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Partono le iscrizioni per partecipare al concorso a premi per smettere di fumare. Per iscriversi, o sfidare qualcuno a farlo, c'è tempo fino al 2 maggio. In palio un viaggio, un tablet e un soggiorno alle terme. -
Modena, 4 aprile 2015 -
"Dopo 27 anni di fumo non è facile smettere. Ero così dipendente dalle sigarette che non riuscivo a stare senza neanche con la tosse. Mi sentivo schiava di un 'pacchetto' di veleni, che col tempo erano diventati molto più forti della mia volontà. Pur di avere le sigarette avrei fatto carte false. Grazie a 'Scommetti che smetti' ho deciso di provare a smettere, sfidare me stessa e dimostrare che potevo farcela". È il racconto di Marina, una delle persone che è riuscita a smettere di fumare grazie a "Scommetti che smetti", ed è anche il modo migliore per presentare l'undicesima edizione del concorso promosso da Azienda USL e Policlinico di Modena per contrastare la diffusione del tabagismo.
Anche quest'anno, dunque, le Aziende sanitarie modenesi - in collaborazione con "Gli Amici del cuore", LILT (Lega italiana per la lotta contro i tumori) e altri partner - propongono la consolidata iniziativa di promozione della salute e lanciano la 'sfida' ai fumatori di tutta la provincia con il concorso a premi "Scommetti che smetti".
Come partecipare
Il concorso – che negli ultimi anni ha coinvolto più di 2mila e 500 persone – propone un percorso per diventare non fumatori, ed è un'occasione per compiere un passo decisivo nell'abbandonare l'abitudine al fumo. Si rivolge ai fumatori maggiorenni residenti o domiciliati in provincia, ai quali è richiesto di abbandonare le sigarette almeno fino al 24 maggio. Al termine del periodo, attraverso un'estrazione tra tutti i partecipanti e l'effettuazione di test non invasivi per verificare l'effettivo abbandono del fumo, saranno individuati i vincitori, premiati in una cerimonia pubblica che si svolgerà il 6 giugno 2015 presso il Centro Commerciale La Rotonda a Modena. Mentre è il 2 maggio l'ultimo giorno utile per le iscrizioni, raccolte direttamente on-line all'indirizzo web: www.scommettichesmetti.it. I moduli di iscrizione sono disponibili anche presso i Centri Antifumo dell'Azienda USL di Modena.
Provincia di Modena, sono più di 142mila i fumatori
Secondo gli ultimi dati disponibili in provincia di Modena il 30% degli adulti tra 18 e 69 anni fuma sigarette; una stima che corrisponde a più di 142 mila persone. Una cattiva abitudine che cresce con l'età, anche se purtroppo non è assente tra giovani e giovanissimi. In Emilia Romagna, infatti, fuma l'1% degli 11enni, il 6% dei 13enni e il 23% dei 15enni, percentuali che salgono al 35% tra i 18-34enni. Più alta è la quota degli uomini fumatori (34%) rispetto alle donne, come più alta è l'incidenza del numero di fumatori tra coloro che hanno difficoltà economiche (un intervistato su due). Nella nostra provincia almeno un fumatore su tre (51 mila persone) ha dichiarato di aver provato a smettere negli ultimi 12 mesi. Tra questi, la maggior parte (84%) ha ripreso a fumare, il 10% non fuma più da meno di sei mesi (cioè è un fumatore in astensione) e il 6% è riuscito nel tentativo.
Le novità dell'edizione 2015
"Scommetti che smetti" nel corso degli anni ha sempre rinnovato le proprie attività di comunicazione, ampliando la rete di partner che ne sostengono la realizzazione. Attraverso il sito web, è possibile lanciare una sfida a un amico o a un parente: compilando un apposito modulo, lo si inviterà a fare una scelta di salute mettendo in gioco la propria tenacia attraverso la partecipazione al concorso. Si rafforza il sostegno delle tre Palestre Etiche della provincia di Modena, che associano alla lotta al fumo la promozione della sana attività motoria. Altre sei palestre del territorio mettono in palio abbonamenti alle proprie strutture per chi abbandonerà le sigarette: Area Fitness, Centro Sport e Benessere e Circolo Vita di Pavullo, Sapiro e Spazio Fitness di Mirandola, Skip Intro di Finale Emilia. Alle ormai consolidate partnership con Carpi FC e Modena FC si aggiunge nel 2015 la collaborazione con la L•J Volley, che offre un abbonamento per la prossima stagione pallavolistica a chi si affranca dal fumo. CSI, UISP e Piscine Pergolesi di Modena offrono anch'essi alcuni premi. I mass media locali concorrono alla promozione di "Scommetti che smetti": dalla collaborazione di lunga data con Radio Stella, si passa alla partnership con la mirandolese Radio Pico e all'impegno della Gazzetta di Modena per la lotta al fumo. Anche le aziende modenesi confermano la propria attenzione alla salute dei lavoratori: insieme a CNH Industrial e Gambro, quest'anno Sorin Group, nella sede di Mirandola, sostiene il progetto e premia due dipendenti che si impegnano a diventare ex fumatori con soggiorni benessere. Si registra, infine, la mobilitazione dei Comuni di Pavullo e Mirandola in collaborazione con i Distretti sanitari di riferimento.
