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Dopo oltre 1400 repliche in 7 diversi Paesi del mondo è arrivato anche a Parma, in San Francesco del Prato, il monologo teatrale con accompagnamento musicale ispirato alla vicenda di Pierre Claverie e Mohamed Bouchikhi, assassinati insieme in Algeria il 1° agosto 1996 dallo stesso terrorismo islamista che colpì anche i monaci di Tibhirine.

(Foto di Francesca Bocchia)

Pubblicato in Cultura Parma

Ieri sera, nella chiesa del San Francesco del Prato, è andata in scena l'opera verdiana "Luisa Miller" che ha visto anche il debutto del celebre baritono Franco Vassalli. (Le foto della serata a cura di Francesca Bocchia)

Parma 29 settembre 2019 - Franco Vassallo, uno dei più richiesti baritoni verdiani, ha debuttato con l’Opera lirica di Giuseppe Verdi Luisa Miller all’interno del prestigioso Festival Verdi di Parma.

Si tratta di una nuova produzione, firmata da Lev Dodin e diretta da Roberto Abbado  messa in scena nella gotica Chiesa di San Francesco al Prato del XIII secolo, un luogo non convenzionale,  oggi vero e proprio cantiere in corso di restauro nel cuore della città, che il festival consentirà di scoprire.

Franco Vassallo, da sempre ospite dei più importanti teatri del mondo − dal Metropolitan alla Scala, dall’Opera de Paris al Covent Garden di Londra − è al suo diciottesimo ruolo verdiano (19esimo se contiamo Le Trouvère, sempre al Festival Verdi dello scorso anno).

Con la Luisa Miller, Vassallo ha aggiunto un altro padre verdiano al suo quasi completo palma res.
Da Rigoletto ad Aida, dalla Traviata a Nabucco, da Simon Boccanegra a Falstaff, Vassallo ha interpretato ormai quasi tutti quelli che per Verdi sono sempre stati personaggi chiave, i veri motori del dramma: i padri.
Detentori di ruoli di potere: politico, economico o sociale i padri in Verdi sono figure sempre
divise tra il dovere pubblico e quello dell’affetto familiare, a volte irremovibili nell’anteporre la ragione di stato, a volte tormentati da rimorsi e indecisioni.

«Nella galleria dei padri verdiani » afferma Vassallo «Miller è un personaggio unico, accostabile solo a Rigoletto, di cui è senz’altro anticipatore nell’amore incondizionato per la propria figlia.
Non è un uomo di potere, viene trascinato dal dramma, non lo crea. È una persona retta, saggia, onesta, tutte caratteristiche che mi piace pensare condivida con Verdi uomo. Il suo mondo è quello dolcissimo dell’affetto paterno ma anche dell’uomo saldo nei propri principi, fiero di difendere la dignità, l’onore della famiglia di fronte a un potere ingiusto. Siamo davanti a uno dei più grandi ruoli verdiani da baritono dove tutto è richiesto: estensione di registro, pathos e tragicità».

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Dopo lo spettacolo del 28 settembre alle 20 seguiranno le repliche il 5, 12, 19 ottobre sempre alle 20.
Seguiranno inoltre a novembre il debutto del Tabarro all’Opera di Firenze, l’Aida a Barcellona e in primavera l’atteso Don Carlo al Festival di Salisburgo.

LUISA MILLER SAN FRANCESCO DEL PRATO 28 SETTEMBRE 2019 FOTO FRANCESCA BOCCHIA (1).jpg

 

 

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