Hamilton domina e strapazza tutti. Verstappen resiste a Bottas ed è secondo. Ferrari non pervenuta, battuta anche dalla Racing Point.
di Matteo Landi
Una settimana fa a Maranello si leccavano le ferite causate dal terribile incidente che aveva estromesso dalla gara entrambe le Ferrari. A giudicare dalle prestazioni mostrate oggi verrebbe quasi da pensare che l'errore compiuto in Stiria da Leclerc abbia privato i tifosi dell'ennesima lenta agonia. Ci ha provato Verstappen a mettere un pò di pepe ad una gara altrimenti soporifera, addirittura schiantandosi contro le barriere nel giro di schieramento, tradito dalla pista umida. I meccanici Red Bull hanno compiuto un miracolo, riparandogli la vettura sulla griglia di partenza. Uno sforzo ripagato con lo stupendo secondo posto conquistato dall'olandese, capace di negare alla Mercedes l'ennesima doppietta. Ci ha provato la pioggia a scombussolare i piani di Hamilton ma l'inglese non ha sbagliato una virgola, dominando dal via al traguardo, su pista bagnata e poi asciutta. In occasione della prima gara stagionale l'inglese era partito con il piede sbagliato, bersagliato anche dalle penalità. Incassata la sconfitta il pilota di Stevenage ha ritrovato velocemente la fame e la concentrazione che lo hanno contraddistinto nelle sue recenti stagioni e da quel momento non ha fatto prigionieri. Al contrario Bottas, partito forte in Austria, non è più riuscito ad essere particolarmente incisivo ed il suo terzo posto odierno suona come una pesante sconfitta: con questa Mercedes deve fare meglio.
Ferrari a corto di cavalleria
Sesta ed undicesima sono le posizioni finali conquistate rispettivamente dai ferraristi Vettel e Leclerc. Il tedesco oggi ha convinto più del monegasco, che ha subito anche lo scotto di una strategia errata: le gomme morbide montate sulla sua Rossa già al terzo giro lo hanno costretto ad una gara di totale sofferenza, costantemente in pista con gomme meno fresche rispetto a quelle degli avversari. A Maranello sta andando tutto per il verso sbagliato. Un Cavallino ben poco rampante, meno veloce di Mercedes, Red Bull e Racing Point. A tratti anche di McLaren. Nel confronto con gli avversari la SF1000, vettura destinata a tagliare la soglia delle 1000 presenze Ferrari nella massima serie, assomiglia più alla F92A di Jean Alesi ed Ivan Capelli, del 1992, che alla SF90, comunque capace, in mezzo ai tanti problemi della scorsa stagione, di cogliere tre vittorie. Vedere la Rossa arrancare anche nel breve rettilineo della pista ungherese è un affronto alla storia motoristica Ferrari. Considerando che le power unit quest'anno non potranno beneficiare di alcun aggiornamento non si sa come potranno Binotto e compagni sbrogliare la matassa. In questo momento a Maranello avrebbero bisogno di un podio rigenerante, sarebbe un'importante iniezione di fiducia. Ma onestamente non riusciamo a capire come, cataclismi a parte, possano ottenerlo.
Mercedes ti mette le ali
Lo scorso anno la Ferrari fu la squadra più perseguitata dai reclami e dalle richieste di chiarimento arrivate alla Federazione. Troppo veloci in rettilineo, troppo potente la loro power unit. Qualcosa di non concepibile per Mercedes e Red Bull. Che dire allora di quanto mostrato questo weekend da tutti i motorizzati Mercedes? Una Williams rigenerata in qualifica, una Racing Point capace di conquistare l'intera seconda fila sullo schieramento di partenza e di lottare per il podio in gara. La quarta posizione finale conquistata poi da Stroll è comunque un risultato rimarchevole per una squadra abituata, fino allo scorso anno, a lottare a centro classifica. Fra gli avversari cresce il malumore: adesso è Mercedes il motore nel mirino, quelle strane fumate che in prova seguivano le vetture motorizzate dai tedeschi destano qualche sospetto.
Racing Point: la "Mercedes rosa" al centro delle polemiche
In Ungheria si è manifestata la forza della Racing Point, futura Aston Martin. Grande qualifica, ottimo passo in gara. Al termine della seconda gara austriaca la Renault aveva sporto reclamo ufficiale contro le vetture rosa, focalizzando l'attenzione sull'impianto frenante. La Federazione esaminerà le prese d'aria dei freni della Racing Point, paragonandoli a quelli della Mercedes 2019. Non è escluso inoltre che, in attesa del verdetto, Renault o altre squadre presentino altri reclami, viste le prestazioni mostrate dalla squadra di Lawrence Stroll. Se da una parte è comprensibile la voglia di giustizia di alcuni costruttori, visti gli ingenti investimenti compiuti alla ricerca della massima prestazione a fronte del copia-incolla fatto da Racing Point, dall'altra ci si chiede quando arriverà il definitivo "liberi tutti". Risulta palese l'incapacità della Federazione nel verificare l'originalità dei vari progetti e l'introduzione (anzi, il ritorno) del concetto di "vettura cliente" comporterebbe un reale abbattimento dei costi per le squadre con meno risorse. Molto più della riduzione dei test.
Fra due settimane tocca a Silverstone
Concluso questo primo trittico di corse la F1 adesso si prenderà una piccola pausa e tornerà fra due settimane in Gran Bretagna a Silverstone. Sulla pista in cui Hamilton ha mostrato storicamente il meglio del suo repertorio ci chiediamo che cosa potrà fermarlo. Nell'attesa che la Ferrari recuperi un briciolo di competitività il Circus ha bisogno di un vero sfidante. Bottas, Verstappen o chi altro, abbiate pietà di noi!
