Appello per il Tibre dai presidenti delle Province di Mantova, Verona, Cremona e dal Vice presidente di Parma Delsante. Oggi in video conferenza stampa hanno illustrato il documento già sottoscritto anche da 27 parlamentari.
Verona, 1 luglio 2020 – Al termine del match del Bentegodi, Mister Roberto D’Aversa ha incontrato i giornalisti in sala stampa.
I crociati non riescono ad allungare la striscia positiva delle ultime giornate e perdono in casa contro un Verona molto ben messo in campo. D’Aversa ha però l’alibi di una squadra arrivata all’appuntamento decimata dagli infortuni e dalle squalifiche.
di Luca Gabrielli Parma, 30 ottobre 2019 - Non è bastata la prestazione maiuscola di sabato a San Siro contro l’Inter per continuare a restare attaccati al treno Europa. Ieri sera Il Parma è uscito sconfitto nelle mura di casa contro il Verona di Juric, in disperato bisogno di punti. Non si può però condannare nulla per quanto riguarda la prestazione espressa dalla squadra di D’Aversa che hanno portato in campo il massimo impegno che potessero dare in una situazione di emergenza sotto il profilo delle assenze. Mancavano veramente troppi elementi per poter tirare fuori il coniglio dal cilindro con una difesa priva del lungodegente capitano Bruno Alves e il terzino Gagliolo frenato da un problema ai flessori. A centrocampo è arrivata anche la squalifica inaspettata di Scozzarella per blasfemia che ha privato alla squadra un elemento in grande forma ultimamente e davanti si è dovuto giocare ancora con Kulusevski improvvisato centravanti a causa della doppia assenza dei centravanti di ruolo Inglese e Cornelius.
Il Verona dal canto suo si è presentato al Tardini con il consueto 3-4-2-1 compatto che non lascia spazi all’avversario e una volta passato in vantaggio con uno splendido goal di Lazovic nel primo tempo, ha fatto la sua partita impostata sulla difesa e ripartenze.
C’è assoluto bisogno di recuperare gli infortunati
I crociati hanno cercato in tutti i modi di raggiungere il pari anche se in modo confuso ma provandoci fino all’ultimo minuto e questo i tifosi presenti sugli spalti lo hanno apprezzato. Gervinho con le sue fiammate ha impensierito più di una volta il portiere veronese Silvestri andando vicinissimo all’uno a uno ad inizio della ripresa con un tiro stampato sulla traversa dopo un’ottima combinazione con Kulusevski. Il Verona comunque ha fatto vedere per quale motivo ha la migliore difesa del campionato insieme alla Juventus e alla fine è riuscito a far suo il bottino pieno lasciando a bocca asciutta i crociati. Per D’Aversa ora sarà molto importante cercare di recuperare alcuni elementi per l’impegnativo match di domenica contro la Fiorentina in trasferta. Questa ecatombe di infortuni proprio non ci voleva in un periodo nel quale sembrava aver trovato la giusta amalgama tra i suoi giocatori. I ragazzi dovranno compattarsi ancora di più e dare il 110% per cercare di non abbandonare le zone nobili della classifica.
Sicuramente mancheranno ancora per un mesetto buono i bomber Inglese e Cornelius quindi il bimbo prodigio Kulusevski sarà costretto ad inventarsi falso nuove per aprire gli spazi alle frecce nere Gervinho e Karamoh. Proprio quest’ultimo è la nota lieta delle ultime due gare dove ha dato modo di mostrare le sue ottime doti tecniche e soprattutto l’idea di essersi inserito nei meccanismi della squadra.
Dal 29 Al 31 Gennaio Il Corso Per Specialisti Della Valpolicella Apre La Red Week Di Anteprima Amarone 2015 A Verona.
(Verona, 25 gennaio 2019). Sono 60 le candidature di quest'anno per il Valpolicella education program (Vep), il corso di formazione sulla prima Dop di vino rosso del Veneto, rivolto a operatori di settore, giornalisti e influencer internazionali ideato dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella in collaborazione con i docenti delle Università degli studi di Verona, Università Cattolica di Milano, Alma – Scuola internazionale di cucina italiana, Nomisma e SIB (Società Italiana Brevetti). Un programma unico in Italia per un consorzio che martedì 29 gennaio dà il via alla Red Week di Anteprima Amarone 2015 (palazzo della Gran Guardia 2-4 febbraio) e che punta a creare una rete di "Valpolicella wine specialist" nel mondo.
