Quante persone giocano d'azzardo in Italia e quanto spendono? La risposta a questi quesiti arriva da alcune ricerche effettuate dal Politecnico di Milano in tutto il nostro Paese. I risultati sono inquietanti, non solo per quanto riguarda la diffusione dei casino in Italia, ma anche riguardo alla diffusione delle problematiche correlate al gioco d'azzardo.
Quanti casino ci sono nel nostro Paese
In Italia, sul territorio nazionale, sono presenti solo 4 casinò tradizionali, nel senso che ci sono solo 4 case da gioco con i croupier e i classici tavoli verdi, dove è possibile giocare d'azzardo. Ecco, queste realtà sono in crisi e ni molti di essi lo Stato è dovuto intervenire con prestiti e finanziamenti, perché l'italiano medio non ama più andare al casinò. Il controsenso è reale ma non del tutto: ci sono sempre più persone che spendono sempre di più per il gioco d'azzardo ma i casinò sono in crisi. La motivazione è sotto gli occhi di tutti: il gioco d'azzardo oggi non si pratica più nelle tradizionali sale del casinò. Sul territorio sono infatti presenti altri tipi di sale da gioco, dove sono disponibili dei videoterminali, dai quali si accede a uno o più tavoli da gioco, o anche a giochi come le slot machine. Questo tipo di realtà sono molto diffuse in tutto il Paese, sia come vere e proprie sale da gioco, sia con alcuni videoterminali posizionati in bar, tabaccai, stazioni di benzina e così via. Del resto stiamo parlando di terminali del tutto legali e autorizzati dallo Stato.
Altri tipi di gioco d'azzardo
Dalle ricerche sull'argomento circa il 50% degli italiani giocano d'azzardo almeno una volta all'anno, spendendo in totale più di 90 miliardi di euro. Ma questi soggetti vanno tutti al casinò, o si divertono tutte con le slot machine? La risposta è no, perché una buona fetta di mercato è rappresentata dalle lotterie istantanee, da quelle meno istantanee, dal lotto, dal totocalcio e così via. Molti giocatori prediligono giochi meno complicati, come ad esempio i gratta e vinci o l'ormai classico superenalotto. Stiamo quindi parlando di un gioco d'azzardo che ha dei contorni ben diversi rispetto a quello tradizionale, anche dal punto di vista del controllo sociale. Nessuno guarda con atteggiamento ostile una persona cha acquista un gratta e vinci, anche se questo costa più di 10 euro. Mentre in molte realtà chi gioca alle macchinette tipo slot machine viene ancora stigmatizzato come un appassionato di un passatempo poco chiaro e poco "pulito".
L'avvento di internet
I casinò fisici, quelli tradizionali, sono in crisi, ma nonostante questo gli italiani spendono tantissimo in questo tipo di mercato. Lo fanno solo con le lotterie istantanee? Certo che no, un'altra voce che contribuisce a rendere positivo il bilancio del gioco d'azzardo riguarda l'offerta della rete. Dal 2009 infatti anche nel nostro Paese è possibile consentire ai cittadini di giocare d'azzardo in internet, su appositi siti, autorizzati e controllati dall'AAMS, l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Questo ente non solo controlla le società che gestiscono i casinò, ma anche i software utilizzati, per dare la certezza ai giocatori di avere le corrette probabilità di vincita, senza essere truffati. Internet sta soppiantando altri metodi per giocare d'azzardo grazie alla sua ampia versatilità. Per giocare in rete basta avere qualche euro e una connessione, anche da smartphone poco importa. Molti siti infatti permettono di puntare anche meno di un euro, portando così anche i soggetti che un tempo non avrebbero potuto avvicinarsi alt avolo verde a riuscire a dedicare del tempo a questo passatempo, senza dovrà spendere una fortuna. Il tutto senza uscire di casa.