I premi in palio
Più di 30 i premi in palio in questa edizione di "Scommetti che smetti": tablet, weekend vacanza, coupon relax alle terme, buoni acquisto, cene, un check-up dermatologico, ingressi ed abbonamenti ad attività sportive, culturali e a serate danzanti. L'elenco dettagliato è disponibile sul sito.
I centri antifumo
In provincia sono attivi i centri antifumo che offrono informazioni, consigli e trattamenti per la cessazione del consumo di tabacco e organizzano corsi intensivi condotti da personale appositamente formato. Molta attenzione è posta alla prevenzione delle ricadute per consolidare nel tempo i risultati ottenuti. L'accesso è libero e non è necessaria la richiesta del medico. A Modena sono anche attivi i centri antifumo della Lega Italiana Lotta ai Tumori e quello Interdipartimentale dell'Azienda Ospedaliero - Universitaria Policlinico di Modena. Per informazioni sul concorso e per conoscere sedi ed orari dei centri antifumo è possibile chiamare il numero verde gratuito 800 033 033 o visitare il sito www.scommettichesmetti.it.
I partner dell'iniziativa
Non solo nuovi partner, ma anche il vanto di aggregare soggetti che, nel tempo, hanno confermato il loro impegno per la lotta al fumo. "Scommetti che smetti?", è organizzato in collaborazione con la LILT (Lega italiana per la lotta contro i tumori), con "Gli Amici del cuore" e insieme a: Provincia di Modena; Comune di Mirandola; Comune di Pavullo; Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Modena; IPAVSI (Collegio infermieri professionali, assistenti sanitari, vigilatrici d'infanzia) Modena; CSV (Centro Servizi Volontariato); Federfarma Modena; Confindustria Modena; Emilia-Romagna Teatro Fondazione; AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue) Modena; Associazione Carcere-Città; Associazione "La nostra voce"; Circolo Polivalente Giliberti; Arcigay Modena; Federconsumatori Modena; SPI-CGIL (Sindacato Italiano Pensionati); CSI (Centro Sportivo Italiano); UISP (Unione Italiana Sport per Tutti); Palestre Etiche Area Fitness, Centro Sport e Benessere e Circolo Vita di Pavullo, Sapiro e Spazio Fitness di Mirandola, Skip Intro di Finale Emilia; L•J Volley Modena; FC; Carpi FC; Consorzio Modena a Tavola; Consorzio Il Mercato; Conad Ipermercato e Centro commerciale La Rotonda; Gazzetta di Modena; Radio Stella; Radio Pico; SMA; Gambro; CNH Industrial; Sorin Group. Tutti i soggetti condividono gli obiettivi del Programma Promozione della salute (PPS) della provincia di Modena.
(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)
In occasione del mese della prevenzione alcologica, iniziative in tutta la provincia per evidenziare come l'alcol sia un importante fattore di rischio per questa fascia di popolazione particolarmente vulnerabile. Un 15enne su dieci presenta comportamenti a rischio legati al consumo di bevande alcoliche. -
Modena, 31 marzo 2015 -
Secondo gli ultimi dati elaborati dall'Istat in Italia un 15enne su dieci presenta comportamenti a rischio legati al consumo di bevande alcoliche. Tra i minori è un fenomeno in preoccupante espansione: da una parte diminuisce sempre di più l'età di iniziazione al consumo di alcol (in media 11-12 anni), dall'altra cresce la quota di minori che hanno comportamenti "a rischio" fin da giovanissimi.
