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Oltre 1.200.000 euro raccolti dai dipendenti UniCredit e da UniCredit Foundation a supporto degli ospedali italiani nella lotta contro Covid-19

Ricevute più di 3000 donazioni in sole due settimane, di cui oltre il 20% da dipendenti basati all’estero

Si è conclusa lo scorso 31 marzo la raccolta fondi dei dipendenti UniCredit, organizzata a livello di Gruppo, per sostenere tre degli ospedali italiani maggiormente coinvolti nella battaglia contro Covid-19. In sole due settimane ben 3.016 donazioni, pervenute dai dipendenti, hanno contribuito a raccogliere un importo complessivo di oltre 1.228.000 euro, di cui 1 milione di euro offerto da UniCredit Foundation.
Jean Pierre Mustier, CEO di UniCredit, ha commentato: “Sono molto orgoglioso e riconoscente per la generosità dei nostri colleghi e ancora una volta voglio ringraziare moltissimo tutti coloro che hanno fatto una donazione per questa importante causa. Questi contributi, insieme al supporto di UniCredit Foundation, consentono al nostro Gruppo di fornire un aiuto significativo agli specialisti per curare i malati e finanziare la ricerca nello studio di trattamenti e vaccini. Insieme continueremo a fare la cosa giusta e, come squadra, supereremo questo difficile momento.”

Tenuto conto delle preferenze espresse dai donanti, i contributi saranno così ripartiti:
• 556.600 euro all’Ospedale Luigi Sacco di Milano
• 353.500 euro all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma
• 318.600 euro alla Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia

UniCredit sta continuando a sostenere le sue comunità, i clienti e i colleghi nella lotta contro Covid-19, ovunque essa operi. Oltre a questa raccolta fondi, il Gruppo ha organizzato nei diversi Paesi in cui è presente altre importanti donazioni ai servizi sanitari locali per continuare a fare la cosa giusta e contribuire laddove possibile alla lotta contro la pandemia.
In Italia, insieme a UniCredit Foundation, ha donato 2 milioni di euro al Dipartimento della Protezione Civile per l'acquisto di mascherine, materiale sanitario e attrezzature mediche; 360.000 euro alla Croce Rossa italiana grazie ai fondi raccolti tramite UniCredit Card Flexia Classic Etica e 200.000 euro sono stati donati da UniCredit Foundation all’Ospedale Policlinico di Milano.

UniCredit ha inoltre messo a disposizione della Croce Rossa Italiana un conto corrente solidarietà completamente gratuito per la raccolta fondi a supporto di tutte le attività che la CRI sta mettendo in atto per affrontare la crisi.

Per maggiori informazioni, visitate il sito https://one.unicreditgroup.eu/

Milano, 8 aprile 2020

 

A proposito di UniCredit
UniCredit è una banca commerciale paneuropea, semplice e di successo, con una divisione Corporate & Investment Banking completamente integrata e una rete unica in Europa occidentale, Centrale e Orientale a disposizione della sua ampia base di clientela. UniCredit offre un servizio competente alla clientela internazionale e locale, offrendo un accesso senza eguali a banche leader in 13 mercati principali grazie alla sua rete bancaria europea, che include Italia, Germania, Austria, Bosnia e Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia. Disponendo di una rete internazionale di uffici di rappresentanza e filiali, UniCredit serve i clienti di altri 18 Paesi di tutto il mondo.

A proposito di UniCredit Foundation
UniCredit Foundation è la fondazione d'impresa del Gruppo, nata nel 2003, impegnata nel perseguire finalità sociali e umanitarie e a promuovere studi e ricerche in ambito economico finanziario.

 

Dalla nostra lettrice un messaggio per il suo quartiere... Molinetto! Daniela Nagasi per #fattisentire...

Cari abitanti del Molinetto?! oggi più che mai dobbiamo stare uniti! (mantenendo il metro di distanza?)

Quindi dato che so che tutti voi starete sicuramente facendo i bravi e sarete a casa per sconfiggere quel brutto ceffo del Coronavirus?!, molto probabilmente con i vostri bambini?‍?‍?, vi faccio questa richiesta:
Io solitamente in una parte del mio lavoro faccio attività di telemarketing e sento tante persone #anziane?? che credo si sentano un po' più sole in questo momento...e so anche che una delle #gioie più grandi per loro sono i #bambini.