Hamilton domina. Leclerc e Vettel si autoeliminano dopo qualifiche tremende. Mancano le prestazioni, manca la serenità. Ferrari, dove sei?
di Matteo Landi
Solo una settimana fa ci esaltavamo per le prodezze compiute da Leclerc, unico barlume di speranza all'interno di una situazione Ferrari, sportivamente parlando, alquanto drammatica. Solo la grinta del prodigio monegasco aveva permesso alla squadra condotta da Mattia Binotto di recuperare un insperato podio. Quella stessa grinta oggi lo ha tradito. Un errore dettato dalla voglia di non arrendersi ad una totale mancanza di competitività delle vetture concepite a Maranello. Nel momento in cui è franato su Vettel al primo giro, compromettendo definitivamente il weekend delle Rosse, la squadra di Binotto ha raschiato un fondo che già aveva toccato. Venerdì i meccanici aveva montato sulle due Rosse degli aggiornamenti previsti per il prossimo Gp d'Ungheria. Gli sforzi compiuti si sperava fruttassero ed invece le qualifiche hanno visto le Ferrari relegate in decima e undicesima posizione, quattordicesima a seguito della penalità comminata a Leclerc per un impedimento su Kvyat durante le prove ufficiali. Le vetture italiane non avevano brillato sull'asciutto una settimana fa e sulla stessa pista non hanno fatto di meglio sul bagnato. Il calendario ha offerto una chance alla Ferrari, quella di poter provare delle modifiche aerodinamiche avendo i riferimenti freschissimi della settimana precedente, in quanto il Gp d'Austria e quello di Stiria si sono disputati sulla stessa pista. Purtroppo, già durante le prove libere, i piloti si sono ritrovati costretti ad ammettere l'evidenza: gli sforzi profusi non hanno prodotto variazioni di performance significative.
Ed ora che succede?
Ferrari, la soluzione non è in vista
Jean Todt nel 1999 ebbe il coraggio di rassegnare le dimissioni, quando la Federazione riscontrò un'irregolarità nei deflettori delle Rosse privandole della vittoria in Malesia. Montezemolo le respinse, la Ferrari vinse in Appello e vide annullare la squalifica. Stefano Domenicali e Maurizio Arrivabene, gente che ritrovatasi al comando ha vinto ben più di Binotto, sono stati allontanati (o costretti alle dimissioni) per motivazioni meno forti rispetto a quelle che ora potrebbero spingere Camilleri a cambiare Team Principal. Una sostituzione che potrebbe anche avvenire ma che, attualmente, non sarebbe la soluzione a tutti i mali di Maranello. Qui non si tratta di cambiare un allenatore di una squadra di calcio e inserire un buon giocatore, trovando così nuove motivazioni. La situazione è di più difficile soluzione. Innanzitutto il telaio della vettura che sta disputando questa stagione sarà lo stesso di quella che correrà nella prossima, e non bisogna neanche sottovalutare l'imminente arrivo del budget cap, il tetto ai costi che stravolgerà il modo di lavorare di alcune squadre. La situazione attuale, drammatica, è quindi la base di quella futura. Un cambio al comando in questo momento non aiuterebbe la Ferrari a progredire.
Binotto, Leclerc, Vettel e la squadra tutta dovranno concentrare gli sforzi verso un unico obiettivo: ritrovare la serenità perduta, cercando di progredire pian piano. Senza ansie da risultato: la lotta per il titolo non sembra affar loro.
Hamilton master, Mercedes monster!
In Stiria la Mercedes ha ribadito che il dominio delle sue vetture è lungi dal chiudersi. Ed è tornato Hamilton: una settimana fa sciupone, questo weekend si è ampiamente rifatto impartendo lezioni di guida a tutti i colleghi. Sabato, sotto la pioggia, ha massacrato la concorrenza ottenendo una pole mortificante per gli altri, staccando di più di un secondo Verstappen e rifilando un secondo e mezzo al compagno Bottas, quest'ultimo battuto anche da un superbo Sainz. E pure oggi, su pista asciutta, Hamilton non ha avuto rivali. Verstappen ha provato a tenere il passo dell'inglese, ma si è dovuto arrendere anche alla rimonta di Bottas. La classifica finale della gara vede Albon quarto dietro al compagno di team, Norris quinto con la sua McLaren e davanti alle due Racing Point di Perez e Stroll: fotografia che rappresenta solo in parte lo status quo prestazionale delle vetture. Sono risultate velocissime le Racing Point, le cosiddette "Mercedes rosa" (la somiglianza con la F1 tedesca del 2019 è impressionante). Perez dopo una brutta qualifica (17esimo) è stato autore di una bella serie di sorpassi ed avrebbe potuto cogliere la quarta piazza finale se non si fosse scontrato con Albon a pochi km dall'arrivo. Quest'anno i piloti in rosa potranno conquistare risultati di prestigio. Forse già in Ungheria la prossima settimana. Sperando che, su una pista completamente diversa da quella di Spielberg, anche la Rossa possa tornare a combattere se non per la vittoria almeno per la top 5.
L'Italia raddoppia: il 13 settembre si corre al Mugello!
In un weekend amarissimo per la squadra di Maranello è comunque arrivata una notizia che allevia le "ferite sportive": il Gp numero 1000 della Ferrari si correrà proprio sulla pista di sua proprietà, nel Mugello. Sarà una prima volta assoluta per la massima competizione automobilistica ed una vetrina importante per l'Italia e per la Toscana. Si chiamerà, appunto, "Gp Toscana Ferrari 1000". Sali-scendi, curve veloci, rettilineo lunghissimo, vie di fuga in ghiaia. Ferrari, ritrova te stessa e torna dove meriti. Almeno per il mese di Settembre!
Bottas vince, Hamilton pasticcia, Leclerc strabilia. La Ferrari arranca ma grazie alle abilità del suo giovane Campione agguanta un podio incredibile, sul quale sale anche un grande Norris. Una gara stupenda, d'altri tempi: grazie Formula 1!
di Matteo Landi
Sette mesi di inattività. Nel mezzo una pandemia (che non è finita), una prima gara in Australia annullata poche ore prima dell'inizio delle ostilità, un lungo lockdown. La Formula 1 si è adeguata alle necessità, cercando di trovare un pertugio, una finestra, all'interno di una situazione mondiale ancora allarmante. Oggi è tornata e ci ha fatto divertire. Grazie ragazzi!
Bottas, Leclerc e Norris, è il podio di una gara pazza. Ed è incredibile che sia proprio la seconda posizione del ferrarista a stupire di più. In Stiria lo scorso anno la Ferrari filava come il vento. Quest'anno è parsa l'ombra di se stessa. Nel mezzo un inverno strano, non solo per la pandemia ma anche per le polemiche (poco) sportive. La forza della vettura guidata da Vettel e Leclerc durante la scorsa stagione era tutta nel motore, ben coadiuvato da una vettura poco resistente all'avanzamento. Troppa era la potenza secondo Mercedes e Red Bull. Unitesi contro il team di Binotto, hanno fatto costantemente pressione sulla Federazione. Polemiche iniziate al termine del 2018, ma i commissari non sono mai stati in grado di ravvisare alcuna irregolarità nelle power unit delle Rosse. Messi quindi alle strette Binotto e compagni hanno stretto un patto segreto (permesso dal regolamento) con la Federazione: vi apriamo le porte di Maranello, vi mostriamo ogni particolare del funzionamento dei nostri motori, voi ci garantite riservatezza. Anche dopo quest'ulteriore indagine gli uomini della Federazione non hanno trovato prove di irregolarità, ma per placare gli animi degli altri contender hanno introdotto restrizioni al regolamento che evidentemente hanno azzoppato le power unit Ferrari. Sabato il confronto con le velocità dell'auto 2019 è stato imbarazzante: Leclerc qualificatosi settimo, quasi un secondo più lento di quanto da lui segnato nello scorso campionato con la SF90, Vettel 11esimo! Una vettura discreta in curva ed in accelerazione ma "piantata" in rettilineo. Con queste premesse la gara sembrava destinata ad essere un calvario.