Per questo è importante ricordare che, come recita il nuovo slogan della campagna di prevenzione alcologica delle Aziende sanitarie modenesi, quando si parla di alcol e minori "il massimo è zero". Un messaggio rivolto prima di tutto al mondo degli adulti che possono (e devono) vigilare sui comportamenti dei minorenni.
Tante le iniziative in calendario per tutto il mese di aprile, presentate questa mattina da Claudio Annovi, responsabile progetto Alcol dell'Azienda USL di Modena; Federica Ronchetti, referente Centri Adolescenza Ausl Modena; Giuseppe Fattori, responsabile Programma Promozione della Salute Ausl Modena e Giulio Guerzoni, assessore alle Politiche giovanili Comune di Modena.
"Nonostante la legge italiana lo proibisca, sono troppi i minori che consumano bevande alcoliche – spiega Claudio Annovi –. L'alcol è un fattore di rischio per la salute degli adolescenti, soprattutto perché sotto i 16 anni gli enzimi in grado di metabolizzare l'alcol sono completamente assenti, mentre fino ai 21 anni la loro metabolizzazione è più difficoltosa e lenta. La dipendenza dall'alcol arriva prima ed è più marcato il rischio di danni al fegato e al cervello. Il tema centrale della campagna di quest'anno è come gli adulti - genitori, educatori, insegnanti, operatori socio sanitari - possano veicolare informazioni corrette ed essere anche modelli di riferimento per i minori che non dovrebbero mai consumare bevande alcoliche".
"Il Comune di Modena – sottolinea l'assessore Giulio Guerzoni – è da sempre impegnato sul tema dei 'fattori di rischio' che riguardano i ragazzi, anche con progetti come Buonalanotte che riguardano chi si mette alla guida. Ma, soprattutto, il nostro impegno riguarda il controllo assiduo sul rispetto del divieto di vendita di alcolici ai minori, nei locali ma anche nei negozi in un'ottica di responsabilità sia dei ragazzi che delle loro famiglie".
I DATI
L'età di iniziazione al consumo di alcol, anche in Italia, sta diminuendo sempre di più: oggi è attestata intorno agli 11-12 anni. Cresce, in modo parallelo, la quota dei giovanissimi che hanno avuto almeno un comportamento a rischio, legato al consumo di alcolici, nel corso dell'ultimo anno: tra i ragazzi di 11-15 anni le percentuali sono pari al 12,4% per i maschi e al 10% per le femmine (i dati sono stati raccolti dall'Istat nel 2014). Tra i ragazzi di 16-17 anni il quadro dei comportamenti a rischio non è meno rilevante: già a questa età, infatti, il binge drinking, ovvero l'assunzione smodata di più bevande alcoliche in un breve intervallo di tempo, raggiunge livelli superiori a quelli medi della popolazione. Un fenomeno che desta preoccupazione e comporta con gravi rischi per la salute e la sicurezza non solo del singolo ma dell'intera società. Nel 2013 i binge drinkers rappresentano complessivamente il 6,3% della popolazione di 11 anni e più, il 10,4% tra i maschi e il 2,5% tra le femmine.
In provincia di Modena sono quasi 110mila le persone considerate 'a maggior rischio' rispetto all'assunzione di alcolici (dati PASSI). E tra queste, la classe di età nella quale è più diffuso il rischio è quella dei giovani di 18-24 anni (54%). L'indagine HBSC, che ha analizzato la situazione a livello regionale, indica che il 5% degli 11enni, l'8% dei 13enni e il 25% dei 15enni ha già assunto un comportamento alterato con l'alcol. Nei 2014 i 7 centri alcologici dell'Azienda Usl hanno seguito 1.375 persone (255 i nuovi accessi). Di queste, il 77% è rappresentato da uomini mentre gli under 30 sono il 3,8% degli utenti. Anche nell'ultimo anno, inoltre, i medici alcologi hanno supportato la gestione dei percorsi di rivalutazione dell'idoneità alla guida attuata dalla Commissione Medica Locale (dopo una sanzione per guida in stato di ebbrezza) per 887 persone (101 di età inferiore ai 24 anni).
LE CONSEGUENZE
Un giovane che consumi bevande alcoliche può riportare conseguenze patologiche molto serie come l'intossicazione acuta alcolica e l'alcol-dipendenza, ma anche problemi sul piano psicologico e sociale. L'alcol influenza negativamente lo sviluppo cognitivo ed emotivo del ragazzo, peggiora le performance scolastiche e favorisce la sua aggressività. Per prevenirlo è necessario rafforzare la capacità di fronteggiare le pressioni sociali 'al bere' operando a scuola, nei luoghi del divertimento, della socializzazione e dello sport.
