Nella cornice di Cibus Tec l'evento di punta dedicato al business e alla ricerca nelle tecnologie per la trasformazione dei prodotti vegetali -
Parma, 30 ottobre 2014 -
Apre i battenti a Parma la quinta edizione di "Tech Agrifood - European mediterranean Business Meetings", evento dedicato a imprese, centri di ricerca e università che operano nel campo delle tecnologie per la trasformazione di frutta, verdura e cereali e nella filiera vitivinicola e olearia.
Tech Agrifood è organizzato dalla Camera di commercio italiana per la Francia di Marsiglia, dalla Camera di commercio di Parma e da "Terralia", Polo di competitività del sud est della Francia, in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna e Promec, Azienda speciale della Camera di commercio di Modena.
Partecipano 126 operatori provenienti da 11 paesi: Algeria, Egitto, Marocco, Tunisia, Turchia, Libano, Francia, Italia, Spagna, Russia, Vietnam. Sono in programma piu' di 500 incontri B2B per favorire lo sviluppo di partenariati commerciali, tecnologici e scientifici sui temi focus dell'evento, tra cui i processi di conservazione e trasformazione, l'imballaggio e il confezionamento, lo stoccaggio e la distribuzione.
Di grande interesse i workshops tematici inseriti a complemento dei B2B, coordinati rispettivamente dalla Stazione Sperimentale per l' Industria delle Conserve Alimentari mercoledi' 29 ottobre alle ore 17 e giovedi' 30 ottobre alle ore 12.15 dal Polo di competitività Terralia.
L'edizione 2014 di Tech Agrifood beneficia anche del supporto del progetto Euromed Invest, che ha l'obiettivo di promuovere il business e gli investimenti nell'area euromediterranea. Il progetto, finanziato dall'Unione Europea, ha assicurato la partecipazione all'evento di 4 agenzie per la promozione degli investimenti nei paesi della Riva Sud del bacino mediterraneo: AMDI (Marocco), ANDI ( Algeria), IDAL (Libano), FIPA (Tunisia).
"Creare occasioni e luoghi dove le imprese possano esprimere tutte le proprie potenzialità: credo che questa sia una delle missioni principali delle Camere di commercio - sottolinea Andrea Zanlari, presidente della Camera di commercio di Parma - Sono perciò orgoglioso dell'impegno che l'Ente che rappresento ha profuso anche quest'anno nell'organizzazione di Tech Agrifood. Grazie alla collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna questa edizione è arricchita anche della presenza di delegazioni provenienti da Russia e Vietnam. Considero dunque un grande risultato per la nostra città e per il suo sistema imprenditoriale ospitare la quinta edizione di Tech Agrifood, ottimo esempio di collaborazione fra enti, istituzioni e sistema delle imprese.
Jean Jacques Isoard, presidente della Camera di commercio italiana per la Francia di Marsiglia, dichiara che: "La nostra Camera, specializzata nell'assistenza alle imprese italiane e francesi e nell'organizzazione di incontri d'affari su settori specifici tra cui l'agroalimentare, ha da anni sposato un'apertura sul mediterraneo grazie all'organizzazione di incontri d'affari coinvolgenti operatori della riva nord e sud dell'area med.
E' la seconda volta che l'evento Tech agrifood viene ospitato a Parma nell'ambito del salone Cibustec Foodpack e ringrazio la Camera di commercio e Fiere di Parma in quanto tali incontri non potevano trovare collocazione tematica migliore".
(Fonte: Ufficio Stampa Camera di commercio di Parma)
Invariati i listini del burro e del latte spot. Recupera la crema a uso alimentare milanese mentre i listini dei due principali grana mostrano ancora segnali di debolezza.
di Virgilio, Parma, 29 ottobre 2014 -
LATTE SPOT In merito al latte crudo spot nazionale su Verona i listini si mantengono costanti per la terza settimana consecutiva. 37,63€/100 litri è il valore minimo registrato mentre 38,66€ /100 litri è la punta massima confermata alla Borsa veronese.
Altrettanto dicasi per il latte intero pastorizzato spot di provenienza estera che per la seconda settimana ha confermato la forbice di prezzo tra minimo e massimo compresa tra 36,60€ e 37,63€/100 litri.
