Trovato con armi e droga: la polizia di stato arresta un cittadino albanese incensurato
Nella giornata di martedì 14/01/2020, personale della Squadra Mobile di Parma ha tratto in arresto DISHI Rikard, cittadino albanese classe ’85 in quanto trovato in possesso di 526,3 di eroina, 5,4 di cocaina destinate alla cessione a terzi, 3 fucili e 2 pistole semiautomatiche con matricola abrasa.
Nell’ambito di dedicata attività info-investigativa condotta da questa Squadra Mobile, si è appreso che il predetto DISHI Rikard fosse coinvolto in una fiorente attività di spaccio e mantenesse frequenti contatti con propri connazionali sospettati di esser coinvolti nell’ambito dei furti in abitazione. In particolare, dai primi accertamenti svolti dal personale di Questa Squadra Mobile, è emerso che questi potesse detenere presso la propria abitazione armi provento di furti perpetrati nella provincia parmigiana.
Nella mattinata di martedì 14 gennaio u.s., gli uomini della Sezione antidroga procedevano a perquisizione per la ricerca di armi presso l’abitazione del DISHI in zona San Pancrazio ed all’interno della stessa, dove l’uomo viveva da solo, venivano rinvenuti 5 fucili, una borsa termica che conteneva 3 pistole semiautomatiche con caricatori riforniti di relativo munizionamento ed una scatola contenente cartucce di vario calibro. Nella medesima stanza, all’interno di un armadio, veniva rinvenuto un “panetto” di sostanza stupefacente del tipo eroina, per un peso complessivo di grammi 526,3, un sacchetto in plastica trasparente contenente sostanza stupefacente del genere cocaina, per un peso complessivo di grammi 5,4, un bilancino di precisione ed una scatola per profumi, al cui interno vi erano due orologi da polso e due cosiddetti a “cipolla”, una fede nuziale e due collane.
Dalle verifiche effettuate nell’immediatezza, si accertava che due fucili erano provento di furto in abitazione perpetrato nel dicembre 2018 a Fidenza (Pr) ed una pistola era provento di furto in abitazione perpetrato nel febbraio 2019 a Sorbolo (Pr).
Al termine della redazione degli atti di rito, DISHI Rikard, si disposizione del PM di Turno dr. Umberto AUSIELLO, è stato associato in stato di arresto presso la locale Casa Circondariale.
Con l’entrata in vigore del decreto legislativo nr. 104 del 10.08.2018, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale -serie generale - nr. 209 dell’8.9.2018, è stato disposto che a partire dal 14 settembre 2019 è scaduto il termine di 1 anno entro il quale i soggetti detentori di armi (che non abbiano conseguito una licenza di porto di fucile o pistola negli ultimi cinque anni), devono presentare il certificato medico per il rilascio del nulla osta all’acquisto di armi comuni da fuoco, che non sia stato già prodotto nei cinque anni antecedenti alla data di entrata in vigore della suddetta disposizione.
Si tratta, del resto, di una disposizione non nuova, infatti l’obbligo della produzione della documentazione sanitaria in argomento era stata già prevista nel Decreto Legislativo 29 settembre 2013 nr. 121, ma la nuova normativa – ovvero il citato D.L.vo 104/2018 – nella fase di prima applicazione aveva concesso ai detentori di armi un anno di tempo per ottemperare.
Gli Uffici di P.S., pertanto, stanno provvedendo a diffidare formalmente i singoli interessati, affinché procedano alla produzione della certificazione entro i successivi 60 giorni dal ricevimento dell’atto, decorsi infruttuosamente i quali sarà data comunicazione al Prefetto per l’emissione di un decreto di divieto di detenzione delle armi denunciate, ai sensi dell’art. 39 del Testo Unico delle Leggi di P.S., per mancanza dei requisiti soggettivi.
Le certificazioni dovranno essere presentate all’Ufficio di Polizia competente (Questura o Commissariati di Pubblica Sicurezza nei comuni dove sono presenti tali uffici, ovvero Comandi Stazione dell’Arma dei Carabinieri).
Il certificato dovrà essere rilasciato dal settore medico legale delle Aziende sanitarie locali, o da un medico militare, delle Polizia di Stato o del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, previa esibizione del certificato anamnestico rilasciato dal medico di base, avente data non anteriore a tre mesi dal giorno della presentazione.
(Foto di Valentina Carpin)
Il Questore di Parma chiude per 15 giorni il Bar Caffetteria "Maria Luigia" di Colorno.