Quindi, che ne dite se mi #aiutate a fare dei bei #disegni ?
per loro così da fargli capire che siamo tutti vicini e che li pensiamo ?.
Io personalmente, con le dovute precauzioni le porterò a loro per #strappargli un bel sorriso?!

Vi basta mandarmi la #foto del #disegno via Messenger ! io la stamperò e la porterò alle persone del quartiere!

#molinettotvb #ioamoilmioquartiere #parmanonsiferma #insiemevinciamo

LINK:https://www.facebook.com/molinettotvb/videos/755572904850667/

 

"Si chiama 'COndiVIDi-Non siete più soli', la help-line che da domani partirà con una linea telefonica dedicata ai tanti che si trovano in casa, magari da soli e in uno stato di grave malessere interiore. Una squadra di professionisti sarà gratuitamente a loro disposizione, per dare un prezioso sostegno e assistenza diretta, interagendo anche con i propri medici di base. Siamo orgogliosi di questa nostra iniziativa e ringraziamo di cuore tutti quei professionisti volontari che hanno permesso di realizzarla, anche con il sostegno de lavocedelpatriota.it. A guidare l'iniziativa sarà il coordinatore regionale del nostro movimento in Abruzzo, il professor Marco Sarchiapone, psichiatra con una titolata esperienza internazionale, coadiuvato da Marco Micacchi, medico e coordinatore del Lazio".

Lo comunica Domenico Muollo coordinatore di Riva Destra Parma, in una nota congiunta con Fabio Sabbatani Schiuma, Alfio Boschi e Angelo Bertoglio, rispettivamente segretario, portavoce e vicesegretario nazionale, di Riva Destra, movimento federato a Fratelli d'Italia.

"Una delle caratteristiche principali - dichiara Sarchiapone - che distingue gli esseri umani da tutti gli altri esseri viventi è la libertà: quando in una comunità circostanze eccezionali ed esterne alle azioni del singolo individuo impongono una restrizione di essa, l’atteggiamento umano muta, costretto ad una 'torsione' della propria personalità che può portarlo a modificazioni del proprio comportamento lungo un continuum di esperienze che possono annoverare l’acuirsi di alcuni disagi, soprattutto di quelli che definiamo mentali. Questo è quel che si sta verificando nelle ultime settimane e continuerà nelle prossime, con le restrizioni imposte dalla lotta al Covid19: le soglie di tolleranza si abbassano, le latenze di reazione si fanno più brevi, l’impazienza siede sul trono e tutto cresce esponenzialmente".

"In questi casi - prosegue Sarchiapone - le cose da fare sono tante, a seconda della loro diversità, di come i sintomi si esprimono, anche nello stesso tipo di disagio: ogni 'malattia' si esprime in modo squisitamente singolare in ogni individuo, a seconda delle circostanze cosiddette ambientali del caso, e noi saremo pronti ad aiutare gratuitamente tutti coloro che stanno provando un disagio".

La help-line sarà attiva tutti i giorni dalle 9 alle 10.30 e dalle 15 alle 16.30 al numero 351-7493288

 

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Confcooperative Federsolidarietà, Legacoop Sociali e Agci Solidarietà  chiedono il rispetto del DL 18/2020: “Dobbiamo fatturare anche per i servizi non erogati  a causa delle chiusure imposte dall’emergenza, sono risorse già previste nei bilanci”. 

(Bologna, 1 aprile 2020) – “Le cooperative sociali dell’Emilia-Romagna devono poter fatturare le prestazioni già previste a bilancio dalle Amministrazioni pubbliche, anche quelle che non si sono potute svolgere a marzo e che non si potranno svolgere nelle prossime settimane per le chiusure dei servizi imposte dalle disposizioni nazionali e regionali per l’emergenza sanitaria. Non chiediamo privilegi, ma il rispetto delle norme di recente approvate dal Governo”.

