È stato finanziato anche dai giovani soci modenesi di Emil Banca il pozzo d’acqua potabile costruito a Ngamwani Two, un villaggio del Malawi (Africa). Il villaggio è stato scelto dall’associazione malawiana Sotto Sopra, la quale collabora con l’associazione Cose dell’Altro Mondo di Formigine, impegnata da anni in progetti socio-sanitari in Malawi.
La settimana scorsa sette giovani soci di Emil Banca, accompagnati dalla responsabile dell’areasoci e identità della banca, Giuliana Braido, sono stati nel Paese africano per inaugurare il pozzo finanziato grazie a una raccolta fondi promossa dai comitati giovani soci Emil Banca di Modena, Bologna, Ferrara e Reggio Emilia.
Ngamwani Two è un villaggio rurale a mille metri di altitudine nel Sud-Est del Malawi. È abitato da da 540 famiglie, tra cui 88 orfani e 23 persone con disabilità: c’è una scuola, frequentata da oltre 2.100 alunni. L’accesso all’acqua fino a oggi avveniva solo raccogliendola da un piccolo ruscello distante oltre un chilometro dal villaggio, al quale le donne si recavano con piccoli recipienti per attingere acqua, ovviamente non potabile. Per questo la mortalità nel villaggio è molto elevata, soprattutto tra neonati e bambini.
Grazie alla solidarietà dei giovani soci Emil Banca questa comunità può non solo sopravvivere, ma anche migliorare la qualità della vita.
Il pozzo è stato realizzato da operatori locali con la supervisione dell’agenzia governativa per la gestione dell’acqua, dei capi villaggio e dei rappresentanti della popolazione locale.
Ieri sera, presso l’Auditorium dell’Assistenza Pubblica, si è tenuto l’incontro dal titolo “La parola chiAMA il silenzio”, organizzato da Telefono Amico Parma in occasione dei suoi 30 anni di servizio. Ospite speciale della serata la psicoterapeuta Maria Rita Parsi.
L’incontro ha coinvolto i cittadini di Parma che hanno mostrato un forte interesse verso una tematica delicata. Oggi abbiamo perso l’abitudine di ascoltare, per questo, Telefono Amico Parma ha deciso di dedicare un evento alla diffusione della cultura dell’ascolto.
«Ogni disturbo psicologico – ha affermato Maria Rita Parsi, Psicoterapeuta, Presidente della Fondazione Fabbrica della Pace e Movimento Bambino Onlus, già Membro del Comitato Onu dei Diritti del Fanciullo - è un disturbo della comunicazione. Telefono Amico sconfigge uno dei mali più grandi dell’uomo: la solitudine interiore. La solitudine è una violenza infinta che non trova risoluzione se non nell’ascolto. Chi ascolta consola e cura. Ascoltare è un’arte e, per farlo nel modo migliore possibile, è necessario conoscersi, solo così si può comprendere davvero chi ci parla dei propri problemi. Ascoltare significa dare una possibilità di rinascita al prossimo e a se stessi. Educare all’ascolto vuol dire anche riappropriarsi di sé».
«Quello dell’ascolto – ha detto Luca Bellingeri, presidente di Assistenza Pubblica Parma - è un tema tanto importante quanto complesso. Ascoltare il prossimo ci rende degli individui migliori. Telefono Amico è un servizio sociale in cui la Pubblica crede profondamente, siamo davvero onorati di poter celebrare i suoi 30 anni con questo incontro».
«Il silenzio – ha dichiarato Monica Petra, presidente di Telefono Amico Italia – è un vero spazio di accoglienza. Rispondere al telefono per donare conforto è ciò che i volontari di Telefono Amico fanno in tutta Italia ogni giorno. Andiamo incontro agli altri ascoltandoli».
«Il 19 giugno 1989 – ha ricordato Francesca Anedda, consigliere dell’Assistenza Pubblica Parma con delega al Telefono Amico - nasceva Telefono Amico Parma, e da allora sono 267 le persone che hanno deciso di dedicare il proprio tempo a questo servizio. Oggi a Parma sono circa 40 gli operatori che rispondono a chi è, o chi si sente solo, ma anche a chi ha banalmente bisogno di parlare con qualcuno».
“Non c’è nessuno così ricco che non abbia bisogno di ricevere, nessuno così povero che non abbia qualcosa da dare”, inizia così la conferenza stampa di inaugurazione del Fondo Roberta Venturini, svolta all’interno della Biblioteca Sociale di Via Venezia a Parma.
