Editoriale: Referendum, Votare informati. Crescono i formaggi duri. Dal Canada alla ricerca delle fonti del Parmigiano Reggiano. Andalini, Scopri di che pasta son fatta. Cereali, i mercati stanno tornando alla normalità. Pomodoro, boom del biologico. Olio di Oliva, previsioni produttive.
SOMMARIO Anno 15 - n° 40 09 ottobre 2016
1.1 editoriale Votare informati. SI o NO?
2.1 Lattiero Caseario Crescono entrambi i formaggi duri DOP.
3.1 export formaggi Dal Canada alla ricerca delle fonti del Parmigiano Reggiano
3.2 Pasta e tracciabilita' Andalini: Scopri di che pasta sono fatta!
4.1 cereali Cereali e dintorni. Dall'USDA nessuna reazione scomposta.
5.1 cereali Cereali e dintorni. I mercati stanno tornando alla normalità
6.1 eventi parmigiano reggiano Caseifici aperti: i visitatori sfondano quota 20.000
6.2 pomodoro Boom del pomodoro biologico,
7.1 olio di oliva- previsioni Olio d'oliva, previsioni di produzione della campagna 2016/17
8.1 promozioni "vino" e partners
8.2 promozioni "birra" e partners
Meglio votare informati. Un invito a leggere le modifiche comparate del testo della costituzione (vedi in allegato). Sul quesito referendario qualche dubbio viene.
di Lamberto Colla Parma 9 ottobre 2016 - Il 4 dicembre finalmente si andrà a votare e saremo chiamati a mettere una crocetta su un SI o un NO che, a quanto si legge e ascolta nelle ultime settimane, sarà determinante per la ripresa economica dell'Italia.
Un'Italia la cui economia mostra evidenti segnali di agonia più che di convalescenza, al punto che la Corte dei Conti ha dichiarato troppo ottimistiche le aspettative di crescita del PIL, +1%, per il 2017.
Un tema molto sentito dagli italiani al punto da indurre Matteo Renzi a modificare la strategia di comunicare questa lunghissima campagna referendaria, già iniziata lo scorso febbraio, spostandola dal piano personale (Se vince il NO me ne vado) a quello economico, sostenendo che la vittoria del SI rilancerà l'economia del nostro Paese.
E siccome personalmente non riesco a immaginare questa diretta connessione tra ripresa economica e modifica della Costituzione, mi sono tornato a rileggere il testo per vedere se qualcosa mi fosse sfuggito (E' possibile scaricare il testo della Camera in formato pdf dal link "Allegati").
Indubbiamente, con l'adozione del nuovo testo, le procedure legislative verrebbero enormemente alleggerite.
Alla Camera dei Deputati (sempre più "governativa" grazie al premo di maggioranza destinato alla lista che supera il 40%. "Italicum") e al Presidente della Camera stessa vengono orientati nuovi poteri. Sarà infatti il Presidente della Camera a assumere ad interim le veci del Presidente della Repubblica in caso di sua impossibilità (attualmente è il Presidente del Senato la seconda carica dello Stato). Lo stato di guerra sarà deliberato dalla sola Camera dei Deputati e la fiducia o sfiducia del Governo passerà al vaglio esclusivamente dalla Camera dei Deputati, solo per raccogliere qualche esempio.
Nella nuova proposta viene enormemente ridotta la facilità di proporre leggi di iniziativa popolare. Infatti, se attualmente occorrono 50mila firme per proporre alla discussione parlamentare un testo di legge, dopo la modifica costituzionale il numero di firme triplicherà passando da 50 a 150mila.
Non riesco invece a trovare, nel nuovo testo, giustificazione forte al "risparmio", salvo nella riduzione dei costi del Senato (ridotto a 95 elementi non eletti) e nella abrogazione del CNEL, organismo costituzionale nato come organo consultivo del Parlamento per quanto riguarda l'economia e il lavoro, il cui costo, molto probabilmente sarebbe stato ancora sostenibile dallo Stato (meno di 20 milioni all'anno, mentre alle Province "abrogate" nel 2015 è andato ben 1 miliardo).