Lo dichiarano i presidenti delle federazioni regionali di Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali e Agci Solidarietà - Luca Dal Pozzo, Alberto Alberani ed Emanuele Monaci - ricordando come l’art. 48.2 del DL 18 del 17 marzo 2020 autorizzi le Pubbliche amministrazioni a pagare i gestori privati dei servizi sospesi a causa dell’emergenza sanitaria, “sulla base di quanto iscritto nel bilancio preventivo”.
La richiesta delle centrali riunite nell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna (che rappresenta oltre 900 cooperative sociali e 44.000 operatori che ogni giorno prestano servizi socio-assistenziali, socio-sanitari ed educativi a circa 65.000 persone tra anziani, disabili, svantaggiati e minori) è contenuta in una lettera spedita nei giorni scorsi al presidente della Regione, Stefano Bonaccini.

“Sono circa 10.000 in regione i lavoratori delle nostre cooperative sociali interessati dalla chiusura dei servizi dovuta all’emergenza Coronavirus, alcuni di loro sono stati impiegati in altre mansioni ma la maggior parte si trova a casa – aggiungono i tre presidenti -. Registriamo ogni settimana danni per diversi milioni di euro a causa della mancata erogazione dei servizi, ma dato che le risorse per pagare le prestazioni interrotte sono già state previste nei bilanci dei Comuni e delle altre Amministrazioni pubbliche con cui lavoriamo, chiediamo che le fatture delle prestazioni vengano pagate altrimenti non sapremo come fare fronte agli stipendi dei nostri operatori e delle nostre educatrici, con gravissime ricadute sulla tenuta delle imprese sociali e sul sistema di welfare emiliano-romagnolo”.

A tal proposito, nella lettera spedita al presidente Bonaccini e che sarà indirizzata anche all’Anci, le centrali cooperative invocano un accordo nazionale tra Regioni, Comuni, Organizzazioni sindacali e Alleanza Cooperative “che possa indirizzare le Pubbliche amministrazioni e le cooperative verso un comportamento omogeneo per evitare l’insorgere di interpretazioni e controversie giudiziarie”. Insomma, niente decisioni a macchia di leopardo e maggiore chiarezza così da mettere al riparo gli amministratori pubblici da eventuali richieste di danno erariale da parte della Corte dei conti.

“Il riconoscimento da parte dei Comuni e delle Pubbliche amministrazioni delle prestazioni del mese di marzo e dei periodi in cui i servizi continueranno ad essere chiusi per l’emergenza Coronavirus – continuano Dal Pozzo, Alberani e Monaci – evita il ricorso a permessi, ferie e Fondo di integrazione salariale (Fis), consentendo alle lavoratrici e ai lavoratori delle cooperative sociali di godere degli stessi diritti dei dipendenti pubblici che svolgono il loro medesimo lavoro”.

“Questo significa – continua la lettera spedita a Bonaccini – che ai funzionari della Pubblica amministrazione è permesso di liquidare le fatture, a maggior ragione a fronte di risorse economiche che già erano state impegnate nei bilanci e che, pertanto, non costituiscono un aggravio della spesa pubblica”.
Infine, concludono le centrali cooperative, “la fatturazione regolare dei servizi permetterebbe di non ricorrere al Fondo integrativo salariale e alla cassa integrazione in deroga, così quelle risorse resterebbero a disposizione di altri lavoratori”.
 

L'emergenza legata all’epidemia di Covid-19 sta mettendo a dura prova il nostro paese e le strutture del sistema sanitario nazionale e non solo per il virus. Le restrizioni adottate per ridurre la possibilità di contagio hanno portato ad una forzata eliminazione dei contatti tra le persone.

Se per la maggioranza di chi è costretto alla quarantena queste limitazioni sono superabili, per altri, più deboli psicologicamente, le ripercussioni potrebbero rivelarsi fatali.

È in quest’ottica, guardando a chi già prima dell’avvento del virus versava in condizioni di difficoltà, che è stata ideata e realizzata una campagna volta a sensibilizzare le persone e spingerle a telefonare a chi, in questo particolare periodo, vivendo da solo, può accusare maggiormente la situazione di isolamento. Soprattutto soggetti più fragili come gli anziani.

È stata intitolata, a proposito, “Fatti Sentire!”.