Il fondo, promosso dall’associazione parmigiana Intesa San Martino e gestito dalla Fondazione di comunità Munus, mira a reperire risorse finanziarie da destinare alle attività culturali e sociali, riservando un occhio particolare ai quartieri San Leonardo e Cortile San Martino.
“Il San Leonardo è un quartiere che per la sua lunga storia e consistenza ha una grande solidità; nei processi di crescita di evoluzione urbanistica e industriale ha subito delle modifiche e lacerazioni che ne hanno mutato gli equilibri sociali. In questo contesto, l’apertura di un fondo che raccolga e metta a disposizione della cittadinanza finanziamenti per portare avanti eventi cultuali e sociali per il quartiere è l’espressione di quella che potremmo definire la cultura del dono, in cui ciò che si ha viene condiviso e che rappresenta il processo basilare di civiltà”, così interviene Don Luigi Valentini, vicario generale della Diocesi di Parma.
Rino Basili, segretario di Intesa San Martino, nel descrivere l’attività quotidiana che l’associazione svolge sul territorio, ha sottolineato l’importanza di essere un modello virtuoso in grado di contagiare non solo il quartiere San Leonardo e Cortile San Martino, ma l’intera città: “Intesa San Martino e la Biblioteca Sociale Roberta Venturini, nata al suo interno, si spende quotidianamente attraverso l’apertura e il presidio della Biblioteca, assieme ad un nutrito programma di conferenze culturali, presentazione di libri, letture animate e vari progetti pensati per la tutela ed educazione dei minori e, spesso, nati proprio dall’idea di soggetti privati ed altre realtà che, credendo in noi, vengono a presentarci i loro progetti. Questo fondo rappresenta il nostro modo di compiere un piccolo passo per intervenire in un presente sempre più critico e contraddittorio”.
Il Fondo è gestito dalla Fondazione Munus, garante e gestore delle donazioni che, attraverso giustificazioni e rendicontazione rimangono nella disponibilità dell’associazione che userà per portare avanti i progetti culturali.
Così Giorgio Del Sante, presidente della Fondazione di comunità parmigiana: “Munus deriva dal latino e significa dono, ma anche compito e responsabilità. L’apertura del fondo rappresenta un momento importante per il quartiere perché l’associazione Intesa San Martino, scegliendo noi come gestori del fondo, ha la possibilità di farsi conoscere e contribuire attivamente al benessere della collettività. Perché il più alto obiettivo è dare all’altro qualcosa di nostro in nome della gioia, della tolleranza e della conoscenza”.
Il Fondo Roberta Venturini è dedicato alla memoria della moglie del presidente Pasquale Leone Galimi ed è già attivo per la raccolta delle prime donazioni. Si potrà visionare il dettaglio sul sito della fondazione al link https://www.fondazionemunus.it/fondo-roberta-venturini/
I suoi primi 40 anni Giulia li ha voluti festeggiare in compagnia di tanti amici ai quali non ha chiesto regali personali ma una donazione per la Pediatria generale e d’urgenza dell’Ospedale dei bambini “Pietro Barilla” di Parma. E la risposta è stata corale e generosa tanto che ha consentito a Giulia di arrivare questa mattina con le braccia cariche di doni.
“Appena ne abbiamo occasione cerchiamo sempre di raccogliere fondi in favore dei bambini – spiega Giulia Ardenti Morini – quando mio marito ha festeggiato i suoi 40 anni abbiamo sostenuto un pozzo in Sierra Leone così come abbiamo cercato di portare il nostro contributo ad associazioni di cui conosciamo le preziose attività che svolgono. E per il mio compleanno abbiamo pensato all’Ospedale dei bambini. Nel nostro piccolo cerchiamo di essere dei donatori abituali”.
E così la festa si è prolungata nel reparto diretto da Icilio Dodi dove sono arrivate le apparecchiature per i più piccoli mostrate con orgoglio dalla coordinatrice infermieristica Giuseppina Nicosia: una bilancia con carrello pesa neonati, un saturimetro per rilevare i parametri vitali nei bambini, una centralina per misurare automaticamente la pressione arteriosa con manicotti di diverse misure, un set per affrontare le crisi respiratorie nei piccoli pazienti. “Sono strumenti per noi preziosi – ha spiegato Giuseppina Nicosia –che ci consentono di intervenire in casi d’emergenza o assistere più bambini contemporaneamente andando noi da loro senza spostarli dal letto. E di queste apparecchiature ne abbiamo sempre bisogno”.