Gioco d'azzardo. L'Emilia-Romagna promossa dall'Osservatorio nazionale, via libera al Piano regionale da 3,7 milioni di euro: più prevenzione, assistenza e recupero dalla dipendenza, salvaguardia dei luoghi sensibili come le scuole. I fondi ripartiti ai territori
Fra le quattro Regioni il cui Piano è stato approvato integralmente dall'Osservatorio, via libera che autorizza l'utilizzo della quota del Fondo nazionale. L'assessore Venturi: "Il nostro obiettivo è favorire un approccio consapevole e critico. Vogliamo tutelare le persone più deboli e vulnerabili"
Bologna – Ancor più prevenzione, avvicinando le persone a rischio e le loro famiglie ai servizi sanitari, sostenendo progetti e iniziative con ragazzi e studenti e tutelando i luoghi sensibili come scuole e ospedali. E rafforzare la qualità dell'assistenza per i soggetti con problemi di dipendenza dalgioco d'azzardo patologico, rendendo definitivamente omogeneo, efficace e di qualità il percorso diagnostico e terapeutico. Sono solo alcuni degli obiettivi contenuti nella proposta di Piano d'azione regionale contro la ludopatia approvato dalla Giunta dopo il via libera ottenuto dall'Osservatorio nazionale per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo.
L'Emilia-Romagna è infatti tra le quattro regioni italiane - insieme a Friuli Venezia Giulia, Basilicata e Umbria - il cui Piano regionale contro il gioco d'azzardo è stato approvato integralmente dall'Osservatorio, ottenendo così l'autorizzazione da parte del ministero della Salute all'utilizzo della quota del Fondo per il gioco d'azzardo patologico già attribuito alla Regione: 3 milioni e 712 mila euro per il periodo 2017-2018. Le risorse serviranno in gran parte (3,6 milioni) a realizzare interventi di carattere territoriale, e per questo verranno trasferite alle Aziende Usl dell'Emilia-Romagna sulla base della popolazione residente al 1^ gennaio 2017 (in quanto titolari di competenze in tema di prevenzione e cura del Gioco d'azzardo). A livello territoriale, le risorse vengono distribuite tra le Aziende sanitarie nel seguente modo: Romagna 909.512 euro; Bologna 708.661 euro; Modena 568.092 euro; Reggio Emilia 431.065 euro; Parma 362.221 euro; Ferrara 282.605 euro; Piacenza 232.140 euro; Imola 107.915 euro. La Regione si riserva una quota residua delle risorse - 110 mila euro – per le attività di formazione dei soggetti che a vario titolo si occupano del problema.
"Si tratta di un atto fondamentale, che permetterà sia di promuovere azioni di prevenzione contro il gioco d'azzardo patologico sia di potenziare quelle di cura- spiega l'assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Il piano ha la finalità di tutelare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili. Non solo, puntiamo anche ad aumentare la consapevolezza sui fenomeni da dipendenza e a favorire un approccio consapevole e critico al gioco, con particolare riferimento al mondo della scuola e alle famiglie. Si tratta di uno strumento che oltre a confermare le azioni già adottate dalla Regione per la prevenzione, il trattamento delle persone con dipendenza, la riduzione dei rischi correlati all'uso e la riduzione del danno, mette in campo percorsi differenziati per popolazione e tipo di dipendenza. Fondamentale- chiude l'assessore- è il lavoro di rete tra le istituzioni e il territorio, che nel tempo abbiamo rafforzato e diversificato, senza mai abbassare la guardia su un problema vero, che mai va sottovalutato".
Dipendenza patologica dal gioco d'azzardo, quasi 1.400 persone seguite dai Servizi in Emilia-Romagna
Nel 2016, le persone affette da tale dipendenza patologica seguite dai Servizi per le dipendenze sono state 1.382: una attività assistenziale fortemente cresciuta se si pensa chenel 2010 i giocatori trattati erano 512. Vanno poi considerati quelli che si rivolgono direttamente ai gruppi di auto-mutuo-aiuto dei 'Giocatori anonimi' e i familiari che frequentano i gruppi 'Gamanon'. Con queste due associazioni la Regione ha sottoscritto un protocollo di collaborazione che riconosce loro il ruolo di risorsa per il sistema dei servizi di cura.
