Gli agenti della Digos hanno perquisito un appartamento in viale Gramsci e sequestrato i device a scopo precauzionale. Al vaglio i rapporti tra la ventenne e il sostenitore dell'Isis arrestato a Torino.
MODENA – Un' "amicizia" nata su Facebook e un contatto in chat con Elmahd Halili, il 23 enne marocchino naturalizzato italiano arrestato nei giorni scorsi a Torino perché sostenitore dell'Isis e accusato diffondere materiale propagandistico del Califfato e di "reclutare" adepti per atti di terrorismo, hanno fatto scattare un blitz in un appartamento di viale Gramsci a Modena, dove vive una famiglia marocchina.
Gli agenti della Digos hanno sequestrato, in via del tutto precauzionale, il cellulare e il tablet di una delle figlie ventenni della famiglia nordafricana, da cui sarebbero partiti i contatti con il militante del sedicente Stato Islamico.
Ora, le indagini dovranno appurare, analizzando i contenuti della chat e la natura dei contatti, se i rapporti tra la giovane straniera residente a Modena e l'italo marocchino arrestato siano stati del tutto casuali e privi di ogni finalità criminale o se centri l'attività di proselitismo, la campagna d'odio e il reclutamento che Halili stava portando avanti al fine di mettere in atto azioni terroristiche.
Operazione "Fake brands", sequestrati dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia oltre 2.500 capi di abbigliamento con marchi contraffatti. Individuata fabbrica e filiera del falso.
28 marzo 2018
Magliette, felpe, pantaloni, zaini e altri capi di abbigliamento recanti griffe abilmente falsificate venivano confezionati in provincia di Barletta, transitavano da alcuni intermediari bolognesi ed approdavano in provincia di Reggio Emilia per essere posti in commercio, illegalmente. E' quanto emerso al termine di una vasta operazione di polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia e condotta dal Gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, che ha portato al rinvenimento ed al sequestro di oltre 2.500 capi di abbigliamento recanti marchi contraffatti e relativi accessori ed alla denuncia di 7 persone di nazionalità italiana per i reati di produzione e commercio di merci recanti marchi contraffatti e ricettazione.
L'indagine ha preso avvio qualche settimana fa, quando le Fiamme Gialle di Reggio Emilia hanno proceduto al sequestro di diversi capi d'abbigliamento recanti il marchio americano THRASHER, attualmente molto apprezzato dai più giovani, abilmente contraffatto. Le investigazioni hanno portato ad eseguire ulteriori perquisizioni in Provincia di Reggio Emilia, ma anche a Bologna, Barletta e Messina, in collaborazione con i Reparti della Guardia di Finanza delle rispettive sedi. Si è così individuato un opificio, in Provincia di Barletta, nel quale sono stati rinvenuti 4 dispositivi utilizzati per la riproduzione e lo stampaggio dei marchi, oltre a numerose etichette pronte per essere applicate sui capi da immettere in commercio e documentazione commerciale utile a ricostruire la rete di commercializzazione dei prodotti. Ciò ha portato ad eseguire ulteriori perquisizioni rinvenendo ulteriori capi contraffatti e preziosi elementi di riscontro e fonti di prova.
L'intervento si colloca nell'ambito della missione istituzionale della Guardia di Finanza, finalizzata alla tutela del mercato dei beni e dei servizi, alla salvaguardia dei marchi nonché al contrasto di tutte le condotte illecite che minacciano il "made in Italy", realizzata mediante una costante azione di controllo economico del territorio reggiano. Peraltro il fenomeno della contraffazione colpisce numerosi settori industriali ed i prodotti contraffatti, essendo fabbricati al di fuori dei canali legali, sviliscono il marchio e non garantiscono il rispetto degli standard di produzione e conformità stabiliti a livello nazionale ed europeo, con evidenti possibili riflessi negativi in termini di sicurezza del consumatore.
Tenta di incassare un vaglia postale "clonato" da 25 mila euro con documenti falsi, la Polizia di Stato arresta un 58 enne pregiudicato.