Nella giornata di ieri, 20 dicembre 2018, è stato notificato al titolare del pubblico esercizio ad insegna "CAFFETTERIA MARIA LUIGIA", ubicato in piazza Garibaldi a Colorno, il provvedimento emesso dal Questore di Parma, ai sensi dell'art. 100 del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza (T.U.L.P.S.), con il quale è stata disposta la sospensione della licenza di somministrazione di alimenti e bevande all'interno del suddetto pubblico esercizio, per un periodo di 15 giorni.
Il provvedimento del Questore, che ha come finalità la tutela dell'Ordine e della Sicurezza Pubblica, è stato adottato a seguito di una operazione di polizia giudiziaria compiuta, nel corso della settimana scorsa, dai militari del Comando Provinciale di Reggio Emilia che ha portato all'arresto di un soggetto legato al pubblico esercizio per i reati di ricettazione e detenzione abusiva di armi, nonché detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Posta la evidente pericolosità sociale della caffetteria, diventata luogo di spaccio di sostanze stupefacenti e di frequentazione di persone gravitanti in ambiente criminogeno, il Questore di Parma, con tale provvedimento, ha così inibito la prosecuzione di una situazione di pericolosità sociale al fine di prevenire il reiterarsi di condotte criminali.
Tale provvedimento, adottato a seguito di una tempestiva attività della Divisione di Polizia Amministrativa della Questura di Parma, impegnata quotidianamente in una azione di monitoraggio del territorio e di vigilanza sull'andamento dell'ordine e della sicurezza pubblica della provincia, è stato reso esecutivo in data odierna dai Carabinieri di Colorno.
Nelle ultime settimane, su tutto il territorio cittadino e della provincia, il Comando Provinciale Carabinieri di Bologna, nell'ambito degli obiettivi programmati in strettissima sinergia con la locale Prefettura, ha intensificato le attività di controllo del territorio, finalizzate al monitoraggio di soggetti di interesse operativo, nonché quelle finalizzate alla prevenzione e repressione dei reati, soprattutto quelli contro il patrimonio, effettuando specifiche attività investigative sviluppate sotto l'alta direzione della Procura della Repubblica di Bologna.
Al riguardo, sul territorio della Compagnia Carabinieri di Bologna Borgo Panigale, proprio la massima attenzione connessa con il controllo ed il monitoraggio si soggetti sospettabili, i Carabinieri della Stazione di Calderara di Reno e della Stazione di Anzola Emilia hanno posto in essere delle importanti operazioni.
Nell'ambito delle attività di monitoraggio dei soggetti di interesse operativo e di controllo del territorio finalizzato al contrasto dei reati predatori, i Carabinieri della Stazione di Calderara di Reno hanno tratto in arresto C.I., classe 1989, cittadino moldavo, per ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi.
In particolare, i carabinieri, all'esito di approfondite indagini, conseguenti alla formalizzazione di una denuncia di rapina da parte del predetto (autotrasportatore e corriere), - soggetto incensurato sul territorio italiano, ma di interesse operativo per precedenti reati perpetrati sul territorio moldavo - che aveva riferito di essere stato rapinato dell'incasso giornaliero dell'attività di corriere, ammontante a circa 1.200 euro, hanno accertato che, in realtà, il predetto:
- aveva utilizzato la predetta somma in denaro per giocare all'interno di una sala slot locale;
- avendo perso l'intera somma, aveva simulato di essere rimasto vittima di rapina.
Nel prosieguo delle attività investigative, i militari hanno eseguito un decreto di perquisizione nella sua abitazione di un comune limitrofo, all'esito della quale hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro:
- una pistola marca Beretta mod. 51 completa di munizioni calibro 7,65, risultata asportata nel 2016 a Bologna, completa di n. 34 munizioni cal. 7,65;
- un tirapugni artigianale;
- due coltelli (uno a serramanico e uno da combattimento mod. KUKRI);
- una fibbia recante un logo nazista (svastica).
Il predetto è stato pertanto tratto in arresto per ricettazione e detenzione abusiva di armi.
Nell'ambito delle attività di controllo del territorio, a Calderara di Reno (BO), i militari della locale Stazione Carabinieri hanno altresì denunciato in stato di libertà 7 soggetti, tutti pregiudicati, di origine rumena, in Italia senza fissa dimora, responsabili di invasione di edifici e furto di energia elettrica in concorso.