La Mercedes rimane la vettura da battere
Se dopo le qualifiche in Ferrari si leccavano le ferite, in Mercedes tutto andava a meraviglia: prima fila interamente conquistata, con Bottas capace di beffare Hamilton. Subito prima della gara è arrivata però la doccia fredda per l'inglese: 3 posizioni di penalità per non aver rallentato durante il suo giro di qualifica mentre erano esposte le bandiere gialle e retrocessione in quinta posizione in griglia. Una penalità prima scongiurata, poi inflitta a seguito di un reclamo operato dal box Red Bull. Il secondo del weekend. Il primo era arrivato già dopo le prove libere: l'obiettivo era fare luce sulla regolarità o meno del DAS (Dual Axis Steering), dispositivo che permette alla Mercedes di modificare in corsa la convergenza delle ruote. Il primo reclamo è stato rigettato, il secondo ha colto nel segno.
Hamilton grande fuori dalla pista ma fallace in gara
In gara le Mercedes sono parse imprendibili, con Hamilton risalito rapidamente alle spalle del compagno di squadra. L'inglese ha vissuto un weekend di alti e bassi, ma gli alti sono arrivati dal suo "atteggiamento" extra sportivo. Mai si era visto un pilota così coinvolto in una battaglia sociale, schierandosi apertamente contro il razzismo e trascinando l'intero Circus nella giusta lotta, dopo che l'intero baraccone era sembrato piuttosto freddo e lontano da certe tematiche. Hamilton ha dato una svegliata a tutti ed ecco che le manifestazioni contro il razzismo sono arrivate da parte di tutti gli attori della massima Formula. I bassi dell'inglese sono invece arrivati in pista. Alla prova perfetta di Bottas, partito alla grande in questo 2020, ha fatto da contraltare quella negativa del titolato compagno di team. Sembrava scontata la doppietta Mercedes, fino a quando Hamilton, attaccato da Albon dopo una delle numerose safety car, è andato in tilt, speronando (senza intenzione) il pilota Red Bull. Ennesima penalità del weekend per il campione del mondo che ha tagliato il traguardo secondo ma è risultato quarto a causa della sanzione.
Leclerc Rockstar d'Austria: è lui la forza della Ferrari
Ne ha beneficiato Leclerc, la vera Rockstar in Austria, Campione di emozioni. Con una vettura lenta sul dritto ha prima tenuto botta, rimanendo costantemente in sesta posizione, e si è poi riavvicinato agli altri grazie alla safety car. Nel finale ha mostrato gli artigli con due sorpassi capolavoro: il primo su Norris, il secondo su Perez. La Ferrari ha iniziato la stagione da quinta forza, più lenta di Mercedes, Red Bull, McLaren e Racing Point. Leclerc ha sopperito alle enormi pecche della sua monoposto sfruttando ogni possibilità, gettando il cuore oltre l'ostacolo. Meraviglioso il sorpasso su Perez: il ferrarista ha staccato quasi alla disperata, partendo ben lontano dal rivale, il quale è rimasto sorpreso dalla presenza della Rossa all'interno della curva.
La Ferrari riparta da Leclerc, senza mancare comunque di rispetto a Vettel, parso nuovamente dispersivo e pasticcione. Vedere il quattro volte campione del mondo ancora una volta in testacoda, ricordiamo le giravolte degli anni scorsi, è la conferma che qualcosa non va nel morale di un Sebastian, consapevole che a fine anno lascerà il volante della sua Rossa a Sainz.
Che McLaren, e che Norris! Bene anche Giovinazzi
Il pilota McLaren, futuro ferrarista, ha corso egregiamente, giungendo quinto sotto la bandiera a scacchi, ma è stato sovrastato dal compagno Norris. Il giovane inglese ha colto il primo podio in carriera dopo un sorpasso stupendo su Perez (che non ha sfruttato a dovere le potenzialità della Racing Point) nel finale e beneficiando dei cinque secondi di penalità subiti da Hamilton. Grande gara anche di Giovinazzi: Antonio è riuscito a superare le difficoltà, anche Alfa Romeo monta le power unit di Maranello, artigliando due punti grazie ad un superbo nono posto finale davanti a Vettel.
Tanti ritiri per questa prima stagionale. Red Bull voto zero
Solo 11 vetture all'arrivo, tanti ritiri per questa prima stagionale. Eravamo ormai abituati ad una Formula 1 in cui il fattore affidabilità raramente faceva la differenza, il 2020 inizia con un cambio di rotta. Molti problemi tecnici, probabilmente dettati da un caldo che solitamente non è di prassi per la prima gara dell'anno, normalmente disputata a marzo in Australia. Le vetture, ancora poco "sgrossate" si sono ritrovate a viaggiare ad oltre 300 km/h a circa 30 gradi atmosferici su un asfalto con temperature superiori ai 50. Verstappen arrivava in Austria convinto che avrebbe strabiliato al volante della sua Red Bull ed invece il costruttore austriaco ha rimediato una brutta figura proprio sul circuito di casa, con un doppio ritiro.
Adesso....ancora Austria!
E' così andata in archivio la prima gara di questa strana stagione, la seconda prova sarà il Gp di Stiria sempre sulla stessa pista, già il prossimo weekend. Le gare doppie saranno una peculiarità di questo campionato, un'escamotage necessaria per poter disputare quante più gare possibili scivolando in mezzo a questa pandemia. E si fa sempre più probabile una seconda gara italiana sulla pista del Mugello, subito dopo la gara monzese di settembre: nonostante la mancanza di pubblico, obbligatoria, sarebbe una bella vetrina per il nostro paese. Intanto gustiamoci questo mondiale che ha ripreso forma e grazie ragazzi: ci avete fatto divertire!