LE INIZIATIVE
In aprile saranno diverse le iniziative organizzate sul territorio della provincia di Modena per sensibilizzare genitori, educatori, insegnanti, operatori che lavorano coi minori ed esercenti abilitati alla vendita o alla somministrazione di alcolici. In una sezione web dedicata, sul sito www.ppsmodena.it/alcol è possibile trovare tutti i materiali realizzati e il dettaglio delle iniziative in programma nei diversi distretti sanitari. "L'atteggiamento" di un giovane verso l'alcol dipende dagli adulti, prima di tutto dai genitori, ma anche dai suoi educatori, insegnanti, operatori socio sanitari, negozianti e persone di riferimento nella società. Figure che non solo dovrebbero veicolare informazioni corrette ma che rappresentano veri "modelli". Per questo le Aziende sanitarie hanno messo a punto, per la campagna di prevenzione alcologica, una cartolina 'vademecum' con 10 suggerimenti rivolti a genitori, educatori e insegnanti.
I PARTNER
La campagna, anche quest'anno, è il frutto della collaborazione tra diversi soggetti istituzionali del territorio. Le iniziative sono promosse dai centri alcologici dell'Azienda USL, grazie alla preziosa collaborazione delle Associazioni di auto mutuo aiuto (Associazioni Club Alcolisti, Alcolisti Anonimi, Al-Anon), al patrocinio dei Comuni della provincia, al sostegno di A.I.O.P. Emilia-Romagna, dell'Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, dell'Ordine provinciale dei Farmacisti, dell'associazione dei titolari di farmacia privata, Federfarma Modena, e delle Farmacie Comunali.
LA NORMATIVA
Il Ministero dello Sviluppo Economico, nel 2013, ha chiarito che l'applicabilità del divieto di vendere bevande alcoliche ai minori vale anche per la somministrazione "sul posto". Oggi, quindi, è vietato sia vendere che somministrare bevande alcoliche a minori. Una disposizione chiara, che se viene violata, può comportare diverse sanzioni che, a seconda del caso, possono essere di natura amministrativa o penale. Chi somministrasse bevande alcoliche a minori di 16 anni, ad esempio, sarebbe punito con l'arresto fino a un anno. Mentre nel caso di somministrazione di alcolici a minori di età compresa tra 16 e 18 anni o di vendita di bevande alcoliche da asporto a minori di anni 18, si applicherebbero sanzioni amministrative da un minimo di 250 fino a un massimo di 1000 euro.
(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)
La testimonianza di una delle 88 donne che hanno utilizzato la cuffia refrigerata che contrasta la caduta dei capelli durante i trattamenti chemioterapici -
Modena, 10 marzo 2015 -
La paziente: "Potrebbe sembrare un aspetto secondario della malattia, ma non perdere i capelli, soprattutto per una donna, è un aiuto importante per continuare a vivere 'fuori'. Ti senti meno malata e non hai continuamente paura dello sguardo degli altri".
Bianca è insegnante d'inglese in una scuola media di Modena. Ha 48 anni e quasi un anno fa le è stato diagnosticato un tumore al seno. "Un fulmine a ciel sereno – racconta – che ha cambiato per sempre la mia vita. Dopo un percorso di cura durato diversi mesi, ho smesso di chiedere ai medici se ne uscirò. Perché fortunatamente sono guarita ed è tempo di guardare avanti".
È lei una delle 88 donne che, da maggio 2013, a Carpi, hanno utilizzato la cuffia refrigerata Paxman, una strumentazione innovativa che serve a contrastare l'effetto alopecizzante – perdita di capelli – causato da alcuni farmaci durante i trattamenti chemioterapici. Il Day Hospital Oncologico dell'ospedale 'Ramazzini' è una delle due strutture in Italia a essersi dotata di questa particolare cuffia ed è il primo centro a livello nazionale per numero di pazienti reclutati.
"Quando ho scoperto di essere malata – prosegue la donna – volevo tenere nascosta la mia condizione di salute per non far soffrire le persone a me più vicine. Un attimo dopo, però, ricordo di aver pensato: perderò i capelli e così tutti verranno a sapere che ho un tumore". Anche per questo Bianca, il nome è di fantasia, dopo essere stata operata a Bologna, ha deciso di rivolgersi all'ospedale di Carpi e affiancare il trattamento chemioterapico all'utilizzo della cuffia Paxman. "Non sapevo della sua esistenza. È stata mia sorella a cercare su internet, dopo che le venne in mente Caro Diario di Nanni Moretti, un film dove il protagonista mette una cuffia da pallanuoto in freezer prima di fare chemioterapia".