27 marzo 2018
Nella mattinata di del 24 marzo scorso, presso l'ufficio postale di Modena Centro, personale della Sezione Polizia Postale di Modena ha arrestato in flagranza P.A., pregiudicato 58 enne originario di Caserta e residente a Correggio (RE), mentre tentava di depositare un vaglia "clonato" dell'importo di 25 mila euro su una carta prepagata postale, esibendo un documento di identità falso.
Il personale della Filiale di Poste Italiane, insospettito sulla natura dell'operazione, ha chiamato gli agenti della Sezione di Modena che, giungendo immediatamente sul posto, sono riusciti a fermare il pregiudicato ancora all'interno dell'ufficio.
Nonostante l'uomo abbia esibito il documento abilmente falsificato, gli operatori intervenuti hanno scoperto l'inganno, verificando peraltro che, oltre al falso documento di identità, anche il vaglia depositato era frutto di una "clonazione" ai danni di un'anziana correntista postale di Cosenza.
Il pregiudicato è stato quindi arrestato in flagranza per possesso di documenti falsi e ricettazione, mentre il vaglia "clone" è stato immediatamente bloccato consentendo l'intero recupero della somma.
Durante il giudizio direttissimo, tenutosi ieri presso il Tribunale di Modena, l'arresto è stato convalidato e P.A. è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Le indagini sono state coordinate dalla Dr.ssa Claudia Ferretti, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Modena.
Undici le persone rimaste ferite nel terribile incidente avvenuto ieri sera, alle 20.30 sulla Sp113, a Prato di Correggio. Il frontale ha visto coinvolta una famiglia, composta da due bambini e cinque adulti, che viaggiava a bordo di un van e una Bmw Serie 6 con a bordo quattro ragazzi.
Ancora non si conosce l'esatta dinamica dell'incidente. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Reggio Emilia che hanno dovuto estrarre una ragazza dalle lamiere accartocciate dell'auto.
In totale sono undici i feriti, di cui 5 bambini, che sono stati trasportati all'Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia: due bambini, un maschio di 5 anni e una femmina di 7, e una donna di 58 anni sono ricoverati in Rianimazione in prognosi riservata; un uomo di 44 anni è ricoverato in Medicina d'Urgenza con una prognosi di 40 giorni; una bambina di 9 anni è ricoverata in Pediatria con una prognosi di 30 gg; una donna di 30 anni è ricoverata in terapia semi-intensiva con una prognosi di 30 gg; due uomini di 34 e 25 anni e una donna di 21 anni sono ricoverati in Ortopedia con una prognosi di 30 gg; un bambino dell'età di 3 mesi è ricoverato in Neonatologia con una prognosi di 7 giorni; una bambina di 10 anni è ricoverata in Pediatria con una prognosi di 5 gg; un giovane di 23 anni coinvolto nell'incidente si è presentato autonomamente all'Ospedale di Correggio da dove è stato trasferito in Osservazione breve intensiva (OBI) al Santa Maria Nuova: sarà dimesso in giornata.
Per l'occasione è stato attivato il Piano di emergenza per il maxi-afflusso di feriti (Peimaf) che garantisce l'immediata entrata in funzione di una modalità omogenea di comportamento per la gestione tempestiva ed efficace in caso di afflusso di più pazienti gravi, in modo da assicurare la loro accettazione contemporanea, l'ottimizzazione nella gestione delle risorse disponibili e/o immediatamente reperibili e l'erogazione di cure quanto più possibile adeguate alla gravità delle lesioni dei soggetti coinvolti. Oltre al Pronto Soccorso, il Peimaf coinvolge le direzioni medica e infermieristica, i reparti di Anestesia e Rianimazione, quelli diagnostici (laboratori e Radiologia), l'Ortopedia e i reparti chirurgici. In questo caso, essendo coinvolti dei minori, sono stati attivati anche i reparti di Pediatria e Neonatologia.