Un titolo al quale aspirano 25 "studenti" selezionati tra gli iscritti, provenienti da 14 paesi: Usa, Brasile, Giappone, Corea del Sud, Cina, Repubblica Ceca, Canada, Germania, Svezia, Ucraina, Taiwan, Emirati Arabi, Regno Unito e Russia.
Due le giornate di lezioni (29 e 30 gennaio) presso la sede del Consorzio (Villa Brenzoni Bassani, Sant'Ambrogio di Valpolicella), suddivise in 5 ambiti tematici: dagli aspetti legali di etichettatura e promozione allo scenario di mercato, dalle caratteristiche del terroir alle nozioni enologiche, fino alla degustazione. Tra i professori in cattedra Osvaldo Failla, direttore del Dipartimento di scienze agrarie e ambientali dell'Università degli studi di Milano, Denis Pantini, direttore Nomisma Agroalimentare e Wine Monitor, Paolo Veronesi, avvocato specializzato in diritto della proprietà intellettuale dello studio legale SIB di Verona, Maurizio Ugliano, docente di chimica enologica ed enologia dell'Università di Verona, Pier Luigi Gorgoni, docente di degustazione ed enografia alla scuola Alma e Filippo Bartolotta, giornalista di Decanter Magazine e Spirito di Vino.
L'esame finale è previsto per giovedì 31, con verifica scritta e prova pratica in modalità blind tasting, al termine delle quali solo gli studenti con punteggio positivo riceveranno il certificato di specialist.
La Red Week di Anteprima Amarone 2015 è organizzata dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella con il sostegno di:
THE SECOND VALPOLICELLA ANNUAL CONFERENCE
Wine Intelligence (partner scientifico); Banco BPM; Cattolica Assicurazioni; Grafiche Valpolicella; Tebaldi srl; Volkswagen – Veicoli Commerciali (sponsor); Affari&Finanza (media partner)
ANTEPRIMA AMARONE 2015
ATV; Banco BPM; Cattolica Assicurazioni; Vinitaly (main sponsor); Grafiche Valpolicella; Volkswagen – Veicoli Commerciali (sponsor); Repubblica Affari&Finanza (media partner), in collaborazione con Manuel Marzari - Maestro di dolcezze
In allegato programma della Red Week di Anteprima Amarone 2015 (PDF).
Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella
Nato nel 1924 è una realtà associativa che comprende viticoltori, vinificatori e imbottigliatori della zona di produzione dei vini della Valpolicella, un territorio che include 19 comuni della provincia di Verona. La rappresentatività molto elevata (80% dei produttori che utilizzano la denominazione) consente al Consorzio di realizzare iniziative che valorizzano l'intero territorio: il vino e la sua terra d'origine, la sua storia, le tradizioni e le peculiarità che la rendono unica al mondo. Il Consorzio annovera importanti ruoli istituzionali: si occupa della promozione, valorizzazione, informazione dei vini e del territorio della Valpolicella, della tutela del marchio e della viticoltura nella zona di produzione dei vini Valpolicella, della vigilanza, salvaguardia e difesa della denominazione. L'area di produzione è molto ampia ed è riconducibile a tre zone distinte: la zona Classica, (Sant'Ambrogio di Valpolicella, San Pietro in Cariano, Fumane, Marano e Negrar); la zona Valpantena, comprendente l'omonima valle; la zona DOC Valpolicella, con Verona, Illasi, Tramigna e Mezzane. Le varietà autoctone che danno vita ai vini delle denominazioni vini Valpolicella sono: Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara. I vini della denominazione sono il Valpolicella doc, il Valpolicella Ripasso doc, l'Amarone della Valpolicella e il Recioto della Valpolicella entrambi docg.
I ragazzi di D'Aversa non vanno oltre all'uno a uno contro il Chievo, ultimo in classifica, in una partita dai buoni ritmi e dalle tante occasioni. Splendido il goal del capitano portoghese, siglata con una potente punizione dai 30 metri.