BURRO E CREME Ormai consolidato da 7 settimane il prezzo del burro. Unica eccezione la Crema di Latte a uso alimentare quotata a Milano che raggiunge quota 1,68€/kg con un incremento del 3,71% rispetto la precedente ottava. La Panna di Centrifuga, quotata a Verona, alla pari del Burro, ha confermato i valori delle precedenti 5 rilevazioni con il prezzo compreso tra 1,60€/kg e 1,65 /kg. Il Burro CEE è pertanto fermo a 2,85€/kg e il Burro zangolato di creme fresche a Parma è stabile 1,50€/kg.
GRANA PADANO Seppure limitato alla piazza Milanese, il Grana Padano, riprende la discesa dopo una breve pausa registrata nelle due settimane centrali di ottobre. 10 centesimi perduti dal 9 mesi di stagionatura collocandosi così nell'intervallo compreso tra 6,35 e 6,45€/kg (-1,54%) mentre 5 centesimi sono stati lasciati sul campo dal 15 mesi e oltre facendo segnare i listini tra 7,00 e 7,65€/kg (-0,68%). Nessuna variazione registrata a Mantova ma sarà da verificare domani se verrà mantenuto il listino oppure se si adeguerà alla tendenza ribassista del capoluogo lombardo.
PARMIGIANO REGGIANO Continua preoccupare gli operatori il mercato del Parmigiano Reggiano. Dopo un settimana di tregua ha ripreso a scendere il listino del 12 mesi quotato alla borsa di Parma seguita da quella milanese dove, anche il 24 mesi, ha perduto quota. Nello specifico, a Parma il 12 mesi cedendo lo 0,66% si colloca tra 7,30 e 7,70€/kg (-5 centesimi) mentre i listini di milano registrano -10 centesimi e -5 centesimi rispettivamente per il 12 e per il 24 mesi.
POSSIBILI TRUFFE: IL CONSORZIO ALLERTA I CASEIFICI E LE AUTORITA' GIUDIZIARIE
- Il Consorzio del Parmigiano Reggiano alza la guardia e mette in allerta i caseifici, ma anche le autorità giudiziarie, rispetto a possibili truffe che potrebbero ricadere su produttori e commercianti nelle compravendite di prodotto.
In una lettera inviata a tutti i consorziati, infatti, l'Ente di tutela sottolinea d'aver ricevuto diverse segnalazioni, da parte di commercianti e operatori del settore, rispetto a soggetti che vanno proponendo ingenti quantità di formaggio a prezzi assolutamente anomali rispetto a quelli di mercato, "utilizzando ed evocando illegittimamente – si sottolinea nella comunicazione – il nome del Consorzio di tutela o vantando conoscenze e/accreditamenti all'interno dello stesso Consorzio che sono del tutto prive di fondamento".
E' stata inaugurata ieri la struttura del caseificio Roncoscaglia di Sestola con un nuovo negozio e una sala polivalente-museo -
Modena, 27 ottobre 2014 -
Un nuovo punto vendita per reagire alla crisi dei prezzi all'ingrosso del Parmigiano Reggiano e andare incontro alle esigenze anche culturali dei consumatori. È la scommessa del caseificio Roncoscaglia di Sestola, che ha inaugurato ieri – domenica 26 ottobre - un nuovo negozio e una sala polivalente-museo.
Il Roncoscaglia vende su Internet da sette anni, soprattutto ai gruppi di acquisto solidale; la nuova struttura serve per potenziare la vendita diretta ai consumatori e ai turisti che visitano il nostro Appennino. Grazie a un finanziamento del Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano, il caseificio ha investito quasi 200 mila euro per costruire un edificio a forma di casello, sul modello dei caseifici che fino ai primi anni Cinquanta caratterizzavano le nostre campagne, soprattutto in pianura.
«L'obiettivo è collegare un prodotto di qualità come il Parmigiano Reggiano di montagna alla cultura rurale e alle tradizioni locali», spiega il presidente del caseificio Michele Lancellotti. La struttura occupa una superficie di 150 mq e comprende una sala polivalente-museo che serve per la presentazione e gli assaggi delle produzioni tipiche; oltre a Parmigiano Reggiano di montagna, burro, ricotta e golosino, si possono degustare i salumi ottenuti dai maiali allevati in caseificio e trasformati in conto lavorazione da un'azienda familiare locale con metodi tradizionali e aromi antichi.