Ferrari, Garavini (Italia Viva-PSI): "Certificazione di Equal Salary dimostra che la parità di genere fa crescere aziende e società"
La Ferrari ufficializza l'arrivo del figlio d'arte spagnolo che dal 2021 formerà con Leclerc un'accoppiata giovanissima. Adesso a Maranello potranno concentrarsi esclusivamente sulla stagione 2020, Covid permettendo.
di Matteo Landi
Classe 1994, nella massima Formula dal 2015. Inizialmente pilota del vivaio Red Bull, per poi divenire conduttore Renault nel 2017 e McLaren dal 2019. Uno dei pochi capaci di costruirsi una carriera in seguito alla fuoriuscita dalla academy austriaca. Un solo podio al suo attivo, ma avrebbe potuto ottenere molto di più se solo avesse avuto a disposizione vetture più performanti. Lo avevamo anticipato, oggi è ufficiale: Carlos Sainz Jr. sarà il compagno di squadra di Leclerc nelle stagioni 2021-2022. I meno giovani accosteranno il cognome Sainz al più blasonato padre Carlos Sr., pilota che nel 1990 e nel 1992 si aggiudicò il mondiale rally. Molto meno vincente ma con il meglio che ha da venire il futuro pilota della Rossa ha tutte le carte in regola per non sfigurare. Si troverà in squadra un compagno scomodissimo come Leclerc ma non ci sono motivi per pensare che non possano andare d'accordo: la recente buona convivenza con Lando Norris, giovane e velocissimo pilota emergente, può essere motivo di sonni tranquilli per Mattia Binotto. Dopo gli scontri Vettel-Leclerc, che hanno negato punti importanti alla classifica della Scuderia, un'altra convivenza difficile è l'ultima cosa che a Maranello vanno cercando. Ancora quest'ultima stagione con il quattro volte campione del mondo Vettel, poi potranno contare su una line-up freschissima.
Sainz, scelta giusta. Ma il cuore diceva Giovinazzi
Sarà una delle coppie meno vincenti della storia della Rossa, con Leclerc che attualmente vanta due vittorie in palmares e Sainz fermo a quota zero successi. Avranno ancora la stagione 2020 per aggiornare le loro statistiche ma qualsiasi sia il risultato in Ferrari potranno contare su due piloti affamatissimi e ben concentrati sui loro obiettivi. Una condizione mentale che di recente è venuta meno al titolato Vettel, il quale ha comunque dato, fin qui, ben 14 vittorie alla compagine guidata da Arrivabene prima e Binotto poi. Un bottino che sia il monegasco che lo spagnolo difficilmente raggiungeranno presto. La Ferrari ha agito con la mente, puntando su un pilota con una discreta esperienza alle spalle. Al cuore non si comanda, si dice, ma stavolta a Maranello non lo hanno seguito, altrimenti c'è da credere che avrebbero optato per Giovinazzi: italiano, cresciuto in seno alla Ferrari Driver Academy ed adesso in fase di “sgrossamento” in Alfa Romeo. Con i sedili bloccati per almeno due anni la Scuderia spegne le speranze del giovane pilota di Martina Franca che, per contro, avrà la possibilità di maturare per altre tre stagioni complete senza l'ansia di cogliere l'occasione al volo. Sarà necessario comunque tenere alta la tensione perché il suo posto in Alfa Romeo non è blindato ed alle sue spalle scalpitano i cavallini di razza del vivaio Ferrari, da Mick Schumacher a Robert Shwartzman, senza dimenticare, fra gli altri, Arthur Leclerc, fratello di Charles. Un'accoppiata 2021 Leclerc-Giovinazzi sarebbe stata un successo totale per il programma giovani. Le ragioni che hanno portato alla scelta di Sainz, tuttavia, sono più che comprensibili.
Ricciardo in McLaren: è ufficialmente scattato il mercato piloti
La mossa Ferrari ha così dato il via al mercato piloti e infatti quasi in contemporanea è arrivata la notizia del futuro arrivo di Ricciardo in McLaren. Al posto dello spagnolo formerà con Lando Norris un duo decisamente interessante e competitivo. Ed attenzione perché dal 2021 la squadra inglese tornerà a dotarsi delle power unit Mercedes! E Vettel? Il tedesco ha reso noto che non intende fare scelte affrettate e prende forma l'ipotesi, tutt'altro che remota, di un suo anno sabbatico, se non addirittura del ritiro dalla F1. Un mondo a cui il tedesco ha dato tanto e che lo ha consacrato fra i più grandi di ogni epoca, almeno nei numeri. Adesso che a Maranello hanno piazzato le pedine potranno finalmente concentrarsi esclusivamente sulla stagione 2020, nella speranza che possa iniziare quantomeno a luglio.
Il tedesco non rinnoverà con la Rossa al termine della stagione 2020, che inizierà speranzosamente a luglio. La Ferrari comunica la fine di un matrimonio vissuto alla rincorsa di un iride che, al momento, non è arrivato. Chi, insieme a Leclerc, si vestirà di Rosso nel 2021?
di Matteo Landi
"Abbiamo preso questa decisione insieme a Sebastian e riteniamo sia la miglior soluzione per entrambe le parti. Non è stato un passo facile da compiere, considerando il valore di Sebastian, come pilota e come persona. Non c'è stato un motivo specifico che ha determinato questa decisione bensì la comune e amichevole constatazione che è arrivato il momento di proseguire il nostro cammino su strade diverse per inseguire i nostri obiettivi". Da giorni ormai circolavano le voci di una possibile separazione fra la Scuderia ed il campione tedesco. Le parole di Mattia Binotto hanno finalmente spento le illazioni. Prima che parta questo sfortunato mondiale 2020, vittima degli umori del Covid, in Ferrari hanno deciso di chiarire la situazione così da poter iniziare il campionato senza inutili ansie, dettate dalle probabili opprimenti domande che i giornalisti avrebbero fatto ad ogni conferenza stampa. Ne giova inoltre la situazione psicologica di un quattro volte campione del mondo che nei suoi anni vissuti a Maranello ha mostrato di subire la pressione più di quanto potessimo immaginarci. Nessun rinnovo con Ferrari quindi per Vettel, che nel 2021 avrà la possibilità di continuare nella massima Formula oppure, ipotesi tutt'altro che improbabile, ritirarsi.