Gli interventi
Promuovere tra i cittadini, compresi gli esercenti di locali, la cultura del gioco responsabile, la conoscenza del fenomeno e dei rischi correlati alle pratiche del gioco patologico e il loro recupero sono gli obiettivi principali delle azioni che verranno realizzate a livello locale. Rientrano tra queste le azioni di avvicinamento delle persone con dipendenza da gioco d'azzardo e delle loro famiglie ai servizi sanitari, la promozione del marchio etico SlotFreeER, voluto dalla Regione per gli esercizi commerciali liberi da slot, la collaborazione con le scuole che sperimentano progetti di prevenzione, la limitazione dell'offerta di giochi d'azzardo, anche salvaguardando i luoghi sensibili quali scuole e ospedali. L'applicazione del Piano di azione regionale riguarda, per i progetti di natura regionale, l'attività di indirizzo, sostegno e coordinamento alle Ausl e ai Comuni, l'organizzazione di eventi formativi su base regionale per diversi target, l'elaborazione di strumenti di monitoraggio sui progetti locali e il collegamento con i Centri anti-usura e gli altri soggetti che si occupano di sovra indebitamento. /Ti.Ga.
Scommesse e gioco d'azzardo. Se ne parla sempre più negli ultimi tempi perché, è sotto gli occhi di tutti gli italiani, il fenomeno è in costante crescita e lo dicono anche le statistiche: negli ultimi tre anni, l'industria del "gambling" è costantemente cresciuta in tutte le regioni del nostro paese con la tipica eccezione che conferma la regola rappresentata dal virtuoso Piemonte.
Il dibattito sulle possibili forme di regolamentazione è di strettissima attualità visto che Governo ed enti locali stanno varando delle misure restrittive in fatto di orari di apertura, numeri di postazioni da gioco e divieti di apertura in prossimità di vari luoghi sensibili.
E non mancano mai neppure le polemiche sulle presunte mani della criminalità organizzata sul business.
I fatti di cronaca nel corso degli anni hanno evidentemente accertato tali infiltrazioni ma al tempo stesso, non si può certo dire che anche gli altri settori industriali e commerciali del nostro paese (e non solo...) siano purtroppo immuni dal virus delle mafie.
Il gioco, soprattutto quando diventa patologico, purtroppo spesso porta anche a problemi di usura e questo è un altro aspetto su cui le istituzioni stanno cercando di intervenire per aiutare le vittime con strumenti sempre più incisivi nello sradicare questo malcostume.
Spesso comunque si fa anche confusione e si mette nello stesso calderone ogni tipo di gioco e si considera azzardo erroneamente ogni attività ludica in cui sia in palio una posta in denaro.
In realtà un gioco per essere veramente d'azzardo non dovrebbe dipendere dalle decisioni prese dal giocatore ma esclusivamente dalla sorte. Se giocassimo a soldi ad esempio tirando una moneta e puntando su testa o croce staremmo parlando di gioco d'azzardo puro. Tale definizione è stata data anche in ambito legislativo con l'articolo 721 del Codice Penale che recita "sono giuochi di azzardo quelli nei quali ricorre il fine di lucro e la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria".
Diventano così di più difficile definizioni giochi come il poker, soprattutto quello hold'em ed organizzato a tornei oppure chi gioca a BlackJack Online con le tante statistiche capaci di indirizzare l'esito vincente di una o più mani.
In realtà però la normativa vigente non fa molte differenze da questo punto di vista e non fa distinzione quando comunque una componente di fortuna, più o meno maggioritaria, è presente dove al tempo stesso, c'è una somma di denaro da vincere.