In particolare, a seguito di mirate attività info-investigative, conseguenti a segnalazioni di cittadini, i carabinieri hanno eseguito una verifica all'interno di un casolare abbandonato, ubicato in quella via san Vitalino, che ha consentito di accertare che:
- da alcuni mesi, l'edificio era occupato abusivamente dai 7 denunciati, che avevano realizzato un illecito allaccio alla rete elettrica, per un danno stimato di circa 30 mila euro;
- uno dei soggetti era in possesso di un pc portatile marca acer mod. aspire, risultato, all'esito delle verifiche esperite, oggetto di furto consumato in Bologna la settimana precedente.
Nell'ambito delle attività finalizzate alla verifica dei requisiti e delle condizioni di custodia delle armi denunciate da privati cittadini, i militari della Stazione di Calderara di Reno hanno denunciato in stato di libertà un uomo cl. 1965, per detenzione abusiva di armi.
In particolare, le verifiche effettuate hanno consentito di appurare che il predetto:
- aveva denunciato in ritardo (oltre le 72 ore dall'acquisto) l'acquisto di 3 fucili da caccia, cedutigli da altra persona;
- deteneva illegalmente n. 7 armi da fuoco e n. 500 munizioni, già appartenute al padre defunto.
Pertanto, sono state sottoposte a sequestro le citate 10 armi e ne sono state ritirate cautelativamente altre 37 per ulteriori accertamenti.
Per quanto attiene al contrasto ai reati contro il patrimonio, infine, i Carabinieri di Anzola Emilia hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Bologna, su richiesta della locale Procura, nei confronti di due pluripregiudicati italiani, C.A., classe 1979, di Aversa (CE), e C.P., classe 1982, di Modena, che nel mese di ottobre scorso avevano perpetrato:
- 3 rapine di telefoni cellulari nei confronti di altrettanti ragazzi minorenni;
- 1 tentativo di rapina nei confronti di una donna.
Le indagini dei Carabinieri della Stazione di Anzola Emilia hanno permesso di ricostruire la tecnica utilizzata: i malviventi, una volta avvicinate le vittime con una scusa banale, afferrandole per i polsi e strattonandole tentavano di impossessarsi dei loro telefoni cellulari e quant'altro di valore in loro possesso.
Il cosiddetto pedinamento telematico, effettuato analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza comunale e di alcuni esercizi commerciali presenti nella zona, e le testimonianze dettagliate dei passanti e delle vittime hanno permesso di risalire tempestivamente agli autori delle condotte illecite e di assicurarli alla giustizia.
L'inviato di Striscia la Notizia si era avventurato nel parco bolognese per filmare lo spaccio di droga. Una volta svelata la sua identità, è stato aggredito da una decina di spacciatori, che hanno derubato gli inviati di microfoni e telecamere. I Identificati e denunciati a piede libero un ventenne e un diciassettenne del Gambia.
BOLOGNA – Sarà anche un TG satirico, ma c'è poco da ridere in quello che è capitato all'inviato di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti e a due cameramen del programma di Canale 5. La troupe si era recata nel Parco della Montagnola di Bologna, tristemente noto per essere terreno di spaccio. Proprio per documentare il traffico di droga, Brumotti si è finto un "cliente" e, a microfono e telecamera nascosti, ha cominciato a contrattare con due stranieri. Nel video si sente chiaramente che, oltre agli stupefacenti, a Brumotti viene offerto anche "un ".
Come da copione di Striscia, una volta filmato lo spaccio, è bastato che l'inviato estraesse il megafono per denunciare la situazione che tutta la troupe è stata affrontata, poi aggredita e derubata di telecamere e microfono, da una decina di spacciatori stranieri, evidentemente infastiditi e disturbati nei loro affari dalla presenza degli inviati.
Mentre gli spacciatori si dileguavano, Vittorio Brumotti si è prontamente rivolto ai Carabinieri di Bologna, che hanno organizzato un blitz nel Parco della Montagnola.
L'operazione, durata tutta la notte, ha consentito arrestare per spaccio due cittadini del Gambia di 17 e 20 anni, (che avevano offerto droga e armi a Brumotti) e altri tre africani, disoccupati e senza fissa dimora.
Altre quattro persone sono state segnalate alla Prefettura per uso di sostanze stupefacenti.
La Procura ha poi rimesso in libertà uno degli africani fermati, mentre gli altri sono stati messi in camera di sicurezza, in attesa della convalida.
(Foto tratta da Facebook)
I Carabinieri della Stazione di Altedo hanno denunciato un cinquantunenne italiano, con precedenti di polizia, per porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere.
L'uomo è stato identificato giovedì pomeriggio, mentre si trovava alla guida della sua Audi TT, durante un posto di controllo alla circolazione stradale che i militari stavano effettuando in viale 11 settembre 2001.
