell'Associazione "Jeunes Restaurenteurs" presente in Germania, Paese che si colloca ai vertici delle esportazioni di Parmigiano Reggiano, con un volume che si attesta attorno alle 8.000 tonnellate e un trend di crescita che dal 2012 ad oggi ha consentito di incrementare i flussi per quasi 1.000 tonnellate.
"La partnership con la sezione tedesca dell'Associazione - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai - rientra nell'ambito delle azioni sempre più intense e specifiche che abbiamo rivolto al mondo della ristorazione di qualità e alle associazioni che, in Italia e nel mondo, rappresentano cuochi e chef".
"L'alleanza con la JRE in Germania - spiega Alai - nasce poi, in specifico, dal fatto che in Germania i locali in cui operano gli chef dell'Associazione costituiscono punti di riferimento particolarmente considerati dai consumatori, che apprezzano anche il particolare dinamismo dell'organizzazione, la completezza delle sue guide (diffuse in 100.000 copie) e le sue importanti attività di formazione, che si sviluppano anche attraverso quella "Eliteklasse" che, in Germania, rappresenta l'unica scuola destinata a quanti rappresentano l'élite in fatto di ristorazione".
Un giovane chef di jRE nel corso di un evento realizzato in collaborazionen con il Parmigiano Reggiano
"La formalizzazione di questa partnership - sottolinea il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - rende innanzitutto più organico e stabile il lavoro di collaborazione iniziato in questi anni con l'Associazione Jeune Restaurenteurs, ma ci consentirà di sviluppare nuove e rilevanti iniziative finalizzate a far conoscere di più e meglio le caratteristiche del Parmigiano Reggiano, che sono innanzitutto legate all'assoluta naturalità del prodotto, ad un legame profondo con un territorio specifico e alle differenze che si determinano in funzione della durata della stagionatura".
"In tal senso - prosegue Deserti - sono previsti appuntamenti di formazione per i membri dell'Associazione, che vanno organicamente ad integrare una collaborazione che nel 2015 già ci ha visto fianco a fianco, ad esempio, in degustazioni nei ristoranti di diversi membri di JRE, in seminari tenuti nella "Eliteklasse" e in una "full immersion" nel mondo del Parmigiano Reggiano che per una settimana ha impegnato 25 chef dell'Associazione operanti nelle principali città tedesche".
Per l'Associazione "Jeunes Restaurenteurs", conosciuta in tutto il mondo, la Germania rappresenta una vera e propria roccaforte, così come per il Parmigiano Reggiano lo è quel mercato tedesco che in termini di esportazioni precede la Francia e gli Stati Uniti, dove pure i consumi continuano a crescere a due cifre.
(Fonte: Centro Stampa Comunicazione Integrata Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Nel bimestre ottobre- novembre un picco in rialzo per le vendite, con un + 15% rispetto al 2014. Il dato dei primi 11 mesi dell'anno fa segnare un +3,1%, mentre prosegue la ripresa delle quotazioni.
Reggio Emilia, 29 dicembre 2015 Mentre prosegue per piccoli passi, ma senza interruzioni, la ripresa delle quotazioni, per il Parmigiano Reggiano giungono segnali decisamente buoni sul fronte dei consumi.
Gli acquisti dei consumatori nella GDO, infatti, nei primi 11 mesi dell'anno hanno evidenziato una crescita del 3,1%.
Un dato generale soddisfacente - sottolinea il Consorzio di tutela - e di segno completamente opposto rispetto a quel -5% complessivo che hanno fatto segnare gli altri formaggi duri (Dop e non Dop).
Per il bimestre ottobre-novembre, poi, si segnala un picco del 15% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, grazie anche alla spinta promozionale impressa dalle catene distributive in relazione alle ridotte quotazioni dei mesi passati.
"Gli operatori della distribuzione e i commercianti all'ingrosso - sottolinea il Consorzio - evidenziano un andamento analogo anche per dicembre, cui va ad associarsi un incremento delle vendite dirette da parte dei caseifici (sia negli spacci che con i canali online) che va oltre il 20% rispetto al Natale 2015".
Ad incidere sull'aumento dei consumi, peraltro, non sono soltanto le festività natalizie e di fine anno, che tradizionalmente innalzano gli acquisti da parte dei consumatori.
"La forte crescita delle vendite dirette da parte dei caseifici - spiega il Consorzio - è infatti ormai una costante che si va consolidando, e seppure riferita ad una quota di prodotto ancora limitata di prodotto (si prevedono 310.000 forme nel 2015, pari a circa il 10% della produzione totale) è indicativa di un percorso che apre buone prospettive per i produttori in termini di redditività".
Al buon andamento dei consumi interni si affianca anche la progressiva ripresa delle quotazioni del Parmigiano Reggiano.
Nelle sedute della Borsa comprensoriale avvenute tra metà ottobre e metà dicembre si è infatti registrato un aumento di 45 cent/kg (+ 6,1%) per il prodotto di 12 mesi, mentre per il più stagionato l'aumento è stato pari a 60 cent/kg, con un +7,5% %.
La produzione, intanto, appare stabile rispetto al 2014: a fine novembre, infatti, i volumi dei primi 11 mesi fanno segnare un modesto -0,3%
"Lo scenario internazionale del settore lattiero caseario - sottolinea il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai - induce comunque a prudenza nelle valutazioni di prospettiva, ma i dati legati a consumi, export, flessione delle scorte, cui si associano le nuove azioni intraprese dal Consorzio in tema di promozione in Italia e all'estero e quelle messe in atto con le modifiche apportate al disciplinare a tutela della qualità e a contrasto di ogni forma di contraffazione, inducono a prevedere - a parità di produzione - una progressiva ripresa di redditività".
(Fonte CFPR)