Accanto al nuovo negozio c'è il laboratorio per il confezionamento del prodotto. Il Roncoscaglia, aderente a Confcooperative Modena, è stata una delle prime cooperative casearie nate nell'Alto Frignano; festeggia quest'anno il sessantesimo di fondazione, essendo nato il 7 marzo 1954. Attualmente ha nove soci che trasformano in Parmigiano Reggiano di montagna 17.500 quintali di latte, mentre la produzione si aggira sulle 3.200 forme l'anno.
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)
Il 29 e 30 ottobre alle Fiere di Parma nell'ambito di Cibus Tec - Foodpack. Partecipano 125 operatori da tutto il mondo -
Parma, 27 ottobre 2014 -
Dopo il successo della quarta edizione, svoltasi a a Marsiglia nel giugno del 2013, sta aprendo i battenti a Parma la quinta edizione di "Tech Agrifood - European mediterranean Business Meetings", evento dedicato a imprese, centri di ricerca, università che operano nel campo delle tecnologie per la trasformazione di frutta, verdura e cereali e nella filiera vitivinicola e olearia. Obiettivo: ricercare o offrire tecnologie nell'ambito dei processi di conservazione e trasformazione, imballaggio e confezionamento, stoccaggio, distribuzione e trasporto. Argomenti tutti all'avanguardia: la sicurezza e la qualità dei cibi, il packaging e l'etichettatura richiedono una costante ricerca e innovazione, da realizzarsi attaraverso il consolidarsi di sinergie tra i attori pubblici e privati.
Organizzano Tech Agrifood la Camera di commercio italiana per la Francia di Marsiglia, la Camera di commercio di Parma e "Terralia", Polo di competitività del sud est della Francia, in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna. E' prevista la partecipazione di 126 operatori provenienti da 15 paesi: Algeria, Egitto, Marocco, Tunisia, Turchia, Emirati Arabi, Belgio, Francia, Italia, Spagna, Russia, Olanda, Argentina, Emirati Arabi, Vietnam, che saranno coinvolti in incontri d'affari per favorire lo sviluppo di partenariati commerciali, scientifici e tecnologici. I profili delle aziende iscritte sono visionabili sul sito dell'evento: www.techagrifood.com.
Tech Agrifood è organizzato all'interno di Cibus Tec – Foodpack il 29 e 30 ottobre. Le 2 giornate saranno arricchite anche da seminari tecnici, a cura della Stazione sperimentale per l'industria delle conserve alimentari di Parma e di Terralia.
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio Parma)
Possibili truffe. Il Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano allerta i Caseifici e le autorità giudiziarie.
Reggio Emilia, 25 ottobre 2014 - Il Consorzio del Parmigiano Reggiano alza la guardia e mette in allerta i caseifici, ma anche le autorità giudiziarie, rispetto a possibili truffe che potrebbero ricadere su produttori e commercianti nelle compravendite di prodotto.
In una lettera inviata a tutti i consorziati, infatti, l'Ente di tutela sottolinea d'aver ricevuto diverse segnalazioni, da parte di commercianti e operatori del settore, rispetto a soggetti che vanno proponendo ingenti quantità di formaggio a prezzi assolutamente anomali rispetto a quelli di mercato, "utilizzando ed evocando illegittimamente – si sottolinea nella comunicazione – il nome del Consorzio di tutela o vantando conoscenze e/accreditamenti all'interno dello stesso Consorzio che sono del tutto prive di fondamento".
L'Ente di tutela sottolinea, inoltre, la particolare insidiosità di quelle che possono configurarsi come autentiche e rilevanti truffe: per rendere credibili le loro proposte – spiega il Consorzio – tali soggetti risulta abbiano anche organizzato incontri presso i magazzini di caseifici consorziati, proponendosi agli stessi caseifici come potenziali acquirenti e, contemporaneamente, spacciandosi di fatto, nei confronti dei loro potenziali clienti, come i proprietari del formaggio visionato.
Questi fatti sono già stati segnalati dal Consorzio alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia e ad altre autorità competenti, primi fra tutti i componenti della Commissione provinciale antitruffa, che include, insieme al Questore, il Prefetto, il Comandante dei Carabinieri e il Comandante della Guardia di Finanza.
Allertate le autorità e i consorziati, il Consorzio, in considerazione della gravità dei casi segnalati (accresciuta dagli ingenti quantitativi di prodotto che vengono offerti ), invita i caseifici a prestare la massima attenzione ai contratti commerciali che venissero loro proposti e, in caso di situazioni anomale, a non esitare nell'informare immediatamente il Consorzio e, se del caso, le forze dell'ordine e le autorità giudiziarie.