Da Lunedil 26 marzo al venerdi 30 marzo 2018, il Comando di Polizia Municipale di Parma, proseguirà la sua opera di contrasto verso quei comportamenti volti al superamento dei limiti di velocità sulle strade dell'intero comprensorio comunale, con particolare attenzione alle segnalazioni dei cittadini; di seguito, a titolo esemplificativo, le strade dove potrebbero essere posizionate le postazioni di accertamenti strumentali di velocità.
Viale Mentana, Viale Fratti, Viale Tanara, Viale Martiri della Libertà, Viale Rustici, Viale Vittoria, Viale dei Mille, Via Emilia est, via Emilio Lepido, via Sidoli, via Casa Bianca, Via Budellungo, Martorano, San Prospero, Il Moro,Via Spezia, via Traversetolo, Botteghino, Pilastrello, Marano, Porporano, Str. Vigheffio, Str, Bassa dei Folli, Str. Argini Parma, via Pastrengo, Via Montanara, Gaione, San Ruffino, Carignano, Via Langhirano, Fontanini, Corcagnano, Panocchia, Vigatto, Via Martinella, Vigatto, GAIONE in postazione SPEEDCHECK, Via Mantova, Via Burla, Via Colorno, Via San Leonardo, via Baganzola, Vicomero, Baganzola, via Cremonese, Fognano, Viarolo, Strada Vallazza, Via Benedetta, BAGANZOLA in postazione SPEEDCHECK, Via Emilia Ovest, San Pancrazio, Vigolante, Vicofertile, Tangenziale del Ducato, via Fleming, via Volturno, VIGOLANTE in postazione SPEEDCHECK, VICOFERTILE in postazione SPEEDCHECK
Prosegue anche l'opera di contrasto alla circolazione di quei veicoli privi dell'obbligatoria copertura assicurativa, della prescritta revisione e mezzi soggetti a fermo amministrativo o pignoramento.
Di seguito se ne riporta la programmazione:
Lunedì 26- Montanara-Centro
Martedì 27 - Cittadella - Oltretorrente
Mercoledì 28 - Cittadella - Montanara
Giovedì 29- Pablo- San Lazzaro
Venerdì 30 - San Leonardo- Oltretorrente
Corrado De Falco, dirigente Froneri tra i protagonisti della chiusura dello stabilimento di Parma, posta su Facebook una foto con riferimenti alla mafia. Il commento del sindaco: "Si scusi per l'atto indegno". Dalla Regione, l'assessore Costi: "Inaccettabile speculare sui mali del Paese invece di contribuire a combatterli"
Parma, 23 marzo 2018
Corre sui social e sugli organi di stampa una foto postata sul canale Facebook di Corrado De Falco, dirigente della ditta Froneri - ditta che lo scorso autunno ha licenziato 120 lavoratori dello stabilimento gelati di Parma -, nel quale è ritratto un momento di festa. Nulla di grave se non fosse che nella didascalia della foto verrebbe riportata la seguente frase choc: "Gelato mafia".
Immediata è stata la reazione indignata del sindaco Pizzarotti: "Indegno di una persona, e in generale di chi ha buon senso e ricopre cariche importanti, scrivere frasi così scioccanti e vuote di logica. Peraltro, l'atto vile è avvenuto esattamente a ridosso della settimana in cui l'Italia intera, con Parma capofila in regione Emilia Romagna, ha celebrato il ricordo delle donne e degli uomini vittime delle mafie. Il dirigente De Falco se avesse un sussulto di dignità cancellerebbe immediatamente foto e didascalia e chiederebbe scusa per il gesto grave, diseducativo e volgare che ha prodotto. Non ci sono scusanti, né giustificazioni. È davvero preoccupante - conclude il sindaco – che aziende così importanti siano rappresentate da persone del genere. Voglio qui ribadire in nome di Parma e dell'istituzione che rappresento, che le mafie sono il nemico numero uno della legalità, della giustizia e del senso dello Stato. Sui social dovremmo tutti scrivere che le mafie sono una montagna di m..., non un simbolo di potere da sfoggiare ridendo e festeggiando".