Quello che comunque più sorprende è che, nonostante le possibilità di giocare d'azzardo e scommettere siano di facile accesso sia nel mondo reale che in quello virtuale di Internet tramite qualsiasi dispositivo portatile e fisso, abbia ancora una certa diffusione il gioco clandestino controllato completamente da organizzazioni criminali.
Scommesse su corse ugualmente illegali di cavalli o cani, combattimenti non regolamentati e vari altri tipi di attività tutt'altro che lecite, sembrano ancora convivere con il gioco legalizzato.
Di certo i numeri sono drasticamente diminuiti del giro d'affari ma ci si augurava che la possibilità di giocare "pulito" facesse scomparire un fenomeno ancor più grave.
Una sala scommesse perfettamente attrezzata con 7 personal computer è stata sottoposta a sequestro dai militari della Guardia di Finanza di Bologna durante un mirato intervento svolto nei giorni scorsi presso un esercizio commerciale ubicato in città, in zona Barca.
Bologna 29 novembre 2017 - I militari del II Gruppo di Bologna nel corso del controllo teso al contrasto ed alla repressione degli illeciti posti in essere nel settore giochi e scommesse hanno, infatti, scoperto che all'interno del locale commerciale anziché la semplice ricarica del conto di gioco e l'assistenza ai clienti, veniva effettuata la raccolta abusiva di scommesse. Specificamente, i titolari dell'attività consentivano agli avventori privi del prescritto conto di gioco presso un bookmaker italiano, di effettuare comunque le giocate a pronostico previste dal palinsesto nazionale, utilizzando i propri profili – account.
In effetti, è stato accertato che l'attività di raccolta abusiva di scommesse veniva svolta in assenza della necessaria autorizzazione e sulla base di una concessione per il solo gioco on-line rilasciata dall'Autorità dei Monopoli di Stato.
Il controllo si concludeva con il deferimento alla locale Procura della Repubblica di due soggetti, di cui uno titolare dell'impresa, per il reato previsto dall'art. 4 della Legge 401/89 "Esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa", e con il sequestro di computer e stampanti, utilizzati nello svolgimento dell'attività illecita oltre che del locale stesso.
Nello specifico comparto operativo, la Guardia di Finanza, non mira solo a contrastare le pratiche abusive di offerta di giochi in generale, aggredendo qualsiasi forma di illegalità ad esso connessa, ma di garantire la sicurezza dei giocatori in generale ed in particolare di quelli più giovani, spesso minorenni, che vengono attratti nel vortice del gioco.
Crescita record di giocatori in Italia. L'anno scorso l'insieme delle puntate hanno raggiunto i 96.1 miliardi. Anche il gioco d'azzardo coinvolge sempre più giocatori
Cresce la raccolta dei giochi nel 2016 in Italia. Da oggi l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a messo a disposizione di tutti gli interessati una base conoscitiva istituzionale sul gioco legale in Italia, a livello nazionale e regionale.
Per il periodo 2006-2016 sono stati ricostruiti i dati nazionali per ogni categoria di gioco relativi alla Raccolta, alle Vincite, alla Spesa (ovvero alle perdite dei giocatori), agli introiti erariali e al fatturato della filiera commerciale.
Il trend emerso è che lo scorso anno l'insieme delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori italiani ha raggiunto i 96,1 miliardi, in aumento di 7,9 miliardi rispetto all'anno precedente.
Anche la grande lotteria dell'azzardo non si è mai fermata in questi anni di crisi, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti": le cifre sono impressionanti del giro di affari in Italia.
Tra le regioni la Lombardia è in testa alla classifica per la raccolta complessiva: 14 miliardi e 65 milioni sono stati "bruciati" nelle macchinette dai cittadini. Il gioco on-line, per esempio, è diventato il secondo segmento del mercato, superato le lotterie istantanee come il "Gratta e vinci" che non può essere direttamente abbinato ad un territorio geografico e che quindi i dati delle regioni potrebbero avere dei numeri "veri" diversi e ridefinire questa "classifica dell'azzardo".