Lo conferma la ricerca sostenuta da Mozart14 in collaborazione con il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, svolta nel reparto pediatrico di Onco-ematologia.
I bambini e gli adolescenti ricoverati nel reparto di Onco-ematologia Pediatrica del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, traggono grande beneficio dai laboratori di musicoterapia Tamino sostenuti da Mozart14 APS. Ed è così anche per i loro genitori. Lo conferma oggi uno studio, recentemente concluso. Mozart14 ha infatti portato a termine, insieme al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, nel reparto di onco-ematologia pediatrica diretto dal Prof. Andrea Pession, un’osservazione coordinata dalla dottoressa Dorella Scarponi, medico specialista in psicologia clinica del reparto di onco-ematologia pediatrica e dalla Dottoressa Barbara Zanchi, presidente di Music Space Italy, che conduce per Mozart14 i laboratori Tamino nel reparto. Gli effetti osservati e quantificati nel corso dell’attività hanno mostrato come le interazioni sonoro-musicali, opportunamente realizzate all'interno di una relazione musicoterapeutica, possano incidere positivamente su elementi rilevanti per i pazienti ospedalizzati. Il fare delle scelte sonore, cercare la partecipazione con l'atro, sentirsi coinvolti in attività gratificanti e normalizzanti connesse alla musica, hanno attivato nei bambini maggiori possibilità di esercitare un controllo positivo sull'ambiente circostante, rimettendo in circolo emozioni positive capaci di distrarli dai vissuti carichi di paura, legati alla malattia e all'ospedalizzazione.
“Perché tanti bambini – più di 4000 dall'inizio delle attività nel 2006 - possano avere sempre il supporto degli incontri di musicoterapia TAMINO, abbiamo bisogno del sostegno di tutti voi” dichiara Alessandra Abbado. “Le Giornate di TAMINO ci aiutano a richiamare l’attenzione di chi vuole conoscerci e aiutarci. Abbiamo scelto questo periodo perché il 15 novembre ricorre la Giornata Europea della Musicoterapia. Per i bambini ricoverati” prosegue la presidente di Mozart14 “organizziamo nei diversi reparti del Padiglione 13 una vera e propria staffetta musicale che affiancherà per l’occasione i consueti incontri di musicoterapia nel pomeriggio di mercoledì 20 novembre. E lo spettacolo di Gek Tessaro Teatro in musica, in cui i disegni dell’artista si animano a suon di musica, sempre al Padiglione 13, giovedì 21 novembre pomeriggio.
Abbiamo inoltre programmato in città una serie di concerti gratuiti aperti al pubblico (i posti sono limitati, è bene prenotare a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Chi vorrà potrà fare una donazione libera e consapevole a Mozart14, per sostenere i laboratori TAMINO di musicoterapia nei reparti pediatrici di Onco-ematologia, Terapia Intensiva Neonatale, Neonatologia, Chirurgia del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi”.
Ecco il programma: il 25 ottobre, alle ore 18.00 il Quartetto Mirus, con Federica Vignoni, Massimiliano Canneto - violini, Riccardo Savinelli – viola e Luca Bacelli – violoncello, si esibirà a Palazzo Magnani, sede UniCredit, in via Zamboni 20. Il 9 novembre, presso la sede della Chiesa Evangelica Metodista in Via Giacomo Venezian 1, alle ore 17.00 si terrà il concerto di Komos – Coro Lgbt di Bologna. Chiude la rassegna il concerto di Matteo Cimatti – violino e Marco Gaggini – pianoforte il 15 novembre, alle ore 18.00 presso la sede di UniCredit a Palazzo Magnani, in via Zamboni 20. I concerti realizzati presso Palazzo Magnani sono inseriti nel quadro del Progetto artistico di Fondazione del Monte e UniCredit.
Per info e prenotazioni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Le attività TAMINO di Mozart14 sono realizzate grazie al sostegno di Regione Emilia-Romagna, 8x1000 Chiesa Valdese, UniCredit, Alfasigma.