di Luca Gabrielli - Parma, 9 dicembre 2018 -
Il Parma non si dimostra cinico e letale come in altre occasioni e non riesce ad avere la meglio al Tardini contro i clivensi, al quarto pareggio consecutivo dopo il ritorno in panchina di Domenico Di Carlo. Assenze importanti per i crociati con Grassi che ha chiuso anzitempo la stagione per la rottura del crociato e Gervinho che probabilmente si rivedrà all'inizio del 2019 ma sostituiti al meglio con Rigoni e Di Gaudio autori, soprattutto quest'ultimo, di una buona prestazione. Tutti si aspettavano la più classica rete dell'ex di Roberto Inglese e invece a pareggiare lo svantaggio firmato da Stepinski a metà del primo tempo è stato il capitano Bruno Alves che a 38 anni appena compiuti regala una vera perla al pubblico del Tardini. Una punizione potentissima scagliata da più di trenta metri che si insacca alle spalle di un incolpevole Sorrentino all'incrocio dei pali. Lo stadio applaude estasiato la meravigliosa giocata che ha ricordato le gesta di Zola, Chiesa, Veron e Mutu, qualche campione che aveva deliziato il palato della gente di Parma. La sfida si infiamma dopo l'uno a uno e nella ripresa, a mezz'ora dal termine, gli ospiti restano in dieci uomini a causa della doppia ammonizione ai danni di De Paoli che finisce anzitempo negli spogliatoi. I crociati si buttano in avanti incoraggiati dai cori dei tifosi e il massimo sforzo lo produce proprio l'ex Inglese che colpisce il palo con una botta violentissima a 5' dal temine. La partita si conclude con un pareggio giusto che lascia l'amaro in bocca a entrambe le squadre.
Occasione persa o punto guadagnato?
È la domanda che si pongono i tifosi dopo i 90' minuti visti al Tardini. Contro l'ultima in classifica verrebbe da dire che i tre punti erano d'obbligo ma il Chievo visto nell'ultimo mese dopo il ritorno in panchina di Di Carlo sta dimostrando di non meritare l'attuale posizione in classifica. Il Parma ha dovuto affrontare una squadra ben organizzata e preparata atleticamente che non ha mai mollato un contrasto. Da sottolineare anzi la pronta reazione dei ragazzi di D'Aversa che grazie alla prodezza del capitano hanno riagguantato immediatamente il pareggio e in seguito hanno alzato il ritmo conducendo la partita. Resta il rimpianto del palo di Inglese che ancora adesso sta tremando ma si è visto un buon gioco e voglia di vincere da parte dei giocatori.
Ora ci sarà da preparare la trasferta insidiosa di Marassi contro la Sampdoria ma giocando con questa determinazione sarà possibile tornare a casa con un risultato positivo.
Cronoscalate - Al termine della stagione, il pilota veronese del Team piacentino LTS Racing, e' campione italiano di categoria.
Piacenza 10 ottobre 2018 - E' stata una stagione lunga e faticosa, quella appena conclusa da Mirko Venturato nel Campionato Italiano Velocità Montagna ma il pilota di Legnago alla guida di una Formula Gloria, curata dal team piacentino LTS RACING, si è laureato Campione Italiano nella categoria riservata alle vetture monoposto che montano motori motociclistici di 1000 centimetri cubi.
Il successo è arrivato al termine della lunga trasferta che lo ha visto impegnato nelle ultime due gare andate in scena in Sicilia.
"Sono felice per questa vittoria, è il commento di Mirko Venturato, arrivata dopo una lunga stagione iniziata con qualche difficoltà ma proseguita in crescendo, ad inizio anno, insieme al team, è nato questo progetto importante che mi ha visto impegnato in un campionato di dodici gare dal Friuli alla Sicilia passando per il centro Italia, la soddisfazione più grande è stata quella di aver lottato spesso contro vetture anche di categoria superiore oltre ad aver conquistato il tricolore nella mia".
Già da alcuni anni alla guida di questo tipo di vetture ed in questo tipo di competizioni, Mirko Venturato, in questo 2018 si è impegnato per la prima volta nell'intero Campionato Italiano centrando subito il successo. Una stagione dove ha dominato la propria categoria ma che lo ha visto sempre competere per le posizioni di rilievo anche in classifica generale dove la sfida era contro vetture e piloti che disponevano di potenza molto superiore rispetto alla vettura del veronese.
Una specialità particolare, quella delle cronoscalate, che vede i piloti di punta utilizzare vetture di tipo sport e formula concepite per correre in pista con motori che arrivano ad erogare anche 550 cavalli rispetto ai 200 circa a disposizione di Venturato. Tante le vittorie di categoria per centrare il successo finale e tante anche le prestazioni di rilievo nella classifica generale come nell'edizione della famosa Trento-Bondone, considerata dagli addetti ai lavori la salita più difficile d'Europa che Mirko ha terminato al nono posto assoluto.
"Devo ringraziare gli sponsor che mi hanno sostenuto - conclude Venturato - in questo progetto ed il team LTS RACING che mi ha messo sempre a disposizione una vettura competitiva e vincente, oltre alla vittoria in campionato gli ottimi risultati hanno confermato che l'esperienza raccolta è fondamentale per poter valutare il salto in una categoria superiore ora però è giusto festeggiare il titolo appena arrivato insieme alle persone che mi sono state vicine, più avanti insieme al team e con il supporto dei partners che sono fondamentali in questo sport valuteremo gli impegni per la prossima stagione".