La campagna, promossa da CSV Emilia -Forum Solidarietà con il patrocinio del Comune di Parma e del Comune di Fidenza, è stata realizzata a titolo gratuito da Mayonese (video-agenzia pubblicitaria di Parma che si occupa da anni di produzioni per famosi brand nazionali e internazionali). Per il Centro di servizi è un modo per promuovere una forma di volontariato davvero alla portata di tutti e diffondere la cultura della solidarietà.

Alla campagna, anticipata da una locandina grafica realizzata da Giuffredi Advertising, hanno aderito volti noti della città: Alessandro Lucarelli, Sandro Piovani, Gabriele Balestrazzi, Aldo Piazza, Gianpaolo Cantoni e Franca Tragni. Hanno inoltre collaborato Achille Maini, Patrizia Dall'Argine, Francesco Lia e tanti altri che hanno contributo a titolo gratuito, aiutando ad amplificare questo tema importante, che diventerà col trascorrere del tempo in isolamento, purtroppo sempre più attuale.

Chiunque può dare una mano a chi ne ha bisogno con una semplice telefonata. Con lo stesso strumento che normalmente si utilizza per lavoro o intrattenimento. Uno strumento ora utile per far sentire all'altro che non è solo e c’è una luce in fondo al tunnel.
Questa luce possiamo amplificarla e farla risplendere, tutti insieme.

#fattisentire
Qui il link a video e locandina:
https://we.tl/t-1uYqfHXq6y

Emergenza coronavirus:  il gruppo Mutti interviene a favore dell’Ospedale Maggiore di Parma e dei lavoratori impegnati negli stabilimenti produttivi

Una donazione di 500.000 euro per fronteggiare la situazione sanitaria locale e un incremento del 25% degli stipendi per i dipendenti che stanno supportando il nostro Paese in termini produttivi.

Parma, 25 marzo 2020. Il Gruppo Mutti ha deciso di devolvere 500.000 euro all’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma che oggi, come tutte le strutture sanitarie nazionali e regionali, è in prima linea per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

“Abbiamo ritenuto fondamentale intervenire economicamente a supporto del territorio dove operiamo per dare il nostro sostegno a una struttura d’eccellenza che si trova a lavorare, tutto il giorno, in condizioni d’emergenza, impegnandosi in prima linea per la salute dei pazienti. Oggi, oltre alla vicinanza spirituale e al rispetto delle regole, alle strutture servono fondi per sostenere il loro operato e il nostro Paese. Chi può, deve intervenire” - ha dichiarato Francesco Mutti.

La necessità di un intervento si è resa evidente di fronte ai numeri che l’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma rileva ogni giorno e che rappresentano non solo pazienti ma nomi e volti delle famiglie oggi direttamente colpite dalla pandemia.

Il Gruppo Mutti, da parte sua, è anche impegnato a garantire la disponibilità del bene primario del cibo, fondamentale come la salute. “Per questo” - ha aggiunto Francesco Mutti – “oltre all’attivazione di una copertura assicurativa extra relativa al Covid-19 per i dipendenti a tempo indeterminato e determinato, abbiamo disposto una maggiorazione del 25% sulla retribuzione di coloro che, anche in questi giorni, stanno permettendo alla nostra azienda e, al Paese stesso, la continuità produttiva. Intendo sia tutto il personale impiegato nel processo produttivo e nella logistica, sia i soggetti cooperativi del nostro indotto”.

A livello territoriale l’azienda sta inoltre predisponendo diverse donazioni a livello nazionale, tra le quali l’invio dei suoi prodotti all’Emporio Solidale di Parma e all’Ospedale da Campo di Bergamo.

 

 

Iniziativa spontanea di un gruppo di studenti universitari partita al grido “Together, we are stronger!”.

Esistono, ci sono, in carne ed ossa. Sono gli otto studenti universitari, prevalentemente di Medicina e Chirurgia, che hanno lanciato una raccolta fondi spontanea in favore della Terapia intensiva di Parma e in poche ore ha fatto il giro del web arrivando a raccogliere quasi 300.000 euro attraverso una piattaforma online (298.177 per l’esattezza, al netto delle commissioni del sistema di pagamento).