Grazie Vettel, campione dai diversi volti
Nella mente di tanti Sebastian appare, adesso, come un pilota diverso da quello che è riuscito ad accaparrarsi ben quattro mondiali. Fresca è la memoria di un 2019 vissuto nell'ombra del suo ultimo talentuoso compagno di squadra, Charles Leclerc. A Monza, mentre il monegasco dominava la scena vincendo in un tripudio generale, Vettel è sembrato vittima di certi fantasmi, andando in testacoda ed arrancando fino alla 13esima piazza finale. Quei fantasmi che lo perseguitarono nel 2014, quando da campione del mondo in carica subì la velocità dell'allora nuovo team mate Ricciardo. Le prestazioni dell'australiano lo tramortirono, Vettel perse quella serenità che ritrovò poi nel 2015, al suo debutto in Rosso. Un matrimonio che fece bene al pilota ed alla Scuderia, reduce da un rapporto difficile e logorato con Alonso (“siete scemi?” fu il team radio rivolto al proprio box dal pilota spagnolo in quel di Monza). Da quel debutto ben 14 vittorie di tappa per il tedesco, divenuto il terzo pilota più vincente nella storia del Cavallino Rampante, ma anche qualche errore di troppo: la già citata “giravolta” monzese, quella del Bahrain 2019, quella del Giappone 2018, la speronata rifilata ad Hamilton nel 2017 in Azerbaigian. Un temperamento ben poco tedesco, “da meridionale” disse Marchionne. Errori che ne hanno intaccato il morale, e soprattutto, hanno compromesso le sue speranze di titolo iridato. Quel titolo che ormai rappresenta un sogno per i tifosi della squadra di Maranello, vinto l'ultima volta nel 2007 da Raikkonen fra i piloti e nel 2008 fra i costruttori. Sia nel 2017 che nel 2018 Vettel era andato vicino ad interrompere il lungo digiuno, prima che i suddetti errori gli tarpassero le ali. Eppure, ne siamo sicuri, la classe del Campione è intatta. Lo ha mostrato a sprazzi lo scorso anno, specialmente in Canada, quando solo le bizze dei commissari gli hanno negato uno strameritato successo. Finalmente il tedesco era tornato affamato, poi la penalità gli ha spezzato il fiato. La vittoria arrivata finalmente a Singapore è parsa un regalo della Ferrari: senza una strategia a lui favorevole Leclerc avrebbe ottenuto il terzo successo consecutivo. Così è la vita, verrebbe da dire, ed a volte anche i grandi amori finiscono. Più che il Vettel stanco del 2019 sarebbe bello se tutti ricordassimo quel pilota che nel 2015, in Malesia, saltò gioioso sul podio, quando alla sua seconda gara in Rosso colse un successo stupendo ed inaspettato. Caro Vettel, l'appassionato ti vorrà ancora così e se questo campionato 2020 inizierà (probabilmente a luglio in Austria) avrai modo di lasciare un bel segno al tuo tramonto Rosso.
Vettel: ritiro o McLaren? Ferrari: forse Sainz, ma perchè non Giovinazzi?
Nel 2021 il tedesco potrebbe approdare in McLaren, dove ritroverebbe Andreas Seidl, oggi team principal della squadra inglese, ingegnere BMW Sauber quando Vettel debuttò in F1 nel 2007 proprio con la squadra svizzero-teutonica. Accanto alla punta di diamante Leclerc, ormai talento indiscusso della F1, non sappiamo ancora chi potrebbe arrivare alla corte di Binotto. In Ferrari hanno allevato Giovinazzi, che al momento sta maturando in Alfa Romeo, e sarebbe bello poter rivedere un italiano in Rosso. Ricordiamo che “dietro” di lui scalpitano gli altri nomi della Ferrari Driver Academy, uno su tutti Mick Schumacher, desiderosi di poter arrivare il prima possibile nella massima Formula. La logica dice che avranno bisogno di trovare spazio in Alfa Romeo, a tutti gli effetti squadra satellite Ferrari. Voci delle ultime ore, sempre più insistenti, tuttavia, vorrebbero in Rosso Carlos Sainz Jr. Spagnolo, figlio del campione di Rally Carlos Sainz, è attivo in F1 dal 2015. Ex pilota della galassia Red Bull, passato dalla Toro Rosso alla Renault nel 2017 ed approdato poi nel 2019 in McLaren, non ha mai sfigurato. Solido, veloce, ha finalmente conquistato il podio lo scorso anno in Brasile. Nei prossimi giorni probabilmente sapremo quale sarà il successore di Vettel. Avremo ancora questa stagione per ringraziarti Sebastian, pilota dal cuore ferrarista, come ci hai più volte fatto notare. Intanto in bocca al lupo per questa stagione!
La Formula Uno posticipa il debutto stagionale al 7 giugno, in occasione del Gp di Azerbaijan, ed a Maranello si mettono a disposizione nella lotta al Coronavirus.
di Matteo Landi
"Abbiamo fatto una riunione di cinque ore col gruppo Fiat Chrysler e col commissario Arcuri, perché possono aiutarci a far arrivare materie prime. Marelli ci assisterà per la parte di produzione, Ferrari si è messa a disposizione, Fca a Torino coordinerà il tutto". Sono le parole rilasciate a la Repubblica da Gianluca Preziosa, Direttore Generale di Siare, azienda italiana produttrice di ventilatori polmonari. Il campionato di F1 è in stand-by, in attesa di segnali positivi dopo lo scatenarsi della pandemia Covid-19, ed in Ferrari si sono resi disponibili alla realizzazione di componenti destinate ai ventilatori polmonari, necessari alla cura dei positivi al virus che affligge il globo. Nei limiti delle loro possibilità. Certamente il peso dei nomi FCA e Ferrari arriverà in soccorso a Siare per quanto concerne gli approvvigionamenti. I due marchi automobilistici danno così un ulteriore aiuto alla lotta contro il Virus, dopo che il 17 marzo la Famiglia Agnelli ha reso nota la donazione di 10 milioni di euro a beneficio del Dipartimento della Protezione Civile per far fronte all'emergenza nazionale. Neanche una settimana fa il mondo dei motori si interrogava su questioni più futili a livello globale ma determinanti per le economie delle squadre di F1 e degli organizzatori del Gran Premio d'Australia, cancellato per l'impossibilità di gestire un evento da 300.000 spettatori in condizioni di sicurezza sanitaria, sia per i tifosi che per gli addetti ai lavori. In seguito allo stop in Ferrari hanno spento i motori, ma hanno tenuto pulsante il cuore. Una dimostrazione importante di umanità, dopo la figura imbarazzante di cui si è reso protagonista il Grande Circus in terra australe. Fra tentennamenti ed interessi economici che, a tratti, sembravano superare quelli sanitari. Mentre il resto del mondo si fermava, la F1 è parsa essere un pianeta parallelo, quasi ignara delle priorità del momento. Un caso di positività all'interno del team McLaren, e l'immediato ritiro della squadra dalla competizione di Melbourne, hanno dato il là ad una serie di riflessioni che fortunatamente hanno convinto le squadre (non tutte, in quanto Red Bull, AlphaTauri e Racing Point avrebbero preferito correre) ed i vertici del Circo Iridato a dare forfait, annullando la prima gara stagionale.