(Ufficio Stampa Consorzio Tutela Parmigiano Reggiano)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 43 26 ottobre 14
(in allegato il settimanale scaricabile in pdf)
SOMMARIO Anno 13 - n° 43 26 ottobre 14
1.1 editoriale Attenti al canone!
2.1 tutela Falso Parmesan sequestrato al SIAL di Parigi,
3.1 lattiero caseario Lattiero caseari, prezzi fermi.
4.1 crisi russa Embargo Russo, di male in peggio.,
5.1 eventi vini Piacenza, Gutturnio Festival in vista dell'expo
5.2 pomodoro OI Pomodoro, consegnate 2.320.000 di tonnellate di prodotto.
6.1 alluvione Parma Alluvione, servono risposte concrete
6.2 consumi e evoluzione L'eugenetica del consumatore
6.3 eventi Al Salone del Gusto con il Caseificio 4 Madonne
7.1 turismo e tradizioni Culatello, il principe della Nebbia
10.1 ultim'ora Allerta "parmigiano". Possibili truffe
Nuova denuncia del Consorzio, con immediato intervento delle autorità francesi.
Reggio Emilia - A poche ore di distanza dall'apertura del Salone Internazionale dell'Alimentazione a Parigi, il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha chiesto l'intervento delle autorità francesi ed ha ottenuto il sequestro di ben 7 prodotti riportanti o evocanti le denominazioni che appartengono in modo esclusivo alla Dop italiana.
Si è ripetuta così, a distanza esatta di un anno, una situazione già riscontrata all'Anuga di Colonia, altro "tempio" dell'agroalimentare internazionale.
Immediata e dura la reazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che già all'inizio di ottobre, aveva invitato alla vigilanza le autorità francesi.
"Paradossalmente – sottolinea il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – anche in queste grandi vetrine internazionali si registrano forme di contraffazione e usurpazione del nome del nostro prodotto, applicato nei modi più fantasiosi ad altri formaggi o a prodotti che possono contenere Parmigiano Reggiano, ma che in alcun modo possono fregiarsi del suo nome o di altre diciture evocative o, ancora, della denominazione "Parmesan", anch'essa in uso esclusivo al nostro prodotto".
Proprio la Corte di Giustizia delle Comunità Europee aveva a suo tempo sentenziato che il termine "Parmesan" non è affatto generico e costituisce una evocazione della denominazione "Parmigiano Reggiano"; conseguentemente, il suo uso per formaggi non conformi al disciplinare costituisce una violazione alla Dop italiana.
"Grazie all'immediato intervento dei nostri uffici legali in Italia e in Francia – spiega Alai – si è arrivati al ritiro del prodotto ingannevole presentato al Sial".
"La tempestività del lavoro delle autorità di vigilanza francesi – prosegue il presidente del Consorzio – dimostra che i sistemi di vigilanza del Consorzio e i meccanismi di tutela che abbiamo ottenuto in questi anni in ambito Unione Europea funzionano: ora resta l'auspicio che il ripetersi di queste dure azioni repressive ponga fine ad una pratica che vede in campo anche aziende importanti del settore, che certo non possono né ignorare né fingere di non conoscere le norme cui debbono attenersi in materia di tutela delle denominazioni, finalizzate anche alla tutela dei consumatori".
L'intervento del Consorzio del Parmigiano Reggiano è avvenuto sulla base di una legislazione dell'Unione Europea (maturata dopo anni di contenziosi) che prevede, tra l'altro, l'obbligo di tutela delle Dop "ex officio" in tutti gli Stati membri della UE, assegnando così ai Paesi membri l'ineludibile compito di un diretto intervento di vigilanza e l'adozione di adeguate misure.
(Ufficio Stampa CFPR 20 ottobre 2014)
Mosca estende l'embargo anche a farine animali, grassi e altri prodotti bovini e suini e pollame dall'UE. Ghilardelli (Lega Nord Emilia Romagna) chiede tutele per aziende esportatrici.
di LGC - Parma, 24 ottobre 2014 -
La situazione tra Russia e UE invece che distendersi sembra sempre più acuirsi. E' di questi giorni la notizia di un ulteriore giro di vite da parte di Putin a sfavore delle produzioni agricole europee.
Un costo notevole per l'Italia che vede ancor più contrarsi il bacino d'esportazione dei prodotti agroalimentari che vedrebbe penalizzato il comparto di ulteriori 3,2 miliardi di euro.