Mirko Venturato, il trentaduenne neo Campione Italiano di Categoria, è laureato in Economia e vive, con la sua compagna Valentina, a Minerbe dove lavora in qualità di responsabile di produzione nell'azienda di famiglia, la Samo Industries di Bonavigo. Appassionato di sport adrenalinici, Mirko sin dall'età di 17 anni ha coltivato la passione per i motori, molto probabilmente ereditata dal papà Oscar, che lo portarono a cavalcare prima le due ruote e poi le auto spinte da motori motociclistici, ma anche il paracadutismo e l'avventura nel deserto (nel 2009 ha attraversato il Sahara con una moto e lo scorso anno ha partecipato al al Marcoc Challenger con un fuoristrada).
La tradizione di un territorio dove la Regione sa fare la differenza e la biodiversità crea l'eccellenza. - Verona, Palazzo della Gran Guardia 3
da L'Equilibrista Verona 12 febbraio 2018 -
Cinquant'anni e non sentirli, mezzo secolo di storia e passione pura per un popolo di lavoratori, quello veneto, che continua a staccarsi da tutto per perseguire il suo personale credo andando a riscoprire tradizione facendo leva sul proverbiale senso pratico.
La giornata regala sorrisi sinceri, strette di mano e intuizioni. Geniali spunti fatti di semplici gesti che i Vignaioli della Valpolicella hanno portato all'apice facendo conoscere al Mondo intero un prodotto straordinario che non ha precedenti.
600 milioni il giro d'affari certificato, 2300 imprese coinvolte che lavorano per mantenere una produttività altissima fatta di 1250 giornate lavoro fra i dipendenti di queste isole felici che vogliono fare sempre di più.
I cinquant'anni della DOC sono stati raggiunti ma sembra proprio che nessuno dei presenti, come citato a più riprese durante la conferenza stampa, ha intenzione di rallentare.
Anzi il Governatore di Regione Veneto, Luca Zaia, ha sottolineato come questo debba essere preso a rifermento quale punto di partenza e non di arrivo.
Se si pensa che solo nel 2017 sono state prodotte fino a 62 milioni di bottiglie, allora possiamo comprendere come queste abbiano certamente sancito un fondamentale supporto per tutta l'economia della città e che soprattutto in provincia abbiano generato un indotto sostanzioso andando a garantire servizi fondamentali per il turismo.
Assistendo ad una crescita che dal 2009 al 2016 ha toccato il 54%, praticamente il doppio rispetto all'incremento di tutta la Regione nello stesso periodo, non si può che procedere a vele spiegate, senza dimenticare che dobbiamo fare i conti con dei mostri sacri come Venezia o Padova.
Concretamente, lo scenario opera a pieno regime, tanto che la produzione artigianale vede esportare ben 8 bottiglie su 10, grazie anche alle attività di promozione ed internazionalizzazione gestita dal Consorzio della Valpolicella che vede una partecipazione massiva anche dei più piccoli, perché nel 30% dei casi, le imprese presenti non superano una produzione di 20 mila bottiglie.
Tra le circa 1600 Aziende produttrici e socie, oltre la metà ha dimensioni sotto i 2 ettari mentre solo il 7% va oltre i 100,000 metri quadrati e questo deve far riflettere come sempre quando si parla di Italia. L'eccellenza di una Regione, la capacità di presentarsi come un unicum, crea valore e fa scuola alle altre Regioni che ancora si presentano frammentate soprattutto su mercati Internazionali che invece dovremmo solo dominare senza fatica, come altri nostri cugini fanno già da diversi decenni.
Una produzione lorda vendibile altissima, fissata fino a 24.000 euro per ettaro, così come il valore aggiunto, che in diversi casi supera il 30% creando ed assicurando sostenibilità nel comparto. Infine, il valore fondiario che in diverse aree può arrivare a 450 mila euro ed è del tutto rilevante perché rafforza il capitale di queste Aziende proiettate già nel futuro, garantendosi un accesso al credito con conseguenti investimenti.
Sull'Amarone in particolare, i mercati internazionali hanno visto una crescita in valore del 10% nel 2017 e di un 68% dei volumi complessivi sul fronte estero. Anteprima Amarone oltre ad occuparsi di far conoscere in modo diretto le Aziende, opera in modo attivo per la divulgazione delle indagini che promuove e cura personalmente. Una di queste, è stata svolta dall'Osservatorio dei Vini della Valpolicella che grazie a Nomisma-Wine Monitor, ha aperto una finestra su di un campione rappresentativo di imprese produttrici, che vede qualche conferma ma certamente una voce che non passa in osservato.