Niente Monaco, debutto a Baku. Per il momento.
Come avevamo anticipato erano alte le probabilità di un ulteriore slittamento dell'inizio del Campionato. Si ipotizzava il debutto in Azerbaijan, il 7 giugno, e nei giorni scorsi è arrivata, appunto, l'ufficialità. Vista la fluidità della situazione la Federazione si riserva di rivalutare un'eventuale spostamento in avanti del debutto stagionale, presumibilmente quando saremo in prossimità della gara azera. Nella migliore delle ipotesi il campionato avrà il suo avvio per quella che doveva essere l'ottava gara stagionale. Delle prime sette, cinque restano in attesa di ulteriori valutazioni in merito ad un eventuale posizionamento più avanti nell'anno, due sono state definitivamente cancellate: Australia e Monaco. Leclerc, dunque, dovrà fare a meno della gara di casa, un appuntamento presente nel calendario della F1 ininterrottamente dal 1955. Con la propagazione del Virus, che ha colpito anche il Principe Alberto II, e considerando che Monaco è anche l'unica gara che non paga il gettone d'ingresso, la cancellazione del prestigioso evento è parsa inevitabile. Eh già, perché il rinvio delle gare lascia aperta alle squadre la possibilità di percepire quelle entrate altrimenti perse con la cancellazione. Ed è in quest'ottica che devono essere inquadrati i rinvii di così tante gare. Che saranno, parliamoci chiaro, difficilmente ricollocabili. Così quello che doveva essere il campionato più lungo della storia rischia invece di passare agli annali come uno dei più brevi. Sempre che in parte venga effettivamente disputato. Una cancellazione totale sarebbe la mazzata definitiva per le casse delle squadre più piccole della massima Formula, Williams in primis, visto anche il tanto pubblicizzato cambiamento regolamentare inizialmente previsto per il 2021, il quale avrebbe costretto i team a realizzare una tipologia completamente differente di vettura in un'annata, a questo punto, drammatica per i bilanci delle squadre.
Rivoluzione regolamentare rimandata al 2022
Proprio per la salvezza della serie avevamo sperato in un'introduzione posticipata del nuovo regolamento. Eventualità che ieri si è ufficialmente concretizzata dopo il voto unanime delle squadre, che per una volta hanno messo da parte i loro interessi individuali per la salvezza della categoria. Il nuovo regolamento prevede una configurazione aerodinamica completamente diversa delle vetture, con un corposo ritorno all'effetto suolo. Saranno monoposto dall'aspetto decisamente accattivante, ma la maggiore pesantezza potrebbe renderle più lente delle attuali. Una svolta che porterà probabilmente ad uno stravolgimento dei valori in campo (mettendo fine all'asfissiante dominio Mercedes?), non più nel 2021 ma, a questo punto, nel 2022. Nel frattempo le priorità non solo della F1, ma del mondo intero, sono ben altre.
La F1 si arrende al Virus: cancellato il debutto stagionale. Un meccanico McLaren infetto, ore di caos. Il mondo dorato del Circus si scopre vulnerabile e scopre la realtà.
di Matteo Landi
"Siamo delusi, come lo sono i fans. Questa è una delle gare che attendiamo di più, ci spiace molto non averne potuto garantire il regolare svolgimento". Chase Carey, il grande Boss della Formula 1, ha creduto fino all'ultimo che si potesse disputare il Gran Premio d'Australia, prima gara del campionato 2020. Poi le amare parole che ne decretano la resa all'evidenza dei fatti. Anzi, ben oltre. Nei giorni antecedenti il weekend di gara, che non si disputerà, il personale Ferrari ed AlphaTauri, proveniente da Maranello e Faenza, era finito nell'occhio del ciclone. L'Italia, il paese d'Europa più colpito dal Coronavirus, avrebbe potuto contagiare gli altri attori del Circus iridato e mettere a rischio la salute dei cittadini australiani. A Melbourne intanto proseguivano i preparativi di un fine settimane di gara a lungo atteso, 300.000 biglietti venduti. Tanti tifosi pronti a sedersi uno accanto all'altro senza alcuna misura preventiva, il Virus sembrava qualcosa di lontano per loro. Due giorni fa sono trapelate però le prime indiscrezioni destabilizzanti: 4 membri delle squadre McLaren, Haas e Williams in autoisolamento per sospetto Coronavirus. Il Giovedì è poi arrivata la bomba: un meccanico McLaren risultava positivo al test. D'un tratto il dorato mondo della F1, quel pianeta che credeva incoscientemente ed irresponsabilmente di poter sfuggire alla morsa del contagio lasciando prevalere gli interessi economici, si è ritrovato catapultato in una realtà diversa: quella "reale". McLaren annuncia il ritiro preventivo dalla gara, Hamilton rilascia dichiarazioni critiche nei confronti della governance F1, attenta solo ai soldi, i piloti iniziano ad ipotizzare uno sciopero. Il caos, a Melbourne, regna sovrano. Tre squadre si oppongono all'annullamento della gara: Red Bull, AlphaTauri e Racing Point. Il marchio più fashion, giovanile ed "ipersorridente" della F1, quello dei bibitari (anche nella moda con, appunto, AlphaTauri), getta la maschera e ricorda a tutti che la salute è importante ma che senza gare a breve potrebbe avere problemi con gli sponsor. Racing Point, la squadra del potente Lawrence Stroll, futura Aston Martin, si allinea alle scelte Red Bull. Quando la notizia della mancata disputa della gara diviene finalmente ufficiale all'Albert Park il clima è surreale: i tifosi stavano entrando in circuito, la F1 biposto, che porta a spasso personaggi più o meno noti, passeggeri di ex piloti del Circus, rombava in pista. Ed adesso si vocifera che forse il campionato inizierà solamente il 7 giugno in Azerbaijan. Ma la situazione è in evoluzione, in linea con quanto accade nel mondo reale. La Formula 1 si scopre così vulnerabile, alle prese con un Virus che non guarda in faccia a nessuno. A cui non interessa se hai speso 800 milioni di Euro per far correre due monoposto. Il Grande Circus si allinea alle scelte della Formula E, che ha sospeso il campionato per due mesi (niente Gp di Roma), ed all'IMSA, la quale ha comunicato lo spostamento a novembre della classicissima endurance di Sebring. Tanto per rimanere in tema 4 ruote. Una situazione che metterà in crisi le squadre più piccole del Grande Circus, Williams in primis. E forse sarebbe il caso di rimandare la grande svolta regolamentare prevista per il 2021 di almeno un anno.