Sottoposto a una perquisizione veicolare, il cinquantunenne è stato trovato in possesso di un "nunchaku" che trasportava senza un giustificato motivo. L'oggetto è stato posto sotto sequestro.
Si è concluso con un nulla di fatto il processo a carico di una donna di 67 anni, residente ad Albareto, che era sotto processo per possesso di armi e non solo.
Parma 17 gennaio 2015 - -
I carabinieri di Varazze nell'agosto del 2003 avevano perquisito la sua casa nell'ambito di un'indagine che nulla aveva a che fare con le armi, ma i militari trovarono cinque pistole, due fucili d'epoca ed un tabernacolo che risultò proveniente dalla chiesa di San Michele di Sassuno, a Monterenzio nel bolognese.
Ieri il giudice Eliana Genovese ha dichiarato i reati prescritti. Le armi non erano di proprietà della donna finita a giudizio ma di un'altra donna e del suo compagno, e secondo quello che emerso dovevano essere venduti in un negozio di antiquariato.
Anche le altre due persone coinvolte sono state indagate: per l'altra donna, che oggi risiede a Collecchio, le accuse sono state dichiarate prescritte, mentre per il compagno l'iter giudiziario era stato già stralciato 10 anni fa. (SP)
Domenica scorsa un uomo è stato trovato in possesso di quattro coltelli a serramanico, mentre si trovava a bordo di un bus della linea 2. Uno dei viaggiatori ne ha visto uno spuntare dalla tasca e ha dato l'allarme. La Polizia è intervenuta in piazzale Lancieri d'Italia e ha fermato l'uomo, poi denunciato per porto abusivo d'armi.
Reggio Emilia, 5 agosto 2014 – di Ivan Rocchi
Non ne aveva con sé solo uno, ma ben quattro coltelli a serramanico di diverse lunghezze. Uno di questi, però, spuntava inequivocabilmente dalla tasca dei pantaloni. La prontezza di uno passeggeri dell'autobus della linea 2, dove era salito l'uomo, ha così permesso alla Polizia di fermarlo e denunciarlo per porto ingiustificato di armi od oggetti atti a offendere.
Dopo aver notato il coltello che fuoriusciva dalla tasca dell'uomo, il viaggiatore si è avvicinato con discrezione all'autista del bus, che poi ha contattato il 113. Una volante è così potuta intervenire in piazzale Lancieri d'Italia per bloccare l'uomo. Il 33enne veneziano, con numerosi precedenti penali legati alla tossicodipendenza, è stato infatti trovato in possesso di quattro coltelli, due con lama da 5 cm, uno da 7 e un altro da 8 cm. L'uomo è stato così accompagnato in Questura, e al termine delle formalità è stato segnalato all'autorità giudiziaria.
I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Guastalla hanno arrestato un pensionato che deteneva illegalmente armi artigianali nella cantina della sua abitazione – Il 70enne il mese scorso si era reso protagonista di una lite con la vicina di casa, che poi aveva minacciato con una scacciacani.
Reggio Emilia, 25 luglio 2014 – di Ivan Rocchi
Teneva nascoste in cantina una pistola a tamburo e tre armi monocolpo, tutto di fattura artigianale e detenuto illegalmente. Ma il 70enne di Poviglio, arrestato ieri e ora ai domiciliari, non era nuovo né alle armi né alle forze dell'ordine.
Infatti i Carabinieri di Guastalla avevano già visitato la sua abitazione poco più di un mese fa, in seguito a un litigio scoppiato tra l'uomo e una vicina di casa. Nella concitazione del momento, l'uomo l'aveva minacciata con una pistola scacciacani. Così era scattata la denuncia per il reato di minaccia aggravata, ma la situazione era rientrata.
I carabinieri di Guastalla però hanno continuato con le indagini e, una volta ottenuto il decreto di perquisizione, hanno bussato alla porta del 70enne. Nella cantina dell'abitazione, nascoste tra fiaschi e cassette, gli uomini dell'Arma hanno trovato una pistola e tre bastoni monocolpo (simili a fucili) perfettamente conservati e funzionanti, oltre a numerose cartucce.
Ai carabinieri non è rimasto altro da fare che arrestare l'uomo per i reati di detenzione di armi clandestine, possesso e fabbricazione di armi e detenzione abusiva di armi. Al termine delle formalità di rito, il povigliese è stato riaccompagnato a casa in regime di arresti domiciliari in attesa delle determinazione dell'autorità giudiziaria. Ora sono in corso ulteriori verifiche da parte dei Carabinieri, per capire se le armi siano state costruite personalmente dal pensionato oppure acquistate sul mercato nero.