La Germania si conferma come il principale mercato di destinazione con uno stabile 30% delle vendite per la sola tipologia Amarone. Seguono gli Usa con un costante incremento del 10%, per Svizzera e Regno Unito si segnano incrementi vicini al 5%. Segnali interessanti arrivano anche dai mercati asiatici, che inizialmente occupati principalmente dal Giappone, oggi vedono anche la Cina che cresce arrivando ad un confortante 15%.
Confrontandomi brevemente poi con la Direttrice del Consorzio Valpolicella, Olga Bussinello, emerge che il risultato va letto in modo approfondito perché l'anno appena trascorso ha sancito per i vini rossi italiani un'annata non facile e quindi il fatto che l'Amarone invece sia in splendida forma, conferma ancora una volta il suo forte appeal sui mercati internazionali.
Scrivevo a proposito di una sorpresa ed infatti quella più rilevante arriva dal mercato italiano, che chiude il 2017 in grande ascesa, toccando un inaspettato incremento del 20% che francamente stupisce anche il sottoscritto.
In Italia, la Grande Distribuzione Organizzata detiene un ruolo ancora marginale nella diffusione di Amarone, perché si attesta attorno al 25% circa, quindi sono la ristorazione e le enoteche ad assorbire assieme il 60% di tutto il mercato. Cresce anche la vendita diretta, che se analizzata su base storica, fa un balzo apprezzabile perché sostenuta da un marketing esperienziale sempre innovativo proposto dalla città, unite ad iniziative di enoturismo nonché innovazioni portate dalle piattaforme di incoming di qualità, soprattutto in Valpolicella. E' da qui che arrivano tassi di crescita a due cifre rispetto alla media regionale che dal 2009 al 2016 ha registrato un clamoroso +54%.
Secondo le elaborazioni Nomisma-Wine Monitor, l'Amarone ha prodotto lo scorso anno un giro d'affari pari a circa 355 milioni di euro e che quindi valorizza a pieno la grande produttività della Valpolicella, che con 7994 ettari vitati e circa 2300 aziende produttrici, è la più grande doc italiana se la riferiamo alle 20 esistenti che possono vantare gli stessi cinquant'anni della denominazione nel 2018.
La cosa che mi ha fatto riflettere davvero di questa analisi è soprattutto l'indagine effettuata qualche mese prima sempre da Nomisma-Wine Monitor su un campione di millennials, cioè i nati fra gli anni 80 ed i 2000 sia statunitensi che italiani. Si è infatti capito che le parole "sostenibilità" e "atteggiamento bio" sono le parole chiave dei futuri consumi per quasi la metà degli intervistati.
Nel dettaglio, i vini sostenibili sono indicati dai Millennians americani in testa ai nuovi trend di consumo per ben il 29% dei casi, ma subito tallonati dalle tipologie 'autoctoni' (17%) e dai 'vini biologici' (15%).
Ora, se consideriamo che l'Italia è la terra naturale delle biodiversità e delle specie autoctone esistenti al Mondo, soprattutto vitivinicolo, il Bel Paese rappresenta la genesi per lo sviluppo strategico di un mercato che non è più di nicchia ma che sta prendendo piede per la maggioranza delle nuove generazioni sia europee che extraeuropee.
In aggiunta, lo stesso giudizio è stato espresso dai pari età italiani: per i quali il 26% sceglie i vini sostenibili e il 18% quelli biologici, creando così una spirale virtuosa che va cavalcata.
Il concetto di vigna intesa come totalità nel Paese Italia e caratterizzata in primis dallo stampo biologico, ha visto crescere nel 2016 le proprie esportazioni del 40% e fa riflettere come il 43% dei consumatori americani ritiene che il vino sostenibile sia di qualità mediamente più elevata. Questi consumatori si dimostrano disposti a spendere dal 10 al 20% in più per queste tipologie che sono realizzate con il minimo uso di pesticidi, fertilizzanti e nel rispetto dell'ecosistema locale.
Potrebbe quindi iniziare, per la tanto declamata "Fabbrica Italia", un momento florido che troverebbe il suo naturale sviluppo in un mercato che è già presente e che acclama solo una soluzione di qualità che per altro l'Italia e la Valpolicella ha già iniziato da tempo a cavalcare. Le Istituzioni e la storia hanno tracciato i confini di una DOC, l'Amarone e tutti i suoi attori ne stanno facendo una riserva naturale dalla quale poter attingere a piene mani e continuare nel suo sviluppo e prosperità.