"Per certi aspetti, se possibile – confessa Bianca – ho vissuto peggio questo problema che non dover affrontare il percorso di cura. Potrebbe sembrare un aspetto secondario della malattia, ma non perdere i capelli, soprattutto per una donna, è un aiuto importante per continuare a vivere 'fuori'. Ti senti meno malata e non hai continuamente paura dello sguardo degli altri".
A gennaio Bianca ha finito la terapia e ha deciso di raccontare la propria storia, perché spera di poter far conoscere ad altre persone, grazie alla sua testimonianza, la cuffia Paxman. "Certo non è come andare dal parrucchiere – ironizza – perché si sente molto freddo (la cuffia porta la temperatura del cuoio capelluto a meno 4°gradi per circa tre ore) e si prova una forte sensazione di costrizione. Durante le prime sedute guardavo continuamente l'orologio e non riuscivo a fare niente. Era come se dicessi a me stessa: concentrati, funzionerà meglio. Per fortuna ho incontrato persone straordinarie, che mi hanno seguito passo dopo passo. Infermiere preparatissime, come Emilia, che ogni volta sapevano regalarmi un sorriso, una parola di incoraggiamento. Guardando indietro, oggi, mi sembra di aver intrapreso un percorso di miglioramento prima di tutto interiore. E se potessi parlare con le persone che si trovano a dover affrontare malattie come questa, mi piacerebbe ricordare loro una frase che ha pronunciato di recente Emma Bonino, dopo aver detto pubblicamente di avere un tumore: io non sono la mia malattia".
In ospedale a Carpi
All'interno del Day Hospital Oncologico dell'ospedale 'Ramazzini' di Carpi la cuffia refrigerata Paxman è stata installata a maggio 2013 grazie al contributo (30mila euro) dell'Associazione Malati Oncologici (AMO). Il Day Hospital diretto da Fabrizio Artioli ha deciso di concentrare il suo utilizzo sui tumori alla mammella, sia maschile che femminile, perché la maggior parte dei farmaci alopecizzanti sono contenuti nei trattamenti chemioterapici propri di questo carcinoma. Finora sono 89 i pazienti (soltanto un uomo) 'reclutati' per utilizzare la cuffia. Dai dati raccolti finora, il 'Ramazzini' ha ottenuto risultati non solo sovrapponibili ma addirittura migliori di quelli riscontrati in altri ospedali europei dove è in uso la strumentazione. La percentuale di successo del trattamento a Carpi oscilla tra il 55 e il 62% dei casi. L'età media dei pazienti finora reclutati è di 53 anni.
Come nasce la cuffia Paxman
La storia degli imprenditori Paxman inizia negli anni '50, con l'invenzione di un sistema di raffreddamento per la birra. La produzione dell'azienda, però, è destinata a mutare radicalmente. La moglie del figlio del fondatore, infatti, si ammala di tumore al seno. E il consorte Glenn, aiutato dal padre, decide di investire tutta la propria conoscenza nel campo dei sistemi di raffreddamento per plasmarli e renderli utili ai malati di tumore che devono sottoporsi alla chemioterapia. Stando vicino alla moglie, Glenn si rende ben presto conto di quanto sia difficile accettare, soprattutto per una donna, la perdita dei capelli durante i trattamenti chemioterapici. Un dolore che lui vuole riuscire a evitare a chi soffre già per una malattia così grave. La moglie diventa la prima donna a sperimentare la 'cuffia', anche se su di lei lo strumento, ancora 'primitivo', non sortisce l'effetto sperato. Dopo alcuni mesi la malattia, inesorabilmente, strappa a Glenn l'amore della moglie per la quale ha tanto lottato. Ma, ormai, la famiglia ha segnato la propria storia. Dopo diversi studi, nel 1997, Paxman produce il primo prototipo ufficiale della 'cuffia' che viene installata presso la Huddersfield Royal Infirmary. Oggi Paxman è l'unico produttore di questo tipo di tecnologia. Il sistema in Gran Bretagna è usato in più di mille strutture. La 'cuffia' è stata installata anche in Svizzera, Francia, Germania e Giappone. In Italia, ad oggi, è utilizzata soltanto a Carpi, Avellino e Parma.
(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)