Sospetti, bisticci ed alleanze: d'un tratto tutto passa in secondo piano
Le settimane precedenti il Gp che non verrà disputato erano state assai turbolente, a causa delle polemiche che avevano spaccato il paddock. La Federazione dichiarava concluse le indagini sulla power unit 2019 Ferrari. Ricordiamo come le velocità di punta della vettura 2019 del Cavallino avessero destato fra i rivali molti sospetti sulla legalità dell'unità propulsiva Ferrari. Dopo mesi di polemiche ed accertamenti la FIA dichiarava di aver raggiunto un accordo segreto (il regolamento lo prevede) con Ferrari, nell'impossibilità di dimostrare eventuali irregolarità. Apriti cielo. Sette team (tutti quelli non motorizzati Ferrari), capitanati da Mercedes e Red Bull mettevano in discussione l'operato della Federazione, chiedendole se non fosse in grado di svolgere il suo lavoro. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, viene in mente. D'un tratto Mercedes, quella dei test Pirelli illegali del 2013, ma anche delle tante soluzioni dubbie degli anni scorsi e di questo (vedi DAS), Red Bull, quella degli scarichi soffiati (poi vietati), si scoprono agnellini bisognosi di protezione. I "buoni" contro il presunto sistema FIA-Ferrari. Arrivati a Melbourne Red Bull ha poi contestato delle soluzioni tecniche portate all'Albert Park da Mercedes, ed ecco che magicamente cambiano ancora gli equilibri: una presunta telefonata fra, Kallenius, numero 1 Daimler, ed Elkann potrebbe sancire una nuova "alleanza" italo-teutonica. Bisticci, ritorsioni, tradimenti, piccole cose di fronte al Coronavirus.
Il debutto che non ci sarà
Di fronte a tanti dubbi, una cosa è certa: il Gp d'Australia, in programma questo fine settimana, non si disputerà. Il sole, la pista che si snoda sulle strade costeggianti il lago del parco che ospita la massima serie dal 1996, questo hanno sognato per mesi gli appassionati di F1. Un sogno nelle ultime settimane divenuto meno colorato. Offuscato da altri pensieri. Con la pandemia in corso lo sport passa in secondo piano.
Cina posticipata a data da definirsi, Vietnam in forse, Monza a rischio? Dopo la prima tre giorni di test la F1 è già in subbuglio: la paura ha due volti, quello del Coronavirus e quello del DAS, l'ultima diavoleria Mercedes.
di Matteo Landi
Doveva essere la stagione di F1 più lunga di sempre. Poi è arrivato il Coronavirus. Posticipato, a data da definirsi, il Gp di Cina, Vietnam in dubbio. Se la gara di Shanghai sembra prossima alla definitiva cancellazione, almeno per quest'anno, nessuna dichiarazione ufficiale lascia presupporre l'annullamento del tanto atteso evento vietnamita (weekend del 05 Aprile), al debutto. Eppure la situazione, in costante evoluzione, non lascia trasparire niente di buono, tanto che la televisione pubblica tedesca ha deciso che non manderà inviati sul circuito asiatico. E pare che altri emittenti possano seguire il loro esempio. Non dovremmo avere quindi in programma i 22 Gran Premi annunciati. Ma quanti meno? Allo stato attuale neanche la presenza della gara italiana si può garantire, vista l'evoluzione della situazione Coronavirus. Al di là dei risvolti drammatici ormai noti, si possono prevedere problematiche veramente spiacevoli per le squadre. Gli accordi con gli sponsor, ad esempio, prevedevano per la stagione 2020 una monetizzazione pari all'esposizione del relativo marchio per 22 eventi. Un numero di gare che difficilmente sarà mantenuto, anche perchè ci sarebbero dei limiti regolamentari e degli accordi economici che né Imola, né altri circuiti europei, sembrano in grado di soddisfare. Inoltre Pirelli deve decidere le gomme da portare in pista con 8 settimane di anticipo per le competizioni del mondiale che si disputano sul vecchio continente, 14 per le altre. Chi ha poi intenzione di sobbarcarsi 30-40 milioni di gettone solo per godere del diritto di poter ospitare una gara della massima Formula?
Intanto dal 19 al 21 Febbraio si sono disputati i primi tre giorni di test, in cui le squadre avevano come obiettivo principale quello di mettere in pista per più km possibili le nuove monoposto. Un importante sgrossamento iniziale, prima della ultima tre giorni di prove che avverrà dal 26 al 28 Febbraio. In questa sessione ci attendiamo che tutte le squadre getteranno la maschera e consentiranno ai loro piloti di spingere sul serio. Neache tre giorni in pista in questo 2020 e già la Formula 1 è rimasta travolta da un nuovo ciclone, dopo quello del Coronavirus. E prende il nome dell'acronimo DAS.
DAS, l'ultima genialata Mercedes (con beneplacito FIA)
Non è la divertente pasta sintetica modellabile che ci faceva sentire tutti grandi artisti, ma il Dual Axis Steering, un'invenzione Mercedes che rischia di dare un indirizzo deciso ad un mondiale che manco è cominciato. Gli occhi di tanti erano puntati sul box Ferrari, con i meccanici troppo al lavoro su una monoposto che per adesso sta marciando meno di quanto potessimo sperare, quando Hamilton, in pista, ha iniziato ad utilizzare il volante in maniera anomala. Occhi attenti hanno immediatamente colto quello che stava succedendo: appena entrato in rettilineo l'inglese lascia scorrere verso di sè il volante, di circa un centimetro in profondità, le ruote cambiano convergenza e rimangono in posizione più chiusa fino alla staccata, quando con uno scorrimento inverso del volante tornano alla convergenza "originaria". Apriti cielo, in un attimo appassionati ma soprattutto addetti ai lavori delle squadre rivali hanno capito che il gioco si sarebbe fatto veramente duro per tutti i non Mercedes. La Federazione poi ha puntualizzato: la soluzione è legale, per un anno, perchè dal 2021 nessuno potrà adottarla. Il dialogo fra gli uomini Mercedes e la FIA, si è saputo, andava avanti ormai da più di un anno e quando i tecnici di Toto Wolff hanno montato il DAS erano certi di poterlo utilizzare. Una soluzione geniale che va sicuramente contro lo spirito del regolamento (aggira il parco chiuso, è una sorta di "aerodinamica mobile", a qualcuno ricorda le sospensioni attive), appellandosi ad una certa fumosità del regolamento stesso, ma tant'è. Ed è inutile gridare allo scandalo perchè il gioco è ormai fatto ed in passato soluzioni come quella del diffusore con il buco della Brawn 2009 sono state realizzate facendo leva sempre su una regolamentazione poco precisa. Eppure, pensando proprio a quel campionato non possono che venirci i brividi, considerando che una squadra allo sbando, comprata per una sterlina e senza uno straccio di sponsor, riuscì a stravincere il mondiale beffando i grandi costruttori grazie da una soluzione poi illegale l'anno successivo. Giusto o no, che il DAS faccia parte del campionato 2020 è qualcosa che rischia di non garantire spettacolo ad una categoria che ne ha esageratamente bisogno, asfissiata dal dominio dei grigi anglo-teutonici dal lontano 2014. Solo un problema di sicurezza potrebbe riequilibrare le sorti del prossimo campionato, con il bando del DAS. L'efficacia, nell'immediato, del sistema Mercedes è ancora da dimostrare, ma sono indubbi i vantaggi che porterà ad Hamilton e Bottas: migliore gestione delle temperature degli pneumatici, più scorrevolezza in rettilineo e quindi maggiore velocità di punta, e chissà fino a dove riuscerà a spingersi l'armata teutonica. Gli avversari, con il bando per il 2021, potrebbero anche decidere di non sviluppare affatto la soluzione, consci che potrebbe trattarsi di un inutile spreco di risorse, in vista dello stravolgimento regolamentare del 2021. Cornuti e mazziati, quindi.