Loro si chiamano Stefano Bacchini, Serena Gaccione, Giacomo Toscani, Marco Masetti, Luca Vento, Tommaso Trombini, Lorenzo Rotelli, Alessandro Fanti e volevano e vogliono fare la loro parte.

“Ci siamo impegnati per sostenere gli operatori sanitari in questa situazione – afferma il promotore Stefano Bacchini a nome dei compagni di questa avventura – un piccolo gesto per il grande lavoro che stanno svolgendo. Together, we are stronger!”.

E la loro parte l’hanno fatta alla grande e quanto raccolto è confluito sul capitolo “Anticovid” dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma che provvederà ad utilizzarli per sostenere e implementare i reparti direttamente coinvolti a fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

A loro e a tutte le persone che hanno donato attraverso la loro iniziativa i più sentiti ringraziamenti della direzione aziendale, dei direttori e del personale dei reparti coinvolti nell’affrontare l’emergenza Coronavirus.

Per coloro che desiderassero attivare una campagna di crowdfunding personale, è ora possibile farlo in modo ufficiale attraverso la piattaforma Crowd For Life: https://www.ca-crowdforlife.it/project/sosteniamo-i-nostri-ospedali/. Il ricavato andrà automaticamente ad aggiungersi al Fondo Emergenza Coronavirus attivato da Munus con le Istituzioni del territorio e sarà raddoppiato da Fondazione Cariparma. 

La Federazione di Parma del Partito della Rifondazione Comunista partecipa con la somma di 2.000 euro alla sottoscrizione promossa dalle Aziende Sanitarie a favore degli ospedali di Parma e provincia.

E’ un piccolo contributo per testimoniare la nostra vicinanza e la nostra riconoscenza nei confronti dei lavoratori della sanità che stanno
sostenendo pesanti sacrifici per affrontare l’emergenza. Tutti dobbiamo preoccuparci che si faccia tutto il possibile per garantire in primo luogo la loro sicurezza.
Inoltre vogliamo ribadire una nostra radicata convinzione: i servizi essenziali (e in primo luogo la sanità) devono essere garantiti con una gestione pubblica e adeguati finanziamenti.

Occorre stabilire la giusta priorità negli investimenti da parte dello Stato e rimediare ai tagli e ai processi di privatizzazione che negli scorsi anni hanno inciso pesantemente sul servizio sanitario.
E’ necessario in particolare un programma di assunzioni a tempo indeterminato, un lavoro sicuro e qualificato che tuteli la salute di tutti i cittadini.

Rifondazione Comunista - Federazione di Parma

Mascherine ad uso sanitario e dispositivi di protezione per i professionisti impegnati a fronteggiare l’emergenza Coronavirus a Parma, Vaio e Borgotaro

12.800 mascherine ad uso sanitario consegnate questa mattina, e altri 1100 dispositivi di protezione FFP2 in arrivo domani, da parte dell’Unione Parmense degli Industriali al Maggiore di Parma per tutti gli operatori della sanità impegnati in prima linea ad assistere i malati Covid 19, in città e in provincia.

Un’operazione complessa realizzata in collaborazione con il Programma Gestione Emergenze di Confindustria, come spiega Marco Occhi, Vicepresidente e responsabile del gruppo PGE di Upi, “che siamo riusciti ad organizzare in tempi abbastanza rapidi grazie alla disponibilità di Upi che ha donato la fornitura e ad una quota parte di Protezione civile nazionale, all’interno di una convenzione siglata da Confindustria nazionale Piccola Industria e Protezione civile che prevede una donazione al servizio socio sanitario da parte delle aziende che acquistano dispositivi di protezione per i propri dipendenti”.

“L’Unione Parmense degli Industriali - sottolinea la Presidente Annalisa Sassi - con questo gesto intende contribuire allo sforzo comune per arginare la pandemia e proteggere i professionisti sanitari e tutti coloro che sono impegnati in prima linea nell’affrontare questa emergenza. La gratitudine ed il sostegno vanno ai medici, infermieri, OSS, alle aziende che si occupano delle pulizie, della sanificazione, dello smaltimento dei rifiuti, delle forniture indispensabili alla vita dei nostri Ospedali con un ruolo determinante delle Associazioni di volontariato, alla Protezione Civile e in generale a tutti ma proprio tutti coloro che nella sanità pubblica e nelle diverse strutture della sanità privata stanno facendo “squadra” per contrastare e sconfiggere uniti e compatti il Covid-19”.