E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel commentare l'annuncio del Rosselkhoznadzor, l'ente federale che controlla la qualità dei prodotti agricoli in Russia. Il pretesto della nuova misura è il rilevamento in 17 casi della presenza di sostanze vietate in derivati bovini provenienti da Italia, Austria, Ungheria, Germania, Danimarca e Polonia.
E' un conto pesante che viene pagato dalla nostra economia che ha già visto calare del 63% le esportazioni verso quel Paese da quando, il 7 agosto scorso, scattarono le prime misure d'embargo.
Misure restrittive anche verso il colosso statunitense della ristorazione McDonald's, il quale in una nota riportata dall'ANSA, nei giorni scorsi, ha dichiarato che le autorità russe stanno svolgendo più di 200 ispezioni sui ristoranti della catena e aggiunge di essere in procinto di fare ricorso alla disposizione di chiusura disposte lo scorso agosto, per motivazioni sanitarie, di 9 dei 430 locali fast-food collocati sul territorio russo.
Embargo Russia; Ghilardelli (Lega Nord): "Si tutelino le nostre aziende che esportano"
"La situazione tesa tra la Russia e l'Unione Europea non sembra migliorare e a farne le spese dal punto di vista commerciale potrebbero essere tutte le aziende italiane, con particolare riferimento a quelle dell'Emilia Romagna, che hanno in corso rapporti consolidati con il Paese extraeuropeo. Il rischio è che tutto ciò che è stato avviato, o che si trova al momento in corso di avviamento, si possa bloccare a causa delle restrittive leggi e delle pesanti sanzioni che gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno imposto a Mosca e il conseguente embargo verso i prodotti dell'Occidente imposto dal Governo russo". Commenta Manuel Ghilardelli, candidato alle elezioni regionali per la Lega Nord, che prosegue: "Quello che più mi preoccupa è il comparto agroalimentare del territorio piacentino che sta iniziando a stringere accordi e rapporti con la Russia e che potrebbe perdere tutto il lavoro svolto a causa di questo embargo. Secondo una prima stima di Coldiretti le esportazioni italiane di prodotti agricoli verso Mosca sono crollate del 63%, mentre il Made in Italy ha avuto un calo del 16,4%. Sono stati colpiti anche prodotti tipici, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano (per 15 milioni di euro) ma anche prosciutti a denominazione di origine".
Il candidato del Carroccio si unisce alle dichiarazioni rilasciate da Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, nel corso della sua ultima visita in Crimea che chiede apertamente "la rimozione dell'embargo agroalimentare russo a quelle Regioni che si sono schierate anche con atti ufficiali contro le sanzioni occidentali a Mosca imposte dagli Stati Uniti e dalla Ue per la crisi ucraina."
"Il Governo – conclude Ghilardelli - deve intervenire per difendere il lavoro delle nostre imprese, ma deve farlo con azioni concrete, aprendo un canale di dialogo con la Russia e con Putin, perché la salvezza dell'economia del nostro Paese passa anche da qui. Anche la Regione Emilia-Romagna deve prendere posizione, facendo pressioni sul Governo centrale perché lavori al fine di tutelare le nostre imprese".
Approvato il programma triennale 2015-2017 e nominati i nuovi tre vicepresidenti, Martelli, Saviotti e Spelta
Parma 20 ottobre 2014 - L'attività 2015-2017
E' di 2.320.448 tonnellate la quantità di pomodoro consegnata nell'area del Nord Italia quando ormai si è agli sgoccioli della campagna 2014. Mancano ancora i dati di alcune consegne, in via di completamento in questi giorni, ma ormai il quantitativo del pomodoro trasformato non subirà rilevanti variazioni e resterà al di sotto della soglia di 2.400.000 tonnellate, il quantitativo di riferimento per avere una produzione in equilibrio con la capacità di assorbimento dei mercati. Il brix medio ponderato è di 4.61, in calo rispetto alla media triennale di 4.91. In generale la campagna è stata fortemente condizionata dal maltempo che ha comportato notevoli problemi sia per la parte agricola sia per la parte industriale. La resa media per ettaro è stata infatti di 65,02 t/ha al cospetto di una media triennale di 69,19 t/ha e la resa industriale inferiore allo standard e quindi con meno prodotti finiti ottenuti rispetto alle previsioni.