Ferrari: il lavoro è appena iniziato. Coraggio!
Di qui al 15 Marzo, giorno della prima gara stagionale, in Ferrari non potranno che proseguire nelle linee tracciate durante il test da poco effettuato. La vettura di Vettel e Leclerc si è vista spesso nel box, sotto le cure dei meccanici di Maranello. Ha anche girato, e molto, ma non quanto le rivali Mercedes e Red Bull, tenendosi lontana da quel 1'15''732 stabilito venerdì scorso da Bottas. Una nuova versione della SF1000 dovrebbe arrivare durante gli ultimi giorni di prove pre-stagionali: con essa Leclerc e Vettel avranno voglia di mostrare tutte le cartucce del box Rosso? Mercedes (forse) ha già calato un asso, vediamo se in Ferrari vorranno darci un segnale o se preferiranno attendere il primo responso stagionale di Melbourne. La (o almeno, una) genialata dell'anno Mercedes, i dubbi relativi al Coronavirus, le ambizioni Ferrari, e quelle Red Bull: chi se lo perde questo avvio di mondiale?
A Reggio Emilia la Ferrari mostra al mondo la nuova nata, la SF1000. Sarà la vettura che porterà a mille le presenze nei Gran Premi dello storico marchio. Una presentazione in grande, come da tempo non si vedeva, per una vettura che ha il compito di riportare l'iride a Maranello.
di Matteo Landi
"Chiedete ad un bimbo di disegnare una macchina, sicuramente la farà rossa". Mattia Binotto riprende una storica frase di Enzo Ferrari, mentre al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia tutti attendono la nuova creatura di Maranello.
Una presentazione così in grande non si vedeva da tempo, abituati ormai a qualche foto di rito e qualche discorso di circostanza buttato là. Orchestra, coro, performers. Marc Genè ben si destreggia sul palco, nel ruolo di presentatore, benché visibilmente emozionato. La Ferrari ormai la porterà per sempre nel cuore. L'Amministratore Delegato Louis Camilleri incentra il suo discorso sull'importanza degli uomini Ferrari, soffermandosi sulle capacità di uomo squadra di Mattia Binotto.
L'emozione è tanta, e palpabile, soprattutto nelle parole dei due piloti, Vettel e Leclerc, quando viene svelata la SF1000. Il solito Rosso, con l'aggiunta del tricolore che elegantemente bacia la carrozzeria della vettura la cui sigla ci ricorda la lunga militanza della squadra fondata dal Grande Enzo. 991 Gran Premi disputati, nella stagione che verrà la Scuderia varcherà la soglia delle mille presenze. Piero Ferrari, ponte fra il romantico e glorioso passato che fu ed un presente ricco di speranze, dolcemente emozionato in teatro, testimonia con la sua presenza la longevità della squadra che porta il suo cognome. Leclerc mostra molta sicurezza, parlando della sua preparazione pre-stagionale, mentre Vettel, felice come un bambino che ha appena scartato il suo nuovo regalo, fa subito notare quelle che sono le sostanziali differenze con la SF90, la vettura che lo scorso anno ha ottenuto tre vittorie, non riuscendo però a competere con Mercedes per il titolo.
Evoluzione logica alla ricerca del carico
La nuova nata mostra un posteriore molto rastremato, è evidente il lavoro di miniaturizzazione delle componenti portato a termine dagli uomini del Cavallino. Se è difficile percepire il passo appena più corto rispetto al modello che l'ha preceduta, risulta impossibile non notare la complessità dei deviatori di flussi posti davanti alle pance laterali. Ma il Cuore pulsante della vettura che correrà questa stagione è la nuova power unit, con il motore 6 cilindri dalle teste ridisegnate , che dovrà mantenere lo status di prima della classe mostrato dall'unità della scorsa stagione. Figlia della stabilità regolamentare che verrà interrotta nella stagione 2021, quando vedremo vetture profondamente diverse, la SF1000 appare come una naturale evoluzione della monoposto dell'anno scorso. I concetti sono stati effettivamente estremizzati ma la nuova creatura dovrà consentire a Vettel e Leclerc di stare al vertice con più costanza. Il lavoro degli ingegneri di Maranello si è quindi focalizzato sulla ricerca di quel carico aerodinamico mancante sulla SF90, in difficoltà sulle piste più guidate.
Un sogno da realizzare
2007 è la data dell'ultimo titolo mondiale piloti, 2008 è l'anno dell'ultimo costruttori. La fame di vittorie non manca a Maranello, come evidenziato da un John Elkann felice ed emozionato. Il Presidente srotola quel Tricolore nato proprio a Reggio Emilia, Vettel e Leclerc lo tengono teso, lo ammirano. Il loro volto pare illuminarsi, nella consapevolezza, oggi ancor più forte, che oltre alle loro ambizioni personali dovranno soddisfare il desiderio di un intero popolo. Il 2000, anno del ritorno al mondiale dopo un digiuno di 21 anni, sembra lontano. Ma quelle sensazioni, quella voglia di rivincita, sono presenti oggi come allora. In bocca al lupo Charles, in bocca al lupo Sebastian. Il 15 Marzo, data del primo Gp dell'anno, è ormai alle porte.