“Le aziende, e lo dimostrano i tanti gesti di generosità di queste settimane, - continua Annalisa Sassi - stanno svolgendo un ruolo fondamentale per assicurare la tenuta economica e sociale del nostro Paese. Molte aziende, proseguendo la loro attività con grande fatica, difficoltà e rischio, stanno assicurando alla popolazione beni e servizi essenziali alla vita quotidiana di tutti.
Molte altre aziende possono e devono chiudere o ridurre significativamente la loro attività e, a queste aziende, andranno assicurati reali sostegni per evitare che non riaprano o chiudano per effetto dei danni subiti in conseguenza della crisi sanitaria creando disoccupazione e povertà.
In ogni caso come imprenditori, insieme a coloro che collaborano con noi nelle aziende e insieme alla nostra Unione, siamo impegnati ogni giorno a cercare di “fare” mettendo la sicurezza di ciascuno di noi al vertice delle scelte possibili.
Questo piccolo gesto, insieme ai tanti altri che come aziende abbiamo compiuto e compiamo, è un segno della nostra grande riconoscenza anche nel ricordo di coloro che, colleghi ed amici, non ce l’hanno fatta ma che continuiamo a sentire vicini”.

“Una donazione preziosa– ha dichiarato Massimo Fabi, commissario straordinario Azienda ospedaliero-universitaria di Parma –per l’impegno profuso da parte di Unione Parmense degli Industriali e della Protezione civile e per l’attenzione dimostrata nel confronti dei professionisti dell’Ospedale di Parma che in questo periodo di emergenza stanno sentendo al loro fianco un intero territorio. Questo dà forza a tutti noi per mettere in campo ogni azione necessarie per fornire l’assistenza adeguata ai pazienti Covid”.

“E’ fondamentale per i professionisti che lavorano giorno e notte negli ospedali sentire il sostegno di un’intera comunità, la comunità di cui fanno parte – ha dichiarato Elena Saccenti, commissario straordinario Azienda Usl di Parma – Una donazione come questa non solo è di grande utilità per difendere la salute di tutti ma dimostra ancora una volta l’attenzione e la vicinanza delle imprese e della Protezione civile per la nostra comunità”.

La campagna di raccolta fondi #PrenditiCura dei più fragili a Piacenza raddoppia, anzi triplica. Grazie alla collaborazione tecnica della Banca di Piacenza, che ha supportato l’iniziativa, da oggi sono operativi due conti correnti bancari per permettere anche a chi non ha una carta di credito di poter comunque contribuite all’iniziativa a favore della casa di riposo Vittorio Emanuele, della Fondazione Pio Ritiro Cerati (ma anche di altre strutture che ne facessero richiesta) e dell’Hospice la Casa di Iris.

Sia le case di riposo sia l’Hospice sono messe in grave difficoltà dall’emergenza Coronavirus. Ospitano persone fragili, in età avanzata o con gravi patologie. E’ importantissimo riuscire a salvaguardare la salute dei degenti (oltre che quella degli operatori) e cercare di tenere il più lontano possibile il Covid -19.

Per farlo occorrono mascherine, altri dispositivi di protezione e disinfettanti che non solo sono difficili da reperire ma sono anche diventati molto costosi.

Un’emergenza nell’emergenza che ci è stata segnalata dall’amministrazione comunale di Piacenza.

Abbiamo subito lanciato una raccolta attraverso la piattaforma Gofundme e, ad oggi, sono stati donati poco meno di duemila euro.

Poiché molti piacentini hanno manifestato la volontà di poter donare senza dover utilizzare una carta di credito sono dunque ora operativi due Iban distinti (entrambi aperti presso la sede centrale di via Mazzini della Banca di Piacenza):

Prenditi Cura Hospice – IT96Z0515612600CC0000043329
Prenditi Cura Case di Riposo – IT14Y0515612600CC0000043328

Se si desidera che il proprio nome venga pubblicato nell’elenco dei donatori è sufficiente specificare nella causale Dono di nome, cognome.

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