"La vertenza Froneri - aggiunge l'Assessore regionale alle attività produttive Palma Costi - ha rappresentato un momento doloroso per la comunità e per il sistema produttivo. Sono stati cancellati 120 posti di lavoro diretti (più tutto l'indotto) e si è perso un sito produttivo che operava nel settore alimentare e considerato una delle eccellenze del Made in Italy nel mondo, il gelato. L' accostamento del gelato al nome "Mafia" fa rabbrividire e pone serie perplessità sulla capacita di rilanciare un prodotto italiano nel mondo. Di fronte ad un simile comportamento le nostre preoccupazioni si arricchiscono di sdegno per imprenditori che speculano sui mali del Paese invece di contribuire a combatterli producendo buoni prodotti e creando occupazione. I gelati fanno felici i bambini, la mafia uccide le persone e anche i bambini".
Fonte: Comune di Parma
Il micio, un esemplare giovane, è stato trovato sul ciglio della strada e affidato alla Protezione del Gatto Onlus. Ora è ricoverato in terapia intensiva. Non ha chip. Si cerca il proprietario.
MODENA – L'ha scampata bella, anche se non è ancora fuori pericolo, il micione che nella serata di mercoledì, è stato trovato agonizzante in Stradello Tiepido, a Modena. Immobile sul ciglio della strada, ormai privo di sensi, è stato notato da alcuni residenti, che hanno subito pensato a un investimento. Qualcuno, con grande senso civico e amore per gli animali, ha quindi contattato il servizio di recupero animali del Comune, che lo ha affidato all'associazione di volontariato Protezione del Gatto Onlus.
Il gattone, che è un maschio giovane e privo di chip, ma molto buono e di indole domestica, è stato immediatamente affidato alle cure di un veterinario. E proprio qui è emerso che il povero animale non è stato vittima di un incidente stradale, ma qualcuno ha infierito su di lui, cospargendolo di liquido infiammabile, gasolio, nello specifico. Risultavano fradice quasi tutte le parti del corpo, tranne la coda, come se qualcuno, appunto, lo avesse immerso in un contenitore pieno di liquido.
Immediate le cure, che hanno previsto una sedazione e ripetuti lavaggi, circa 12/13, per tentare di eliminare il gasolio. Le sue condizioni rimangono comunque gravi. Si ipotizza che il micio sia riuscito a sfuggire alle cattive intenzioni di un gruppo di sadici che, dopo averlo cosparso del liquido infiammabile, avevano intenzione di dargli fuoco.
Ora, oltre a testimonianze su chi possa essere stato l'autore del gesto criminale, si cerca anche il proprietario. Il gatto, come detto, è molto mansueto e di indole domestica, ma privo di chip.
Se qualcuno lo riconosce può contattare il Rifugio del Gatto Onlus allo 059/389151, oppure via mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il denaro in contanti era arrotolato alla meglio e tenuto insieme da un elastico. L'uomo, un tunisino residente nel reggiano, doveva spedirli al paese di origine. A riconsegnarglieli un' ispettrice della Polizia Municipale.
39 banconote da 50 euro, per un totale di 1950 euro che un cittadino 58 enne tunisino residente a Casalgrande, nel reggiano, doveva spedire del paese di origine, ma che ha rischiato seriamente di non rivedere mai più. Il denaro, infatti, era arrotolato alla meglio e tenuto insieme da un elastico. La sua fortuna è stata di perdere la "mazzetta" nel parcheggio del Comando di Polizia di via Galilei a Modena, dove è stata rinvenuta da un'ispettrice della Polizia Municipale.
L'uomo, infatti, si era recato proprio al Comando insieme a un'amica, coinvolta in un incidente stradale. E proprio presso l'Ufficio Infortunistica è stato raggiunto dall'ispettrice, che gli ha chiesto se per caso avesse perso qualche effetto personale. Accortosi di non avere più con sé il rotolo di banconote, l'uomo si è recato di corsa alla sua auto, constatando che in denaro non era nemmeno lì.