Una considerazione finale sul quesito referendario:
pare esso stesso uno spot promozionale a favore del SI ove si richiami l'attenzione a temi molto sentiti dal popolo: "La riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni", mentre la croce sul SI non è solo questo ma molto altro.
Leggere, pensare e poi votare!
Si è persino scomodato il Presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, a invitare i cittadini al voto. Il giusto contraltare all'indelicata presa di posizione del Premier a favore dell'astensionismo.
Una mossa astutissima di Renzi, il cui risultato si giocherà politicamente, che ancora una volta ha dimostrato lucidità e spregiudicatezza. Un modo per costruirsi la via d'uscita, dopo Banca Etruria, dal caso petrolio, lobby che ha visto coinvolta, per ragioni affettive e non politiche, l'ex Ministra Guidi.
di Lamberto Colla Parma 14 aprile 2016 -
Se Matteo Renzi non si fosse azzardato, come non avrebbe dovuto fare in qualità di Presidente del Consiglio, a invitare al NON VOTO per il referendum di domenica 17 aprile, molto probabilmente me ne sarei rimasto a casa a gustarmi la vittoria dei disertori. Quella massa di soggetti che, per pigrizia, per incomprensione del quesito referendario proposto, o per strategia di votazione, avrebbero contribuito al mancato raggiungimento del quorum, contribuendo perciò a invalidare il referendum stesso.
Non ho cambiato idea su questa specifica chiamata alle urne, ma ho cambiato idea su come esprime la mia opinione.
Andrò a votare come ha chiesto di fare il Presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi.
Un invito che, giustamente, viene a poche ore di distanza dall'invito opposto del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Un'uscita ben poco elegante da parte di una così alta carica dello Stato che mi ha lasciato basito. Vero che Renzi è anche il capo del partito di maggioranza ma l'opinione in tal senso l'avrebbe dovuta fare esprimere a un portavoce del PD, a un suo fidato, ma non lui.
Un'intervento che dimostra, ancora una volta, quanto astuto sia il nostro giovane premier.
In piena bagarre, messo all'angolo dalla vicenda Guidi-Gemelli, con le piaghe dal caso Banca Etruria ancora non rimarginate e costantemente sotto pressione dai vecchi leopardi (un pochino smacchiati) compagni di partito, Renzi non ha perso invece la lucidità e, con un colpo di genio, è entrato a gamba tesa sul referendum pensando, molto probabilmente, di giocarsi a suo favore il numero degli assenteisti propio a 48 ore dalla votazione di sfiducia del Governo proposta sia da M5S sia da Forza Italia (19 aprile).
La vittoria schiacciante che si determinerà da parte dei non votanti, vittoria peraltro strategicamente preparata a tavolino scindendo la consultazione referendaria dalle prossime imminenti elezioni amministrative, verrà esaltata dal Presidente del Consiglio e Capo del PD, come una Sua Vittoria accomunando e portando a suo favore tutti i pigri, gli ignoranti (quelli che non hanno compreso la domanda a cui rispondere) e tutti quelli, di destra e di sinistra, che sull'argomento avessero scelto di contribuire al mancato raggiungimento del quorum.
No, questo vantaggio non possiamo concederlo a nessuno. Nessuno potrà avvantaggiarsi politicamente di una massa di voti, peraltro inesistenti, trasformando un "referendum tecnico" in una consultazione politica.
Ecco quindi svelato anche il mistero della "strana" apparizione sulla scena politica del Presidente della Corte costituzionale.
L'invito del Presidente Paolo Grossi lo faccio mio e anch'io dico: andiamo a votare.
E' un nostro diritto, è un dovere e soprattutto, per quel che mi riguarda, non voglio rientrare nel novero di quelli che daranno credito al Presidente del Consiglio.
Quindi andiamo a votare: SI o NO.
Per comprendere il quesito referendario c'è ancora tempo due giorni. Sono ampiamente sufficienti per farsi la propria opinione.