SCHEDA MOZART14
SCHEDA LABORATORI TAMINO
Perché il dolore è quel filo sottile che ci unisce gli uni agli altri e ci permette di ravvisare negli occhi di un altro qualcosa che ci appartiene più di noi stessi.
E’ allora di fronte alla tragedia dei finali si può rispondere. E’ questo il tema conduttore che lega, le storie raccontante nel libro.
Storie di donne, di uomini, di bambini di persone coraggiose che di fronte ‘al male’ non si sono arrese e hanno lottato sempre, fino alla fine, a volte vincendo, altre perdendo.
Ma questo fa parte della vita.
Non ci sono battaglie sempre vinte o sempre perse.
Il coraggio e la grandezza di queste persone non sono mai venute meno.
Nelle loro storie è sempre presente la dicotomia dolore-amore che trae dall’esistenza spunti e significati per arrivare ad una sintesi di profonda umanità.
E’ un libro intriso di un’alchimia interiore intesa come trasformazione, sublimazione e infine di catarsi sia del dolore che dell’amore, poiché in questi racconti chi
risponde al dolore, ha saputo spogliarsi della propria identità di donatore di amore per calarsi in quella di sofferente e cosi elevare entrambi a un nuovo divenire.
Pur raccontando storie di dolore, di disperazione, non è un libro di dolore o disperazione, ma di speranza.
Alla fine il lettore scopre che se la salute ci consente di gioire e vivere bene, la malattia ci aiuta a comprenderne meglio il significato.
Molte volte nella vita siamo noi che facciamo delle scelte, altre volte è la vita che sceglie per noi.
In questi casi dobbiamo essere pronti ad affrontare tutto con coraggio e determinazione.
Perché è vero quello che scrive il Dottor Leonardi, Direttore dell’Unita operativa di Oncologia Medica, che ha curato l’introduzione.
‘Non possiamo ipotecare il futuro, né possiamo governarlo. Possiamo solo decidere come vivere il presente’
Da ultimo si puo’ concludere con un pensiero di Don Antonio Mazzi che ha scritto la prefazione.
‘Dopo la lettura di questo libro, fatemi immaginare che da sempre, da qualche parte, i luoghi e i tempi sono albe e tramonti per noi, uomini di tanta ragione e di poca fede'.
Gli autori del libro Raffaele Balsano e Marco Alfredo Arcidiacono hanno deciso di devolvere il ricavato per la costruzione del ‘NUOVO CENTRO ONCOLOGICO DI PARMA’
Curiosa e originale l’idea che ogni lettera iniziale dei protagonisti dei racconti sono evidenziate in rosso e tutte alla fine compongono una frase.
Tocca al lettore scoprire quale.
I Luoghi dell'Anima - Editore RUPE MUTEVOLE
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Claudia Oddi dona all’associazione il ricavato dalla vendita della linea di gioielli da lei creata per l’Ospedale dei Bambini di Parma.
Parma -
“Mi auguro che questo sia solo l’inizio”, aveva promesso Claudia Oddi alla consegna di una donazione a Giocamico, frutto del successo della linea di gioielli da lei appositamente disegnata per l’Ospedale dei bambini. E così è stato, perché quell’inizio ha avuto un seguito che si è concretizzato con una seconda donazione consegnata al presidente di Giocamico Corrado Vecchi.
Il gioiello solidale nacque da un’idea di Claudia condivisa con l’amica Cristina Premoli, che è anche una delle responsabili di Giocamico, e dalla sua matita uscì il disegno di un braccialetto d’argento a cui è seguita la collana con le ali. La collezione “un pensiero” stava prendendo forma e si è arricchita di nuovi esemplari che hanno incontrato il favore del pubblico consentendo quindi di raggiungere un generoso pensiero per l’associazione che da oltre vent’anni affianca nelle attività ludico-ricreative i pazienti dei reparti pediatrici del Maggiore.
All’opera di promozione hanno collaborato attivamente anche l’associazione Mogli Medici Italiani con la presidenteAdele Quintavalla e il personale dei reparti pediatrici dell’Ospedale dei Bambini presenti alla donazione di questa mattina con la coordinatrice infermieristica della degenza pediatrica Claudia Marcatili.
“Disegnare e produrre quei gioielli conoscendone il fine – ha dichiarato Claudia Oddi - è stato un onore e voglio ringraziare tutti i miei clienti che scegliendo di acquistarlo sono diventati parte attiva di questa donazione”. E non è finita qui, il duo Oddi-Premoli ha già in cantiere la creazione di un nuovo gioiello dal nome affascinante “il filo dell’amore”, mentre la vendita della collana con le ali continua in gioielleria o presso Giocamico contando su quel passaparola di solidarietà che si è rivelato vincente.