Il tunisino ha poi fornito la descrizione precisa di quanto aveva smarrito, sulla cifra e sul taglio delle banconote. Una prova inconfutabile che il proprietario "distratto" fosse proprio lui. Il denaro gli è stato così prontamente restituito.
Si tratta di un 20 enne tunisino, già finito ne guai per reati legati allo spaccio di droga, che lo scorso 10 ottobre si era reso responsabile dell'accoltellamento di un 22 enne modenese. Lo ha riconosciuto un militare in borghese mentre era in fila alla lavanderia del centro commerciale Grandemilia
MODENA – Quel giovane magrebino che era insieme a lui nella lavanderia del centro commerciale Grandemilia di Modena lo aveva già visto da qualche parte. Così, fidandosi del suo istinto e della sua memoria fotografica, un carabiniere fuori servizio ha fatto intervenire i colleghi che hanno effettuato una perquisizione sul sospettato, trovandogli addosso della droga. È anche emerso che l'uomo, indentificato come un 20 enne tunisino, clandestino e senza fissa dimora, era già stato oggetto di provvedimenti cautelari per il reato di spaccio. Un'ulteriore perquisizione nella roulotte in cui vive, ha consentito ai militari di rinvenire altra droga. Questo avveniva nello scorso mese di gennaio.
Le "sorprese" tuttavia non erano finite. Perché il 20 enne tunisino corrispondeva anche alla descrizione che alcuni testimoni avevano fatto dell'uomo che, lo scorso 10 ottobre, in pieno giorno e sotto gli occhi di alcuni involontari spettatori attoniti, aveva accoltellato un 22 enne modenese davanti al Sert di via Sgarzeria, dopo un diverbio per questioni di droga.
Il modenese era stato ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Baggiovara a causa di diversi fendenti che lo avevano colpito alla gola e all'addome. L'aggressore si era poi dileguato facendo perdere le proprie tracce.
I militari dell'Arma hanno così mostrato le foto segnaletiche del tunisino ai testimoni del fatto di sangue, che lo hanno riconosciuto senza incertezze. Per lui è quindi scattato l'arresto con l'accusa di tentato omicidio.
L'uomo, originario di Sassuolo ma residente a San Felice sul Panaro, per tre anni avrebbe infierito sulla ragazzina, allora dodicenne. Ma le indagini hanno portato alla luce anche maltrattamenti sui due figli piccoli avuti dalla compagna.
SAN FELICE SUL PANARO (MO) – Una brutta storia quella che arriva da San Felice sul Panaro, dove un uomo di 37 anni, residente in paese, ma originario di Sassuolo, è stata tratto in arresto dai Carabinieri della Compagnia di Carpi per violenza sessuale su minore e maltrattamenti in famiglia.
Secondo quanto ricostruito dalle Forze dell'Ordine, l'uomo, che vive a San Felice con la compagna, i due figli avuti da lei e la figlia adolescente che la donna aveva avuto da una relazione precedente, avrebbe concentrato le sue attenzioni morbose proprio su quest'ultima. Avance e palpeggiamenti sarebbero iniziati tre anni fa, quando la ragazza aveva solo dodici anni, per poi arrivare a veri e propri rapporti sessuali.
A denunciare gli abusi è stata la stessa vittima, che ha confessato quanto era costretta a subire prima alla madre, poi al personale sanitario del Consultorio presso cui si era recata. Proprio da qui è partita la segnalazione ai Carabinieri, che hanno fatto partire le indagini, dalle quali sono emerse non solo gli abusi sessuali nei confronti dell'adolescente, ma anche episodi di violenza in famiglia e percosse nei confronti degli altri due figli minori. È scattata quindi la misura cautelare nei confronti dell'uomo, che dovrà rispondere delle sue azioni davanti al giudice.