I dati sono stati presentati durante l'assemblea dell'OI Pomodoro da Industria del Nord Italia che ha anche provveduto alla nomina dei tre vicepresidenti che affiancheranno il presidente Pier Luigi Ferrari nella conduzione dell'Oi. La componente agricola ha nominato Rossella Martelli di Asipo, la componente industriale Bruna Saviotti di Tomato Farm e la parte della cooperazione Stefano Spelta di Arp.
Altro passaggio rilevante è stato l'approvazione del programma triennale delle attività 2015-2017 con l'OI che sarà obbligatoriamente chiamata a mettere a punto metodi e strumenti per migliorare la qualità dei prodotti (puntando soprattutto sull'armonizzazione dei disciplinari di produzione integrata, sul coordinamento e rafforzamento dell'attività di ricerca e sperimentazione e sul coordinamento delle richieste di deroga territoriale) così come a migliorare la conoscenza e la trasparenza della produzione e del mercato tramite la raccolta, l'elaborazione e la diffusione delle informazioni statistiche relative alla produzione e alla trasformazione degli associati, sempre nel rispetto delle regole sulla privacy. Ma l'OI sarà impegnata, nei limiti consentiti dalla normativa, anche nella definizione di regole condivise; nello sviluppo di modelli digitali uniformi per le relazioni di filiera tra gli associati; nella verifica della congruità dei contratti; nell'istituzione di gruppi di controllo durante la campagna di trasformazione; nell'individuazione di metodi e strumenti per un'efficace valutazione della qualità; per la valorizzazione della produzione integrata e biologica e nell'orientamento delle produzioni verso qualità e sostenibilità. Tra le funzioni indicate nel piano triennale anche la promozione della riduzione dei costi; lo sviluppo di progetti su innovazione, integrazione di filiera e formazione e poi ancora nei servizi di informazione; nelle posizioni condivise sulle politiche di settore; nello studio di strategie per la valorizzazione del prodotto; nel dialogo per la commercializzazione; nel curare i rapporti con le altre OI e nella promozione della buona occupazione.
IN ALLEGATO FOTO DEI TRE VICEPRESIDENTI: Da sinistra Spelta, Martelli, Ferrari (presidente) e Saviotti.
L'evoluzione dei consumi secondo il Presidente di Confcommercio giovani di Reggio Emilia
Reggio Emilia --
Quando anche l'attuale crisi verrà lasciata alle spalle, nulla sarà più come prima. Anche se ci dovesse essere una ripresa economica, i consumatori non tornerebbero più quelli di una volta. Le mutazioni socio/demografiche e le esperienze innescate dagli ultimi sei anni di ristrettezze e incertezze hanno lasciato un segno indelebile nei consumatori, secondo alcuni studi di Ipsos.
Più attento agli sprechi, alla spesa globale, al rapporto qualità prezzo e più digitale, il consumatore 2.0 si è ormai abituato a mangiare, vestire ed impiegare il proprio tempo libero. Curiosa è, ad esempio, l'inversione di tendenza recentissima sui prodotti alimentari già cucinati o semipronti: si acquistano meno i primi, a vantaggio degli ingredienti per farli in casa. Stessa cosa per il pane, le cui vendite di macchinari per produzione casalinga hanno avuto un incremento. Anche la piramide alimentare cambia: i legumi sostituiscono la carne, frutta e verdura fresche vengono consumate sempre meno. Tiene il cibo di qualità, mentre a farla da padrona sono da anni i prodotti tecnologici, ovviamente quasi tutti di importazione.
E' da sottolineare come se la gente si abitua a mangiare e a vestirsi (inteso in senso molto lato) in modo diverso difficilmente tornerà indietro.
Secondo Il Sole 24 Ore il reddito medio degli italiani si è ridotto mediamente di più di 2.500 Euro annui rispetto al 2007. Questa riduzione è stata ancora maggiore a Reggio Emilia, e in generale nelle aree più produttive del Paese
La politica dovrà tener conto di questa mutazione irreversibile, che costringerà i commercianti a fare i salti mortali ben oltre il 2015 per poter far sopravvivere le attività e cercare di dare un futuro meno plumbeo ai figli. Ma se obbiettivo del legislatore, non solo nazionale e non solo fiscale, è quello di rilanciare i consumi, anche commercianti e dettaglianti devono fare autocritica e cogliere i cambiamenti, intercettando i nuovi bisogni. Non è più un'opportunità, ma un dovere.
LUIGI ROCCA - Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confcommercio Reggio Emilia - 17 ottobre 2014 -