Aiutiamo Simone Arrabito a trovare un rene.
Di Nicola Comparato Parma 26 settembre 2019 - Riceviamo e pubblichiamo l'appello di Simone Arrabito, affetto da una grave forma di insufficienza renale cronica. Simone Arrabito, nato a Parma il 16-06-1973, prima della malattia era un ottimo operatore socio sanitario.
Ecco il suo appello:
"Sono in dialisi da due anni e per tre volte la settimana, per quattro ore di sedute, devo stare immobile su un letto attaccato a una macchina. Non ne posso più. Un rene compatibile mi darebbe la possibilità di fare un trapianto e ricominciare a vivere.Aiutatemi!"
Per maggiori informazioni il link della pagina Facebook di Simone Arrabito
https://www.facebook.com/Aiutate-Simone-a-trovare-un-donatore-di-rene-117172119676118/
Grazie alla donazione attivato un contratto per potenziare la raccolta dati sui pazienti affetti da emopatia.
Arriva dall’Associazione Adisco un sostegno concreto per la cura delle malattie del sangue, grazie a una donazione di 10.000 euro alla struttura di Ematologia e Centro trapianti midollo osseo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. La somma è già stata destinata all’attivazione di un contratto per creare uno specifico data base che evidenzi nella casistica di Parma i potenziali canditati all'utilizzo delle cellule da cordone ombelicale per il supporto al trapianto.
La donazione è stata ufficializzata oggi da Maria Giovenzana, presidente Adisco, Massimo Fabi, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e Francesco Leonardi, direttore del dipartimento Medico e direttore facente funzione del reparto, insieme a Monica Crugnola, dirigente medico dell’Ematologia e Rodanthi Fioretzaki, case manager che si sta occupando di sviluppare e implementare il data base.
“Come Adisco – spiega Giovenzana - ci battiamo perché prima del parto le future mamme scelgano di donare il cordone ombelicale. Insieme a una nuova vita infatti nasce una possibilità di cura: il cordone ombelicale, che normalmente viene gettato, contiene sangue ricco di cellule staminali, le stesse del midollo osseo. Una donna che decide di donare quel sangue offre a tante persone malate una speranza in più di guarire e tornare alla vita”.
“Il sangue cordonale - precisa Crugnola è una preziosa sorgente di cellule staminali ematopoietiche capaci di produrre tutte le altre cellule del sangue. Le staminali possono essere isolate dal sangue cordonale, da midollo osseo e da sangue periferico dopo mobilizzazione con fattori di crescita emopoietici. Così lavorate hanno un'importanza vitale nella cura di molteplici patologie ematologiche, metaboliche e immunitarie”.
Un ringraziamento per il prezioso sostegno al reparto arriva da Francesco Leonardi e da Massimo Fabi. “Da sempre - spiega il direttore del Maggiore Fabi - Adisco è vicina alle strutture dell’ospedale di Parma con donazioni in denaro, apparecchiature e soprattutto promuovendo la donazione del cordone ombelicale, sviluppando quindi una cultura del dono e della solidarietà che è la vera forza del nostro ospedale”.
L’Adisco è nata nel 1995 come associazione di donne disposte a donare dopo il parto il sangue del cordone ombelicale, che contiene cellule staminali identiche a quelle del midollo osseo. Infatti, circa il 40-50% dei pazienti affetti da leucemia e linfomi per i quali è necessario il trapianto del midollo osseo non dispone di un donatore compatibile nell’ambito familiare o nei registri internazionali dei donatori volontari e il sangue del cordone ombelicale può quindi sostituire il midollo per il trapianto. L’Adisco si pone l’obiettivo di promuovere la donazione: un’operazione semplice e rapida che non procura nessun rischio e sofferenza al neonato e alla madre perché avviene quando il cordone è già stato reciso.
A Parma e provincia la sede di Adisco è presso l‘ospedale Maggiore al secondo piano del padiglione Rasori (0521. 704709). Le future mamme possono decidere di donare il cordone ombelicale al momento della presa in carico nei reparti di Ostetricia e Ginecologia degli Ospedali di Parma e di Vaio.